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Autore: LittleEevee    12/10/2014    0 recensioni
Chi lo dice che ogni sorriso sia vero, che chi ride sia felice?
Sono cose che si danno per scontate, ma non sempre si è nel giusto, non sempre si riesce davvero a comprendere i sentimenti altrui. In questa fanfiction saranno ''svelati'' dei possibili lati nascosti di varie nazioni, possibili angosce che potrebbero tener nascoste nel loro cuore.
Ogni capitolo rappresenta una nazione, ed ognuna di queste ha una storia ispirata alla canzone ''Arlecchino'' del cantante Paolo Meneguzzi. Vi consiglierei di ascoltare la canzone per capire un pò meglio la storia ed i riferimenti.
La storia verrà narrata dal personaggio stesso.
Il primo personaggio ad apparire è Antonio, gli altri? Lo scoprirete poi chi saranno
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sorpresa, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“ - Ma tu chi seiiii? - mi chiese così il mio amico Kumajiro, quel tenero orsacchiotto parlante, dalla pelliccia bianca e soffice, sì, insomma... si è capito chi.
- Come non ti ricordi di me? Io sono Canada....-
-Chi?-
- Canada, sono Canada!-

Come al solito mi esprimo con il dispiacere in volto, essere dimenticati non è una cosa bella, soprattutto se a dimenticarsi di te è una persona che consideri cara. Io sono molto affezionato a Kumajiro eppure lui, per lui è quasi come se non esistessi.
E non solo con lui, ovvio... tutti si scordano di me, spesso neanche mi notano. Che cosa triste... “


Matthew scriveva lentamente, nel silenzio della notte che quel giorno aveva un cielo nuvoloso, neanche le stelle e la luna potevano far compagnia al ragazzo. Era sempre solo, che fosse circondato da gente oppure no, la situazione non cambiava molto. Non era proprio vita la sua, un fantasma sarebbe stato notato di più.
A cos'era paragonabile, allora, il canadese? Era forse la personificazione del nulla? No di certo, ma spesso arrivava a pensare ad una cosa simile. Con una penna nera macchiava d'inchiostro le pagine di un diario, il suo diario, il secondo 'amico' più fidato che avesse.
La scrittura procedeva e con essa avanzava anche la notte; lui non era stanco, o meglio, non era stanco per assenza di sonno, s'intende. La sua stanchezza era un'altra, assai differente da quanto si possa immaginare.


“ Eh diario, come avrai capito dalle righe precedenti, sono sempre io, il patetico Canada, colui che di amici veri e propri non ne ha... l'eterno dimenticato, la rappresentazione del nulla.
Diario... non mi chiederai anche tu chi sono, vero? E' improbabile però ho paura, temo che da un giorno all'altro io possa trovare una grafia diversa dalla mia che dica la seguente e scontata domanda:

- TU CHI SEI? -

sarebbe un vero shock una cosa del genere, non ti pare? Ahahah, già... non può dimenticarmi ma non puoi neanche rispondermi, che cosa ironica e triste.
Ma sai, diario, una persona che si ricorda di me c'è, un'altra nazione che non chiede mai chi io sia, una nazione che mi ricorda, l'Olanda.

Durante l'ultima guerra mondiale diedi un aiuto alla sua nazione, lui se ne ricordò, eccome. Ogni anno, per gratitudine, mi manda un enorme quantità di bulbi di tulipano, non se n'è mai scordato. Secondo te dovrei essere felice diario? Perché vedi, la cosa non mi fa impazzire... sembro sciocco lo so, ma è così. “


Annotò le motivazioni di quell'infelicità che ovviamente non era ingratitudine, ma bensì un ragionamento ben espresso.
Olanda si ricordava di lui per questioni di guerra, per una situazione delicata dalla quale, da sola, la nazione non sarebbe riuscita ad uscirne facilmente. Matthew aveva fatto un'azione più che significativa ma, il canadese, non era orgoglioso, tutt'altro.
Le persone comuni non hanno bisogno di fare cose ecezionali per essere parlate o solamente ricrdate, allora perché per lui c'era quell'eccezione? Perché doveva essere ricordato per un aiuto in guerra, per rimanere poi ignorato da quasi tutti?
Proprio non capiva ciò, né voleva sforzarsi a capirlo: il destino è crudele, ecco la verità; non gli parve che esistessero altre spiegazioni possibili.
No, non potevano essercene.


“ Sai diario, mio fratello America viene sempre ricordato, riesce ad essere al centro dell'attenzione senza far niente di speciale... come lo invidio. Io mi accontenterei anche di molto meno, vorrei soltanto essere meno solo. La solitudine, prima o poi, ti uccide ma non sul colpo: inizia a corroderti l'anima lentamente, sprigionando un oblio che aumenta sempre di più, inarrestabile.
Puoi tentare di opporti ma è tutto inutile, da solo non puoi farcela, hai per forza bisogno di aiuto. Ma come puoi riceverne se sei sempre dimenticato dagli altri?
Che strana cosa sapere come potersi salvare senza averne poi la possibilità, che schifezza “


Parola dopo parola le pagine iniziavano a riempirsi di frasi e pensieri, ma non solo, in un certo senso si poteva dire che più il ragazzo scriveva e più quel diario si riempiva di Matthew, metaforicamente parlando.
Là erano scritte le sue emozioni, i sentimenti... Matthew non si era posto dei limiti, seguiva quella che era la sua personalità, ciò che rimaneva della sua povera anima, ogni giorno più straziata e meno combattiva. Ma cosa combatte un'anima? Beh, è tanto evidente: la sua lotta è il riuscire a sentirsi viva, ignorando tutti gli eventi brutti che potrebbero accadere, ignorando gli aspetti angoscianti della quotidianità.
Ma Canada non era un combattente, era debole o almeno così si considerava.


“ Tutti hanno, per loro, una persona che possa esserci, che sia in grado di risollevare il morale quando esso è a terra, tutti hanno una persona che ogni tanto chiede loro come stiano, se la vita sia buona o stronza con loro; tutti tranne che me.
Ma non è la vita ad essere tremenda, è diverso: nel mio caso è il destino ad essere crudele, a beffarsi di me.
Questa solitudine è uno schifo, un vero schifo. E' triste, no, è molto peggio... “


La bianche pagine non rimasero a lungo immacolate, l'inchiostro scivolava rapidamente su di esse, lasciando un segno su di esse. Una grafia di dimensioni ridotte ma elegante e comprensibile. Quella carta neutra non sarebbe rimasta tale a lungo, dei sentimenti erano là descritti con un inchiostro nero che era in compagnia delle lacrime del canadese che silenziose, tra un singhiozzo e l'altro, cadevano sul foglio rischiando di sbavare lo scritto.
Povero Matthew, tutto solo.


“ Tutti, tutti si scordano di me oppure non si accorgono che io sia accanto a loro. Le solite frasi, i soliti toni

- Ah, ma c'eri pure tu?-

- Scusami, non ti avevo visto!-

- Quasi mi sembravi invisibile...-

- Eh? Hai detto qualcosa?-

- ...ah, mi ero dimenticato di te-

- Chi saresti?-

- Canada? Mai sentito nominare?- ''


Scriveva, a distanza tra loro, le frasi più ricorrenti. Le scuse, le parole... tutti i momenti in cui si erano dimenticati di lui. Le lacrime non accennavano a fermarsi, anzi aumentavano.
Quante pagine aveva riempito con quelle ''citazioni''? Tre o quattro, quasi cinque. Doveva reagire, tornare lucido; quel pianto doveva essere stoppato. Andava trovata una fine al racconto di quel giorno, chiudere poi il diario e riaprirlo il più tardi possibile, magari per un avvenimento felice, degno d'esser ricordato per riscaldarsi il cuore ogni qual volta che si fosse sentito morire.
Eh, ma avvenimenti così non ne aveva avuti mai, poteva sperare solo che il destino decidesse d'esser magnanimo. Una cosa impossibile, tutti sanno che il destino è un pazzo sadico che ci gode assai nell'arrecare danno psicologico, di sfruttare una ad una le persone che più riteneva ''degne'' di diventare le sue marionette.


“ Scrivo e scrivo... inizia a farmi male la mano.
Ovviamente è un dolore insignificante se paragonato al dolore della mia anima, dolore che nessuna panacea potrà mai guarire. Nulla. E allora che fare?
Semplice, caro diario, tutto quel che devo fare è continuare a vivere con un finto sorriso sul volto, procedere la vita soffocando tali sentimenti. L'oblio non potrà essere infinito... no?

Sarò un Arlecchino, indosserò una maschera che altro non farà se non nascondere il mio dolore, mostrerò un sorriso o almeno proverò. Ci sono riuscito per tutto questo tempo e così continuerà ad essere, la felicità non arriverà per me.
Non ci spero nemmeno che arrivi, in cuor mio ho un altro desiderio # Desidero che le persone possano trovar la felicità, vorrei che nessuno possa essere costretto a vivere ciò che sto passando io... “


Aveva ancora molto da scrivere ma lasciò perdere, la stanchezza si impossessò di lui, crollò; doveva sopportare la stanchezza psicologica ma non doveva neanche scordarsi di star bene fisicamente...
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Ciao a tutti, spero che questo capitolo sia piaciuto.
Mi dispiace di aver aggiornato solo ora, ma ho avuto delle complicazioni che mi hanno impedito di scrivere... ed ora ci si sta mettendo di mezzo pure la scuola.
Non so quanti capitoli durerà ancora questa fanfiction, ma sono determinata a fare capitoli che siano almeno decenti, cercando di dare il massimo.
Non so quando aggiornerò di nuovo, ma per allora vi saluto... ciau!
  
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