“And
I know this scars will bleed
But
both our hearts believe
All
of this stars will guide us home”
[All of the
stars, Ed Sheeran]
Da
quando Neal Cassidy aveva ricevuto quella cartolina da August, la
cartolina che
aspettava, pensava spesso a suo padre e anche ad Emma.
Soprattutto
ad Emma.
Non
che prima non gli capitasse di pensare a lei, ma era un pensiero meno
frequente.
Erano
ritornati tutti i ricordi. Tutti quei momenti vissuti insieme che
avevano
lasciato cicatrici sul corpo di entrambi. La prima volta che si erano
incontrati, a bordo di un maggiolino giallo...
Chissà
se ce l’ha ancora... Sì.
Sono sicuro di sì.
...La
sera in cui l’aveva portata alla giostra e le aveva parlato
di suo padre. Le
rapine insieme. Le fughe precipitose. Il ciondolo che le aveva
regalato.
Tallahassee e il sogno di poter ricominciare da qualche parte. Fino
alla sera
in cui era stato costretto a lasciarla. Perché Emma non era
una qualunque. Emma
aveva una missione da compiere. Un sortilegio da rompere.
Spezzato.
Neal
si rigirò la cartolina fra le mani e sospirò.
Ci
rivedremo.
Ne
era convinto, così come sapeva che avrebbe rivisto anche
Tremotino.
Here
I am without you
I
feel so lost but what can I do?”
[Stay, Hurts]
Emma
Swan entrò nell’ufficio dello sceriffo.
Nell’ufficio
vuoto dello sceriffo.
Si
guardò intorno, disorientata dal silenzio. Sembrava quasi
che lui stesse per entrare, come
ogni
mattina, per offrirle la colazione, magari. E la sensazione era molto
forte
anche perché, appesa all’attaccapanni,
c’era ancora la sua giacca.
“Grazie”.
Era
stata l’ultima cosa che le aveva detto prima di attirarla a
sé per baciarla. Ma
aveva solo sfiorato le sue labbra...
Grazie
per cosa?, si
chiese Emma, in quel momento.
“Mi
ricordo”.
Cosa
intendeva dire Graham con ‘mi ricordo’? Che cosa si
era ricordato? Perche le
era sembrato sorpreso e sconvolto?
C’erano
solo domande nella sua testa. E non avrebbero mai ottenuto una
risposta. Mai
più. Perché Graham se n’era andato.
Quindi era totalmente inutile continuare a
pensarci.
Tutte
le volte che iniziava davvero a fidarsi e ad amare qualcuno... quel
qualcuno se
ne andava, in un modo o nell’altro.
I
suoi genitori.
Neal.
Graham.
And
I do it all for free
Your
tears are all the
pay I’ll ever need”
[When you’re evil, Voltaire]
Malcom
aveva guardato l’ombra portare via il suo unico figlio,
Tremotino. E non aveva
provato alcun rimorso, né tantomeno tristezza o rimpianto.
Aveva
visto le lacrime rigare il viso del bambino, eppure non era tornato sui
suoi
passi. Non l’aveva tenuto con sé.
Perché
lui non era fatto per essere padre.
E
se voleva volare di nuovo, se voleva che la polvere di fata
funzionasse, doveva
liberarsi dell’unica cosa che lo tratteneva.
Ora
era giovane. Di nuovo. Era un ragazzo.
Ora
era Peter Pan. L’unico re dell’Isola.
E
poteva volare.
Sei
cattivo, gli
sussurava ogni tanto una voce. Una vocetta simile a quella del piccolo
Tremo. Sei cattivo, padre. Ma lui
la
respingeva.
-
Vi siete già stancati di combattere? – disse ai
due Bimbi Sperduti armati di
spade di legno.
Felix
incalzava l’altro ragazzino, sorridendo beffardamente.
– Io no. Non vedo l’ora
di continuare.
-
Bene, allora! – Gli occhi verdi di Pan scintillarono.
– Giocate!
Oh,
girls!
They
wanna have fun”
[Girls just
wanna have fun, Cindy Lauper]
-
Ruby, bevi piano. È già il terzo – le
fece notare Ashley.
-
Ti ho mai detto che reggo benissimo l’alcol? –
rispose Ruby, appoggiando il
bicchiere, recuperando la stecca e piegandosi sul tavolo da biliardo.
Indossava
un paio di pantaloni in pelle nera, ovviamente aderenti, che
sottolineavano la
forma del suo sedere. Alcuni clienti del Rabbit Hole apprezzarono.
Poi
colpì la pallina bianca, spedendone un’altra
dritta in buca.
-
Bel colpo, no? – disse Ruby.
-
Sì, certo – rispose Ashley, guardandosi intorno.
– E non è stato bello solo per
te... Non so se te ne sei accorta.
Ruby
osservò le persone intorno a lei. Il suo avversario, un uomo
grande e grosso,
pieno di tatuaggi, la fissava, sogghignando.
E
notò anche un’altra persona, seduta presso un
tavolino in un angolo.
Victor.
Pure lui la stava guardando, con gli occhi leggermente sgranati e le
guance arrossate.
-
Non sapevo che il dottor Whale frequentasse il Rabbit Hole –
commentò Ruby,
sorridendo all’uomo, che ricambiò, un
po’ imbarazzato.
-
È da un bel pezzo che ti sta guardando. Volevo dirtelo, ma
eri impegnata a
giocare a biliardo...
Ruby
riprese a giocare e concluse la partita, vincendola. Qualcuno
applaudì.
Allora
Victor si avvicinò al tavolo e si rivolse direttamente a
lei. – Hai tempo per
un’altra partita?
La
ragazza ammiccò, divertita. – Perché
no?
I
just wanna be by your side, here’s hoping we
collide”
[Beating Hearts,
Ellie Goulding]
Poteva essere felice. Regina
poteva
essere felice ed Emma ne era convinta.
Le
aveva detto che il suo lavoro a Storybrooke non sarebbe finito, fino al
giorno
in cui non avrebbe dato a tutti un lieto fine.
E
per tutti intendeva anche Regina.
Non
le aveva aperto la porta, ma Emma nemmeno si aspettava che lo facesse.
Era
andata da lei, sperando di poterci parlare, di poterla guardare negli
occhi e
dirle tutto ciò che non era ancora riuscita a dirle, ma
dentro di sé sapeva che
Regina non avrebbe voluto vederla. La ferita era ancora aperta. Era
troppo
recente.
“Swan,
per favore, non ora”.
Era
tornata a chiamarla così. Swan. Signorina Swan. Come
all’inizio. Quando si
detestavano, quando Emma era solo l’estranea venuta a
portarle via Henry e a...
infrangere un maledetto sortilegio.
Regina,
mi aprirai, prima o poi.
Dovrai farlo, pensava
Emma, mentre camminava verso
casa. E mi assicurerò che tu non
stia
facendo niente di stupido. Niente di... Niente che possa compromettere
per
sempre il tuo lieto fine. So che sei più forte del
risentimento che provi per
me, adesso. Pensa ad Henry. Pensa a nostro figlio. Lui non vorrebbe mai
che tu
tornassi ad essere quella che eri un tempo.
Pensa
a nostro figlio. All’uomo che
dici di amare, anche. Non cedere, Regina.
oh,
you and I
and
vanishing in the sea?”
[Liquify, The Servant]
-
Eric! – gridò Ariel, uscendo dall’acqua
sulle proprie gambe.
Il
principe era sdraiato sulla spiaggia di quell’isola,
immobile, fissando il
cielo azzurro. Sollevò lentamente la testa, la fronte
aggrottata, e la vide.
Il
suo principe. Era vivo. Aveva disperato, Ariel, soprattutto dopo che
Uncino
aveva spinto Barbanera, l’unico a sapere dove lui fosse,
nell’acqua, lasciando
che gli squali banchettassero con il suo corpo... Ma non si era data
per vinta.
-
Eric, sono io!
Eric
si alzò in piedi, le rivolse un sorriso luminoso e le corse
incontro, incapace
di credere che la sua Ariel fosse proprio lì, davanti a lui.
Che l’avesse
ritrovato.
L’accolse
fra le sue braccia, stringendola forte e la baciò a lungo.
-
Sei proprio tu – disse Eric, guardandola negli occhi,
intensamente. – Credevo
di sognare... Ti ho aspettata tanto.
-
Ed io ti ho cercato tanto. Ho sempre saputo, dentro di me, che ti avrei
rivisto.
Eric
la strinse ancora e si disse che, da quel momento in avanti, non
avrebbe
permesso a nessuno di separarli.
***
And
catch my hand, I'll be fightin' for ya'
[Let me in, Grouplove]
Astrid arrivò di corsa, con la mantella blu che svolazzava
alle
sue spalle e qualche ciocca ribelle che le spioveva sul viso.
-
Fai attenzione. Si scivola – l’avvertì
Leroy.
Astrid
non fece attenzione. Mise un piede in fallo proprio mentre
stava salendo sulla barca e per poco non cadde. Leroy
afferrò la sua mano e
allungò l’altro braccio, agganciando la sua vita e
impedendole di fare un bel
capitombolo.
Astrid
gli appoggiò una mano sulla spalla e arrossì.
– Oh. Scusami...
Leroy
la fissò qualche istante.
Aveva
degli occhi luminosi, Astrid. Sembravano pieni di luce. Il
suo sguardo era caldo e rassicurante.
-
Ti ho presa – si ritrovò a dire. Aveva la bocca
secca. Dovette
schiarirsi la gola più volte, mentre fissava il bel viso
della suora.
Una
suora. Appunto.
Lei
sorrise. – Grazie...
Or
is it just Madness keeping us a float?”
[Madness, Muse]
Jefferson
osservò Emma che caricava il figlio sul maggiolino giallo.
Dopo
la rottura della prima maledizione si erano visti raramente e lui non
aveva mai
avuto l’opportunità di scusarsi per quello che le
aveva fatto quella sera,
quando l’aveva drogata e costretta a fabbricare il cappello.
Si
ricordava tutto, di quella sera. Emma che lo aiutava, accompagnandolo a
casa.
Emma che sorseggiava il tè dalla sua tazza, senza sapere
ciò che conteneva.
Il
suo profumo. Jefferson ricordava anche il suo profumo, quando si era
chinato su
di lei, sfiorandole i capelli con il viso. Un profumo intenso, molto
buono. Un
profumo forte che si mescolava alla paura e allo sconcerto che Emma
provava in
quel momento.
Emma
salì in macchina e, mentre stava per mettere in moto,
alzò gli occhi e lo vide.
Jefferson
non fece niente. Non le andò incontro e non distolse nemmeno
lo sguardo.
Seguitò ad osservarla. I suoi occhi azzurri in quelli della
Salvatrice... che
di azzurro avevano solo qualche sfumatura.
Ciao,
Emma.
A million stars that touch the ground,
So many secrets to be found
Amid the falling snow”
[Amid
the falling snow, Enya]
La bufera aveva messo in ginocchio Storybrooke. La neve copriva
ormai ogni cosa e la barriera di ghiaccio che circondava la cittadina
era
invalicabile per chiunque.
Persino
per te, Elsa. I
tuoi poteri non sono sufficienti. Non sei abbastanza forte.
E
non sai ancora tutto.
Non sai quasi niente.
La
Regina delle Nevi osservava il suo operato con aria
soddisfatta.
Neve,
gelo e ghiaccio. I suoi elementi.
In
realtà, avrebbe potuto impedire a tutti di avvertire la
morsa
del freddo, ma così non sarebbe stato divertente. Non si
sarebbe limitata ad
incantare tutti con un bacio come aveva fatto con quel ragazzino, molto
tempo
prima. Troppo semplice.
Voleva
che si accorgessero di quello che stava succedendo. Voleva
vederli annaspare e lottare senza alcun risultato.
E
alla fine avrebbe ottenuto ciò che desiderava.
Tutto.
Oh,
no. Voi non avete idea
di che cosa io sia capace. Questo è solo l’inizio.
***
“Yeah,
I
might be addicted
To
how you always get the best of me
I
say out loud this is the last time
I
say out loud this is the last time”
[Addicted, Morgan
Page feat. Greg Laswell]
Sulla
tomba di suo figlio aveva promesso che
sarebbe cambiato, che l’avrebbe ripagato per ciò
che aveva fatto per lui.
Avrebbe ripagato il sacrificio di Bae, comportandosi come un uomo e non
come un
mostro.
Ma
tu
sei l’Oscuro. La magia è potere. Ed è
parte di te.
Aveva
trovato quel cappello. Aveva capito subito
di cosa si trattasse e si era sentito... desideroso di possederlo. Una
fonte di
potere così grande...
La
luce violacea emanata dall’oggetto magico si
rifletteva nei suoi occhi, ora, mentre lo osservava. Le stelle al suo
interno
roteavano, belle, luminose ed invitanti.
Lo
vuoi. È potere.
Lo
vuoi, Tremotino. Prendilo.
Quando
tornò a letto qualche attimo dopo, Belle
si era girata, mettendosi a pancia giù, ma continuava a
dormire, beatamente,
ignara di tutto.
Tremotino
la guardò a lungo. Nella sua mente
pulsava l’immagine del cappello.
Pulsava
come un cuore.
______________________________________
Rieccoci
alle prese con questa raccolta/sfida. Ormai è troppo tardi:
mi sto divertendo.
^__^
"Amid the Falling Snow" è
di Enya e merita una spiegazione, perché ci sono dei
riferimenti alla fiaba
originale di Andersen, che forse non tutti conoscono; il ragazzino a
cui si fa
riferimento nella flash è Kay, che un “bel
giorno” si è attaccato alla slitta
della Snow Queen ed è stato da lei portato via. La Regina
l’ha poi incantato
con un bacio, facendogli perdere la memoria e impedendogli di sentire
il
freddo. Kay viene salvato dalla sua amica Gerda. Amid The Falling Snow.
Un’altra
canzone che non molti di voi conosceranno è quella di
Voltaire. Che tra
parentesi mi ha fatto pensare anche a Cora e pure a Rumple. Ma Pan ci
stava. When You're Evil.
Credo
di aver stabilito anche un altro record e cioè la flashfic
più melensa che
abbia mai scritto, quella associata a "Liquify" dei The Servants. Ma
quanto sono
stata melensa con questi due?
E
in questo round sono capitate molte canzoni che avrei potuto usare per
la mia
OTP, ma sono stata attenta e ho pensato fosse meglio variare un
po’. ^_^