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Autore: Paddy_Potter    12/10/2014    0 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è il proseguimento di "A Brother to Save", una mia fanfiction terminata l'estate scorsa. Qui narrerò di Orion Black, di come la sua giovinezza non fu così tranquilla come immaginiamo. Ora che entrambi i suoi figli se ne sono andati, tristi ricordi affiorano alla sua mente. Con uno slancio di fantasia ho aggiunto un nuovo personaggio, destinato a cambiare molte cose nella famiglia Black e a riportare alla luce alcune verità che sono state taciute.
Ma forse non è troppo tardi per salvare la situazione.
Perché, alla fine, anche le stelle più nere riescono a brillare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Orion Black, Regulus Black, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Wind of Change
 
 


 
 
Quella notte Orion la passò in bianco, disteso sul letto a fissare il soffitto come sperando che un qualche aiuto ne piovesse fuori.
“È tutto sbagliato…” si ripeteva.
Il grande disegno che doveva essere la sua vita era stato improvvisamente rovinato, una maldestra pennellata nera vi era caduta sopra, confondendo tutto ciò che prima era così chiaro.
Il meraviglioso equilibrio che prima orchestrava la sua esistenza era stato stravolto, ma essendo la prima volta che succedeva, Orion non aveva la minima idea di come reagire.
Avrebbe potuto chiamare Ryan con lo specchio, ma poi sarebbe stato costretto a raccontargli tutto e in quel momento non era certo di riuscire a spiegare ciò che stava provando in maniera comprensibile.
Neppure lui lo capiva! La sua mente era in completo disordine, la sua scala delle priorità totalmente svuotata, appoggiata lì, in attesa di essere riempita di nuovo, probabilmente con un nuovo ordine.
Il problema era che, quell’ordine, Orion non lo conosceva.
Cosa veniva prima, ora?
 
La volontà della famiglia?
Questo era ciò che gli avevano insegnato, ma, visti i recenti sviluppi, il ragazzo decise di passare oltre.
L’onore della famiglia?
Questo criterio aveva sempre accompagnato quello della volontà e quindi era altrettanto inaffidabile.
La ragione?
Essa era sempre stata una forte alleata di Orion e, visto che il suo punto di vista concordava spesso con quello dei familiari, le soluzioni che la sua mente gli offriva erano di solito quelle più adatte. Ma avrebbe funzionato anche in questa situazione? Ora che tutti i criteri a cui il ragazzo si affidava erano stati mischiati, la sua mente sarebbe riuscita a trovare una soluzione senza alcun punto di orientamento a cui appigliarsi? C’era da dubitarne.
La sua volontà?
Forse. Orion non lo sapeva. Davvero un suo giudizio avrebbe potuto essere corretto? Era altamente improbabile: il ragazzo si affidava ciecamente alla sua ragione, ma essendo questa impregnata dei dogmi di famiglia, la soluzione proposta sarebbe stata sicuramente incerta, come incerta era la sua opinione sul suo albero genealogico.
 
C’era anche un ultimo punto, ma qui il ragazzo si sentiva decisamente perso. Di solito, Orion non prendeva mai in considerazione quel criterio, reputandolo troppo variabile, troppo inefficacie, troppo lontano dalla sua amata razionalità che sempre l’aveva guidato. Ma, in situazioni estreme come questa, tanto valeva provarle tutte.
Si preparò alla confusione che sapeva l’avrebbe colto, visto il criterio a cui si appellava, e se lo chiese: “Cosa ne pensano i miei sentimenti di questa situazione?

Appena la domanda gli si presentò alla mente, un’ondata di tristezza lo investì insieme al senso di solitudine.

Pensò ai suoi genitori, al fatto che non poteva più contare sul loro giudizio, e per estensione su quello del resto della famiglia, vista la facilità con cui l’avevano escluso dalla sua stessa vita. Sentì la rabbia crescere di nuovo al solo pensiero di essere stato per così tanto tempo una semplice marionetta nelle loro mani. Sicuramente, da tutto questo rancore non avrebbe ottenuto nulla.

Quindi pensò a Lucretia, a come non potesse più fidarsi di lei, visto che l’aveva tradito platealmente non avvisandolo delle vere motivazioni dell’incontro con i Robinson. Non se la sentiva nemmeno di rivolgerle la parola, nonostante la loro amicizia fosse molto forte. Semplicemente era rimasto deluso, amareggiato, frustrato da quel comportamento che non si spiegava!
Perché sua sorella l’aveva fatto? Era sempre stata dalla sua parte, Lucretia, era sempre rimasta con lui, ogni volta che il dovere di essere un bravo Purosangue sembravano sovrastarlo…perché ora l’aveva abbandonato? Proprio ora che, per la prima volta, non sapeva cosa fare! Anche qui, riuscì a salvarsi in tempo da turbine di emozioni contrastanti che accompagnava il nome di sua sorella e decise di pensare ad altro.

Pensò a Ryan, a come i suoi genitori continuassero ad infastidirlo paragonandolo a lui, e si sentì in colpa. Non c’era un motivo preciso, visto che lui sapeva che si stava solo comportando come gli era stato insegnato, ma si sentì comunque colpevole di tutta la rabbia che aveva provato l’amico quella sera, quando gli aveva raccontato via specchio della sfuriata con i suoi.
“E poi mia madre si chiede perché non ho molti amici: pochi sopportano la mia persona e ancor meno la mia ombra.” Sussurrò il ragazzo, giochicchiando con le lenzuola. Voleva sinceramente bene a Ryan e sapeva che, anche se non lo dava a vedere, a volte gli mancava tutto l’affetto familiare di cui lui era circondato.
Sentì una valanga di ironia travolgerlo quando si rese conto di ciò che aveva appena formulato.
“Certo, quelle persone che ti programmano il matrimonio a tua insaputa sono decisamente l’esempio perfetto di affetto familiare…” bisbigliò alle tende del letto. Quanto era stato cieco nei loro confronti, come era stato facile per loro fargli fare tutto ciò che volevano, a partire dall’incontro con i Robinson…

Quando però nella mente del ragazzo comparve l’immagine di Isabelle, tutto il resto si confuse.
Finalmente, dopo tanta depressione, arrivò una ventata di spensieratezza non appena i sorrisi e il tono ironico della ragazza riemersero dai ricordi di Orion. Ormai il ragazzo non si stupiva più della cosa: erano giorni che pensava alla misteriosa ragazza della festa, sempre con la medesima sensazione di gioia e nostalgia.
Ma ora il tempo dell’attesa era finito. L’indomani l’avrebbe rivista e avrebbero parlato della questione. Orion si accorse di sorridere al solo pensiero delle ore che avrebbero avuto a disposizione per parlare, per passeggiare tra le stradine di Hyde Park senza nessuno che dicesse loro di quali argomenti trattare…sarebbe stata una giornata perfetta, il ragazzo ne era sicuro.
Forse Isabelle sarebbe riuscita a districare i suoi pensieri e a riportare l’ordine nella sua mente, Orion non ne sarebbe rimasto tanto sorpreso, vista la facilità con cui lei sembrava vivere.

“In pratica, tutto quello che ho fatto fino ad ora non è stata una mia iniziativa. È servito solo a compiacere i miei genitori e a ingraziarmi i vari ministri, cosa di cui in questo momento non m’importa affatto.” Rimuginò il ragazzo nella sua mente. “Essere ciò che la mia famiglia voleva che fossi mi ha portato qui, in questo stato di confusione più assoluta, e ha quasi portato Ryan a detestarmi. Come può essere giusto fare quello che i miei vogliono se porta a questi risultati?”

A questo punto, nella silenziosa pace che precede il crepuscolo, quando nel cielo, ad est, la luce delle stelle comincia ad affievolirsi per lasciare spazio all’aurora, Orion decise.
Ragionare per assoluti era sempre stato il suo forte, e qui tornava straordinariamente utile.
Sapeva che era un astrattismo pensare che tutto ciò che aveva imparato dalla sua famiglia non gli avesse portato nulla di buono, ma per prendere certe decisioni bisognava eliminare i dettagli.
Se fino a quel momento si era comportato in un modo, d’ora in avanti avrebbe fatto il contrario.
Se prima essere un bravo figlio aveva la priorità, ora questa condizione si sarebbe trovata sull’ultimo gradino della scala.
Se i suoi genitori reputavano Ryan una compagnia deleteria per lui, ora Orion ne avrebbe fatto a tutti gli effetti il suo migliore amico.
Se, secondo la sua famiglia, Isabelle non era abbastanza per lui, ora il ragazzo avrebbe lasciato che il loro rapporto si evolvesse, prendendosi tutto il tempo necessario, e poi avrebbe deciso.
Lui, Orion Black, avrebbe deciso cosa fare della sua vita e nessuno gliel’avrebbe impedito.
 
 
 
 
 
 
Angolino autrice…
…e rieccomi!! Dopo due settimane, come promesso!
Questo è decisamente un capitolo più corto del solito, ma volevo che fosse tutto dedicato ad Orion e a quello che gli passa per la testa durante la notte. Sono ragionamenti un po’ infelici all’inizio, ma poi arriva Isabelle e tutto si ravviva;) Credo sia ormai noto a tutti che tra i due le cose vanno piuttosto bene e vi assicuro che da qui in avanti non faranno altro che migliorare.
In questo capitolo abbiamo la fatidica decisione di Orion che gli sconvolgerà letteralmente la vita e non solo la sua. Diciamo che, dal prossimo capitolo, lo vedremo molto più spensierato, ecco!!:)
Ditemi che ne pensate con una recensione.

Anna (Remus per san_bernanrdo99)

PS: il titolo è liberamente tratto da una canzone degli Scorpions, intitolata appunto “Wind of Change”
  
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