Oggi vorrei parlare di un argomento diverso da quelli che tratto abitualmente (di solito sono molto ma molto più “terrena”), che è la consapevolezza del nostro tempo.

Il nostro tempo è composto, dal mio modesto punto di vista, da incredibili dicotomie: conoscenza tecnologica avanzatissima sbattuta in faccia ad una povertà ancora dilagante per la maggior parte del pianeta, non di meno quasi ridicolmente contrapposta all’ignoranza traboccante del nostro passato, anche recente, di fronte ad un presente sul quale siamo perfetti, addirittura prevediamo tecnologicamente il nostro futuro prossimo !

Conversiamo amabilmente con tutto il mondo tramite i noti social-canali, ma non ce ne frega un amabilmente niente del nostro dirimpettaio (si lo so, fa molto “frase banale e retorica” ma, ahimè, sperimentata sulla mia pelle, è vera !) .

Fa molto politically-correct aiutare il prossimo –  anche qui, in tutte le sue varie dimostrazioni/istituzioni note - ma guai se ti azzardi a chiedere DEI SOLDI – perfino pochi - anche a un tuo stretto parente ! (Sperimentata anche questa !!).

Quello, poi,  di cui proprio non riesco a farmene una ragione, è l’inconsistente ragionevolezza delle guerre, oggi, in un’epoca dove la parola uccide più della spada, e anche se oggi ci si è muniti di droni telecomandati, non vedo questa gran differenza tra il bastone e la clava, come mentalità, la vedo sicuramente come effetto collaterale , perché il problema non è più il procacciarsi cibo o difendere la prole, il problema vero è diventato il potere.

Ed è sul potere che ruota tutto quanto: potere economico, indubbiamente, ma anche potere delle risorse, potere dell’informazione (siamo sicuri di sapere veramente tutto e, soprattutto, nel momento giusto e non come e quando conviene un po’ a tutti?), insomma, un lungo e potente braccio che tira i fili delle nostre vite.

E a questo punto, io, tra me e la mia tastiera, mentre anche il mio monitor mi fissa interrogativo, sempre perché, come al solito, dovrei lavorare invece di pensare “ad altro”, mi chiedo: io ho la consapevolezza del mio tempo, o anch’io , come tutti, mi limito a sopravvivere cercando tutti i giorni di risolvere i problemi del quotidiano, lottando contro un mondo esterno che sta uccidendo il mio lavoro (prima ancora, cerca di ucciderne lo spirito) e quello di tutti coloro che – come me - credono in quello che fanno e tutte le mattine si svegliano con l’obbiettivo di andare avanti e non soccombere al quel lungo e potente braccio tira-fili ? Insomma, so quello che sto facendo o mi sto limitando a subirlo, scansando le botte che arrivano senza preavviso forti e sonore ?

La risposta è: non lo so ! Forse non sono sufficientemente intelligente per capirlo, forse non lo capisco e basta perché si tratta di un concetto molto più grande di me, ed io sono soltanto uno scacco su una scacchiera in continua evoluzione.

Però so di amare molto e di essere altrettanto molto riamata, presuntuosamente penso di aver fatto qualcosa di buono nella vita e, sempre molto arrogantemente , so che una piccola parte di me sopravvivrà attraverso la mia progenie ed il ricordo che lei avrà di me… sperando che essa abbia molta più consapevolezza del tempo che vivrà di quanto, oggi, ne abbia io.

Un’amica che vuole sempre , dannatamente, capire!