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Autore: Alexandra e Mac    15/10/2014    4 recensioni
Il Passato e il Futuro si mescolano in questo racconto che conclude la trilogia iniziata con Giochi del Destino. Per tutti coloro che hanno amato i personaggi storici da noi inventati.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Scritto nel Destino'
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Capitolo XXXII

Desiderio



Si stirò, appagata, e poi girò il capo per imprimersi nella mente l'espressione che assumeva nel sonno. Lei, invece, non era riuscita a chiudere occhio, nonostante fosse spossata dalle lunghe e intense ore d'amore appena vissute.

Non appena si mise a contemplarlo si sentì assalire da un'altra ondata di desiderio. Faticò a riconoscersi, perché una voglia tanto intensa non l'aveva mai provata, per nessun uomo. Neppure per Christopher.

Si disse che doveva lasciarlo riposare almeno qualche ora; ne aveva bisogno, dopo tutte le volte che l'aveva portata al culmine dell’estasi. Sembrava si fosse posto l'obiettivo di procurarle piacere finché non fosse diventata insensibile al suo tocco. Il problema era che lei sembrava rinascere ad ogni suo tocco e non smetteva di desiderarlo.

Anche in quel momento ogni dettaglio del suo volto, ogni particolare del suo corpo, non facevano altro che farle desiderare di svegliarlo per poterlo amare di nuovo.

Quando l'aveva presa sul tappeto era stato intenso e appassionato. Amava descriverle a parole ciò che voleva farle, per poi, un attimo dopo, mettere in pratica ciò che le aveva promesso. All'inizio aveva pensato fosse una sua piccola mania, ma ben presto aveva capito che Andrew le parlava solo per eccitarla di più. Usava la propria abilità nel raccontare e la sua capacità di visualizzare per rendere più erotico ogni gesto e caricarlo di aspettativa, al fine di coinvolgerla il più possibile nella propria fantasia.

Più tardi l'aveva presa in braccio e portata a letto. Durante il breve tragitto dallo studio alla zona notte dello Chateau, stretta a lui e coperta solo dall'abito rosso che Andrew le aveva avvolto attorno al corpo, si era sentita come una vergine d'altri tempi che aveva appena scoperto le gioie del talamo nunziale. Nelle ore successive, invece, mentre lui l'amava di nuovo con dolcezza e nel più assoluto silenzio, si era resa conto di passare da uno stato d'animo all'altro, quasi che quell'uomo affascinante fosse in grado di far uscire dal suo profondo tutte le sfaccettature della sua personalità e i desideri più intimi, che neppure lei sapeva di possedere. Dal languore voluttuoso e inesperto della fanciulla appena posseduta, era passata al desiderio intenso e sensuale di una donna disinvolta che esigeva un uomo nel proprio letto, e quel desiderio intenso e possessivo non l'aveva ancora abbandonata. Osservandolo si rese conto di volere anche qualcos'altro.

Facendo attenzione a non svegliarlo si alzò; infilata la camicia di Andrew, scese rapida le scale e raggiunse lo studio, dove recuperò la macchina fotografica, alcuni indumenti che avevano dimenticato e il diario del suo antenato. Ritornata in camera e constatato che lui dormiva ancora, iniziò a fotografarlo; dopo i primi scatti si decise a spostare il lembo di lenzuolo che gli copriva i fianchi e lo inquadrò da varie angolazioni: Andrew era steso prono, il volto appoggiato sulla guancia sinistra e il braccio che ricadeva rilassato giù dal letto. La penombra donava alla curva dei suoi glutei e alle gambe un che di sensuale, allontanando l'idea di volgarità che un’illuminazione eccessiva avrebbe potuto suggerire nel ritratto di un corpo nudo in una posa tanto vulnerabile.

Per Nicole la fotografia non era solo un'arte, ma anche una forma di terapia personale; aveva da presto compreso che ogni sua foto raccontava, non solo agli altri ma soprattutto a lei stessa, i moti del suo cuore e della sua mente. In maniera inconscia ritraeva sempre ciò che più la turbava, sia in negativo sia in positivo. Era sempre l'istinto a guidarla e ogni volta, osservando le foto, intuiva cosa c'era dietro ad una certa scelta istintiva. A volte riusciva persino a percepirlo prima ancora di premere l'otturatore, semplicemente dalla scelta delle inquadrature. Come in quel momento: le immagini che si presentavano ai suoi occhi, mentre guardava il corpo nudo del suo amante attraverso l'obiettivo, suggerivano ben più di sesso e passione; la scelta dell'angolazione, della luce, della posa... tutto indicava un sentimento più profondo del mero desiderio fisico. Forse sarebbe stato meglio evitare quegli scatti, in fondo non aveva mai desiderato ritrarre nessun uomo con cui era andata a letto. Neppure Christopher.

Andrew, però, era un'altra faccenda.

Combattuta tra il desiderio e la paura di amarlo, continuò a girargli intorno, inquadrandolo, finché non riuscì più a resistere a quell'immagine di splendore maschile e scattò diverse foto prima che lui la apostrofasse con voce assonnata e divertita.

"Stai per rendermi il favore e regalarmi il tuo Sogno di inizio estate?"

Lei non rispose e continuò a scattare, anche quando lui si voltò di fianco e rese la sua posa ancora più censurabile.

"Hai idea dello scoop che hai tra le mani?" aggiunse lui, per provocarla.

"Temi che possa inviarle al rettore della tua università? Il professore modello immortalato in un servizio a luci rosse..." rispose finalmente lei, senza smettere di scattar foto.

"Non mi preoccupo di questo".

"Giusto. Le tue studentesse impazzirebbero per queste foto" aggiunse lei, del tutto ignara di aver realmente tra le mani la possibilità di un enorme scoop: la svelata identità del giovane scrittore del mistero, per di più senza veli.

"A quanto pare impazzisci anche tu" commentò lui, che stava riflettendo sul perché di quelle foto.

Lei fece qualche passo in direzione della pediera del letto, alla ricerca della giusta angolazione e fotografò il suo corpo nudo disteso su un fianco; riuscì a ritrarlo di fronte,  inquadrato dalla testa ai piedi, senza che l'immagine rivelasse il suo membro scoperto.

Soddisfatta di quell'ultimo scatto ripose la macchina fotografica, prese il diario del suo antenato e tornò a sedersi sul letto; tuttavia Andrew ignorò il suo suggerimento e non mollò la presa.

"Perché queste foto? Credevo ti bastassero quelle di ieri notte per soddisfare la tua lussuria" la provocò divertito, pregustando la sua reazione offesa poiché era conscio d'esser stato lui a coinvolgerla in una sequenza di foto altamente erotiche.

Invece la sua risposta lo stupì.

"L'alternativa era saltarti addosso mentre stavi ancora dormendo e non mi sembrava carino".

"Avresti potuto svegliarmi...".

"Avevi bisogno di dormire. E poi nelle foto di stanotte il soggetto più esposto ero sempre io. Dovevo porvi rimedio" disse lei fingendo d'essere seria, ma senza riuscirci.

"E dimmi" proseguì lui con lo stesso tono di finta serietà "hai ancora voglia di saltarmi addosso?"

"Preferisco leggere il diario".

"Mhmm... Davvero?" la provocò a parole e poi fece immediatamente seguire i fatti: le si avvicinò e prese ad accarezzarle la gamba nuda, dal polpaccio all'attaccatura della coscia, sfiorando volutamente l'intimità del suo corpo appena coperta da ciò che lei indossava.

"Mi piace come ti sta la mia camicia..." mormorò al suo orecchio, mentre le toglieva dalle mani il diario e lo posava a terra.

"A questo penseremo dopo...".

Dopo furono alcune ore più tardi.

Scesero in cucina per recuperare del cibo che Madeleine aveva preparato il giorno prima, dopo aver chiesto il permesso per assentarsi un paio di giorni col marito. Mentre riempiva due vassoi con le leccornie che l'anziana governante aveva lasciato in frigo, Nicole si domandò se i domestici non si fossero allontanati apposta per lasciarli soli.

Consumarono il pasto a letto e, finalmente, ripresero la lettura del diario dal punto in cui lo avevano lasciato prima di essere assorbiti dalla festa e da ciò che era seguito.

 

 

 

  
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