Oggi mi è balzata in testa di scrivere qualcosa sul dolore represso di Severus ed ecco cosa ne è venuto fuori. Buona lettura.

Di notte, in quella parte del lago nero da dove è visibile l’imponente struttura di Hogwarts proprio dove sorge adesso la lapide Bianca del Preside Albus Silente, la stessa scena di routine si ripete.

Esattamente allo scoccare della mezzanotte puntuale come fosse un orologio svizzero, un uomo coperto da un nero e spesso mantello si avvicina piano a quel sepolcro di pietra marmorea e come ogni notte gli si inginocchia davanti.

"sapevi che sarebbe andata esattamente così vero Albus?" cominciò a parlare con voce quasi rotta la figura appena riconoscibile di Severus Piton "Avevi previsto che Voldemort avrebbe fatto in modo da mettermi al comando al posto tuo, lo sapevi ma non me lo hai detto. Quanti altri segreti ti sei portato nella tomba eh? Dimmi, ti divertiva sorprendere tutti con le tue uscite vero? Ci conoscevi tutti,sapevi del vuoto che avresti lasciato, ma a nessuno hai detto addio, neanche a me che so quali sono state le tue ultime parole e ti chiedo perché?"

Nessuno avrebbe detto che quell’uomo distrutto dal dolore fosse lo stesso che aveva ucciso quel vecchietto un po’ strampalato ed estremamente potente con un solo battito di ciglio, nessuno aveva capito che la sua lealtà fosse così grande da eseguire quell’ordine follemente odiandolo, nessuno aveva capito quanto gli costasse tutto quel mistero che lo avvolgeva e soprattutto, nessuno avrebbe mai capito che fosse amore il sentimento che lo avrebbe spinto ad assolvere il suo ultimo compito, lui, era solo di nuovo e lo sarebbe sempre stato.

"Albus, quante mani si sono appoggiate a questa fredda lapide, quanti occhi hanno pianto il tuo ricordo, quante parole ti hanno rivolto? Quante?quante più di me? So che posso ancora vederti nei vari quadri sparsi per il castello e parlarti se mi va nel tuo studio, si lo considero sempre il tuo anche se ho cambiato la password ma mi conosci, sei l’unico che può dirlo, non riesco a lasciarmi andare, solo qui mi sento libero. Albus cosa devo fare, aiutami"

Ogni notte, la stessa preghiera veniva affidata al leggero soffio del vento, lo stesso dolore abbracciava l’oscurità e silenziosamente penetrava nella profondità dell’anima di Severus, ogni notte la lotta contro le lacrime si faceva più ardita e dura da vincere ed ogni notte finiva lasciando un nuovo graffio sul suo cuore, ogni notte, ogni temuta notte, in un tunnel senza fine.

"sai che a capo dell’ordine adesso c’è Potter? Sai che non mi ha scacciato solo per rispetto a te ma che non mi parla? Come posso fare ad aiutarlo se non mi crede, come posso mantenere la mia promessa se mi odia, come posso convincerlo del contrario se anch’io odio me stesso, come? Dimmelo Albus. Come posso farlo? Non vorrei dirtelo ma forse ti sei sbagliato su di me, forse ciò che faccio non è mai abbastanza fallirò come con Lily e allora che succederà?"

Il dolore scioglieva il suo abbraccio lasciando che fosse il rimorso e la paura a prendere il suo posto nel cuore di Piton mentre il buio ancora presente sadicamente rideva di lui, ma come ogni notte l’amore che ancora manovrava la volontà e l’orgoglio di quell’uomo prepotentemente rilasciava che la sua luce rivelasse la sua presenza riuscendo così a rimettere in piedi i pezzi di quel puzzle chiamato vita, non era ancora ora di arrendersi.

Severus, asciugò con il dorso della mano quell’unica lacrima che gli era sfuggita dalle ciglia e si alzò poggiando entrambe le mani sulla lapide davanti a se.

" a domani Albus, non si sa mai forse questa volta sarà quella buona e potrò finalmente dirti che ce l’ho fatta. Augurami buona fortuna, ne avrò bisogno" disse infine avviandosi silenziosamente, come era venuto, verso quel mondo che avrebbe contribuito a salvare perché lui sarebbe stato dalla parte di Harry, dalla parte dei giusti ora e per sempre.

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