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Autore: Vanilla_91    11/10/2014    8 recensioni
Seguito di "Questioni d'amicizia o d'amore?"
Tre anni sono trascorsi e molte cose sono cambiate. Il legame tra Inuyasha e Kagome ha subito un forte strappo ed è stato logorato dalla gelosia, il tradimento e le menzogne. Kagome sembra aver voltato pagina, ma Inuyasha è determinato a riaverla con sè.
Questioni irrisolte, amori sospesi, gelosie pericolose, verità celate e nuovi sentimenti separano i protagonisti..è proprio vero che il dolore cancella tutti i sentimenti?
Dal prologo:
"E' giunto il momento di far ritorno, di fare i conti col mio cuore. Tutto ciò che mi sono lasciata alle spalle alla mia partenza è il passato..questioni d'amicizia e d'amore ormai dimenticate!"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Questioni di cuore!'
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-Ehi, InuYasha, l’hai vista quella?- mi urla Seiko.
La sua voce mi distrae, stecco male e regalo un altro punto a Miroku che sorride soddisfatto.
Che voglia di prenderlo a pugni che ho..si tratterà anche di una stupida partita a biliardino, ma non mi piace perdere.
-Che cazzo vuoi, Seiko?-
-Guarda quella lì..non è assolutamente scopabile?- urla, indicando, senza vergogna, una ragazza, di qualche anno più grande, poco lontana.
Le gambe, lasciate visibili dalle calze velatissime, sono magre e le forme prosperose del suo corpo riesco a vederle anche da qui.
Il rossetto rosso le evidenzia le labbra piene in maniera invitante e le ciglia, lunghe e nerissime, le regalano uno sguardo sensuale..sì, è decisamente scopabile.
-Diciamo che non è male.- affermo con tono superiore e disinteressato.
-Non avrà freddo di questo periodo con le gambe da fuori?- si intromette Kagome, comprendendo immediatamente l’oggetto della nostra discussione.
Sorrido, osservandola. È l’opposto di quella ragazza: jeans, scarpe basse e una comoda e pratica t shirt.
-Sei solo invidiosa perché un fisico del genere te lo sogni.- la provoco.
Gonfia le guancie, indispettita.
-Antipatico..- strilla, raggiungendo Sango.
Ridacchio, divertito dal suo carattere permaloso. Quella sciocca è bella nella sua semplicità, non ha bisogno di apparire, ma lei non lo ha ancora capito.
-Ehi, amico, non so che problemi tu abbia alla vista, ma io trovo che anche Higurashi sia assolutamente scopabile. Forse anche meglio di quella, ha un culo che..-
Riesco solo a sentire il divertito “ahi, ahi” di Miroku, prima di afferrare Seiko per il collo della felpa.
-Coglione, fai un altro commento del genere su Kagome e ti spacco la faccia.- sibilo, mollando la presa.
-Ma..-
-Niente ma, lei non si tocca.-
 
-Pagherei milioni per sapere a cosa stai pensando. Hai un’espressione demente dipinta in volto mentre sorridi come un coglione.-
La voce di Miroku mi riporta al presente.
-Pensavo..- dichiaro, laconico.
-Difficile immaginare a chi.-
-Sono stato un idiota, Miroku. Molti anni fa potevo averla per me, ma nemmeno mi accorgevo veramente di lei. Se non fossi stato tanto cieco ora non saremmo a questo punto. Quanto dolore avrei potuto risparmiare ad entrambi..-
-Senti, InuYasha, siamo entrambi d’accordo sul fatto che tu sia un idiota patentato, ma non è da te reagire in questo modo. Ti sei arreso, ti sei dato per vinto, amico. Se è lei che vuoi, perché non ti alzi e vai a riprendertela?-
Quante volte mi ha già ripetuto queste parole negli ultimi giorni?
Dice di non avermi mai visto così, perché io così non mi sono mai sentito. Ho perso la fame, la voglia di alzarmi, di uscire e di vivere.
Che senso ha? Sarebbe tutta una finzione perché soltanto lei può rendermi felice.
A spingermi ad andare avanti prima era la voglia di averla al mio fianco, la speranza di riaverla, ma ora che senso avrebbe?
L’ho persa a causa della mia stupidità e lei non tornerà più.
-Senza di lei nulla ha senso.-
-Allora vattela a prendere. Dimostrale il tuo amore, di essere pentito, di essere degno di lei e del suo perdono.- mi sprona.
Degno di lei? Non lo sarò mai, visto il mio comportamento di questi anni.
-Ormai l’ho persa e senza di lei ho smarrito anche me stesso.-
Sospira, raccogliendosi la testa tra le mani.
Mi fa schifo lo stato in cui mi sono ridotto, ma senza Kagome sono solo un muro di spavalderia e presunzione crollato in mille pezzi.
 
 
-Senti, amore, dovrei chiederti una cosa.- dice Eric, cogliendomi di sorpresa.
Fisicamente sono con lui, ma ho la testa altrove.
-Mh?-
-Ho ricevuto una mail dall’ufficio e sono sorti degli imprevisti urgenti. Dovrei correre lì.-
-Ah..-
-So che avremmo dovuto passare questa giornata insieme, ma non posso proprio evitarlo.- mi spiega, con voce colpevole.
-Non importa, và pure.-
-Grazie mille, amore. Ti prometto che quando saremo sposati non ti lascerò andare un attimo.- ride, attirandomi a sé e lasciando un bacio sulla mia bocca.
Sorrido e rispondo al suo bacio in segno di saluto.
Non appena la porta si chiude, tiro un sospiro di sollievo.
Forse la fortuna ha deciso di girare un po’ anche dalla mia parte, perché i Kami mi hanno appena evitato una giornata infernale.
Non sono dell’umore per uscire, non ho voglia di stare con Eric, perché ho altre preoccupazioni per la testa.
 Le parole del padre di InuYasha mi tormentano. Ho fatto violenza a me stessa per non correre da lui, ma non posso farlo.
Sono preoccupata, davvero, ma se lo rivedessi non sarei capace di lasciarlo andare di nuovo.
Sono furiosa con lui per il suo comportamento irresponsabile, per l’umiliazione che la sua bravata alla festa mi ha causato, ma lo amo troppo per odiarlo.
E se commettesse qualche sciocchezza? So che non è uno stupido, ma so anche che il dolore ti porta a fare cose inimmaginabili.  Se il signor No Taisho è arrivato al punto di chiedere il mio intervento, la situazione deve essere davvero drastica.
E se avesse chiamato Nazuna per alleviare il suo dolore?
Sento il cuore aumentare i battiti, per la preoccupazione mista ad una cieca gelosia.
Non esito oltre, raccolgo il cellulare, lo infilo in borsa e corro ad aspettare l’autobus che già mille volte mi ha condotta a casa di quello che un tempo era il mio migliore amico.
Non posso sposarmi con questo dolore al petto.
 
Esito, di fronte la maestosa villa. Questa grande e lussuosa casa ha sempre avuto il potere di farmi sentire piccola, di mettermi a disagio.
Cosa mi blocca ora che anche il più grande degli ostacoli, il signor No Taisho, è caduto? È ancora la paura. Perché non so cosa aspettarmi, perché non so come comportarmi, perché una volta varcata quella soglia so che sarò nuovamente vittima dei miei sentimenti e creta facilmente modellabile nelle mani dell’uomo che più di tutti mi ha donato felicità e dolore.
Non so a cosa potrà portare questo confronto, ma è certo che quando uscirò da quella casa non sarò la stessa persona che vi è entrata.
Mi avvio all’ingresso e mi gelo sul posto quando una delle domestiche mi informa che “il signorino è in casa, ma non vuole vedere nessuno”.
Che sia un segno del destino?
E ora che faccio? Potrei insistere o mettermi l’anima in pace e cercare di ricominciare come ho già fatto tre anni fa.
Chi voglio prendere in giro? Non è mai ricominciata, perché non è mai finita. Senza di lui non c’è futuro, ma solo una parvenza di quotidianità, tirare avanti con sorrisi finti e morire dentro ogni giorno un po’ di più.
-Signorina, si sente bene? Ha capito cosa ho detto? Il signorino non vuole ricevere visite.- mi ripete la domestica, palesemente scocciata per la perdita di tempo.
-Kumiko, cosa succede?- interviene una voce conosciuta.
-Signor No Taisho, nulla di cui debba darsi pensiero. La signorina stava per congedarsi, vero?-
La figura del padrone di casa, sempre distinta ed elegante, si affaccia sull’uscio di casa.
-Buongiorno.- mormoro, in evidente disagio.
-Kagome, sei venuta. Entra, accomodati.- mi prega.
Sorpresa dalla sua insolita gentilezza, accolgo il suo invito, superando la stupita domestica.
-Mi dispiace per l’accoglienza. Kumiko è al nostro servizio da breve, non poteva sapere che tu sei una di casa.-
Una di casa? Non è stato lui che ha provato in tutti i modi a tenermi lontana?
-Non importa.- mi limito a rispondere.
-Posso offrirti qualcosa? Un tea magari, o qualsiasi cosa tu preferisca.-
Decido di mettere fine presto a questa commedia. Nonostante i suoi modi cordiali, mi sento in soggezione e non dimentico il modo burbero, scontroso, in cui mi ha trattato in tutti questi anni e le minacce più o meno velate.
-No, grazie. Sono venuta per vedere suo figlio, ma mi è stato riferito che non vuole ricevere visite. Forse è meglio che vada.- sussurro, mentre la codardia sta nuovamente prendendo il sopravvento.
Prima che possa aggiungere altro, veniamo interrotti da una terza voce.
-Kagome.-
-Miroku, ciao.- lo saluto, per nulla sorpresa di vederlo lì.
-Solo tu puoi fare qualcosa.- sussurra il signor No Taisho, prima di congedarsi.
Il silenzio cade su di noi.
-Lui come sta?- trovo il coraggio di chiedere.
-Male, non l’ho mai visto così, ma immagino che tu ne sia già al corrente. Mi sorprende vederti qui.-
Resto in silenzio, incapace di controbattere.
Sono venuta qui spinta dal cuore, ma ha realmente un senso il mio gesto?
Miroku mi si avvicina, poggiandomi una mano sulla spalla.
-Sono successe molte cose in questi tre anni, Kagome. InuYasha ha sbagliato tante volte, ma ha capito fino in fondo i suoi errori. Adesso è tutto nelle tue mani.- mi sussurra, prima di oltrepassarmi.
Resto qualche secondo immobile, di fronte la scalinata che conduce ai piani superiori, fin quando non trovo il coraggio necessario a percorrerle.
Sosto dinnanzi la porta della sua camera, indecisa sul bussare o meno, ma poi lascio che a guidarmi sia l’impulsività. La spalanco e focalizzo immediatamente la mia attenzione sul ragazzo che giace, scompostamente, sull’ampio e comodo letto.
-Miroku, non ti hanno insegnato a bussare? E poi, non eri andato via? Non ti sei ancora stufato di ripetermi tutti i giorni le stesse cose?-
La mia mancata risposta lo porta a voltarsi, probabilmente sorpreso per il silenzio calato.
Spalanca gli occhi e velocemente scende dal letto per avvicinarsi, arrestandosi a pochi centimetri da me.
-Kagome..- sussurra, palesemente stupito.
Non rispondo, troppo impegnata a studiare la sua figura.
È sempre bello, ma quasi fatico a riconoscerlo. I suoi capelli sono in completo disordine e alcune ciocche, troppo lunghe, gli ricadono scompostamente sul viso. La tuta, anonima, troppo larga e sgualcita, gli conferisce un’aria trasandata e quasi malaticcia.
Che fine ha fatto l’InuYasha che conosco? Quello che un tempo era il mio migliore amico, non si sarebbe mai ridotto in questo stato. Dov’è il ragazzo forte, presuntuoso e sicuro di sé che tanto amo?
Mi abbraccia e sento un piacevole calore risvegliare il mio corpo, ma non trovo la forza per ricambiare la sua stretta.
Quanto mi piacerebbe poter fermare il tempo in questo momento, restare per sempre così, stretta nel suo abbraccio, senza bisogno di inutili parole e spiegazioni, dimenticando tutto il resto del mondo.
Si allontana, scambiando forse la mia immobilità per freddezza.
-Cosa ci fai qui?- mi domanda, trascinandomi verso il letto.
-Mi è stato riferito che non stavi bene e volevo constatarlo con i miei stessi occhi.- mormoro.
Non so dire come mi sento: impaurita, in imbarazzo, forse a disagio, quasi come se stessi parlando con uno sconosciuto.
Cos’è questo miscuglio di emozioni?
-Non sto passando un bel periodo, in effetti.- ridacchia, passandosi una mano tra i capelli già scomposti.
Sono qui e ora non so che dirgli. Vorrei lasciare il mio cuore libero di parlare, ma sento qualcosa che mi frena. Mi è vicino, siamo soli, ma mai prima d’ora l’ho sentito più distante di così.
Cosa sta succedendo, InuYasha? Cosa ci è successo?
-Ti devo delle scuse.-
Annuisco, lasciando che continui.
-Il mio comportamento alla festa è stato…inammissibile.-
-Perché hai detto quelle cose? Tu..-
-No, non le penso affatto. L’alcol, misto alla gelosia, mi ha portato a dire cose senza senso. Non capivo cosa stesse accadendo, cosa ci facessi lì con lui. Ignoravi le mie chiamate, eppure pochi giorni prima eri stata mia. Ero confuso, irato, ma questo ovviamente non mi giustifica. Perché sei sparita in quel modo,Kagome?-
Chino il capo, incapace di mantenere il contatto visivo.
Non ha senso raccontargli delle minacce di suo padre ora, non porterebbe a nulla.
-Non era una situazione facile quella, InuYasha. Tutto quello che è accaduto non poteva essere dimenticato con una notte, anche se magnifica.-
Racchiude la mia mano tremante tra le sue,mandandomi il cuore in tilt.
-Ora siamo qui e abbiamo tutto il tempo. Parlami, dimmi tutto.- mi prega.
Ho la gola secca, deglutisco per alleviare il bruciore. Ormai abbiamo toccato il fondo, non ci sono più barriere tra noi, non ci sono più scorciatoie o vie di fuga..è il momento della verità totale.
-Ho impiegato molto per elaborare ciò che veramente il nostro rapporto significava per me. Non riuscivo a capire perché fosse così radicato, così viscerale. Insomma, tante persone si lasciano e trovano il modo di andare avanti, ma io non ce la facevo. Ho pianto, mi sono disperata, ho implorato i Kami affinché mi aiutassero a dimenticarti, ma è stato tutto vano. Poi finalmente ho capito e in quel momento, per un istante, mi sono sentita libera.- ammetto, sorridendo.
-C..cosa hai capito?- mi domanda.
-Non mi sarei mai potuta liberare di te, InuYasha. Non so come spiegartelo, è come se tu fossi una malattia cronica, una di quelle che non vanno più via. Non potevo estromettere i ricordi e i pensieri, perché tu eri presente in tutto, in tutto ciò che dicevo e facevo. Sei in ogni parte di me:nel mio cuore, nella mia mente, nella mia anima. Sei, per me, il mondo intero racchiuso in una sola persona.-
-E per me è lo stesso, Kagome.- ammette, aumentando la presa sulle mie mani. – ma se è così perché non sei tornata indietro? Avremmo potuto..-
Lo interrompo, intuendo subito ciò che vuole dirmi.
-Perché questa è la parte bella, InuYasha. La luce è sempre complementare al buio, non esiste il bianco senza il nero e così come ti amo, ti ho anche odiato. La rabbia, l’angoscia, il risentimento, il dolore e la gelosia le associavo alla stessa persona che mi faceva battere il cuore. Come potevi farmi allo stesso tempo bene e male? Non l’ho mai capito fino in fondo.
Dicevi di amarmi, ma hai sempre lasciato che le idee di tuo padre e del suo mondo prendessero il sopravvento. Mi volevi, ma non hai mai lottato veramente per avermi.-
-Questo non è vero.- afferma con veemenza. –Sei scappata, sei sparita e io ho fatto di tutto per trovarti. Dopo che sei tornata ho provato in tutti i modi a dimostrarti che ero pentito, che ero cambiato e che non avrei più  sbagliato. Io ho commesso degli errori, ma tu hai lasciato che la paura ti sopraffacesse e sei fuggita via da me, da noi.-
-È vero.- ammetto.
Ho lasciato che i giorni scorressero uno dopo l’altro, monotoni e grigi, pur di non affrontare fino in fondo le mie paure.
-Quello che non capisco, Kagome, e come tu abbia permesso ad un’altra persona di restarti accanto quando ciò che provi per me è così intenso.- sibila, serrando i pugni.
Eric..come spiegargli cos’è per me.
-Non so come spiegarti cosa lui significa per me. All’inizio era solo un modo come un altro per mettere a tacere il dolore quando era ancora troppo forte e assordante poi è diventato un amico, un confidente.-
-Ma non puoi amare lui se ami me..-
-No, infatti, non lo amo nel senso tipico della parola. Non so spiegartelo, ma ogni volta che ripensavo al male che avevamo saputo farci, lui era l’unica cosa che mi faceva stare non bene ma meglio. Con lui affrontare le cose era un poco più semplice.-
-Un ripiego, insomma.- mormora, con tono amaro.
-Come per te lo sono state Nazuna e le altre.-
-Io odio il fatto che lui ti stia vicino, che lui occupi nella tua vita il posto che spetterebbe a me.- ringhia.
Lo guardo, impreparata. Ho il cuore in gola e le mani sudate. Mi sento libera, impaurita..speranzosa. Ho avuto il coraggio di dirgli tutto quello che da tre anni mi portavo dentro, gli ho confessato le mie paure, le mie incertezze e la mia rabbia e adesso cosa ne sarà di noi?
Non ci sono più segreti, non ci sono più ostacoli..posso davvero sperare in un futuro per noi?
-Quello che provo per te mi fa paura per quanto è intenso. Ogni volta che mi fai male dovrei odiarti e invece riesco solo ad amarti ancora di più. Sei l’unico che può rendermi felice.- sussurro, nella speranza che dica qualcosa.
-Però stai per sposare un altro.- mi ricorda.
Serro gli occhi, lo stomaco è contratto, fa male, il cuore batte troppo forte, mi manca l’aria. Se non lo faccio ora, non lo farò mai più.
-InuYasha, non ci sono più segreti tra noi. Se anche tu mi ami, resta con me.- sussurro.
Non mi lascia completare la frase, perché un suo dito va a poggiarsi, leggero, delicato, sulle mie labbra secche e screpolate.
-Shh, non aggiungere altro, ti prego, altrimenti non riuscirò a fare ciò che è giusto. Ti amo più della mia vita, Kagome, ma ti ho procurato troppa sofferenza. Ho dovuto accettarlo, non sono in grado di renderti felice senza arrecarti anche dolore. Ho logorato quello che c’era tra noi con le mie bugie e i miei errori, ma non posso più farlo.-
-C..che vuoi dire?- bisbiglio, improvvisamente spaventata.
Non può farlo davvero..
-Ciò che desidero più al mondo, prima ancora dell’averti al mio fianco, è vederti felice. Io non sono capace di farlo, non nel modo in cui meriti.-
Mi sta lasciando, lo sta facendo davvero. Sento gli occhi inumidirsi..che stupida sono stata.
-Io..- tento di dire, ma mi blocco immediatamente.
Cosa dovrei dire? Mi sono illusa da sola, forse è questa la cosa giusta da fare.
Non voglio sentire altro, non c’è altro da dire.
-Ti prego, non odiarmi. Non è lui l’uomo giusto, ma mi auguro che sappia renderti felice.-
Mi rialzo, incapace di andare oltre.
-Sii felice anche tu, InuYasha.-
È l’unica cosa che riesco a dire prima di correre via.
Scappo, lontana dall’unico uomo che amo, lontana da quella che poteva essere una nuova possibilità per noi..speranza vana.
Sento le lacrime spingere per uscire, ma le respingo. Non piangerò, non avrebbe senso.
Ci siamo chiariti, ci siamo salutati educatamente, non era forse questo che volevo?
Volevo che il nostro rapporto si chiudesse in un buon modo, ho solo ottenuto quello che volevo. Continuo a ripetermelo, ma non riuscirò mai a convincermene.
Bugie, solo altre bugie. Se fosse davvero così, non mi sentirei vuota, triste e pietosamente sola..non sentirei questo insopportabile male al cuore.
InuYasha, è così che ti senti anche tu senza di me?



NOTE DELL'AUTRICE:
Ehm, ciao..anche se immagino che a questo punto qualcuno di voi voglia uccidermi :) Ci sta, che dopo Kagome sia anche InuYasha a fare un pò il cretino..le cose facili non mi piacciono xD
Forse il nostro bel macho si è lasciato prendere un pò troppo dalla depressione e dallo sconforto, forse aveva bisogno solo di un pò di insistenza in più da parte di Kagome, ma lei che aveva appena deciso di riaprirsi un pò si è richiusa a riccio ed è corsa via al primo ostacolo. Anyway il matrimonio si avvicina, così come la fine della storia..manca un solo capitolo, più l'epilogo..quindi, nel prossimo, conosceremo il destino che ho riservato ai nostri protagonisti :)
Consigli, critiche, proposte? Sono aperta a tutto e se vi va, fatemi conoscere il vostro parere riguardo al capitolo ;)
Grazie anche a tutti coloro che leggono la storia e chi l'ha inserita tra le seguite/ ricordate o preferite :)
Baci
P.s. Come sempre vi lascio il link del gruppo, per chi avesse voglia di unirsi a noi.
Ci trovate, numerosissime e pazzissime, qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
   
 
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