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Autore: lasagnagirl    11/10/2014    5 recensioni
"Ma mi sento comunque in debito" replicò la mora piccata "voglio farmi perdonare. Voglio sdebitarmi in qualche modo."
"Potresti invitarmi a cena"
Callie, Arizona e il loro primo incontro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Baby all I want is you tonight

 

And my heart's too drown to dry
If I should stay away from you, tonight
But in this blackout state of mind
Baby all I want is you tonight.

 

Poggiò delicatamente il bicchiere su quel bancone lucido e, con movimento di polso, agitò distrattamente il suo drink.

Un sospiro uscì dalle sue labbra mentre, annoiata, si guardava intorno. Passò in rassegna le persone presenti nel locale sperando di trovare qualcosa,  o qualcuno,  che potesse distrarla in qualche modo.

Non riuscendo a nascondere la propria delusione, si portò il bicchiere alle labbra svuotandolo anche dell'ultimo sorso rimasto. Lo ripose sul bancone e rimase così per diversi minuti, che le parvero infiniti, sospirando e fissando il fondo vuoto del bicchiere.

L'unica altra cosa che si concesse di fare, fù appuntarsi mentalmente di uccidere il suo migliore amico: Mark Sloan, primario del reparto di chirurgia plastica al Seattle Grey Hospital. Era stato lui che l'aveva trascinata a forza da Joe, il locale di fronte all'ospedale,  per impedirle di passare tutta la sera a lavorare,  o peggio,  a deprimersi guardando vecchie serie tv.

Callie Torres, 29 anni, specializzanda al quinto anno in chirurgia ortopedica. Grazie alle sue abilità e alla straordinaria intelligenza era la prima del suo corso e a capo degli specializzandi. Era ambiziosa. Era sempre la prima ad arrivare al mattino, e l'ultima ad uscire la sera.

Amava il suo lavoro ma era stressante. Molto spesso la costringeva a rimanere sveglia notti intere per studiare qualche intervento importante. Il tutto a discapito della sua vita privata. Se avesse dovuto definirla con una parola avrebbe sicuramente usato l'aggettivo disastrosa. Un matrimonio, un divorzio e una storia con una collega finita tragicamente.  Furono soprattutto questi i motivi che l'avevano spinta ad aumentare le ore lavoro impiegando tutte le sue energie nella cura dei pazienti.

Ma Mark era contrariato dalla sua scelta di vita. Voleva, come diceva sempre lui, rimetterla in gioco. Ed ecco perché quella sera si trovava lì. Ben vestita, truccata, con una serie di bicchieri vuoti di fronte a sé e... sola. Il suo migliore amico l'aveva lasciata circa mezz'ora fa, andandosene con una rossa.

"È libero?" una voce dolce e sensuale si intromise fra i suoi pensieri riportandola alla realtà.

Callie si voltò verso la donna che aveva appena parlato e rimase incantata dalla sua bellezza. I loro occhi si incrociarono per la prima volta e la bionda poté giurare di non aver mai visto occhi più scuri, profondi e ipnotici dei suoi.

"Lo prendo per un si!" Disse la nuova arrivata che, non ricevendo risposta, si sedette prendendo posto accanto a lei.

Passarono diversi minuti in cui la bionda le sorrise, ordinò da bere e le sorrise di nuovo. E in tutto ciò l'unica cosa a cui Callie riuscì a pensare fu quanto era bella. Portava un top bianco abbinato ad una giacchetta nera, dello stesso colore dei pantaloni che le fasciavano perfettamente le gambe. Una lunga collana le adornava il collo scendendo giù fin sotto il seno. I capelli biondi le ricadevano ribelli sulle spalle incorniciandole il viso metre due grandi occhi, di un azzurro quasi accecante, la guardavano.

Callie voleva dire qualcosa ma più si sforzava, più non riusciva a mettere in fila due parole di senso compiuto.

"Lavori in ospedale giusto? Ortopedia, se non sbaglio." Fù la bionda a interrompere quel silenzio imbarazzante. "Arizona Robbins, chirugia pediatrica. Mi sono appena trasferita." Disse porgendole la mano.

"A questo punto dovrei dirti il mio nome, giusto?" le rispose semplicemente la mora. Non sapeva nemmeno lei perché le avesse risposto così,  ma una vocina dentro la sua testa le aveva suggerito di giocare un pò.

"La buona educazione suggerisce così, in effetti." rispose pungente la bionda colpita dal suo repentino cambio di atteggiamento.

"Sono famosa per essere una che non segue le convenzioni!"

"E, ragazza che non segue le mode, sei qui da sola?" Domandò senza smettere un secondo di guardarla. Fin da quella mattina, quando l'aveva vista in ospedale, era rimasta semplicemente sbalordita dalla sua bellezza. Il fatto che non ritenesse un comportamento professionale flirtare sul luogo di lavoro, l'aveva frenata dall avvicinarsi a lei. Ma poi, l'aveva trovata nel locale e non aveva resisto dal parlarle.

"Si" rispose la mora intromettendosi tra i suoi pensieri.

"Ma guarda un pò,  anche io. Oggi sembra essere la mia giornata fortunata" replicò Arizona. "Allora, posso offrirti qualcosa da bere, Calliope?" Continuò marcando il suo nome.

"Come...come fai a.." farfugliò improvvisamente la mora.

"Come faccio a sapere il tuo nome? Te l'ho detto, ti ho vista in ospedale e ho fatto qualche domanda in giro. Ora, vuoi che ti offra qualcosa da bere o vuoi continuare a stupirti del fatto che io conosca il nome di una delle donne più belle che abbia mai visto?"

"Tequila" mormorò Callie visibilmente arrossata abbassando lo sguardo.

Arizona le sorrise prima di fare un cenno all'uomo dietro al bancone e ordinare i loro drink.

"Sai in ospedale le persone parlano. Parlano tanto" riprese Arizona mentre il barman depositava i drink davanti a loro. "E per amor di onestà devo dirti che so delle cose di te,  perché parlano."

"Oh" mormorò Callie svuotando in un sorso il contenuto del suo bicchiere e chiedendone subito un altro.

"In realtà sono cose belle. La gente ha stima di te, ti rispetta, ti ammira. Piaci a tutti e...a qualcuno piaci di più."

Nel sentire quell'affermazione Callie scoppiò in una sonora risata.

"Davvero? Vuoi farmi qualche nome?"

Arizona non rispose, semplicemente allungò una mano per accarezzare lentamente quella dell'altra, posata accanto a lei. La mora abbassò un secondo lo sguardo accennando un piccolo sorriso per poi tornare nuovamente a specchiarsi in quelle iridi celesti.

"A qualche occhio esperto potrebbe sembrare che tu ci stia provando con me" le fece notare la mora spostando inconsapevolmente lo sguardo sulle sue labbra.

"Se continui a fissarmi le labbra, qualche occhio esperto potrebbe pensare che tu voglia baciarmi" la rimbeccò l'altra in tono sensuale.

I loro visi erano talmente vicini che i respiri si mescolavano insieme.

"E anche se fosse?" Disse Callie con voce tremante, cercando di risultare distaccata.

"Io sicuramente non te lo impedirei."

La mora era pronta ad annullare quella fastidiosissima distanza, quando successe un imprevisto. Accadde tutto velocemente. Callie venne spinta da qualcuno alle sue spalle e urtò, con il gomito, il suo drink che si rovesciò disastrosamente sulla bionda.

"Che diamine..." Esclamò Arizona scattando in piedi, subito imitata dall'altra.

"Oh mio Dio, mi dispiace. ..io... non l'ho fatto di proposito,  mi hanno spinto e.." farfugliò la mora mortificata.

"Non..non è successo nulla" tentò di rassicurarla.

Rossa dall imbarazzo, la mora continuò a scusarsi e, non sapendo che altro fare, passo all'altra alcuni di quei tovaglioli che si trovavano sul bancone.

La bionda li prese educatamente consapevole, però, che sarebbero serviti a ben poco. Cosi si guardò intorno e poi si diresse verso quello che ipotizzava fosse il bagno.

Entrò dentro la piccola stanza, con la mora che la seguì in un religioso silenzio, e fù lieta di trovarla deserta. Non era granché ma l'illuminazione era buona. Posti su un lato vi erano tre lavandini e su quello opposto una lunga fila di cubicoli che separavano i bagni veri e propri.

"Io...non so che dire..." mormorò la mora puntando lo sguardo sulle sue scarpe che trovò estremamente interessanti.

"Non è stata affatto colpa tua, poteva succedere a chiunque."

Ma data l'espressione della mora, Arizona capì che non le credeva. Così le si avvicino e le prese le mani. Delicatamente, le scostò una ciocca di capelli ribelle e gliela mise dietro l'orecchio.

"Smettila di dire cosi. È solo un top. Basterà lavarlo e si risolverà tutto" accompagnò quelle parole con un sorriso che la mora tento, inutilmente, di imitare. "Ok?"

"Ma mi sento comunque in debito" replicò la mora piccata "voglio farmi perdonare. Voglio sdebitarmi in qualche modo."

"Potresti invitarmi a cena" disse la bionda con finta innocenza.

"Io..io..." balbettò la mora che in un secondo si era fatta subito rossa.

"La trovi anto assurda come cosa?  Insomma te sei..bellissima e pensavo di chiederti di uscire da.."

Arizona venne interrotta da due labbra morbide che premevano contro le sue. Rimase interdetta per la sorpresa. I muscoli paralizzati. Non si sarebbe mai aspettata questa mossa da parte della mora e rimase così sbalordita che non rispose al bacio. O non ne ebbe tempo, perche Callie si staccò subito a causa della mancata reazione della bionda.

"Io.. oddio, scusa!" balbettò confusa, girandosi verso la porta pronta a scappare via.

Ma prima che potesse anche solo fare un passo, si sentì afferrare un polso. Anche stavolta, accadde tutto velocemente. Un attimo prima stava per andarsene e quello dopo si ritrovò due mani calde che le imprigionarono il viso.

"Ma cosa.." non riuscì a continuare perché la bionda le chiuse letteralmente la bocca con la sua.

Le labbra di Arizona si muovevano frenetiche sulle sue e lei, dopo una titubanza inziale, rispose al bacio con entusiasmo. Portò le mani sui fianchi della bionda e l'attirò a sé.

I loro copri aderivano perfettamente.

La bionda le morse il labbro inferiore prima di passarci sopra la lingua, facendola gemere e le sorrise maliziosa. Callie si perse in quegli occhi celesti come il mare non facendo minimamente caso alle azioni dell'altra. La bionda, infatti, l'aveva fatta sedere sul ripiano che ospitava i lavandini, senza che lei si fosse accorta di niente.

"È freddo" Esclamò la mora inarcandosi involontariamente.

"Tra poco non lo sarà piu" rispose la bionda con fare malizioso mente si avvicinava per baciarla.

Portò le mani ad accarezzare le sue gambe toniche lasciate scoperte dal vestito nero che indossava e risalì fino alle cosce. Un sorriso compiaciuto le comparve sul volto quando la mora emise un breve lamento contro le sue labbra.

Con una scia di baci famelici la bionda scese verso il suo collo che assaporò prima di spostarsi verso la sua spalla per poi tuffarsi, letteralmente,  sulla valle dei seni. Iniziò a mordere, leccare e baciare quella pelle sensibile, godendosi i respiri affannosi che provenivano dalla mora.

Nel frattempo le sue dita continuavano a vagare delicate sulle sue cosce fino ad arrivare all'orlo dello strettissimo vestito. Provò a tirarlo su, senza molti risultati visto quanto era aderente. L'operazione era resa ancor più complicata dal fatto che la mora sembrava non si volesse mai staccare dalle sue labbra.

"Dovevi per forza metterti un vestito così aderente?" Si lamentò contro le sue labbra, provando ancora una volta a sollevarlo e fallendo miseramente nella sua impresa. "Non si sposta neanche di un centimetro"

"C'è..c'è la cerniera...sul lato" la informò con voce strozzata.

La bionda la individuò immediatamente e la fece scendere giù quel tanto che bastava per poter scoprire almeno la parte superiore del suo corpo.

Rimase un momento rapita dalla perfezione del seno della ragazza, coperto dal reggiseno, che si muoveva su e giù a causa del suo respiro irregolare. Poi il suo sguardo tornò sul suo volto, alla ricerca di quei due pozzi neri in cui si perse nuovamente.

Callie rimase incantata dal sorriso che la bionda le rivolse e sentì una strana fitta allo stomaco che la portò ad afferrare il volto di Arizona per coinvolgerla in un nuovo bacio necessario. Si allontanò solamente per trovare lo spazio sufficiente a scendere dal ripiano e spingere, delicatamente,  la bionda contro la porta di uno dei bagni di fronte a sé.

Scese, attraverso una scia di baci, su quel collo candido mentre con le mani arrivò a stringere quel meraviglioso sedere che la eccitava da morire.

"Dio.." Esclamò Arizona in preda a tutte quelle sensazioni.

La mora sorrise contro la sua pelle  mentre con le mani salì sui fianchi snelli della bionda. Spostò appena il top bianco che indossava in modo da poter sfiorare la pelle di latte della sua schiena. Con le punta delle dita si portò in avanti fino a sfiorare il suo addome piatto. Cominciò a disegnare piccoli cerchi intorno al suo ombelico godendosi i gemiti dell'altra che aumentò la presa sui suoi fianchi.

"Calliope, io..." mormorò mentre la mora sembrava non voler smettere di torturare il suo collo.

"Cosa?" Ridacchiò divertita sulla sua pelle.

"Voglio...voglio baciarti" confessò in un ansito.

Callie si fermò immediatamente, colpita dalla semplicità e dalla dolcezza con cui Arizona aveva fatto quella richiesta e attraverso dei piccoli baci dalla sua guancia raggunse le sue labbra per accontentarla.

All'inizio le sfiorò,  allontanandosi quando la bionda cercava di aumentare il ritmo.

Arizona ringhiò frustrata. Voleva quelle dannatissime labbra e le voleva subito.  Afferrò con forza i sui capelli neri e la spinse verso di sé per ottenere il tanto bramato bacio.

Callie ghignò, divertita da quel comportamento.

Le loro bocche si scontravano, unendosi in un bacio rovente. Al limite della sopportazione,  Arizona leccò impazientemente le labbra dell'altra inducendole a dischiudersi. Così le loro lingue si sfiorarono per la prima volta.  Si scontravano, si accarezzavano,  si desideravano.

Le due  donne si staccavano solo per riprendere fiato e poi ricominciavano ad assaporarsi come in una danza infinita.

Callie non capiva piu niente. Il suo cervello era totalmente in tilt a causa dei baci e del profumo della bionda. Senza neanche sapere  come, si ritrovò schiacciata contro la porta, la sua mano destra che le impediva di sbatterci contro.

Arizona, posta alle sue spalle, le leccava con estenuante lentezza tutta la lunghezza del suo candido collo.

"Ti piace?" le sussurrò all'orecchio prima di mordicchiarle il lobo.

"Dio, si!" Gemette la mora inarcandosi contro di lei.

Con un sorriso soddisfatto tornò su quella pelle profumata lasciandovi il segno del suo passaggio.

Ma la mora non voleva rimanere immobile e così,  con un movimento rapido, si voltò tornando faccia a faccia con quell angelo biondo.

Con una dolcezza estrema la catturò in un nuovo bacio a cui però la bionda non rispose troppo distratta dalla porta del bagno che si aprì di scatto.

Arizona allontanò rapidamente le mani della mora dal suo corpo e si sistemò meglio i vestiti mentre la ragazza appena entrata si limitava a fissare le due donne con un ghigno divertito.

Callie, che non capiva il repentino cambio della bionda, seguì il suo sguardo con espressione confusa e voltandosi si rese finalmente conto che non erano più sole.

Imbarazzata da morire si spostò al fianco di Arizona facendo involontariamente cadere lo sguardo sulla sua immagine riflessa nello specchio: i lunghi capelli neri erano tutti arruffati e disordinati; il vestito aperto le scopriva il petto e sul suo collo spiccavano vistosi i segni rossi che i denti della bionda le avevano lasciato sulla dua candida pelle.

"Ecco...noi...non" balbettò Callie arrossendo, se possibile, ancora di più.

Arizona stava per intervenire in soccorso della mora quando la giovane prese la parola.

"Va tutto bene. Non inoltriamoci in questa conversazione imbarazzante. Farò finta di non aver visto niente" disse la govane con tono divertito prima di sparire dentro uno dei bagni.

"Beh direi che è andata bene" Esclamò la bionda mentre cercava di sistemarsi per rendersi piu presentabile. Poi si voltò verso la mora che scoppiò in una risata liberatoria.

"Io...io..." tentò di dire Callie una volta che si fù calmata. Ma la bionda l'anticipò annullando la distanza che le separava. Si tuffò su quelle labbra formando sul nascere quel discorso inutile.

Fu un bacio leggero, appena accennato. Arizona era stata incapace di trattenersi perché  sentiva di essere già dipendente da quel contatto. Quando alla fine si staccò , guardò la mora dritta negli occhi e le sorrise.

"Ci vediamo domani, dottoressa Torres" soffiò sulle sue labbra sfiorandole ad ogni parola.  Poi uscì.

Callie rimase lì ferma per diversi minuti, con lo sguardo fisso su quella porta dalla quale, poco prima, era uscita Arizona e sperò con tutta se stessa che domani venisse presto. 



Angolo autrice: secondo esprimento. Ecco cosa succede quando guardi la 5x15 e poi vai a letto. 
La canzone iniziale è "On my way"di Lea Michele e questa OS la dedico a El3da che mi ha reso tanto felice mettendo il nuovo capitolo.

 

  
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