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Autore: Nemesis_Kali    13/10/2014    0 recensioni
In un luogo lontano, dove realtà e magia si mescolano, una leggenda narra dell'esistenza di un popolo fatato. Una cittadina insediatasi vicino ad un'enorme foresta diventa la protagonista di queste vicende. Pochi hanno il coraggio di avventurarsi in questa foresta dall'aspetto normalissimo. All'apparenza nulla sembra minacciarli. Nulla di spaventoso. Una comunissima boscaglia rigogliosa, una montagna altissima, una cittadina. Nulla di strano in tutto questo. Eppure... Se ci si avventura in quella foresta non si torna. Chiunque ne oltrepassi i confini non fa ritorno. Cosa nasconde questo luogo? Cosa cela la natura?
Genere: Fantasy, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un luogo lontano, dove realtà e magia si mescolano, una leggenda narra dell'esistenza di un popolo fatato. Una cittadina insediatasi vicino ad un'enorme foresta diventa la protagonista di queste vicende. Pochi hanno il coraggio di avventurarsi in questa foresta dall'aspetto normalissimo. All'apparenza nulla sembra minacciarli. Nulla di spaventoso. Una comunissima boscaglia rigogliosa, una montagna altissima, una cittadina. Nulla di strano in tutto questo. Eppure... Se ci si avventura in quella foresta non si torna. Chiunque ne oltrepassi i confini non fa ritorno. Cosa nasconde questo luogo? Cosa cela la natura?

 

La giovane donna osservava il sole cedere il passo alla luna. Sorrideva con dolcezza. La notte la aveva sempre attirata. Cos'era per lei la notte? La libertà. Era un mero sinonimo del desiderio di ogni adolescente. Un'ansiosa necessità di libertà.

 

Voglio essere libera.

 

Ripeteva a voce alta. Ogni sera si sedeva sotto al portico della sua casetta. Ogni sera fissava i suoi occhi innocenti e scuri nel cielo stellato che la accompagnava da anni. Sorrideva mentre le stelle splendevano. Si sentiva piena di gioia, una felicità incontenibile e incontrollabile, quando riconosceva una costellazione,oppure quando ricordava il nome delle stelle. Che amasse l'astronomia era un dato di fatto. Sospirò e sbatté le palpebre un paio di volte mentre quelle luci meravigliose le colmavano lo sguardo di sogni e speranze.

 

Devi andare. Sbrigati, Jane.

 

Disse una voce alle sue spalle. La donna sorrise ma non si voltò. Sapeva perfettamente a chi appartenesse quella voce.

 

Ma Frank! Non ne ho voglia. Non... Non è meglio osservare il cielo? Andiamo. Guardale. Guarda come sono belle. Guarda come brillano. Sono... perfette. Non esiste un termine migliore per descriverle.

 

Replicò ridendo. Adorava scherzare con il suo migliore amico. Si conoscevano da anni. Il sorriso continuava ad incresparle le labbra mentre la ragazza si alzava. Il giovane alle sue spalle le si avvicinò e le posò delicatamente le braccia sulla vita, cingendola amorevolmente. Prima di posare il mento nell'incavo del collo della giovane, le lasciò un tenero bacio sulla guancia. Alzò anche lui lo sguardo al cielo. Lui non era felice quanto lei. Sapeva che la sua adorata rossa sarebbe dovuta partire molto presto. Era un viaggio importante per lei. Il problema? Nessuno degli altri avventurieri era mai tornato indietro.

 

Vuoi davvero andare? Non sei costretta a.. farlo.

 

Devo. Lo faccio per me. Per una volta voglio fare qualcosa di egoistico. Devi capirmi. Ho il bisogno di vederlo con i miei occhi. Non posso rimanere qui. Loro mi chiamano.

 

Disse la giovane voltandosi verso di lui. I due si guardarono negli occhi. I visi a pochi centimetri, gli sguardi allacciati. Sembravano parlarsi solo con gli occhi. Il silenzio intanto calava in quella calda notte estiva.

 

Io andrò.

 

Lo so. So che non posso fermarti. Non ci sono mai riuscito... - Sospirò il ragazzo guardandola.- Quando andrai?

 

Tra poco. Ho già lo zaino pronto. - Rispose la giovane mentre si scostava dal ragazzo e si avvicinava al vecchio zaino, posato all'angolo della porta. Se lo mise in spalla e guardò Frank. Lui ricambiò lo sguardo.

 

Rossa, ti prego. Non andare. Non ora. Cosa ti cambia partire domani? Nulla. Resta ancora un po'. - Gemette prendendola per un braccio. Un terrore, una sensazione di vuoto iniziava a farsi largo nel suo cuore. Non poteva permetterle di andarsene. Non poteva lasciarla partire. Lui che avrebbe fatto? Non che fosse un asociale o simili ma.. Senza di lei, senza quella peste che continuava a farlo impazzire con i suoi dannati scherzi, lui come si sarebbe potuto divertire? Lui... Non le aveva nemmeno confessato i suoi sentimenti e lei? Lei partiva? No. Non doveva. Non... Non doveva abbandonarlo. Le prese il viso tra le mani. -Nocciolina... Per piacere. Resta. - Sussurrò con voce tremante.

La ragazza, inizialmente, non reagì. Continuava a guardare il suo migliore amico negli occhi. Sapeva che lui sarebbe stato contrario alla sua partenza, ma lei ne aveva bisogno. La leggenda narrava che sulla cima alla montagna, raggiungibile oltrepassando la foresta, si potessero toccare le stelle. Lei doveva arrivarvi. Non poteva rimanere inchiodata in una vecchia cittadina perché coloro che avevano provato ad oltrepassare quella dannata foresta erano morti. Lei era impavida, forse troppo fiduciosa in se stessa, ma si sentiva obbligata a farlo.

Jane accarezzò la guancia di Frank.

 

Non ti devi preoccupare per me. Tornerò. - Sussurrò guardandolo negli occhi. Lui scosse la testa e sorrise.

 

Non lo farai e... alla fine lo accetto. So che andresti nonostante qualsiasi cosa io ti dica. Ma... Voglio dirti un segreto, lo custodisco da parecchio.

 

Sussurrò il giovane. Deglutì e accennò un sorriso nervoso. Lei non capiva. Che cosa passava per la mente del suo migliore amico? Il giovane avvicinò le labbra a quelle della donna. Si baciarono teneramente. Jane rimase interdetta qualche istante. Lui... Lui provava... Lui era innamorato di lei? Davvero? Da quando? Una miriade di domande iniziarono ad affollare la mente della rossa mentre ricambiava quel bacio. Un bacio che esprimeva una tenerezza ed una dolcezza quasi da diabete. Frank si scostò da lei.

 

Jane Schmidt... Ti amo.

 

Sussurrò chiudendo gli occhi. La ragazza era ancora troppo sconvolta. Lui la ricambiava. La ricambiava davvero. Il ragazzo era rosso per l'imbarazzo e teso come una corda di violino. Lei sembrava sconvolta. Frank iniziò a sudare freddo, lei non dava cenni di reazioni. Improvvisamente la rossa si alzò sulle punte e lo baciò.

 

Ti amo anche io. Ma devo andare. - Sussurrò separandosi da lui. Gli occhi erano lucidi. Gli occhi di entrambi lo erano. Tutte quelle parole non dette. Tutte quelle emozioni mai condivise si erano riversate in due baci di una dolcezza infinita. Frank chinò il capo. La strinse tra le sue braccia per poi lasciarla andare.

 

Azzardati a non tornare e vengo a cercarti.

 

Non ti preoccupare. Tornerò presto. Dammi un mese.

 

Sorrise Jane mentre gli lasciava la sua collanina argentata in una mano. Lui forzò un sorriso. L'amore della sua vita stava andando via, per sempre. Si morse un labbro mentre la osservava correre via. Abbracciare il destino che il fato aveva voluto per lei. Un'altra vittima della foresta e del suo popolo. Appena la vide sparire lui si inginocchiò a terra e strinse la collanina tra le mani.

 

Addio, amore mio. - Sussurrò mentre lasciava un bacio sul pendente.

 

- -

 

Passarono i giorni, che si trasformarono in anni. La rossa non era mai tornata e Frank si recava, ogni giorno, al limitare della foresta aspettandola. Lei non aveva mai fatto ritorno. Mai. Molti iniziarono a pensare che il ragazzo avesse perso la testa.

Al calare della sera sul ventiseiesimo compleanno dell'uomo tutto sembrava calmo. Statico. Certo, sarebbe rimasto così. Se non fosse stato per una brezza gelida, proveniente dalla foresta. Una figura fece la sua comparsa tra gli arbusti.

 

Frank! Frank Freckels! - Urlava una voce a lui familiare. Una voce che credeva non avrebbe mai risentito. Uscì dalla sua casetta in fretta e furia e la vide. Bellissima nelle sue imperfezioni. I capelli scompigliati, sporca di terra e felice. Tra le mani un sacchetto di tela e qualche oggetto bizzarro. Appena i loro sguardi si incrociarono, i sorrisi di entrambi si accesero. Si corsero incontro e si baciarono. Lui la aveva aspettata e lei era tornata. La prima a tornare. L'unica che non voleva davvero tornare era lì. Tra le sue braccia. Si baciarono, finalmente. Rimasero abbracciati per un tempo che parve infinito.

   
 
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