Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: raffa_94    14/10/2008    2 recensioni
"- Mh… ho capito!- disse Doc riflettendo – Ho un paio d’amici che vi potrebbero aiutare!-
- Ci si può fidare?-
- Certo! Sono dei professionisti che svolgono bene il proprio lavoro!-
- E… chi sono?- chiese Sberla
- Avete mai sentito parlare di Falcon e di City Hunter?-"Scritta molto tempo fa per cui mi scuso per gli eventuali errori che troverete^^ Buona lettura^o^Al primo capitolo una breve presentazione dell'A-team per chi non lo conoscesse
FANFICTION SOSPESA! Chiedo scusa a tutti i lettori! {Prima o poi la riprenderò}
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Sorrise pregustando un ottimo vino proveniente dall’Italia, Barolo ad esser precisi.
Agitava il calice lentamente prima di ogni sorso, sentendolo poi scendere in gola, procurandogli una dolce tortura, fredda ed infuocata allo stesso tempo.
Sentì la porta aprirsi dietro le sue spalle e, facendo leva sullo schienale, si voltò verso la persona che lì si trovava dinanzi. Grugnì, adagiano il costosissimo bicchiere, riempito di altrettanto costosissimo liquido, sulla misera scrivania. Sbuffò.
- Cosa ci fai qui?- domandò. Voce contraffatta. Non umana, ma metallica.- Non ti ho forse chiesto di sorvegliare la situazione?- l’altro annuì. – Che ci fai ancora qui!?-
Una mano venne passata tra le ciocche bionde, mentre l’altra poggiata sul fianco. Le mani guantate di bianco vennero poste, poi, in tasca mentre l’uomo si accingeva a parlare.
- Mi tiro fuori.- asserì sicuro alzando le spalle, cercando di scorgere la figura di quello che era stato il suo capo, il boss. O l’uomo del mistero. Non lo aveva mai visto in volto. Mai, neanche per le feste comandate! Arrise beffardo. Bella battuta!
- Cosa?- calma piatta, neanche un’inflessione in quel suono freddo. – Cosa vuol dire?-
- Mi tiro fuori. – ripeté.- Non posso continuare così, non adesso che potrei rischiare.-

Un gorgoglio, una risa repressa.
Si adagiò meglio sulla poltroncina, facendo attendere il proprio interlocutore costringendolo a subire un silenzio pesante.
- E’ questo che fa l’amore? E’ questo che fa l’amicizia?- adesso sentiva un lieve tono canzonatorio, molto tenue. – Tradito da uno dei miei uomini per dei dannatissimi sentimentalismi?! Tu non ti tiri fuori, oh no. - Gli occhi azzurri lo guardarono interrogativi.- Tu non ti tiri fuori, neanche se ne avessi le palle! Sai benissimo che non puoi! Se tu dici “bye, bye” a me…- si alzò puntellando i palmi sul ripiano di legno, sporgendosi verso di lui. – io dirò “bye, bye” a lei. Il mio sarà per sempre.-
Il biondo impallidì per poi annuire quasi rassegnato.

- Posto molto accogliente, signor Saeba.- notò Hannibal, staccando con un morso la “testa” del sigaro e sputandola a terra. Accostò l’avana alle labbra, accendendolo con l’accendisigaro e lasciandolo lì, com’era solito, all’angolo della bocca.
- E deve ancora vedere l’interno.- fece accorto Ryo, avanzando verso il portone della palazzina. – Prego.- asserì invitando gli ospiti a seguirlo.

- Questo è tutto.- disse il Colonnello, guardando serio lo sweeper di fronte a sé.
- Sembra un caso come gli altri.- dichiarò lui con lo stesso tono dell’altro. – Mi dica Smith…- l’espressione coscienziosa fece posto ad una del tutto contraria: gli occhi a lunetta, sorriso sornione e bava che scende dalla bocca, i lembi della quale erano rivolti all’insù. – com’è questa Miyuko Hill?!- fece con voce acuta stringendo le mani dell’uomo e sorridendogli complice.- Mi dica che ha una sua foto- lo pregò quasi.
- Ehm… ecco a lei.- fece passandogli il dossier riguardante la cliente.
Saeba lo aprì e sfogliandolo repentinamente, cercando la foto sussurrando frasi del tipo “Dai Miyuko, vieni dal piccolo Ryo” con voce un tantino maniacale.

- Wow – affermò guardando attentamente la foto – ‘nghe - fu l’unico suono che seguì.
Forse era meglio dire, l’ultimo suono che si udì provenire dalla sua bocca prima che venisse schiacciato contro il muro da un konpeito, su cui si poteva leggere chiaramente “ Bastone da campana di Kaori (new version)”. Era, infatti, un po’ più grande dell’altro, faceva anche più male. Il socio ci mise molto per disincastrare la testa dal muro: giusto il tempo che servì alla donna per mostrare agli ospiti le proprie … ops … le loro (di Ryo e Kaori) armi.

La porta si chiuse e Ryo tornò ad osservare serio la foto di quella donna.
C’era quel piccolo particolare che aveva già visto.
   
 
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