Mezzora più tardi…
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<< No, era solamente un progetto… ma niente di che, stai tranquilla so che non vuoi che io metta piede all’infuori di questa città>>
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“Praticamente parla come se non ci fossi”
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“No… un abbraccio noo!!”
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“Ma questa non mi ha mica presa per una bimba di due anni?!?”
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“Mhm mhm credo proprio di sì”
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La madre si ricompose frettolosamente e le rivolse uno sguardo carico di compassione<< Ricorda spegni la luce alle dieci in punto>>
<< Si mamma va bene>>Disse Alice praticamente sulla soglia della sua camera.
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“Perfetto, così avrò il tempo di organizzare tutto”
Caro diario,
ho avuto un’idea a dir poco geniale, domani quando il signor Duvall distribuirà i moduli di adesione per il progetto di arte ad Edimburgo io firmerò con la firma di mia madre e poi il giorno dopo verso le sei farò le valigie e scapperò….So di essere affrettata, ma sinceramente se non lo faccio domani non avrei avuto neanche la forza di preparare le valigie. In questo momento avrei tanto voluto che Alex fosse qui con me … ma date le distanze … la cosa strana è che la lettera che le ho spedito l’avrà ricevuta due settimane fa e di risposta non c’è neanche l’ombra… boh non so cosa pensare… ora vado a dormire.
Tua Alice
Alice chiuse il diario e spense la luce e nonostante i mille pensieri si addormentò.
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Alex si girò fissandomi stranamente e senza proferire parola si girò a chiacchierare con le sue nuove amiche di corso.
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In un attimo mille lacrime rigarono il volto di alice che scuoteva la testa incapace di parlare.
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Alice si voltò e continuando a piangere continuò a correre verso il buio…
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Ed in un attimo New York era scomparsa e con lei l’immagine di Alex che rideva di lei. Faticò ad aprire le palpebre e quando i suoi occhi furono spalancati riconobbe la faccia della mamma in apprensione.
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Più tardi a scuola…
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Detto questo Alice prese la penna anche se con la mano tremante firmò il foglio.
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