~~Frank non stava capendo più niente, non gli importava di tutti quelli che erano lì intorno, delle urla di gioia, dei pianti commossi...c'era Hazel e a lui bastava lei. Le prese il viso fra le mani e le scostò delicatamente i capelli dal volto, quando però le guardò gli occhi ebbe un sussulto impercettibile, gli sembravano distanti, freddi.
“Che cosa pensi Frank?” si rimproverò “E' sempre lei..anzi, ora  è anche più preziosa, perché è tornata” eppure non era stata solo un'impressione di Frank. In Hazel c'era davvero qualcosa di diverso, era straordinariamente bella. Non che prima non lo fosse, ma in quel momento sembrava quasi che risplendesse di luce propria, era sempre lei, ma c'era qualcosa in quello sguardo stravolto per il trauma e perso nell'orizzonte circostante, che ti attraeva, non era qualcosa di visibile come la benedizione di Afrodite, ma era qualcosa di così potente, un fascino regale che difficilmente riuscivi a sostenere.
“Bene” disse Percy “Ora è giunto il momento di qualche spiegazione”
“Concordo” annuì Jason “ma non qui; entriamo dentro e sediamoci”
Gli sguardi di tutti erano molto tesi, i ragazzi si lanciavano svariate occhiate e se qualcuno avesse potuto guardare attraverso le loro menti vi avrebbe visto un garbuglio indistinto di pensieri, supposizioni, progetti e sentimenti.
Si sedettero attorno al tavolo e il primo a parlare fu Harry.
“Salve, mi chiamo Harry Potter, lei è Hermione Granger e lui Ron Weasley” e indicò per ultimo il ragazzo dai capelli rossi “E siamo maghi”. I tre fissarono al lungo i ragazzi per cercare di capire quale reazione avrebbero avuto. La prima a parlare fu Piper:
”Quindi semidei figli di Ecate?”
“No, maghi, non siamo semidei, non abbiamo nulla di divino” rispose pronta Hermione
“Tipo delle specie di 'mago Merlino' ?” chiese Frank.
“Esatto, lui ha studiato nella nostra scuola” rispose Ron
“Ah sì?? E dimmi, c'erano anche le tre fatine della 'Bella addormentata nel bosco' ?”ghignò Leo
“Leo!” lo rimproverò Annabeth.
“Chiedevo solo, se hanno Merlino..”
“Scusate, ma se non avete alcun legame divino, come fate ad avere dei poteri?” la domanda di Hazel era logica dopotutto.
“E' difficile da spiegare, semplicemente.. ci nasci! Ad esempio io sono una mezzosangue, ovvero figlia di due genitori babbani”
“Babbani?” domandò Piper.
 “Babbano significa umano, che non ha poteri magici” spiegò Hermione.
“Mezzosangue hai detto” disse Jason “Anche noi siamo mezzosangue, ma in modo diverso da come lo intendete voi, per noi un mezzosangue è una persona nata da un mortale e una divinità, quelli che nascono da genitori non divini li chiamiamo mortali”
“Scusa” lo interruppe Ron “ma voi siete immortali?”
“Certo che no” rispose Leo
“E allora perché chiamate i babbani mortali?”
“Perchè non hanno sangue divino” rispose Percy.
“Ma anche voi siete mortali, non potevate chiamarli tipo..”
“Ok basta” Hermione fermò la discussione “siamo qui per altri motivi” e lanciò un'occhiata d'intesa a Harry.
“Esatto” concordò Percy “perchè siete qui? E cosa sapete su di noi?”
Harry iniziò:”Siamo in viaggio, pochi mesi fa c'è stata una terribile battaglia nella nostra scuola, molti dei nostri amici sono morti, altri invalidati per sempre; lo scontro è stato tra due fazioni di maghi, l'Ordine della Fenice e tutti i maghi buoni e i mangiamorte, guidati dal Signore Oscuro, Voldemort.”
Hermione continuò:”Egli era un mago potentissimo, sadico e immortale, aveva creato degli horcrux, ovvero brandelli della sua anima custoditi in degli oggetti, sette in tutto: diari, anelli, diademi, coppe...di tutto, finché questi horcrux esistevano egli era invincibile”
“L'anno scorso ci simo messi in viaggio e abbiamo distrutto tutti questi horcrux, fino a scoprire che l'ultimo risiedeva nel cuore di Harry; Voldemort infatti, designandolo come suo possibile vincitore, da bambino era andato per ucciderlo, in tutto ciò non si era fermato davanti a nulla e aveva ucciso i genitori di Harry, per proteggere il suo bambino, sua madre, si era sacrificata, donandogli una protezione tale da rispedire la maledizione lanciata dal Signore Oscuro contro sé stesso. Il risultato è stato che Voldemort, accidentalmente, ha creato un ultimo horcrux, Harry” Ron passò la parola a quest'ultimo.
“Per anni ho potuto vedere, sentire, provare i sentimenti e le mosse di Voldemort, finché non ci siamo definitivamente scontrati, dato che i pezzi della sua anima erano a brandelli è stato possibile ucciderlo in duello e riportare così la pace”.
La storia aveva dell'inverosimile, ma ormai avevano visto di tutto e Piper parlò:
“Immagino che non sia tutto, vero? Se no non sareste qui”
“No, infatti..” sorrise debolmente Hermione “un mese fa abbiamo avuto notizie di attacchi da parte di alcuni mangiamorte e strani eventi stanno alimentando le nostre paure”.
“Che tipi di eventi?” domandò Jason.
“Beh, terremoti improvvisi, spiriti mai visti prima nell'aria e..gente che non muore”.
I sette semidei si guardarono e i loro sguardi furono molto eloquenti.
“Abbiamo ricevuto una profezia dalla nostra professoressa di Divinazione..”
“Bah, come se..”
“Hermione!” la rimproverò Harry “dicevo, ci è stata annunciata una profezia”
“Anche voi avete le profezie?” domandò Frank
“Sì, ma..” Hermione stava per rispondere quando Harry la fermò:”Sì”
“Scusate, ma mi sembra di capire che voi sappiate abbastanza cose su di noi, ma noi nulla; come conoscete la nostra identità?” Hazel puntò il suo sguardo dritto verso quello dei tre.
“E' una storia lunga e il nostro 'informatore' ci ha detto solo chi eravate, che dovevamo cercarvi e che sareste stati la risoluzione dei nostri problemi” rispose Ron.
“Informatore?” domandò Piper.
“Sì, un ragazzo sulla ventina, biondo, occhi chiari..la cosa più strana è che ci è venuto incontro su una Maserati volante” Ron si grattò la testa perplesso “per un momento pensavo fosse mio padre. Ci ha detto di chiamarsi..”
“Apollo!” concluse Percy.
“Apollo vi ha parlato di noi? Di cercarci?” Jason era stupito.
“Già, ha detto che se volevamo avere delle risposte avremmo dovuto cercarvi, ma purtroppo ne sapete anche meno di noi direi”.
Il silenzio cadde nella stanza, i sospiri si fecero pesanti e gli occhi si annebbiarono di pensieri grigi e cupi, solo lo scoppiettio del fuoco sembrava volesse conciliare l'atmosfera.
“Fuoco” pensò Percy “Il fuoco brucia” ed ebbe un sussulto “Leo!” disse “il camino è acceso, sei stato tu?”
“No amico”.
I ragazzi si guardarono intorno perplessi.
Eppure Percy era sicuro che fino a un momento prima non ci fosse. Fissò vicino ai piedi del camino e vide che una bambina stava ravvivando le fiamme. Aveva un'espressione severa, avrà avuto otto anni massimo, lo sguardo serio e concentrato e la luce rossa le conferivano un portamento maturo e mesto.
“Estia?” fecero in coro Annabeth e Percy.
La bambina si girò:”Non agitatevi, sapete bene che ovunque ci sia un pasto caldo e una dimora accogliente io sarò lì, ascoltatemi dunque, la storia che sto per raccontarvi si perde tra le pieghe del tempo”.



Angolo Autore:
eccomi tornata! Scusate se ci ho messo tanto, ma ho avuto una serie di imprevisti che non mi hanno permesso di continuare :( questo capitolo è un po' corto, ma è l'introduzione che ci permetterà di capire i rapporti tra maghi e semidei. Spero vi sia piaciuto, vi chiedo di recensire e di darmi così consigli o stimoli  per sviluppare la storia, anche solo per sapere cosa ne state pensando! :)
A presto!