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Autore: Shadow writer    12/10/2014    4 recensioni
Fuggo oltre il locale con la musica a palla, fuggo sulle strade buie, fuggo nel vento gelido della notte.
Fuggo dagli altri, dai loro giudizi, fuggo da me stessa e da ciò che provoco.
Corro, con le ali ai piedi, per le strade deserte.
Anzi, ai piedi, ho il vento. Vento che mi spinge, che mi solleva, che obbedisce ai miei ordini come se fossi la sua padrona assoluta.
Faccio un balzo e l'aria mi spinge in alto, oltre le cime degli alberi. M'innalzo contro il cielo nero bagnato di stelle.
Apro le braccia, stringo l'orizzonte tra le mani. Inspiro il freddo della notte e tutti i suoi sapori.
Potente, ecco quello che sono.
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Trasferirsi in un nuovo continente è di certo una cosa grandiosa, ma non mi sarei mai aspettata il genio ribelle, il vecchio misterioso, il giocatore di football, una ragazza che sarebbe diventata come una sorella per me, ma soprattuto qualcosa di molto, mollto più grande di me.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Il mio cuore accelera di colpo.
"Beccata" 
 
"Okay hai due possibilità: o fai la finta tonta o ti atteggi da ragazza misteriosa che nasconde segreti pericolosi"
«Co-cosa?» farfuglio con la bocca aperta.
"Non avevo dubbi che avresti optato per la prima"
Will, guardandomi dall'alto al basso, sorride.
«Luna, io sono stato sincero con te»
Deglutisco per sciogliere il groppo che mi si è formato alla gola.
«E io lo sono con te» ribatto sottovoce.
Scuote il capo:
«Sei una pessima bugiarda»
«Non sono una bugiarda» m'impunto come una bambina.
Il ragazzo si fa serio e sembra sfruttare la sua altezza per intimorirmi.
«E allora io sono il ragazzo che tutti i genitori vorrebbero avere.» ribatte ironico.
Resta calma, resta calma.
"Sì perché fiuta la tua paura. Allora non devi neanche guardarlo negli occhi"
Quante volte ti ho detto che non sopporto il tuo sarcasmo?
I suoi occhi sono fissi nei miei, come se stessero scavando dentro di me.
«Luna...»
Resisti, resisti, resisti.
Mi prende il volto tra le mani, sono così morbide...
«Dimmi la verità»
Perché si sta avvicinando? Oddio, perché?
Il suo profumo, non capisco più niente.
«Il vento...» mormora.
C'è dell'aria tra i miei capelli che mi risveglia di colpo. Spalanco gli occhi, poi spingo Will e lui arretra senza opporsi.
Rimango un istante a fissarlo, con il fiato corto. Lui ricambia lo sguardo.
E scappo.
"Vigliacca, codarda, incapace"
Lo so, lo so, maledizione!
Esco di corsa dal corridoio, poi proseguo a casaccio.
All'improvviso mi scontro con qualcuno.
Barcollo indietro e inciampo a terra, picchiando con forza il fondoschiena sul pavimento.
Con una smorfia di dolore alzo lo sguardo.
«Tutto bene?» chiede Brad mentre mi aiuta a rialzarmi in piedi.
«Sì, grazie» replico di riflesso.
«Intendo per la tua fretta. Sembrava che stessi scappando da qualcuno»
Ma chi io? Ma figuratiiiii!
«No, no, va tutto bene»
«Ti ho vista allontanarti con Will» dice.
"Ah-a"
Zitta.
«Sì, sono andata con lui» ammetto senza opporre resistenza.
«E dove ti ha portata?» negli occhi malinconici dell'uomo è acceso un barlume di curiosità.
«In camera sua, voleva mostrarmela» rispondo, il che teoricamente non è una bugia.
Le sue sopracciglia si sollevano e chiede ancora:
«Ti ha spaventata?»
Scuoto il capo.
«Ti ha offesa? Ti ha costretto a fare ciò che non volevi?»
«No, no, è tutto a posto, sul serio» rispondo.
«Sei una pessima bugiarda» ribatte.
"Ti conviene crederci, è già la seconda persona che te lo dice in meno di dieci minuti"
«Io...» comincio. «Non è nulla di importante, me ne stavo andando»
«Questo l'ho notato» replica pensieroso.
«Non preoccuparti, sto bene!» esclamo in modo convincente, mentre tento di sgusciare via.
Brad mi blocca per un braccio:
«Ricordati che sono il responsabile qui, anche se non sembra»
Annuisco, poi scappo ancora. 
 
Percorro tutta la strada dal Centro alla scuola a piedi e quando arrivo ho la punta del naso e le guance infreddolite.
Nei giardini incontro Jim.
«Ciao Luna»
«Ciao» saluto mogia. «Posso chiederti una cosa?»
Sorride:
«Tutto quello che vuoi»
«Questo...potere che possiedo...è pericoloso?»
L'uomo mi fissa con i suoi occhi azzurri.
«Potrebbe diventarlo, quando impererai ad usarlo. Ma spero che non ti allenerai solo per questo»
«No, no, non intendo pericoloso per gli altri, ma per...me»
Si fa incuriosito e pensieroso.
«Ogni responsabilità determina dei nemici» replica semplicemente infine «Ma questo non è un buon motivo per non fare nulla»
Sospiro:
«Lo so, hai ragione. Esiste qualcuno che potrebbe odiare quelli...come noi?»
«Pochissimi sanno della nostra esistenza e comunque siamo più forti dei normali esseri umani»
Annuisco:
«Giusto. Perché così pochi ne sono a conoscenza?»
Jim sorride:
«Prova ad immaginarlo, non è molto difficile»
Resto zitta un secondo, poi annuisco ancora e replico:
«Ci considererebbero come una razza diversa dalla loro e ne sarebbero intimoriti o disgustati. In ognuno dei casi sarebbe un problema per noi»
«Esatto.»
Faccio scorrere lo sguardo sul giardino immobile intorno a noi.
Non c'è vento. Ma potrebbe esserci.
Prendo un respiro profondo e mi concentro su ciò che percepisco.
Un refolo di aria.
Jim ride delicatamente ma il suono mi strappa dalla concentrazione.
«Stai facendo progressi» mi dice. «Vuoi ancora allenarti?»
Faccio un sorriso enorme:
«Assolutamente sì»
«Vieni con me»
Jim si volta e mi conduce verso casa sua. Lo seguo di scatto.
Ritorniamo nel giardino posteriore dove sono stata l'altro giorno.
«Sembri agitata» commenta l'uomo mentre io prendo posto al centro, seduta a terra con le gambe incrociate.
«Lo sono» ammetto «Un ragazzo sembra aver scoperto la mia abilità»
Jim si fa pensieroso e alla fine replica:
«Un ragazzo molto intelligente, o un ragazzo come te»
Will con dei poteri simili ai miei? Forse. 
Ma in tal caso, perché sarebbe rinchiuso in un carcere? Potrebbe usare le abilità per evadere. O c'è un altro motivo per rimanere, oppure mi sbaglio.
«Che io sappia» sta dicendo l'uomo «Le uniche persone con queste capacità nel raggio di molti chilometri siamo solo io e te»
Resto in silenzio. Sapevo che anche Jim è come me, ma non lo avevo mai lucidamente rielaborato.
«Il mio potere è molto limitato rispetto al tuo» aggiunge, come se mi avesse letto nel pensiero, e si avvicina ad un cespuglio.
Prende con delicatezza un fiore tra le dita:
«Io e le piante viviamo in una simbiosi perfetta, io presto energia a loro e loro a me, per questo sono più vigoroso dei miei coetanei»
In effetti mi era sembrato piuttosto arzillo nonostante le numerose rughe che gli solcano il volto.
«Ora tocca a te» dice placido.
«Va bene»
Chiudo gli occhi, con il cuore in tumulto e cerco di concentrarmi.
Arriva più veloce di quanto mi aspettassi. Il vento schiaffa il mio viso come per dire:
«Ehi! Sono qui per te!»
Gioco con lui, ci confrontiamo e resisto qualche istante più a lungo dell'ultima volta.
Ma, irrimediabilmente, alla fine perdo i sensi.
 
 
«Buon giorno»
Mi volto in direzione del saluto, sbattendo il gomito contro il mio armadietto.
«Ahi! Oh, ciao Greg!» sorrido di risposta.
«Tutto bene?» domanda scrutandomi.
Mi massaggio il gomito:
«Si, si. Ieri non ti ho visto a scuola»
Scrolla le spalle:
«Non sono riuscito a venire»
Lo guardo in silenzio e quando mi rendo conto che non aggiungerà altro abbozzo un sorriso e prendo i miei libri.
«Hai visto Will?» mi chiede con tranquillità.
M'irrigidisco.
«Sì» rispondo sottovoce dandogli ancora la schiena.
«C'è qualche problema?»
«No» fingo di cercare tra i miei libri.
«Io non sono riuscito a passare al carcere, quindi volevo sapere se c'erano novità»
«Riguardo a cosa?» mi volto a guardarlo.
Scrolla le spalle.
In questo momento suona la campana e siamo costretti a salutarci.
Mentre vado nella mia classe incrocio Jim che mi saluta serafico.
Ieri sera mi sono risvegliata dopo un'ora e l'uomo mi ha offerto la cena, così abbiamo chiacchierato delle nostre capacità.
Secondo lui le sto sviluppando con una velocità straordinaria, ma a me pare di essere al contrario piuttosto lenta.
«Ciao Clare» saluto prendendo posto accanto alla ragazza.
Lei mi rivolge un cenno distratto.
«Come va?» le chiedo nel difficile tentativo di avviare una conversazione.
«Direi bene» risponde laconica.
«Dai Clare, potresti essere un po' più espressiva!» commento.
Il primo sguardo che ricevo è infastidito, poi comprensivo.
«Hai ragione» ammette raddrizzando la schiena «Spesso non mi rendo conto di essere così scorbutica»
«Io non ti definirei "scorbutica"» replico.
"Io sì"
Nessuno ti ha chiesto niente.
«Solo spesso molto silenziosa ed introversa» concludo.
«Direi che dovrei essere più come te, così...solare e socievole»
«Socievole? Io?» ribatto con gli occhi sgranati. «Ma dai! Se mi vergogno sempre di tutto!»
«Però sei carina e simpatica e ti sei già fatta un sacco di amici»
Scuoto il capo:
«Amici? Li ho a malapena conosciuti!»
Lei abbozza un piccolissimo sorriso, ma la nostra conversazione viene interrotta dall'ingresso dell'insegnate che ci zittisce bruscamente.
 
In mensa, mentre sono in coda, mi so avvicinano due ragazze bionde tinte strette in gonne cortissime e canottiere attillate.
«Ciao!» mi saluta allegramente la prima come se fosse una vecchia amica.
Clare, al mio fianco, la guarda in cagnesco.
«Io sono Zoey. Ti potrebbe interessare far parte delle cheerleader?»
Penso che lo sguardo scandalizzato che le rivolgo sia abbastanza eloquente.
Lei non demorde e fa un sorriso che mette in mostra i suoi denti bianchissimi:
«Simon ci ha detto che saresti potuta essere una buona recluta»
La mia espressione non può che peggiorare.
«Ehm...io? Deve essersi sbagliato...»
«Luna Leach ha detto. Bionda, capelli sotto alle spalle...okay, gli altri commenti li posso saltare»
Lancio uno sguardo a Clare. È rimasta ferma allo sguardo inferocito.
«Credo che sarei un verso disastro, sinceramente» ammetto «Il massimo a cui posso arrivare è un po' di danza classica»
«Provare non fa male, se cambi idea sai dove trovarmi» ammicca Zoey, poi se ne va con l'amica e uno svolazzo di capelli biondi.
«Ehm...veramente io non so dove potrei trovarla» commento rivolta a Clare.
Lei piega le estremità delle labbra verso l'alto:
«Neanche lei sa cosa voglia veramente dire, però sa che è una frase ad effetto»
Rido.
«Immagino che Zoey sia amica di Simon Cox» le dico.
Lei annuisce, con una smorfia, poi aggiunge ironica:
«A quanto pare sai fare amicizia con ogni strato della popolazione, dai fighetti della squadra di football e le cheerleader ai criminali rinchiusi in carcere e il loro braccio destro»
«L'importante è che siano popolari!» replico ridendo.
«Oh, giusto anche il criminale una volta era popolare!» acconsente lei dandomi corda.
«Questo non me lo so spiegare» dico mentre poso il vassoio per farlo riempire.
La poltiglia che mi viene data fa capire che oggi ha cucinato Grand Mama.
«Direi che se Will Lennox tornasse a scuola domani ci sarebbe la fila di ragazze per lui» dice Clare.
Mi scappa una risata strozzata.
«Sei seria?»
Lei annuisce risoluta:
«Assolutamente. Se si aggiunge l'aria da cattivo ragazzo la fila si riempie ancora di più.»
Faccio scivolare il vassoio in silenzio, poi lo sollevo e cerco con lo sguardo un tavolo libero.
«A te piace?» chiedo.
Dall'occhiataccia che ricevo la risposta è piuttosto chiara.
«Anche se fosse i miei genitori mi ucciderebbero appena lo venissero a sapere»
«Per me è lo stesso» replico.
«Ecco un tavolo libero»
Ci sediamo per il pranzo.
 
Il pomeriggio Clare si ferma in biblioteca e studiamo un po' insieme, poi chiacchieriamo.
Ho sempre pensato che fosse una fantastica persona sotto lo scudo in cui si è nascosta.
«Ti invidio un sacco» dice d'un tratto.
La mia fronte corrugata è un chiaro invito a continuare.
«Be', ti sei trasferita così lontano da tutto e tutti quelli che conoscevi, hai avuto l'opportunità di ricominciare da capo...dev'essere fantastico.»
Sorrido:
«Sì, in effetti sono molto contenta. Tu forse dovresti provare a vivere la tua vita in modo nuovo, secondo me»
Scrolla le spalle:
«Resta il fatto che ogni mattina incontro gli stessi imbecilli che vedo da sempre»
Rido, poi aggiungo:
«A volte mi chiedo perché Benedict Lennox abbia scelto proprio me»
Dietro alle spesse lenti i suoi occhi si fanno perplessi.
«Il tuo benefattore è lo zio di "tu sai chi"?»
«Stiamo parlando di Voldemort?» domando con un sorriso.
Lei si lascia sfuggire una risatina, scuotendo il capo.
«Comunque sì» rispondo.
«Wow, se c'è qualcuno che Lennox odia all'ennesima potenza è suo zio.»
«Lo so» commento con una smorfia.
Lei scrolla le spalle, ma prima che parli ancora una ragazza chiede il mio aiuto per cercare dei libri.
Mi alzo in piedi e mi allontano.
 
“Qui tutto bene, la scuola va a gonfie vele e anche tutto il resto. Spero che anche lì sia tutto a posto. Salutatemi Calvin, a presto”
Rileggo il messaggio che ho mandato ai miei genitori e mi sento nuovamente in colpa per la freddezza che ho usato.
Non ho la minima voglia di chiamarli, quindi non attendo neanche la loro risposta.
Mi accoccolo sul letto con un bel libro tra le mani e mi lascio cullare dalle parole.
Il giorno successivo, che è sabato, mi sveglio tardi e trascorro ciò che rimane della mattinata guardando i cartoni animati con le finestre chiuse per non far vedere a nessuno lo schermo del mio televisore.
Pranzo con Spongebob e nel pomeriggio cerco di studiacchiare un po' con qualche compito.
Prima di sera esco per una passeggiata e tento di concentrarmi sulla presenza del vento intorno a me.
Mi fisso su un cespuglio. Come colpito da un alito leggero, quello si scuote leggermente.
Lo sento, il vento. Lo governo, decido io ciò che deve fare.
All'improvviso mi sfugge via, come se il nostro legame si lacerasse.
Mi ritrovo con il fiato corto. 
Faccio dietrofront e ritorno a casa.
 
Sto correndo, disperatamente.
Intorno a me è tutto buio, tutto ciò che percepisco sono sensazioni pungenti e sfuggevoli.
Continuo a correre, come se inseguissi qualcosa. O come se stessi scappando.
Di colpo davanti a me compare un bivio.
Alle estremità di ogni strada ci sono delle figure. Da una parte un ragazzo alto dai capelli arruffati, un altro dagli occhi scuri, un uomo anziano dal sorriso placido e un ragazzino che strizza gli occhi.
Dall'altro ci sono i miei genitori e Calvin.
E so che devo scegliere. Perché non posso smettere di correre.
Il momento della scelta si fa sempre più vicino, ma ancora non so da che parte svoltare. 
Continuo ad avanzare rapidamente, con il cuore che scalcia nel petto.
Sento dei colpi secchi. Continuo a correre, devo andare avanti.
Altri colpi secchi.
Mi sveglio all'improvviso in un bagno di sudore.
Spalanco gli occhi nel buio della camera e impiego un istante per elaborare ciò che è accaduto.
Era solo un sogno.
Mentre cerco di stabilizzare il mio respiro, risento quei colpi secchi.
Rimango immobile fino a che non si ripetono.
Vengono dall'altra stanza, anzi probabilmente dalla porta d'ingresso.
Lancio uno sguardo confuso alla sveglia.
Segna l'una di notte del lunedì.
Inforco gli occhiali, scendo dal letto cautamente e raggiungo la cucina.
Altri colpi secchi sulla porta mi fanno sobbalzare.
Afferro la prima cosa che mi capita a portata di mano, poi infilo le chiavi nella toppa.
Le faccio girare lentamente.
Toc toc.
Arretro di scatto.
"Non aprire se non sai chi sia"
Ma io voglio sapere chi sia.
"Tieni pronto il vento"
Sì, certo, lo so a malapena controllare.
"Stai pronta"
Poso una mano sulla maniglia, i colpi si sono interrotti e si sente solo il rumore della pioggia scrosciante.
Tiro con lentezza la porta verso di me, mentre mi nascondo dietro.
Quella si spalanca di colpo e qualcuno avanza.
«Luna?»
Con un urlo agguerrito balzo in avanti brandendo il nonsocosa che mi sono procurata.
La figura mi blocca abilmente, stringendo i miei polsi e spingendomi sul divano.
Calcio in ogni direzione con mugugni vari.
«Questa scena l'ho già vissuta» commenta lui, perché è di un lui che si tratta.
Cerco di guardare indietro, ma riesco solo a torcere il collo in modo dolorosissimo.
«Greg?» chiedo con voce minuta.
Lui mi lascia i polsi e io crollo sul divano.
«Sono io, non volevo spaventarti, ma a quanto pare lo faccio sempre»
Mi massaggio i polsi e lo seguo con gli occhi mentre va a chiudere la porta.
«Cosa ci fai qui?» gli chiedo perplessa.
«Ho bisogno di te» dice tenendosi una mano premuta contro la coscia. Ciò lo costringe a piegare la schiena in avanti come se fosse accartocciato su se stesso.
«Aspetta! Prima togliti le scarpe che sono tutte bagnate» ordino rimettendomi in piedi per avere una poso minimamente dignitosa.
Sbuffando ubbidisce, poi ritorna a fissarmi.
L'unica luce accesa è quella di camera mia che gli colpisce solo un lato del volto.
«Ehm...accomodati» aggiungo indicando il divano «A cosa devo...ehm...l'onore di questa visita?»
«So perfettamente che siamo nel cuore della notte» ribatte lui senza accennare di avvicinarsi «Ma sei la persona più vicina che io conosca»
Solleva la mano che teneva contro la coscia e mi rendo conto che i suoi jeans sono tagliati e macchiati di sangue.
Mi cede la mascella.
«Greg?» la mia voce è strozzata.
«Non ce la faccio ad arrivare a casa mia conciato così»
Resto paralizzata per qualche istante.
«Luna?»
Sbatto le palpebre, di nuovo lucida.
«Aspettami qui»
Mi volto e scappo in bagno.
"Come se potesse andare da qualche parte"
È un modo di dire!
Prendo il kit di pronto soccorso e ritorno nella sala-cucina.
Greg si è appoggiato al tavolo.
«Siediti» lo aiuto, poi prendo un'altra sedia e distendo sopra la gamba ferita.
Pesco da un cassetto delle grosse forbici. La poso sui jeans del ragazzo:
«Ti dispiace?»
Scuote il capo con una smorfia, probabilmente per il dolore alla ferita.
Infilo una delle punte delle forbici all'interno dei suoi pantaloni e allargo così il taglio, in modo da avere una visuale completa della ferita.
Greg tiene la mascella serrata e i muscoli contratti.
Per prima cosa disinfetto il taglio, lo pulisco dal sangue.
«Che ne dici di dirmi come è successo?» chiedo.
«Will mi ucciderà» sussurra.
«Pensavo fossi il suo migliore amico.»
Sbuffa:
«Si arrabbierebbe da morire sia con me che con te»
Abbozzo un sorriso mentre applico una pomata:
«Intanto ho già scoperto che hai fatto qualcosa per conto suo, ciò significa probabilmente che è illegale e ha a che fare con suo zio»
Greg non risponde.
«Ho indovinato!» esclamo gongolando.
Lui sospira:
«Va bene, va bene. Non è nulla di che, comunque. Sono solo entrato in un edificio del signor Lennox per cercare informazioni»
«Non mi sembra poco...»
Greg impreca quando faccio pressione con la garza.
«Scusa» dico «Così non perderai troppo sangue. La ferita non è grave, zoppicherai per qualche giorno, ma è poco profonda.»
Lui fa un sorriso forzato:
«Com'è che sei così esperta?»
Mi sento arrossire:
«Ho fatto un corso....Tieni, questa pomata aiuta la rigenerazione della pelle»
«Grazie»
Mi rimetto in piedi.
«Con cosa ti sei ferito?»
«Filo spinato» risponde sottovoce.
«Va bene.» lancio un'occhiata all'orologio.
«Vuoi farti una doccia?»
Mi guarda come se fosse un bambino e gli avessi appena offerto una fabbrica di cioccolato.
«Sei tutto sporco di fango» spiego imbarazzata «E avrai freddo»
«Hai già fatto abbastanza per me» risponde a bassa voce.
Scrollo le spalle:
«Non è un problema per me se ti lavi, l'acqua non la pago io. Solo stai attendo con la ferita. Resto sveglia finché finisci, così se hai bisogno di me sono qui»
«No, Luna, almeno vai a dormire»
«Mi rifiuto categoricamente» abbozzo un sorriso. «Adesso sbrigati!»
Sbuffando zoppica verso il bagno e vi si chiude dentro.
Mi siedo sul divano, poi rimango immobile e comincio ad elaborare.
Greg ha appena compiuto un'azione illegale. Probabilmente lo stanno cercando ora e io gli ho dato rifugio. 
"Se lo trovano qui sei nei casini tanto quanto lui."
Sulle labbra mi spunta un sorriso da invasata.
 
«'giorno Luna» mi saluta Greg appena esco da camera mia.
Mi blocco un istante sulla porta. 
C'è un ragazzo in casa mia, io indosso il pigiama, ho una chioma da far paura, una faccia da sonno e gli occhiali traballanti sul naso.
"La soluzione?"
Dovrei chiudermi in bagno?
"Sarebbe meglio"
Ignoro il commento di Voce e cerco di assumere un'espressione più sveglia.
«Come va?»
Lui si stringe nelle spalle:
«Meglio, davvero grazie mille. Ti ho preparato la colazione»
Mi avvicino seguendo il buon odore che si alza dai fornelli.
«Non dovevi! Sei stato gentilissimo!»
«Io gentilissimo? È il minimo» dice con un sorriso timido.
Mi fa sedere a tavola, poi mi offre ciò che ha preparato. Devo dire che è proprio un ottimo cuoco!
«Ma i tuoi non si preoccupano se hai passato la notte fuori?» domando con la bocca metà piena.
«Potrei anche essere morto e a loro non importerebbe nulla»
Argh!
"Domanda sbagliata."
Grazie, l'avevo capito!
«Hai intenzione di venire a scuola oggi?» chiedo cercando di cambiare in fretta argomento.
«Non mi sento molto bene e in ogni caso i miei pantaloni sono lacerati» li indica.
«Be', l'unica persona a cui potrei chiedere degli abiti è...Jim» rispondo.
Solleva le sopracciglia:
«Jim?»
«Il giardiniere!» esclamo «Ma anche custode, ma anche bidello ma anche qualsiasi altra cosa di cui ci sia bisogno!»
«E pensi che ti darebbe i vestiti?»
Scrollo le spalle, poi come se mi fossi appena ricordata, mi allungo di scatto in avanti e tocco la fronte del ragazzo.
Sgrano gli occhi:
«Ma sei bollente! Devi assolutamente stare in casa e riposare!»
«Luna, non mi sembra il caso di disturbarti oltre» risponde sottovoce.
«Non vorrai andare in giro in queste condizioni!? Oggi ti riposi, poi vediamo come stai!»
Sbuffa:
«Sì mamma»
«Bravo bambino! Chiederò in infermeria cosa hanno contro la febbre. Vado a prepararmi ora!»
Dopo venti minuti esco di casa salutando Greg. Mi ha giurato solennemente che non farà rumore e non si farà notare.
Nei corridoi della scuola incrocio Simon che mi rivolge un rapido cenno di saluto.
Antipatico.
"Era con degli amici"
Antipatico comunque.
Tra la prima e la seconda ora ho una pausa, quindi decido di andare in infermeria.
Preparo più e più volte la scusa. Tutte le volte che mi sembra di elaborarne una ben fatta, la ripeto sottovoce e mi suona orribile, quindi ricomincio da capo.
Alla fine ciò che mi esce è:
«Ehm...io l'altro giorno sono stata male e ho avuto la febbre, ma non avevo con me nessuna medicina. Volevo sapere se potevate...ehm...darmi qualcosa nel caso capito ancora»
Guardo l'infermiera con il cuore a mille, ma lei annuisce e mi tende delle pastiglie, poi mi da anche delle indicazioni per raggiungere la farmacia più vicina. Facile.
La penultima ora prima di pranzo è in comune con Clare.
«Ciao! Non ti avevo ancora visto stamattina!» la saluto allegra.
Lei accenna un sorriso.
«A pranzo devo non mangio in mensa» dico tormentando una ciocca di capelli.
«Perché?» domanda perplessa.
«Mangio nella mia casa, devo...fare una cosa»
Mi va bene perché a Clare non piace ficcare il naso negli affari altrui.
Quindi non pretende altro e io non sono costretta ad inventare nuove scuse.
L'ora si conclude, poi ne segue un'altra.
Alla fine scappo velocemente verso la casetta di Jim.
Busso con forza sulla porta.
«Avrei sentito anche se fosse stato meno delicato» dice una voce alle mie spalle.
Mi volto di scatto.
Jim si sta avvicinando placido lungo il viale.
«Scusa, ero di fretta...» replico imbarazzata.
 Sorride:
«Cosa ti serve?»
«Ehm...degli abiti da uomo. Te li restituisco puliti, lo giuro!»
Continuando a sorridere apre la porta e mi fa cenno di seguirlo.
«Abiti da uomo?» ripete.
«Ad un mio amico si sono rotti i pantaloni e ha la felpa infangata.»
«Capisco, non è il caso che vada in giro in quelle condizioni. È alto?»
«Più di me, ha le spalle larghe, ma è snello»
L'uomo mi lascia nel salotto e ritorna poco dopo con degli abiti in mano.
«Questi potrebbero andare, se no torna e te ne do altri»
«Grazie mille, non so davvero come ricambiare tutto l'aiuto che mi dai!»
«Va bene così.» sorride.
Esco dalla casa e mi avvio verso la mia.
Appena entro sento un buon profumo che aleggia nell'ambiente.
«Ciao Greg! Non c'era bisogno che preparassi anche il pranzo»
Lui scrolla le spalle. Ha uno sguardo vivo e un'espressione rilassata.
Frugo nello zaino:
«Ti ho portato le medicine e anche dei vestiti puliti.»
Fa un sorriso riconoscente.
«Come va?» domando prendendo due piatti dal mobile.
«Sto un po' meglio, grazie. La ferita fa male solo se carico il peso su questa gamba e la febbre non da troppi problemi»
«Bene!» esclamo allegramente.
«Oggi pomeriggio vado da Will» continua lui versando la pastasciutta nel mio piatto.
Lo guardo con occhi stretti:
«Davvero?»
Annuisce:
«È da qualche giorno che non lo vedo, potrebbe preoccuparsi»
«Devi dirgli ciò che hai scoperto dalla casa di suo zio?» chiedo noncurante mentre infilzo le penne con la forchetta.
Lui mi rivolge uno sguardo pesante, poi annuisce.
«E cosa hai scoperto?»
«Non te lo dico»
Faccio un'espressione imbronciata:
«Ti ho aiutato a mio rischio e pericolo. Me lo merito, no?»
«Non ho mai detto che avrei ricambiato il favore» ribatte.
«Ma è gentilezza farlo, no?» chiedo più insistente.
Mi guarda profondamente per qualche istante, poi sbuffa:
«Non ho trovato nessuna informazione rilevante a dir la verità. Solo il nome di qualche ragazzo che ha vinto la borsa di studio. C'eri anche tu, tra l'altro»
Mi sento rabbrividire.
Ripenso alla serata durante la quale ho conosciuto Karin.
"Se avesse chiesto a te i nomi avrebbe fatto più in fretta e non si sarebbe neanche ferito"
Lo so perfettamente, ma se se ne rendesse conto potrebbe volermi usare come spia e sarebbe pericoloso.
«Aspetta» dice d'un tratto Greg, fermandosi con la forchetta per aria.
«Tu conosci quei nomi, vero?» 
"Ah-a!"
Resto immobile.
Abbozza un sorrisetto trionfante.
«Oggi vieni anche tu da Will»
Gli lancio uno sguardo assassino:
«Scordatelo»
«Perché no?»
«Non aiuto i criminali» rispondo risoluta.
«Hai aiutato me, che aiuto Will, che è un criminale. Indirettamente lo hai fatto per lui»
«Ciò non significa che abbia voglia di vederlo oggi» ribatto.
«Avete litigato?» domanda Greg con un mezzo sorriso.
«Non siamo neanche amici, non è possibile che abbiamo litigato»
Lui mi fissa per un istante.
«Che c'è?»
«Niente» ha il sorriso di chi la sa lunga.
«Greg?»
Continua a sorridere ma non parla.
«Non mi piace quella faccia» commento.
«Prendiamo il pullman delle 17» dice allegro, riprendendo a mangiare.
Punto la forchetta davanti a me come se lo minacciassi:
«Non ho detto che verrò»
Ammicca. Improvvisamente la sua timidezza è sparita:
«E io non ho detto che tu abbia scelta»
 
 
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Ciao a tutti! Ecco un capitolo lungjissimo! Avrei voluto aggiornare molto prima ma sono stata impegnatissima e ho avuto a malapena tempo di respirare! Grazie a tutti quelli che sono arrivati fin qui:) come al solito vi prego di recensire, per favore, anche solo due righe striminzite per sapere cosa vi piace e cosa no della mia storia.
Alla prossima:)
Lux 
   
 
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