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Autore: Fangirl3000    13/10/2014    0 recensioni
Rose, immersa nei suoi soliti pensieri andò sbadatamente a urtare un uomo, abbastanza giovane. Entrambi caddero per terra, ma lui fu il primo a rialzarsi. Quindi le tese la mano per aiutarla ad alzarsi.
Era vestito in modo ridicolo: giacca marrone completamente inzuppata di pioggia, pantaloni larghi e, come se non bastasse, un grande e stupido cravattino rosso.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, Rose Tyler, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Rose doveva essere nella sua camera, in quella del Tardis che le aveva affidato il Dottore, ma stava camminando tenendo una mano sulla parete e accarezzando il Tardis.

Era cambiato da quando lei lo aveva visto l’ultima volta, e voleva esplorarne il più possibile. Sapeva anche lei che le stanza del Tardis sono infinite.

Camminando incontrò Amy. Si era completamente dimenticata che il Dottore aveva adesso una nuova compagna.
Lei si fermò, e così fece Rose.
- Rose Tyler?- Evidentemente non sapeva che lei fosse arrivata.
-Resterò col Dottore per un po’.-
-Ci sarò anche io. -
Rose sorrise, anche se l’idea di condividere il Tardis con qualcun’altra la infastidiva.

Il Dottore spuntò all’improvviso da dietro un corridoio e chiamò Amy con se. Poi fece l’occhiolino a Rose, come faceva durante la sua decima rigenerazione.
-Le abitudini sono dure a morire.- Borbottò Rose ricominciando a camminare.
Il suo Dottore... Ancora non ci credeva, eppure si sentiva in colpa per John. A casa, tutto solo... Eppure sapeva che col Tardis lei avrebbe potuto rimanere via anni, quando per lui sarebbero stati pochi secondi. Il bello di avere una macchina che viaggia nel tempo.

Era ormai sicura di essersi persa, camminava da molti minuti senza traccia del Dottore. Urlò il suo nome, in attesa di una missione di salvataggio da parte sua, ma non ricevette risposta.
Si avvicinò alla parete del Tardis e le si appoggiò contro. Sapeva che era animata, e forse l’aveva fatta perdere apposta.

-Mi sei mancata. Tanto. E poi sei così bella e... Così grande all’interno... Molto aliena.- Sussurrò alla parete. –Credo di essermi persa, però. Ammiravo la tua bellezza. Potresti aiutarmi a trovare la stanza dei comandi? Da lì so proseguire...-

Non ricevendo risposta si incamminò, temendo di aver semplicemente parlato ad un muro.
Però dopo qualche passo si ritrovò nella stanza principale.
-Grazie.- Sussurrò Rose accarezzando una parete.

-Che fai?- Chiese il Dottore, sbucato dal nulla.
-Socializzavo.-
-Oh, il Tardis ti ringrazia. Le stai simpatica.- Il Dottore le si avvicinò. –Devo fare una sosta, tu vai pure in camera tua, non preoccuparti. Qui sei al sicuro.-
-Dove vai?- Chiese Rose.
-Emh... A sbrigare una faccenda. Niente di lungo.- Rose scrollò le spalle e si incamminò verso camera sua.

Era in camera, stesa sul letto, quando si sentì quel dolcissimo rumore che produceva il Tardis, quella specie di raschio che per una persona comune poteva essere fastidioso o assordante. Ma per Rose era una dolce ninnananna. Quanto aveva desiderato sentire ancora almeno una volta quel suono...

Rose si svegliò guardando il tetto della sua camera. Si alzò e si mise i primi vestiti che trovò. Appena uscì si ritrovò nella sala dei comandi. Il Dottore stava leggendo, e non si era accorto di lei.
Lei lo guardò per un attimo. Era così strano sapere che dentro era sempre la stessa persona... Avrebbe voluto esserci durante la sua rigenerazione. Ne aveva già vista una.
Rose si avvicinò in silenzio, mentre lui continuava a leggere. I piedi sulla console, seduto con gli occhiali sulla punta del naso. Quell’assurdo cravattino al collo.
Gli arrivò alle spalle, e gli sistemò il cravattino. Lui si guardò il collo, per vedere che stava succedendo. Poi si girò verso Rose e le sorrise. Anche Rose ricambiò.

-Allora, dove vuoi andare, Rose Tyler?- Rose fu scossa da un brivido. Sentire quella frase era fantastico. Poteva scegliere tutto il tempo e lo spazio...
-Ma... Amy?- Chiese lei.
-L’ho fatta uscire per un paio di minuti. O almeno sarà così per lei. Voglio passare un po’ di tempo con te, vivere un’avventura come i vecchi tempi.- Rose l’abbracciò sussurrandogli: -Grazie.-

Non aveva idea di cosa avrebbe voluto vedere. Non ci aveva più pensato da quando era sola con John.
-Dove vuoi portarmi?- Il Dottore le strizzò l’occhio, poi iniziò a smanettare la console del Tardis, correndo di qua e di là.
Poi scese le scale, seguito da Rose.

Appena lei aprì la porta, si ritrovò in una pianura sconfinata, con strani uccelli enormi che volavano in cielo. Il cielo era più sul verde, e l’erba quasi arancione.
-Dove siamo?- Chiese Rose.
-Galtharius. Nella costellazione Abifoe. È un pianeta simile alla Terra, ma molto meno disabitato.-
-Quante persone ci vivono?- Chiese Rose.
-E chi ha parlato di persone?-

Erano passate diverse ore da quando il Dottore l’aveva portata a Galtharius, e adesso stavano correndo. Scappando dagli alieni che abitavano quel bizzarro pianeta. Il Tardis era molto lontano, e Rose era stanchissima. Correvano da più di venti minuti, e il Dottore vedeva che lei stava rallentando.
Le prese la mano, aiutandola a correre più veloce.
Si era rivelato un pianeta più evoluto di come se lo ricordava il Dottore e, avendo dovuto sottostare a milioni di invasioni, gli alieni indigeni si erano organizzati, aumentando la sicurezza. Nemmeno la carta psichica serviva con loro.

Entrarono nel Tardis, e il Dottore continuò a correre fino alla console. Più in fretta che poté riuscì ad azionare la macchina, che ci trasportò nello spazio, un posto potenzialmente sicuro.
Intanto Rose era caduta a terra per riprendere fiato, in ginocchio.

-Stai bene?- Chiese il Dottore, affannato.
-Certo. Sono solo fuori allenamento. Avevo dimenticato quanto amassi correre.-
-Diciamo che amo scappare...- Sorrise il Dottore.
-Dove andiamo adesso?- Chiese Rose.
-Per il tuo fuso orario umano sarebbero le cinque di pomeriggio... Abbiamo tempo per vedere... Non so, Natale nel 100.294... Ah, quel Natale... Dovresti vederlo! Oppure possiamo andare a vedere come è stata costruita la Torre Eiffel. Saltando di epoca in epoca, altrimenti avremmo entrambi il tempo di morire... E io sono immortale, per cui sarebbe un traguardo!-
-Andata per la Torre Eiffel.- Disse Rose.

Salve!
Un po' di ritardo, ma eccola qui!
Recensite: accetto sia commenti positivi sia negativi :)

Al prossimo capitolo!
   
 
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