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Autore: waterdrop    12/10/2014    2 recensioni
Sono Sidney, e ho dodici anni. Vivo a Nuova Londra. I miei genitori sono ricchi e io sono molto brava a scuola.
Sono Sidney, e ho tredici anni. Vivo a Nuova Londra. Non piaccio a molte persone.
Sono Sidney, e ho quattordici anni. Vivevo a Nuova Londra, ma mi hanno confinato nel Riprogrammatore perché ho quasi ucciso una mia compagna di classe. Ho ricevuto il mio primo Marchio.
Sono Sidney, e ho quindici anni. È un anno che sono nel Riprogrammatore. Ho ricevuto il mio ventunesimo Marchio. Ho appena conosciuto un ragazzo, si chiama Ashton Irwin. Quando penso a lui, mi fa male la pancia.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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"Sei mai stata alla Serra della scuola?" chiede Ashton mentre apre la porta delle scale e pesca un mazzo di chiavi da un nascondiglio fra i mattoni. Che cliché.
"No" rispondo mentre lui scende le scale davanti a me.
"Vedi, c'è sempre una prima volta" dice sorridendo e imboccando le scale per l'uscita esterna dei dormitori.
Dopo una decina di minuti di camminata in silenzio, al finto freddo del tramonto, arriviamo a un edificio gigantesco di vetro.
Se è questa la serra allora ci sono già stata un paio di volte. Ma nessuno ci entra mai; le piante sono incolte, alcune secche, altre si nutrono solo dell'acqua piovana che sgocciola da infiniti punti dal soffitto, dalle giunture fra una vetrata e l'altra.
L'edera che cresce fuori è entrata dentro da una finestra rotta; più che un posto romantico è inquietante, soprattutto al buio. Entriamo: in qualche modo è stata pulita, sul pavimento non ci sono cocci di vasi e terriccio e non c'è traccia di piante secche. Però, appoggiato su un tavolo sommerso dai rami incolti dell'edera, c'è uno stereo.
Qua al Riprogrammatore non ascoltiamo quasi mai musica; abbiamo diritto a usare la sala cd solo un'ora al giorno e io riesco ad andarci solo la metà delle volte che vorrei.
Ashton accende la musica. Si sentono dei violini, poi si interrompono e comincia una nuova melodia, che non ho mai sentito.
"Chi sono?" chiedo indicando lo stereo.
"Coldplay. È un gruppo di oltre un secolo fa. La canzone si chiama Magic"
Sorrido piano, appoggiandomi su uno dei tavoli. Lui però mi tira verso di sé, e mi tiene dolcemente la vita mentre balliamo quello che penso si possa chiamare un lento.
È dolce, tutto quanto. La musica, l'atmosfera, le labbra di Ashton che mi sfiorano il collo.
Socchiudo gli occhi, abbandonandomi alle sua braccia forti e alla melodia che sfuma piano piano.
È quasi una contraddizione, essere stretta così dolcemente fra braccia che potrebbero sollevarmi come se fossi una piuma.
Inclino la testa all'indietro; ormai è buio, e si vedono le stelle. La musica comincia ad incalzare, segno che è vicini alla fine, e mi rifugio nel petto di Ashton mentre lui appoggia il suo mento sulla mia testa.
Vorrei che il tempo si fermasse adesso.
E invece continua a scorrere; Ashton solleva appena il mio mento e infila le dita nei miei capelli, scostandoli dal mio volto. Sorride, appoggiando le mani alla mia vita. Ashton non è altissimo, ma io sono bassina, e mi alzo sulle punte mentre lui si abbassa verso di me. Appoggia le labbra sulla mia guancia sinistra, lambendola appena. Sta per arrivare alla mia bocca; sento la pancia contorcersi, e sorrido nervosamente. Sta davvero per succedere? Le mie mani, appoggiate al suo petto, salgono fino al collo; è un attimo in cui penso di esplodere, tante sono le scintille che brillano fra lo spazio che divide le nostre labbra.
La musica continua veloce, mentre ci baciamo. Mentre lui inghiotte i miei sospiri fra le sue labbra. Mentre lui mi solleva fra le sue braccia, e io infilo le mani fra i suoi capelli.
"Ashton"
"Si?"
Sorrido nervosa, e lui mi accarezza le guance. Non ho mai visto le stelle così nitide, qui al Riprogrammatore; e anche la luna, oggi, mi sembra più luminosa. Lo abbraccio forte, mentre lui mi porta via dalla serra fra le sue braccia.
 
La sua camera è stata sistemata, dall'ultima volta in cui ci sono entrata questo pomeriggio, e Calum è scomparso. Ho il presentimento che tutto questo, la serra, il bacio e tutto quello che accadrà dopo, sono stati programmati in precedenza.
Lui accende la luce arancione della scrivania, mentre continua a tenermi per mano.
Chiude a chiave la porta, mi posa delicatamente sul suo letto e si sposta sopra di me; scalcia via le scarpe e sfila via i miei anfibi. Si regge con i gomiti, per non fare peso sul mio corpo, poi si ferma e cerca il mio sguardo.
"Ashton..."
"Sidney, solo se sei sicura"
Non so cosa rispondere.
Domani potrebbe essere morto, e se adesso non rispondo di si, credo che me ne pentirò a vita.
Ma ho molta paura, e non so cosa rispondere.
"Spegni la luce"
Ashton mi bacia piano, poi tira un calcio alla scrivania e l'abat-jour si spegne da sola prima che io possa dire qualcos'altro. Sento le mani caldi ed grandi di Ashton scivolare nella mia maglietta e le sue labbra baciare le mie spalle, e a questo punto credo di non potercela fare, a perderlo. 
Fa freddo, nella stanza, e la mia pelle nuda gioisce di essere a contatto del corpo bollente di Ashton.
Mi abbandono al vortice di sensazioni che mi scuotono in questo momento, lasciando che il mio cuore si sincronizzi al suo mentre diventiamo una sola cosa.
 
 
Non so di preciso che ora sia nel momento in cui entra Calum in camera.
Come ha fatto? La porta non era chiusa a chiave?
Mi volto, per scoprire vuota l'altra parte del letto.
Calum chiude la porta più delicatamente possibile, ma ormai sono sveglia.
La luce che filtra dal corridoio illumina la stanza abbastanza da dargli la possibilità di vedermi rannicchiata sotto le coperte.
"Sidney" sussurra lui. "Sei sveglia?"
"No" rispondo.
Lui accende la luce, e si siede sul suo letto.
"Voglio tornare in camera mia" dico soffocando le parole nel cuscino.
Calum si alza in piedi e si gira, mentre io mi rivesto.
"Vuoi che ti accompagni?" mi chiede quando apro la porta.
"No" dico sull'orlo delle lacrime.
Sono così confusa.
Calum mi mette una mano sulla schiena e mi segue fino alla mia stanza, premuroso.
Stiamo per arrivare in camera, quando scoppio in singhiozzi.
Saranno davvero anni che non piango; ma adesso, la sensazione sempre più nitida di averlo perso, si fa strada dentro di me.
Calum mi abbraccia, anche se io non voglio altre braccia che non siano le sue. 
Quelle di Ashton.
Cal apre la porta; Aurora dorme con in mano un pacco di patatine. Mi stendo sul mio letto, mentre Calum mi rassicura, che andrà tutto okay, e domani mattina Ashton sarà di nuovo qua e andrà tutto bene. 
La notte si illumina all'improvviso; io e lui corriamo alla finestra, per dare uno sguardo. Un bagliore si staglia in lontananza: Ashton ha appiccato il primo fuoco.
 
Throwing rocks at your window at midnight
You met me in your backyard that night
In the moonlight you looked just like an angel in disguise
My whole life seemed like a postcard
 
You were mine for a night
I was out of my mind
You were mine for a night
I don't know how to say goodbye
 
Making all our plans [...] that night
Thought I had you in the palm of my hand that night
Screaming at the top of my lungs til my chest felt tight
I told myself that I'm never gonna be alright
 
You had me wrapped around your finger
Ragazzi spero che il capitolo vi piaccia! solo che non sto ricevendo recensioni, dunque se non ne ricevo nemmeno una non so se continuerò la storia.
  
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