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Autore: cola23    12/10/2014    3 recensioni
Una versione ipotetica e a tratti fiabesca di come poteva essere Doframingo da bambino e cosa l'abbia spinto a diventare l'adulto che è.
Per chi leggesse il manga questa storia è stata scritta prima delle ultime rivelazioni sul passato di Doframingo
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Doflamingo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Allora..questa nota è dovuta a tutti quelli che mi seguivano.Chi non seguiva le mie storie precedenti può anche saltarla.
Sono imbarazzatissima.Sono passato quasi due anni, da l'ultima volta che ho pubblicato e  quando ho messo da parte con dolore le mie mie ff. Non so che dire, oltre che mi dispiace tantissimo. Come lettrice so bene quanto possa essere frustrante appassionarsi a una storia per poi vederla interrotta così bruscamente e per così tanto tempo,e per di più senza nemmeno una spiegazione ,odiavo quelli che lo facevano e non avrei mai voluto diventare anch'io una di loro.
Inizialmente è stato per mancanza di fiducia in me stessa, nonostante ricevessi delle recensioni positive non ero mai soddsfatta fin in fondo del risutlato,rileggendole  le mie storie mi sembravano sempre banali, scontate, noiose,prolise con tempi troppo lunghi,ripetiteve  e poco sostanziose.
Inoltre quando trovavo qualche storia che mi piaceva mi deprimevo pensando che avrei tanto voluto scrivere così ma dubitando che ne sarei mai stata capace,e mi sembrava che quinque scrivess meglio di me.Ero cosìì demoralizzata che arrivai persino a pensare che chi mi recensiva positivamente non pensasse davvero ciò che diceva e lo facesse solo per gentilezza o per pietà.
Lo so è un pensiero assurdo,ma quando si pensa in un momento di bassa autostima e depressione si fanno pensieri assurdi e non ci se ne rende nemmeno conto.
Questo unito poi alla perdita della mia beta di allora che non poteva più aiutarmi mi ha portato poi a lasciare tutte le mie storie in sospeso e a non pubblicare più niente per un pò.
Tuttavia superato il primo momento capì che anche se ero ancora molto insicura e demoralizzata scrivere era diventata una passione troppo forte per abbandonarla del tutto,così decisi che se anche volendo non avrei più potuto pubblicare per chissa quanto non avendo una beta non avrei comunque smesso,ma anzi avrei continuato a esercitarmi per migliorare la mia scrittura così da scrivere storie migliori.
Ed è quello che ho fatto anche se è da molto che non pubblico più niente in questo periodo ho scritto tantissimo,anche più di prima e da quando ho iniziato sono migliorata molto e so che ho ancora un percorso lungo e pieno da affrontare per raggiungere un buon livello e non c'è limite al miglioramente mi sento pronta a tornare.. 
Per questo devo ringrazziare tantissimo
la mia amica magicaemy,che da quando lo conosciuta oltre ad essersi offerta come nuova beta a tempo indeterminato  semplicemente chiacchierando è riuscita a farmi recuperare fiducia in me stessa,ottimismo e tanta voglia di scrivere.
Mi ha incoraggiata e supportata quando proprio il mio sottovalutarmi prendeva il sopravvento,ha avuto fiducia in me quando io non riuscivo ad averne,cosa queste che è il mio più grande difetto.
Peciò questa storia la dedico a lei, come la ringrazio per essere entrata nella mia vita, se non l'avessi incontrata oltre a perdermi una amica davvero unica forse non sarei mai tornata a pubblicare o forse molto più tardi. 
Sopratutto mi ha insegnato il modo in cui secondo me bisognerebbe sempre scrivere:
Scrivere alla lunga era diventato uno stress... perchè al posto che essere felice delle mie idee, di quello che scrivevo ero divrntata troppo ossessionata da quello che poteva pensare chi legge. E arrivare a pensare di modificare una storia solo per far contento  chi leggeva e questo grazie a emy  ho capito che è sbagliato.
Cero bisogna tener conto del parere dei lettori,anche delle critiche però non bisogna scrivere solo per ricevere tante recensioni, bisogna scrivere prima di tutto per se stessi, per piacere personale e sopratutto bisogna divertirsi nel farlo,così se si riceveranno tante recensioni ci farà comunqu piacere,ma se anche pochi la leggerano o riceverò poche recensioni sarò comunque soddisfatta.
Io al inizio ero così,e pensavo ernoneamente che la mia brvura fosse proporzionale a quante recensioni ricevevo per fortuna emy mi ha fatto capire che non è così.
Ogni storia che continuerò o pubblicherò d'ora in poi sarà un pò merito anche suo.
perciò eccomi qua.
Scusate se vi sembra un discorso noioso o inutile
Volevo spiegarvi le mie motivazioni.
So che porbabilmente nessuno dei miei vecchi recensori  mi seguirà. È passato un sacco di tempo. So che ormai vi ho perso, ma prima o oltre ai nuovi progetti che sto per iniziare riprenderò e finirò anche le storie lasciate in sospeso. 
Non dico quando perchè non voglio fare promesse o previsioni che non sono sicura di mantenere ma voglio veramente farlo prima di tutto per me,ma se dovessi accorgermi che il mio stile ormai è troppo diverso e non sentirle più mie allora prenderò in considerazione l''idea di cancellarle o riscriverle.
Ora dopo avervi chiesto umilmente scusa, in ginocchio, vi lascio alla storia.
Chiedo scusa a tutte quelle persone che avevano messo quelle  storie tra i preferiti, seguiti e ricordati. Scusa a chi recensiva ogni volta. 
Potrete mai perdonarmi????

 LA NASCITA DI UN TIRANNO

C'era una volta un bambino Di nome Doframingo a cui nessuno voleva e aveva mai voluto bene,egli era un principe,figlio di una famiglia benestante dalla storia e dal titolo illustre e altisonante.
Apparteneva a molto più che una semprice famiglia di nobile,egli erano la stirpe di nobili dal sangue più puro,riconosciuti nel suo mondo come la personificazione stessa del potere e della giustizia.Non c'era nessuno al di sopra di loro e tutto ciò che non erano loro era inferiore.
Perciò il bambino crebbe circondato dal lusso e dalla ricchezza,ma privo del amore e del calore umano.Nessuno gli raccontava una favola per addormentarsi e per scacciare gli incubi,nessuno gli aveva mai regalato un pallone,gli unici giochi con cui poteva giocare erano fucili e coltelli.Nessuno aveva il permesso di avvicinarsi o di sfiorarlo nemmeno i suoi genitori lo avevano mai toccato anche solo per dargli un bacio o una carezza,perchè era un essere superiore,e gli esseri superiori non hanno bisogno di nessuno al infuori di se stessi,nemmeno della famiglia,questo gli dissero quando crescendo chiese il perchè.
questa era l’educazione che le avevano impartito
Fin dal giorno in cui era nato era stato abbandonato a se stesso,nessuno lo considerava,nessuno lo abbracciava o gli dava un bacio.
L'unico insegnamente che gli era stato impartito poteva essere sintetitzzato in una semprice frase:
«Tutto quello che è diverso da te è inferiore,non è importante è rappresenta il male»
Lui non sapeva cosa fosse il male,ma capiva che era qualcosa da cui stare alla larga.
Un giorno trovò un cucciolo di fenicottero abbandonato,era solo come lui e vagava senza meta per la strada,il bambino lo chiamò e piccolo uccello corse fra le sue braccia e gli beccò simpaticamente tutta la faccia,prendendo poi a strusciagli teneramente il musetto contro una guancia.
Il piccolo,che non aveva mai ricevuto una carezza da nessuno,aveva le lacrime agli occhi dalla felicità,prese il cucciolo con sè e diventarono amici inseparabili.
L'uccellino seguiva il bambino dappertutto,giocavano,dormivano insieme,a volte mangiavano anche le stesse cose.
Il bambino si sentiva felice,non gli importava di essere solo e rifiutato,aveva un amico a cui voler bene e questo gli bastava,si privava volentieri anche della sua cena se questa non era sufficente per due,ma sempre con il sorriso sulle labbra.
Dopo aver vissuto per molti anni da solo,e privo di affetto ma nel agiatezza e nella richezza il bambino dovette abbandonare ciò che da sempre era il suo mondo,l'unico che conosceva costretto dal padre ,che lo trascinò a vivere in un posto povero e sporco.
Ma al bambino non importava, perchè aveva sempre il suo amico al suo fianco e neanche lì sarebbe stato solo,tutto sarebbe andato bene.
Un giorno un adulto,gli si avvicinò e prese a tormentate il suo cucciolo,il bambino allarmato gli urlò di smetterla,ma il grande rideva e continuava a dare fastidio alla povera bestiola,il bambino furioso diede un calcio forte al uomo che,per tutta risposta,tirò fuori un coltellaccio e uccise l'uccellino davanti ai suoi occhi.
Il bambino rimase di pietra,incapace anche solo di piangere,nel suo piccolo cuoricino non percepiva altro che l'odio sterminato verso il genere umano,il senso di frustrazione immenso per non aver potuto difendere l'adorato amico e una potente rabbia distruttiva che urlava vendetta.
Da quel giorno il bambino decise che il mondo era cattivo e che esistevano solo crudeltà e orrore,così dedico ogni istante della sua vita all'odio,al rancore,e alla violenza,prendendo alla lettera l'unico insegnamento che gli era stato dato.
Prese il corpo ormai senza vita del suo amico lo scuoio e ne fece una lunga e grande pelliccia rosa,che prese a indossare sempre come un simbolo del momento del suo cambiamento,per non dimenticare e ricordare sempre ciò che aveva imparato.
Due anni dopo lo vendicò uccidendo chi lo aveva ucciso e suo padre,che privandolo della sicurezza del suo mondo e portandolo lì ne aveva causato indirettamentela morte,segnando così la fine del bambino solo,forse un pò vizziato e arrogante ma ancora innocente che era stato con l'adulto che sarebbe diventato.
Diventò intollerante verso tutti coloro che non erano come lui e ciò che non gli piaceva,che apparteneva a un altra razza,un altra religione,a un altro credo politico,chi la pensava diversamente da lui,chi aveva altri gusti,chi gli dava torto,e chi lo guardava troppo negli occhi,chi si avvicinava troppo e chi non gli piaceva.
E diventò uno dei più grandi tiranni di tutti i tempi,dedicandosi allo sterminio sistematico della diversità e questo lo riconciliava con la vita ogni volta che ripensava al suo povero amico ucciso per divertimento dei grandi.
  
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