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Autore: Uptrand    10/10/2014    9 recensioni
Ambientato dopo "L'ultimo dei phantom."
E' una raccolta di tre brevi storie.
La prima storia vede Dasha Weaver e Isabella vedersela con un alleanza tra industriali e militari desiderosi di smantellare la Noveria Corps, sfruttando la sete di giustizia di uno spettro e il desiderio di vendetta, per gli amici morti, di una vecchia conoscenza.
La seconda storia si svolge alla Grissom e vede Steve Williams Shepard lottare per mantenere la pace nell'accademia e impedire che Isabella e i suoi cloni uccidano qualcuno.
La Terza storia vede Olivia Williasm Shepard che malgrado le sue intenzione di godersi una vacanza su Palaven verrà coinvolta in un intrigo in cui Turian e Volus si affronteranno in nome del denaro e della politica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Jack, Miranda Lawson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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« Qual è il problema? » Chiese Steve sedendosi allo stesso tavolo di Jessie , nel refettorio
« Cosa?... Nessuno...non dovresti tenere d'occhio i nostri preziosi soggetti da esperimento.» Borbottò lei
« Sono a quel tavolo laggiù, a pranzare. » rispose lui indicando dietro di se un tavolo in fondo alla sala « E c'è sicuramente un problema, vista la tua espressione. »
Lei buttò la forchetta con fare seccato sul piatto « Non è giusto...Cazzo! L'intera ricerca è condizionata dall'umore di quattro biotiche pazze, dovrei essere a Barbin dove fanno vere ricerche!»
« Barbin? »
« Niente...fai conto di non aver mai sentito questo nome. »
Lui la guardò accigliato, lei nel tentare di cambiare argomento e per sfogarsi gli descrisse l'incontro con lo s.p.e.t.t.r.o. nell'ufficio di Jack, tralasciando di dire nomi o altre informazioni sensibili.
Steve con tono indifferente chiese « Il turian? »
« E' partito subito dopo. »
« Bene...ci avrebbe dato problemi se rimaneva. » – Sarà meglio che chieda a Samir per sicurezza.--  pensò e rivolgendosi a Jessie « Non mi metto a giudicare cosa è giusto o sbagliato, quello lo lascio ad Olivia, ma preferisco un lavoro dove posso avere la coscienza pulita.»
Un improvviso vociare lo fece girare, William, Henry e Taiga si erano aggiunti al tavolo di Isabella e delle ragazze. Nonostante avessero a che fare con quattro assassine capaci, e lo sapessero, si comportavano come se fossero persone normali.
Stava per continuare il discorso con Jessie ma un improvviso abbracciò da dietro, accompagnato da un bacio sulla guancia e un « Ciao Steve. » lo interruppe.
« Ilary!»- Disse lui stupito - « Aspetta...non mi sono scordato che eri in licenza o altro? Spero. » Chiese con l’ansia tipica di ogni uomo, quando si rende conto che potrebbe aver dimenticato qualche data importante per la propria donna.
Lei era il miglior pilota dell’Alleanza, occhi di un azzurro scuro e capelli corvini raccolti in una modesta treccia al limite del regolamento. Un bel corpo, ma soprattutto un seno che era l’invidia di ogni donna e che avrebbe fatto la felicità di ogni uomo.
Gentile, quasi materna in certi istanti, quando necessario sapeva sviolinare le peggiori battute imparate da suo padre. Lui gliele aveva insegnate con la scusa che una ragazza doveva dimostrare di sapersi far rispettare nell’esercito.
Aveva anche una buona conoscenza della lotta corpo a corpo.
Ilary gli sedette accanto « Ciao Jessie. No, siamo rientrati prima del previsto dalla nostra ultima missione e Olivia ci ha accordato un paio di giorni di licenza. Ti mandano tutti i loro saluti. »
Lui si tranquillizzò, era salvo. « Un’altra missione andata bene, la pace nella galassia è garantita, festeggiamo? »
« Mi pare ovvio, sono venuta qui solo per avere la giusta ricompensa dal mio ragazzo per un lavoro ben svolto. » disse lei ammiccando. Lui cercò di fare finta di non accorgersene, ma non poté evitare di sorridere in modo idiota.
Scuotendo la testa Jessie si alzò andandosene.
« Jessie ti serve un uomo!» Le gridò dietro Ilary
« No! » Rispose seccamente lei
« Allora ti serve solo un cazzo con cui fare sesso occasionale in maniera animalesca. » Disse la pilota. Steve strabuzzo gli occhi, sforzandosi di non ridere.
La scienziata, schiena diritta e sguardo avanti, uscì velocemente dalla sala.
« Penso che hai esagerato. » Commentò lui
« Lo so, ma se lo meritava. Il mondo non si limita a un laboratorio, è una cosa che non ha mai imparato. »
« E questo cosa centra col gridarlo qui, dove ti hanno sentito tutti? »
Ilary sbatté un attimo le palpebre a quelle parole, guardandosi attorno vide che i vari avventori del refettorio, alcuni adulti ma quasi tutti studenti adolescenti dell'accademia, la stavano fissando.
Stava per rispondere ma questa volta fu lei ad essere abbracciata da dietro.
« Ilary! È bello vederti! Hai altre barzellette sporche da raccontarmi? » Chiese Taiga, con lei i gemelli. Avevano sentito e riconosciuto la voce dell'amica.
« A me le racconterai questa sera, devo rientrare in servizio. » Disse Steve alzandosi.
« Aspetta, ti accompagno. »
« Non credo. » Obiettò una voce alle sue spalle. Lei si voltò trovandosi davanti Jack
« Ciao Jack! » Disse lei, « Jack » Salutò Steve, « Zia Jackie » Dissero i gemelli, « Ciao mamma »  Disse Taiga.
« DIRETTRICE JACK! Quando lo capirete che in pubblico alla Grissom dovete chiamarmi così. » Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, tornando poi a concentrasi su Ilary
« Cos'era quella frase che hai gridato a Jessie e quella storia delle barzellette sporche? Pretendo un certo contegno davanti ai miei studenti. »
 « SSSSSTTTTEEEEVVVVEEE!!» Urlava Ilary qualche momento dopo, mentre veniva letteralmente trascinata da Jack, per il corridoio, verso l'ufficio della direttrice dove avrebbe subito una punizione.
Lui in piedi la salutava con un cenno della mano.
 
Era mattino presto, Steve stava ancora dormendo e con un braccio cingeva Ilary che gli era accanto. Forse per quello che avevano fatto solo qualche ora prima, si destarono confusi senza la solita lucentezza che l'addestramento militare aveva loro imposto. Lui ebbe bisogno di qualche istante per ricordare dove stava il comunicatore e per farlo smettere di suonare.
Quando lo accese sullo schermo apparve il volto di Samir « Signore si sono attivate le misure di sicurezza nei laboratori, il settore risulta isolato, a quest'ora non doveva esserci nessuno. »
« Arrivo! »
Miranda, Jack, Kelly e Samir con altri soldati erano già sul posto, anche Ilary era venuta nonostante fosse un pilota e quello non fosse il suo posto.
« Che succede? » Chiese fissando la spessa porta corazzata che bloccava l'accesso.
Samir lo informò subito « Signore, non lo so. La video sorveglianza interna non funziona e non sappiamo come abbiamo attivato le porte, i tecnici stanno controllando ma non hanno trovato segni di manomissione.»
« Henry! William! » Urlò Steve, i gemelli e  Taiga uscirono da dietro un angolo. Li conosceva troppo bene per non sapere che erano nei paraggi.
 
Jessie era a disagio, anche se stava ubbidendo a uno s.p.e.t.t.r.o. non era sicura che quello che stava facendo fosse legale.
Trish distesa su un letto davanti a lei e immobilizzata cercava energicamente di liberarsi, avrebbero potuto sedarla ma i risultati avrebbero potuto risentirne.
Il turian si era presentato alla sua porta quel mattino presto e le aveva ordinato di seguirla, lei intimorita aveva ubbidito e arrivata in laboratorio aveva trovato Trish in quella situazione. Solo allora si accorse che non sarebbe stata in grado di dire quale delle tre ragazze fosse, ci riuscì solo grazie all'astuccio di legno, buttato su un carrello li vicino, con il nome inciso sopra.
« Dottoressa proceda, ha l'occasione di fare quello che si proponeva. Non si lasci condizionare da falsi pregiudizi, non sono vere persone ma cloni, parole sue mi sembra di ricordare. » Le disse il turian.
Una voce improvvisa la fece sobbalzare.
« Steve Williams Shepard, capo della sicurezza della Grissom, identificatevi e sbloccate subito il laboratorio, è un ordine. »
« Sono Britius, uno s.p.e.t.t.r.o., questo esperimento ha la mia approvazione quindi quella del Consiglio. A condurlo è la dottoressa Taylor. Vi è proibito interferire, lei ha inoltre l'ordine di tenere sicura l'area. » Dichiarò Britius in tono sicuro, come se stesse dando un ordine a dei sottoposti.
Prima che potessero udire la risposta la comunicazione cadde e avvertì un forte tremore provenire da oltre le porte chiuse.
 
Steve si era buttato di lato appena in tempo, intravedendo una intensa luce biotica alle sue spalle con la coda dell'occhio. Non aveva idea di cosa stava  accadendo, ma sapeva a chi apparteneva quell'attacco biotico.
« Quella dove cazzo l'hai presa? » Gridò rialzandosi. Isabella era nella sua armatura da phantom, non avrebbe dovuto averla sulla Grissom ma in qualche modo l'aveva fatta entrare.
Due figure nello stesso tipo di armature le erano affianco, gli ci volle qualche istante perché la sua mente analizzasse e comprendesse quell'informazione.
« Trish » Disse il trio davanti a lui.
Riattivando il comunicatore urlò « Britius, Jessie non lo fate qualsiasi cosa sia. Se fate male a Trish nessuno fermerà Isabella. »
L'unica risposta fu il suono delle scariche statiche.
 
Trish sentiva le lacrime scendergli di lato, vedeva quella signora che spesso le faceva fare dei test e quel turian che non conosceva. Voleva andarsene, essere sola non le piaceva, voleva le altre lei, no le sue sorelle era questo il termine che aveva imparato per indicare Alexya e Diana, anche se ancora non aveva capito cosa fosse una sorella.
Dov'erano? Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Perché le avevano tolto la sua spada? Aveva ancora un nome, se non aveva più la spada?
Un grido attirò la sua attenzione, vide il turian e la dottoressa litigare, a lei venne strappato qualcosa di mano. Il turian si chinò su di lei e gli sentì dire « Voi umani dovette imparare ancora molto sul significato di sacrificio. » e avvertì una puntura sul collo.
Un calore improvviso la invase.
 
« Fermati, stupida pazza! » Urlò Jack correndo via, imitata da tutti gli altri.
Isabella stava colpendo la porta corazzata con una vera tempesta biotica rendendo pericoloso starle vicino, gli attacchi respinti dalla porta esplodevano liberando energia in ogni direzione rischiando di colpire chiunque fosse a portata. Anche il trasferimento di fase si rilevò inutile, la Grissom era una scuola per biotici e le sue misure di sicurezza erano pensate per contrastare tali poteri.
« A che punto siete con hackeraggio? » chiese impaziente Steve nel comunicatore.
« Ci siamo quasi, qualsiasi cosa abbia fatto quel turian l'ha fatta davvero bene. » Gli rispose Henry. I gemelli craccavano i sistemi per divertimento ed erano i migliori della scuola con la tecnologia, sperava che non l'avrebbero deluso proprio ora che avevano l'occasione di fare quello che gli era proibito.
Ma ora doveva trovare un modo per calmare Isabella.
« Possiamo stabile un canale di comunicazione con Dasha, su Noveria? »
No rispose Miranda a quel punto Kelly, con fare deciso, passo in mezzo a loro due. Inorriditi la guardarono avvicinarsi a Isabella, troppo velocemente perché potessero fare qualcosa.
Forse perché al phantom piaceva uccidere biotici e avversari che sapevano combattere, perché Kelly non era una minaccia per nessuno, perché Isabella l'aveva sempre ignorata tutte le volte che desiderava, per una di queste o tutte queste ragioni lei non si mosse quando la psicologa le fu davanti.
PAF! Accompagnato da uno schiocco questo suono invase l'aria, mentre la testa di Isabella scattava  di lato e la mano di Kelly rimaneva ferma a mezz'aria « Smettila! Sai che Trish può contare solo sul nostro aiuto, Dasha è troppo distante per fare qualcosa. »
Passarono alcuni secondi, a tutti parvero un'eternità, nessuno osava muoversi. Isabella guardava fissa la psicologa che le tenne testa fissandola con decisione a sua volta.
Steve certo che sarebbe dovuto andare al funerale dell'amica, rimase interdetto quando vide le scariche di potere biotico cessare.
Kelly si allontanò, ignorando i complimenti che le venivano rivolti e girò l'angolo.
Steve, per sicurezza, andò a dare un'occhiata e la vide a capo chino contro il muro e tremava.
« Tutto bene? » chiese, la domanda era stupida e la riposta ovvia ma non sapeva cos'altro chiedere.
« No...Ho avuto paura ...non penso potrei rifarlo una seconda volta. »
« Sei stata brava. » Le disse e la lasciò, non prima di chiedere a Ilary di starle vicino
Isabella in piedi davanti alla porta attendeva immobile, circondata da una sorta di calma rabbiosa che saturava l'aria e nessuno osava avvicinarsi. Perfino Diana e Alexya erano a qualche metro di distanza.
Sfidando la sorte lui si mise di fianco « I gemelli riusciranno di sicuro ad aprire la porta...li conosci...non fallirebbero mai un'occasione per mettersi in mostra. »
Lei non si mosse.
« Quando entreremo lo s.p.e.t.t.r.o. è tuo, mio occuperò io di Jessie e Trish...se fallisco puoi avere la mia testa. »
Lei si voltò e lo fissò solo dopo inclino la testa in un gesto di assenso.
Steve si chiese se faceva bene, ma non potendo trattenere Isabella si augurava che consegnarle lo s.p.e.t.t.r.o. bastasse a calmarla.
« Ci siamo! » Gridarono assieme i gemelli. Le porta corazzata si sollevò.
 Una figura apparve a mezz'aria davanti a lui.
Steve si diede dell'idiota, si era dimenticato che le armature turian erano dotate di propulsori che permettevano veloci spostamenti e attacchi corpo a corpo portati dall'alto.
Gettandosi di lato, Isabella fece lo stesso dall'altro lato, lui riuscì appena in tempo a evitare la lama del factotum e reagì sparando con il suo fucile a pompa ma il colpo andò a vuoto.
Il turian si era spostato usando i propulsori,era così abile a farlo da potersi muovere all'indietro, rimanendo rivolto verso i nemici che teneva sotto pressione con rapidi attacchi di mitragliatrice, li respinse oltre la linea della porta. Questa si stava nuovamente abbassando, in qualche modo ne aveva ripreso il controllo.
« Non ho motivo di uccidere uno Shepard, ma ho un lavoro da svolgere e lo porterò a termine. » disse Britius.
Tanti saluti all'idea di impressionarlo con il nome di famiglia— pensò scocciato, lui e Isabella si buttarono sotto la porta appena in tempo perché questa si chiudesse alle loro spalle.
Udì il turian imprecare, mentre Isabella si lanciava all'attacco e Britius usava i propulsori per schivarla in brevi e veloci manovre. In un duello di agilità i due nemici si affrontarono.
Steve si buttò nella prima porta laterale entrando nel laboratorio.
Vi trovò subito Trish. Gli occhi della ragazza erano fortemente arrossati, aveva della bava alla bocca, respirava affannosamente, polsi e cavagli sanguinavano vistosamente e lo sguardo era quello di qualcuno che aveva perso la ragione, in mano stringeva la sua spada.
Ai piedi di lei Jessie aveva un taglio vistoso su un braccio.
Steve cercò di calmarla parlandoci « Trish...ricorda cosa ha detto Dasha...non devi uccidere alla Grissom... se mi segui ti riporto da Diana e Alexya. » Di solito era la più calma della tre, adesso era irriconoscibile
Lei sorrise, gli sembro che stesse per dire qualcosa ma quando aprì la bocca solo altra bava colo dando a quel sorriso un aspetto grottesco.
Trish, una luce bluastra la avvolse, fece un balzo puntandogli contro la spada, lui afferrò il polso della mano che reggeva l’arma, questo era sottile e Steve riuscì a cingerlo del tutto.
La sentiva che torceva le ossa nella sua presa e vide balenare minacciosamente la lama, ma la mano che la impugnava non riuscì a liberarsi.
Ma non avrebbe funzionato ancora a lungo, i poteri biotici la rendevano troppo forte perché riuscisse a trattenerla ancora.
Steve spinse il suo stinco contro il suo, costringendola ad arretrare contro il muro, le fece sbattere il braccio contro la parete più volte per fare cadere la spada, ma lei gli sputò in faccia e non mollò la presa.
Trish ansimò e si divincolò per liberarsi. La luce biotica dei suoi poteri aumentò e con la mano libera colpì con un pugno Steve al volto, lui sentì il casco creparsi.
Aveva cercato di trattenersi, non voleva farle male ma stava finendo le possibilità. Omni-scudo apparve fra loro schiacciando la ragazza contro il muro. Lei prese a urlare e a scalciare in maniera animalesca, liberando finalmente la mano che impugnava la spada.
Steve dovette concentrarsi per non cedere il dolore, quando sentì la lama penetrargli spalla sinistra.
Con un ringhio rabbioso, vincendo il male, afferrò la spada stessa stringendola in pugno e mentre  questa gli incideva il palmo della mano, usò l'attacco criogeno della sua armatura.
La lama si ruppe.
La ragazza si fermò un istante, riprendendo a gridare, ma in maniera diversa, questo era colmo di disperazione.
Lui dovette lasciarla andare, i movimenti di Trish si erano fatti così violenti che si stava ferendo da sola. Libera dalla pressione dello scudo cadde a terra.
« Trish... mi dispiace. » disse Steve che si era avvicinato. Sapeva cosa aveva fatto, si rendeva conto che non avrebbe mai potuto di comprendere i sentimenti che ciascuna di loro nutriva per la sua arma  se non da un punto di vista intellettuale, le definizione che più gli si avvicinavano erano “ anima” o “scopo”.
Lei non rispose, non dava neanche l'idea di averlo sentito. Si mise in piedi davanti al muro e tiro una violenta testata contro la parete in metallo, un rivolo di sangue le scese dalla fronte mentre tirava la seconda.
Steve la circondò con le braccia  da dietro sollevandola « Smettila! » la ragazza riprese a urlare e scalzare.
Lui cadde all'indietro quando lei rilasciò i suoi poteri, prima che potesse reagire le fu sopra e gli strinse con forza la gola indirizzandogli un'occhiata folle e carica d’odio
« Trish fermati! » disse mentre cercava di allentare la presa, poteva liberarsi avrebbe dovuto solamente usare l'attacco criogeno, ma su un corpo umano senza protezione l'effetto sarebbe stato tremendo.
All'improvviso si sentì bagnare e un forte odore di urina riempì l'aria, lo sguardo della ragazza  si rovesciò all'indietro. Lei cadde svenuta accanto a lui, con disgusto la vide preda di convulsione mentre la mandibola e gola le si contraeva involontariamente liberando sul pavimento un fiume di saliva  biancastra.
« Jessie aiutami! » Urlò, mentre la prendeva e la adagiava sul lettino, usando due dita per tirarle fuori la lingua praticava la respirazione bocca a bocca. Aveva smesso di respirare.
Lei non si mosse
« Jessie! » Gridò Steve. Finalmente reagì, aprì dei cassetti. Per lei il corpo umano era sempre stata una macchina che reagiva alla chimica sapeva cosa aveva fatto, doveva solo trovare un modo per disfarlo.
Concentrata nel suo lavoro, degnò appena la porta che si aprì.
Isabella era sulla soglia, aveva diverse ferite, era priva del casco e un grosso livido sulla fronte dava l'idea che presto sarebbe diventato un bernoccolo.
In mano teneva le spade, quando vide Trish in quello stato fu come se delle fiamme le avvolgessero.
« Uccidimi pure se vuoi, ma sono l'unica che può salvare Trish in questo momento. » Dichiarò Jessie senza neanche voltarsi a guardarla.
Le fiamme che avvolgevano le spade diminuirono fino a estinguersi Lei si avvicinò notando, solo dopo averla calpestata, l'elsa della spada frantumata di Trish.
Steve aveva continuato per tutto il tempo a praticarle il massaggio cardiaco, indirizzando a Isabella solo un paio di occhiate, non poteva fermarsi.
« Sono pronta! Spostati! » Gli ordinò Jessie.
Lo fece ma prima di poter vedere se aveva funzionato, la vista gli si offusco e cadde a terra sentendo la propria coscienza che se ne andava.
 
Quando si risvegliò riconobbe l'infermeria della Grissom e notò che le sue ferite erano state medicate, giudico la cosa un segnale promettente. Stava per alzarsi quando una sorta di rantolo proveniente dalla tenda che faceva da separè lo incuriosì.
Scostandola vide Ilary che dormiva nel letto accanto. Si chiese se era rimasti li per lui, osservandola dormire decise che era fortunato ad avere una ragazza così e ebbe un'idea.
Si guardò intorno per accertarsi che non ci fosse nessuno, si avvicinò con gli indici di ambedue le mani ai seni di lei e diede una toccattina veloce ai capezzoli. Lei emise un lievissimo gemito.
Lui ripeté la cosa diverse volte, sapeva che avrebbe dovuto chiedere cosa era successo, ma adesso che aveva iniziato non riusciva a smettere.
« Steve! » Gridò Miranda che entrava in quel momento stupita di vederlo sveglio.
« Si! » Rispose lui quasi urlando scattando in piedi.
« Steve! » Urlò Ilary svegliata da tutto quel chiasso che gli saltò addosso.
Cercando di prenderla al volo finirono a terra entrambi e prima di alzarsi Ilary gli disse nell'orecchio « Possiamo continuare nella tua stanza il gioco che avevi iniziato? »
Si sentì arrossire fino alle orecchie « Eri..sveglia? » Domandò stupefatto.
« Solo dopo la prima volta. »
« Scusa »
Lei ridacchiò « Non serve. Vuoi sapere cosa ti ho fatto mentre dormivi? »
« Fatto cosa? »
« Vuoi due vi volete alzare? Non so cosa state facendo, ma ci sono posti più appartati. » Li sgridò per finta Miranda.
Quando uscirono dalla stanza  Steve era riuscito ad avere un quadro della situazione. La cura improvvisata di Jessie aveva funzionato, Trish si trovava in un locale appartato, sotto sorveglianza e la costante presenza di Isabella, lui si era sentito male perché nel praticare la respirazione bocca a bocca aveva assorbito un po' di quello che era stato somministrato alla giovane biotica.
Henry e William erano riusciti alla fine a sbloccare la porta e finalmente erano potuti entrare. Britius era scappato, aveva una navetta nascosta ancorata ai laboratori e l'aveva raggiunta prima che Isabella potesse ucciderlo.
La sua via di fuga era stata anche quella che aveva usato per ritornare sulla stazione senza farsi notare, aveva deciso che come s.p.e.t.t.r.o. poteva forzare l'esperimento. Davanti al fatto compiuto nessuno avrebbe più obiettato, almeno quella fu l'idea che si formò una volta raccolte tutte le prove e le testimonianze.
La prima cosa che fece fuori dall'infermeria fu appunto passare a visitare Trish, stava per superare la porta sorvegliata quando Ilary disse « Ragazzi perché siete qui fuori? »
Seduti in un corridoio laterale vi erano Taiga, i gemelli, Alexya e Diana.
« Trish non vuole vederci, solo Isabella. Non vuole che entriamo. Bello vederti Steve » Spiegò la figlia di Jack, mentre anche gli altri lo salutavano e si facevano raccontare la sua versione della storia.
« Ridicolo. » Sentenziò Steve « Non vorrebbe mai stare separata dalle sue sorelle. Stavamo entrando, tanto vale che andiamo tutti assieme. »
Quando entrarono videro Trish seduta sul letto, aveva l'aria di stare bene ma sul volto l'aria più triste che avesse mai visto su una adolescente. Di fianco a lei, Isabella aveva un'aria di disappunto.
Subito non ebbe reazione vedendoli, ma quando Diana e Alexya corsero avanti lei nascose il viso contro il petto di Isabella, mentre agitava una mano e diceva  « Via! » « Andate Via! » più e più volte.
Le due ragazze ebbero tutta l'aria di rimanerci male e di non capire.
Steve aveva una mezza idea di quale fosse la causa, ma ne fu sicura quando Isabella gli indirizzò un'occhiata che sembrava dire – Tutta colpa tua, come pensi di rimediare?--
« Fa così perché è senza spada? Si vergogna? » Chiese lui.
Per tutta risposta Isabella gli mostro l'elsa della spada, su di essa inciso il nome Trish e la corta lama spezzata.
« No. » « Nascondere. » « Senza nome. » « Non volere cambiare nome, Io Trish, non volere altri. » Piagnucolò la ragazza che ora stava singhiozzando.
« Ma non puoi farne arrivare un'altra da Noveria? Qual è il problema ? » Chiese Steve
« Infatti. » Dissero i gemelli.
Furono sicuri di aver detto una grossa stupidaggine, quando tutte le ragazze li fissarono con aperta disapprovazione. Non avevano idea del perché, ma erano sicuri di essere nel torto.
Quello che più scocciava Steve era che anche Ilary e Taiga li guardavano nella stessa maniera, cosa avevano capito che a loro sfuggiva?
Decise però di non perdere tempo su quel dettaglio inutile, Steve prese l'elsa da Isabella e porgendola assieme a un tesserino della sicurezza diede tutto a Henry e rivolgendosi a entrambi disse « Fate qualsiasi cosa, ma portatemi una spada come si deve. »
William e Henry si fissarono e corsero via trascinando con loro Taiga, che chiamò Diana e Alexya che la seguirono.
« Cosa pensi che faranno? » Chiese Ilary a Steve.
« Non ne ho idea. »
« Ti ricordi che quel tesserino apre anche l'armeria? »
Lui tossì.
« Steve? »
« Torno subito, vado in bagno. » Corse a cambiare il codice dell'armeria prima dell'inevitabile.
 
Il giorno dopo stava ammirando Trish che duellava con le sue due “sorelle”, sorridente e contenta delle riparazione che i gemelli avevano fatto alla sua spada.
Il duo in qualche modo era riuscito anche in questa impresa, recuperando anche i singoli frammenti della spada originale e rimettendoli insieme grazie ad alcuni studenti di ingegneria.
« La pace regna di nuovo alla Grissom e tutti vissero felice e contenti. » Commento Ilary e baciò Steve « Questa è la ricompensa per l'eroe. »
« Preferivo la ricompensa di ieri notte.» - disse lui sorridendo - « Pronta a partire? »
« Si. Sicuro di non voler denunciare Britius? »
« Finché non mi da problemi, non mi importa cosa fa in giro per la galassia. Se vuoi parlarne ad Olivia non ho niente in contrario. In ogni caso ho scritto tutto su un rapporto che ho dato a Jack, ci penserà lei.»
« Pensi che Isabella, vorrà dargli la caccia? »
« Dovrei prima capire cosa pensa Isabella, per adesso sta seguendo Kelly dappertutto come faceva con me all'inizio. »
« E perché? »
« Prima non la considerava, per lei era come se non esistesse ma dopo lo schiaffo che le ha dato si è fatta notare, il che vuol dire che Isabella potrebbe decidere di ucciderla solo per divertirsi, anche se sembra che la cucina per ora la tenga impegnata. Riguardo a Jessie. Tutta questa storia l'ha trascinata fuori dal suo piccolo mondo di laboratori, mi chiedo cosa decideranno. »
« Steve si fa bello con Ilary che lo bacia...» Disse Henry
« … e per noi che ci siamo resi utili niente premio. » Terminò William
« Voi due da dove saltate fuori? » Disse quasi gridando Ilary che era stata colta di sorpresa.
Prima che potessero rispondere Steve si mise davanti a loro, parando con lo scudo del paladino la stoccata di Diana, il rovescio di Alexya e il dritto di Trish
« Direi che vi state divertendo? » Ormai capiva quando facevano sul serio o no e adesso poteva stare tranquillo, anche se sapeva che non avrebbero esitato a ferirlo se si fosse fatto sorprendere.
Ma Trish lo sorprese, rinfodero la spada lo abbracciò.
« Non è giusto...» commentò Henry piagnucolando.
« Abbiamo riparato noi la sua spada. » Disse William con lo stesso tono.
Ilary si sentì strattonare la manica, Alexya stava indicando i gemelli e guardandola chiese
« Cos'hanno? » Era la frase più lunga che le avesse mai sentito pronunciare, fu sorpresa anche solo che lo avesse fatto.
« Vorrebbero che qualche ragazza li considerasse. »
Alexya inclinò la testa, in quella che era una chiara e silenziosa domanda di chiarimenti.
« Penso che vorrebbero un bacio. »
Alexya la guardò in malo modo, pareva convinta che le avesse raccontata una qualche stupidaggine per farle uno scherzo.
Diana e Alexya si fissarono, l' incredulità era evidente sui loro volti.
Quando baciarono Henry e William questi assunsero un'espressione di beatitudine, le due “sorelle” si guardarono e fecero spallucce, non avevano capito una tale reazione a una cosa come un bacio.
Ilary sorrise, quelle ragazze avevano ancora molto da imparare a incominciare dal fatto che come Isabella erano delle splendide donne.
Alexya estrasse di scattò la spada per difendersi da un attacco a tradimento di Diana, che solo grazie a una torsione improvvisa del busto evitò l'attacco di Trish che si abbassò prontamente evitando la spada di Alexya.
*****
Jack guardò distrattamente la scena dallo schermo delle telecamere di sicurezza del suo ufficio, tornado a concentrarsi su Jessie che sedeva davanti a lei. Erano sole.
« Tutto è successo perché eri impaziente di accelerare la ricerca sull'eezo19. » Disse la direttrice.
«  Lo so. »
« Sarai allontanata, sia per darti una lezione che per proteggerti. »
« Proteggermi? »
« Non ti sei chiesta cosa sarebbe successo se i gemelli non avessero aperto in tempo le porte? Eri da sola con Isabella e avevi contribuito a ridurre Trish a una drogata in astinenza. Se quella pazza assassina non fosse stata più preoccupata per la ragazza che di soddisfare il proprio piacere di uccidere, avrei dovuto dare parecchie spiegazioni a Jacob e Brian. Non possiamo nemmeno escludere che lo faccia in futuro, per questo sarai allontanata. »
« D'accordo. Troverò di certo un laboratorio dove fare vere ricerche, senza delle mocciose a cui badare. »
« Ci hai preso per stupidi? Ho detto che ti serve una lezione. Ne ho parlato con i tuoi e abbiamo trovato il posto giusto. »
« Con i miei? Cosa sono? Una bambina da mettere in castigo?! »
« Non alzare la voce con me. » Disse minacciosa Jack circondata da un'aurea azzurrina.
« Mi dispiace. Dove andrò? »
Jack le passò un datapad « Starai scherzando? Cosa dovrei fare? Sono simpatici... ma la loro mente è primitiva paragonata alla mia. È in un laboratorio dove posso dare il massimo? »
« Abbiamo deciso che sei stata troppo in un laboratorio, un po' di vita “vera” ti aiuterà a recuperare il contatto con la realtà. »
« È cosa dovrei fare? Come potrei rendermi utile? »
« Mi pare ovvio... facendo qualsiasi cosa ti chieda il tuo comandante. »
Jessie sospirò furiosa « Che ne sarà delle informazioni che ho ottenuto mentre Trish era sovrastimolata? I computer hanno registrato molti dati interessanti. »
« Sovrastimolata...bel modo di definire una ragazza a cui avete somministrato a forza un concentrato di sabbia rossa e altre porcherie. »
« Hai visto i filmati, non l'ho fatto io, è stato il turian... e non è una ragazza ma un clone, la legge non dice niente al riguardo non sono neanche certa abbia dei diritti a cui appellarsi. »
« Non dice neanche che non ce l'abbia... e si abbiamo visto che non eri del tutto sicura di voler usare quella porcheria su Trish, per questo godi ancora di un po' di fiducia e ti consiglio di non sprecarla. Riguardo ai dati saranno tutti inviati al Consiglio, insieme a un rapporto mio e di Steve sul loro s.p.e.t.t.r.o., vedremo cosa decideranno. Adesso vattene. »
Jessie fece quanto le veniva detto, maledicendo tra se il fatto di essere un genio tra cavernicoli.
*****
Erano passate due settimane da quei fatti e tutto aveva ripreso il corso normale. Su Noveria, Dasha Weaver, presidente della Noveria Corps, alzò lo sguardo da alcuni documenti quando il vassoio venne poggiato sulla scrivania del suo ufficio. I suoi occhi neri indugiarono su una fetta di torta e una tazza di the.
Inclinò la testa lievemente di lato, facendo ondeggiare i corti capelli neri.
« Cos'è? Devo fare merenda? » Chiese a Isabella che la guardava sorridendo. Lei aveva lasciato la Grissom qualche giorno fa per una visita temporanea su Noveria, anche le ragazze erano andate con lei cosa che aveva ulteriormente peggiorato l'umore dell'equipe rimasta per studiare l'eezo 19 contenuto nei loro corpi. Ma impedirle di fare qualcosa era pericoloso, quando poi questo voleva dire tenerla lontana da Dasha era un suicidio.
La Weaver la osservò un istante, pareva valutarla.« Sicura di aver avuto una buona idea a lasciare le ragazze in giro da sole per la galassia? »
Isabella fece segno di si.
« Mi fido del tuo giudizio, le conosci meglio di come potrei mai fare io. Spero solo di non dover pulire una montagna di cadaveri. » Non aveva chiesto dove fossero dirette le ragazze, ma aveva una sua idea – Se non so niente sarà più facile negare con il Consiglio che sappia qualcosa riguardo alla scomparsa di un loro agente. –
« Quel turian è scappato a te, non sarà troppo per loro? » Curiosità e preoccupazione erano una miscela pericolosa per qualunque animo – Quand'è che ho incominciato a preoccuparmi per quelle tre? –
« I predatori vivono, le prede muoiono. » Rispose Isabella sintetica come sempre.
« Va bene. » Disse mettendo da parte i documenti e tirando a se il vassoio. Bevve un sorso di te e addentò la torta « Buona, la pasta è più fresca del solito. Sembra fatta in casa. » Commentò.
Rischiò di soffocare tra il pezzo di torta in bocca e l'abbracciò di Isabella che la sorprese.
Il phantom dovette spiegare un paio di volte, nel suo solito modo conciso, che era stata lei a prepararla.
« Buona. » Ripete Dasha, con l'interfono comunicò alla sua assistente che non voleva essere disturbata per le prossime due ore. Si alzò avvicinandosi a Isabella, le dava le spalle in quel momento intenta a versarsi una tazza per se e veloce fece passare un dito su ambedue i fianchi di Isabella, che inarcò improvvisamente la schiena.
Lei riuscì in qualche modo a evitare di rovesciare il te, voltandosi verso Dasha con un espressione imbronciata per lo scherzo che le aveva fatto
« Sei più tesa del solito. Preoccupata per le ragazze? Per la loro prima uscita senza la tua guida? »
Isabella non rispose, limitandosi a distogliere lo sguardo.
Dasha, delicatamente la costrinse a guardarla.
« Ehi! Ricorda da chi hanno preso...presto saranno di ritorno. Non preoccuparti.»
Isabella mise giù la tazza e l'abbracciò, la faceva sentire meglio e le era sempre piaciuto come il suo mento poggiava tra la spalla e il collo di Dasha
*****
La mano afferrò saldamente, con le punta delle dita, la piccola placca della pelle del turian e con un solo movimento deciso gliela strappò di netto. Britius urlò per il dolore.
Ma l'urlo cessò quando Trish con un pugno gli sfondo la bocca rompendo denti e mandibole strappandogli anche la lingua. Non le piacevano le urla, rendevano difficile concentrarsi  e godersi il lavoro.
Poco distanti Alexya e Diana guardavano la “sorella” a cavalcioni sul turian disteso a terra nell'edificio abbandonato. Avevano impiegato quattro giorni per prenderlo, ma erano soddisfatte dalla difficoltà della caccia.
Mentre Trish continuava a rimuovere manualmente ogni placca usando la forza amplificata dei suoi poteri biotici, Alexya ricevette un messaggio, lo lesse incuriosita quando si accorse che era di Taiga.
Il testo le avvertiva che erano invitate alla sua festa di compleanno. Lei ci pensò un pò su e  voltandosi verso Diana chiese « Cos'è compleanno? »
Diana fece segno di non saperlo, ma si dimostrarono d'accordo sul fatto di volerci andare.
Quando lo fecero leggere a Trish fu anche lei della stessa idea, ma le fecero notare la data. Se volevano essere sicuri di esserci non avevano tempo da perdere.
Lei rilasciò i suoi poteri e quando sentì i muscoli invase dall'energia biotica, afferrò con forza la testa del turian. Britius ebbe il tempo di un ultimo lamento prima che la sua testa esplodesse tra le mani di Trish e materia cerebrale schizzasse ovunque.
Sorridenti si allontanarono da quel luogo dirette alla sede locale della Noveria Corps. Avevano bisogno di un passaggio, di chiedere a Isabella e Dasha cos'era un compleanno e come prepararsi. Se era una cosa viva, sicuramente potevano ucciderla.
   
 
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