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Autore: Junjou    10/10/2014    8 recensioni
«Sasuke?».
«Perché lo chiedi se hai letto il nome sul display?».
«Anche a me fa piacere sentirti, bastardo col cuore in ipotermia».
«Sei in grado di fare dello spirito e andare contemporaneamente al citofono? Saranno quelli della manutenzione che si divertono con le videocamere e sono sinceramente stufo di sentire quello schifo».
«Mi stavo giusto alzan- Sasuke».
«Che c'è?».
«Come fai a sapere del citofono?».
«Prova un po' ad indovinare».
«...sei a casa?».
«Era ora che te ne accorgessi, usuratonkachi».
[ SasuNaru | Happy BDay, Naruto! ]
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Happy Birthday {come back} To You





A Naruto-kun,
per tutto 
il bene che mi hai fatto. 







Soffia un vento leggero e qualche goccia di pioggia, sospinta, bagna il volto abbronzato dall'espressione consuetamente allegra di Naruto di ritorno a casa, sacchetti con ramen d'asporto alla mano destra, un pacchetto incartato con curata dolcezza da Sakura alla sinistra. 
È il 10 Ottobre ed è il suo compleanno, si ricorda ogni quando, distratto da qualcosa, si domanda il perché la sua amica gli abbia fatto quel regalo. Ovviamente Naruto sa cosa sia; l'ha capito dal miagolio che proviene dall'oggetto se lo agita un poco, che è l'ennesimo portachiavi strambo che Sakura gli ha portato da uno dei suoi viaggi improvvisati insieme a Kakashi, Yamato e Sai nelle più improponibili mete del mondo, uno di quelli che basta battere le mani, gli ha detto Kiba dispettoso, come a volergli rovinare la sorpresa, e lui si farà sentire
Gli è scappato un sorriso, tutto sommato, lieto che la ragazza continui a pensarlo anche dopo il distacco dovuto a diverbi passati. 
Un cuore in palio ed un sentimento in comune
Quando varca la soglia di casa, però, il sorriso si spegne. C'è silenzio, più del solito, e troppo vuoto in quell'angolo di una pagina non ancora scritta perché manca l'inchiostro.
Manca Sasuke, ed è come se l'aria del loro appartamento fosse sempre troppo viziata, irrespirabile poiché offesa dal sentirsi segregata in quattro mura arancioni ancora da riverniciare, perché Naruto è sempre stato pigro e poi Sasuke è partito per completare il suo apprendistato e Naruto gli ha detto di lasciarle così, di aspettare che lui tornasse per completare quelle trame di colori lasciate a metà, così come Naruto si era sentito all'aeroporto di Konoha qualche giorno prima; privato di una parte di sé, la più importante, quella che gli spetta per renderlo completo, bello da vedere perché con Sasuke accanto anche fuori è tutta un'altra cosa, e dentro è meraviglioso come un campo di vita curato dal più fedele dei giardinieri.
Fuori il tempo sembra peggiorare, l'acqua si accumula e fa rumore di tanti chiodi che piombano in terra, il vento si alimenta e Naruto può sentire il vetro freddo delle finestre vibrare se vi poggia la mano sopra. 
Non gli piace che piova il giorno del suo compleanno. Non gli piace quel fracasso esterno ad attirare la sua attenzione, come se quello sconvolgimento naturale fosse la manifestazione di un proprio interno fastidio.
Naruto non è triste, la pioggia lo inquieta ma tutto sommato sta bene. La sua è una malinconia dolce, lo turba senza danneggiarlo, genera fitte senza ferirlo. Forse perché il biondo è già abbastanza rammendato e non ci sarebbe più nulla da ricucire o che non presenti già i passaggi di ago e filo.
Immaginarsi il moro come sarto rianima l'allegria sulle sue labbra e sente il cuore farsi più leggero.
Anche se non ha ancora chiamato.
Niente biasimo, solo delusa comprensione.
Poi il citofono nuovo fa quel suono strano simile ad uno squillo di un telefono e Naruto si confonde, risponde all'uno anziché all'altro; della gaffe, se ne rende conto dopo. Sospira e smista il cibo sul tavolo, le bevande in frigo, mentre il pacchetto di Sakura finisce su una mensola lì accanto, ancora integro, e il biondo va a sedersi sul divano.
Dopo un po' il citofono torna alla carica e il ragazzo sobbalza per l'insistenza prolungata di quel driin acuto, imprecando fra sé per lo spavento che gli ha fatto prendere. Muove le gambe di malavoglia, pronto ad alzarsi, quando stavolta è davvero il cellulare a reclamare la sua attenzione.
Cosa che, dato il nome che compare sullo schermo, non ha difficoltà ad ottenere.
«Sasuke?» si sente un po' scemo a provare tanta emozione, come se fosse la prima volta che sente la voce dell'altro.
Avverte un sospiro esasperato dall'altra parte e gli viene da ridere.
«Perché lo chiedi se hai letto il nome sul display?».
«Anche a me fa piacere sentirti, bastardo col cuore in ipotermia» che ovviamente è vero. Persino bisticciare quotidianamente con Sasuke ha un po' infranto la sua routine, con quella partenza, e gli è mancato così tanto che sarebbe disposto ad irritarlo quanto il moro vuole, pur di riavere quello sprazzo di consuetudine.
Al contrario della risposta piccata che si era immaginato di sentire, la voce calma di Sasuke lo destabilizza. 
«Sei in grado di fare dello spirito e andare contemporaneamente al citofono? Saranno quelli della manutenzione che si divertono con le videocamere e sono sinceramente stufo di sentire quello schifo».
«Mi stavo giusto alzan-» fa per giustificarsi, quando un particolare gli salta alla mente. «Sasuke».
«Che c'è?».
«Come fai a sapere del citofono?».
«Prova un po' ad indovinare».
Naruto ha gli occhi grandi quanto due cocomeri maturi in piena estate, spalancati di stupore come se avesse appena visto David Copperfield giocare con la gravità della sua mobilia.
«...sei a casa?».
Si sente un cretino. Leggermente. 
Chissà perché è certo che, se avesse espresso quel pensiero ad ad alta voce, Sasuke sarebbe stato d'accordo.
«Era ora che te ne accorgessi, usuratonkachi».


Sta setacciando ogni angolo più remoto del soggiorno, della cucina, degli stanzini; nulla. Passa al bagno e ancora non lo trova. La camera da letto è vuota a medesimo avviso.
«Sasuke» lo richiama, impaziente e vagamente allarmato. 
«Mmmh?».
Si dirige velocemente verso la stanza che il moro usa come studio, rimane solo quella, ma quando apre la porta e si guarda intorno, realizza di ritrovarsi davanti l'ennesimo scenario senza la figura che cerca.
«Dove sei?».
Ha come la sensazione che quel bastardo stia sorridendo, quando è in un sussurro che inizia «Proprio...» e Naruto indietreggia, sbatte contro qualcosa, sgrana gli occhioni azzurri e si volta di scatto, lasciandosi scivolare il cellulare di mano — la malinconia di dosso — e concentrandosi sulle labbra di Sasuke unite alle proprie.
«...qui» conclude il moro in un soffio divertito contro la sua bocca carnosa, sfiorandone i contorni con la lingua, saggiandone la consistenza con i denti in piccoli morsi.
Naruto è come in paralisi, incapace di muoversi o mettere in moto gli ingranaggi del cervello per registrare, capire cosa stia succedendo.
Finché, fra tutto, a riprendersi è l'istinto e il bisogno di cercare e baciare ancora le labbra di Sasuke con trasporto, con le sue mani fra i capelli chiari e i sospiri a carezzargli la pelle del viso baffuto, portandogli le braccia al collo e abbracciandolo stretto; il viso affondato nel suo petto, dopo essersi allontanati, inspirando a pieni polmoni quel profumo che tanto gli è mancato.
«Sei qui, a casa, con me. Sei tornato prima, però, avevi detto ci saremmo rivisti martedì» ragiona, la voce rotta d'emozione quando percepisce l'altro avvolgerlo a sua volta, ancora col fiato corto per il bacio di prima. «Perché sei qui?».
Sasuke, anche se lui non può vederlo, inarca un sopracciglio e borbotta qualcosa che Naruto azzarderebbe essere risentito, sbuffando annoiato.
«Avrò anche il cuore in ipotermia, ma non sono un idiota,» come te, si trattiene dall'aggiungere. «ricordo ancora quand'è il compleanno del ragazzo più ritardato del pianeta».
«Sei tornato per me» sintetizza il più piccolo, senza neanche far finta di celare la propria contentezza. Per tutta risposta, il moro si china e gli morde forte il collo per ripicca.
«Per pignoleria dovrei sottolineare che sono qui soprattutto perché non ho alcuna fiducia nell'efficienza delle poste e lì dentro» indica un pacchetto incartato di un blu notte e un fiocco argenteo al centro. «non c'è esattamente un portachiavi da dieci yen che squittisce in lamento».
Naruto non si cura del regalo che gli abbia fatto Sasuke — è lì, cosa vuole gliene importi di quello? — né gli chiede come faccia a sapere del regalo di Sakura. Probabilmente non è il solo ad aver sviluppato una sorta di comprensione verso la prevedibilità della ragazza.
«Quest'anno miagola» lo corregge con voce saputa.
«Ancora peggio».
Stanno ancora abbracciati come due allocchi nel bel mezzo del corridoio fra le mura da dipingere, come le persone che nei film romantici si trovano alla stazione, destinate a due treni diversi, e anziché salirci restano strette l'un l'altra fra i binari.
Quando il festeggiato è sul punto di starnutire, come ridestatosi da un'ipnosi sbatte le palpebre e nota manchi ancora qualcosa.
«Teme, stai dimenticando la parte più 
importante!».
Quello gli brontola contro.
«Non ci credo. Hai anche il coraggio di chiedermelo?».
«Non fare lo stronzo anche oggi, Sas'ke!» s'impunta imbronciandosi, sollevando il capo per guardarlo negli occhi.
«Dannato sia Susan'oo» borbotta il più grande fra sé. Poi però guarda quell'uragano di demenza biondo e quel suo rinato sorriso cretino d'aspettativa e Sasuke si convince ad ammorbidire un po' i toni e sciogliere la rigidità delle labbra, chinandosi su di lui in un sussurro. «Buon compleanno, Naruto».
E Naruto ride e lo bacia, felice, anche se fuori piove, perché è il 10 Ottobre e Sasuke è tornato a casa. 








Note da cry baby:

Non dedicare qualcosa al compleanno del dobe più dobe del mondo era l'eresia.
Soprattutto perché avevo già scritto qualcosa per Naruto e il suo compleanno, e non era AU ma ambientata ai giorni loro, quelli del manga, dov'è davvero il compleanno di Naruto ed è ancora in corso mentre quelli si prendono a cazzotti. Dite che Sasuke gli sta facendo un regalo a modo suo? 
In ogni caso, è malinconica perché doveva essere Angst. Perché nell'altra c'era Sasuke che sfotteva Naruto per tutta una credenza riguardo il desiderio delle candeline e il paragone metaforico-macabro di Sas'ke tra fiamme e vite estinte in un soffio. Solo che, ahimè, non sono stata capace di terminarla per oggi e ci tenevo a scrivere e dedicare comunque qualcosina ad un personaggio col quale sono cresciuta, che mi ha aiutata ed insegnato tanto. Quindi niente, ho scritto questa subito dopo cena ed eccola qui, appena in tempo per non sfociare nell'11/10. Checchiùl
Sto affogando nell'OOC e nei buchi di trama. Ho notato che ci son tipo tante cose che non ho detto, fiduciosa nel fatto che s'intuissero; sicché dubito, chiarisco, visto che...
Tutto ciò ha Prequel e Spin Off. Praticamente è un'appendice di altre due OS collegate. Solo che, giustamente, ho pensato bene di postar direttamente questa. #genio
• Sakura e Naruto si son contesi il cuore di Sasuke (vedi Un cuore in palio ed un sentimento in comune). Indovinate com'è andata a finire?
• Naruto si definisce come una pezza strappata e ricucita per le esperienze passate nella sua vita, approfondite in quello che sarebbe il Prequel (non necessario al fine comprensivo, comunque, sono le solite cose quali morte dei genitori, solitudine a seguito e via dicendo. Vi ho detto che doveva essere Angst, è già un miracolo che l'abbia resa cretina alla fine).
• Sasuke era già in casa prima che Naruto tornasse, ed è rimasto nascosto in un punto imprecisato della casa — perché a me piace dare l'idea che fosse ben nascosto, astuto quasi come il Sasuke del manga... Per gli standard investigativi di Naruto, se non altro — per tutto quel tempo perché credeva che Naruto, prima o poi, si sarebbe smosso e mosso per l'appartamento. Invece s'è stravaccato e gli è toccato chiamarlo.
• Il tipo di citofono di casa Uchiha-Uzumkai (AW~) è il moderno videocitofono. Ho preso ispirazione dal mio, veramente, che fa lo stesso suono dello squillo di un telefono fisso. Ed è acuto da far schifo, come dice Sasuke, e i tipi che si sono occupati di sistemarcelo in casa citofonavano senza motivo. Per prova, sì, allora perché ridete, bastardi?! ...
• Dannato Susan'oo è da mera licenza poetica.

• Il titolo ha chiaramente un doppio significato; ho preferito mettere come back fra {} perché, appunto, la OS è dedicata al compleanno di Naruto, il ritorno di Sasuke per l'occasione passa in, diciamo, secondo piano a quella che è la tematica principale.
E niente, mi sento cretina per aver scritto una cosa che doveva avere tutt'altra piega, doveva essere drabble e invece non lo è leggermente.
Vabbè, sono le 23:30 (ma ancora devo pubblicare e passeranno minimo dieci minuti), quindi do la buonanotte a chiunque sia ancora sveglio e passi di qui. In caso contrario, ai lettori che passeranno domani, spero che anche questa fanfiction senza pretese vi sia piaciuta, prendetela per la semplicità che è.
Alla prossima!
  
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