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Autore: abbracciamiale    12/10/2014    1 recensioni
Charlotte Ashley Harrison è una grande fan dei 5 seconds of summer. Sua madre viene contattata da Cara, madre di Luke Hemmings per diventare la nuova domestica. Cosa succederà la prima volta che Charlie incontrerà i suoi idoli?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 36 – Danger –
P. o. V. Michael
  • Allora. Andiamo in un pub. Siamo in Germania, il paese della birra. Se non beviamo qui andiamo a bere il succo della noce di cocco alle Hawaii? – disse Calum
Io lo guardai storto. Era scemo? Che razza di discorsi erano
  • Cal, hai già bevuto qualcosa prima di andare al pub? No perché sei abbastanza fuori. – dissi provocandolo
  • No. Sono così di natura.
  • Andiamo bene!
Ci mettemmo entrambi i soliti jeans neri e sopra io misi una canotta nera dei Rolling Stones mentre Calum mise la canotta rossa dei Ramones. Entrambi ai piedi le vans e via, diretti verso nuove ragazze.
  • Io voglio una bionda con le curve sexy. – affermò Calum convinto
  • Bene io una mora magra e alta. Siamo d’accordo. – dissi
                                                                                         ***
Arrivammo in un pub chiamato Paul’s pub. Ci sedemmo sugli sgabelli di pelle verde bottiglia e ordinammo al barista 2 birre medie.
  • È il nostro momento. Guarda quella. È … focosa.
  • Che problemi hai Cal? Comunque sono d’accordo. È molto sexy. – risposi alla sua affermazione
Era appena entrata una bionda alta e magra. Aveva il cosiddetto “fisico da modella”. Secondo me era una di quelle ragazze belle e stupide. Ma non era il mio tipo di ragazza ideale. Non che non fosse bella, attenzione, solo che sembrava veramente scema.
Il suo vestito attillatissimo bianco con tutte le paillettes era talmente corto che, se non avesse avuto le mutande, si sarebbe visto tutto. E sottolineo tutto.
Calum stava sbavando come un cane. Lo stesso stavano facendo TUTTI  gli altri uomini del pub.
Colpo di fortuna. L’unico posto libero del pub, era quello accanto a Calum quindi la ragazza si dovette sedere accanto a Calum. Per la sua gioia.
Io intanto mi bevevo assorto la mia birra e vedevo Calum che ci provava costantemente con la bionda. Fortunatamente reggevo abbastanza bene l’alc0ol quindi potevo anche esagerare un po’ di più. Non troppo. Ma un pochino sì.
Riuscii a sentire un pezzo della loro conversazione. Per poco non scoppiai a ridere. La faccia di Calum era veramente da fotografia.
  • Mi chiamo Chantal McConney. – disse la bionda mentre, tra una parola e l’altra si era già scolata mezzo boccale di birra.
  • Io sono Calum, Calum Hood. Forse mi hai sentito nominare perché sono in una band. – disse
Io stavo veramente morendo dalle risate. Calum davvero si era giocato la carta della band dopo nemmeno 2 minuti che si conoscevano questi due.
  • Ehm, no. Mi dispiace. Non ho mai sentito dire il tuo nome. – disse
A quel punto non riuscii a trattenermi e mi alzai dal tavolo. Andai in bagno e scoppiai a ridere.
Quando tornai di là … li trovai che si baciavano? L’alcool fa male. Molto male.
Rimasi spiazzata. Rimasi forse anche deluso da questa cosa. Ma ad un certo punto la vita è sua. Vuole farsi questa bionda tinta? Affari suoi.
Mentre tornavo a sedere, mi venne a sbattere contro una ragazza, che riconobbi come la cameriera perché versò tutta la birra che aveva in mano finì sul pavimento.
  • Oh, ehm, scusami. Non l’ho fatto apposta. – dissi abbassandomi per aiutarla a raccogliere tutto.
  • Tranquillo. È colpa mia. Ti sono venuta a sbattere io addosso. – disse alzando finalmente gli occhi.
La guardai. Era stupenda. Sembrava una dea greca. Avete presente Afrodite? Bene esattamente uguale, solo che lei è mora. Ci guardammo intensamente per alcuni secondi ma poi sentii un urlo.
  • Sarah! Che cazzo ci fai ancora lì con quel ragazzo!? Torna qua a lavorare! Ti tolgo dallo stipendio la birra che hai fatto cadere a terra! – a urlare era probabilmente il titolare della birreria.
Lo identificai come l’ “armadio” che era dietro il bancone. Era enorme. Era alto e grasso. Una barba grigia lunga fino a mezza pancia. Aveva le mani grandi più o meno quanto la mia faccia. Sì mi faceva paura. Come aspetto fisico assomigliava a Hagrid di Harry Potter, solo che era molto più cattivo di lui.
  • Arrivo Armin! Scusa. – vidi la donzella che avevo davanti alzarsi di scatto e iniziare a correre dal titolare.
Ero immobile. Non avevo parole. Come si fa a trattare una donna così? Ha fatto cadere le birre ma non c’era bisogno di risponderle così!
Era calato il silenzio nel ristorante.
  • Ehi! Si calmi! Pago io per le birre che ha rovesciato. Anzi per quanto mi riguarda le potrei pagare tutte. Ma lei porti un po’ di rispetto a … Sarah hai detto? – lei intanto si era rifugiata in  cucina.
  • E ora tu chi sei scusa? Come ti permetti di venire a dare ordini a me? – mi rispose
Oops. Forse era meglio se me ne stavo zitto. Ma chi se ne frega. Era la cosa giusta da fare.
  • Mi chiamo Michael Clifford. ho talmente soldi che potrei comprare tutta questa catapecchia, signor … - chiesi di finire la frase
  • Armin Van Casuen – mi rispose arrogante.
  • Sa che le dico?? Non ho mai sentito dire il suo nome. Come la mettiamo? – chiesi impertinente
Con queste mie parole avrei benissimo potuto prendermi un cazzotto in faccia, ma pace. Io PRETENDEVO che quell’uomo chiedesse scusa a quella ragazza.
  • Dai Mickey andiamo in albergo. Ci siamo messi nei guai. Andiamo. – intervenne Calum
Finalmente era tornato dal mondo di Natalie. Ma ora doveva rompere con la storia di tornare a casa.
  • No. io resto qua fino a che questo individuo qua non chiede scusa alla cameriera.
  • Adesso tu vieni con me o dovrò chiamare Scott per farti venire a prendere – mi minacciò
Intanto Armin se ne tornò in cucina come se tutto questo non fosse mai successo.
  • TORNA FUORI! IMBECILLE! – urlai
  • CHE CAZZO VUOI ORA? – mi rispose quel ciccione che di nome faceva Armin.
Che poi, che razza di nome è Armin? È un nome che non darei nemmeno al mio cane!
P. o. V. Calum
  • CHE  CAZZO VUOI ORA? –rispose il proprietario del pub
Dovevo chiamare Scott o Zoe. Era urgentissimo. Altrimenti qua sarebbe successo un macello.
  • Pronto Scott sono Calum. Devi venire al Paul’s Pub. Michael sta facendo un casino! – dissi praticamente urlando
  • Sì. Arrivo subito. Devo comunque avvertire Zoe. – mi rispose in nostro body – guard
  • D’accordo. D’accordo. Ma fai in fretta. Qui la situazione si mette male. – risposi
  • Certo. Parto subito. 
Intanto che parlavo al telefono sentivo volare offese pesanti. Non sapevo come comportarmi.
Michael aveva ragione. Ma ovviamente non ci si comporta così.
Dovevo intervenire, questo Armin poteva uccidere Michael.
  • Ehi. Michael fermati. Magari Armin ha trattato male la cameriera solo stavolta. Che ne sai? – dissi cercando di essere convincente
  • Questo qui come minimo si mangia 2 gatti a colazione. Come fai ad essere così cieco? – chiese
La sua voce mi faceva capire che era ubriaco, come se non si vedesse già abbastanza. 
  • Smetti di fare lo scemo. Prendi la giacca che arriva Scott. – lo avvertii
  • Che cosa? Hai veramente chiamato Scott? – domandò incredulo
  • Pensavi che ti lasciassi qua a rischiare di farti ammazzare da questo “armadio”? – chiesi sarcastico
  • No. ma così mi hai messo nei casini. – rispose
  • Sinceramente dei tuoi casini mi importa poco. Mi interessa uscire vivo di qui, e magari con te al mio fianco vivo. – risposi alla sua affermazione
Fortunatamente l’hotel in cui alloggiavamo era abbastanza vicino al pub. Infatti Scott varcò la porta del pub seguito a ruota da Zoe.
  • Che cosa è successo qua? – chiese la nostra manager rivolgendosi solo a me.
  • Michael e il proprietario se ne stanno dicendo di tutti i colori. Ero impegnato in altre cose e quindi non ho capito da cosa è spuntato tutto. – dissi
  • Ok. Hai fatto bene a chiamarci. – disse Zoe sorridendomi – ora passiamo a lui.
Andò verso Michael, che iniziava ad essere sudato dopo tutto quell’urlare. c’era molto caldo in quel pub. Era praticamente un forno. E inoltre c’era pure odore di stantìo. Avevo davvero bisogno di uscire a prendere una boccata d’aria.
  • Scott. Esco 2 secondi. Mi gira la testa – informai
  • Vai pure. – disse senza calcolarmi praticamente
Uscii. La brezza fresca mi fece riprendere dallo spavento.
Mi sentivo già meglio. Ma non ero ancora pronto per rientrare dentro quello che di lì a poco si sarebbe trasformato in un inferno.
Chissà dove era ora Chantal? Era stato stupendo. Ma di certo quella sventola era troppo per me. Probabilmente cambiava il ragazzo una volta al giorno. E io non ero pronto a questa cosa nel modo più assoluto.
  • Ehi tutto bene? Vuoi che ti porti qualcosa da bere? – mi disse una ragazza che si era avvicinata a me.
  • Sì, tutto bene. Grazie mille. – dissi sedendomi.
Mi sfiorai il viso per togliere il sudore che mi imperlava la fronte.
  • Comunque io sono Natalie. Piacere. – disse la ragazza porgendomi una mano
  • Calum. – la strinsi sorridendo
Quel contatto mi fece venire dei brividi. Non mi era mai successo prima.
  • Vuoi dirmi che cosa è successo? – chiese curiosa
  • Ehm, d’accordo. – risposi sedendomi ad un tavolino che si trovava accanto alla porta d’ingresso.

Mi dimenticai di quello che succedeva dentro. O almeno non volevo pensarci. Probabilmente era meglio così. Volevo solo perdermi negli occhi verdi di Natalie.
SPAZIO AUTRICE
Con questo capitolo e anche il prossimo, ho fatto un esperimento. Ho testato il mio modo di scrivere dei  capitoli un po' diversi da quelli soliti. Spero che siano venuti bene. Sappiate che ci ho messo tutto l'impegno possibile.
Nuove coppie all'orizzonte? Vi sembra simpatica Natalie? 
Commentate come sempre!! Votate sempre!!
Un abbraccio
Ila:)
   
 
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