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Autore: lucy_tennant    15/10/2014    2 recensioni
"Ginevra guardò la Moby Dick dal basso della banchina e storse il naso, aggrottando le sopracciglia.
-Io non ci salgo- disse fermamente, puntando i piedi a terra.
-Ne abbiamo già parlato!- sbottò Marco, girandosi verso di lei e lanciandole uno dei suoi soliti sguardi glaciali -Tu sali, rimani calma, ringrazi Papà e poi andiamo a salvare Scarlett! E se provi a fare una qualunque mossa azzardata ti taglio la gola-.
Lei sbuffò, ignorandolo totalmente e voltandosi verso Ace, che le stava provvidenzialmente tenendo una mano sulla spalla, in modo da fermarla immediatamente se fosse partita alla volta della Fenice per assassinarla violentemente.
Il moro sorrise -Tranquilla Ginny, andrà tutto bene-.
-No! Un corno andrà bene!- e prese ad imprecare contro il biondo e tutta la sua stirpe di ananas, facendo scoppiare a ridere il pirata che le stava accanto."
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Un viaggio ai limiti dell'idiozia con due protagoniste d'eccezione, un Ace sin troppo addormentato ed un povero Ananas esasperato; scritto a quattro mani con EustassMilla ;)
Speriamo vivamente che vi piaccia!
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E ricordate: noi siamo brave autrici, infatti nessun fiammifero narcolettico è stato maltrattato durante la stesura di questa storia! *applauso*
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EDITING E NUOVA STESURA IN CORSO!
Genere: Avventura, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marco, Mugiwara, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I. Fate







— Scar. — biascicò la giovane bionda, mentre a stento trascinava le proprie gambe fino alla polena della nave, buttandocisi sopra con un tanto strano quanto discutibile tuffo a pesce — Ho sonno.

— Per la miseria Ginevra come diavolo fai ad avere sonno?! Hai dormito 12 dannatissime ore! E poi quante volte dovrò dirti di smetterla di lanciarti così? Guarda che rischi di cadere in acqua.

— Come se la cosa mi importasse.

— Dovrebbe, dal momento che la tua bravura nell’arte del nuoto è pari a zero e quindi affogheresti dopo sì e no mezzo minuto.

La ragazza dagli occhi verdi la ignorò - cosa che a lei diede parecchio fastidio - quindi si stiracchiò e si fece scendere il cappello marroncino sugli occhi, pregustando un meraviglioso sonnellino di almeno una mezz'ora.

— Non ci provare neppure, razza di ingrata. E vedi di farmi spazio.

Scarlett le spostò le gambe e si sedette accanto a lei, sistemandosi la bandana azzurra che le stava scivolando sugli occhi.

— Guarda che siamo quasi arrivate. È questione di minuti oramai.

— Proprio non vuoi lasciarmi riposare eh? — mugugnò Ginevra — Vorrei vedere te al mio posto se avessi passato la notte in bianco per via degli incubi.

— E sentiamo, di grazia, cos'avresti sognato di così tanto spaventoso?

— Ho sognato di essere circondata da ananas con le ali... È stato terribile. Dici che ha qualche significato?

La rossa roteò gli occhi e sbuffò, mentre l'altra si guardò attorno con aria confusa.

— Ma se tu sei qui, chi è al timone?

— OH CIELO BENEDETTO

Scarlett balzò in piedi, rischiando di far cadere in mare l'amica, per poi correre quasi in preda ad un raptus di follia verso la postazione del navigatore, afferrando saldamente la ruote in legno e riprendendo il controllo della nave.

— La prossima volta vedi di ricordarmelo prima.

— Solitamente non sono io l'addetta alla guida. — la bionda sbuffò e si sistemò nuovamente in modo tale da poter fissare l'orizzonte, convinta una volta per tutte che l'amica non l'avrebbe fatta appisolare — Non ci faccio molto caso a questo genere di cose.

— Grazie a Dio oserei aggiungere: potresti far affondare una barca colpendo uno scoglio nel bel mezzo dell’oceano. Ancora non riesco a capire se la tua è più sfortuna o incapacità.

La rossa grugnì e Ginevra le fece la linguaccia, prima di tornare con lo sguardo di fronte a sé.

In lontananza si iniziava ad intravedere il profilo frastagliato dell’isola di Sunday, dai colori per lo più tendenti all’oro per via dei numerosi deserti che ne ricoprivano quasi l'inter superficie. Un fiume limpido la attraversava proprio nella metà, dividendola in due regioni ben distinte.

I ricordi della loro beatitudine fanciullesca assalirono le ragazze, tuttavia furono quasi subito spezzati dalle vivide immagini della battaglia combattuta quasi quattro anni prima, durante la quale avevano perso la vita gli ultimi componenti delle loro famiglie.

— Vira a destra.

Borbottò la bionda, cercando di non far trasparire nella propria voce l'emozione che stava provando nel rivedere l'isola natale.

Scarlett sorrise senza fiatare e soprattutto senza far notare all'altra quanto potessero essere erratele sue indicazioni.

— Siamo a casa.

Disse però non appena vide la sagoma del porto commerciale di Nanohana.

Le due giovani si guardarono per qualche secondo, quasi con le lacrime agli occhi, quindi, dall'alto del loro orgoglio, si puntarono gli indici l'una contro l'altra ed iniziarono a litigare su chi si fosse emozionata per prima. 

Finito il bisticcio nel quale nessuna delle due aveva prevalso sull'altra, Ginevra diede una spinta all'amica in modo da spostarla dal timone, per poi prenderne lei stessa il controllo.

Neanche a dirlo, Scarlett le lanciò un'occhiataccia mista fra il preoccupato ed il rassegnato, ma poi, forse fidandosi più del necessario, si avvicinò al parapetto per godersi meglio la visuale.

Una situazione pacifica che, tuttavia, durò forse meno a lungo di quanto avesse sperato dal momento che l'imbarcazione, sotto la pessima influenza di Ginevra, prese ad ondeggiare senza controllo.

Una volta ormeggiata la nave le due balzarono giù e si guardarono attorno estasiate, analizzando ogni più piccolo particolare di quel posto che ai loro occhi appariva magico e meraviglioso.

La cittadina, in quei quattro anni durante i quali si erano dovute allontanare, non era cambiata di una virgola.

Il profumo del pane appena sfornato aleggiava nei vicoli stretti e colorati, stracolmi di persone che si dirigevano al mercato; con esso le grida dei bambini che si rincorrevano ed i versi dei gabbiani alla ricerca di cibo da sgraffignare ai pescatori seduti sul molo.

Solo il porto era stato modificato. Infatti, da capace di ospitare solo un numero esiguo di pescherecci, era diventato una sorta di zona industriale nel quale attraccava ogni genere di vascello che poteva appartenere a mercanti tanto quanto a pirati e, loro malgrado, marine.

— Birra?

Bofonchiò la bionda, portandosi le braccia dietro la nuca.

L'atra le sorrise in conferma, desiderosa di bersi qualcosa in pace senza essere costretta a scappare via o a distruggere il locale per diverse motivazioni.

Si incamminarono quindi verso la taverna più famosa - e forse anche l'unica decente - dell’intera isola: lo Spice Bean, mentre di tanto in tanto si fermavano a salutare qualche vecchio amico.

Capitò loro perfino di passare davanti alla piazza centrale, la stessa nella quale la Marina aveva compiuto la peggior strage dell'ultimo decennio.

Scarlett si soffermò qualche secondo a guardare come quella fosse ora divenuta sede del mercato cittadino, mentre Ginevra tirò dritto, senza nemmeno pensare di lanciarvi un'occhiata.

Lasciatesi alle spalle quel teatri dell’orrore, una delle due rabbrividendo e l'altra cercando di non provare alcun sentimento, entrarono nel menomato locale, straripante di ogni genere di persona.

Fra loro spiccava un ragazzo in particolare, con il capo dalle strane sembianze di un ananas, cosa che era ancor di più marcata dal ciuffo biondo, che ne pareva le foglie.

Indossava una stravagante camicia viola a maniche corte, sbottonata sul davanti in modo tale sa mostrare il tatuaggio blu, raffigurante una croce con una luna crescente, che gli occupava gran parte del petto. Ai piedi aveva un paio di sandali con numerosi lacci, mentre in vita portava un foulard azzurro a mo' di cintura.

— Ha un gusto decisamente pessimo. — commentò subito quell'impicciona di Ginevra — Quel miscuglio di colori è orrido.

Scarlett se la ridacchiò fra sé e sé — Però lui sembra carino.

— Però lui sembra un ananas deforme. — la bionda le fece il verso — E non ho la benché minima intenzione di avvicinarmici. Quindi stacci lontana pure tu.

Suo malgrado ci fu trascinata dall'amica, la quale, ignorando le sue proteste e voleri, si avvicinò al ragazzo con fare incuriosito.

Si sedette quindi accanto a lui e gli diede un paio di colpetti sulla spalla, costringendolo a girarsi.

Sul viso dell'altra comparve una chiara espressione omicida.

— Piacere! Io sono Scarlett. — si presentò ed indicò la compagna, che lentamente si stava calando il cappello sul viso per scomparire alla vista dell'uomo — E lei è Ginevra. Tu devi essere un pirata.

Non sembrò notare il tatuaggio del proprio interlocutore, cosa che invece non sfuggì agli occhi della biondina, la quale immediatamente si irrigidì sullo sgabello.

Newgate...

Pensò fra sé e sé, quasi ringhiando.

— Già. — rispose lui impassibile — Perché la tua amica sta cercando di seppellirsi sotto il bancone?

— Non fare caso a lei. È ritardata, poverina.

E tirò una pedata alla ragazza dagli occhi verdi, che immediatamente guizzò al proprio posto.

— Comunque sono Marco.

Si presentò e porse loro la mano.

La rossa la strinse sorridendo, ma la bionda la fissò con odio, come se da un momento all'altro gliel'avrebbe staccata a morsi.

Proprio quest'ultima riusciva a sentire crescere a dismisura dentro di sé un sentimento d'ira misto a odio che non avrebbe smesso di ardere fino alla fine dei suoi giorni.

Le sfuggì un ghigno sadico, cosa che inquietò non poco il pirata che le stava di fronte.

— Posso offrirvi qualcosa?

Chiese alle due, stando ben attento a non incrociare lo sguardo di quella che aveva catalogato come psicopatica omicida.

— Birra!

— No grazie.

Le voci di Ginevra e Scarlett si levarono allo stesso tempo, l'una cercando di sovrastare l'altra.

La rossa si girò verso l'amica e le rincalcò il copricapo con un cazzotto.

— Maleducata.

Marco accennò un sorriso e chiamò il locandiere, pagando due birre in più per loro.

— Grazie Bei Capelli. — borbottò la bionda con tono sarcastico — Gentilissimo. — e dopo aver pronunciato quella parola nel modo più acido che conoscesse, si affogò nel boccale.

— Non è che per caso vi è capitato di vedere questo tizio?

Il pirata si frugò nelle tasche dei pantaloni ed estrasse un foglio spiegazzato che recitava il nome di un giovane dai capelli corvini sulla ventina, che portava al collo una singolare collana di grosse perle rosse. 

Le due scossero il capo.

La ramata parve stupita alla vista della taglia del pirata, mentre l'altra ragazza non aveva neanche alzato gli occhi dalla propria bevanda, rapita dal folle ma delizioso pensiero di bere tutta la birra presente nel locale.

— Perché lo cerchi?

— Perché fa sempre le cose di testa sua ed ho paura che questa volta si sia cacciato nei guai.

Commentò con aria di disapprovazione.

Ginevra provò a ribadirgli qualcosa, ma non fece in tempo a dire nulla poiché dalla porta entrò un gruppo di marine, capeggiato da un uomo con le spalle larghe e la folta capigliatura grigiastra, che contemporaneamente recava due sigari in bocca.

Il fumo andava a creare buffi ghirigori sopra la sua testa, confondendosi con i capelli brizzolati.

— Sorelle Demoniache, fuori da qui! Siete in arresto.

— Smokey! — lo salutò quasi affezionatamente la più piccola delle due, balzando giù dal bancone —Devo ammettere che riesci sempre a spuntare nei momenti più opportuni: grazie per avermi risparmiato una conversazione con questo tizio. — indicò Marco — Anche se un po' mi dispiace, per la birra... Non riesco mai a finirne una per colpa tua.

— Non scherzare Carter.

Sputò fuori il cognome della ragazza come fosse veleno.

Lei lo guardò con aria di disapprovazione e sollevò il palmo della mano sinistra, rivolgendolo ai nemici. Immediatamente una scia di liquido cristallino raggiunse l'uomo in piedi davanti a lei e gli bloccò le vie respiratorie.

Heisoku. — e fece l'occhiolino all'uomo.

Due spari, forse tre, e un paio di proiettili la passarono da parte a parte, lasciandole fori ben visibili.

La ragazza alzò lo sguardo e sbuffò.

— Non imparate mai eh? — dell'acqua coprì le ferite e le rimarginò completamente, senza lasciare la minima traccia— Quantomeno negli ultimi tempi avete migliorato la vostra mira.

Bevve l'ultimo sorso di birra rimasto, mollando la presa su Smoker, il quale si accasciò a terra tossendo.

La ragazza si rivolse quindi a Marco — Non è stato un piacere conoscerti, Ananas, ma grazie lo stesso per la tua gentilezza, se così si può definire… Vedi di portare i miei saluti al quel cane di tuo padre, nel caso fosse ancora vivo. E ricordagli che la signorina Ginevra lo aspetta all’inferno. Noi togliamo il disturbo.

Lanciò un'occhiata eloquente all'amica, che, ritrovata la calma, sbuffò e mosse in modo circolare la mano.

Sulla punta di ogni dito si illuminò una sorta di fuoco fatuo violaceo, che si espanse lungo tutto il palmo.

Lanciò quindi le strane fiammelle verso i marinai ed il resto dei presenti ed ognuno di loro si accasciò a terra, con un'espressione vuota stampata sul viso.

— Abbiamo dieci minuti al massimo, quindi vediamo di levare le tende in modo più che celere.

— Dammi un secondo.

Ridacchiò la bionda, mentre stringeva attorno ai polsi di Smoker un paio di manette di agalmatolite sfilate dalla tasca della giacca di un marine.

Corsero quindi fuori da quello che ben presto sarebbe stato teatro di una comica.

L'avrebbero anche fatta franca se solo Scarlett non fosse inciampata su qualcuno, trascinandolo rovinosamente a terra con sé.

La ragazza si alzò di scatto e le sue guance diventarono ogni secondo che passava di un colore simile a quello dei capelli.

Porse una mano verso il povero malcapitato, ancora con il viso rivolto verso il cielo e gli occhi chiusi, forse per la botta.

—Oh per Dio, scusami! Giuro che non ti avevo proprio visto. — esclamò, sputando parole a raffica come fosse una macchinetta — Dimmi che non ti sei fatto nulla.

Il ragazzo, schiena a terra, assomigliava dannatamente al tizio in fotografia che il pirata aveva mostrato loro al bar.

Alto, dai ribelli capelli corvini schiacciati sotto un cappello marrone colmo di cianfrusaglie, con una collana rossa e pettorali da urlo messi in bella mostra grazie alla totale assenza di un capo d'abbigliamento.

— Lo hai ucciso..? — Ginevra storse il naso e si accucciò di fianco al giovane moro, immobile come un blocco di ghiaccio, tastandolo con un rametto che era riuscita a trovare nei dintorni — Cavolo però: era parecchio carino. Questa sì che è una grave perdita per il mondo del gentil sesso.

— Ma ti pare?! Non è possibile ammazzare qualcuno in un modo così stupido. Non ci credo neanche un po'.

— Cosa ne so... Magari ha sbattuto la testa troppo forte sulla banchina...

La ramata toccò il braccio del ragazzo con il piede, scuotendolo più volte senza però ottenere risposta.

— Oddio Ginevra è morto!

Un lampo di panico le attraversò gli occhi.

— È possibile... E comunque, anche se così fosse, non possiamo lasciarlo in bella mostra qui in mezzo, abbiamo già abbastanza problemi senza che questo tipo qui si aggiunga alla lista. Sbarazziamocene.

— In che senso sbarazziamocene?!

— Lo leghiamo ad una cosa parecchio pesante e poi lo lanciamo in mare, no? Cosa c’è da capire mi chiedo… Ora va' a cercare una corda.

La rossa corse via e l'altra rimase sola con il presunto cadavere.

E questo bambini, è come ci si sbarazza di qualcuno che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Pensò fra sé e sé, riprendendo poi a pizzicare la guancia punteggiata di lentiggini della vittima.

Neanche un minuto dopo - un vero record - Scarlett tornò con una cima ed un grosso masso.

— Ora muoviamoci! — esclamò, alzando un pugno al cielo come ad incitare l'oggetto a legarsi da solo — E tu smettila con quel dannatissimo ramoscello.

Ginevra avvolse la corda prima ai piedi dell'uomo poi al sasso, quindi cercò di lanciare in acqua quest'ultimo, quando un boato proveniente dallo Spice Bean la costrinse a fermarsi e voltarsi.

La taverna, o per lo meno quello che me restava, era avvolta in una strana cortina di fumo alternata a fiamme giallastre.

Molte persone le correvano affianco, in preda al panico, senza far minimamente caso a loro e al giovane che avevano (o come Ginevra tendeva a precisare, Scarlett aveva) ucciso.

— Secondo te cosa sta succedendo?

— Non lo voglio sapere. In ogni caso il tuo aiuto sarebbe gradito.

La ragazza dagli occhi verdi si alzò da terra, ma fu agguantata per il corpetto che indossava e trascinata indietro.

— Si può sapere cosa diavolo state cercando di fare?!

Lo stesso pirata che avevano incontrato prima alla taverna, ora stava di fronte a lei e la fissava con uno sguardo minaccioso che non prometteva niente di buono.

— Non sono affari tuoi Mr. Ananas. — gli rispose la bionda — Lasciami finire il mio lavoro.

— Sta' buona Miss Simpatia, è il mio compagno di ciurma: quello che stavo cercando. Perché mai avresti dovuto legargli un masso ai piedi?

— Per lanciarlo in acqua e sbarazzarci di lui. — rispose molto semplicemente Ginevra, indicando la corda come prova — Sai com'è, la qui presente Non sto mai attenta a dove metto i piedi l'ha spedito all'altro mondo volandoci in cima e facendolo cadere muso a terra.

Il pirata quasi ringhiò.

— Ace dannazione!

Sbraitò quindi prima di prendere a schiaffoni il cadavere, il quale storse il naso con fare annoiato.

— Non rompere Marco. — borbottò la salma, stropicciandosi gli occhi — Pazienta altri dieci minuti: ho sonno.

E fece per girarsi dalla parte opposta, sotto lo sguardo sconvolto delle due ragazze convinte fino a quel momento che fosse morto, ben presto accorgendosi di avere le gambe legate.

— Ma che diavolo...? — lanciò un'occhiata all'amico — Papà ti ha ordinato di riportarmi sulla Moby anche a costo di incatenarmi con una cima..?

Sollevò il sopracciglio destro prima di trasformare il proprio corpo in fuoco e bruciare i nodi che lo tenevano fermo al suolo.

Quindi si alzò in piedi, pulendosi i calzoni neri dalla polvere.

— Devo essermi addormentato di nuovo... Chi sono queste due belle signorine? — e sorrise.

— Non c'è tempo da perdere Don Giovanni: Smoker ci sta inseguendo.

Ti sta inseguendo. — volle precisare, mentre si avvicinava alla giovane bionda — Posso sapere il tuo nome?

— Ginevra Carter, e questa fessa che è con me è Scarlett Temperance... Se non rammento male i nostri cognomi dovrebbero suscitare qualche cosa nelle vostre insulse menti. A meno che quattro anni non siano un periodo troppo lungo.

Marco spalancò gli occhi, apparentemente sprofondato in un baratro di tanto vecchi quanto dolorosi ricordi — I pirati della ciurma di Barbabianca non dimenticano.
Pugno di Fuoco guardò stranito i due. — Posso sapere che sta succedendo? Cosa non dovremmo dimenticare?

— Quattro anni fa, prima che tu entrassi a far parte della ciurma, qui fu combattuta una sanguinosa battaglia, nella quale persero la vita due nostri compagni, due fidati di Papà.

— Compagni ah? — questa volta fu Scarlett a parlare, mentre con molta cautela teneva una mano sulla spalla dell'amica, frenandole ogni impulso di scannare vivo almeno uno dei due che si ritrovava di fronte — Bella fine che fate fare alla vostra famiglia.

La loro conversazione fu interrotta dal grido carico di odio proveniente dalla gola di Smoker, che pareva nel bel mezzo del tentativo di aizzare il proprio gruppetto di marine contro i quattro.

— Ginevra! Che tu sia dannata!

Alzò un paio di manette distrutte in aria e la ragazza rise sguaiatamente.

— Cavolo sei più furbo di quanto pensassi! Avevo dimenticato che potessi avere un paio di chiavi di riserva... Non male comunque, almeno sono rotte e non potranno legare i miei polsi.

L'uomo le si scagliò addosso, macinando quel centinaio di metri che li separava grazie al proprio potere derivante dal Rogia Fum Fum.

La ragazza bionda si parò davanti ai tre, a braccia aperte, ordinando che le fossero afferrate le spalle.

— Non lasciatele per nessun motivo: potreste ritrovarvi... Poco solidi, diciamola così. Ekijou ka

Le sue ultime parole furono a malapena udibili all'orecchio del marine, che allungò la mano ma si ritrovò a stringere l'aria dal momento che i quattro si erano come smaterializzati.

— Ciao tesoro!

La vocina stridula di Ginevra lo costrinse a voltarsi e a vedere come la sua armata fosse stata decimata ed i ricercati fossero riusciti a fare una breccia per scappare.

Fu quello il momento in cui decise che, per la giornata, quella caccia sarebbe finita esattamente lì.

Nel frattempo, il gruppetto stava correndo via da quella sezione del porto per poi raggiungere quella immediatamente adiacente, dove era ormeggiata la nave delle ragazze.

— Come ci sei riuscita?!

Ace pareva sconcertato.

— Sono i pregi ottenuti per aver mangiato un Rogia da bambina. Sentite, dobbiamo andarcene alla svelta, non voglio finire nei casini anche per colpa vostra. Abbiamo già sufficienti problemi senza il bisogno di essere schedate pure per aver aiutato due Comandati di Newgate. Perciò prendete le vostre navi e toglietevi da qui.

— Io sono venuto volando.

Bofonchiò Marco.

— Oh non preoccuparti! La mia nave è quella... — il moro indicò una piccola imbarcazione in fiamme — Là...  Ehi! Di solito sono io quello che brucia le cose!

Doveva essere sicuramente stato Smoker: non riuscendo a catturarli aveva pensato bene di dare fuoco alla barca.

— Venite con noi: vi scorteremo fino alla prossima isola.

A Ginevra quasi venne una crisi di nervi nel sentire le parole della migliore amica, tuttavia fu costretta a salire sulla propria nave, la Bleeding Moon, assieme ai due pirati di Newgate, così da lasciare il porto il più in fretta possibile.

Non appena furono abbastanza lontani dall'isola, Ace si avvicinò alla ragazzina bionda e le posò una mano sulla spalla, ringraziandola per averli portati via con loro.

— Dovere.

Tagliò corto lei e subito lanciò un'occhiataccia a Scarlett, che stava amabilmente facendo amicizia con l'uomo ananas, mentre, fissa con le mani sul timone, virava a seconda delle necessità.

—Quindi hai mangiato un Rogia.

— Senti, non sei costretto a parlarmi. Quindi ora fai pure quello che vuoi, come se fossi a casa tua, basta che tu non dia fuoco alla nave. — ci pensò su un attimo — O ti spogli nudo, anche se stai pur tranquillo che sarò proprio l’ultima a fermarti nel caso decidessi di farlo.

Il pirata scoppiò a ridere — Se tu volessi unirti a me in quella follia ne sarei ben contento. Comunque io parlo con te perché ne ho voglia, non perché ne sia costretto.

La ragazza gli lanciò un’occhiata a dimostrazione della propria scarsa propensione alla conversazione con lui, ma questi non si lasciò intimidire e riprese a domandarle cose sul Frutto del Diavolo che aveva mangiato.

— Si chiama Umi Umi e conferisce poteri acquatici complessi, ma in fin dei conti divertenti. Credo sia unico nel suo genere: va completamente contro le teorie che sono state fatte sui Rogia. — gli rispose ad un certo punto, forse più per accontentarlo e toglierselo di torno che non per farlo contento.

— Sembra fantastico! Insomma, ti puoi liquefare! Sparisci senza lasciare traccia.

— Già. —sorrise — Scar non la pensa così: è fermamente convinta del fatto che prima o poi mi  dimenticherò di come si fa a tornare normale e rimarrò una piccola ed inutile pozzanghera.

Si mise a ridacchiare fra sé e sé, seguita a ruota da Ace, il cui sguardo colmo di curiosità incontrò il suo.

Sembrava quasi affascinato da lei e da quell’aura di sadismo spensierato che emanava.

Inaspettatamente, proprio mentre sembrava essere sul punto di chiederle dell’altro, si addormentò, crollando sulla balaustra davanti a sé.

Lei gli raccolse il cappello e glielo appoggiò sul capo con fare gentile, prima di allontanarsi e raggiungere il ponte dove gli altri due stavano chiacchierando.

— Yo Ananas, il tuo amico soffre di narcolessia?

Marco le rivolse uno sguardo truce e le rispose con un quasi impercettibile cenno del capo, prima di tornare a chiacchierare con Scarlett.

La giovane dai capelli rossi sospirò e si girò di scatto, lasciando il timone fra le mani della Fenice, per non dare a vedere il suo essere scossa all’amica.

Solo quando fu completamente sicura che la bionda si fosse allontanata abbastanza tornò alla propria postazione e respinse la cascata di emozioni che stavano cercando di opprimerla.

Il pirata si fece immediatamente serio.

— Capisco quanto possa essere difficile per te affrontare l’argomento, però devi sapere che Papà…

Ma lei lo interruppe ancor prima che potesse finire la frase.

— Già, non sono per nulla propensa ad affrontare la questione e comunque, che tu voglia o meno, Barbabianca è tanto responsabile delle loro morti quanto lo è la Marina. Se a lui fosse veramente interessato qualcosa a quest’ora le cose sarebbero diverse. Ma forse è meglio sorvolare il tutto… Dimmi, tu voli?

Il ragazzo le diede dimostrazione dei suoi poteri, mostrandole le larghe ali azzurre contornate da fiammelle giallastre.

— E’ meraviglioso! Red da piccina mi raccontava sempre di un giovane pirata in grado di tramutarsi in Fenice, ma ho sempre creduto mi stesse prendendo in giro.

Ginevra, appoggiata al parapetto, rivolse un’occhiataccia all’amica, prima di guardare con scherno l’altro e ridacchiare fra sé e sé — In realtà credevo che avessi mangiato uno Zoo Zoo che ti permettesse di diventare umano. — e, ancora una volta, si avvicinò ai due.

— Lo sono già, donna.

— Non ci credo neanche un po’… Sei proprio sicuro di non avere una qualche strana discendenza dagli ananas? Perché a vedere la tua faccia si direbbe il contrario.

Lui fece di tutto per ignorarla, quindi tornò con lo sguardo su Scarlett, sorridendo.

— Ne sono lusingato. Da quel che ho capito anche tu sfrutti i poteri di un Frutto.

Lei annuì fermamente.

— Ho mangiato l’Uso Uso quando avevo dieci anni, per sbaglio, mentre litigavo con Ginny per averlo. Anche se avrei dovuto capirlo fin dall’inizio che non esistono i meloni blu a pallini… In ogni caso conferisce poteri abbastanza particolari, legati alla psiche; in pratica creo illusioni e posso anche arrivare ad intercambiare i miei sentimenti con quelli dei miei avversari. Traggo energia dalle menti e le anime degli esseri viventi che attacco attraverso una sorta di fuoco fatuo violaceo. Ma devo stare attenta a non sovraccaricarmi altrimenti finisco nei guai.

— Beh, sembra complicato e pericoloso.

— Già, ma mai come quello di Ginevra, in particolare modo quando lei agisce senza pensare. Quella ragazza è dannatamente impulsiva, cioè, non che io sia meglio, però almeno mi rendo conto dei rischi che comporta il mio frutto. Lei va a sventolare i suoi poteri ai quattro venti.

Marco guardò la ragazza bionda, che nel frattempo aveva iniziato a girovagare per la nave a casaccio, camminando sulla balaustra in punta di piedi, con le braccia allargate per stare in equilibrio.

— Sembra parecchio irritabile.

— E’ una testa calda: si arrabbia con niente ed ha un carattere estremamente stravagante; tuttavia trovo che vada benissimo così, dopotutto in qualche modo ci completiamo a vicenda. Dove pecco io c’è lei e viceversa.

La ragazza al centro della loro conversazioni, decisamente infastidita dalle loro chiacchiere, lasciò ogni appiglio che aveva alla nave, lanciandosi così nei flutti ondosi.

Il pirata immediatamente strabuzzò gli occhi e fece per andare a cercare la giovane, quando Scarlett gli lanciò un’occhiata tranquillizzante, invitandolo a rimanere al proprio posto.

Neanche mezzo minuto dopo la giovane bionda riaffiorò sul ponte della Bleeding Moon, dolcemente accompagnata da un’onda.

— Visto?

Intimò la rossa, prima di lasciarsi sfuggire un sospiro esasperato.

— Si vede un’isola!

Esclamò Ginevra, mentre indicava un grosso pallino verdastro che si avvicinava man mano che la barca si muoveva verso sud.

Scarlett afferrò il binocolo che teneva nella tasca destra dei pantaloni, quindi lo puntò fisso vedo l’orizzonte.

— Sembrerebbe essere una giungla. — intimò, assottigliando gli occhi — Forse se ci fermiamo possiamo anche trovare qualcosa da mangiare, visto che non siamo riuscite a fare rifornimento a Nanohana per colpa di qualcuno.

E subito distolse lo sguardo accigliati dall’isola, per posarlo sul muso offeso dell’amica.

— Non mi sembra il caso di fermarsi qui, avendo la Marina alle calcagna: non siamo in viaggio da così tanto da poter dare per scampato il pericolo.

Marco cercò di farle ragionare, ma la rossa gli ringhiò contro, mossa dal senso di vuoto che aveva nello stomaco.

— Tranquillo Bei Capelli, non ci seguiranno. — constatò invece Ginevra, talmente convinta delle proprie parole da far sì che il pirata si domandasse fra sé e sé che non potesse anche vedere nel futuro — Conosco Smoker come le mie tasche, sta’ pur sicuro che nessuno dei suoi ci verrà a cercare. Sveglia anzi il tuo amico narcolettico.

Scarlett le lasciò il timone e saltò giù dalla propria postazione, raggiungendo il ragazzo appoggiato alla balaustra accanto alla polena, quindi si mise accanto a lui e prese a scuoterlo con fare innervosito, dandogli di tanto in tanto qualche nocciolina sul naso mentre gli sussurrava qualcosa all’orecchio.

Marco la guardò storto — Pensa davvero che si sveglierà solo toccandolo?

Ginevra scosse il capo e lo invitò a portare un altro po’ di pazienza, aspettando che la ragazza avesse finito con la propria missione.

Non dovettero attendere ancora a lungo, visto che la rossa iniziò a cercare di far rinvenire il moro a suon di scossoni e schiaffi; cosa che fece preoccupare non poco l’altro pirata, rimasto a guardare assieme alla bionda, la quale muoveva il timone a casaccio mentre ridacchiava fra sé e sé e commentava la scenetta che le si presentava davanti.

Ace grugnì e socchiuse gli occhi, portando istintivamente le mani a bloccare quelle della ragazza che gli stava seduta a cavalcioni sul petto e che lo stava prendendo a cazzotti. Messa a fuoco la scena si tastò il capo con movimenti circolari, verificando centimetro per centimetro che fosse ancora intero.

— Ma sei forse impazzita del tutto?

— Muoviti Fiammifero Narcolettico, stiamo per approdare su un’isola. Vedi di farti trovare pronto: non vorrei che ci lasciassi le penne.

— No! Al massimo le penne ce le lascia questo qua.

Si intromise Ginevra, indicando il ragazzo affianco a lei col pollice, ma gli altri - in particolare modo Marco - la ignorarono.

— Primo, non c’era bisogno di essere così manesca; secondo, credi sul serio che potrei fare una brutta fine su un’isoletta del genere? — sollevò l’angolo destro della bocca — Tu non hai idea di cosa sia una vera battaglia, vero?

Scarlett strabuzzò gli occhi, pronta a colpirlo dritto in faccia, ma lui la precedette, aggrappandosi al suo braccio e trascinandola su di sé, in un intrico di gambe da cui lei cercò di liberarsi il prima possibile.

— Rossa, non t’agitare. — e le fece la linguaccia, aumentando a dismisura la sua irritazione.

La ragazza afferrò il manico di una scopa ed iniziò ad inseguire il pirata lungo tutto il perimetro della nave, almeno fino a quando gli altri due, stufi di vederseli passare davanti, li afferrarono e divisero.

— Vi state comportando come due bambini. — li rimproverò Ginevra e subito Marco ne approfittò per farle il verso — E tu razza di Ananas, vedi di smetterla prima che mi venga voglia di affogarti. Non capisco, gli ananas di solito sono buoni, ma tu non lo sei per niente. Anzi, sei pure brutto. Com’è possibile?

— Forse perché non sono un dannatissimo ananas?!

Sbottò lui, con tono esasperato, tornando poi a guardare l’orizzonte.

L’isoletta che avevano adocchiato era ora ben visibile. Aveva una strana forma a mezzaluna ed era per lo più ricoperta da una tanto verde quanto intricata foresta. Infiorescenze variopinte la adornavano, regalandole un aspetto quasi sicuro, impressione però distrutta dagli inquietanti versi animali che si levavano nel cielo.

I due pirati si avvicinarono al parapetto e si sporsero in avanti, per vedere meglio.

Marco sollevò un sopracciglio, indeciso sul da farsi.

— Liberiamoci di questi due. — Ginevra lanciò un’occhiata complice all’amica, che immediatamente prese a ridacchiare fra sue sé — Non ho la benché minima intenzione di vederli un minuto di più.

— Non credo che ucciderli sarà così semplice.

— Oh no, sarebbe un’impresa folle: sono troppo forti per noi. — ammise, quasi ringhiando — Fa’ qualche magia e abbandoniamoli qui.

 

 

 

 

~Note~

•Umi Umi: "mare mare"

•Ekijou ka: "liquefazione"

•Heisoku: "forzato al silenzio"

•Uso Uso: "bugia bugia"

 
~Angolo Autrici~

Milla: Buona seraaaa 3: vi confessiamo che non eravamo sicure di riuscire a pubblicare così in fretta il primo capitolo!
Lucy: io sono rimasta scioccata per il numero delle visualizzazioni del prologo, che sta raggiungendo quote vertiginose *Ginevra le fa aria col cappello* o.o
Marco: È il mio potere di ananas che attira
Ace: *dorme*
Milla: *lancia un'occhiataccia ad Ace* beeeene.... Speriamo che il capitolo vi piaccia
Lucy: e che commenterete in tanti con le vostre impressioni
Milla: approfittiamo per ringraziare Key e Grim Flame Keeper per le loro recensioni
Lucy: e tutti coloro che hanno inserito questa storia fra le preferite o anche solamente in quelle da ricordare <3
Milla: non avete idea di quanto ci rendiate felici *-*
Lucy: e grazie anche ai lettori silenziosi, che fanno salire sempre di più le visualizzazioni *-*
Milla: siete adorabili come questa faccina-> (^з^)-☆
Lucy: e come Urahara <3
Milla: fandom sbagliato
Lucy: ....dettagli.... Kisuke sta bene con tutto Σ( ̄。 ̄ノ)ノ
Milla: vi mandiamo un bacione
Lucy: non vediamo l'ora di sapere i vostri pareri!!
Ace: *ronf ronf*
Milla: ciaooooo
Lucy: |( ̄3 ̄)| *si mette a distribuire caramelle*
  
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