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Autore: _Alien_    11/10/2014    4 recensioni
[Spoiler di tutto TID e TMI, compresi possibili spoiler di COHF]
Sono passati sette anni dalla fine della Guerra Oscura e gli Shadowhunters newyorkesi sono in fibrillazione per il matrimonio fra Alec e Magnus. Per questo lieto evento, vengono invitati anche Tessa Gray e Jem Carstairs, che possono finalmente conoscere una nuova storia di Lightwood, Herondale e Fairchild. Ma qualcosa è destinato a turbare l'equilibrio dell'Istituto: i confini spazio-temporali si stanno lentamente incrinando e Alec, Isabelle, Jace e Clary si ritroveranno inspiegabilmente catapultati nella Londra vittoriana. Riusciranno a tornare indietro, nel presente?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Londra, 1879
- Devo cambiare la fasciature o c’è il rischio che le ferite si infettino.
Alec annuì, gli occhi rivolti all’interessantissimo soffitto. Magnus inarcò un sopracciglio, perplesso, poi posò il vassoio sul comodino e si sistemò accanto ad Alec. Mentre lo stregone trafficava con le boccette colorate, lo Shadowhunter si era appena reso conto di avere il busto, le braccia e le gambe avvolti da bende che dovevano essere state bianche, ora macchiate di pus e sangue. Fortunatamente indossava ancora i boxer, altrimenti sarebbe sprofondato sotto terra di una decina di chilometri. Magnus spalmò un composto color oro su alcun bende, poi le posò nel vassoio e avvicinò le dita al collo di Alec, dove lentamente srotolò la stoffa. Il Lightwood chiuse gli occhi, percependo il suo viso andare in fiamme e le mani gentili di Magnus sfiorarlo. L’avrebbe praticamente visto nudo. Ok, aveva i boxer, ma era pur sempre molto, molto scoperto. La prima volta che si era fatto vedere così, quasi completamente svestito, Magnus lo aveva abbracciato e gli aveva sussurrato quanto lo trovasse bello. E all’improvviso tutto l’imbarazzo era sparito e Alec si era sentito davvero apprezzato ed amato. Quando l’ultimo pezzo di stoffa ebbe abbandonato le sue caviglie, aprì gli occhi e vide Magnus prendere le bende che aveva precedente imbevuto.
- Incredibile. – disse, mentre posava la prima benda nuova sul corpo segnato dalle cicatrici e dalle bruciature dell’altro.
- Cosa? – si azzardò a chiedere Alec.
- Il fatto che un Lightwood abbia gli occhi azzurri. Sicuro di non essere un Herondale?
- Oh, no, Jace è l’ultimo Herondale.
- Capisco. Effettivamente è lui quello che ha il senso dell’umorismo più spiccato, anche se personalmente credo che l’ironia sottile sia la più efficace.
Alec accennò un leggerissimo sorriso, che però non sfuggì allo stregone. Si morse il labbro, scegliendo accuratamente le parole per estorcere al Nephilim qualche informazione sul futuro. Era troppo curioso. E poi era la prova del nove per capire una volta per tutte se tutta la storia della venuta dal futuro fosse vera.
- Effettivamente non assomigli affatto a nessuno Shadowhunter che abbia mai conosciuto…
- Uhm…
- Cosa?
- Niente.
Magnus non poteva saperlo, ma quella conversazione Alec l’aveva già vissuta. L’avevano già vissuta. Ma era tutto diverso: l’epoca, il luogo, la società, loro stessi. E Alec percepiva quanto fosse sbagliato che stesse avvenendo in quel momento.
- Comunque puoi stare tranquillo, le lesioni sono già in via di guarigione. I Fratelli Silenti hanno fatto un buon lavoro. E, modestamente, anch’io. – ammiccò l’uomo dagli occhi da gatto, ma Alec si era irrigidito completamente, mascella serrata e muscoli contratti. Era così teso che anche i pugni, quasi di riflesso, si erano chiusi. Magnus serrò le labbra.
Stupidi Shadowhunters. Pensano di essere migliori di chiunque altro.
Magnus però non sapeva nemmeno che Alec ormai aveva imparato a leggere il suo viso e i suoi occhi, in cui era appena passato un lampo di stizza mista a delusione.
- Grazie.
- Per cosa? – borbottò l’altro, che stava finendo di sistemare le bende attorno alle gambe del Cacciatore.
- Non eri tenuto a salvarmi, eppure l’hai fatto. Te ne sono molto grato. Senza di te probabilmente sarei morto, so che le ustioni da Vermithrall possono essere letali…
- Taci. – sibilò irritato Magnus – Non cercare di indorare la pillola. Tu pensi che io ti debba curare per forza, che la mia magia sia un tuo diritto. Tutti i Cacciatori lo pensano.
- Non potrei mai pensarlo! – ribatté il Nephilim, che si issò a fatica con le braccia, mettendosi seduto – Non mi devi nulla, Magnus. Per questo ti sto ringraziando.
- Allora le possibilità sono due: o sei pazzo oppure ti stai prendendo gioco di me. Nel primo caso, non posso fare altro che compatirti, ma nel secondo devi avere davvero del fegato per metterti contro di me.
- Non volevo farti arrabbiare. Scusami. – disse Alec. Nonostante lo stregone si sforzasse di trovare la menzogna, in quelle iridi azzurre non c’era altro che sincerità. E purezza. Cose estremamente rare in uno della sua specie, se non utopie.
- Scuse accettate. Ho finito. Prego. – buttò alla rinfusa le bende in eccesso sul vassoio, lo prese e uscì dalla stanza a passo spedito. Alec si lasciò scivolare di nuovo sul materasso, passandosi le mani tra i capelli e tirandoli nervosamente.
 
Luogo imprecisato, 2014
Era da ore che camminavano, ma quelle tenebre avvolgevano costantemente la distesa di rocce che stavano attraversando.
- Non preoccupatevi, ci siamo quasi. – assicurò Lady Geminy, che aveva abbandonato il tubino nero per dei comodi pantaloni a zampa d’elefante – che nascondevano le gambe squamose e i piedi palmati – e una T-Shirt fucsia con un logo Starbucks in negativo. Era in testa al gruppo, mano nella mano con Taylor. Dietro di loro, Luke e Jocelyn con Will e Amatis e, a chiudere il gruppo, i gemelli Lightwood. Bill aveva provveduto a portare una balestra con sé, che stringeva con decisione fra le braccia. Tom invece aveva optato per delle semplici spade angeliche, allacciate alla sua cintura.
- Mamma, perché non siamo ancora arrivati? – chiese Amatis.
- Andiamo, tesoro, resisti ancora un po’. Hai sentito anche tu cosa ha detto Lady Geminy. Siamo quasi arrivati.
- Però è da tanto tempo che camminiamo…
- Sei stanca? – le chiese Luke accennando un sorriso. Amatis annuì e il licantropo si chinò e la prese in braccio con lieve sospiro. Will, accanto a Jocelyn, non faceva una piega e continuava a camminare impettito, calpestando l’impervio terreno sassoso quasi con rabbia. La situazione, seppur complicata, era anche tenera, perché in fondo Will era solo un bambino che voleva tornare dai suoi genitori.
- Ci siamo! – esclamò la strega e agitò una mano. Lei e Taylor erano di fronte all’ingresso di una grotta, dove si intravedevano nelle luci pulsanti di vari colori. Amatis si strinse di più al suo papà, intimorita.
- Dove stiamo andando, papi? Cosa sono quelle luci?
- Non preoccuparti, tesoro. Finché ci siamo io e la mamma, niente e nessuno ti farà del male. – nonostante le parole dolci del padre, la bambina non mollava la presa su di lui, abbracciandolo stretto e fissando con apprensione la grotta. Anche Will si era leggermente fatto da parte, dietro Jocelyn, mordendosi le labbra con nervosismo.
- Tranquilli, è solo un camuffamento. Dentro è tutto illuminato. – assicurò la strega. Ma Amatis aveva comunque paura, così, quando attraversarono la soglia della grotta, chiuse gli occhi. Li riaprì quando sentì dei versi di stupore attorno a lei. E vide dei cristalli blu e verdi incastonati nella roccia che facevano risplendere ogni cosa. Era uno spettacolo bellissimo. Sfortunatamente non potevano restare lì a contemplare quella meraviglia e Lady Geminy li guidò in fondo alla grotta. Un’immensa costruzione di cristalli, simile ad una gabbia, troneggiava nella stanza in fondo al corridoio che avevano preso.
- Ascoltatemi! Tenetevi al corrimano e non mollatelo mai. Per nessuna ragione. E consiglio a chi è debole di stomaco di chiudere gli occhi, il viaggio sarà molto turbolento. – spiegò la strega. Tutti annuirono. Entrarono nella gabbia e Bill fu il primo a catapultarsi sul corrimano. Tom sospirò rassegnato, si sistemò vicino al gemello e gli strinse la mano. Bill gli sorrise riconoscente. Anche gli altri si sistemarono, Will e Amatis in braccio a Luke e Jocelyn. Infine Taylor mise le braccia ai lati del corpo di Lady Geminy, in modo da abbracciarla. Lei gli posò un piccolo bacio sulle labbra, poi cominciò a mormorare una litania. Bill serrò gli occhi. E il mondo cominciò a girare.
 
Idris, 2014
- Robert! Robert, aspetti! – l’Inquisitore Lightwood stava redigendo una denuncia formale ai danni di Magnus Bane, quando venne interrotto dall’Asceso. A quanto pare l’ex Diurno che usciva con sua figlia aveva qualcosa da dirgli.
- Cosa c’è, Leward?
- Lewis. – corresse lui – La prego, non denunci Magnus Bane. Potrebbe aver capito come portarli a casa…
- Maryse ti ha detto tutto, vero?
- La prego, signore. Magnus è l’unico che può portare indietro i suoi figli e Clary. Lo faccia per loro.
- È proprio per loro che devo prendere provvedimenti. Magnus Bane ha cincischiato per tutto questo tempo. Si è rinchiuso in biblioteca, ma a quanto pare non ha trovato nulla. O forse non ha voluto trovare nulla. Chi ci dice che non sia stato lui a evocare Rhefur?
- Cosa? Magnus non lo farebbe mai! Non potrebbe mai fare del male ad Alec e agli altri! La prego, Robert, deve capirlo!
- Per te sono l’Inquisitore Lightwood, Lerrys.
- Lewis. Non può farlo. Non posso permetterglielo!
- Ah sì? E cosa farai per impedirmelo?
- Questo.
Usci dalla stanza e chiuse la porta con forza. Poi estrasse il suo stilo e tracciò una runa di nuova generazione, inventata da Clary. Una Runa di Sbarramento.
- Ma che…? Lopard? LOPARD? Fammi uscire! Denuncerò anche te! Ehi? Ragazzo, fammi uscire immediatamente! Perché i miei figli frequentano dei pazzi? AIUTO! AIUTO!
Simon si morse il labbro, passandosi una mano tra i riccioli e tirandoli leggermente. Poi tracciò velocemente una Runa del Silenzio, ma i colpi alla porta dell’Inquisitore rimbombavano ancora forti e chiari.
- Andiamo, ragazzi. Fate in fretta.
 
- MAGNUS!
La voce di Tessa riecheggiò nella biblioteca. Catarina, Ron e Magnus stavano analizzando alcuni testi, mentre il Sommo Stregone di Brooklyn stringeva ancora tra le dita la collana con la pietra rossa. Vedeva Isabelle, a tratti sfocati, accanto ad un ragazzo biondo – con ogni probabilità Jace. Ma non aveva ancora visto Alec e questo lo angosciava più di qualsiasi altra cosa. I tre stregoni si voltarono verso la loro collega, che correva trafelata verso di loro. Magnus non aveva mai visto la sua amica così sconvolta, pallida, gli occhi grigi spalancati. E soprattutto colmi di terrore.
- Perché nessuno mi ha detto prima che un demone sta manipolando i Portali?
- Non eri alla riunione con Jem? – chiese Magnus, cercando in qualche modo di calmarla.
- Sì, ma poi, come ricorderai, ha chiamato Will e io e Jem ci siamo precipitati fuori… Magnus, non hai fatto nessun collegamento, vero?
Lo stregone guardò l’amica perplesso.
- Il demone responsabile della scomparsa del tuo ragazzo è Rhefur, un Demone Superiore. Mio padre.

Somewhere in time, we don't know where we are...
Salve a tutti! Credo di poter postare ogni sabato, anche se non ne sono certissima, ci proverò comunque ;) Ringrazio come sempre tutti quelli che leggono e recensiscono, come Marty060201, Chesy, Amy_demigod e saretta98SS e i nuovi arrivati Spady96, fede150701love e _Michela_parabatai
A presto e Kings of Suburbia è finalmente uscito!!!!!
_Alien_
  
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