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Autore: Emma Writer Potter    14/10/2014    0 recensioni
Sin da bambina, dalla prima volta che ho letto il Calice di Fuoco, mi sono appassionata a James e Lily, la loro storia mi ha sempre incuriosita. Così da piccola fantasticavo, da adolescente ho iniziato a leggere fanfiction.
Crescendo oltre ad aumentare la mia passione per loro, insieme a tante cose belle, sono arrivati anche tanti casini.
Le storie sono diventate per me un modo per fuggire dalla realtà, dai problemi.
Ma a volte, come potete immaginare, leggendo di Lily e James, mi sono ritrovato nel mio mondo "felice", fatto di libri, storie e racconti quegli incubi da cui stavo fuggendo.
Quindi, per una volta, ho voluto scrivere una storia alternativa, con un finale alternativo, con un "Happy Ending".
Buona lettura!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Paciock, Emmeline Vance, I Malandrini, Ordine della Fenice, Petunia Dursley | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Happy Ending
 
 
 
A tutti coloro che, nonostante tutto, hanno
La forza e il coraggio di reagire;
A tutti coloro che non si arrendono e che
Continuano a cercare il loro lieto fine,
Stringendo i denti
E sorridendo.
 
 
 
 
Marlene McKinnon non aveva alcuna possibilità di sopravvivere alla mattina infernale che l’attendeva, reduce a una settimana di ronde, incontri segreti dell’Ordine della Fenice e a qualche appuntamento a ore improbabili con ragazzi sempre diversi.
Quando, così, sentì Lucy Bell dare quella notizia, non vi prestò caso, ancora troppo assonnata perché il suo cervello, per quanto degno della Corvonero che era, elaborasse quella semplice frase.
Quando una ventina di metri più avanti udì nuovamente quella storia, bisbigliata da Tom Flegger alla sua nuova ragazza, Marlene pensò che i pettegolezzi di Hogwarts avessero raggiunto l’apice della loro incredibilità, e questo era tutto dire…
Per questo motivo quando  incrociò nel corridoio Lovegood e lui le riferì per la terza volta in pochi minuti quella stravagante “news”, la ragazza scoppiò fragorosamente a ridere, rassicurando l’amico della assurdità di quella situazione, obbligando Xenophilius a lasciarla andare a far colazione, guardandola con gli occhi lucidi e l’amaro in bocca.
Quindi non si preoccupò Marlene, entrando in Sala Grande, quando vide Alice e Emmeline trattenere le lacrime, sedute vicine a un Remus Lupin sofferente e un Frank Paciock incredulo, non si scompose neanche quando vide Mary McDonald inveire come una banshee contro nessuno in particolare, o quando notò Sirius Black seduto al tavolo dei Grifondoro, vicino a tutti gli altri, tenersi la testa tra le mani. Quando vide, però, James Potter, quel James con il sorriso spontaneo sempre sulle labbra,  con gli occhi spenti e, al posto di quel sorriso, un’espressione di fastidiosa sofferenza, Marlene capì che quella era la verità.
 
Lily Evans aveva lasciato Hogwarts e il mondo Magico per sempre.
 
°°°
 
(una settimana prima)
 
Petunia si guardava allo specchio e non si riconosceva più, nel suo sguardo non vi era più alcuna traccia di quell’ arroganza, di quel disprezzo, quell’ invidia che da diversi anni a quella parte l’aveva caratterizzata.
I suoi genitori erano morti, brutalmente uccisi da loro, quei mostri! Li odiava, li odiava con tutta se stessa! Il solo pensiero di quei maghi, che le avevano portato via tutto, il suo volto si trasfigurava, diventava rabbioso per qualche istante, per poi tornare a quell’espressione che la contraddistingueva in quei giorni, di pura e straziante sofferenza.
Si era voluta vendicare, loro le avevano tolto i suoi genitori? Lei li avrebbe privati di sua sorella, e avrebbe privato quel mostro di Lily del suo mondo, della sua tanta amata magia.
 
°°°
 
(tre giorni prima)
 
Per la prima volta in sette anni Tunia le aveva scritto, per la prima volta in sette anni non l’aveva trattata con disprezzo.
Lily non si era mai lasciata sottomettere dalle cattiverie di sua sorella, sin dall’inizio aveva capito che erano dettate dall’invidia e non dai suoi veri sentimenti, aveva sofferto per l’abbandono di Tunia, della sua confidente, del suo sostegno ma, quando aveva compreso che la situazione era irrimediabile aveva reagito, stanca, aveva iniziato a risponderle a tono, o a portarle qualche scherzetto da Zonko.
In quel momento, però, tutti quegli anni di rabbia, liti, odio non importavano, le stava proponendo una tregua e lei aveva terribilmente bisogno dell’ultima parte della sua famiglia che le rimaneva.
Non poteva abbandonarla, era colpa sua se lei e Petunia avevano perso i genitori, era lei la strega, era lei la “nata babbana”, era lei a metà tra due mondi, lei si era schierata in prima linea con l’Ordine della Fenice, a causa sua i Mangiamorte avevano cercato Elizabeth e Arthur Evans per ucciderli.
Non importava che le stesse chiedendo di rinunciare a tutta la sua vita, lo avrebbe fatto, per lei, Tunia.
 
°°°
 
(Settembre 1978)
 
L’albero di Natale, infondo alla stanza, era l’unica nota di allegria, di normalità in quella casa. I genitori di Dorcas avevano comprato quell’appartamento diversi anni addietro, quando l’anno prima erano stati uccisi, la ragazza non aveva avuto il coraggio di andarvi a vivere, così dopo averla spogliata completamente di mobili, foto, quadri, lasciando solo le cose essenziale lo aveva donato all’Ordine, perché lo usasse come quartier generale. Moody li aveva convocati tutti quella sera per discutere, i “giovani” premevano particolarmente per combattere, frenati spesso dai membri più anziani, che non erano altro che la maggior parte dei loro apprensivi genitori. I “giovani” non erano altro che quel gruppo così particolare tanto quanto affiatato dei Grifondoro che l’anno precedente si erano diplomati. Proprio in quel momento fecero il loro ingresso nella stanza, Remus Lupin stava sussurrando con sguardo dolce qualcosa all’ orecchio di Emmeline, dopo parecchie indecisioni si erano finalmente decisi a intraprendere una relazione, e ora, nonostante tutto, non potevano apparire più felici. Furono seguiti da una Alice Prewett raggiante, mano nella mano con il suo amato Frank e dai “fratelli Potter” che in quel momento si stavano punzecchiando con Mary. Quando Alastor Moody  entrò nella stanza con il suo passo zoppicante,  la faccia più scura del solito, cadde un improvviso silenzio.
“Abbiamo avuto una soffiata” grugnì, “i Mangiamorte attaccheranno questa notte il Primo Ministro. Ho già allertato la mia squadra di Auror, ma avremo bisogno di sostegno e non posso contare sulle altre squadre Auror, a eccezione di quella di Dorea.”
“Per questo ci rivolgiamo a voi” continuò la sig.ra Potter, “siete gli unici di cui possiamo fidarci e con una preparazione adeguata.” Dopo di che volgendo la sua attenzione in modo particolare a James e Sirius, “Detto questo vi chiediamo di compiere il vostro lavoro con la massima responsabilità, nessuno di voi questa sera deve morire o fare l’eroe. Chiaro?!”
“Non si preoccupi Dorea, se fanno cose avventate mi preoccuperò io di parargli il culo” la rassicurò Mary.
Alice guardò l’amica sconsolata, non sarebbe mai riuscita a renderla un minimo più fine. Ma i suoi pensieri vennero interrotti dalle proteste di Sirius per il commento della McDonald: “Sappiamo tutti che è una scusa per saltarmi addosso, Mc. Ma basta chiedere, tesoro”. Mary scoppiò in una fragorosa risata, annuendo ammiccante.
 
°°°
 
“CRUCIO!”
“Dove si riunisce? Dove si trova il quartier dell’Ordine della Fenice? DIMMELO, PREWETT!”
“CRUCIO! CRUCIO!”
“Non vuoi confessarlo? Ultima possibilità prima che inizi a giocare con il tuo caro fratellino..” Rise maligna, Bellatrix Lestrange.
Fabian sentì suo fratello agitarsi, il rumore delle catene sbattere furiosamente contro il pavimento, “NON FARLO, FABIAN! Resisterò... Non tradirli, non farlo!”
“Hai appena firmato la tua condanna”, disse Lestrange rivolgendo la sua attenzione a Gideon. Da quel momento in poi Fabian udì solo le urla del fratello e le risate intrise di divertimento della Black.
 
°°°
“Dobbiamo trovarli, dobbiamo almeno cercarli! Non stiamo facendo niente, niente! Non potete abbandonarli, quante volte vi hanno aiutati con i vostri piani da pazzi?! Quante?”
Marlene era disperata, due giorni prima erano stati rapiti in missione i fratelli Prewett, il suo sostegno, la sua forza, per questo stava urlando come una pazza furiosa al quartier generale dell’Ordine contro Moody, i Potter, Silente. Non stavano facendo nulla, potevano essere già morti, ma a loro non sarebbe interessato, pensava Marlene.
“Stiamo facendo il possibile, ma dobbiamo essere cauti, non possiamo permetterci passi falsi, ne dipende la loro vita, capisci Marlene?” rispose Charlus Potter, con un sorriso dolce, come a volerla calmare.
“Al diavolo la cautela!” intervenne James “se fossi io in pericolo l saresti, papà? Non possiamo permettere che li uccidano, abbiamo già perso troppe persone che amiamo!” Si scambiò uno sguardo d’intesa con gli altri “giovani” e poi, senza alcuna esitazione nella voce, “Se non penserete voi a un piano per salvarli, ce ne occuperemo noi.”
Minerva non fece in tempo a controbattere, suonò il campanello.
 
°°°
“Devi farmi una promessa, fratello”
“Tutto quello che vuoi.”
“Se tu dovessi sopravvivere a tutto questo, e io non ce la facessi... Aspetta!” disse vedendo Fabian iniziare a protestare, “promettimi che se io dovessi morire, ti prenderai cura di Marlene, come lo farei io”, disse Gideon accasciato contro il muro, le lacrime agli occhi.
“Sai l’ho sempre, Marlene, io l’ho sempre…”, Fabian non seppe mai cosa stesse per dire il gemello, anche se lo immaginava, perché una voce li interruppe:
“Non preoccuparti, Prewett. Non morirai certamente oggi e poi sono sicura che lei preferirebbe saperlo da te.”
Lily Evans si stagliava davanti a loro, fiera e bellissima come una vera guerriera.
“Non abbiamo molto tempo, i Mangiamorte arriveranno da un momento all’altro”
“Evans, ma cosa ci fai qui? Come fai a sapere che...”
Si sentì un rumore di passi provenire dalle scale che conducevano dalla prigione ai piani superiori di villa Black.
“Merda!”, Lily si voltò agitata verso la porta, poi una volta gli consegnò un bracciale rosso, “Ora andate! Io vi raggiungerò!”
Gideon e Fabian fecero appena in tempo a vedere Lily colpire Rodolphus Lestrange, prima di sparire da quel luogo crudele, smaterealizzati dalla passaporta della Evans.
 
°°°
 
Petunia Evans si stava guardando allo specchio, per la seconda volta in un anno si osservava e non si riconosceva.
Non era più la Petunia di anni prima, invidiosa e crudele, non era neanche quella che poco più di un anno prima si guardava piangere, distrutta dalla perdita dei suoi genitori e assetata di vendetta.
Da quando era tornata Lily nella sua vita era cambiato tutto. La sorella l’aveva aiutata, le aveva fatto riscoprire la voglia di vivere, la forza di alzarsi al mattino sorridendo, nonostante tutto, di affrontare la giornata, l’aveva incitata a riscoprire i suoi sogni, le sue ambizioni e a inseguirle. Avevano condiviso tutto quel dolore, le aveva distrutte, ma in quei momenti, così duri e così intensi, avevano riscoperto quel sentimento autentico che le aveva legate da bambine.
Aveva lasciato Vernon, quando finalmente aveva capito di aver bisogno di un uomo che l’amasse seriamente, e non che fosse innamorato più della “normalità” e delle apparenze che della sua fidanzata.
Quella che stava ammirando, in quel momento, era una ragazza bella, sulla ventina, giovane, felice.
In quel momento decise che era giunto il momento di parlare con Lily.
Qualche mese prima aveva scoperto il geniale piano della sorella.
 Infatti Lily, essendo stata obbligata ad abbandonare il mondo magico, non solo aveva abbandonato i suoi amici, la sua vita, ma anche l’Ordine della Fenice, la guerra. Non era una persona assetata di sangue o di vendetta. Solamente non poteva accettare di non contribuire a riportare la pace nel suo mondo, quello che l’aveva fatta sentire viva, e soprattutto non poteva abbandonare i suoi amici, lasciarli combattere da soli, senza aver la possibilità di proteggerli. Per questo aveva costruito un braccialetto di perline rosso, ogni perla era collegata a una persona, se questa fosse stata in pericolo, la perla si sarebbe scaldata e avrebbe smaterealizzato Lily nel luogo dove questa si trovava, non prima di lasciar il tempo alla ragazza di prendere la polisucco, per non essere riconosciuta dai Mangiamorte. Da quando aveva abbandonato Hogwarts il suo scopo era stato quello di salvare più persone possibile, se i Mangiamorte l’avessero riconosciuta, la avrebbero cercata e avrebbero ucciso Tunia.
Petunia l’aveva scoperta una sera, quando era tornata a casa sanguinante, dopo essersi frapposta tra Mary e un incantesimo lanciato da Severus Piton.
Quella sera stessa, dopo averla medicata e essersi fatta raccontare ogni cosa, Tunia aveva tentato di convincerla a non preoccuparsi per lei e di ritornare alla sua vera vita nel mondo Magico.
Quando sentì il rumore di una smaterealizzazione nel salotto dei suoi genitori e vide Fabian e Gideon Prewett sanguinanti distesi sul tappeto preferito da sua madre, non iniziò a urlare e sbraitare come avrebbe fatto mesi prima, ma con grande premura li accolse, li curò e si fece raccontare ogni cosa.
 
°°°
 
“Lord Voldemort, in confronto a te, potrebbe quasi apparire una persona gioiosa e divertente, Ramoso”
 “Non sei felice, continuò Sirius, che i Prewett sono tornati a casa sani e salvi?”
James sorrise amaramente, sentendo le parole del su migliore amico.
“Quando ho sentito quel dannatissimo campanello, ho pensato fosse tornata. Non so spiegarti perché, ma quando l’ho sentito, mi sono voltato con la convinzione di veder apparire Lily.”
“Pensavo ti fosse passata, James”
“A te è passata, Sir? Non senti la sua mancanza ogni giorno?”
Prima che Black potesse negare, Remus, apparso in quel momento sull’ entata della soffitta, lo anticipò: “Non negare, Sirius. Sappiamo benissimo che Lils ti manca e che non sei veramente arrabbiato con lei. E’ l’unica che sia mai stata in grado di capirti veramente per la questione con la tua famiglia.”
Sirius sospirò ma non disse nulla, Remus aveva ragione, come sempre, Lily era stata una sorella. 
   
 
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