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Autore: clasaru    12/10/2008    5 recensioni
Il primo bacio tra Naruto e Sasuke: un momento significativo per la coppia! ma se Naruto si riferisse a un bacio...e Sasuke a un altro? La mia prima Sasunaru: intimità di coppia, introspezione, romanticismo e un pizzico di comicità (che a me non manca mai!). La mia prima Sasunaru, i commenti sarebbero assai graditi! Dedicata alla mia Tori-chan.
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno yaoioso saluto a tutti! Mi chiamo Saru, e questa e la mia prima Sasunaru.

Vi prego di leggere le seguenti poche righe, perché la storia sia più chiara: questo racconto si ambienta in un ideale futuro in cui, dopo una lunga guerra, Naruto a riportato indietro Sasuke (*sospiro*) e i due sono felicemente fidanzato (*doppio sospiro*). 

Ci sono citazioni di alcuni momenti del manga, e di alcune interpretazioni di fan-girl in proposito (come “l’ipotetico” bacio della valle dell’epilogo).

 

 

Questa fan-fic è dedicata alla mia adorata Tori-sama (Stella Marina, in questo sito), mia migliore amica nonché Sasunaru-fan numero 1.

Spero ti piaccia, sorellina!

 

Buona lettura.    

 

 

 

Il primo bacio,

ovvero:

Quel giorno in cui Sasuke s’impappinò

 

 

 

 

Naruto aveva sempre avuto una spiccata tendenza alla fanfaronaggine. Gli era capitato spesso, proprio a causa del suo orgoglio puerile e sfrontato, di soffocare in altro lato del suo carattere, ovvero quello sensibile e facile all’intenerimento.

Lui non aveva la lacrima troppo facile, questo no, ma non era nemmeno un cuore di pietra: se qualcosa lo colpiva nel profondo,in quanto testa calda, si emozionava e partiva d’impulso per la reazione, che questa fosse euforia, ira, commozione, frustrazione, disperazione o gioia.

Lui era un emotivo, e per questo c’era poco da fare.

Si rigirò tra le lenzuola, ormai sveglio e lucido, da quando un caldo raggio di sole mattutino gli aveva dato un rovente bacio sulle palpebre.

Si ritrovò così faccia a faccia con col suo amante, ancora profondamente addormentato.

Lui sì che era un uomo di ghiaccio! Quasi nessuno riusciva mai a interpretare le sua emozioni e i suoi pensieri, se decideva di mantenerli celati.

Naruto gonfiò le guance come un bambino, invidioso; anche lui avrebbe voluto essere così impassibile e freddo, così come al gelido Uchiha veniva tanto spontaneo.

Ma Naruto avrebbe preferito fare il bagno nei carboni ardenti, piuttosto che ammettere di essere invidioso di Sasuke! “Assolutamente no!” pensò Naruto sprezzante, con uno sbuffo.

Anzi, per ripicca, sarebbe stato più emotivo e affettuoso che mai:

Strisciando furtivo, sul copriletto e tra le lenzuola stropicciate, si avvicinò gradualmente a Sasuke, finché i loro visi quasi non si toccarono.

I respiri del moro erano lunghi e regolari, le membra rilassate, le gambe mollemente appoggiate una sull’altra,.

Era uno dei rari momenti in cui il suo viso era disteso, privo della solita severa serietà, ma anzi perso nell’oblio e quasi addolcito.

Il biondo s’incantò a guardarlo. Era strano vederlo così incredibilmente, fisicamente vicino a lui, quando per anni erano stati separati.

Quella vicinanza era intima e ovattata, Naruto poteva percepire e godere persino del respiro fresco di Sasuke sul suo viso.

Per un attimo, quel contatto ricordò qualcosa a Naruto, uno dei momenti più belli della sua vita (della loro vita), per quanto all’epoca quell’episodio fosse risultato estremamente imbarazzante, quasi tanto da risultare solamente come un flashback spiacevole.

Naruto stiracchiò la bocca in un sogghigno malizioso e muto; poi strofinò delicatamente il suo naso contro quello di Sasuke.

Nessuna reazione.

Testardo, Naruto si avvicinò ancora, carezzando con le labbra gli zigomi lisci di Sasuke.

L’Uchiha teneva imperturbabile gli occhi chiusi.

Ma il respiro divenuto irregolare e sconnesso lo tradiva, e Naruto intuì di averlo ormai svegliato.

« Sasuke… » mormorò, con il tono più carezzevole che gli riuscì « Sasuke, mi stavo chiedendo…tu ti ricordi..il nostro primo bacio..? ».

Sasuke dischiuse appena un occhio, senza guardare niente in particolare.

Era incazzato nero, e l’unico motivo che gli impediva di esplodere come un vulcano era che il suo corpo era ancora intorpidito dal sonno.

Si sentiva gli occhi secchi e i capelli in disordine. Come se non bastasse, durante la notte doveva aver sofferto il caldo, perché sentiva distintamente rigoli freddi di sudore scendergli lungo le ampie spalle e la schiena.

Con una notevole prova di autocontrollo, si girò sull’altro fianco, dando le spalle a Naruto, sperando che questi capisse e desistesse.

Speranza vana: cocciuto e offeso, il biondo gli passò un braccio intorno alle spalle, posandogli più baci rapidi dietro al collo..

« Che c’è Teme, non hai sentito la domanda? » piagnucolò, quando ebbe smesso.

Sasuke, irritato, si scostò, sdraiandosi prono. Più che non aver sentito la domanda, non l’aveva nemmeno recepita. I suoi sensi erano ancora offuscati dal sonno.

« Mphf » fu dunque la sua significativa risposta.

Naruto si spazientì, e stavolta la sua voce non si sforzò di risultare melensa:

« Ti ho chiesto se ti ricordi ancora del nostro primo bacio, ‘ttebayo! ».

Sasuke aprì gli occhi di scatto, e assestò una gomitata (non troppo lieve peraltro) alle costole di Naruto, che emise un rabbioso gemito di protesta.

« Non posso credere che mi hai svegliato per una cazzata del genere » ringhiò cupo l’Uchiha « se non era per te potevo dormire almeno altre due ore ».

Sasuke era, ancor prima che infuriato, scandalizzato! Come si poteva essere tanto fastidiosi e inopportuni come Naruto? L’Uchiha detestava quel genere di manifestazioni d’affetto tanto futili e cretine.

Tuffò la testa nel cuscino; perfetto: ormai era talmente sveglio che non sarebbe più riuscito a riprendere sonno. “Davvero fantastico!” pensò esasperato.

E pensare che Naruto sapeva benissimo quanto lui fosse di pessimo umore quando si svegliava spontaneamente, figurarsi dunque quando veniva svegliato.

Svegliare Sasuke prima del tempo equivaleva a essere dei masochisti con tendenze suicide e… cos’era quel silenzio?

Nella stanza aleggiava una quiete illogica: per una scenetta come quella di qualche istante prima, Naruto avrebbe già dovuto attuare la sua vendetta, consistente in lamenti puerili, calci, pugni e qualche giocoso (ma affilatissimo) morso di rappresaglia.

E invece silenzio.

Sasuke, contro ogni aspettativa e logica, non ne ricavò il minimo sollievo.

Anzi, tolse il viso dal cuscino e guardò a sinistra, verso Naruto.

Il biondo gli dava le spalle, raggomitolato sul fianco destro. Fermo e zitto.

« Ehi » borbottò Sasuke.

Nessuna risposta. Il biondo se ne stava sulle sue, probabilmente offeso.

« Ehi! » ripeté Sasuke, stavolta più forte.

Niente da fare.

Più intenso della sonnolenza, più forte dell’irritazione, più bruciante del caldo, un insolito sentimento s’insinuò in Sasuke: senso di colpa?

Il moro emise un sospiro, mascherato da sbuffo d’insofferenza.

« Mi dispiace per la gomitata, va bene? È che appena sveglio sono nervoso. E tu lo sai » si giustificò, per quanto l’emisfero più orgoglioso del suo cervello continuasse, pedante, a ripetergli che lui non aveva niente di cui scusarsi.

Naruto incassò la testa tra le spalle e strinse le lenzuola tra i  pugni. Muto.

«  Be’? che altro dovrei dire? » protestò Sasuke, che oltre alle sue scuse ( già di per sé rare da ottenere per chiunque) non sapeva proprio cosa aggiungere.

A quella frase, Naruto esplose:

« Ma non è quello, dattebayo!! » urlò, coprendosi la testa col lenzuolo.

“Oh” pensò Sasuke. Ora capiva. Naruto non era certo offeso per la gomitata.

 

Il jinchuriki della volpe manteneva il broncio, determinato più che mai a non lasciar cadere la questione di poco prima.

In genere, nei litigi (piuttosto frequenti ) tra di loro, a spuntarla era, dai per l’effetto libidinoso che aveva su Naruto, dai perché era il più fermo e controllato, sempre Sasuke.

Ma stavolta il biondo non aveva la minima intenzione di darla vinta al compagno, ed era più deciso che mai a non concludere la cosa con uno dei suoi soliti sorrisi a trentasei denti. Uno di quei sorrisi che era incapace di trattenere anche dopo i litigi più aspri, a indicare che, ad ogni modo, in fondo, lui trovava molto meglio “arrendersi” per primo e godere della pace fatta, piuttosto che rimanere sulle sue a costo di dimostrare le sue ragioni.

Fu per questo, dunque, che quando una presa di ferro gli cinse le braccia, cercando di farlo voltare, oppose una feroce resistenza, carico di risentimento.

« Non ci pensare neanche! » urlò, con una punta d’isteria, mentre tentava invano di divincolarsi

« non risolverai la cosa con la forza, Teme!! Non stavolta! Lasciami stare, datteba… ».

La lotta era impari, e Naruto non fece in tempo a finire, che Sasuke aveva avuto la meglio: il moro, usando un ginocchio sul fianco di Naruto come un perno, lo voltò verso di sé.

Una mano continuò a bloccare il braccio, e l’altra andò a prendere, delicatamente ma con fermezza, il mento di Naruto, per costringerlo ad un attenzione forzata.

Naruto rimase col fiato mozzo. Sasuke sapeva essere estremamente prepotente e autoritario, e stranamente, era proprio quando lo diventava, come in quel momento, che il biondo lo trovava assolutamente irresistibile, e metteva da parte ogni resistenza, abbandonandosi a lui.

« Non l’ho dimenticato » esclamò Sasuke, fissando con i suoi occhi d’ebano Naruto, accanto a lui.

« …eh? » balbettò Naruto, totalmente dimentico, a causa della presa passionale di Sasuke, del discorso di prima.

« Sei un cretinetto…parlo di quello che avevi detto prima tu stesso » mormorò Sasuke, abbassando la voce man mano che si avvicinava all’orecchio di Naruto « figurati se mi scordo il nostro primo bacio ».

Naruto si sentì mancare le forze, sentendo la lingua calda di Sasuke passare dal carezzare dolcemente il suo collo, avvicinandosi, passando dalla mascella, fino alle labbra.

Il biondo, sentendo i sospiri di Sasuke sulla sua bocca, dischiuse le labbra e chiuse gli occhi, pronto a ricevere il suo bacio.

Che però non dava segni di arrivare.

Naruto riaprì un occhio, irritato e impaziente, per scoprire che Sasuke lo stava fissando divertito, con un sorrisetto malvagio stampato in volto.

« Razza di bastardo!!! Ti diverti a tenermi sulla corda?! » urlò Naruto, afferrando un cuscino e lanciandolo a Sasuke, che, ovviamente, schivò « sei proprio uno stronzo!».

Dietro gli strepiti e gli insulti però, Naruto nascondeva un euforia frizzante, dovuta all’ammissione del moro. Dopotutto, Sasuke ricordava!

Il custode della volpe si gettò addosso al suo amato, ingaggiando con lui una lotta, o meglio una sorta di gioco, tra le lenzuola.

« Ci manca solo che cominci a scodinzolare, dobe » lo schernì Sasuke, mentre Naruto tentava inutilmente di buttarlo giù dal letto, ridacchiando come un bimbo piccolo.

Poi, stanco,il biondo si gettò all’indietro, atterrando di peso sul morbido materasso.

Se lo ricordava come fosse stato il giorno prima, sebbene invece il loro primo bacio fosse avvenuto quando avevano ancora la tenera età di dodici anni. In un certo senso, quel bacio era la testimonianza dell’inizio di tutto: fu proprio in quel giorno, oltre a baciarsi, che finirono nello stesso team, e sempre da quel giorno, tra di loro, nacque il seme acerbo di un legame destinato a consolidarsi fortemente attraverso il tempo.

E pensare che era stato un incidente! Un attimo prima si fissavano in cagnesco e un attimo dopo, causa la spinta di un compagno distratto, si ritrovavano a incrociare le loro labbra.

Certo, subito dopo avevano entrambi manifestato segni di esplicito disgusto, forse anche un po’enfatizzato, giusto per togliere a tutti gli spettatori anche il minimo dubbio che quel bacio potesse essere stato piacevole.

Col senno di poi, tutto sommato, Naruto ne conservava il ricordo con affetto e, a dirla tutta, una punta d’orgoglio: era stato lui e nessun altro, a catturare per primo il bacio del gelido principe degli Uchiha!

Il biondo ridacchiò, conscio che quel ricordo fosse, per Sasuke, un indelebile traccia d’imbarazzo a macchiare un percorso di memorie decorose e immacolate da sobrio Uchiha.

« Ironia della sorte, eh, Teme? » cominciò, tronfio, « …che il nostro primo bacio sia stato un incidente! ».

Silenzio.

« Hihihihi! Ti sei offeso eh? Dattebayo! » sghignazzò ancora, sperando che irritando di più il compagno, l’avrebbe convinto a smettere di ignorarlo. Invece Sasuke non accennò un suono.

Il biondo iniziò a preoccuparsi, pensando che il moro potesse attraversare, in quel preciso istante, uno dei suoi sbalzi d’umore, durante i quali a volte si chiudeva totalmente in se stesso, senza che nulla potesse smuoverlo.

Si tirò su di scatto, avvicinandosi al moro, che gli dava nuovamente le spalle. Accostandoglisi alla nuca, un rumore continuo e greve lo illuminò sullo stato emotivo del suo amante: Sasuke russava, nuovamente perso nel mondo dei sogni.

« E meno male che non potevi più riprendere sonno! » lo sgridò Naruto, più divertito che arrabbiato, scuotendo una spalla al bello addormentato per svegliarlo una seconda volta.

Sasuke dischiuse appena gli occhi, di nuovo intorpidito e confuso.

« …dunque dicevo:.. una bella ironia della sorte che il nostro primo bacio sia stato un incidente, dattebayo! » riassunse Naruto, atteggiandosi pomposamente come solo lui sapeva fare.

Sasuke raccolse faticosamente alcuni stralci della frase nella sua testa assonnata e li elaborò:

« …incidente? » balbettò, insicuro di aver sentito bene.

« Sì, sì, ovvio, mio caro Teme, » iniziò a parlare a vanvera Naruto « all’accademia, da bambini, davanti a tutti, ma pensa un po’ che vergogna, per te che sei sempre così riservato, però eravamo carini vero? Cioè, mi rendo conto che in sé sia stata una gaffe, quella di allora, però io ne conservo un bel ricordo, e tu? Perché magari per te non è lo stesso e tu magari… »

Sasuke smise di ascoltare il fiume infinito di parole, e si concentrò sulla prima frase: “un incidente”?

Ciò voleva dire che, per Naruto, il loro primo bacio era stato quello all’accademia?

« Sei un benemerito idiota » esclamò Sasuke con voce secca, imponendo il silenzio al compagno, che lo fissò torvo di rimando « ma ti pare di poter considerare quello il nostro primo bacio? Quell’episodio ridicolo? ».

Nonostante i suoi pensieri fossero ancora impastati di sonno, Sasuke percepiva pungente l’indignazione. Se c’era stato un vero primo bacio tra loro, doveva essere per forza quello della Valle dell’Epilogo: un bacio che suggellava qualcosa di serio come un legame autentico, un bacio tanto sofferto quanto passionale, un bacio d’addio che al contempo premetteva un amore infinito, inattaccabile e sincero.

E invece il cretino cosa si ricordava? Il bacetto accidentale dell’accademia! Ma da uno a dieci, quanto era imbecille il suo dobe?

« Scusa, ma perché non dovrebbe essere quello il nostro primo bacio? » si lamentò animosamente Naruto, storcendo la bocca « cronologicamente parlando, è stato proprio il primo! »

« Per me, quello è stato…un goffo incidente. » spiegò il moro, biascicando tra il sonno e la veglia

« un primo bacio.. deve avere un vero significato… ».

« Vabbé, ma allora per te qual è stato il vero primo bacio? » sbottò il biondo riottoso al suo fianco.

« Fai due più due, cretinetto… ».

Naruto tentò di obbedire: Sasuke non riconosceva quello dell’accademia come il loro primo bacio, di conseguenza, quello che giudicava autentico, doveva essere quello avvenuto moooolto tempo dopo, addirittura dopo che la guerra era terminata e l’Uchiha era tornato a Konoha.

Bel momento quello, senz’altro, ma Naruto lo considerava troppo..troppo recente per essere il loro primo bacio. Se l’erano dato all’età di almeno vent’anni! E a prescindere non era comunque il primo! A Naruto quella storia non piaceva affatto.

« No,no,no,no, scusami tanto, ma non mi va . So benissimo che il bacio che ci siamo scambiati dopo la guerra, al finale del nostro ultimo combattimento, è stato davvero magnifico, ma io continuo a pensare che il nostro primo bacio sia stato quello dell’accademia! Dattebayo! ».

« …Scemo, e siamo a tre… » borbottò Sasuke « non parlo neanche di quel bacio… ».

« eeeeh? Ma allora di quale cavolo parli?! » esclamò Naruto sconcertato.

« ma di quello nel mezzo tra questi due, no? Quello della valle dell’epilogo! » rispose Sasuke, per poi sbuffare e girarsi di nuovo, gli occhi ben chiusi, determinato a riaddormentarsi.

Aveva persino dovuto ricordare a Naruto di quel bacio. Incredibile quanto quel cretinetto avesse la memoria corta; e pensare che Sasuke ricordava con chiarezza l’istante preciso in cui si era chinato, sotto la pioggia, in mezzo a quella sconfinata vallata, per avvicinarsi sempre più a Naruto, che quella volta era…era.. “un attimo..” pensò Sasuke “…lui era…”.

« ..ma noi non ci siamo mai baciati nella valle dell’epilogo, ‘ttebayo.. »

“ …lui era privo di conoscenza?!?!”.

Sasuke spalancò gli occhi, sudando freddo. Come se fosse stato colpito da una secchiata d’acqua gelida, tornò lucido, maledicendo il torpore del sonno, che gli aveva appena fatto commettere un errore non solo grossolano, ma anche di portata considerevole:

Nella valle dell’epilogo, Sasuke aveva sì baciato Naruto, ma mentre questi era svenuto!

Sasuke deglutì: non c’era dubbio che tra loro due, a comandare, fosse proprio lui stesso, ma era anche certo che un Naruto infuriato era una prospettiva allarmante. E cosa non garantiva all’Uchiha, che il biondo al suo fianco, scoprendo di un bacio strappatogli mentre non era nemmeno cosciente, e tenuto nascosto per anni interi, non si sarebbe lasciato andare a una crisi di collera?

Dopotutto, Sasuke lo sapeva bene, uno dei valori più importanti per Naruto era proprio la sincerità: non era lui quello che le sparava sempre dritte in faccia senza neanche il minimo pudore?

« Allora teme! » la voce già di per sé agitata di Naruto s’incrinò di sospetto « mi spieghi che significa “quello della valle dell’epilogo”? ».

Il moro tentò di rilassarsi: non tutto era ancora perduto. Dette alla sua voce il tono più rilassato possibile e rispose: « Lascia stare dobe. Mi sono sbagliato. Ho avuto un semplice lapsus. È come dici tu, il nostro primo bacio è stato quello dell’accademia. Avevi ragione ».

Gli occhi di Naruto si sgranarono lentamente di stupore, poi, sempre pian piano, si strinsero di sospetto.

« Non mi quadra… » insinuò Naruto inarcando le sopracciglia, proprio nel momento in cui Sasuke credeva d’averla scampata « tu che ammetti che io avevo ragione, e per di più cambiando idea in modo così repentino. Non ci casco. Che è ‘sta storia della valle dell’epilogo? ».

Sasuke, tentando di non farsi prendere dal panico, architettò un piano d’emergenza. “A mali estremi, estremi rimedi” pensò, prima di giocare il suo asso nella manica:

« E va bene, dobe. Lo ammetto, è che prima stavo facendo un sogno… un sogno con noi due, nella valle dell’epilogo » la sua voce si fece profonda e suadente « era un sogno dove facevamo delle cose e… insomma.. quando mi hai fatto quella domanda sul nostro primo bacio io stavo pensando a quella mia fantasia e così.. ho avuto un lapsus, tutto qui. ».

Per un breve istante Sasuke credette di averla sfangata. Ma fu, appunto, un attimo.

« Ma fammi il favore, teme! » trillò la voce stridula di Naruto « quando fai dei sogni erotici con noi due, appena ti svegli mi salti subito addosso. Non mi dai neanche il tempo di aprire bocca, che me la stai già tenendo occupata con la tua lingua!! ».

Sasuke si morse il labbro: “Touché”.

« allora, ti decidi a dirmi la verità o no? » protestò Naruto incrociando le braccia.

Il moro si arrese. Si mise a sedere sul materasso, si passò una mano tra i capelli per allontanarli dagli occhi, e, finalmente, prese a discutere con Naruto guardandolo dritto negli occhi.

« Ascolta, » iniziò, sperando che quella conversazione finisse presto e in modo pacifico « dopo il nostro combattimento nella valle dell’epilogo, tu eri svenuto, ma io… » Sasuke chiuse gli occhi e sospirò « ero più cosciente che mai. ».

Una lunga pausa che non accennava a smettere. L’Uchiha continuava a tenere gli occhi chiusi, assaporando un ricordo amaro di cui era l’unico possessore.

Naruto comprese che non doveva insistere o mettere fretta al moro, mentre raccontava, ma un filo di risentimento serpeggiava in lui, nonostante non individuasse la ragione esatta: era perché intuiva dove il discorso sarebbe andato a parare, ovvero verso un bacio dato a tradimento e celato per anni, oppure perché era conscio di non poter condividere quella memoria con la persona che amava?

Sicuramente la seconda: Naruto amava Sasuke, e nutriva il desiderio bramoso di condividere con lui qualsiasi cosa. Ma Sasuke aveva come un mondo dentro di sé, composto da ricordi di sua esclusiva appartenenza e generato da un passato avvolto nel gelido abbraccio dell’odio, inaccessibile a chiunque.

Il loro addio nella valle dell’epilogo aveva un significato diverso per entrambi, e Naruto comprendeva, con delusione, che il ricordo di quel momento dal punto di vista di Sasuke non gli sarebbe mai appartenuto.

« io ero molto confuso.. ».

Le parole di Sasuke uscivano lentamente dalle sue labbra socchiuse, quasi dovesse assaporarle, prima di liberarle nell’aria tiepida della stanza da letto. Naruto riprese ad ascoltare.

« Mentre le prime gocce di pioggia mi bagnavano il viso, per un attimo intuii di essere in errore, pensai di rinunciare al mio piano di vendetta, immaginai come sarebbe stata la vita tornato di nuovo a Konoha… con te. Invocai il tuo nome, volevo dirti qualcosa, spiegarmi, scusarmi, chiederti consiglio… sebbene tu non fossi cosciente..io volevo aggrapparmi solo a te, ma poi… all’improvviso sentii una profonda fitta di dolore, generata dal mio abusare del marchio. La mia visuale si fece indistinta, smisi di vedere per qualche attimo… sentivo chiaramente solo l’aspro odore del mio stesso sangue… ».

Sasuke rievocava l’episodio con una nitidezza palpabile, e Naruto si rese conto di come fosse ancora vivido, per lui.

« Mi ritrovai carponi a terra. Quando mi ripresi, ero faccia a faccia con te. Eravamo così vicini…ma al contempo non eravamo mai stati così lontani. Io dovevo andarmene. Ci ripensai allora; per me era troppo tardi, non potevo fare altro che proseguire per la mia strada.

Il mio era un addio definitivo. ».

Naruto si passò una mano sul viso, coprendosi gli occhi. Sasuke gli lanciò una rapida occhiata triste e poi riprese:

« Tu eri lì davanti a me, il solito Naruto di sempre. Ma non del tutto. Avevi dato prova di un coraggio e una determinazione, nel tentativo di riportarmi alla Foglia, che mi aveva colpito. Tu mi amavi. Altrimenti non ci avresti messo tutta l’anima, in quell’impresa. E anch’io ti amavo, stupido, incosciente e coraggioso com’eri.

Ti baciai: posai delicatamente le mie labbra sulle tue, umide di pioggia, perché tu eri perso nell’oblio, e non avresti mai saputo cosa provavo, soffrendo così di meno, per la mia partenza. E poi… »

« E poi te ne andasti » concluse per lui Naruto, con entrambe le mai davanti al viso.

« Mi dispiace. » soffiò appena Sasuke « mi dispiace di averti abbandonato. Mi dispiace di averti tenuto nascosto tutto, di averti mentito per tanti anni. ».

Il moro si avvicinò al compagno, scontandogli cautamente le mani dal viso, bagnato dalle lacrime.

« però non mi dispiace » aggiunse con un sorriso un po’ ironico « di averti baciato. Né nella valle dell’epilogo, né all’accademia, né da nessun altra parte. ».

Naruto non resistette e si lasciò strappare un mezzo sorrisetto.

« Neppure a me dispiace, dattebayo » gongolò con voce maliziosa « e ora te lo dimostro! ».

Sasuke si ritrovò disteso sul letto, con il piacevole peso di Naruto sul petto.

« Allora non sei offeso? » domandò il moro, un po’indispettito dalle leccatine che il biondo gli stava passando dietro le orecchie.

Naruto sospese le sue coccole per guardare Sasuke negli occhi, con una dolcezza che gli era inusuale: « No. » ammise con un sorriso tenero « all’inizio c’è l’avevo un po’ con te, ma ora…dopo che mi hai spiegato tutto…».

Il ragazzo chinò un attimo la testa, e Sasuke temette che si rimettesse a piangere, ma invece quello lo alzò su di scatto e scoppiò rumorosamente a ridere:

« Ora ho voglia di fare un'altra cosa con te, dattebayo!!! » urlò, ignorando le smorfie di Sasuke, irritato dal baccano « accidenti, tutto questo tempo a pensare ai bacetti, come fossimo ancora dei bambinetti! Pensiamo a qualcosa di più…adulto, adesso, che ne dici Teme?eh? ».

Sasuke soffiò di sollievo, anche se solo mentalmente, e ringraziò il cielo per la sete infinita d’affetto che nutriva il suo Dobe, talmente intensa da soppiantare il rancore e il risentimento.

Fece appena in tempo a visualizzare nella propria mente il loro primo bacio un'altra volta, che Naruto glene stava dando uno nuovo, uno dei migliore. Fino ad allora.

Baci ancora più belli, ci sarebbero stati in futuro.

 

     

 Fine.  

       

    

    

       

                                    

    

       

  
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