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Autore: Malec Lovers_    13/10/2014    7 recensioni
E se Alec avesse perso la memoria in battaglia?
E se tutti i suoi ricordi di Magnus fossero ormai perduti?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Magnus Bane
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Su New York il cielo si schiarì improvvisamente, permettendo ai raggi solari di illuminare ogni angolo della città. Anche in un vicolo stretto, nel quale i corpi di Alec e Magnus erano ancora uniti, l’oscurità era sparita.
Si separarono solo un momento, per guardarsi negli occhi, resi ancora più luminosi dal sole. Entrambi abbozzarono un sorriso complice e, dopo qualche istante si incamminarono verso Brooklyn.
«Hai fame?» chiese dolcemente Magnus, rivolgendosi al Cacciatore.
«Si, ti va di andare mangiare qualcosa?» propose Alec, muovendo lentamente le sue dita verso quelle smaltate dello stregone. La risposta dell’altro fu un semplice sorriso, con il quale mostrava tutta la sua felicità persino per quel gesto così semplice.
I due si avviarono con le mani intrecciate per il lungo viale, sino ad arrivare alla caffetteria dove poco tempo prima Kyle portò Alec.
Ironico.
Entrarono insieme accompagnati dal rumore di un campanello all'apertura della porta; si sedettero al tavolo vicino alla finestra e diedero un’occhiata al menù posato sul tavolo dinnanzi ai loro occhi. Poco dopo gli si avvicinò la cameriera con la solita divisa e la coda da ratto che gli spuntava al di sotto.
«Salve ragazzi, cosa vi porto?» chiese la in modo distratto, ma poi, riconoscendo il viso di uno dei due clienti, abbozzò un sorriso.
«Hei Magnus come va? A quando la prossima festa? E’ un sacco che qui ci si annoia!» aggiunse poggiando i gomiti sul tavolo con i piedi incrociati. Il suo sguardo incrociò per sbaglio quello di Alec.
Le sue pupille si dilatano, e quasi sobbalzò.
«Ma io ti conosco! Eri con Kyle l’altra volta. Però mi dicesti che Magnus non era il tuo ragazzo, ma solo un amico!» disse, ammiccando.
«Solo un amico eh?» chiese lo stregone, con un tono quasi irritato.
«Io non…» Alec era terrorizzato, non sapeva cosa rispondere.
Alla fine, quando aveva parlato con la ragazza, non ricordava nulla, e per lui Magnus era solo un ragazzo per cui non voleva ammettere di avere una cotta; anche se riflettendoci bene non aveva mai detto che erano amici.
«Ma io non ho mai detto..» fece Alec rivolgendosi alla cameriera con fare polemico.
«Lo so, lo so» replicò la strega prima che potesse terminare la frase, ammiccando di nuovo.
«Ad ogni modo» cominciò calmo lo stregone «da quanto tempo conosci quella fata?» chiese, rivolto alla cameriera.
All'inizio sembrò confusa, poi capì cosa in realtà intendesse dire Magnus.
«Parli di Kyle, vero?» fece voltandosi di spalle e prendendo i piatti sporchi lascati sul tavolo affianco.
Magnus annuì con un verso di approvazione.
«Non è una fata» rivelò la ragazza.
Adesso, nella mente dei due ragazzi che la fissavano con attenzione, c'era ancora più confusione di quanta non ci fosse già.
«Kyle è...Kyle è semplicemente Kyle.» disse, quasi paonazza. Parlare di lui la rendeva abbastanza nervosa, ma alla fine sembrava una conversazione innocua.
«Esprimiti meglio» la incoraggiò Alec, accorgendosi subito del suo rossore, che gli ricordava il suo quando parlava di Magnus.
«Kyle è umano, diciamo che è un bambino scambiato, o meglio salvato. Non so come lo definiscano le fate. Ma so per certo che è umano, e sa di esserlo.» spiegò.
«Capisco» rispose subito Alec.
Questa era la bugia meglio riuscita della sua vita. Dopo un po’ i due ordinarono due cappuccini e due brioche, di cui una decorata da tanti zuccherini colorati.
«Da quanto vi conoscete?» sussurrò il Cacciatore, per non farsi sentire, indicando con lo sguardo la ragazza che si muoveva leggiadra nonostante la sua coda decisamente spessa e lunga.
«Io ed Elisa? Saranno un cento, duecento anni al massimo. E’ italiana, era piccola quando l’ho incontrata la prima volta, diciamo che l’ho aiutata ad uscire da una situazione abbastanza difficile e a salire su una nave per l’America. Ed ora eccola qua. Di tanto in tanto ci vediamo ai party che organizzo, niente di più.»
«Alla faccia delle amicizie secolari» rispose Alec soffocando una risata.
«Quando sai che tutto intorno a te è destinato a morire mentre tu rimarrai sempre lo stesso, ti leghi alle cose eterne per paura di restare solo.» confessò Magnus piano, fissando il vuoto, per poi posare lo sguardo felino negli occhi azzurrissimi di Alec «Però sai Alexander, con te, ogni momento sembra infinito, e non c’è niente, niente, che in tutti questi anni di vita , abbia desiderato di più di averti vicino. Alec tu sei il mio grande amore. L'ho capito soprattutto in questo ultimo periodo, in cui non averti con me (e su di me) è stato straziante...quando hai perso la memoria, è stato come se si fosse perduta anche una parte di me, la migliore, quella esiste solo grazie al tuo amore. E forse sto delirando, ma voglio solo farti capire che ti amo da impazzire, ed è un sentimento così forte che sembra scoppiarmi nel cuore, ogni volta che mi perdo nei tuoi occhi azzurri, nella morbidezza della tua pelle...e starei ore a toccarti i capelli. Oh, adoro i tuoi capelli, quando ti ricadono umidi sulla fronte dopo che esci dalla doccia, sono belli anche quando sono tutt’uno con il sangue demoniaco, forse non profumatissimi, ma comunque belli. Adoro quando torni a casa ancora in divisa da combattimento e mi ripeti stanco da morire «E anche questa volta ce l’abbiamo fatta!». Adoro quando combatti, i tuoi movimenti fluidi, come impugni l’arco e scocchi le frecce, amo le tue rune scure, le tue cicatrici bianche che ti rendono ancora più perfetto. Alexander ti amo, ti amo più di ogni altra cosa al mondo, anche più dei glitter, ed ho tenuto tutto dentro tanto tempo che adesso sto scoppiando, sto dicendo tante di quelle cose che non so nemmeno se hanno senso.» aggiunse farfugliando rapidamente, prendendo le mani di Alec nelle sue stringendole, mentre il ragazzo lo guardava con fare quasi commosso e ascoltava con attenzione le sue parole. Quella era in piena regola una dichiarazione d’amore, ed era la più bella, la più sincera ( nonché l'unica) dichiarazione che avesse mai sentito. Il Sommo stregone di Brooklyn gli aveva aperto totalmente il suo cuore, lì in un bar, infischiandosene che qualcuno potesse sentire o capire che erano gay, non gli importava niente se non di lui, e lo stesso era per Alec.
«Mi ami più dei glitter?» domandò in tono dolce e un po' divertito, con gli occhi che gli brillavano commossi.
«Per Lilith, ovvio che sì!» forse mise troppa enfasi in quella riposta e infatti, ben presto, scoprì di aver alzato troppo la voce e che tutti i clienti si erano voltati verso di loro. Non sapeva dire con esattezza chi fosse umano e chi no, o meglio, saperlo non era una cosa di cui gli interessasse molto.
I due sciolsero le loro mani solo quando al tavolo tornò Elisa con in mano tazze fumanti, due brioche calde e un piatto di pancakes “offerti dalla casa”.
Iniziarono a mangiare, lanciandosi di tanto in tanto delle occhiatine. Una volta finito lasciarono i soldi sul tavolo e si alzarono; Magnus si avviò verso la porta, mentre Alec andò spedito dalla cameriera per parlarle.
«Ti piace, vero? Kyle, intendo. Ho visto come ne parli.» chiese schietto.
«Io e Kyle siamo amici, molto amici, sarebbe folle innamorarsi di lui» rispose timidamente la ragazza che pochi minuti prima sembrava tanto sicura di sé.
«Non è folle, per niente! » la guardava con occhi comprensivi e forse in parte affettuosi «se proprio non ti piace, non ti toccherà sapere che mi ha baciato...» disse, cercando di stuzzicarla.
La ragazza aveva l’aria ferita, alzò le spalle e abbassò la testa
«Lo immaginavo» disse piano. « Sappi che non è affatto una brava persona.» la informò poggiandole una mano sulla spalla. «Nessuno è interamente buono o interamente cattivo. Anche nella cosa più brutta c’è qualcosa di bello. E poi non ci si innamora solo del bene, ma anche del male. Dimmi come potrei io, figlia dell’oscurità, amare la luce?» ribattè lei, alzando lentamente la testa per poi farla scattare proprio davanti a quella del Cacciatore.
«Guarda me. Io sono un Nephilim» spiegò, mostrando una runa «Magnus uno stregone, proprio come te. Ma io lo amo e lui ama me. Niente è impossibile. Se veramente lo ami è perché è lui, non perché sia il male. Non nasconderti dietro l’oscurità. Senza la luce, l’oscurità non sarebbe nulla»
«Forse hai ragione» disse piano la ragazza.
«Lo so» concluse Alec, voltandosi per raggiungere il ragazzo e uscire dal bar.
Una volta arrivati a casa, lo stregone gettò le chiavi sul tavolo e si buttò a peso morto sul divano colorato, mentre Alec gli passava davanti. Si diede un’annusata e si tolse velocemente la maglietta gettandola a terra. Il ragazzo seduto non fece altro che seguire tutti i suoi movimenti con sguardo ammaliato.
«Vado a fare una doccia» lo informò Alec.
«E’ un invito?» chiese Magnus, sfoggiando uno dei suoi ghigni maliziosi.
«Se vuoi» fece l’altro stando al gioco, e avviandosi verso il bagno fece cenno all'altro di seguirlo.
Magnus non se lo fece ripetere due volte e con un rapido scatto, paragonabile solo a quelli dei gatti quando individuano la loro preda, raggiunse il fidanzato e lo sbattè, con il petto nudo, contro il muro freddo, iniziando a baciarlo con passione. Le mani esploravano i dettagli delle spalle e della schiena, mentre le mani del Cacciatore erano intrecciate nei capelli neri mentre lo tirava a sé.
Quel momento carico di sentimento, passione e sensualità fu interrotto dal bussare della porta di ingresso.
Confusi, i due si scambiarono uno sguardo interrogativo, per poi posare gli occhi sulla porta, che tremava leggermente per il bussare. Si avvicinarono lentamente ed aprirono. Era una giovane donna, più o meno sulla ventina, con lunghi capelli blu e gli occhi che avevano il colore delle arance matura.
Nemmeno il tempo di chiederle chi fosse, che iniziò a parlare «Vengo in nome della Regina della Corte Seelie: vi verrà incontro domani a Central Park. Confida nella vostra presenza, dato che è disposta ad offrirvi il suo aiuto e non darà una seconda possibilità». Detto ciò, la fata si voltò e sparì tra le scale, lasciando i due ragazzi alquanto perplessi.
Cosa voleva ancora la Regina da loro? E di che aiuto parlava?
L'unico modo per scoprirlo, era attendere il misterioso incontro con la sovrana del Popolo Fatato.


Nota delle autrici:
Lucrezia: Ci scusiamo per il ritardo, che è soprattutto colpa mia. O meglio, colpa della mia scuola, grazie alla quale sono circondata da dizionari di latino e greco. Spero però che il capitolo valga l'attesa. Vi abbiamo dato qualcosa su cui fangirleggiare, in particolare la dichiarazione d'amore di Magnus.
Mi sento in dovere di ringraziare come sempre tutti quelli che leggono e recensiscono assiduamente la storia.

Ilenia: Ci scusiamo ulteriormente per il ritardo, ma, almeno per quanto riguarda me,il quinto anno si fa sentire, e Lucrezia spera assiduamente in uno spiraglio di luce che emerga da una montagna di dizionari . Sappiate solo che nei brevi momenti di relax, il mio cervello elabora per voi! Tornando a noi, spero che vi sia piaciuto,e che porrete, come vostro solito, tante domande!! Vi invito a recensire e a dirci la vostra e vi ringrazio per tutto l’affetto, e le dichiarazioni d’amore, che ci date! Siete il nostro carburante per andare avanti!!

Alla prossima,

Malec Lovers_
   
 
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