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Autore: Fee17    12/10/2008    5 recensioni
Ginevra e Bill, riusciranno a stare insieme o sarà amore impossibile? Esiste davvero l'anima gemella?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 "CHE TI E’ SUCCESSO?"

Dopo aver bussato invano per 10 minuti alla porta del bagno , Tom si appoggiò al davanzale della finestra, si accese una sigaretta e con lo sguardo perso nel panorama idilliaco che si godeva dalla loro camera iniziò a pensare al gemello e a quanto era cambiato negli ultimi anni.

Flash back

6 anni prima

Tom lo vide dopo il mese passato in Italia più entusiasta che mai. Si era innamorato, e anche se la storia con quella italiana era finita, gli occhi del suo adorato fratellino brillavano per aver scoperto l’amore. Era felice di iniziare un nuovo tour insieme alla band, la cosa alla quale più di tutti teneva, era felice di poter cantare in tutto il mondo le canzoni che aveva scritto con tanto amore e dedizione, ma soprattutto era felice di riabbracciarlo, di riabbracciare lui, Tom, il suo sangue, la sua metà, il suo punto di riferimento, la sua vita.

"Ti voglio bene Tom, mi sei mancato da morire, penso che senza di te la mia vita non avrebbe senso."

Questo gli aveva detto non appena lo rincontrò. E lui lo strinse forte a sé, così forte che l’esile morettino emise un gemito di dolore. Ma anche lui aveva bisogno di dimostrare affetto all’altra parte di sé.

Poi le cose erano precipitate. Il tour era lungo, troppo lungo… Bill era esausto, non ce la faceva più. Era troppo stanco, era troppo sotto pressione, era troppo cambiato, era troppo! Troppo per un ragazzino di soli 19 anni sostenere il peso di un successo così schiacciante.

Una mattina Tom non lo vide rientrare a casa. Era finito un concerto e per la prima volta in tutta la sua vita Bill si era allontanato con 3 ragazze. Tom sorrise a quella vista, finalmente anche l’innocente gemellino iniziava a lasciarsi andare. Ma quando tornò a casa si rese conto che si era lasciato andare troppo. Aveva uno sguardo spento, gli occhi cerchiati, i capelli stravolti lasciati andare sulle spalle ed era ancora vestito come al concerto.

"Che hai fatto Bill?" Chiese Tom preoccupato.

"Niente, non sto bene me ne vado a letto"

"Almeno dimmi se ti sei divertito con quelle tre…" Domandò Tom con sguardo malizioso e leccando il piercing sul labbro.

"No, facevano schifo a letto" Dopo aver pronunciato queste squallide parole si appoggiò al muro e si portò una mano alla testa, dopo qualche istante cadde a terra.

"Bill Bill!!!!!!!!!!!!!!!!!! Svegliati che hai?" Dopo aver schiaffeggiato il volto dolorante di Bill facendolo riprendere, Tom lo tirò su e lo accompagnò sul divano.

"Come ti senti?"

"Meglio, è passata…"

"Passata cosa Bill? Che cosa hai avuto?"

"La sbornia, ieri ho alzato un po’ il gomito, tutto qui."

"No, questa non era una semplice sbornia, tu sei svenuto e stai ancora male. A me puoi dire tutto Bill sono tuo fratello, ti devi fidare di me, cosa hai preso ieri sera?"

Gli occhi del gemello si riempirono di lacrime, si morse il labbro ed iniziò a piangere forte.

"Io non ce la faccio più Tom, sono stanco, non voglio più cantare, voglio una vita normale!! Ieri prima del concerto stavo male, ho chiamato una persona che sapevo avrebbe potuto aiutarmi a darmi qualcosa che mi desse energia.

Quindi le ho prese e…"

"Preso cosa Bill, dannazione, preso cosa?" Tom strinse forte il braccio del gemello e lo guardò fisso negli occhi, in quegli occhi così maledettamente uguali ai suoi.

"Delle pasticche… Ho preso delle pasticche perché se no quel concerto non si sarebbe fatto, non ne avevo la forza! Le gambe non mi reggevano e mi faceva male la testa, quindi ho ingerito quelle ed è andato tutto per il meglio. Poi la sera, finito l’effetto mi sentivo morire ed ho iniziato a bere per tirarmi un pò su. Non capivo più niente, quando ho iniziato a ragionare mi sono ritrovato nel letto di quelle tre."

"Perché non mi hai detto nulla Bill? E perché hai pensato di chiamare qualcuno che ti fornisse quello schifo invece di chiedere aiuto a me?"

"Perché tu non puoi aiutarmi! Tu non puoi far passare tutto il mio malessere, invece quelle si. Per lo meno mi aiutano a sostenere certi ritmi."

"Tu sei pazzo, pensi davvero che siano un aiuto? Guardati ora Bill, mi fai schifo, sei sporco, puzzi di alcol non sei tu! Non sei il mio dolce fratello entusiasta, sei una rock star in declino… Vuoi diventare questo eh? È questo che vuoi? Mi dispiace ma io non resterò a guardare mentre ti rovini. Adesso chiamo David e…"

"No No Non farlo Tom per favore. Aiutami tu, non dire niente agli altri. David scatenerebbe un putiferio ed io non posso sostenere una situazione del genere, ti prego!"

Tom guardando l’ espressione di Bill che si era aggrappato alla sua maglietta implorandolo e piangendo, sentì un nodo alla gola. Si avvicinò al fratello e lo abbracciò dolcemente accarezzandogli i capelli.

"Va bene, ti aiuterò io, ma tu mi devi promettere che non accadrà più, non voglio vederti in questo stato, intesi?"

"Intesi, te lo prometto!" Bill tirò su col naso e aggiunse: " Tomi, ti voglio bene".

Fine Flash back.

E’ vero si volevano bene, ma perché allora non era riuscito a mantenere quella promessa? Perché Bill stava ancora male? Tom questo non lo sapeva. Gli anni erano passati, a volte sembrava che Bill fosse tornato quello di sempre, a volte invece era il mostro di se stesso, come poco fa.

Pensava che questa vacanza sarebbe servita a distrarlo un po’, pensava che tenendolo lontano dai riflettori forse si sarebbe sentito meglio. Ma probabilmente doveva essersi sbagliato. Con un gesto di rabbia Tom spense la sigaretta contro il muro e la lasciò cadere. Il suo sguardo era ancora perso nel vuoto quando finalmente sentì la porta del bagno aprirsi.

"Bill… Mi dispiace, non volevo farti del male io non so cosa mi sia preso…"

"Smettila Tom, sono io lo stupido, non faccio altro che farti preoccupare, ma sento che sto migliorando, questa vacanza mi farà bene vedrai! Siamo solo noi e nessun altro, ce la faremo, lo so!" Così dicendo il moro abbracciò il biondo rassicurandolo. Ma doveva credergli davvero? Tom non lo sapeva, voleva solo fidarsi di lui.

***************

Spiaggia, mare, sole, una sola parola: PARADISO!!!!!!!!!!!!!

Si, dovevamo essere in paradiso. Me ne stavo sdraiata a farmi baciare dal sole da almeno mezz’ora, in rilassamento totale. Nessuna preoccupazione. Con il lavoro mi era già avvantaggiata e avevo quindi finito le traduzioni da consegnare per l’intero mese, avevo appena chiamato Federico e tutto filava per il verso giusto. Per essere tranquilla dovevo avere tutto sotto controllo in ogni momento. Brigy era diversa, lei viveva alla giornata ed era iper attiva. Anche adesso se ne stava seduta sull’asciugamano con le gambe incrociate e con lo sguardo attento ad ogni sfumatura. Stava già sondando il terreno in cerca di qualche figo con il quale passare la serata.

"Gin!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

"Hm?"

"Andiamo a fare il bagno?"

Sollevai gli occhiali da sole e nel mezzo ad uno sbadiglio la guardai di sbieco.

"Ti sembro una che ha voglia di farsi il bagno?"

"Mi sembri una che ha voglia di accontentare la sua migliore amica…"

Le sue lunghe ciglia iniziarono a sbattere sugli occhioni verdi e il labbro inferiore a tremare.

"Se continui a fare la faccina da cucciolo bastonato, ti sembrerò una che vuole picchiare la sua amica… hihihi" le dissi sogghignando.

"Che insensibile! Però quando a farti questa espressione era qualcuno di nostra conoscenza, correvi ad accontentarlo giusto?"

Lasciai cadere sulle mie gambe la rivista di moda che stavo leggendo e mi voltai verso Brigitte.

"Mi spieghi perché ogni due secondi lo metti in mezzo?"

"Non è vero…"

"Oh si che lo è. Ti ho già detto in tutti questi anni che preferirei non parlare di lui, invece, soprattutto da quando siamo qui non fai che rammentarlo."

"Scusami… Ma lo sai, mi viene spontaneo."

"Tanto so dove vuoi arrivare. Il matrimonio si avvicina e tu fai di tutto per dissuadermi. Dovresti però anche sapere che ormai, LUI, non è più il mio punto debole."

"Allora non vedo il motivo per cui non dovrei parlarne, tanto meno non vedo il motivo per cui non hai più pronunciato il suo nome."

Colpita e affondata. Come sempre sapeva dove andare a parare. Ogni volta la stessa storia. Mi metteva in difficoltà ed il motivo era sempre lo stesso. LUI.

"Senti, cambiamo discorso che è meglio, mi hai stufato! Andiamo a fare il bagno così la pianti…"

"In un modo o nell’altro riesco sempre a farti cedere!"

"Stupida!"

"Noiosa!"

"Bambina!"

"Vecchia!"

"Zitella!"

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAA" Con un balzo fu sopra di me ed iniziò a solleticarmi. Ridevamo come due sceme. Due sceme che si volevano un bene infinito.

Lei era sempre stata la mia spalla. Lo era stata quando da piccola piansi tutte le lacrime che avevo per un orsetto che un bambino mi aveva rotto. Lei era li e riuscì a convincermi che anche se senza una zampetta era ancora il mio piccolo pupazzetto. Lo era stata quando litigai con mio padre perché avevo fatto troppo tardi una sera. Lei le disse che era stata colpa sua. Lo era stata quando Federico, da ragazzini, aveva scelto di rimanere con la sua ragazza e rinunciare alla nostra storia. Lei mi aveva fatto guardare avanti. Ma soprattutto lo era stata quando lasciai volare Bill lontano da me, per farlo tornare alla sua vita, alla sua musica. Con lei avevo pianto, mi ero disperata, avevo sofferto.

Adesso era tempo di gioire… Il mio matrimonio si avvicinava, il mio sogno si sarebbe coronato e stavolta avrebbe dovuto asciugare solo lacrime di gioia.

Grazie a tutte ragazze! A chi legge, a chi ha inserito la FF nei preferiti e a chi ha recensito! Shari,Sussercinderella, Lallythebest,Angelineri! Vi adoro, scusate se sono frettolosa ma devo studiare uff!

Spero abbiate capito che se Bill si comporta in maniera strana è perchè ha vari problemi derivati dal successo...

Speriamo solo che l'amore possa aiutarlo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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