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Autore: dj_stregatta1990    11/10/2014    0 recensioni
bene ragazzi/e è la prima volta che la pubblico e che scrivo una storia quindi abiate pietà di me... questa storia l'ho iniziata acora nel 2004 e poco a poco la sto sistemando. quindi se vi piacerà il prima capitolo, bhè seguitemi! ;) si accettano critiche e commenti positivi! XD
Genere: Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Siamo nel 1880, in America detta anche il “Nuovo Mondo” dove viveva un ragazzo di nome Claus orfano di entrambi i genitori, era accudito dal suo tutore Marius, in un enorme villa in aperta campagna a New Orleans, era un ragazzo di venticinque anni, con i capelli biondi corti, occhi azzurri e aveva una corporatura normale come tutti i ragazzi della sua età, alto, era molto silenzioso, ma allo stesso tempo amava scherzare era anche molto furbo ad ingannare la gente.
Era richiesto da tutte le casate nobili, ma lui rifiutava sempre.
Un giorno mentre era a passeggio per le strade del suo piccolo paese, passando vicino al cimitero degli Innocenti sentì una strana presenza che lo stava osservando, si voltò alcune volte, ma non vide mai nessuno e scappò via in preda al terrore pensando che qualcuno lo volesse uccidere o derubare, sentiva il suo cuore in gola palpitare all’impazzata era la prima volta che aveva una paura folle  della morte. Quando si accorse di essere abbastanza lontano incominciò a rallentare la corsa e si accostò al ciglio della strada appoggiandosi a un albero, riprendendo fiato e restò li in mobile per qualche minuto, pensando che il peggio fosse passato, ma una mano lo afferrò da dietro le spalle e l’altra accarezzò il suo viso delicato, Claus rabbrividì, non cercò neanche di fuggire, la presenza si avvicinò all’orecchio di Claus e sussurrò alcune parole;
“Claus… non temere… non è ancora giunta l’ora…”
Sparì.
Il ragazzo non capiva cosa significassero quelle parole cosi penetranti, ma sentiva ancora il profumo lasciato e le mani gelide che l’avevano sfiorato, gli sembrava un incubo e decise di tornarsene a casa.
Appena arrivò, vide che c’erano degli ospiti, ma salì le scale senza salutare andando diretto nella sua stanza da letto, “Ne ho abbastanza! Ho voglia di riposare…”.
Marius lo raggiunse con una faccia arrabbiata.
“Claus!!! dov’è la tua educazione!! Scendi subito a salutare gli ospiti!!” urlò, l’uomo odiava certi atteggiamenti da parte del ragazzino, ma Claus lo guardò un po’ con l’aria persa e menefreghista come se volesse sfidarlo e respirando affondo per non perdere la pazienza, “addio riposo” pensò “si scusa Marius, ma oggi non è giornata… salutali tu da parte mia”.
“no non se ne parla!! Tu ora verrai con me, ma prima cambiati d’abito!!”
Claus sapeva che non si poteva discutere con Marius e obbedì, dopo un po’ scese le scale ancora un po’ assonnato, ma capì subito che era un’altra trovata del suo tutore per farlo sposare con ragazze con le quali non sapeva nulla di loro neanche il nome o l’età.
La serata stava diventando troppo noioso così uscì di casa per prendere un po’ d’aria fresca e sentì di nuovo la strana presenza avvicinarsi, decise allora di affrontarlo una volta per tutte e senza farsi notare si inoltrò nel boschetto vicino alla villa, questa volta tenne i nervi saldi, il cuore era calmo, quasi silenzioso, sì fermò vicino al lago che rifletteva il primo spicchio di luna, sembrava che si potesse toccare con un semplice gesto della mano, aspettò la strana presenza.
Qualche ora dopo la presenza si fecce vedere, era nascosta nel buio, ma alla fine con passi aggraziati quasi non toccassero terra uscì allo scoperto, era un ragazzo più vecchio di lui, aveva la pelle chiara, quasi una maschera che ricopriva l’intero volto che non faceva risentire l’andare del tempo, i suoi occhi erano di mille riflessi dal verde al viola, le sua labbra invece erano sottili e sorridevano in modo maligno lasciando intravedere a malapena i denti, i suoi capelli invece erano corti e neri corvini, era vestito in modo molto elegante con molte sete raffinate il quale lo rendevano irresistibile al suo fascino. Cercò di avvicinarsi a Claus, ma il ragazzo si allontanava sempre di più, non voleva fuggire, ma soprattutto non voleva essere toccato e con un po’ di imbarazzo, ma anche di timore che dava quella creatura, Claus riuscì a malapena a parlare;
“dimmi… chi sei? Ci conosciamo? Che vuole da me?!” sentì la sua voce tremare a quelle semplici parole.
La strana creatura sorridendo in modo amichevole non indugiò a rispondere.
“non avere paura, non ti farò nulla… mi presento, mi chiamo Darcia!! E tu Claus, vero? Bhè io ti conosco, tu forse no… sono venuto per prendere la tua vita mortale… ma come ti ho già accennato non è ancora giunta l’ora… divertiti più che puoi mio giovane amico!!”.
Con un movimento veloce quasi impercettibile dall’occhio umano si avvinghiò a Claus e gli affondò i denti nel suo collo, succhiando solo una piccola parte del suo sangue, il ragazzo provò invano a divincolarsi, ma fu scaraventato a terra con Darcia ancora stretto a sé, sembrava che fosse la fine per lui, ma la strana creature si staccò subito e rialzandosi fece un inchino e scomparve un’altra volta tra il fitto bosco senza lasciare traccia, Claus lo chiamò, ma non rispose.
Rimase li a terra, tirandosi su con i gomiti, sperando che ritornasse e potesse ancora sentire la sua voce penetrante, ma non ritornò, decise poi di rialzarsi e si diresse alla villa per poter riposare. Appena voltò le spalle apparve una graziosa ragazza, aveva in mano una tela da dipingere, era molto giovane, ma Claus decise ugualmente di andarsene sperando di poterla ritrovare e parlargli.
Con la mano sentì ancora la ferita che sanguinava e si accorse di essersi sporcato il bavero della camicia, quando rientrò notò che c’era la figlia del signore che lo stava aspettando con molta impazienza sulla soglia della porta, aveva l’aria davvero offesa e le bracci incrociate al petto, ma Claus fece finta di niente tranne per una semplice alzata di spalle come per scusarsi e si diresse in camera, appena si distese nel letto prese subito sonno.
Quando si risvegliò vide che ormai il sole era già sorto da molto tempo e in quel momento Marius che era ancora seccato per la sera precedente lo chiamò per il pranzo;
“Claus, muoviti è tardi!!” la voce non era per nulla calma e tranquilla. Ma il ragazzo non diede peso e si stiracchiò rispondendo al suo tutore che tra poco sarebbe sceso. “chissà se era stato un sogno ieri sera”.
Si guardò allo specchi e notò il morso lasciato da Darcia e capì che non era stato un sogno, cercò di nasconderlo il più possibile. Mentre stavano pranzando Marius notò il segno, ma non disse nulla togliendo subito lo sguardo, Claus però lo aveva notato.
“Marius… Le chiedo perdono se l’ho potuta offendere, ma vorrei decidere io chi sposare e con chi stare…” disse senza che Marius gli fece qualche domanda.
“ti ricordo che sono io che comando in questa casa, comunque è acqua passata, ora pranza e poi fa quello che vuoi… ormai sei grande…” rispose con un tono un po’ rassegnato all’idea che Claus era un testardo.
Finito di pranzare Claus si alzò dalla sedia e si diresse fuori dalla porta, prese il soprabito e uscì di casa, dirigendosi nel boschetto sperando di trovare di nuovo Darcia oppure la ragazza, ma non c’era nessuno dei due così prese un cavallo e cavalcò fino in paese per stare un po’ in compagnia.
Rimase li fino al tramonto insieme ad alcuni amici, quando tutti se ne furono andati, Claus riprese il cavallo e ritornò a casa passando per il cimitero degli Innocenti, dove conobbe per la prima volta il vampiro e sentì la sua presenza, ma non si fermò e continuò a cavalcare fino a casa, scese da cavallo e ad attenderlo ci fu proprio Darcia, era appoggiato a una colonna del cancello con le braccia incrociate e con un ghigno in faccia.
“ti stavo aspettando!! Mi hai chiamato, vero?” disse.
“lei qui? Come fa a conoscere la mia residenza? Ma lei in verità chi è?? Un vampiro?? se non che i Figli di Satana ripudiati da Dio in persona e…”
Darcia lo azzittì mettendogli una mano davanti alla bocca e un dito davanti al suo naso.
“shhh… mai parlare troppo… esatto sono un vampiro! spaventato? O forse no? Ora però devo andare… a molto presto… Claus!!”.
Claus rimase li a fissare il vuoto, ma all’improvviso sentì degli strani rumori provenire dal boschetto e si addentrò all’interno per capire meglio cosa fossero, rivide di nuovo la ragazza, ma non osò avvicinarsi e osservò di nascosto ogni suo movimento anche il più semplice, la voleva conoscere, sapere il suo nome, voleva conoscere tutto di lei e decise di avvicinarsi con molta cautela per non spaventarla, ma a sorprenderlo da dietro le spalle ci fu Darcia che lo fermò tenendolo stretto a sé succhiandogli altro sangue, questa volta Claus non oppose resistenza era come in estasi sentendo il corpo di Darcia contro il suo che lentamente si riscaldava a ogni sorso, ma la fantasia di quell’attimo scomparve quasi subito appena il vampiro si sedette per terra tenendo Claus tra le sue braccia senza mai lasciarlo, lo guardò negli occhi, si sentiva al sicuro, provava un sentimento diverso dagli altri.
Si voltò a guardare se c’era ancora la ragazza e vide che stava ancora disegnando, Claus provò a rialzarsi, ma sentì che era ancora debole e rimase tra le ginocchia del vampiro, incominciando a parlare.
“le posso fare qualche domanda?” mormorò il ragazzo quasi con un filo di voce che gli usciva dalle labbra.
“certo! Ma dammi del tu! Altrimenti mi fai sentire vecchio” rispose sorridendo.
“va bene… qual è la tua età? Da dove venite?”
“una domanda alla volta mio giovane amico… ho circa 400 anni, da dove vengo dici? Forse dall’Italia o da Parigi ormai è passato troppo tempo e la mia memoria non è più quella di una volta…” 
Il vampiro sorrise.
Era quasi giunta l’alba e Darcia fu costretto ad andarsene, il giovane ragazzo provò a fermarlo, ma ormai era già sparito tra la fitta nebbia del mattino. Intanto la ragazza aveva notato Claus e cercò di scappare, ma fu presa per il polso.
“la prego mi lasci!! Le giuro che non volevo violare la vostra proprietà!!”
“ehi ehi, calmati!! Puoi venire quanto vuoi a una condizione però…”
“quale?”
“qual è il vostro nome?”
“ mi chiamo Sarya… il vostro signore?”
“ segreto!! Ora però vorrei che ve ne andaste o il mio tutore se ne accorgerebbe della vostra presenza… ritornate domani… vi prego!!”
“ la ringrazio… spero un giorno di sapere il vostro nome signore…”
“ chissà…”  la ragazza lo guardò in modo perplesso come per capire se era un pazzo oppure stava semplicemente scherzando con lei “dai mi chiamo Claus!” rispose infine Claus.
Il ragazzo tornò a casa, era completamente silenziosa, sia Marius che tutti gli altri governanti erano al riposo nelle loro stanze e pure lui decise di andare a riposare un po’ per riprendere le forze, incominciò a immaginare Sarya ed i suoi capelli castani, la sua pelle candida il suo dolce volto simile a una bambola di porcellana ed i suoi occhi verdi, immaginò di baciarla e di toccarla, di farla sua.
Il giorno dopo nel ristorante frequentato da Claus sentì alcune voci riguardo a Darcia e della sua natura non umana.
“ dobbiamo fare qualcosa! Non possiamo stare fermi ad aspettare!!” disse un uomo a un tavolo non tanto distante da dove era seduto Claus.
“ma cosa vuoi fare!! Non possiamo uccidere i figli di Satana e poi ora il loro padrone è ritornato!! Sarà impossibile!!!” rispose un altro.
In quel momento entrò in scena Claus che cercò in tutti i modi di difendere Darcia dalle loro false accuse.
“ sono tutte baggianate! I vampiri non esistono!!”
La conversazione fu però interrotta da alcune grida che provvenirono fuori dal locale, uscirono tutti quanti compreso Claus per capire cos’era successo e davanti ai loro occhi trovarono una scena raccapricciante, videro due donne ormai prive di vita con il collo spezzato e con dei segni molto evidenti sul collo molto simili a dei morsi di un vampiro. Claus non volle crederci e corse via in cerca di Darcia perché voleva essere certo che sia stato veramente lui a ucciderle prima di accusarlo ingiustamente.
Lo cercò da tutte le parti senza nessun risultato, quando ormai ogni speranza era persa apparve dinnanzi a Claus il vampiro, aveva la pelle più colorita, quasi umana, cinse le mani intorno a Claus appoggiando la testa sulle sua spalle e chiuse gli occhi. Lo abbracciò stretto a lui.
“Claus che ti prende?! Sembri impaurito dalla mia presenza… su avanti parla!!” chiese.
“ sei stato tu a ucciderle? Ti prego nega la mia risposta!!”
“ guardami… il sangue umano è il mio unico nutrimento…” rispose senza esitazioni.
“ come immaginavo!! Ora lasciami devo andarmene da voi!!!”
“ dove vai?! Ti sei arrabbiato?!!” chiese quasi impaurito il vampiro.
“ ritorno a casa… non posso dire di non esserlo…” non era solo spaventato, ma anche disgustato da quel bellissimo vampiro.
Il vampiro sentì che aveva ferito profondamente i sentimenti di Claus e la sua fiducia era completamente crollata, in quel momento però sentì ardere dentro di sé anche un profondo odio e scomparve per la millesima volta ringhiando contro se stesso.
Passarono diverse settimane da quell’incontro e Darcia non si fece più vedere da Claus il quale pensava che la gente del paese lo avessero ucciso o rinchiuso in qualche prigione e iniziò a preoccuparsi, ma cercava sempre di scacciare quei tristi pensieri.
Una notte mentre Claus era ritornato dalla taverna si trovò di fronte Darcia che si presentò davanti alla sua abitazione, il ragazzo rimase sorpreso di rivederlo e si sentì quasi sollevato anche se un po’ preoccupato perché il vampiro non sembrava tanto gioioso, era freddo, distaccato. Il vampiro lo prese con sé e lo accompagnò vicino a una cripta ormai abbandonata da anni dove nessuno faceva più visita. Erano lontani da occhi indiscreti.
Claus non capiva dove si trovavano e perché proprio il quell’orribile posto, ma non volle chiederglielo affidandosi al vampiro.
Darcia lo fece sedere sui gradini di marmo e in una serie di piccoli gesti si avvinghiò a lui tenendolo più stretto possibile tra le sue braccia, il ragazzo cercò di divincolarsi in tutti i modi, riuscì a malapena ad alzarsi, ma fu bloccato da Darcia che gli mise una mano sulla bocca e abbassando il capo si avvicinò a Claus e gli affondò i denti nel collo, il ragazzo spalancò gli occhi ed mise un gemito acuto di dolore, sentì il sangue uscirgli dalla bocca e dal collo, si strinse con le mani alla schiena di Darcia che intanto stava succhiando lentamente il sangue, con piccoli ringhi che provenivano dalla gola, dopo un po’ il ragazzo perse ogni movimento del corpo, le braccia le erano scivolate a terra, si sentì inerme e non riuscì più ad alzare nemmeno un dito, ma sentiva le braccia del vampiro che lo sostenevano e con una mano gli reggeva il capo, il vampiro aveva sempre lo stesso sguardo freddo mischiato anche all’odio per qualcosa che sentiva dentro di lui, forse per dei pensieri contrastanti che il quel momenti lo stavano attanagliando.
Gli succhiò il sangue fino a farlo quasi morire e lo appoggiò a terra dolcemente sussurrandogli alcune parole nell’orecchi di Claus, ormai quasi privo di conoscenza
“ Claus, ti ho succhiato gran parte del tuo sangue fino a portarti sulla soglia della morte, ora ti darò l’opportunità che a me non fu mia data… per portarti a nuova vita dovrai bere il mio sangue, intesi? Oppure se ti lascio qui morirai… lo vuoi?”
Claus con grande sforzo riuscì soltanto ad annuire.
Il vampiro con un piccolo coltellino che aveva in tasta si tagliò il polso e glielo appoggiò sopra le labbra di Claus sporcandogliele un pò, il ragazzo aprì la bocca e con la mano gli prese il polso tenendolo stretto senza mai mollare la presa, sentiva di nuovo il cuore battergli, ma anche un altro, quello di Darcia che con una smorfia di dolore lasciava che il suo giovane amico continuasse a nutrirsi, passò più di un’ora e Darcia con uno scatto tolse il polso dalla bocca di Claus che riprese poco a poco i sensi, si spostò da lui e iniziò a ridere dalla gioia.
“scusa, ma sono felice di averti creato!! Sei bellissimo Claus mi meraviglio di me stesso!!” disse pieno di gioia.
L’aspetto di Claus era completamente cambiato, ma era ingannevole per gli umani, i suoi occhi riflettevano molte sfumature, i suoi capelli erano più lisci e brillanti e la sua pelle… una maschera innaturale.
Claus non riusciva ancora a credere a quello che era diventato e si guardava in giro un po’ meravigliato per la sua nuova vita, riusciva a vedere tutto anche con l’oscurità, si guardò le mani, il suo corpo, era perfetto, gli unici segni del tempo erano scomparsi, ma tutto d’un tratto sentì alcuni dolori all’interno del suo corpo, si inginocchiò a terra e fissò Darcia che sorrideva in modo maligno.
“che… che mi sta succedendo?!” chiese il ragazzo ansimando dal dolore.
“ la tua parte mortale sta morendo, vedrai che tra poco ti passa… ci sono passato anch’io qualche secolo fa…” rispose con la stessa freddezza di sempre.
Claus in quei momenti impazziva per il dolore, ma quando con calma tutto passò sentì in se una forte voglia di nutrirsi e Darcia non esitò ad accompagnarlo in paese, ma prima trasferì la sua bara a casa del giovane vampiro, anche se invano cercò di opporsi, ma non ci riuscì e quando giunsero alla villa il vampiro uccise anche Marius senza esitazioni, non voleva assolutamente altri intrusi nella casa nuova, ma capitò tutto in pochissimi attimi e il ragazzo sperò con tutto il cuore che Marius non avesse sofferto, anche se sapeva benissimo che era impossibile, in quel momento Claus provò un profondo senso di dispiacere nei confronti del suo tutore, lo aveva accudito per anni fino a farlo diventare quello che era ora, prima che diventasse un vampiro e chiedeva di perdonarlo se non era riuscito a fermare Darcia il suo nuovo maestro di vita.
 
Giunsero in paese e tutti gli abitanti incominciarono a bisbigliare appena videro Darcia, molti dei quali passando si fecero il segno della croce e invocavano Dio, ma al vampiro questo non importava e lasciava scorrere prendendosi gioco lui stesso dei passanti e pensava “prima o poi finirete tra le mie braccia… poveri mortali…”, si fermarono in una locanda e ordinarono sia da mangiare che da bere, ma senza toccare nulla, ai due vampiro il cibo umano non serviva minimamente, non aveva ne sapore ne nutrimento, ad un tratto Darcia si alzò e fece chiamare due splendide ragazze le quali non esitarono a venire con lui, sembravano stregate dal vampiro, il ragazzo capì subito che il suo maestro voleva soltanto “giocare” con loro, Claus però credete di aver frainteso e osservò Darcia con un’espressione un po’ interrogativa.
“che intenzioni hai!!! Sono troppo giovani!!” bisbigliò nell’orecchio del suo maestro.
“ le mie intenzioni?? Bhè… lo dovresti aver capito, ma te lo dirò lo stesso… bere il loro sangue… logico, no? Giovani o no per me fa lo stesso!! Per te questa è la prima volta…” rispose.
Il vampiro prese una ragazza mettendogli il braccio intorno alle spalle e si avvicinò a lei e l’altra gliela aveva lasciata per Claus che si sentiva in imbarazzo dinnanzi a lei perché non sapeva come comportarsi, non la voleva uccidere, ma ne sentiva però il bisogno di nutrirsi di lei, del suo sangue, intanto Darcia aspettavo il momento opportuno per uccidere la ragazza e qualche volta osservava Claus ancora imbarazzato e sorrideva  senza farsi notare da lui.
La ragazza che era con Claus cercava in tutti i modi di metterlo a suo agio accarezzandogli leggermente il viso, ad un tratto Darcia che aveva un po’ capito come si sentiva il ragazzo propose di affittare una camera mentendo sul fatto che li c’era troppa gente e voleva un po’ di tranquillità, le ragazze entusiaste acconsentirono subito.
“ eh? Va bene… Darcia… ma ne sei sicuro…?” rispose il giovane vampiro.
Mentre Darcia accompagnava le due ragazze nella stanza guardò Claus in malo modo, e poi scese di nuovo le scale e parlò con lui.
“ che ti prende!! Sei solo uno stupido vampiro codardo!! Devi nutrirti di loro, non puoi vivere senza il sangue!!” ringhiò.
Nessuno dei clienti che erano dentro alla taverna si accorsero dei loro discorsi, le loro voci erano talmente tanto basse da non essere percepite dall’orecchio umano. Infine Darcia convinse Claus ad entrare nella stanza affittata per qualche ora.
Era quasi giunta l’alba e restavano solo poche ore prima che il sole sorgesse, così Darcia senza esitazione si avvinghiò alla ragazza e gli succhiò tutto il sangue, lasciandola in fin di vita, l’altra ragazza però iniziò a insospettirsi vedendo la sua amica in quello stato e cercò di fuggire, prima inventando qualche scusa e poi capendo che non c’era via di fuga più semplice cercò di scappare in preda al terrore, ma fu presa da Claus che cercava di calmarla azzittendola con la mano, ma arrivò Darcia che la gettò violentemente a terra sbattendo la testa e perse i sensi, subito ordinò a Claus di berle il sangue, prima che morisse e qualcuno potesse insospettirsi degli strani rumori, il giovane vampiro sentì in se una forte voglia di bere, ma anche di lasciarla vivere, era in contrasto tra il buon senso e quello di nutrirsi, alla fine però dovette bere il suo sangue con Darcia che teneva stretto la testa di Claus, si strinse a lei delicatamente e gli lacerò la sua pelle candida.
Scapparono via fuggendo dalla finestra gettando prima i corpi delle due giovani dentro un pozzo abbastanza profondo dove nessuno le potesse vedere, al massimo tra qualche giorno l’unica cosa che potevano sentire era l’odore di qualcosa che andava a male, ma ormai era troppo tardi.
Mentre erano in cammino Darcia arrabbiato per quello che era accaduto non parlò per tutto il viaggio di ritorno alla villa e neppure Claus parlò rimanendo entrambi in silenzio, all’improvviso però spuntarono fuori dal nulla degli strani individui, non sembravano ladri ed erano come loro, vestiti molto eleganti, erano in cinque, quattro uomini e una ragazza, erano più o meno giovani da quando erano stati trasformanti in vampiri avranno avuto l’età di Darcia.
Il vampiro appena li vide alzò gli occhi al cielo con un fare seccato dalla loro presenza e  cercò di cambiare strada, ma uno dei cinque vampiri con un gesto fulmineo si piazzò davanti a lui bloccandogli la strada, il giovane vampiro capì che il suo maestro li conosceva fin troppo bene e forse erano dei suoi vecchi compagni, Darcia però diede una spinta col braccio al vampiro che era davanti a lui facendolo cadere e prese Claus per la mano portandoselo via. I vampiri incominciarono a rincorrerli, ma ormai il sole stava per sorgere e scapparono via il più veloce possibile, il pericolo più grosso era passato, giunsero a casa, Claus voleva chiedere cosa volevano quei vampiri da loro due, ma ormai Darcia era già entrato nelle sua bara e anche lui fu costretto ad entrarci  per Claus era la prima volta e si sentiva soffocare, ma non poteva chiedere aiuto a nessuno, provò a resistere per un po’, ma uscì subito, bussò alla bara di Darcia che si aprì di qualche centimetro.
“Darcia, ti prego fami restare con te!! Solo per questa notte…” implorò il ragazzo.
“D’accordo… entra e non aprire bocca fino a domani notte!! Ho sonno e voglio riposare” ribatte con arroganza.
Claus entrò.
Giunse già il tramonto e Darcia fu il primo a svegliarsi lasciando riposare Claus stremato dall’altra sera, uscì di casa per prendere una boccata d’aria ed entrò nel boschetto, aveva già percepito che non era solo e vide Sarya, stava disegnando il paesaggio che si presentava davanti a lei, il vampiro la scrutò per un po’ rimanendo nelle tenebre che si stavano lentamente alzando fino all’arrivo di Claus che si fermò qualche passo di distanza da Darcia.
La giovane ragazza non sentì minimamente la loro presenza e continuava a disegnare come se fosse da sola e ogni tanto canticchiava qualche canzone, aveva una voce soave e dolce quasi inebriante da incantare sia Darcia che Claus e sospirava in modo malinconico il nome di Claus, lui sentendo il suo nome cercò di avvicinarsi, ma c’era Darcia che glielo impediva tenendolo per il braccio, il giovane vampiro però si ribellò dal suo potere, il vampiro lo guardò prima sorpreso e poi in cagnesco, si sentiva ribollire il sangue dalla rabbia, ma Claus non gli diede peso si avvicinò lentamente a Sarya, lei rimase contenta nel vederlo.
“ Signor Claus!! Che piacere rivederla... era da molto che non ci vedevamo!!” disse con entusiasmo.
“ lo so... mi scusi… ma chiamami semplicemente Claus…”
“ va bene… Claus!” sorrise dolcemente.
Claus  ricambiò il sorriso e si sedette accanto a lei.
I due incominciarono a parlare per quasi tutta la notte, fino a quando Sarya non rilevò il suo segreto più grande lasciando Claus senza parole e terrorizzandolo pensando che poteva scoprire che lui stesso era un vampiro.
“ ebbene si, sono un’ammazza vampiri!! Però sono ancora un’aspirante cacciatrice…”
“ davvero?? E – e riesci a riconoscere un vampiro da una persona comune?” si sentiva un po’ fuori luogo a stare con lei, ma cercava di mantenere la calma.
“ si più o meno!! Sai lei mi sembra... un vampiro!! però mi sbaglio vero?!”
“ io – io un vampiro?? ma no!!ehm… si è fatto tardi è meglio che vada!! A presto!!!”
“ di già? Non vuole guardare il sole sorgere?” chiese dispiaciuta che Claus se ne andasse.
“meglio di no…”.
Prima di alzarsi e di andarsene Claus si inginocchiò davanti a lei, si guardarono fissi negli occhi e infine diede un profondo bacio a Sarya, quasi erotico, ma non poté trattenersi oltre e lasciò la ragazza senza parole e sparì. Darcia aveva visto tutta la scena dall’inizio alla fine e corse incontro a Claus iniziando a ridere a crepapelle senza riprendere fiato, il giovane vampiro stava per esplodere dalla rabbia contro il suo maestro.
“ ti diverte tanto?!!” chiese con odio stringendo le mani a pugno.
Darcia si asciugò le lacrime, che erano rosse come il sangue, e continuò a ridere.
“ una coppia perfetta… un vampiro e… un mortale!! Hahaha… questa è nuova!! Ti ho dato il Potere Tenebroso per ucciderli… non per innamoratene!!!” e non smise ancora di ridere, era troppo divertito e amava prendersi gioco di Claus.
“ non l’ho mica voluto io il Potere Tenebroso!! Sei stato tu a trasformarmi in quello che sono…” Claus era colmo di rabbia e odio, ma poi abbassò lo sguardo e si sentiva profondamente offeso dalle risate di Darcia e gli graffiò il viso procurandogli dei tagli profondi, ma si rimarginarono subito, Claus rimase sbalordito e Darcia non esitò a contrattaccare scagliandolo contro il muro della casa, Claus rimase li per qualche frazione di secondo e vide che le ferite, come era successo a Darcia, si stavano rimarginando completamente senza lasciare nessun segno, tranne che sul muro che aveva perso un po’ di intonaco, intanto il suo maestro entrò nell’abitazione per riposare nella sua bara e anche Claus lo seguì e provò a dormire per la prima volta da solo all’interno della sua, quando entrò incominciò solo a pensare all’incontro tra lui e Sarya e di quello che poteva succedere se lei veniva a scoprire il segreto di Claus poco a poco però si addormentò dimenticando tutto.
Quando si risvegliò vide che anche questa volta Darcia si era svegliato per primo e forse era sceso in paese per cacciare un po’, ma si ricordò tutto della sera precedente e si sentì bruciare di rabbia insieme però c’era anche la fame, lo stava uccidendo, ma non voleva uccidere nessuno, fu quasi costretto e si recò anche lui in paese in cerca di qualcuno per poter allentare la fame di sangue.
Si fermò in una locanda e ordinò qualcosa per non destare nell’occhio, si guardò in giro e adocchiò un ragazza seduta al bancone che fissava il vuoto, ormai era ubriaca e Claus ne approfittò, gli si avvicinò offrendole qualcos’altro da bere, la ragazza accettò il gesto di lui e cercò di fare subito amicizia, ma Claus la trattava un po’ freddamente nei suoi confronti, dopo un po’ di tempo entrambi uscirono dal locale e il giovane vampiro la portò in una stradina deserta, non passava mai nessuno, gli cinse un braccio attorno alle spalle e ogni tanto si voltava per vedere se non c’era nessuno, la ragazza iniziò un po’ a preoccuparsi per il posto dove la stava portando Claus, ma era troppo ubriaca per capire tutto.
“ma dove stiamo andando??” chiese lei un po’ allarmata.
“da nessuna parte…” rispose il giovane vampiro.
Dopo questa frase, Claus si avvinghiò a lei e gli succhiò tutto il sangue fino ad andare in affanno, era la prima volta che si sentiva quella sensazione sembrava che il mondo gli cascasse addosso, non riusciva più a respirare forse aveva bevuto troppo sangue.
Disperatamente incominciò a chiamare Darcia con tutto il fiato che aveva, ma non sentiva nessuna risposta, provò a fare qualche passo fino a una casa vicina, ma perse completamente le forze fino ad accasciarsi a terra la vista incominciò a sfuocarsi e all’improvviso vide alcune ombre avvicinarsi scambiandole per un’allucinazione, si sentì prendere il braccio e parlare, ma non riusciva a distinguere chi fosse, sentiva soltanto il tepore del suo corpo quasi freddo.
   
 
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