Malata
d’amore
Pov
Sokka
Guardavo Suki
che era intenta a prepararmi la colazione, mi
dava la schiena e non potevo vedere bene cosa combinasse, ma si stava
dando
davvero un gran da fare.
In momenti del
genere, mi faceva pensare, che forse un po’ di
bene per me lo provasse davvero.
Quella che
vedevo a scuola, era un ragazza viziata e senza
scrupoli, invece quella che stava di fronte a me in quel momento, era
una
persona dolce e premurosa che non voleva fare altro che prendersi cura
del suo
amico.
Si
girò aggraziata verso di me e mi servì qualcosa,
non badai
nemmeno a cosa fosse, incominciai solo a mangiare in silenzio, mentre
lei
tornava di nuovo a darmi le spalle.
Passammo tutta
la mattinata insieme, fino a quando decisi di
tornare di nuovo a letto, purtroppo la febbre incominciava a farsi
sentire di
nuovo.
Una volta in
camera mia, la vidi entrare poco dopo di me e
stendersi al mio fianco –Ma cosa fai?- Chiesi rimanendo
stupito dal suo gesto
–Voglio stare un po’ con te- Lentamente
iniziò ad avvicinare il suo viso al mio
in modo decisamente
pericoloso.
Non facevo altro
che ripetermi che dovevo stare calmo, era
pur sempre la ragazza di uno dei miei amici e non doveva accadere
niente, anche
se l’odore del suo profumo cominciava a stordirmi leggermente
e il fatto di
avere la febbre non aiutava molto e restare lucido.
I nostri nasi si
sfiorarono leggermente, in un attimo
avvicinò le sue labbra alle mie, ma la scansai appena in
tempo, riuscendomi ad
alzare dal letto ed allontanarmi da quel posto così
invitante.
Lei rimase a
guardarmi come pietrificata, evidentemente non
si aspettava una reazione del genere da parte mia.
-No-
–Perché?-
-Perché
no, non finché sarai la ragazza di Zuko, non ho
intenzione di tradire un mio amico e tu non puoi stare con entrambi!
Questo non
è un gioco Suki, non puoi tenere il piede in due scarpe-
Dissi sincero.
-Io non
lascerò mai Zuko! Lui è l’unica cosa
sicura che ho
mai avuto nella vita!- La sua voce salì di un paio di ottave.
Mi
scappò un sorriso –Non te ne accorgi vero? Parli
del mio
amico come se fosse un oggetto! Non ti vergogni di quello che fai? Cosa
sono io
per te? un capriccio? Così una volta che mi avrai avuto
potrai buttarmi con
tutte quelle cose che non usi più?
Mi dispiace
Suki, ma io non ci sto, non sarò il tuo amante e
per me la storia finisce qui! Puoi anche andartene ora- Dissi
voltandole le
spalle.
-Bene! Ma
ricordati Sokka, rimpiangerai l’occasione che ti ho
dato e che tu hai buttato al vento!- Urlò, afferrando
bruscamente le sue cose e
uscendo infine dalla mia camera.
Poco dopo sentii
la porta d’ingresso sbattere. Poteva
arrabbiarsi quanto voleva, ma non sarei mai stato il suo giocattolino,
mai.
Con quel pensiero
fisso in testa, mi addormentai sfinito dalla febbre e da quella assurda
situazione.
Pov
Ty Lee
-Ti va di venire
a casa mia? Sokka non sta molto bene, gli
farà piacere ricevere delle visite- Disse Katara una volta
uscite da scuola.
-Vengono anche
gli altri, abbiamo deciso di fare merenda da
me- Continuò ancora cercando di convincermi.
-Va bene vengo-
Mi sorrise e si avviò verso i nostri amici
Arrivammo a casa
di Katara, in cucina non c’era nessuno, così
lei ci guidò in camera di Sokka, dove lo trovammo steso sul
letto a
guardare il
soffitto con uno sguardo
molto pensieroso.
-Ehi amico, hai
proprio una brutta cera- Disse Haru passando
il braccio attorno alle spalle di Azula. Davanti a quella scena, Sokka
sgranò
gli occhi.
-Ehi voi due!
Cosa significa tutto questo?- Disse puntando il
dito contro i due innamorati al mio fianco.
-Adesso io e
Azula stiamo insieme- Esclamò fiero Haru
stampando un bacio sulle labbra della sua ragazza.
-Ehi un
po’ di rispetto! Sono pur sempre suo fratello!- Si
lamentò Zuko mentre con una mano si copriva gli occhi in
modo decisamente
teatrale.
-Questa
è la mia vendetta per tutti i baci che hai dato a Suki
davanti a me e che io ho dovuto sopportare- Disse lei facendogli la
linguaccia.
Solo a sentire
il nome di Suki, lo sguardo di Sokka si
rabbuiò, tanto che chiese a tutti di uscire per poter
riposare.
Gli altri
obbedirono ma io non mi mossi –Cos’hai?- Chiesi
cercando di incrociare i suoi occhi.
-Niente-
Abbassai lo sguardo un po’ delusa –È per
Suki?- Mi
sedetti accanto a lui che si girò a guardarmi preoccupato.
-Come fai a
saperlo?-
-Vi ho visti
insieme due mesi fa, lo sanno anche le ragazze,
ma Zuko non sa niente, tranquillo- Aggiunsi quando notai la sua
espressione
allarmata.
Sentendo quelle
parole si tranquillizzò subito –Sai Lee
è
molto difficile questa situazione, ne sono innamorato, ma lei mi tratta
come un
oggetto, un
capriccio da soddisfare- Disse
serio mentre guardava il soffitto.
Suki non sapeva
quanto era fortunata, se avessi avuto
l’opportunità che Sokka le aveva dato,
l’avrei amato con tutta me stessa, senza
riserve.
-Non so proprio
cosa fare Lee, muoio dalla voglia di stare
con lei, ma allo stesso tempo non voglio tradire Zuko, lui è
un mio amico e ci
tengo alla nostra amicizia-
Oh Sokka, se
Suki avesse saputo che ragazzo meraviglioso eri,
non ci avrebbe pensato due volte a buttarsi tra le tue braccia.
Un sorriso
comparve sul suo viso –Però non riesco a
dimenticare il nostro primo bacio, il suo viso, il suo
profumo… ogni volta che
la vedo è come se fosse lei ad illuminare le mie giornate,
è come
se ad un tratto il sole diventasse
inutile nella mia vita e…- Ogni parola, era come una
pugnalata al cuore.
Il ragazzo che
amavo si stava confidando con me e io non
riuscivo a non pensare a quanto soffrissi nell’udire quella
confessione.
-Capisci cosa
intendo Lee?- Chiese quando finì di parlare.
Certo che lo
capivo Sokka, io lo provavo in ogni secondo
della giornata, tu eri come l’aria per me, ma io per te non
ero niente, era
come se non esistessi.
Una lacrima mi
rigò il viso –Si lo capisco-Dissi mentre con
la manica cercavo di asciugare quella lacrima traditrice prima che lui
se ne
accorgesse, ma era già troppo tardi.
-Ehi Lee che
succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?- Chiese
preoccupato mentre mi afferrava una mano –No sto bene- Cercai
di sorridere, con
scarso risultato.
-Sei innamorata
di qualcuno che ti fa soffrire?- Disse mentre
con l’altra mano mi accarezzava una guancia per mandare via
una lacrima.
-Ascolta amica
mia-
–Chiunque
sia questo tipo, non merita le tue lacrime, se non
riesce a vedere che persona speciale sei, allora non ha capito niente
della
vita-
Mi mise una mano
sotto il mento per farmi alzare il viso e
incrociare i suoi
occhi –E fidati, non
ti merita- A quelle parole non riuscii più a trattenermi e
scoppiai a piangere.
Ecco quello che
ero per lui, un amica, una semplice amica,
non mi avrebbe mai amato.
Corsi via da
quella stanza, volevo far uscire tutto quel
dolore che reprimevo da tempo, scappai via da quella casa ignorando le
grida
dei miei amici e le urla di Sokka che mi chiamava per convincermi a
fermarmi.
Scappai via,
fuori pioveva, ma non me ne curai, c’era solo un
posto dove volevo andare, il mio posto speciale.
Pov
Azula
Avevo visto
scappare via Ty Lee dalla stanza di Sokka in
lacrime –Sokka cosa è successo?- Gli
urlò Katara quando suo fratello uscì dalla
sua stanza per convincerla a fermarsi.
-Io non lo so,
ve lo giuro- Disse lui sincero –Stavamo
parlando, poi ha incominciato a piangere ed è scappata via,
non so perché l’ha
fatto- Disse lui con un po’ di preoccupazione nella voce.
-Dobbiamo
seguirla!- disse Katara.
–Si ma
dove sarà andata?- Le chiese Mai.
Io rimasi un attimo in silenzio, c’era solo
un posto dove Ty Lee amava andare fin da bambina, lo chiamava il suo
posto
speciale, la scogliera.
-Io so
dov’è, alla scogliera, dobbiamo andare subito!
Ragazzi
voi restate qui nel caso dovesse tornare- I ragazzi annuirono,
così io, Katara
e Mai ci avviammo verso la scogliera.
La casa di
Katara era vicina al mare, quindi ci arrivammo
dopo appena cinque minuti, la trovammo in piedi, sulla cima della
scogliera.
-Ty Lee cosa
stai facendo? Vieni giù presto!- Non potevamo
avvicinarci di più a causa della sedia a rotelle di Katara,
Ty Lee non si girò
nemmeno a guardarci.
Non potevo
lasciarla li, decisi di fare qualcosa, ma fui
preceduta da qualcuno
–Ty
Lee!-
Pov
Sokka
Ty Lee era
fuggita da casa mia in preda ad una crisi di pianto,
le sue amiche e mia sorella avevano deciso di seguirla e ci avevano
chiesto di
rimanere li nel caso fosse tornata, ma io non ce la facevo ad aspettare.
Tornai in camera
mia e incominciai a vestirmi velocemente,
indossai le prima cose che mi capitarono a tiro, dovevo fare in fretta
se
volevo ritrovarla.
Uscii correndo
dalla mia stanza, ma fui bloccato da Zuko
–Dove credi di andare?- Chiese sbarrandomi la strada
–Devo trovare Ty Lee!-
Cercai di aggirarlo, ma lui continuava a bloccarmi.
-Ci penseranno
le ragazze, Sokka hai ancora la febbre non
puoi uscire con questo tem…-
-Non mi importa
Zuko fammi uscire o ti prendo
a calci!- Urlai più arrabbiato che
mai, in quel momento una mia amica stava male ed io dovevo trovarla.
-E va bene, ma
io vengo con te-
–Dov’è
la scogliera?-
-Seguimi!- Disse
cominciando a correre, lo seguii per cinque
minuti, pioveva ed eravamo bagnati fradici, ma finalmente arrivammo a
destinazione, Ty Lee era in cima alla scogliera che continuava a
piangere.
-Ty Lee!- Gridai
il suo nome arrampicandomi per raggiungerla,
lei si girò nella mia direzione, ma prima che potesse fare
qualsiasi cosa, io
ero arrivato.
L’afferrai
con le braccia per la vita, e lei si ritrovò con
la schiena poggiata al mio petto –Che cosa ti è
preso?-
Rimase in
silenzio –Ty Lee, qualsiasi cosa sia successa, tu
non sei sola, ci sono le tue amiche, c’è mia
sorella… e ci sono io,
tu potrai sempre contare su di me- Lei si
girò lentamente e mi abbracciò.
-Ti voglio bene
Sokka-
–Ti
voglio bene anch’io Lee- Dissi sorridendole.
All’improvviso
però, la testa incominciò a girarmi, avevo
freddo e una sensazione di vertigini, mi portai le mani alle tempie
cercando di
calmare il dolore.
-Sokka- Ty Lee
mi chiamava, ma io la sentivo lontana, fino a
quando tutto non diventò buio.
Pov
Katara
Mio fratello si
era allontanato da Ty Lee e si era afferrato
la testa con le mani, in un attimo si era ritrovato steso per terra.
-Sokka!- Gridai
il suo nome, volevo raggiungerlo, prestargli
soccorso, ma la sedia a rotelle me lo impediva, in quel momento odiai
ancor di
più quello stupido aggeggio.
Zuko che era
sempre rimasto al nostro fianco, corse vicino a
Sokka e Ty Lee e dopo essersi caricato mio fratello sulle spalle si
avvicinò di
nuovo a noi.
-Ha la febbre
molto alta, dobbiamo portarlo subito a casa-
Disse mentre cominciava ad avviarsi.
Una volta
arrivati, gli tolsero quegli indumenti bagnati e
gli infilarono qualcosa di caldo, subito dopo lo poggiarono sul letto.
Ty Lee rimase
tutta la notte a curarlo, continuava a
bagnargli la fronte per far scendere la febbre, gli altri erano andati
tutti a
casa, tutti tranne Zuko, che era rimasto accanto a me.
-Katara calmati,
tuo fratello si riprenderà, lui è forte-
–Tu
non capisci Zuko, non dovrebbe esserci Ty Lee li dentro,
dovrei esserci io, ma non posso per colpa di questa cosa maledetta!-
Dissi
prendendo a pugni i braccioli della sedia a rotelle.
-Potevo anche
morire quel giorno maledetto, tanto così non
servo a niente e a nessuno!- Gridai piangendo, lui mi
afferrò il viso e mi fece
girare nella sua direzione –Smettila! Tu non sei inutile, sei
la persona
migliore che io conosca, e non voglio più sentirti parlare
così è chiaro?-
Mi strinse a se,
cercando di farmi calmare, poco dopo in
quella posizione mi addormentai.
Il mattino dopo,
mi svegliai, ero ancora tra le braccia di
Zuko, che era già sveglio –Tuo fratello si
è ripreso- Disse sorridendomi e
spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
Sorrisi
anch’io, mentre lui mi portava nella stanza di Sokka.
–Sokka!-
Gridai nel
vederlo seduto al letto, da quel che sembrava in piena forma.
-Shhhh- Si mise
un dito sulle labbra per farmi segno di fare
silenzio, fu allora che notai Ty Lee, stesa accanto a lui che dormiva.
-Sono riuscito a
convincerla a riposarsi un po’ è rimasta a
vegliarmi tutta la notte- Disse lui accarezzandole i capelli.
-Tu come stai?-
Chiesi avvicinandomi a lui –Mai stato meglio,
sono pronto per andare al ballo di sta sera!- Disse tutto pimpante
alzandosi
dal letto.
-Ma Sokka tu
stai male, non vorresti restare a casa questa
sera?- Gli chiesi speranzosa, se fosse rimasto a casa, avrei avuto la
scusa
perfetta per non andarci anch’io.
-E no
signorina!- Disse Zuko mentre faceva fare un giro alla
sedia a rotelle per farmi trovare di fronte a lui.
-Tu ci vieni a
quel ballo stasera, è inutile che provi a
squagliartela-
-Zuko ha
ragione, non hai scuse, noi sta sera andremo a quel
ballo e niente storie!-
-E
va bene- dissi
esasperata, Prevedevo che quella serata sarebbe stata molto lunga.
Salve
a tutti, mi scuso ancora una volta per il
mega ritardo, ma il mio problema è sempre lo stesso, ho dei
problemi in
famiglia e non sono riuscita a pubblicare prima =(
Spero
che il nuovo capitolo vi piaccia, alla
prossima =)
Un
bacio Baby <3