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Autore: redevilred    14/10/2008    0 recensioni
Empire Universe Reevolution è un mondo su carta dove perdersi ad attendere la fine che non verrà mai. I nuovi capitoli verranno aggiunti periodicamente e perennemente. E' iniziata la nuova saga letteraria.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Eccomi quì un altra giornata da svangare. Dai alziamoci prima degli altri che in queste zone dovrebbero vedersi i riflessi aurei a quest’ora. Mi alzai e mi vestii in fretta per poterle vedere. Uscii dal tendone termico e mi accinzi ad avvicinarmi al bordo dello scudo. Subito un robot guardia, non essendo ancora disattivato, mi si avvicino a chiadermi di riconoscimenti. Appena mi inquadrò per fortuna se ne ancdò immediatamente. Meno male che sono fatti bene questi droidi. Arrivando al bordo dello scudo vidi Marilyn una ragazza anche lei ritrovata in giro per queste pianure qualche giorno prima. Mi avvicinai a lei che sobbalzo non avendomi sentito arrivare. “Hoi non ti avevo notato!” disse lei. Io subito, essendo per prima cosa il più alto in grado, gli dovetti chiedere cosa facesse fuori dai tendoni termici. Lei risposte che probabilmente stavamo facendo la stessa cosa, guardare i riflessi aurei. “Sono poche le persone che sanno i luoghi ed i momenti nei quali avengono i riflessi.” Dissi a Marilyn. Lei mi raccontò che suo padre era in un altra squadra come la nostra e faceva il metereologo e le aveva insegnato molte cose in ambito. Decodemmo, senza dircelo, di rimanere in completo silenzio all’iniziare dei riflessi. Rimanemmo li zitti ad osservare come se fosse la prima volta che li vedevamo. Non sono molte le persone che sanno riflettere e non per forza parlare in certi momenti. Mi colpì Marilyn in questo. Alla fine dei riflessi ricominciammo a parlare come se era stato deciso così. Dopo altre quattro chiacchere sulla giornata che stava nascendo ci alzammo e tornammo ogniuno ad i propri incarichi. Lei essendo ancora un civile aveva solo l’obbligo a badare ai bambini se ce ne erano. Io lo sapete cosa mi tocca fare. Ritornai nella tenda termica ricambiando il timido sorriso di saluto da parte di Marilyn. Accesi il monitor del perimetrale e mio malgrado scoprii che oggi non era il caso di spegnere lo scudo. Era zeppo di bestie la fuori. Chiamai Mark per chiedergli cosa stesse accadendo la fuori sembrava un raduno. Alzai il ricevitore e digitai l’interno della tenda di Mark. Mark mi rispose immediatamente dicendomi che stava già provvedendo a capire l’accaduto. Come era possibile che tutte quelle bestie stessero proprio attorno al nostro scudo e pochi momenti prima, durante i riflessi, non ce ne era neanche una. Mark dopo una decina di minuti di riflessione sulle sue cartine e carte magnetiche mi richiamò dicendo di non preoccuparsi che era solo un rimbalzo di polarità tra i la fine dei riflessi che investiva la terra ed il nostro scudo e che quindi le bestie se ne sarebbero andate a breve. Continuai a guardare il perimetrale e notai qualcosa di strano in mezzo a quelle bestie. C’era un uomo a quanto segnava il montor. Come faceva ad esseci un uomo? Perchè non veniva attaccato dalle bestie? Era veramente un uomo o era da trattare come bestia? Chiamai subito Dars a consulto, il secondo in grado. Arrivo immediatamente. Conoscendomi aveva capito dal mio tono di voce che c’era veramente qualcosa di anomalo. Appena vide quell’uomo sul monitor disse: “Farser!”. Sapeva cosa stesse guardando? Glielo chiesi subito. Mi rispose che era una leggenda di cui si narrava nelle navi trasporto quando lavorava per la Iruin un azienda di trasporti interplanetari. Si narrava di una persona che riusciva a non inimicarsi le belve di questi luoghi. Nessuno però era mai riuscito a farlo entrare negli scudi o a interfacciarsi con lui in qualsiasi modo. Decidemmo di provarci noi. Per fortuna i nostri scudi sono i più nuovi di tutta la galassia. Riescono a schermare solo determinate freguenze energetiche e farne passare altre. Disattivammo le freguenza umana e iniziammo a chiamare la persona che però appena vide il nostro interessamento si dissolse sul posto. Era riuscita ad assimilare la capacità che avevano le belve di sparire. Forti dubbi ci mise la cosa. L’aveva imparato o aveva imparato ad assomigliare all’uomo? Vabbe per fortuna iniziarono a sparire pure tutte le altre belve. Appena il perimetro ci sembrò tranquillo decidemmi di finire di smontare il campo. Soliti controlli carburante, varie e via per la prossima tappa. Stern, il nostro ingegnere, ci avvisò che aveva riparato il pannello e che avevamo molta più energia del giorno prima, non avendo solo quella consumabile ma anche quella solare e polare. Avevamo imparato da anni ad acquisire energia dalla polarita dell’aria. La terra è come un grande condensatore terra più cielo meno. Eravamo riusciti a sfruttare questa differenza di polarità non solo per far scatenare fulmini come in natura ma per intrappolarli in pile. “Perfetto!” gli risposi. Per fortuna almeno oggi potemmo viaggiare quasi sempre a scudi alzati. Per me era una grande svolta sapendo che non c’erano forze ostili che riuscissero ad abbatterlo senza un assedio di ore. Disabilitammo lo scudo in uscita e lo lasciammo attivo solo nei pressi del grande vagone civile. Era così grande che qualsiasi cosa potesse succere sarebbe riuscito a contenerci tutti civili e non. Via così pensai che se ogni giorno arrivassero novità così sarei stato molto meno stressato dall’incarico. Andammo su una duna molto ampia per poter osservare bene i dintorni. Nessuno notò stranezze sembrava tutto regolare. Gli OK arrivavano perennemente da tutte le nostre vedette. Darma era ancora in cella ma per fortuna il Vinerium di emergenza faceva più effetto del dovuto e lei si stava sentendo già un pò meglio. Esistono due tipi di Vinerium: quello da campo che va solo ignettato e quello da medico che deve passare in dei macchinari per poter reagire con i minerali e diventare Vinerium al cento per cento quindi curativo assicurato. Come detto prima il nostro Vinerium di emergenza stava funzionando molto di più del dovuto e Darma stava quasi riprendendo un pò di colorito umano e forse sarebbe stata in grado di parlare di li a poche ore. Ripensai alla brutta esperienza che avevo fatto un mese fa alla morte di Darty. Eravano stati catturati dai Darmlin che stranamente non ci aveva ucciso sul posto. Mai visto fare prigionieri hai Damrlin. Ci portarono in una specie di roccaforte costruita da loro. L’unico problema vero non furono i Darmlin bensì ciò che li fece scappare. Non capimmo bene cosa fosse ma sapevano solo che era intorno a noi anche se non potevamo vederlo potevamo percepirlo. Anche l’uomo in questi anni ha accettato il fatto che anche noi abbiamo il sesto senzo; basta saperlo ascoltare. Venimmo contagiati entrambi ma non riuscirono a curare Darty che fu, dopo un lungo processo decisionale, ucciso dai medici essendo diventato ormai una bestia immonda incontenibile. Fummo tutti d’accordo perchè Darty una volta ci disse che se fosse successa a lui una mutazione irreversibile avrebbe voluto essere finito subito. Non voleva vivere in quelle condizioni dopo aver visto gente farlo e far del male anche ad i propri compagni. Era uno così molto più risolutivo di me. Sbraaaaam........... Cos’era stato. Subito mi resi conto che l’OK della sentinella 4 non stava più arrivando. Feci espandere lo scudo a tutta la squadra e feci rientrare le altre sentinelle. Cavolo anche la 3 non rispondeva più. Fred e Angy la 3 e la 4 non rispondevano più. Fermammo tutti dentro gli scudi. Chi guardava il monitor chi ad occhi nudi. Darma inizio ad urlare ma non come un uomo bensì come uno dei loro. Mi avvicinai per capire se si stesse trasformando in peggio o cosa stesse accedendo. Darma mi inizio a parlare. Ne rimasi stranito non avrebbe dovuto poter usare le corde vocali ancora. Mi disse di spostare il campo di 500m a nord e di innalzare gli scudi pure sottostanti. Non so perchè lo feci ma so solo che qualcosa mi disse di farlo prima di subito. Iniziammo a rispostarci senza sentinelle fuori. Arrivati Darma ci avviso con un grido di fermarci e iniziare ad alzare i sottostanti. Vidi che dove eravamo prima il terreno stava iniziando a muoversi. Ne venne fuori un’intera navetta. Non era delle nostre ma neanche delle loro. Sembrava come una cosa viva più che un macchinario. Infatti non aveva porte, oblò o qualsiasi cosa per vedere fuori o per entrarvi. Ora eravamo completamente schermati da tutto. Vedemmo Angy vicino alla nave. Io per queste cose sono forse troppo impulsivo. Mi alzai infilai giaccha e protezioni. Pistola nella fondina e mitragliatore in braccio. Aprii la porticina dello scudo, lasciai il comando a Dars e mi misi a correre verso Angy. Appena la raggiunsi lei cadde a terra come svenuta. Per fortuna Mark, conoscendomi bene, si era preparato al volo anche lui per corrergli incontro. Se la caricammo a spalla e la portammo dentro lo scudo. Attraversando lo scudo notammo che una piccolissima parte del suo braccio rimase fuori bloccata dal filtro delle energie. Era settato per far passare solo uomini. Bo pensammo meglio così. Gli facemmo lo scan e non si rivelò nulla di strano. La portammo da Maril che provvedè subito a farla riprendere con ricostituenti e luce.
  
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