Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
Segui la storia  |       
Autore: gloriabarilaro    12/10/2014    3 recensioni
Demi è innamorata del suo migliore amico, Josh, un ragazzo bellissimo e piuttosto popolare che, però, preferisce passare con lei il suo tempo; la difende, la protegge, la tratta come una principessa.
Eppure tra loro c'è solo una forte, stupenda amicizia nata una sera dove entrambi avevano perso qualcosa, incoscienti del fatto di averne trovata un'altra.
Qualcosa li lega. Forse le emozioni che provano l'uno per l'altra - come dice Miley, la migliore amica di Demi - o forse qualcosa che sta per tornare; forse, qualcosa che in realtà c'è sempre stato.
E' una storia di una ragazza con qualche problema in più, che piange un po' più spesso. Perché Demi è così fragile, e lo sanno tutti: Miley, Josh, Chelsea, e anche... Selena.
[Avvertimenti: il carattere dei personaggi reali è completamente modificato. Demi non è Demi, è solo un personaggio in cui potreste trovare un po' di me.]
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demi Lovato, Selena Gomez
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

Capitolo 30.

Don't know
Don't know if I can do this on my own
Why do you have to leave me?
It seems I'm losing something deep inside of me
Hold on, on to me
[Avril Lavigne, Everybody Hurts]

 
  ‹‹ Josh?›› l’avevo chiamato davvero? Oramai non rispondevo più delle mie azioni. Lui sciolse le nostre mani e mi cinse le spalle con un braccio, guardandomi mentre io, distrattamente, stavo contemplando il suo profilo cercando di mantenermi sveglia.
  ‹‹Mmh?›› mugugnò, avvicinando una mano al mio viso e sfiorando le mie guance con le nocche delle dita. La  voce mi si bloccò in gola senza che ne sapessi davvero il perché: continuavo a guardarlo chiedendomi perché l’avessi chiamato, aspettando che ciò che si era impadronito di me poco prima tornasse a completare la frase che sentivo sulla punta della lingua.
  Nell’attesa mi persi di nuovo nei suoi occhi, ardenti: attendeva che parlassi con una punta di curiosità ma anche di ansia. Di certo, aveva capito che non reggevo l’alcool.
   ‹‹Ti amo›› farfugliai, e quasi la lessi, la paura nel suo sguardo.
 
  ‹‹Riguarda qualcuno che ami?››
  ‹‹A me sembra che questo genere di ferita ce l’abbia tu.››
  ‹‹Oh no, io no. Io non mi innamorerò mai.››

 
  La testa mi vorticava, le mie gambe tremavano. Cedendo, mi lasciai andare tra le braccia di Josh, affondando il viso nel suo petto: l’avevo detto. L’avevo davvero detto.
    Sentii un conato di vomito salirmi in gola, ma mi costrinsi a ricacciarlo giù. Alzai lo sguardo verso Josh, e mi ricordai in un flash dell’attimo in cui, per poco, non ci eravamo baciati in quello splendido parco per colpa mia.
  E mentre tutto si faceva un po’ sfocato, un po’ distante e un po’ confuso, la lacrima che solcò veloce il viso di Josh mi sembrò quasi un miraggio.
  Non ebbi il tempo di realizzare, che sentii le sue labbra premere sulle mie. Non mi mossi, lo lasciai fare: e in quei movimenti bruschi, molto diversi da quelli delicati e dolci del nostro primo bacio, sentii la sua disperazione addosso.
 
  ‹‹Perdonami››
  ‹‹Per cosa?››
  ‹‹Per non averlo fatto prima.››
  ‹‹Cosa?››
  ‹‹Questo›› soffiai piano sulle sue labbra, prima di chiudere gli occhi e farle incontrare con le mie.

 
  Il bacio non durò molto: nell’incoscienza, mi sentì morire dentro comunque sentendo Josh staccarsi da me con forza, prendendomi dalle spalle, proprio quando reagii al bacio. Quel gesto fu così brusco quanto inaspettato: spalancai gli occhi e boccheggiai, chiedendomi cosa stesse succedendo.
  ‹‹Scusa›› mormorò Josh quando i miei occhi incontrarono i suoi. Aggrottai leggermente la fronte mentre, scuotendo la testa, mi chiedevo se quello che stavo vivendo non fosse davvero tutto un sogno.
  ‹‹Scusami Demi, non ce la faccio›› sussurrò ancora, lasciando andare le mie spalle e alzandosi. Face per dire qualcosa, inspirando per parlare e poi non proferendo alcuna parola, più volte. Poi si decise e, in silenzio, si allontanò da me a passo veloce.
  Fu in quel momento che la vidi: stava scostandosi di dosso Conor, già visibilmente ubriaco. Il vestito lungo fasciava alla perfezione il fisico smilzo e i tacchi alti la facevano sembrare ancora più magra. La frangetta di capelli biondi e ordinati, una nuova novità a incorniciare il suo viso, si scostò un poco. E nonostante la vista appannata, vidi chiaramente gli occhi verdi di Chelsea puntati su di me e la sua espressione infuriata.
  Ancora scossa da ciò che era successo, sentì che l’unica soluzione in quel momento era scappare. E nella poca lucidità che mi rimaneva, così feci.
  Mi alzai dalla panca dove ero seduta poco prima con Josh e, senza esitare, mi allontanai di lì. Solo quando recuperai il cappotto e me lo infilai velocemente pensai a cosa avrebbe pensato lui quando sarebbe tornato lì e non mi avrebbe rivisto, se fosse tornato. E mentre sentivo una lacrima scendere e gli interrogativi confusi farsi strada nella mia mente, scappai sia da lui, sia dalla strega alle mie spalle che, vedendo la mia fuga, sorrise compiaciuta.
  E poi ricordai, nella nebbia, le parole di quest’ultima. Il rimorso mi travolse improvvisamente, assieme alla paura e all’ansia di andarmene: mi chiedevo se gli avrebbe svelato il mio segreto, se l’avrebbe usato per allontanarlo da me, nonostante lui stesso l’avesse fatto. Un’altra lacrima solcò il mio viso, seguita da una moltitudine di altre: iniziai a tremare nell’istante in cui sentii dei tacchi battere sul pavimento a ritmo con i miei; non ebbi bisogno di voltarmi per sapere che la ragazza che mi stava seguendo era Chelsea. Presa dalla paura che potesse raggiungermi, mi tolsi le scarpe e accelerai la corsa.
  ‹‹Demi, dove vai?›› il suo tono di voce era un’estrema finzione di preoccupazione e curiosità: qualche ragazzo che percorreva il corridoio nella direzione opposta si voltò a guardarci, io che piangevo e Chelsea che mi seguiva con finto fare preoccupato
  Non le risposi, non ebbi nemmeno il coraggio di urlarle di lasciarmi in pace, di andare via. Mi misi solo a correre più forte, anche fuori, dove la ghiaia era appuntita sotto i miei piedi scalzi, finché non andai a sbattere contro qualcuno, bercollando e cadendo a terra.
  ‹‹Demi?››
  Riconobbi subito quella voce: alzai lo sguardo verso Miley, incontrando i suoi occhi blu che mi tranquillizzarono un poco. Presi la mano che mi porgeva e mi alzai, trattenendo l’impulso di fiondarmi tra le sue braccia e iniziare a piangere proprio davanti a Steven che, al suo fianco, mi guardava confuso.
  ‹‹Ma... Che succede? Dov’è Josh?›› mi chiese ancora, guardando il mio viso pieno di lacrime con preoccupazione. Scossi la testa e cercai di liberarmi dalla sua presa che mi stingeva il braccio. Miley però non mi mollò, insistendo per sapere: ‹‹Demi, spiegami cos’è successo, per favore!››
  ‹‹Mi fai male!›› fu la mia unica risposta. Lei, rendendosi conto di stare stringendo il mio braccio sinistro, lo mollò subito, allontanandosi spaventata mentre, alle sue spalle, vedevo Chelsea arrivare sulla porta che dava all’esterno e arrestarsi nel momento in cui notò che con me c’era la mia amica.
  Non esitai nemmeno un minuto, fuggii e basta: mi lascia alle spalle Miley preoccupata, mi lasciai alle spalle la ragazza che mi aveva rovinato la vita, mi lasciai alle spalle il ragazzo che amavo con tutta me stessa, che vidi di sfuggita apparire proprio al fianco di Chelsea, con un’espressione preoccupata in volto; e scappai.
  Mi persi nel buio della notte mentre, alle mie spalle, sentii lui chiamarmi per una sola e disperata volta.
 
  ‹‹Mi spieghi perché ti ostini a far finta che vada tutto bene, quando non è così?››
  ‹‹Ci sono abituata, oramai...›› dissi piano, fissando i miei occhi nei suoi, verdi e bellissimi. ‹‹… Ho avuto fin troppe conferme che questa è la mia vita, il mio destino, e non cambierà molto presto, se non mai.››

 
  Chiuso dentro la pochette, sentivo il cellulare squillare frenetico. Una chiamata dietro l’altra, un messaggio dietro l’altro, e quel vibrare nella mia mano era l’unica cosa a tenermi sveglia.
  Arrivai a casa che la luna era già alta in cielo, con i piedi scalzi e le scarpe della mamma in mano, il trucco colato e i capelli arruffati dal vento. Mi fermai davanti al sentiero che portava al portone, scorgendo, tra tutte le finestre buie, quella della cucina illuminata. Mi avvicinai cauta ad essa e sbirciai dentro: mamma e papà stavano parlando, seduti al tavolo a sorseggiare un caffè. La mamma aveva addosso un maglione grande che di solito si metteva la notte quando aveva freddo su dei pantaloni sbiaditi del pigiama, papà invece indossava la camicia da notte lucida che gli avevo visto quando ero stata costretta ad andare a dormire da lui.
  Parlavano calmi, sorridendo. Le loro mani, sul tavolo, erano vicine. Si guardavano negli occhi, e in essi non si leggeva altro che felicità e speranza.
  E dopo che papà ebbe detto qualcosa, mamma mise la mano sulla sua e la strinse forte. I suoi occhi erano pieni di lacrime, lacrime di gioia. Si alzarono, e mamma lasciò che papà la stringesse a sé in un caldo abbraccio. Quel suo modo di fare mi ricordò Josh quando stringeva me in quell’esatto modo, con quel fare protettivo ma nello stesso tempo con quella paura di spezzarmi, se ci avesse messo troppa forza. Quel ricordo fece ritornare il mio groppo in gola, che quasi mi soffocò.
  Scacciai il pensiero lontano e, rendendomi conto che non potevo rovinare quel momento, mi allontanai anche da lì prima che qualcuno potesse vedermi, buttando la pochette con il cellulare tra i cespugli di rose di mia madre.
 
  ‹‹E voglio far sì che quel sorriso non se ne vada. Voglio proteggerti, voglio renderti felice. – mormorò ancora, stringendomi un poco di più. Posai la testa sul suo petto e nascosi il viso nell’incavo del suo collo, mentre sentivo le sue parole rimbombare nel suo petto – Voglio difenderti e non permettere a nessuno di farti del male.››
 
  Se solo fossimo capaci di tornare indietro, come sarebbe semplice; riavvolgere il nastro e rifare tutto daccapo, evitando l’errore e sostituendolo con la cosa più giusta da fare: sarebbe tutto molto più semplice, sarebbe tutto meno crudele. Le persone che soffrono, non soffrirebbero più; le persone che sbagliano, avrebbero l’occasione di cancellare il proprio errore e imparare da esso senza avere ripercussioni sul futuro. La vita sarebbe più semplice, e anche le persone che non riescono a tirare fuori la loro forza riuscirebbero a vivere.
  Perché finché tu non impari, non vai avanti. È come camminare a vuoto, girare l’angolo e ritrovarsi al punto di partenza.
  Non vai avanti finché non impari e ti togli di dosso la paura di sbagliare, finché non ci provi, non ci sbatti contro e ti fai male: perché significa questo, imparare, significa anche uscirne con le ossa rotte. E io avevo paura di rompermi le ossa, nonostante sapessi benissimo che si sarebbero sicuramente riaggiustate, più forti di prima.
  Ma che senso aveva, sopportare il dolore un altro poco dopo che l’avevo sopportato per tutta la vita, per poi ritornare punto e daccapo con un nuovo errore?
  Sarei rimasta così, piena di ferite e sprovvista di coraggio per fare il passo in avanti.


 

Lo so, lo so.
E' da un'eternità che non aggiorno,  e mi dispiace davvero tantissimo avervi fatto aspettare più di un mese. 
Perlomeno non vi ho lasciato con l'ansia, perché lo scorso capitolo era finito anche bene. Un punto a mio favore!
Sono successe un sacco di cose e ultimamente non ho molta voglia di scrivere, né riesco a tirare fuori qualcosa di decente quando mi viene voglia di buttare giù qualche pensiero. Scusatemi se il capitolo non è il massimo, ma anche mettendomici non riuscirei a correggerlo o migliorarlo.
Grazie a tutti per il supporto che continuate a darmi e tutta la pazienza, siete davvero preziosi, tutti quanti.
Ora vi lascio - prometttendomi, anche, che se le recensioni saranno abbastanza aggiornerò presto. Non per cattiveria o per raggiungere un determinato numero di recensioni, ma solo per assicurarmi che almeno la maggior parte di voi non sia rimasto indietro e possa continuare tranquilla.
Grazie ancora a tutti, e alla prossima!
Baci,

Glo.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato / Vai alla pagina dell'autore: gloriabarilaro