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Autore: JaneChase    15/10/2014    0 recensioni
[Piccola premessa: Questa storia è una fanfiction, ma per cause di forza maggiore ho dovuto metterla tra le originali]
Cosa potrebbe succedere in una scuola in cui sono raccolti i figli dei grandi eroi delle saghe?
In un mondo in cui più realtà coesistono, saranno proprio loro, a crearne uno nuovo in cui vivere insieme.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Non é facile, ritrovarsi in una dimensione alternativa, piena di individui con poteri sovrannaturali, governata da dei, angeli, stregoni e chi più ne ha più ne metta. Per di piú, io che per Capitol City, non ero altro che l'ennesima familiare di un tributo andato a morire, mi ritrovo a fare da stilista, per degli Hunger Games in cui non si muore..
-Yue?

YUE
Una voce mi riscuote dai miei pensieri. Mi volto. Un ragazzo alto, dagli occhi verdi, i capelli ramati, e il fisico perfetto mi sorride dall'alto in basso. Louis Hemmings, il mio collega stilista della squadra numero quattro. É davvero bello, gentile, e abile praticamente in tutto. Il ragazzo perfetto, tranne che per un piccolo particolare: ha la pelle viola. E con viola intendo proprio viola. Mi cinge la spalle a mo' di fratello maggiore e con la sua voce calda e rassicurante chiede: -Come butta?
-Butta male- rispondo. Certo il suo linguaggio arcaico andrebbe riveduto e corretto.
-Oh. Sai...- continua lui.
-... La vita é imprevedibile. Non sai mai cosa ti aspetta dopo una curva, o come comportarti dinanzi a un bivio o un incrocio... Ma una cosa é certa: dopo una discesa, c'è sempre una risalita!
Detto questo mi sgancia un sorriso tutto denti, tra i migliori che una reietta dell'undici abbia mai visto in tutta la sua vita. Non riesco ad evitare di sorridergli di rimando.
-Ora andiamo, va! Non vorremo arrivare tardi all'entrata in Aren...
-Manco morta!- lo interrompo.
-Ho trascorso tre ore, TRE ORE, a cercare di far vestire quei terremoti di Grace e Jackson, e non posso permettermi di perdere l'inizio delle loro agonianti torture!
Detto questo inizio a correre al massimo della velocità, manco fossi nell'Arena, seguita dal mio ridente collega. All'improvviso faccio una frenata talmente brusca, che per poco Louis non mi butta per terra.
-Perché saranno agonianti, vero?- domando.
Sopprimendo una seconda risata parzialmente inutile, mi afferra il polso e riprende a correre trascinandomi con se.
-Non lo sapremo mai se non andiamo a vederlo.- dice correndo, senza avere nemmeno il fiatone. A quanto pare la pelle viola serve a qualcosa. Mi decido a sfilare il polso dalla sua presa, facendo affidamento solo sulle mie gambe, inseguendo una luce infondo al corridoio. Ma ecco che inciampo e batto la testa. La vista mi si appanna, mentre un Hemmings ansioso mi scuote dicendo il mio nome.
Yue.
Apro gli occhi. Mi trovo sul pavimento piastrellato della mia stanza, nella torre d'addestramento per i Multifandom Games. Probabilmente sono rotolata giù dal letto, come spesso accade durante le ultime notti. Succede sempre così quando inizia il periodo dei giochi. Ogni volta che mi addormento, sogno avvenimenti riguardanti il mio primo anno come stilista della squadra quattro, che spesso e volentieri terminano con delle brutte emicranie. Non riesco a spiegarmi il perché di tutto ciò, ma ogni tanto mi fa bene una rinfrescata. Soprattutto se ha a che fare con il trio Grace Jackson Mellark.
Cerco di mettermi a sedere, ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi tiene bloccata a terra per le spalle. É Louis. Probabilmente ha cercato di svegliarmi, ma io sono caduta per terra.
-Louis?- chiamo ancora mezza addormentata, e con un cranio pulsante di dolore.
-Sei viva!- esulta stritolandomi in un abbraccio.
-Certo che lo sono. Una semplice botta in testa non può condurmi all'Ade!- replico cercando di scollarmelo di dosso.
-Giusto. La tua testa é troppo dura- mi provoca lo stregone. Già, Louis é un figlio di Lilith. Dopo quattro anni che lo conosco, mi pare ovvio di dover sapere almeno questo. Mi aiuta ad alzarmi, e quando gli chiedo il motivo per il quale mi ha svegliato (come se fosse stato lui), mi risponde con un sussurro: -Vieni con me.
Infilo una vestaglia verde sopra il mio pigiamino a quadri con le stampe dei Bakugan (più per coprirlo, che per altro), e lo seguo nel salotto. Il mega schermo della TV emette un bagliore bianco-celeste, che dà un'aria austera alla grande stanza semicircolare, che durante il giorno é accesa dai colori vivaci delle pareti e degli arredi. Mi accomodo sul divanetto giallo limone, accanto al mio amico, che armeggia con il PC sul tavolino da caffè in vetro verde bottiglia. Attraverso una pen-drive, attiva una connessione remota, o qualcosa del genere (non sono esperta di computer, e trovo anche strano che uno stregone sappia usarne uno), trasmette sul televisore le immagini del portatile. Guardo verso lo schermo enorme, e noto con sorpresa che al suo interno vi é l'immagine del portone che conduce alla sala d'addestramento. Sto per dirgli qualcosa, quando con la coda dell'occhio intravedo un movimento. Torno a concentrarmi sullo schermo, ed ecco fuoriuscire da una fessura tra i battenti, la sagoma di Jane Jackson. Ha i capelli portati indietro da una matita, in quello che prima doveva essere uno chignon, ed indossa un pigiama a righe bianche e blu. Non ha avuto neanche la premura di indossare delle ciabatte. Noto che in una mano impugna un arco, mentre l'altra é occupata da una faretra, che la ragazza mette sulla spalla destra. Senza guardarsi indietro, si avvia lungo le scale, salendo i gradini a piedi nudi, mentre man mano sempre più riccioli sfuggono alla presa della matita.
-Cosa combina?- chiedo sorpresa.
-Guarda.- si limita a rispondere lui. La legata entra nell'ascensore di specchi, salendo verso l'ultimo piano. Ora cammina più lentamente, e con passo felpato, attraversando l'enorme salone, diretta verso la porta bianca che dà sulla camera di Abby Grace.
-Oh, no- mi lascio scappare. Il ricordo della camera del primogenito dei Grace, fa capolino nella mia mente. Era stato proprio il fratello della legata a combinare quel disastro. La mora apre lentamente la porta, per poi intrufolarsi all'interno della camera. Con un gesto fulmineo del topo (o almeno così mi pare che si chiami), lo stilista si collega alla visuale della videocamera nascosta nella stanza dove la nipote di Poseidone é entrata. La porta é ancora socchiusa alle sue spalle, e lei sta scrivendo qualcosa su un foglio con un pennarello. Purtroppo non riesco a distinguerne il colore (Hemmings mi ha spiegato che alcune telecamere risalgono al ventunesimo secolo, quindi la modalità di visione notturna é ancora abbastanza scadente. Per essere un quarantenne nato nel 2000, se ne intende di tecnologia Chicago-capitolina). Chiedo al mio compagno di zoomare sul pezzo di carta per leggere il messaggio.

Buon compleanno Abby! Finalmente tredici anni! Sarai contenta (smile). Ti voglio bene (cuoricino).
Jane (doppio cuoricino).


Finito di scrivere, la ragazza infila il pennarello sotto la canotta, e dopo aver legato il suo messaggio ad un freccia, che viene tirata conficcandosi nel muro di fronte (appena sopra il letto della figlia di Jason, che intanto dorme come un ghiro nel suo intrico di lenzuola celesti), esce dalla camera da letto. Ripercorre il precedente percorso, fino al portone, dove s'infila di nuovo tra i battenti aperti appena, e posa l'arco. Infine, si decide a terminare la sua scampagnata notturna, tornando nella sua stanza al quarto piano. Guardo l'orario in fondo al monitor del computer. 00.05, 07 Agosto. Tra cinque ore e cinquantacinque minuti inizieranno i giochi. Se aggiungiamo anche che sono i quinti Multifandom Games... Se non fosse per quel sette che sfora.
Il mio amico spegne il PC, facendo tornare la TV un semplice schermo gigante che emette luce.
-Non é stato Aww?- domanda lo stregone distruggendo il silenzio che
si era creato pochi istanti fa.
-Credo di sí. Piuttosto, tu che hai quarant'anni...
-Trentanove e tre quarti- m'interrompe lui.
-Come vuoi...- continuo. -... Il punto é: la vuoi smettere di parlare come un'adolescente? Fangirlante per giunta.
-Ehi, cos'hai contro le fangirls? E poi, non sono affatto gay come pare che stai insinuando.
-Ma non ho mica detto...- termino la frase con un sonoro sbuffo esasperato. Louis ridacchia, poi mi da un leggero buffetto sulla guancia.
-Ci conviene andare a dormire. Domani dobbiamo assistere all'entrata. Chissà cosa si é inventato Garroway per i giochi di quest'anno.
-Di certo qualcosa di parecchio banale, e allo stesso tempo talmente idiota, che ci farà ridere tutti.- dico. L'altro si limita a darmi un bacio sulla fronte e a sorridere.
-Buonanotte Claw.- sussurra.
-'Notte Hemmings- saluto io, prima di vederlo sparire dietro ad una porta verde selva. Rimango per un po' ferma e immobile, fissando il vuoto, per poi correre in camera mia a recuperare degli auricolari a forma di farfalla, collegati ad un vecchio I-Pod. Faccio scorrere le mie sessantotto play-list, per poi selezionare l'ultima: Yu. Contiene solamente tre canzoni. Faccio partire l'ultima. La Ninna Nanna di Willove. M'infilo di nuovo nel mio letto, mentre una voce melodiosa, inizia a cantare calde note che mi fanno affogare tra i ricordi.
Là in fondo al prato, all'ombra del pino
c'è un letto d'erba, un soffice cuscino...


KA-BOOM!
Spalanco gli occhi con un urlo e mi
alzo di scatto dal letto, mentre il suono delle bombe che esplodono invade la stanza. Per poco non inciampo nelle lenzuola scarlatte che durante la notte ho estirpato dal materasso. Mi metto dritta in piedi, pronta a scappare e a cercare aiuto. Il pavimento della camera, però, non sta tremando, e i muri sono ancora completamente intatti, così come tutti i mobili. Eppure il rumore delle esplosioni c'è, assordante e persistente. Sento bussare alla porta, quindi mi rendo finalmente conto che la mia stupidità latente ha iniziato a causarmi seri problemi. Mi avvicino al comodino nero, dove un vecchio cellulare (da cui proviene il rumoraccio) vibra segnalando le 06:15 a.m. Trascino il dito sul touchscreen spegnendo la sveglia, dopodiché scandendo la voce dico: -Avanti.
Luke Castellan apre la porta, e vedendomi ancora in pigiama diventa paonazzo.
-Diamine Claw! Di nuovo in ritardo?! Preparati, e in fretta, che tra un quarto d'ora devi stare alla postazione!
Finito di gridare il semidio esce come una furia dalla mia camera da letto, chiudendosi la porta alle spalle. Sbuffo e cado a terra sulle ginocchia. Sfidando la forza di gravità mi rialzo, e strascicando i piedi a terra mi dirigo verso la sedia dove i miei vestiti giacciono piegati e stirati. Li afferro e li spiegazzo, infine li sventolo come bandiere e li lancio oltre la porta aperta del bagno. Soddisfatta mi dico: -Ora va meglio.
Una volta recuperati anche gli stivaletti neri, entro in bagno e in dieci minuti sono pronta. Non avendo bisogno di mascara, dato che ho della ciglia lunghissime, ho optato per dell'eyeliner nero, che dona ai miei occhi un'aria felina, anche se non li risalta molto. Niente blush o fondotinta, solo un po' di glitter argentati sugli zigomi, e un rossetto magenta acceso che si abbina perfettamente al mio vestitino di tulle. I capelli neri vengono sistemati da un paio di spazzolate, diventando lisci e morbidi. Che quello stregone del mio amico abbia fatto un incantesimo alla spazzola? La frangetta é diventata un po' lunghina, ma non ho il tempo né la precisione per occuparmene in questo momento. Recupero il mio cellulare, le cuffie, qualche rocchetto di cotone e un ago (che possono sempre servire), e il trucco, infilandoli nella mia borsetta di pelle nera, quindi, anche per quest'anno, mi decido ad abbandonare la mia stanza alla torre d'addestramento. Appena mi chiudo la porta alle spalle, ecco spuntare puntualmente il mio collega, in jeans strappati (tanto per non cambiare), canottiera nera e camicia quadrettata, con maniche a tre quarti, rossa e nera.
-Pronta?- mi chiede.
-Pronta.- annuisco e mi avvicino all'ascensore. Lui mi raggiunge e mi porge un braccio, che aggancio molto volentieri. Ogni entrata equivale a un pugno nello stomaco. Un groppo alla gola, come se la paura di assistere alla morte dei tributi non fosse del tutto infondata. Questo pensiero é sempre qui, non mi abbandona mai, anzi mi perseguita. Il ricordo dei trentunesimi Hunger Games. La mietitura, i carri, l'intervista, l'entrata, la cornucopia, il bosco, il sangue, il cannone...
Rabbrividisco e stringo forte il braccio di Louis, mentre ci allontaniamo sempre più velocemente dal pian terreno. Lui non si lamenta. Credo si sia abituato ai miei improvvisi attacchi di... boh, non so nemmeno come definirli. Si sente un "diing", segno che siamo arrivati a destinazione. Hemmings mi sorride, e una volta aperte le porte ci affrettiamo ad entrare nella sala di controllo del terzo piano. Una grande stanza circolare, con monitor su ogni parete, e una cinquantina di tastiere d'ultima generazione. Di solito noi stilisti non assistiamo qui ai giochi. Ci veniamo soltanto per la formalità di augurare dei "felici" games agli strateghi, e di conseguenza un buon lavoro. Dopodiché andiamo a prendere i tributi per accompagnarli, anche se a differenza dei giochi originali, gli ultimi istanti prima di entrare in arena, i ragazzi li trascorrono con i propri istruttori. Quindi eccoci qui.
-Signorina Claw, signor Hemmings!
Alla mia sinistra, ecco allontanarsi dal centro della sala una donna sulla trentina, con corti capelli scuri, occhi scintillanti e un sorriso smagliante.
-Signora Roth. Che piacere vederla- saluta Louis. La donna ci abbraccia entrambi, augurandoci felici Multifandom Games, dopodiché ci scorta nella zona interna verso un gruppo occupato in chiacchiere amministrative.
Riconosco tutti gli strateghi. Da sinistra verso destra, la signora Rowling, occupata a proporre idee, accanto a lei Mrs. Clare, che ascolta annuendo ogni tanto, poco lontano la signora Collins, che gesticola come per aggiungere particolari, infine il Signor Riordan, totalmente disinteressato, che sorseggia del caffè.
-Guardate un po' chi é passato a salutarci- annuncia l'uomo vedendoci arrivare. Le sue colleghe si voltano e ci accolgono sorridenti. Saluto il gruppo con una riverenza, facendo ridacchiare Suzanne, che mi ricorda per l'ennesimo anno che non mi trovo al cospetto di chissà quale corte reale. Le sorrido e ricambio il suo abbraccio, mentre Louis scoppia a ridere per l'ennesima battuta di Rick. Purtroppo non abbiamo molto tempo a disposizione, quindi ci congediamo dagli strateghi.
-Felici Multifandom Games!- esclamo andandomene.
-E possa la buona sorte...- continua il mio amico.
-Essere sempre a vostro favore!- terminano loro raggianti.
-Hanno in mente qualcosa- mi sussurra il figlio di Lilith una volta fuori dalla sala.
Io gli domando: -E quando non é stato così?
Lui ridacchia scortandomi verso una sala con quattro porte scorrevoli. Sopra ognuna di esse vi é un numero. Entriamo in quella con il numero quattro, l'ultima sulla destra. All'interno altre due porte. Una cosa che mi mancherà di Multifandom Island, se un giorno me ne andrò da qui, é l'intrico di porte, portali e corridoi, che conducono in tutti i luoghi possibili e immaginabili. Qui io e lo stregone ci separiamo. Entro nella stanza a destra, mentre Hemmings imbocca la sinistra. Una stanza quadrata occupata da un tavolo, su cui sono posati degli indumenti, una porta alla parete opposta della camera, e due sedie, una delle quali occupata da un ragazzo dai capelli scuri spettinati, e i profondi occhi verdi posati su di me. Eccolo qui il mio tributo. Albus Severus Potter.
-Ciao, Al. Dormito bene?- attacco bottone.
-Ciao- saluta lui. -Non molto a dir la verità.
Gli sorrido amorevolmente.
-Tranquillo, non ti accadrà nulla di così serio da mandarti in fin di vita.
Notando la sua espressione confusa e spaventata continuo: -Prendila come una partita del vostro Quidditch, solo più lunga, e con meno opportunità di salire su una scopa.
-Fantastico- dice lui con una punta di sarcasmo.
-Coraggio Potter. Nell'Arena non sarai solo.- Come mio fratello, penso, ma evito di dirlo. Il mago si sforza di sorridere, anche se non ha molto successo.
-Bene, vediamo un po' cos'abbiamo qui.
Mi avvicino al tavolo e prendo i vestiti. Con sorpresa noto che si tratta della stessa uniforme che i hanno indossato i tributi dei settantaquattresimi Hunger Games. Cosa state tramando, penso riferendomi agli strateghi. É già il secondo anno che i presunti autori delle saghe che compongono il nostro multifandom fanno da strateghi per i giochi, e devo dire che l'anno scorso per i partecipanti non é stata una passeggiata.
-Qualcosa non va?- chiede Albus, vedendomi pensierosa.
-Nulla. Dai vieni qui che ti aiuto a vestirti.
Dopo averlo aiutato con i vestiti, mi faccio consegnare il suo portafortuna. Il ragazzo prende dalla sedia una scatoletta nera, di quelle usate per custodire i gioielli, e me la mette tra le mani. La apro e osservo la spilla verde e argento che vi é all'interno. Lo stemma degli Slytherin.
-Wow.
Sono letteralmente senza fiato. -É bellissima.
-Me l'ha regalata il mio migliore amico, il giorno del mio tredicesimo compleanno.
Accennando a Scorpius, l'ombra di un sorriso vero e sincero compare sul suo volto. Gli appunto la spilla sul petto, in corrispondenza del cuore e gli sorrido.
-Magari vedendotela addosso nell'Arena, capirà che hai pensato a lui.
Il Potter annuisce. Ora gli appunto anche la spilla dei Maghi Divergenti sul polso.
-Finito- annuncio. -Ora andiamo.
Il ragazzo si alza e mi porge il braccio. Impossibile rifiutare cotanta galanteria. Ci avviamo a braccetto verso la porta, che avvertendo la nostra presenza si apre, mostrandoci un lungo corridoio, dove ci avventuriamo a passo svelto. Dietro di noi una seconda porta si apre, annunciando l'uscita del mio collega, accompagnato dalle ragazze della squadra numero quattro. I tre si affrettano a raggiungerci, quindi in cinque ci dirigiamo verso la postazione. Durante il tragitto nessuno spiccica mezza parola.
Finalmente eccoci davanti ad un'ultima porta. Percepisco la tensione del maghetto nel gesto di stringermi ancor di più il braccio, anche se in modo appena percettibile. Louis, senza nemmeno cercare di trattenersi, stringe Lily ed Alex in un forte abbraccio. Albus prima di imitarlo chiede: -Posso?
In tutta risposta lo stringo forte a me. Lui ricambia l'abbraccio, e mi sussurra all'orecchio: -Se mi vedesse Scorpius in questo momento...
-Sarebbe orgoglioso di te- termino al suo posto. Ci sciogliamo dall'abbraccio, e finalmente un bel sorriso compare su quel faccino da cucciolo. Gli scompiglio i capelli con un gesto fraterno, dopodiché lo lascio dinanzi alla porta, affiancato dalle sue compagne, mentre vicino allo stregone, aspetto che questa si apra. Quando succede trattengo il respiro. I ragazzi si prendono per mano e, senza voltarsi indietro, varcano la soglia. La porta di chiude dietro di loro. Caccio fuori l'aria e afferrando la mano del mio amico, corro in direzione opposta. Lui decide di non farsi trascinare e mi affianca nella corsa. C'infiliamo nella prima porta che vediamo, e una volta seduti sulle sedie di plastica bianca, alziamo lo sguardo sul monitor. Il televisore, prima spento, si accende emettendo un fievole bagliore, poi sullo schermo appare lo stemma di Multifandom Island. Ecco il preside dell'Accademia: un uomo sulla novantina, dalla folta barba grigia, e i capelli più chiari tirati indietro dalla brillantina. L'uomo fa un discorso, sulla scuola che galleggia nel cielo dell'isola, e di come i punti incidano sulla media e il rendimento degli alunni. E da ciò, l'idea dei Multifandom Games, diventati evento nazionale. Ora c'è una presentazione delle squadre, dei propri istruttori e degli stilisti. E infine, é giunto il momento dell'entrata in Arena. Come al solito, le squadre entrano con intervalli di due o treni minuti l'una dall'altra, quindi si comincia con la squadra numero uno. Ecco comparire l'immagina di Jake Herondale, James Potter e Jane Jackson dinanzi al portale che conduce in Arena: un cerchio di luce, grande abbastanza da contenere un bisonte, circondato da incantesimi scritti in varie lingue.
-Quindi... Dovremmo saltare qui dentro?- chiede il mago.
-Certo- risponde il piccolo Lightwood.
 Ecco che Max fa la sua comparsa alle loro spalle.
-Potete guardare all'interno del portale, ma non sporgetevi troppo.
Ovviamente i ragazzi si sporgono eccome. Il bambino da un calcio nel sedere a entrambi, che cadono all'interno del cerchio. Poi guarda la legata, l'unica che ha ascoltato la sua raccomandazione, con aria divertita.
-Oh, io faccio da sola- si affretta a dire la ragazza per poi saltare svanendo nel portale. Il ragazzino guarda verso la telecamera, sorride e alza il pollice. Louis accanto a me scoppia a ridere. Certo che gli istruttori sanno come sdrammatizzare le situazioni. Almeno la maggior parte di loro. L'immagine cambia, ed ora ci sono Sammy Valdez, Abby Grace e Brad Mellark, intorno al medesimo portale. Il legato sembra ardere d'eccitazione, l'esatto contrario del suo compagno letteralmente sconsolato. La ragazza non fa che emettere scintille dalle mani malferme. Tris dietro di loro assiste alla scena divertita, per poi chiedere: -Ricordate il piano?
Simon risponde: -Cercare un posto in alto dove accamparsi. -Per il resto- continua la Grace. -Fidarsi dell'istinto e mettere tutti al tappeto.
La figlia di Jason sorride sadica.
-Non ricordavo che...- interviene l'amico, ma viene interrotto a metà frase, dato che la Prior li ha già scaraventati nell'Arena. Ora la donna guarda il portale con un misto di divertimento ed orgoglio.
-Diretta lei.- dice lo stregone.
-É la Prior, cosa ti aspettavi?
Lui fa spallucce e torna a concentrarsi sul televisore. Ora intorno al cerchio vi sono Holly e Megan Zhang, e Alicia Valdez. Il signor Garroway, invece, é occupato a spazzare.
-Adesso basta!- sbotta la piccola Zhang. -É da quando siamo qui che spazzi per terra!
Sua sorella Holly si limita a guardarla preoccupata, mentre Alice non smette mai di sorridere. Il licantropo, però, non accenna a fermarsi, anzi avvicinandosi alle ragazze inizia a spazzare intorno ai loro piedi, fino a farle cadere all'interno del portale, con tanto di imprecazioni latine da parte di Megan. A questo punto l'uomo getta a terra la scopa, e si asciuga la fronte con la manica della camicia, parecchio soddisfatto. Louis intanto per poco non cade per terra per quanto ride. Gli do una gomitata facendolo piegare in avanti. Sorrido diabolicamente mentre lui cerca di cruciarmi con lo sguardo, nonostante sia uno stregone e non un mago. Intanto la scena cambia ancora una volta. Ed ecco la nostra squadra. I Potter guardano all'interno del cerchio, mentre Alex con gli occhi chiusi fa profondi respiri, più per concentrarsi che per altro. Castellan si avvicina a loro annunciando: -É ora di andare. La Shaw apre gli occhi, mentre ora quello che respira profondamente é il moro. Lily, a metà tra lo spavento e l'entusiasmo, per scherzare chiede: -Un ultimo consiglio?
-Se non saltate ora, vi butto io- risponde lo scorbutico figlio di Ermes. I ragazzi non se lo fanno ripetere due volte, quindi si tuffano all'interno del portale.
-Certo che quel tipo...- inizia il mio collega, ma io lo interrompo tappandogli la bocca con la mano, senza staccare lo sguardo dallo schermo. Ecco apparire l'immagine di un grande prato, circondato da una foresta, nel cui centro si trova la cornucopia, a sua volta circondata da quattro pedane. Su ogni pedana una squadra. Il conto alla rovescia non fa che mettermi ansia, e più calano le cifre, più il mio cuore martella all'interno del mio petto.
-Dieci... Nove...
Le gemelle Zhang si stringono la mano.
-Otto... Sette...
Jane inizia a cantare sottovoce.
-Sei... Cinque... Quattro...
Abigail e i suoi compagni si guardano negli occhi e annuiscono.
-Tre... Due...
Albus porta la mano alla spilla dei Serpeverde.
-Uno...
Parte il segnale acustico, e in un attimo tutti i tributi saltano giù dalle pedane. Jackson scappa verso la foresta, mentre i suoi compagni si avvicinano alla cornucopia. Grace corre il più velocemente possibile verso l'interno, evitando una Megan Zhang che per poco non la fa secca con una mazza chiodata, e recupera Velòs. Alexis fa scorte di viveri, mentre Lily e suo
fratello, dopo essersi caricati sulle spalle uno zaino ciascuno, si avviano alla ricerca di un rifugio. Mellark sembra fiutare il pane a distanza, infatti si carica di sacchi contenenti pagnotte e sfilatini. Anche James recupera uno zaino, e qualche petardo, mentre Herondale si occupa delle armi. Sfortunatamente il destino vuole che nel momento in cui il cacciatore impugna uno spadone, si ritrova con lo sguardo fissato in quello di Abby Grace, che serrando la presa sulla sua spada, avanza imperterrita verso di lui. Rimangono a fissarsi, distanti pochi passi l'uno dall'altro. All'unisono alzano le armi, ma prima che anche uno solo dei due possa avventarsi sull'altro, vengono bloccati dai loro compagni. La nipote di Giove é quella che fa più capricci, mentre viene trascinata via da Sammy e Brad, che intanto hanno recuperato anche un arco e un martello (anche se non grande quanto quello che il piccolo Valdez usa di solito). Jake sembra afferrare al volo la situazione: la spilla sul suo petto sta lampeggiando, segno che la sua compagna di squadra ha trovato un posto dove accamparsi, e sta effettuando una chiamata. Il ragazzo evita di farsi tirar via, e segue il suo compagno nel fitto della vegetazione, lasciando ad Abby un repertorio di imprecazioni in greco antico da esporre al pubblico. Lo stregone, che ormai si é liberato la bocca, per l'ennesima volta ride a crepapelle. Devo ammettere che la scena é già parecchio divertente, figuriamoci per qualcuno che il greco antico lo capisce. Il figlio di Katniss molla la sua compagna ai piedi di un enorme pino, dove inizia ad arrampicarsi. La legata lo segue, salendo abilmente lungo il tronco. Anche Sammy cerca di andar loro dietro, ma scivola e cade più di tre volte.
-Ehm... Aiutino?- chiede. Sbuffando i suoi compagni scendono e se lo trascinano durante l'arrampicata. Quando raggiungono un ramo alto e resistente si sistemano e fanno una stima dei propri averi. Intanto in una caverna ai piedi di un monte, le Zhang scaricano a terra un intero arsenale: una lancia, una mazza chiodata, una clava, un'ascia, due spade, cinque coltelli da lancio, un gladio e una spatha. Alice intanto mette in un sacchetto delle bacche che ha recuperato durante il percorso.
-Oh, Meggy! Se non avessimo preso così tante armi ora non rischieremmo di morire di fame!- rimprovera Holly.
-Non m'importa! E non chiamarmi Meggy! Queste sono mie adesso! Tutte mie! Sono il mio tesssoro.
La sua imitazione di Gollum mi fa rabbrividire. La visuale cambia, ed ecco la squadra numero due, che prepara un accampamento sulla riva di un lago. Sembrano essere stranamente tranquilli. Infine, la mia adorata squadra quattro che una volta che tutti se ne sono andati, e che la cornucopia é stata svuotata, vi si sistemano all'interno.
-Avere un'erudita come compagna di squadra può rivelarsi molto utile- dice raggiante la rossa, mentre il fratello la osserva mentre apre gli zaini per scoprirne il contenuto.
Dato che al momento sembrano essersi sistemati tutti, e che sono abbastanza lontani un bel po' gli uni dagli altri, prima che accada qualcosa d'importante, mi alzo dalla sedia, e faccio per andarmene.
-Tu non vieni?- chiedo ad Hemmings.
-Vi raggiungo dopo- risponde lui. Faccio spallucce e mi avvio verso l'atrio della torre, premurandomi di non passare per la sala di controllo.
-Chissà cos'hanno in mente...
 
 
 
… ebbene sì, sono tornata.
So che probabilmente qualcuno vorrà uccidermi, e con ciò che sto per dirvi, mi manderete direttamente alla forca. Il capitolo lo avevo già bello e pronto domenica sera, quindi l’ho pubblicato sul gruppo ufficiale di facebook dedicato alla ff, solo che non avevo un pc a disposizione quindi non potevo pubblicarlo qui. Ora… piaciute le sorpresine? Yue diverrà, da questo momento in poi, parte integrante della storia. E sì Jane, Abby e Brad hanno dei fratelli maggiori. In quanto agli strateghi… beh, non credo ci sia qualcosa da dire, tranne: ABBIATE PAURA! Detto questo prima di crepare con una morte lenta e dolorosa, ne approfitto per dirvi che a breve aprirò un canale youtube e una pagina facebook, entrambi con il nome Jane Chase, in cui pubblicherò qualche storia (sia questa, sia altre storie che ho iniziato a scrivere), dei miei disegni sui vari personaggi delle mie opere, ed eventuali fan art, quindi se vi va passate a dara un’occhiata ;)
Detto questo andate in pace e… boh XD
Un bacione                                                      Jane
   
 
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