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Autore: Slytherin_heart    14/10/2014    5 recensioni
La narrazione inizia nel 1992, secondo anno a Hogwarts per i personaggi che ben conosciamo (Harry, Ron, Hermione, Draco, ecc.), ma primo anno per Jane Narcissa Avery, una bella e intelligente ragazzina purosangue dal carattere complicato e interessante.
Sappiamo tutti alla perfezione le avventure del trio dei Grifondoro... ma in ambito di avventure, misteri e cose proibite vissute dai Serpeverde e dal loro punto di vista sappiamo poco. Immergetevi con me nel buio dei sotterranei, nella Sala Comune dei Serpeverde, e nuove intriganti avventure vi ghermiranno!
La domanda che vi sorgerà è: perchè il raiting arancione? bhè, l'intera storia ripercorrerà gli anni a Hogwarts di Jane e degli altri protagonisti e, ovviamente, nasceranno interessanti storie d'amore... e di sesso.
Se siete amanti della nobile casata dei Serpeverde e come me pensate che non siano così cattivi come vengono dipinti ma solo un po' incompresi, questa fanfiction è per voi! buona lettura ;)
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Prologo
“… O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
Vi troverete gli amici migliori
Quei tipi astuti e affatto babbei
Che qui raggiungono fini ed onori!”

 



Così recitava il Cappello Parlante, nella Sala Grande del castello che sarebbe diventato la nuova casa di Jane.
La ragazzina bionda si guardava intorno stupita, nonostante avesse già sentito parlare più e più volte della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Da che ne aveva memoria, aveva sempre sentito i suoi genitori parlare del giorno in cui lei avesse finalmente ricevuto la sua lettera e, fatti i bagagli, sarebbe partita alla volta del binario 9 ¾, destinazione Hogwarts.
E adesso, lì al centro della Sala Grande, Jane aveva una paura immensa, perché in lei erano riposte grandi aspettative sia da sua madre, che dal padre. E anche se nessuno dei due voleva ammetterlo, la ragazzina sapeva quanto sarebbe stato importante l’esito dello Smistamento all’interno della sua famiglia.
Sapeva che non sarebbe mai, mai e poi mai stata smistata nei Tassorosso, perché l’inutilità e la mitezza di quella casa non le appartenevano. Molto difficilmente sarebbe stata una Corvonero, perché nonostante tra le sue doti spiccasse indiscussa l’intelligenza, non era mai stata una bambina studiosa.
Il vero, grande interrogativo si poneva tra le case di Grifondoro e Serpeverde, così diverse eppure entrambe così presenti nella sua vita. Sì, perché sua madre Catherine Bell era una vera Grifondoro, coraggiosa e onesta, mentre suo padre, Nicholas Brian Avery era un Serpeverde, sprovvisto però di manie riguardanti la purezza del sangue. Ovviamente, il resto della famiglia e in particolare il nonno, era di idee piuttosto conservatrici. Per fortuna il matrimonio con Catherine non aveva creato grossi problemi perché, nonostante fosse una Grifondoro, la famiglia Bell era purosangue da generazioni.
Jane era molto simile a suo padre, sia caratterialmente che fisicamente. Nicholas era un uomo alto e snello, con folti capelli biondi fino alla nuca e occhi verdi, viso dai tratti sinuosi e misteriosi allo stesso tempo. Era sempre stato riservato ma schietto, abile nell’interagire con le persone e persuaderle.
Di certo la figlia era molto più inesperta del padre, ma il suo carattere ribelle, combattivo e audace – spesso perfino troppo- faceva presupporre che avrebbe seguito le orme del padre. D’altro canto, c’era una cosa che la avvicinava ai Grifondoro: il coraggio. Jane infatti, come sua madre, difficilmente si tirava indietro al momento di affrontare una situazione o un pericolo.
La ragazzina continuava a rimuginare su tutte queste cose in mezzo agli altri primini ai piedi della piccola scalinata su cui torreggiava il Cappello Parlante, e proprio in quel momento, mentre fissava le linee delle mattonelle sul pavimento, le balzò in testa una cosa importante, una caratteristica che i Serpeverde avevano: la sicurezza. La sicurezza in se stessi, quella capacità di guardare tutti dall’alto in basso senza avere nulla da temere.
I suoi occhi verde-azzurri guizzarono a guardare in alto, poi intorno a sé. Si sentì un po’ sciocca, perché fino a quel momento era stata abbastanza certa che il suo posto sarebbe stato tra i Serpeverde, avvolta da quell’alone di oscurità che da sempre l’aveva affascinata.
Adesso era turbata, ancora più preoccupata di prima. Non tanto perché avesse qualcosa contro i Grifondoro, non le avevano fatto nulla. Anzi, aveva sentito dire che il famoso Harry Potter, il bambino sopravvissuto all’ira del Signore Oscuro, era stato smistato in quella casa appena lo scorso anno, e che aveva fronteggiato di nuovo l’assassino dei suoi genitori, scampandogli ancora una volta. Era vagamente incuriosita, ma non provava ammirazione, come la maggior parte dei suoi coetanei – escludendo i Serpeverde, certo.
Jane era ancora assorta nei suoi pensieri quando una ragazzina dai capelli rossi, ricoperta di lentiggini, si arrampicò sullo sgabello e indossò il Cappello. Questi proferì «Ah, eccoci! Un’altra Weasley! Ma quanti siete, bambina?! Comunque, certo non mi trovo più in difficoltà con i membri della vostra famiglia, so che il vostro posto è tra i Grifondoro!»
Dal tavolo dei Grifondoro partirono un applauso e qualche esultazione, così la bambina saltellò felice verso i suoi nuovi compagni.
«Jane Narcissa Avery!» la voce della McGranitt risuonò nella Sala Grande.
Un momento … stava chiamando lei!
Alzò di scatto la testa verso il cappello e drizzò le spalle facendosi strada nella massa di primini. Non inciampò per miracolo, e con passo apparentemente deciso salì i pochi gradini che la dividevano dallo sgabello. Si sedette, e dopo pochi secondi sentì il Cappello sulla sua testa. Nel frattempo scrutò velocemente i visi degli altri studenti seduti ai quattro lunghissimi tavoli delle rispettive casate. Si domandò distrattamente dove fosse seduto Potter – non riusciva a scorgerlo, pur conoscendone il viso – quando la voce melliflua del vecchio cappello le riempì la testa, facendole dimenticare tutto ciò che stava pensando prima.
«Ah, che testa! Quante qualità, e che caratterino, ragazzina!» il cappello tacque per qualche istante rimuginando tra sé e sé, borbottando. Poi continuò «Sei difficile da piazzare: Grifondoro potrebbe essere la tua casa così come potrebbe esserlo Serpeverde. Il tuo coraggio e molte delle tue idee ti avvicinano molto alla casa di Godric, ma … d’altra parte …» Il Cappello si interruppe di nuovo. In quel breve silenzio Jane guardò il tavolo dei Serpeverde e notò una testa biondissima che la osservava da lontano, con sguardo incuriosito.
«Be'» riprese il Cappello «ci sono certe cose che non posso ignorare, come il tuo spirito intraprendente, determinato e un po’ vendicativo …» e in un sussurro aggiunse «per non parlare del tuo interesse per le cose proibite.».
Jane azzardò un sorrisetto complice e quasi le venne da ridere, perché era tutto vero.
«Penso che con la giusta compagnia acquisirai la sicurezza che ti manca.» concluse il Cappello.
Jane inspirò profondamente, il cuore che le batteva a mille …
«Serpeverde!» esclamò il Cappello Parlante, e la ragazzina bionda buttò fuori tutta l’aria trattenuta, mentre dal tavolo della sua nuova casa si levarono un applauso e grida di benvenuto.
Jane scese velocemente dallo sgabello e corse verso il tavolo di Serpeverde, dove ricevette qualche stretta di mano e il benvenuto, mentre alcuni studenti cominciavano già a presentarsi e a farle posto sulla panca. Sorrise e s' inserì facilmente nel gruppo, iniziando ad ascoltare cosa dicevano gli altri. Un ragazzo alto, probabilmente del quinto anno, le disse «Vedrai, ti piacerà molto qui e ti troverai benissimo, dato che fai parte della casata migliore!» e strizzandole un occhio le spiegò un paio di cose, come dove si trovava la loro Sala Comune, chi era il Capo Casa e quali professori avrebbe avuto. Poi riprese a mangiare e Jane fece altrettanto.
Ad un tratto, alzò distrattamente la testa e notò un ragazzino, seduto quasi di fronte a lei, la stava fissando con insistenza. Un ragazzino biondo, biondissimo, i capelli lisci e corti tirati indietro. Jane ricambiò il suo sguardo, e continuarono a fissarsi reciprocamente per qualche minuto, finché il ragazzino biondo non fu distratto da due amici corpulenti alla sua destra. Jane si riscosse da quel contatto visivo prolungato e tornò a guardare il suo piatto, mentre una ragazzina dai capelli scuri, all’incirca della sua età, si presentò e insieme cominciarono a parlare dei loro interessi. La biondina cominciava già a sentirsi a suo agio, e pensò che non fosse affatto vero che tutti i Serpeverde erano degli antipatici snob.
 
 
*
Finito il banchetto, il caposcuola Serpeverde guidò i primini fino alla Sala Comune, nei sotterranei. Dentro di sé, Jane era molto, molto eccitata. E quel sotterraneo era proprio adatto a lei, amante dei posti nascosti, misteriosi e sì, anche un po’ tetri. Le piaceva l’idea di sentirsi a casa in un posto che per lei sarebbe stato un magnifico rifugio, mentre per il resto del mondo era solo un luogo inquietante.
Arrivarono davanti a un largo muro, e quando il caposcuola scandì ad alta voce la parola d’ordine, una porzione di muro scivolò a lato, consentendo l’accesso agli studenti. Il gruppetto si riversò velocemente in Sala Comune. Jane spalancò gli occhi e sorrise davanti a quell'enorme, bellissima sala, dalle cui finestre si scorgeva il Lago Nero. La sala era ben arredata, vi erano divani e poltrone in pelle nera, cinque camini in pietra di elaborata fattura e innumerevoli ritratti adornavano le pareti, dipinte con dettagli in verde. A est, una grande e imponente biblioteca correva lungo la parete. Un lungo tavolo abbelliva la stanza, e vi erano poggiati sopra diversi libri.
«Ascoltatemi!» esordì il caposcuola, un ragazzo dai capelli biondo scuro. «I dormitori sono in cima a quella scala a chiocciola, dopo un lungo corridoio. Il dormitorio maschile è a destra, quello delle ragazze a sinistra. I vostri effetti personali sono già stati portati lì.» E con questo si congedò senza troppe cerimonie.
Jane salì la scala a chiocciola ed entrò nel suo dormitorio. Era bellissimo, arredato da poltroncine e letti a baldacchino con tende verde-argento. La ragazzina individuò il suo baule accanto a uno dei letti, dato che gli studenti del primo anno non avevano una stanza personale, e si buttò sul suo nuovo letto, sorridendo al soffitto, le tende verdi intorno a lei.
Finalmente.
 






Note dell'autore

Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction sulla saga di Harry Potter e spero che vi piaccia. Ho un'idea ben precisa per questa storia: essa si svilupperà gradualmente, ma non potrò certo ripercorrere ogni singolo momento della storia originale. Perciò ci saranno solo diversi momenti durante i vari anni (saranno ricchi, non vi preoccupate). 
Ancora non ho deciso se strutturarla in modo che ogni capitolo equivalga a un anno (es: primo capitolo --> Primo Anno) o intitolare i capitoli  con: "Primo anno- (titolo cap.)" (es: primo capitolo --> primo anno + titolo n.1; secondo capitolo --> primo anno + titolo n.2) perchè nel primo caso i capitoli potrebbero risultare mooooooolto lunghi. quindi vedremo, accetto consigli comunque :)
 Aspetto vostre recensioni <3
   
 
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