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Autore: Spensieratezza    14/10/2014    6 recensioni
da quando il piccolo principe era tornato nel suo pianeta, soffriva di solitudine...la rosa che lui amava tanto, è morta, ma ben presto forse avrebbe conosciuto un nuovo amico...
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Altri mondi, infinito amore'
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Jensen era ancora abbracciato a Jared. Sentiva il suo corpo premuto contro il suo, mentre allo stesso tempo avvertiva tutto il resto scomparire, perfino sé stesso.

Hai le braccia in cui voglio morire pensò Jensen.



Poi senti una mano asciugargli una lacrima che fino a quel momento non aveva capito gli fosse scesa giù da un occhio.

Vide il volto di Jared e pensò ancora:

E gli occhi in cui voglio abitare
 



“Jared…siamo…siamo morti” disse Jensen.

“Si, Jensen, e siamo vivi.” Gli rispose Jared, sorridente, e abbracciandolo di slancio, di nuovo.
 
Jensen ricambiò la stretta, cercando di mettere a fuoco quello che c’era intorno. Non era facile con tutta quella luce abbagliante e bianca.

“Siamo…in paradiso?” chiese confuso Jensen.

“No” disse dolcemente Jared. “Vieni, ti faccio vedere” gli disse Jared, facendolo tirare su e prendendolo per mano.
 
Jensen lo segui. Si fidava di lui. Si era sempre fidato di lui.




Sentiva ancora il corpo suo e quello di Jared. Non erano trasparenti o incorporei come aveva pensato che sarebbero diventati. Sentiva solo un grande senso di leggerezza dentro di lui. Forse aveva ragione Jared nel dire che i loro corpi erano troppo pesanti. Non ci aveva mai pensato, ma ora, considerato anche quanto venivano schiacciati dalla forza di gravità, capi che doveva essere vero per forza.

Le anime sono leggere, invece… penso, stupendosi di quella saggezza. Da quando aveva conosciuto Jared, gli aveva donato una saggezza incredibile e meravigliosa.
 



Jared lo fece camminare in mezzo al bianco accecante, e dopo pochi passi, a Jensen non sembrò più cosi tanto accecante e neanche cosi tanto bianco.

Il bianco scomparve, come se fosse stata nebbia che si era dissolta, lasciando il posto ad altri colori.

Colori meravigliosi e vividissimi.
 
Il pianeta di Jared era bellissimo. Non si sarebbe mai detto che era un pianeta malato che stava per venire distrutto.
 
Le montagne erano verdi, verdissime, piene di vita, anche se erano minuscole. Tutto era cosi vivo, anche se cosi piccolo. L’erba era soffice e fine, tutti i colori erano cosi accesi.




Jared percepi il suo stupore e disse triste: “Lo so. È diverso dalla Terra, non è vero? Li, le cose che stanno per morire, si spengono a poco a poco, qui invece no…muoiono improvvisamente, e tutto questo è ancora più triste.” Disse Jared.

Jensen andò a prendere un sassolino azzurro e lo mise nella mano di Jared.

“Cosa fai?” gli chiese curioso.

“Portiamolo con noi. Portalo con te. Ti ricorderà sempre il tuo mondo, e sarà il ricordo della nostra nuova vita insieme.” Gli disse.

“Oh, Jensen. Ti amo cosi tanto.” Gli disse, abbracciandolo stretto e baciandolo con la stessa intensità.
 
Quando si staccarono, però, a Jared venne in mente un’idea.

“Jensen, ti scoccerebbe aspettare ancora un po’? Vorrei prendere anche la mia pecora e la mia rosa.” Disse.

“Ma non avevi detto che erano morte?” chiese Jensen perplesso.

“Si, ma forse…nel nuovo mondo potrebbero riportarle in vita. Devo provare. Non me la sento di abbandonarle”

“Okay…”

“Ti assicuro che ti amo molto più di loro, ma…non posso abbandonarle, capisci?”

“Si si, capisco perfettamente” il viso di Jensen ora era triste, e Jared sapeva che pensava a suo padre e si sentiva bruciare dai sensi di colpa.

“Jensen, tuo padre…c’era bisogno di qualcuno che conservasse e proteggesse i nostri corpi, mi dispiace…” gli disse triste.

“Ehi, non ti ho rinfacciato niente “ gli disse Jensen dandogli un bacio sulla guancia. “Ora pensiamo alla tua rosa e alla tua pecora, okay? Ma in che condizioni saranno ora che…?”

Jared scosse la testa. “Saranno forse un po’ sciupate, ma te l’ho detto, non esiste il concetto di decomposizione che c’è qui sulla Terra. Tu potresti andare a prendere il mio libro sugli incantesimi, intanto?”

Jensen si sentiva a disagio a camminare in quel posto da solo, ma si fece coraggio.

“Non c’è niente che può ferirti, qui, tranquillo” lo rassicurò Jared. “Non a breve, perlomeno”

Jensen continuò a camminare, non molto rassicurato.
 
 
 
 
 
 
*

Entrò dentro quello che sembrava un micro palazzo, prima di rendersi conto che forse con la sua statura, non avrebbe potuto, ma a quanto pare riusci ad entrare comunque.

Che cosa strana pensò.

Sembrava di essere dentro Alice nel paese delle meraviglie. il palazzo era bello, ,ma era vuoto. Vide il trono, minuscolo, e immaginò che fosse del suo principino. Annusò il mantello azzurro che c’era appoggiato sopra e senti il suo odore.

Glielo porterò. Pensò.

Poco distante, vide una teca con dentro un grazioso libro d’oro, questo a differenza di molte altre cose li, era molto grosso. Un poderoso volume.

Lo tirò fuori e lo prese in mano, un po’ a fatica.
 
 
 
 
 
 
*

Jared aveva trovato una pala nell’orto e aveva cominciato a scavare due buche. Per quanto fossero poco profonde, trovava resistenza e cominciava ad essere stanco. Forse il tempo trascorso sulla Terra l’aveva reso più debole, più umano, e infatti molta della sua magia gli era stata portata via.

Jensen arrivò prima del previsto, con in mano il libro e…il suo mantello.

Lo guardò a bocca aperta, metterglielo addosso.

“Un principe non è un principe, senza il suo mantello. “ gli disse Jensen, mettendoglielo addosso.

Jared lo guardava stupito.

“Non guardarmi cosi. Sono uno che ci tiene molto alle tradizioni…il piccolo principe portava il mantello. Ero sicuro che mancasse qualcosa.” gli disse.

Jared gli diede un bacio dolce sulle labbra, e con quel mantello addosso sembrava davvero molto regale.

“Mmm ok, adesso lascia fare a me, faccio io qui.” Disse Jensen, cominciando a scavare.

“Lascia che ti aiuti” disse Jared, facendo per togliersi il mantello, ma Jensen lo trattenne.

“No, tu devi riposarti..hai perso molta magia e devi recuperare! Lascia che per una volta, sia io a servire te…”

Jared lo guardò a bocca aperta.

Mio principe”  gli disse, sottolineando quella parola, con una dolcezza inaudita, facendo un inchino. Jared si commosse e sorrise a quel gesto.
 
 
 
Jensen cominciò a scavare. Per fortuna Jared aveva già cominciato e per fortuna le buche non erano molto profonde. Riusci piuttosto con facilità a tirare fuori la rosa e la pecora. Voleva quasi piangere, mentre le tirava su. Jared invece lo fece davvero.

“Jared…”

“Va tutto bene, Jensen” gli disse, prendendole in mano.

“Sei sicuro che..riusciremmo a portarle con noi?” chiese.

“Non con noi. Loro dovranno andare prima, e non sono sicuro di riuscirci. Sono cosi egoista…abbiamo forse una possibilità di raggiungere Oz e io sto mettendo a repentaglio la nostra vita per…”

“Ehi, non sei egoista. Sei la persona più altruista che ho mai conosciuto” gli disse Jensen, prendendogli il mento. “Facciamolo e basta, okay?”

“Si” disse Jared.
 
 
Jared apri il libro e cominciò ad andare sulla voce “Incantesimi per altri mondi” e cercò “Oz”

Recitò una litania in coro con Jensen. La recitarono diverse volte, tenendo una mano in quella dell’altra e l’altra mano sulla rosa e sulla pecora.

Dopo pochi minuti, scomparvero.

“Dove sono finite, Jared?”

“Nello stesso posto dove finiremmo noi, spero.” Disse Jared.
“Jared, stai respirando a fatica.”

“Va tutto bene, possiamo continuare”

“No! Non permetterò che ti faccia del male. Aspetteremo”

“No! Ogni minuto che passa, è un rischio!”

“Non rischierò la tua vita. Ti prego! Solo il tempo per riposarti!”

“Ok, va bene!”
 
Jensen lo prese tra le braccia e si addormentarono sull’erba, insieme.
 
 
“Jensen, svegliati!” lo scosse Jared.

“Eh? Che c’è?” chiese insonnolito Jensen.

“Mi sono riposato, e adesso dobbiamo sbrigarci! Non possiamo restare morti per troppo tempo!” disse Jared, sfogliando freneticamente il libro.

“Ok, ok…sono pronto!!”
 

Recitarono una litania diversa, questa volta. La prima volta il trasferimento era per gli animali o le piante, o le cose. Questa volta dovevano trasferirsi loro, ma sincronizzare anche i loro corpi, per riuscire a ricongiungersi con essi. C’era il rischio che i loro corpi non sopportassero il viaggio, ma preferivano non pensarci, per non lasciare che il terrore li annientasse.

Recitarono la formula con l’ansia crescente, ogni volta che vedevano che non succedeva ancora nulla.

Cominciarono a sudare, e poi a tremare, ma continuavano a tenersi la mano, per farsi forza l’un l’altro.

Fino a quando non si accorsero che il sudore e il tremore dipendeva dal fatto che si stavano ricongiungendo con i loro corpi.

“Presto, Jensen…la formula per il trasferimento! Subito!!” disse Jared, strizzando forte gli occhi. La testa gli scoppiava.

“Si.” Disse Jensen.

Recitarono la formula con la testa che minacciava di scoppiargli in due, e il cuore che pompava dentro il loro stomaco.

Quando ormai credevano di morire dal dolore, scomparvero.
 
 
 
 
 
 
*
John stava ancora vegliando i corpi di suo figlio e di Jared, con grande preoccupazione, quando all’improvviso vennero cosparsi da un’alone di luce bianca, e sparirono.

John fissava basito e a bocca aperta, il punto in cui prima c’erano e ora non c’erano più.


















Note dell'autrice: 

Sono di fretta, quindi dico solo che ho ADORATO scrivere questo capitolo e scusate il ritardo!!! <33333

Ps confesso che per questo capitolo mi sono ispirata a Merlino e Artu della serie Merlin <3 c'è una puntata, credo sia proprio l'ultima, in cui Merlino dice ad Artu che è nato per servirlo <3333

LINK :

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