Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: AymlerShaunCampbell    13/10/2014    2 recensioni
Crackfic ambientata nella terza stagione dopo il ritorno da Neverland.
Allarmati dal repentino cambio di comportamento di Hook, i Charmings decidono di rivolgersi alle figure magiche più potenti della città. Una nuova, bizzarra maledizione si sta abbattendo su Storybrooke, trascinandone gli abitanti in una spirale di assurdi eventi...
Disclaimer: Non possiedo né il telefilm, né i personaggi, ecc.. Elementi femslash (principalmente SwanQueen) e non solo, siete avvisat*!
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: Nonsense, What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bentrovat*!
In ritardo ma ecco un nuovo capitolo, ci avviciniamo sempre di più alla fine.. ;)
Buona lettura e a presto!
Aym

_________________________________________

“Tesoro..”
“Si?”
“Ho malissimo ai piedi.”
“Di già? Amore ma siamo appena usciti di casa!” protestò Jefferson guardando il compagno.
“Ma io ho male ai piedi!” piagnucolò l'avvocato facendo il broncio. Il moro levò gli occhi al cielo.
“Tieni papone!” sorrise Grace allungando un paio di crocs di un giallo imbarazzante all'ex monarca.
Padre e figlia attesero pazientemente che Albert si cambiasse le calzature.
Se continua così tra un po' servirà una carriola per portare in giro la pancia. Meno male che tra poco partorisce.. Pensò Jefferson preoccupato osservando l'enorme pancione.
“Oh, decisamente meglio!” sorrise Spencer rimettendosi in piedi.
La bambina si avvicinò al patrigno ed appoggiò la fronte alla pancione.
“Andiamo alla fiera, contenti? Fate i bravi però, altrimenti i papà si arrabbiano!” disse la biondina, mentre i padri la osservavano sorridendo dolcemente.
L'ex cappellaio matto prese per mano la figlia ed il compagno ed i tre si incamminarono verso quello che si preannunciava un pomeriggio pieno di divertimento.

_________________________________________

“Nonno?”
“Si Henry?”
“Sai per caso cosa deve fare ma' oggi? È uscita di casa dicendo cose irripetibili sulla madre superiora e la mamma aveva la faccia di qualcuno che vuole lanciare un'altra maledizione..”
Snow represse un sorriso.
“Non ne ho idea caro, ho sentito Emma al telefono ieri sera e mi sembrava alterata, ma non ci ho capito granché..” rispose David grattandosi la testa “Tu tesoro ne sai
qualcosa?” chiese poi rivolto alla moglie.

“Non saprei, non mi ha detto nulla..” mentì Snow. Nonno e nipote si scrollarono nelle spalle.
“Quando arriva Grace posso staccarmi?” chiese nervosamente Henry.
“Certo, ma prima facciamo un giro noi tre. E magari troviamo una delle tue mamme e capiamo in che guaio si è cacciata Blue.” sorrise Snow.
Mentre moglie e nipote si dirigevano verso uno stand di giocoleria, lo sguardo di David fu catturato da una figura ormai familiare che entrava in quel momento nell'area della sagra.
Il biondo, d'istinto, alzò la mano per salutarlo, ma gli occhi di Killian lo oltrepassarono come se non esistesse e il moro si girò verso il fedele amico Spugna, prima di sparire nella folla.
Il biondo abbassò la mano ed il volto, sconfitto.
“Caro.. non puoi forzare le cose. So che per te è semplicemente una complicazione, ma prova a pensare a cosa sta passando lui in questo momento..” disse Snow sottovoce carezzando la spalla del marito.
“Lo so, vorrei solo.. Poter fare qualcosa.” ribatté il biondo.
“Ora non è il momento e lo sai.. Senti perché non ne parli con Archie? Forse la sua saggezza potrà esserti di aiuto.” rispose la moretta, gettando uno sguardo verso il nipote, apparentemente incantato davanti ad un mangiafuoco.
“Archie non apre prima di lunedì..” rispose debolmente David. La moglie gli sorrise.
“A dire la verità ha uno stand anche lui qui in fiera, consigli ad offerta libera. Perché non vai a trovarlo subito prima che arrivi tutta la città? Tu ti sfoghi e senti che ha da dirti, in più aiutiamo la città a rimettersi in piedi.” disse Snow, sempre pratica.
“Ottimo!” sorrise il biondo “Oh, ma aspetta.. tu ed Henry?” aggiunse poi guardando il nipote.
“In questa città è impossibile non trovare almeno una delle mie amiche, inoltre ho intravisto Grace con i suoi e vedrai che prima o poi fugge da lei!” rispose la moretta strizzandogli l'occhio.
David sorrise, allungò qualche banconota al nipote e sparì tra la gente di Storybrooke.
“Nonna, ho visto che è arrivata Grace..” disse Henry guardandosi le scarpe.
“Vai pure tesoro. Ma ricordati di salutare tuo padre e le tue madri, quando li trovi. Oh, e fatti vedere anche da me o dal nonno, ogni tanto!” strillò Snow ad un Henry ormai lontano.
“Si nonna..” urlò Henry prima di allungare il passo verso la biondina.
Qui ci sono fin troppi parenti! Pensò il ragazzino.

_________________________________________

“Mi spiegate chi ACCIDENTI sta mettendo questa orribile musica techno? Non è stato autorizzato!” strillò Blue agitando ferocemente un plico di fogli, in piena crisi di nervi. Mannaggia a lei quando si era presa in carico l'organizzazione della sagra.
“Non ne abbiamo idea, madre superiora..” rispose terrorizzata una fatina novizia, rendendosi conto troppo tardi che le sue consorelle erano sparite lasciandola da sola con Blue.
Da uno stand a pochi metri di distanza due enormi casse spettinavano ritmicamente la pletora di teenagers e bambini entusiasti e danzanti mentre un ometto scarno e non particolarmente avvenente si contorceva dietro la consolle urlando 'Muovi!' e 'Su le mani!' ad intervalli regolari. Un ragazzino piccolo di statura e dagli occhi enormi correva avanti e indietro sistemando strumenti.
“CHI È QUESTO PAZZO? VOGLIO SAPERE CHI È!” strillò nuovamente Blue.
“Ehm.. la lista dice 'Julian Catta, stand discoteca'.” balbettò la novizia.
“Stand discoteca? E chi l'ha autorizzato?” chiese sgomenta la fata turchina scorrendo tra i fogli.
“Lei, madre superiora..” le interruppe una voce. Le due fate si girarono.
Un ometto tarchiato con i capelli brizzolati allungò cortesemente il permesso firmato a Blue.
“E lei è..?” chiese la madre superiora spiegando i fogli.
“Maurice. Maurice Catta.” disse l'uomo con un inchino.
“Oh, Sig. Catta anche lei? È per caso fratello del Sig. Catta che sta mettendo i dischi?” chiese timidamente la novizia, mentre Blue la fulminava con lo sguardo. La fatina novizia decise di ignorarla.
“Cugino. Sono il cugino.” sospirò l'uomo, che non sembrava per nulla contento della parentela.
La novizia sorrise comprensiva osservando il dj che al momento sembrava in preda ad un attacco epilettico.
Che curioso modo di danzare.. pensò la fatina.
Blue esaminò con cura il foglio, sorpresa di trovarci la propria firma.
Ma quando ho firmato una cosa simile? Io non me lo ricordo! Pensò la fata, poi la memoria tornò ad un pomeriggio arroventato in casa Glass e ad una telefonata in un momento decisamente inopportuno.
Ora ricordo, era quel cretino fastidioso che non mi mollava più al telefono, mentre io e Sid stavamo.. si, devo avergli detto di chiamare in convento per togliermelo dai piedi.. Ricordò Blue arrossendo.
“Mi rinfreschi solo la memoria, gli accordi non li avete presi con me personalmente, è corretto?” chiese Blue, iniziando a ricomporre i pezzi. Aveva firmato alcuni permessi di cui non si era occupata personalmente, indubbiamente il foglio che aveva tra le mani era uno di questi.
“No, così a memoria direi di aver parlato con la consorella Tinkerbell.” disse l'uomo.
Maledetta verdognola, questa me la paga! Pensò irata la fata, poi la memoria tornò nuovamente a Glass e la suora arrossì.
“Bene, bene.. mi perdoni, sa, con tutte questi stand..” balbettò Blue paonazza, mentre la novizia e Maurice la osservavano con curiosità.
“Blue! Cosa accidenti..!” una voce impetuosa e molto irata scosse la turchina da pensieri impuri ed i tre si girarono verso la nuova arrivata.
Una volta individuata la sorgente di tanta furia l'uomo e la novizia scomparvero d'incanto, grati al fato di non essere, almeno per una volta, bersaglio d'astio altrui.
Maledizione, è arrivata veloce come un fulmine! Pensò Blue soddisfatta di sé stessa.
“Signor sindaco, cosa posso fare per lei?” sorrise Blue, preparandosi psicologicamente alla valanga di ingiurie che le sarebbero inevitabilmente piovute addosso.
Sarà meglio che questo piano funzioni alla svelta o ci ritroveremo con un'altra maledizione, come minimo! Pensò la fata.
“Non faccia la finta tonta! Si può sapere che cosa le è saltato in mente?!” sibilò la Mills cacciandole un plico di fogli in faccia.
“Non capisco di cosa parli..” disse Blue con calma, fingendo di leggere l'elenco alla ricerca di una risposta.
“Parlo dello stand 27!” ringhiò Regina, furente.
“Stand 27, stand 27.. Ah si, lo stand dei baci!” la suora proseguì facendo la finta tonta e scorrendo con l'indice fino al punto incriminato “Che problema c'è?” chiese poi guardando il sindaco negli occhi con fare affabile.
“Emma Swan! Emma Swan! Ecco qual'è il problema! Lei ha assegnato lo sceriffo Swan allo stand dei baci!” quasi urlò Regina.
“Si, è corretto.” sorrise candidamente Blue. Questo piano era decisamente piacevole da eseguire.
“Emma Swan! Ma si rende conto?!” proseguì imperterrita Regina.
“E qual'è il problema?” chiese la fata aggrottando le sopracciglia.
Il sindaco si bloccò, boccheggiando alla ricerca di una scusa plausibile. Blue, da suo conto, ebbe l'accortezza di non riderle in faccia.
“B..beh, ecco.. lo sceriffo Swan ha un figlio. Mio figlio! Nostro figlio! Che esempio diamo al nostro bambino?” balbettò Regina.
“Ma è solo qualche bacio.. Suvvia, non sia così pudica.. e glielo dice una suora! E poi è per beneficenza, il bambino capirà, è un ragazzo, ormai.” sorrise Blue.
“Qualche bacio a mezza città! Ma ha visto che fila c'è in attesa dell'apertura?” replicò Regina, paonazza.
In effetti la notizia che la Swan avrebbe concesso un bacio a chiunque avesse fatto una donazione aveva smosso un consistente numero di single, decisi più che mai a sostenere la causa benefica.. qualunque essa fosse. L'ordinata ed eterogenea marmaglia in attesa che la piccola baracca aprisse era guidata da Neal Cassidy che, sbarbato di fresco e stranamente vestito elegante, si stava sprayando da mezz'ora la lingua con un deodorante al mentolo.
Tu.. tu sarai il primo a subire la mia ira e soffrirai più di tutti! Pensò Regina stringendo gli occhi con odio.
“Ottimo, è una buona notizia per le donazioni! Pensi, le casse del comune saranno parzialmente rimpinguate dal contributo dei nostri volenterosi concittadini!” sorrise angelica Blue.
Se la Swan ha attirato così tanta gente mi chiedo quanta ne possa attirare Ruby. Devo chiedere alla signorina Lucas se il prossimo anno sarebbe disposta a darci una mano.. pensò Blue.
Ma stiamo scherzando? Questa bigotta turchina fino all'altro ieri vomitava solo al vedere una coppia felice e ora che si diverte con Sidney crede di avere il diritto di svendere la mia Emma a mezza città?! Pensò Regina, schifata.
“Questa cosa non è igienica!” strillò la Mills agitando i pugni.
“Senta, non vedo cosa ci sia di male a..” proseguì imperterrita la fata.
Regina Mills entrò di prepotenza nello spazio personale della suora interrompendo il monologo e la fulminò con lo sguardo.
“Mi ascolti bene. La Swan non è la persona adatta e lei la rimuoverà all'istante da questo incarico. Trovi qualcun altro per questa compravendita di carne!” sibilò Regina.
Blue fece istintivamente un passo indietro.
Gelosa è gelosa, non c'è dubbio.. pensò la fata deglutendo.
“Ma chi potrei..? Così, all'ultimo minuto..” balbettò la suora.
“Potremmo chiedere a Glass. È sempre così cortese e disposto ad aiutare..” sorrise Regina con un lampo maligno negli occhi.
Il viso di Blue divenne di un curioso miscuglio di verde schifo e rosso vergogna.
“C-credo.. Credo che il Sig. Glass sia diversamente impegnato.. Ma non si preoccupi, troverò immediatamente un sostituto.” balbettò la suora.
“Bene, lo faccia. Io intanto vado a salvare la Swan da questa mandria di bifolchi.” disse Regina, poi sparì a passo svelto verso la baracca ancora chiusa.
Blue sospirò sollevata per lo scampato pericolo, poi afferrò il telefono ed avvisò via whatsapp le altre cospiratrici.
-operazione SwanQueen iniziata!-
La suora fece un cenno all'uomo che stava sistemando le ultime decorazioni allo stand delle suore ed attese che si avvicinasse.
“Ha presente quel favore di cui le avevo parlato?” chiese Blue, melliflua.
“Si?” chiese Gongolo.

_________________________________________

Il banco farmacia era ancora un mortorio, ma per Eolo non era un problema, stava comunque parlando di affari.
“Quindi dici che può funzionare?” chiese Gold, interessato. Belle, in un angolo, aveva l'aria di si stava annoiando a morte.
“Certo, ma io non ne farei più di sei a persona, in modo che sembri un'offerta speciale. Così ce la possiamo giocare sul prezzo, capisci?” disse Eolo con un sorriso entusiasta.
Gold annuì prendendo appunti su un foglio.
“In quanto alle percentuali non si potrebbe alzare un po' la mia quota? Tipo parificarla?” chiese speranzoso il nano.
“Beh vedi, io mi occuperei della preparazione e dell'imbottigliamento, tu devi solo farti consegnare un capello dal cliente e pensare alla rivendita.. E avresti l'esclusiva! E poi parliamoci chiaro, strappare un 30-70 al Signore Oscuro mi sembra un ottimo affare..” disse Tremotino guardando il nano negli occhi. Ad Eolo non sfuggì la neanche tanto velata minaccia.
“O-ok..” balbettò. Dopotutto ci avrebbe comunque fatto un bel guadagno.
“Ottimo, ora parliamo di marketing. Dobbiamo vendere bene questo prodotto, potremmo addirittura mettere dei cartelli di fronte al Rabbit Hole!” pensò a voce alta Gold, con gli occhi luccicanti.
“Per la pubblicità pensavo a qualcosa del tipo 'Credevi di esserti portato a casa Ingrid ma ti risvegli con Hagrid? Ricorda la serata e ripara i tuoi errori, con la pozione anti-sbronza!'” disse Eolo agitando le braccia.
“Ma è perfetto!” esultò Gold abbracciando il nano e quasi estirpandolo dal suo stand. Belle affondò il viso tra le mani.
“Tesoro, la bambina si sta agitando, forse sarebbe meglio se continuassimo a girare..” tentò la donna. Se sentiva ancora parlare di queste pozioni anti-sbronza la nausea sarebbe venuta a lei.
“Oh, ma certo! Andiamo subito cicci picci! Eolo lunedì definiamo bene i dettagli, ma mi piace lo slogan!” urlò Gold, poi afferrò la compagna sotto braccio e sparì in mezzo alla folla.
Chissà se esiste una pozione anti-rincoglionimento pensò il nano farmacista appoggiando il viso tra le mani.

_________________________________________

“Ho già voglia di andarmene..” sospirò Hook carezzandosi il pancione.
“Suvvia capitano, siamo appena arrivati..” disse preoccupato Spugna. Non gli era sfuggito lo sgraziato tentativo di David di salutare il suo capitano, né il brusco cambio d'umore che ne era conseguito.
“Lo vedrò ovunque e sarò costretto a parlarci. Non ne ho la minima voglia.” sbuffò Hook.
“Non se ci teniamo impegnati! Ecco, per esempio, potremmo partire dallo stand della veggente!” sorrise speranzoso Spugna indicando un grazioso stand decorato con drappi viola.
“Come se il mio futuro potesse migliorare..” il pirata scrollò le spalle.
“Suvvia, non sia tragico capitano, non si sa mai cosa può accadere!” sorrise il mozzo trascinando il riluttante pirata verso l'entrata e scostando una tenda.
“Prego, entrate ed accomodatevi.” una voce calda come il velluto li accolse dall'oscurità.
I due uomini strinsero gli occhi per vedere meglio nella flebile luce interna ed individuarono un'affascinante donna mora dagli occhi verdi come giada che sedeva pazientemente ad un tavolino.
Spugna spinse Hook verso il pouf posto di fronte al tavolo tondo e dopo aver depositato una manciata di dollari su di un piatto d'argento si accomodò a sua volta su alcuni cuscini poco più indietro.
“Il mio capitano vorrebbe farsi predire il futuro.” disse cortesemente.
“Posso offrirvi del tè?” chiese educatamente un bambino apparso da dietro una tenda. Non poteva avere più di otto anni. I lineamenti, chiaramente gitani, erano di poco dissimili a quelli della giovane veggente.
La mano del pirata si portò istintivamente sul pancione, poi salutò cortesemente chinando leggermente la testa e sorrise.
“Sarebbe molto cortese da parte tua, grazie..?” sorrise Killian.
“Liam.” sorrise di rimando il ragazzino.
"Liam. È un bellissimo nome.” disse Killian, un tono malinconico nella voce.
“Era il nome di un suo caro.. fratello?” chiese la donna. Hook si girò verso di lei ed annuì.
Il bambino verificò che anche Spugna volesse da bere e sparì nuovamente dietro la tenda.
“Possiamo cominciare, capitano Jones?” chiese la donna allungando la mano verso il giovane corsaro, che vi depositò la propria inarcando un sopracciglio, sorpreso.
“Sa sempre tutto dei suoi clienti?” chiese il moro, incuriosito e lievemente a disagio.
“Tutto no.. a meno che i clienti non siano molto famosi in città.” sorrise guardando il pancione del giovane. Hook incassò elegantemente il colpo e sforzò un sorriso.
“Immagino che sappia anche che la piccola non è mia..” disse tristemente il pirata.
“Non di sangue, no, ma vedo che lei farà parte della vita della bambina, anche se ora non ci crede.” rispose la mora concentrandosi sulla mano del pirata.
“Lui me la porterà via, lo ha già messo in chiaro.” commentò scetticamente il corsaro.
“Non sia così negativo capitano, qualcosa mi dice che il Sig. Nolan avrà presto le idee più chiare su cosa sia meglio per la vostra bambina.” sorrise incoraggiante la mora.
“Mah, speriamo. Mi piacerebbe tanto vederla crescere..” sospirò Killian.
Liam tornò con tre tazze di tè fumanti e dopo averle depositate davanti ai rispettivi proprietari si sedette educatamente di fianco a Spugna guardandolo affascinato.
“Si?” Chiese il mozzo sorridendo. Il piccolo allungò una mano sul viso dell'uomo e accarezzò la barba soffice.
“Tu sei Spugna, vero? Credevo assomigliassi a Lucio Dalla!” disse il bambino.
I tre adulti scoppiarono a ridere sonoramente.
“Quello era il film!” sorrise Hook strizzando l'occhio al bambino, che ricambiò con un sorriso a trentadue denti.
“Scusatelo, è molto curioso..” disse la mora leggermente imbarazzata.
“Si figuri!” Hook e Spugna scrollarono le spalle sorridendo poi bevvero.
“Lievemente speziato, mi piace.” sorrise il corsaro appoggiando la tazza e rimettendo la mano sul tavolo in attesa che la veggente proseguisse.
“Il futuro è nebuloso e non da dettagli chiari, ma vedo molta felicità per gli anni a venire.” disse la donna riprendendo la mano di Killian tra le sue.
“Neanche un dettaglio piccolo piccolo?” chiese speranzoso il pirata. La mora si concentrò.
“Vedo una famiglia. Complessa, numerosa, piena di amici inaspettati e caotica. Ma felice.” sorrise la mora. Killian sorrise di rimando.
“E la nave? Sa dirmi qualcosa sulla nave?” chiese il moro poi. Spugna levò gli occhi al cielo. Il capitano amava quella nave quanto una persona.
“La vedo navigare con la pioggia e con il sole, in calma ed in tempesta, ma mai da sola.” proseguì la giovane strizzando gli occhi verdi in piena concentrazione.
“Una flotta?” chiese sorpreso il moro.
“Si, è corretto. Una piccola flotta.” disse la veggente, poi lasciò andare la mano del giovane, che la ritrasse riluttante.
“Vuole che le legga anche l'uncino?” sorrise la mora, notando l'espressione leggermente delusa del giovane.
“Sarei proprio curioso di sapere cosa riesce a leggerci!” rise il pirata, porgendo scherzosamente l'uncino. La mora lo prese senza batter ciglio e rigirò delicatamente la protesi tra le mani, ammirandone la lucentezza.
“Beh, intanto vedo che è di ottima fattura.” rispose la ragazza facendo l'occhiolino. Killian rise di cuore.
“Sa, non è carino che lei sappia tutto di me e io di lei non sappia nulla..” aggiunse il moro sporgendosi verso la donna, un sorriso di sbieco sulle labbra.
Certo che è veramente bella.. pensò Hook.
“Esmeralda. E dammi del tu, per favore.” sorrise la mora di rimando, il rossore sulle guance invisibile nella fioca luce.
Spugna osservò con curiosità lo scambio di sguardi e sorrise a sua volta.

_________________________________________

Che palle! Pensò Ruby attraversando la fiera Non basta dover traslocare mezzo diner per cucinare in sagra e dover risistemare tutto dopo, ora mi toccano anche le commissioni.. Meno male che Viktor stasera mi viene a prendere..
La brunetta allungò il passo. L'ultima cosa che le serviva era far alterare sua nonna.
Salutò alcuni passanti e si mise in fila per il banco farmacia, pensando con sollievo che quasi tutte le attività avevano dovuto traslocare i loro averi in sagra.
“Ma secondo lei se aggiungo della polvere di fata posso ritenermi al sicuro dalla maledizione delle gravidanze?” chiese il cliente davanti a lei agitando una scatola di preservativi.
Davanti a certe domande Eolo faceva davvero fatica a rimanere professionale.
“Non credo, ma se riesce a convincere la madre superiora a benedirle quelli mi faccia sapere!” sorrise il farmacista strizzando l'occhio a Ruby, che si morse il labbro per non ridere.
Ha! Questa la vorrei proprio vedere! Pensò la lupacchiotta mentre il ragazzo di fronte a lei sbuffava sconsolato pagando il conto.
“Ruby, che posso fare per te?” sorrise il farmacista. La giovane ricambiò il sorriso ed allungò le ricette di sua nonna.
Eolo consultò le ricette ed il labbro inferiore iniziò a tremargli. Non era possibile. Non poteva succedere.
“Eolo?” chiese preoccupata Ruby. Il farmacista non rispose, iniziò silenziosamente a piangere, uscì dal suo stand, si inginocchiò davanti alla giovane ed le abbracciò una gamba.
“Non puoi, è presto! Tu mi manderai in fallimento!” pianse il nano, stringendo l'esterrefatta ragazza.
“Eolo, ma che stai dicendo?” chiese Ruby, imbarazzata e confusa. Una piccola folla si stava assembrando per osservare la curiosa scena.
“Non ti rendi conto? Se smetti di darti da fare tu avrò comprato cinquantasei diversi tipi di preservativi per niente! E tutto quel lubrificante, buttato! Ma non ci pensi a me?” pianse il nano.
“Eolo, si può sapere che accidenti ti è preso?” chiese la giovane cercando di scollarsi il nano di dosso.
“Non puoi andare in menopausa!” urlò Eolo agitando le ricette di Ruby.
“COSA?! Ruby! Ma sei impazzita?” strillò una voce dietro di lei.
Ellis? Ci mancava solo il proprietario del sexy shop.. pensò la ragazza levando gli occhi al cielo.
L'uomo si inginocchiò a fianco del nano e le abbracciò l'altra gamba.
“Ragazzi, non avete capito..” disse Ruby, ma una nuova ondata di singhiozzi la interruppe.
“Non puoi essere in menopausa, a chi venderò tutti i nuovi giocattoli che ho comprato?!” pianse l'uomo.
“Ragazzi..” tentò nuovamente la lupacchiotta.
“Non ci sono abbastanza abitanti in questa città per compensare il mancato guadagno!” pianse Ellis.
“Come manterrò la mia auto nuova?” lo seguì a ruota Eolo.
“RAGAZZI!” disse Ruby alzando la voce “Le medicine non sono per me, sono ricette di mia nonna!” sbuffò poi. Due paia d'occhi speranzosi si alzarono verso di lei.
“Quindi non sei in menopausa?” chiese Eolo con voce tremante.
“Ma no idioti, ho venticinque anni!” protestò Ruby portandosi una mano in viso.
I due si alzarono in piedi asciugandosi le lacrime e liberando finalmente la brunetta dalla morsa.
“Ma.. e quando ci andrai come faremo?” chiese preoccupato Ellis, pronto ad inginocchiarsi di nuovo.
“Beh.. Ci sono tanti altri adulti qui a Storybrooke, poi tutti i bambini nati ora prima o poi diventeranno adolescenti ed avranno bisogno dei vostri servizi..” rispose la giovane aggrottando le sopracciglia.
“E che faremo nel frattempo?” chiese Eolo con le mani sui fianchi.
“Nel frattempo tu venderai i prodotti per mamme, mammi e bambini..” la giovane si girò poi verso Ellis “E tu aiuterai un sacco di genitori stressati a stare meglio.” sorrise Ruby.
“Poi potrebbe esserci qualche nuova maledizione a breve, pensate quanto stress porterebbe in città!” aggiunse la lupacchiotta, decisa a levarseli dai piedi.
I due uomini annuirono convinti e si diedero il cinque mentre la folla si disperdeva. Ellis tornò fischiettando al suo stand.
“Posso avere le medicine di mia nonna, ora?” chiese Ruby guardando l'orologio. Come al solito si sarebbe sorbita la ramanzina di Granny.

_________________________________________

Emma Swan bestemmiò mentalmente più e più volte cercando di raccogliere il coraggio per aprire la finestrella che dava sulla fila sempre più corposa di pretendenti.
Maledetta Blue e le sue idee di guano! Dovevo dar retta a Regina e farle incenerire quella dannata fatina! Ma poi tutta sta gente non ha niente da fare? Pensò la bionda.
“Lascia pur chiusa la finestra mia cara, non devi più farlo.” disse Regina entrando dalla porta sul retro e socchiudendo l'uscio.
“Devo forse arrestarti per omicidio?” sorrise raggiante la Swan girandosi.
“Non ancora, e poi se avessi ucciso il coleottero turchese non troveresti di certo prove.” sorrise di rimando la mora strizzando l'occhio.
“Nemmeno se ti perquisissi?” chiese Emma, gli occhi che scivolavano senza ritegno sulle forme della sindachessa. Labbra vermiglie si schiusero rivelando denti bianchissimi.
“Chissà. Se ti ci mettessi d'impegno..” sussurrò la mora avvicinandosi, poi si bloccò mentre la bionda si levava di scatto jeans e maglietta.
“E-Emma, che fai?” balbettò Regina, interdetta. Un conto era flirtare, un conto era.. quello.
Ma non dovevamo parlare, prima? Non che io mi lamenti, anzi.. pensò la mora mangiandosi con gli occhi la bionda.
Emma si girò sorridendo e si chinò con studiata lentezza verso il borsone che aveva portato con sé, ne estrasse l'uniforme ed iniziò a rivestirsi. Regina la guardava basita, indecisa se tirare un sospiro di sollievo o strangolarla.
“Ritorno in servizio prima che Blue cambi idea, con tutta la gente concentrata qui in sagra non possiamo permetterci sia sceriffo che vice sceriffo in ferie, ti pare?” chiese la bionda sistemandosi i capelli in una coda di cavallo a completare l'opera.
“Giusto, giusto..” disse Regina senza mai spostare gli occhi da lei.
Lo sceriffo fuori servizio, ecco che scusa dovevo usare! Certo che questa uniforme è davvero aderente.. pensò la sindachessa, paonazza.
“Più che altro, come facciamo con la folla qui fuori? Non saranno per niente contenti!” scherzò Emma sistemandosi il cinturone d'ordinanza.
“Blue sta portando la tua sostituzione.“ disse Regina facendo un cenno con la testa verso la porta socchiusa nell'esatto istante in cui Blue ed un'altra persona si avvicinavano al retro alla baracca. Emma guardò fuori ed alzò le sopracciglia.
“Stai scherzando, vero?” sorrise la bionda “Dimmi che possiamo rimanere almeno a vedere la faccia di Neal!” disse poi.
“Certo che possiamo!” rise la mora.

_________________________________________

“Guarda Henry, lo scivolo!” disse entusiasta Grace indicando due enormi tubi chiusi che facevano scivolare i ragazzini in una piscina di palline colorate.
“Andiamo!” il ragazzino la prese per mano e corsero verso la fila di bambini in fila per la giostra.
“Hey August!” salutarono i due riconoscendo la familiare chioma fulva.
“Ciao ragazzi!” rispose Pinocchio “anche voi allo scivolo?”
“Si, ne approfittiamo ora prima che inizino i giochi!” sorrise Grace.
“Ma tu sei di servizio?” chiese Henry notando la maglietta col logo del negozio di Geppetto.
“Non me ne parlare, papà mi ha concesso mezz'ora di libertà poi devo tornare al banco, oggi vendiamo i casalinghi in legno e papà sta ancora prendendo gli ordini per le camerette dei bambini.” sospirò il rosso.
“Almeno qualcuno ci guadagna da questa maledizione!” rise Henry dando di gomito all'amico.
“Noi? Si, gli affari sono aumentati, ma.. hai visto l'auto nuova che si è presso Eolo?” disse Pinocchio con aria sognante mentre proseguivano lentamente in fila.
“E come si fa a non notarla? Rossa fiammante! E che motore!” rispose entusiasta il morettino.
Grace levò gli occhi al cielo.
Vi prego, non mettetevi a parlare di motori, che noia.. pensò.
“Ragazzi, ma non vi sembra che il tizio dello scivolo sia un po' tonto?” sussurrò poi. I due ragazzi guardarono l'enorme giostraio ed annuirono. Non aveva esattamente l'espressione sveglia.
Qualche metro più avanti l'anziana proprietaria della giostra, una donna tutta grinze, stava sgridando malamente il ragazzo percuotendolo con un ventaglio.
“L'altra leva Kronk, l'altra leva!” urlò.
“Eppure mi sembra di averlo già visto..” sussurrò Henry grattandosi la testa.

_________________________________________

Non era la prima volta che il biondo si trovava sdraiato sul lettino di Archie, ma non poteva fare a meno di sentirsi a disagio, e non erano i rumori della fiera al di fuori delle fragili pareti a farlo sentire così. Aveva parlato, pianto, urlato, spiegato. E gli sembrava di non avere ancora risolto nulla.
“A cosa credi sia dovuta questa tua diffidenza verso la famiglia?” chiese Archie di punto in bianco. David si alzò a sedere di scatto, spiazzato.
“In che senso?”
“Beh, da quello che mi hai detto risulta evidente che hai il timore di costruire qualcosa di duraturo al di fuori del tuo rapporto con Snow” disse il rosso consultando gli appunti “ad esempio il tuo rifiuto di Re Giorgio..”
“Non è il mio vero padre!” strillò istericamente il biondo.
“Il tuo matrimonio fallito con Kathryn..” proseguì imperterrito il dottore.
“Ero già sposato con un'altra!” ribatté il principe, agitato.
“Il tuo voler portare via la bambina ad Hook..” continuò il rosso.
“Non è sua figlia!” urlò il principe alzandosi in piedi.
“Per quanto ti sembri inaccettabile è anche figlia sua e lo sai anche tu, David. Capisco che le menzogne di tua madre sul tuo gemello, l'essere stato gettato nelle grinfie di Re Giorgio e l'aver quasi perso Emma per la maledizione ti abbiano indurito, ma ogni volta che ti si presenta l'occasione di costruire qualcosa tu lo rifiuti. Solo Snow è riuscita a far breccia in questo tuo scudo.”
“Ma Emma ed Henry..” tentò di difendersi David, poco convinto delle sue stesse parole.
“Emma ed Henry si sono presentati a te e Snow come un'unità familiare già costruita e si sono aggiunti a te e tua moglie.” rispose il rosso. Il biondo abbassò il capo, abbattuto.
“E quindi? Come posso fare a cambiare questa cosa?” chiese poi, rimettendosi a sedere.
“Cerca di aprire il tuo cuore alle persone che stai lasciando fuori, anche se in minima parte sono passate per la tua vita e dovrebbero rimanerci, se ti arrabbi così è evidente che tieni a loro.”
“Anche se hanno già famiglie formate?”
“Certo. Prendi ad esempio il tuo divorzio da Kathryn. Firmare le carte per il divorzio ed accettarla come tua ex moglie è stato il primo passo per rimettere a posto non solo i tuoi errori ma anche quelli degli altri. E poi non esiste un numero massimo ai membri di una famiglia, si parte da due e la crescita è solo un naturale passo avanti.” sorrise il rosso.
“Firmare.. Un naturale passo avanti.. ma certo! Ora so cosa fare!” strillò il biondo con entusiasmo, si alzò in piedi, gettò una manciata di banconote e scomparve oltre la soglia.
Il rosso raccolse le banconote grattandosi la testa, confuso.

_________________________________________

Dotto, in mezzo alla fila, non capiva come mai la fila procedesse così spedita e ci fossero tante defezioni.
Bacia così male la Swan? Si chiese. Sperava di no, aveva intenzione di fare una generosa donazione e gli sarebbe spiaciuto rimanere deluso.
Il tizio in fila davanti a lui si spostò imprecando ed uscì dalla fila e il medico capì finalmente il motivo di tanto trambusto.
“Gongolo?” chiese sgomento guardandolo il ragazzo che si sporgeva oltre la finestra della baracca.
“Ciao!” salutò il fratello agitando una mano “Bacetto?”

_________________________________________

Snow sbirciò con la coda dell'occhio Henry, qualche metro più a destra, intento a parlare con Grace.
Quanto sono carini! Pensò la mora sorridendo, poi riportò l'attenzione verso la gara. Mulan, arruolata a forza nonostante fosse di servizio, era nettamente in vantaggio.
“Stai sbavando..” rise poi, notando Pocahontas, a bocca spalancata, che osservava la compagna scalare senza problemi l'albero della cuccagna, toccarne la sommità e discendere rapidamente mentre gli avversari ancora stavano salendo.
“S-si..” rispose Pocahontas chiudendo le labbra ma senza staccare gli occhi da Mulan.
La cinesina atterrò con un'elegante capriola, ritirò il premio e si avvicinò alle due amiche.
“Hey!” salutò accogliendo la compagna tra le braccia e sorridendo a Snow “Hai visto il mio capo?” chiese poi.
“Ho provato a spedirla da Regina anche prima ma l'hanno chiamata per abbattere un paio di chimere poco dopo che siete tornate dalla pattuglia e Regina è stata sequestrata da una pletora di vecchiette che vogliono sapere di chi è quel gatto parlante che gira nei paraggi della scuola elementare. Sembra che nonostante i nostri sforzi Blue abbia rischiato la morte per nulla, non abbiamo fatto i conti con tutti i problemi di questa città. Di questo passo rimarremo maledetti per sempre e quelle due non saranno mai felici.” sospirò Snow, triste.
“Su, non fare così. Oggi c'è la sagra ed era prevedibile un po' di confusione, vedrai che troveremo il modo!” la cinesina le sorrise e le strizzò un braccio, comprensiva.
“Non essere triste, intanto godiamoci la sagra. Finché non chiamano Mulan per un'altra emergenza perché non andiamo a vedere le gare di tiro con l'arco dei ragazzi? So quanto vi piaccia questo sport e mi è stato detto che ci sono un paio di soggetti decisamente bravi.” sorrise Pocahontas infilando la mortadella-premio nella borsa e spingendo le due verso l'area di tiro.
“Parli della ragazzina coi capelli rossi, l'ho vista, è davvero impressionante!” sorrise Mulan appoggiandosi alla staccionata ed osservando gli arcieri. Indicò con la testa una nube di riccioli fulvi che spiccava tra la fila di teenagers intenti ad osservare la gara in attesa del proprio turno.
La ragazzina, in jeans sfilacciati, maglietta dei Clash e converse che avevano visto giorni migliori stava parlando con un'amica, quando notò le tre e salutò con entusiasmo Snow, che ricambiò il saluto con un sorriso ed un cenno del capo.
“È una tua allieva o ricordo male?” chiese Pocahontas.
“Merida. Si, è la prima del mio corso.” rispose Snow con orgoglio.
Qualche metro più avanti, Merida ed altri tre ragazzi si prepararono a tirare.
“E capisco perché!” commentò Mulan con un fischio di approvazione, mentre la ragazzina infilava un centro dopo l'altro.
La piccola arrossì allo scroscio di applausi che accompagnò la fine del suo turno e si rimise in fila lasciando il posto agli altri arcieri.
“Se continua così sarebbe un ottimo agente di polizia.” annuì Mulan. Era dai tempi dell'esercito che non vedeva qualcuno tanto disciplinato.
“Snow! Hai un minuto? Avrei bisogno di parlarti..” la voce di David fece girare le tre donne.
“Di che cosa si tratta tesoro?” sorrise Snow.
“Credo di aver trovato una soluzione e Albert è disposto ad aiutarci, ma devi essere d'accordo anche tu..” disse timidamente il biondo.

_________________________________________

La sagra si stava per concludere e Regina non era riuscita ancora ad avere un secondo per parlare con la bionda. Inspiegabilmente, sia Blue che Snow, note impiccione, non l'avevano quasi disturbata e sembravano sempre pronte a dirle dove trovare la Swan. Nonostante i loro sforzi, tuttavia, Emma aveva passato buona parte del pomeriggio a combattere le creature che erano apparse all'interno della fiera e sembrava che ogni abitante di Storybrooke sentisse il bisogno di scusarsi personalmente con lei, dopo aver sentito di cos'era stata capace sua madre.
Domani devo parlarle assolutamente, non posso evitarla per sempre.. pensò la mora salutando con un gesto della mano l'amica Kathryn, intenta a trascinare via il fidanzato dallo stand dello zucchero filato.
Da quando si vede con la biondina nemmeno Henry mi calcola più pensò la mora, ripensando al saluto volante che il figlio le aveva rivolto prima di tornare a casa un'ora prima.
Una mano le artigliò un braccio e la trascinò dietro una baracca, scuotendola di colpo dai suoi pensieri.
“Ma che diamine..” sbottò Regina pronta a difendersi, poi si ritrovò faccia a faccia con Emma e sorrise.
“Non riesco mai a parlarti per due secondi..” si scusò la bionda, tirandola a sé. Regina le portò le braccia al collo e sorridendo.
“Che dici di fare quella famosa chiacchierata?” chiese Regina sbattendo le lunghe ciglia. Emma le carezzò una guancia.
“Sarebbe stupendo.” sorrise la bionda.
“Alpha tre a sceriffo, mi senti?” gracchiò la radio. Le due donne imprecarono.
“Forte e chiaro, sarà meglio che sia importante.” disse seccamente Emma rispondendo alla radio, Regina ancora stretta a sé.
“Si sta lentamente aprendo un portale in parcheggio, molto grande. È meglio che vieni subito a vedere. Regina è li con te?” chiese Mulan.
“Si, sono qui.” disse Regina strappando di mano la radio ad Emma.
“Servite entrambe, subito! Teletrasportatevi se possibile, questo portale promette guai e non siamo ancora riusciti a trovare Gold!.” disse Mulan, l'urgenza evidente nella sua voce.
“Arriviamo subito.” concluse Regina, poi strinse forte Emma a sé e le due sparirono in un vortice di fumo viola.

_________________________________________

Trentadue dollari per baciare un nano, non ho parole! Pensò amareggiato Neal, calciando un sasso. Quella era decisamente la sua giornata sfortunata.
Aveva bruciato la sua ultima possibilità di riconquistare Emma, che sembrava sempre impegnata a combattere creature random o appiccicata a Regina Mills.
Henry era totalmente preso dalla fidanzatina e l'aveva salutato a stento.
Perfino suo padre sembrava troppo occupato a fare amicizia con gli altri cittadini per ordine di Belle per dargli retta, era arrivato addirittura a tornare a casa senza dirgli nulla, quasi un'ora prima.
Le gambe lo portarono istintivamente verso uno degli stand della birra ed il giovane guardò l'orologio. Il buio avanzava lentamente e la folla del pomeriggio aveva da tempo iniziato a diminuire.
Ma si, una birretta prima che chiudano, via.. pensò il giovane accomodandosi al bancone. A quanto pareva era l'ultimo cliente.
“Cosa ti servo? Ti avviso che abbiamo finito quasi tutto.” una voce femminile lo scosse dai suoi pensieri e Neal si ritrovò faccia a faccia con una bella ragazza dall'aspetto mediorientale.
“Quello che vuoi tesoro, l'importante è che ci sia dell'alcool, dentro!” sorrise il giovane, rinvigorito davanti a quell'inaspettata sorpresa.
“Sono Neal, tu come ti chiami?” chiese poi.
“Jasmine.” la barista gli strizzò l'occhio allungando una ciotola di noccioline, poi iniziò a spinare una birra chiara.
“Hey Neal!” disse ad alta voce un trafelatissimo David “Hai per caso visto Hook?” chiese poi.
“Hey David! L'ho visto di sfuggito prima, si è avviato a casa circa un quarto d'ora fa.” disse il moro allungando la mano verso la ciotola, mentre Jasmine gli depositava davanti una pinta.
Un urlo roco squarciò la quiete della sera facendo girare di scatto i tre verso il parcheggio.
“Golem!” urlò una persona fuggendo in direzione opposta.

_________________________________________

Erano ormai diversi minuti che Emma e Regina combattevano con i tre Golem che erano apparsi dall'enorme portale. La folla, a rispettosa distanza, osservava nel panico.
Le due si presero per mano e si concentrarono, convogliando un flusso di energia verso le bestie che correvano verso di loro, facendone sbriciolare due.
Il più grosso dei tre scartò di lato evitando la distruzione, poi si girò di scatto e con un pugno scagliò Regina diversi metri più indietro. La mora cadde rovinosamente di schiena con un gemito, mentre la bionda rotolava su un fianco, ancora sgomenta.
“Regina!” urlò Emma, mentre la mora si metteva faticosamente a sedere, sanguinante ed ansante.
“Sto bene!” urlò la mora di rimando, anche se non si sentiva bene per nulla.
Il mostro ruggì e, non vedendo più la mora come una minaccia, si girò verso la bionda ringhiando.
No, no, no.. Emma non è pronta per affrontarne uno da sola! Pensò la mora nel panico.
Il gomito del mostro precipitò verso il viso della bionda, pronto a ridurre in poltiglia quel fastidioso esserino, ma Emma fu più rapida e rotolando verso sinistra scivolò sull'asfalto appena in tempo per vedere il braccio di pietra che si sfracellava sulla strada lasciandovi un cratere.
Regina la guardava a bocca spalancata, troppo terrorizzata anche per urlare.
Aveva appena visto il corpo di Emma scomparire sotto, anzi, dietro quell'enorme braccio di pietra e per un attimo il cuore le si era contratto nel petto, rifiutandosi di battere.
Usare la magia, adesso, era impensabile. Prima di tutto lei era troppo stanca.
Il gigante era troppo rapido e lui ed Emma troppo vicini per smaterializzarlo. Se si fosse sbagliata.. non voleva pensarci.
Le sfere infuocate sarebbero state inutili contro quel corpo di pietra ed ugualmente mortali per Emma, in caso di errore.
La bionda era scivolata sotto il mostro poi dietro di lui, mentre quest'ultimo estraeva il braccio dall'asfalto e si girava rumorosamente verso la sceriffa.
Emma lo guardò con aria di sfida. L'avrebbe tenuto lontano da Regina, a qualsiasi costo.
Il mostro si chinò verso di lei, le ginocchia piegate ed i pugni appoggiati sulla strada, quasi a studiare l'avversaria.
Emma si tastò il fianco, imprecando. Oltre alle costole doloranti non c'era nulla, la sua pistola giaceva probabilmente schiacciata sotto qualcuna delle auto sbriciolate. Il golem ruggì ferocemente, facendo vibrare i vetri delle abitazioni circostanti e facendo rabbrividire le due donne che ancora si ostinavano a combatterlo.
Emma si girò verso Regina nello stesso istante in cui il golem si alzava in piedi e piegava i gomiti portando i pesanti pugni dietro la propria testa, pronto ad attaccare.
Per un istante infinito tutto sparì e nel vuoto cosmico rimasero solo Emma e Regina, sole ma insieme in mezzo al nulla, l'universo troppo insignificante per comparire in quel momento.
“Regina, fuggi ora! Prenditi cura di Henry!” urlò la bionda, risoluta, poi tornò a guardare il golem, pronta all'inevitabile.
A Regina il cuore sembrò esplodere del tutto.
Non poteva farlo.
Non lo stava facendo.
Oppure si.
Emma si stava sacrificando.
Non poteva permetterlo.
Non poteva perderla, non ora. Non dopo Henry, non dopo Neverland, non dopo tutto quello che avevano passato.
Con un gesto del polso richiamò a sé l'unico oggetto che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi. Era la loro ultima speranza.
La spada di David si materializzò nella mano destra di Emma, che guardò la mano come se non le appartenesse.
Da pochi metri a lato, o forse da milione di anni luce oltre lei, la voce di Regina le invase le orecchie e la mente.
“Usa la magia Emma, è l'unico modo! Credi in te stessa!” urlò la mora, mentre due colonne di granito cadevano in picchiata verso la bionda.
Emma si staccò da terra volando incontro al gigante di pietra, la spada sguainata che veniva avvolta da fiamme azzurre.
Fu un secondo, ma durò un'eternità, almeno per Regina.
Era come guardare un incidente in slow motion. Surreale, raccapricciante. Vero.
La lama di Emma, avvolta dall'essenza più pura della magia, trapassò l'enorme corpo di pietra come fosse burro e la bionda volò oltre il gigante diviso a metà, atterrando con un ginocchio sull'asfalto, scivolando in avanti per qualche metro e fermando l'accelerazione con il palmo della mano libera contro la strada.
Le due metà di quello che era stato un gigantesco golem si schiantarono al suolo, oscurando temporaneamente la donna.
Poi la pietra si trasformò in sabbia e la sabbia turbinò vorticosamente attorno ad Emma per poi svanire.
Le ginocchia di Regina cedettero e si accorse di essere a terra solo a cose fatte, le lacrime che sgorgavano libere sulle sue gote ed il sollievo che le invadeva il cuore.
Emma, ancora inginocchiata e con la spada fiammeggiante in mano si girò verso la mora e sollevò un angolo della bocca in un mezzo sorriso.
Era il sorriso più arrogante che Regina avesse mai visto.
La mora rise mentre piangeva.
Avrebbe voluto prenderla a schiaffi.
Avrebbe voluto urlarle contro tutte le emozioni che avevano flagellato il suo cuore nell'ultima mezz'ora.
Avrebbe voluto afferrarla per il bavero dell'odiata giacca di pelle rossa che la bionda si ostinava a mettere perfino sulla divisa e sbatterla per terra.
Avrebbe voluto volarle addosso e baciarla fino a consumarle le labbra.
Perché mai prima d'ora si era resa conto di quanto la bionda contasse per lei. E non era solo per il ruolo che ricopriva nella vita di Henry, qui si trattava di loro due e basta.
E Regina sapeva, ora con certezza, che avrebbe fatto di tutto perché Emma Swan fosse sua, alla fine.
Nonostante i ruoli, nonostante Henry, Snow, Blue, tutta Storybrooke. Nonostante tutto.
Mentre pensava tutto questo, mentre Emma e gli altri correvano verso di lei, Regina perse i sensi.

_________________________________________

Spugna e Hook si erano ormai lasciati alle spalle le luci ed il caos della sera e si stavano incamminando verso il porto nella sera stranamente fresca.
“Lo sapevo che avrei dovuto portarmi un giacchino.” brontolò Spugna sfregandosi le braccia.
“Si, in effetti c'è freschino.” rispose Hook,
“Tutto ok capitano? Mi sembri un po' scombussolato..” chiese preoccupato Spugna.
“Insomma.. Dev'essere stato l'hot dog che ho mangiato, non mi sento molto in forma.” rispose il moro massaggiandosi il pancione, poi sorrise.
“Che c'é?” chiese Spugna girandosi, poi la vide.
A pochi metri di distanza Esmeralda stava calciando la ruota di una vecchia automobile stracolma di roba. Liam la osservava indeciso se ridere o piangere.
“Stupido bidone!” disse la giovane agitando i pugni.
“Non parte?” chiese Hook sorridendo.
“Killian!” sorrise la mora girandosi. Il suo umore era migliorato di colpo.
I due uomini si avvicinarono all'auto poi Hook si piegò in due tenendosi la pancia, che aveva iniziato a gocciolare come per incanto. Il giovane cadde in ginocchio.
“Hook!” urlò Spugna chinandosi al suo fianco e stringendolo.
“Credo.. Credo che mi si siano rotte le acque!” balbettò il pirata.
“Mamma, cosa succede?” chiese allarmato Liam.
“Sta per partorire, dobbiamo portarlo all'ospedale immediatamente!” disse Esmeralda chinandosi anch'essa a fianco del giovane.
Dal fondo della strada Whale aveva visto la scena e stava correndo verso i quattro, seguito a ruota da Ruby.
“Che sta succedendo?” chiese il medico inginocchiandosi davanti a Hook. Il ragazzo era ansante e visibilmente in preda al dolore.
“Sta nascendo!” disse Spugna.
“La mia auto non parte, dobbiamo portarlo al pronto soccorso, come facciamo?” chiese Esmeralda.
“Usiamo la mia!” disse Ruby.
“Non c'è tempo! Dobbiamo far uscire il bambino subito!” disse Whale.
“Il diner!” disse Ruby, poi i quattro adulti fecero alzare il pirata e si diressero a passo svelto verso il Granny's, seguiti da Liam.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: AymlerShaunCampbell