Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: ElenaNJ    15/10/2014    2 recensioni
[crossover con Cosmowarrior Zero]
Siamo nel 2984 e la rinata Federazione Terrestre è sotto shock: Tadashi Daiba, il suo amatissimo Primo Ministro, è stato assassinato da un individuo identificato come... Harlock!
Warius Zero, di ritorno da una lunga missione ai confini del cosmo, è contattato in gran segreto da Yuki Kei e, messo al corrente degli inquietanti fatti che fanno da contorno e precedono il delitto (tra cui il sospetto di una cospirazione ai livelli alti del Governo e la sparizione di gran parte dell'equipaggio dell'Arcadia), decide di portare a termine la missione che gli era stata affidata quattordici anni prima: catturare Harlock.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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cap jidai – Come ai vecchi tempi, eh, Zero?
Zero rivolse ad Harlock un sorriso tirato: ai vecchi tempi, oltre alla Death Shadow, c'era stata la Queen Emeraldas a coprire le spalle alla Karyu, insieme a una decina d'altre navi in perfette condizioni.
Fissò il pannello riepilogativo sul suo quadro comandi: scudi danneggiati su tutta la parte superiore, sei torrette fuori uso e princìpi d'incendio in cinque dei nove compartimenti stagni del ponte uno.
E loro sono messi anche peggio.
Sullo schermo, la fiancata dell'Arcadia mostrava nuovi danni là dove la Nèmesis l'aveva già colpita nella prima battaglia; i cannoni dimensionali fumavano e lo scafo sembrava stare insieme per puro miracolo.
Senza contare che non gli funzionano i sistemi automatici.
– Fareste meglio a ritirarvi, Harlock.
Yuki lo guardò accigliata.
– Neanche per sogno, Zero – serrò la mano attorno allo stabilizzatore – Se la Nèmesis ora è davvero come l'Hell Castle e l'Arcadia, non ce la farete mai da soli.
Zero fece correre lo sguardo sul suo equipaggio, rigirò il berretto fra le mani e fissò lo schermo.
– Siamo quelli con più probabilità di sopravvivere, al momento. Abbiamo ancora gli scudi, l'artiglieria e il cannone di Sant'Elmo. Ce la caveremo.
Yuki si alzò.
– Vi ho coinvolti io in questa storia – sbattè i palmi sulla plancia – Non posso tornarmene sulla Terra e abbandonarvi al vostro destino! Non chiedermelo!
Harlock aggrottò la fronte.
– E non chiederlo nemmeno a me, Zero. Sai come la penso, sui conti in sospeso – diede un quarto di giro al timone – E comunque, Hell Matia non è Vorder. Non ci concederà il lusso di sparare solo su di te mentre ce ne andiamo.
Zero stirò una piega sul suo berretto.
Era vero. Hell Matia lo odiava, ma non tanto da lasciare che il suo rancore diventasse un'ossessione e le facesse perdere la lucidità, meno che mai in battaglia. Era un generale meccanoide e avrebbe agito secondo logica: prima avrebbe abbattuto la nave nemica più danneggiata, poi sarebbe passata all'altra. Con quei cannoni micidiali e un campo gravitazionale di sessanta chilometri attorno, poteva permetterselo.
Maledizione!
Zero si calcò il berretto in testa.
– E va bene, Harlock – aggiustò la visiera – Ma non starmi fra i piedi e non farti beccare.
Harlock si portò due dita alla fronte.
– Non morirò, sta' tranquillo – sorrise – Non prima d'averti insegnato una volta per tutte come si tira di scherma.
– Nei tuoi sogni, pirata idiota.
Il ghigno sarcastico che Zero voleva rivolgergli gli morì sulle labbra.
Oltre la vetrata davanti a lui, la sagoma della Nèmesis era ormai visibile a occhio nudo. Come quattordici anni prima, le distorsioni create dal campo gravitazionale che la attorniava gli fecero correre un brivido lungo la schiena.
– A che punto sono le riparazioni, Kaibara?
– Possiamo reggere un'altra bordata dalla batteria principale, Capitano, forse due, dopodiché saremo senza difese come l'Arcadia!
– La squadra antincendio?
– Ce l'hanno fatta – Rai si voltò verso di lui e sorrise a trentadue denti – E i danni sono minimi: possiamo contare su tutti i pezzi d'artiglieria!
– Bene – Zero si voltò verso Marina – Signor Eluder, portarsi a sessantacinque chilometri spaziali dall'obiettivo e mantenere la distanza. Comandante Oki...
– Abbiamo ancora almeno dieci minuti prima che i cannoni primari della Nèmesis siano pronti al fuoco – come sempre, Marina gli leggeva nel pensiero – Ma potrebbe spararci dalle torrette o dai tubi lanciatorpedini.
– E allora spariamo prima noi – Zero si leccò le labbra – Signor Rai, fuoco dalle batterie principali! Harlock...
Dallo schermo, Harlock gli rivolse un impercettibile segno d'assenso.
– Tadashi... fuoco!
Rai tolse sicura.
– Batterie principali, fuoco!
Zero trattene il fiato. Il ponte di comando vibrò e il buio dello spazio fu rischiarato dalla luce scarlatta dei laser. Accanto a loro, anche l'Arcadia sparò. Come quattordici anni prima, lo scudo gravitazionale disperse e assorbì i colpi.
– Non gli abbiamo fatto nemmeno un graffio – Ishikura ricadde indietro sul sedile, pallido come un morto – È davvero come l'Hell Castle!
Zero serrò le labbra.
– Mantenga la calma, Signor Ishikura. Comandante Oki, misuri...
– Capitano! – Breaker sussultò – La Nèmesis ha aperto il fuoco!
– Verso chi?
– Su di noi – Harlock ruotò il timone come un forsennato – Maji, ferma i  motori! Yuki, attiva i retrorazzi! Tadashi, al mio ordine, fuoco dalle bocche lanciatorpedini! Ora!
L'Arcadia s'inclinò tutta a babordo e una salva di missili schizzò fuori dalle paratie laterali.
– Zero!
Harlock lo guardò da dietro la ruota del timone e Zero gli rivolse un cenno d'assenso.
Va bene. Ho capito.
Il collegamento s'interruppe e le luci dei laser sparati dalla Nèmesis gli nascosero l'Arcadia alla vista. Zero distolse lo sguardo dallo schermo: non aveva tempo d'assicurarsi che la manovra elusiva di Harlock fosse riuscita.
Non morire! Ti prego... non morire!
Si voltò verso Marina.
– Comandante Oki...
– Tredici centesimi di secondo da quando apre il fuoco – ansimò lei – Proprio come l'Hell Castle!
Bene. E allora facciamola finita subito!
– Signor Ishikura, avvii la procedura d'inizializzazione del Sant'Elmo.
– Sissignore – Ishikura rimosse il cappuccio di sicurezza, spostò l'interruttore a leva e girò la chiave – Circuiti d'alimentazione del reattore in funzione.
– Puntamento automatico pronto – Rai digitò sulla sua tastiera – Bersaglio agganciato con successo!
Zero lanciò uno sguardo allo schermo: l'Arcadia era ancora lì. C'era un nuovo squarcio sul lato inferiore della chiglia e quattro delle torrette fumavano, ma almeno era tutta in un pezzo. Tirò un sospiro di sollievo.
Resta concentrato, Harlock. Dovremo lasciare che sparino di nuovo.
– Le torpedini dell'Arcadia si sono dissolte – Breaker si chinò sul radar – Nessun danno alla nave nemica.
– Reattore di fusione dell'elio tre attivato – Kaibara premette il pulsante d'accensione – Potenza al centoventicinque per cento, in aumento. Flusso in arrivo.
– Sta per sparare di nuovo – Eluder strinse la cloche – Dalle torrette di prua!
– Potenza al centotrenta per cento – Kaibara si voltò, i fuochi di Sant'Elmo che gli brillavano sulle spalle e sulle punte delle dita – Quando vuole, Capitano!
– Signor Ishikura, trasferisca il controllo di tiro al mio quadro comandi!
Sulla plancia di fronte a Zero, lo sportello del Sant'Elmo s'aprì con un sibilo e l'impugnatura del cannone gli emerse davanti. La afferrò con entrambe le mani e puntò i piedi a terra.
– Sospendere tutti i sistemi! – tolse la sicura e mise il dito sul grilletto – Trenta secondi... da adesso!
– La Nèmesis ha fatto fuoco – Breaker si voltò verso di lui – Stavolta su di noi!
Zero serrò la mascella.
È logico. Hell Matia sa che durante la procedura di tiro del Sant'Elmo siamo del tutto indifesi per quaranta secondi. Ma il solo fuoco delle torrette non le basterà, se restiamo fuori dal suo campo gravitazionale.
– Ishikura, ordini a Grenadier di tenersi pronto con le squadre antincendio e allerti i meccanici e tutto il personale medico. Continuare la procedura di tiro. Ripeto: continuare la procedura di tiro.
– Ma siamo senza difese! – Rai saltò sulla sedia – Capitano...
– Avvio alimentazione finale – sopra la postazione di Kaibara, la barra di caricamento si riempì – Inizio conto alla rovescia!
– Rai, Eluder, schermate il ponte di comando – Marina afferrò il microfono dell'interfono – Sicurezza, evacuare il ponte uno e chiudere tutti i compartimenti stagni, presto! Nohara...
– Sì, Comandante! Passo l'immagine della Nèmesis sullo schermo principale.
Rai ed Eluder corsero a ruotare la maniglia. Il pannello protettivo in superlega oscurò la vetrata di fronte a lui e Zero abbassò lo sguardo sul sistema di puntamento automatico.
Dieci secondi...
Un rumore assordante gli fece fischiare le orecchie e tutta la Karyu sussultò.
C'era odore di bruciato e da qualche parte una sirena suonava.
Strinse più forte l'impugnatura e trattenne il respiro.
Si concentrò sulla voce metallica di Battlizer.
– Quattro, tre...
Il mirino e la tacca di mira s'allinearono e lampeggiarono.
– Due, uno...
Fuoco!
Sparò.
Il rinculo lo mandò a sbattere contro lo schienale, la potenza del fascio energetico gli fece vibrare l'impugnatura fra le dita.
Sullo schermo principale, i raggi del Sant'Elmo s'intrecciarono come due draghi in lotta nello spazio e s'unirono in una luce abbagliante che avvolse la Nèmesis.
– È fatta! – Rai alzò un pugno al cielo – Abbiamo...
– Fuoco nemico in arrivo – Breaker si guardò attorno frenetico – Alza gli scudi, Rai!
– Non posso ancora!
Un boato tremendo stordì Zero, un lampo lo accecò.
Il ponte di comando piombò nel buio più totale e la Karyu ondeggiò come un filo d'erba preso in un vortice di tempesta.
Il controllo del Sant'Elmo gli sfuggì dalle mani e qualcosa lo colpì alla spalla.
Le sue narici si riempirono dell'odore acre del fumo. Aveva un sibilo insistente nelle orecchie e gli occhi che gli lacrimavano. Si alzò.
I generatori d'emergenza entrarono in funzione e una luce rossastra illuminò il ponte di comando. Zero si guardò attorno.
Nohara, Rai e Breaker erano finiti a terra, ma per fortuna parevano illesi.
Ishikura aveva in mano un estintore e stava soffocando un principio d'incendio alla base della postazione di Marina.
Kaibara si massaggiò la fronte.
– Cos'è successo?
Breaker s'afferrò allo schienale della sua poltrona e andò a sedersi davanti al suo quadro comandi.
– La Nèmesis ci ha tirato un'ultima bordata coi cannoni principali proprio mentre eravamo indifesi.
– Signor Kaibara, rapporto danni!
– Abbiamo uno squarcio che va dal primo comparto del ponte tre al settimo del ponte cinque – Kaibara s'asciugò il sudore dalla fronte – Un grosso incendio nell'hangar e nei primi tre scomparti del ponte cinque, più altre sei torrette fuori uso. Nuovi focolai anche su tutto il ponte uno!
– Tutti i collegamenti esterni sono saltati – Marina digitava frenetica alla sua tastiera – E i sistemi computerizzati non entrano in funzione... nemmeno l'antincendio!
Ishikura posò l'estintore.
– Chiedo il permesso d'intervenire con la mia squadra e dirigere le operazioni di spegnimento al ponte cinque, Capitano. Grenadier e i suoi non possono intervenire in contemporanea là, al ponte uno e nell'Hangar... e se l'incendio si propagasse alla sala del reattore del Sant'Elmo, sarebbe la fine!
Zero guardò la sua mano avvolta nelle bende e la sua spalla ora priva di tutore.
Aveva una piccola macchia di sangue all'altezza della clavicola e la solita espressione ostinata sul viso.
Andrebbe in ogni caso.
– Concesso, Ishikura – Zero distolse lo sguardo e sospirò – Ma faccia attenzione.
Ishikura scattò sull'attenti e corse via. La porta non s'era ancora richiusa del tutto che la Karyu sussultò e s'inclinò a babordo.
Un'altra esplosione?
– Marina!
– Ci sono quasi... ecco!
Gli schermi si riaccesero, la copertura della vetrata si sollevò e Zero trasalì.
La Nèmesis veniva dritta verso di loro, un grosso squarcio sulla prua, le torrette che vomitavano fuoco.
– Non è possibile – Rai ricadde sulla sua poltrona – Non solo non è esplosa, ma ci spara ancora addosso!
– Rai, in che stato sono gli scudi?
– Al quaranta per cento. Ne abbiamo forse per un'altra bordata, non di più!
– Allora non dobbiamo lasciargliela tirare – Zero serrò il pugno – Nohara, sostituisca Ishikura e inizializzi il Sant'Elmo! Kaibara...
– È inutile, Zero – sullo schermo, l'immagine di Harlock tremolò e si stabilizzò – Guarda il loro scafo.
Marina zoomò sullo squarcio a prua della Nèmesis e Zero spalancò gli occhi.
Invece di disperdersi nello spazio, i frammenti che galleggiavano attorno alla falla tornavano indietro, come attratti da un invisibile magnete.
Ognuno di essi andò a disporsi nel punto preciso in cui doveva essersi trovato prima che lo scafo fosse colpito e con un lampo scarlatto si risaldò al suo posto.
– È impossibile – Kaibara boccheggiò – Di che cosa è fatta quell'affare?
Zero deglutì a vuoto. Sullo scafo della Nèmesis non c'era più neanche un segno.
Nemmeno l'Hell Castle si autoriparava così in fretta.
– Harlock, hai mai visto niente di simile, prima d'ora?
–  Sì – Harlock si pizzicò il mento – Sul pianeta artificiale Promesium. È una lega capace di ripristinare e replicare la propria struttura molecolare. Ma quella con cui ho avuto a che fare io non era certo in grado di resistere al vostro cannone.
Accanto a quello di Harlock, sullo schermo comparve il volto accigliato di Yattaran.
– Potrebbero averla combinata con la superlega di Tochiro – si asciugò un rivolo di sudore – Se così fosse, siamo nei guai!
Già. Così non c'è il tempo materiale per dissolvere il campo gravitazionale e colpire di nuovo col Sant'Elmo prima che lo scafo si rigeneri.
– Harlock, come siete messi con le armi?
Tadashi lo guardò cupo, un nuovo taglio sulla fronte e la fasciatura disfatta che gli ricadeva sulle spalle.
– Ci funzionano solo più il rostro e le torpedini, ma le stiamo esaurendo. Voi?
Rai scosse il capo con espressione sconsolata.
Zero abbassò lo sguardo sulla sua postazione. Il ponte uno era ancora in fiamme, le torrette e i cannoni inutilizzabili.
– Solo il Sant'Elmo. E con quello non possiamo sparare a ripetizione.
Accanto a Tadashi, Yuki spalancò gli occhi.
– Zero – si alzò – Andate via da lì, presto!
Zero si scosse e guardò davanti a sé.
Dallo scafo della Nèmesis era emerso un enorme rostro acuminato; le distorsioni del campo gravitazionale ne confondevano già i contorni.
Maledizione!
– Signor Eluder, manovra evasiva! Tutta a tribordo! Signor Kaibara, avanti tutta! – sotto i suoi piedi, il ponte vibrò – Nohara, Rai, abbassate la copertura col sistema manuale! Dobbiamo uscire dalla sfera del loro campo gravitazionale prima che si rigeneri! Harlock...
Harlock assentì e virò a babordo.
– Ci vediamo dall'altra parte, Zero. Maji, avanti tutta – ringhiò – Tadashi, fuoco a volontà!
 Vuole attirare il fuoco delle torrette su di sé? Ma è...
Zero non ebbe il tempo di pensarci. La Karyu s'inclinò a destra e i motori alla massima potenza gli mandarono il cuore in gola. Il rostro della Nèmesis gli sfilò accanto. Nohara e Rai aumentarono gli sforzi per chiudere la copertura.
La vibrazione sotto i suoi piedi aumentò e la pressione lo ributtò sulla sedia.
I collegamenti con l'Arcadia saltarono di nuovo.
– Capitano – la voce di Marina tremava – Grossa esplosione al ponte cinque, nella sala adiacente il reattore!
Oh, no! No!
– Il sistema antincendio?
– Non riesco a ripristinarlo – Marina sbatté il pugno sulla plancia – Non funziona!
– Mi colleghi con la squadra di Ishikura.
– Non rispondono – la sua voce si ruppe – E non ho nemmeno il collegamento video!
Calò il silenzio e Zero si passò la mano sugli occhi. Attorno a lui, tutta la Karyu gemeva e scricchiolava. La copertura delle vetrate stridette, si coprì di crepe e finì in pezzi che si dissolsero fra le onde del campo gravitazionale.
Ti prego, Drago Fiammeggiante... resisti... Resisti!
La figura alata sulla fiancata della Nèmesis sfilò alla sua sinistra. Le vetrate intorno al ponte di comando s'incrinarono con uno scricchiolio sinistro. La pressione sul petto gli tolse il fiato.
– Capitano – la voce di Kaibara era un rantolo – La fenditura s'allarga!
La coda della Nèmesis li oltrepassò e la Karyu gemette con una voce quasi umana. Alcuni pannelli del rivestimento esterno si staccarono e si dissolsero fra le onde del campo gravitazionale. Sulle vetrate c'era una ragnatela di crepe. Zero ansimò, la vista annebbiata.
– Tutta la potenza ai motori – si pizzicò la coscia per non svenire – Disattivare le funzioni non necessarie e inserire il sistema di propulsione ausiliario! Dobbiamo toglierci al più presto da qui o finiremo schiacciati!
Le luci tremolarono di nuovo. Nuove spie d'allarme s'accesero sul suo quadro comandi. Zero si piegò in due dietro la sua postazione e chiuse gli occhi. L'accelerazione e la pressione gli fecero uscire dallo stomaco ciò che era riuscito a trattenere durante la scazzottata con Harlock.
S'accasciò con la fronte contro la base della plancia, un gusto amaro in bocca e il gemito del metallo nelle orecchie.
La testa e il petto gli facevano male, l'aria non bastava a riempirgli i polmoni.
Ti prego, Drago Fiammeggiante... ti prego!
– Coraggio – Eluder era una figura vaga nella nebbia – Siamo quasi fuori.
La pressione e la velocità diminuirono di colpo. La Karyu sobbalzò.
Zero ansimò, s'aggrappò al quadro comandi e si rialzò. Gli girava la testa e le orecchie gli fischiavano, ma la Nèmesis era dietro di loro.
– Capitano – la voce di Eluder era funerea – La propulsione è andata. Ci resta solo il motore ausiliario numero due... e l'energia non basterebbe nemmeno per tornare su Futuria.
– Comandante Oki, che ne è degli incendi?
– Non riesco a contattare né Grenadier né Ishikura... e i sistemi automatici sono saltati del tutto.
– Anche il sistema di lancio delle capsule di salvataggio?
Marina chinò il capo e si passò una mano sugli occhi.
– Capitano – Nohara lo guardò smarrito – Che facciamo, adesso?
Zero abbassò lo sguardo sul pannello riepilogativo. Era tutto una luce rossa.
Chiuse gli occhi e serrò i pugni nelle tasche.
Niente. Non possiamo fare proprio più niente.
Nemmeno scappare, nemmeno evacuare la nave.
Come nei suoi peggiori incubi, aveva guidato il suo fiducioso equipaggio dritto nelle braccia della morte.




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Disclaimer: fanfic basata sul mondo ed i personaggi di "Capitan Harlock" (Uchu kaizoku Kyaputen Harokku" e "Cosmo Warrior Zero" (Kosumo Woria Zero), creati da e © Leiji Matsumoto.
Tutti i diritti per questi personaggi sono © Leiji Matsumoto, Toei Animation, Enoki Fims e probabilmente un mucchio di altra gente.
Il loro utilizzo in questa storia non implica appoggio, approvazione o permesso da parte loro.
Siccome questa storia è stata pensata e scritta da una fan per altri fan, prego di non plagiarla, di citarmi come autrice in caso di pubblicazione altrove e di non ridistribuirla a pagamento. Grazie!
   
 
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