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Autore: shyrebel    16/10/2014    0 recensioni
Molte e stravolgenti emozioni vi percorreranno la spina dorsale, perché è la mia storia.
Quella di una nazione che crede nell'amicizia più profonda..che odia essere abbandonata.
"Sai che c'è? La finisco qui.."
"Per una volta puoi mettere anche da parte il tuo odioso egocentrismo!?"
"Egocentrismo? Tu ti rendi conto di quanto ho fatto per te?!"
"Mi hai schiavizzata!"
"Ricordi solo questo..vero?"
"Mi ha segnato la vita come una profonda ferita..si, ricordo solo questo.."
~
"Posso renderti la vita un inferno, lo sai?"
"Solo la tua presenza mi rende impossibile respirare..per non parlare del tuo odioso e immangiabile cibo!"
~
"Amigos? No creo.."
~
"Oh finalmente..qualcuno che non mi odia.."
"C'è davvero qualcuno così crudele?"
"Si, e purtroppo ci divide una striscia sottile di Mediterraneo.."
{accenni Spamano mlml}{Turarge/Grearge}
ATTENZIONE!?
Se percaso notate qualche incongruenza sul punto di vista storico, state calmi perchè farò solo qualche accenno alla vera STORIA accaduta realmente.
Godetevi la storia :3 adiòs~
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grecia/Heracles Karpusi, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Turchia/Sadiq Adnan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Vorrei che fosse giorno sempre.."

Amo il sole. 
Amo tutto ciò che mi può donare gioia.
Ci è voluto molto tempo per ritornare felice..da quando lui mi portò via dalla mia casa.


1516.
"Tierra! Tierra!!"- sbraitò un marinaio dall'alto.
Un uomo si affacciò a prua e scrutò l'orizzonte con i suoi occhi verdi smeraldo. "Perfecto."
Sbarcarono sulla costa sabbiosa e iniziarono a esplorare quella nuova terra sconosciuta. La perquisirono come se fosse un ladro pieno zeppo di gioielleria, infatti tolsero ad una civiltà del luogo, gli Inca, qualsiasi tesoro: gioielli, cibo, anche donne e bambini, gli uomini o li uccisero o li schiavizzarono. Il capitano osservava compiaciuto dalla prua la sua nuova conquista.
"Ehe..pequeña chica estàs un poco tranquila!"-quasi urlò un marinaio abbasanza robusto mentre avvolgeva con le sue possenti braccia tatuate una piccola bimba impaurita che cercava di scappare da quello che le poteva sembrare un mostro. "Capitán! Ven aquí!"
Qualche minuto dopo l'uomo dagli occhi verdi lucenti avanzava sulla sabbia bollente verso il marinaio che buttò a terra la bambina subito dopo l'ordine del suo capitano.

Non erano gli unici sulla spiaggia, ma l'atmosfera era quella tra il capitano e la bambina. 
Come uno squalo che osserva una foca. 
Come un leone che osserva una gazzella.
Una sorta di possessione.
Lui la scrutava attraverso quegli innocenti occhi marroni ambrati e lo sguardo quasi pietrificato su di lui. 
Lei cercava di non cercare il suo sguardo per paura, ma notò quegli occhi..verdi..come l'erba matura e brillanti come il sole. Forse fu questo che la attirò.
Durò tutto in 30 secondi che sembrarono un'eternità."Fernando! Has ganado la cena.."- tutto ciò non distogliendo mai lo sguardo da quel viso ingenuo al di sotto di lui."quindi.. che dovrei fare di te.."
La piccola sembrò non capire la lingua, visto che il suo viso assunse un'espressione interrogativa.
"mh..¿tu..hablas español?"
Silenzio. Forse per timidezza..forse per terrore..poi una parola. "Si.."
"Oh, mucho bien! Vuol dire che non farai fatica a capire i miei ordini, sguattera.."- detto questo, si avvicinò di poco a lei. Prima di quell'istante, uno dei tanti schiavi uomini che venivano trasportati dai marinai, sfuggì a loro prendendo una spada trovata per caso e corse verso di loro gridando: "¡No tocarla? ¡Es la nuestra dea, no t-". Uno sparo. Dritto al petto. Donne che piangevano, bambini che guardavano impotenti, ma sopratutto lei..
"Bien.."- il capitano ripose la sua arma da fuoco -"..¿quindi tu..eres una dea..por ustedes?"
Quel corpo a terra privo di vita, la straziava a tal punto di perdere la volontà di parlare. Lo guardava quel sangue prezioso che ormai si mischiava alla sabbia di quella terra maledetta. Il capitano si mise a ridere per quella scena alquanto divertente per lui e la portò via sulla nave come tutti gli altri suoi simili. "Bisogna festeggiare!"- si sentì, dopo, un sonoro 'SI' eccheggiare per le stanze della nave oltre alle urla di felicità che venivano interrotte a volte da qualche bevuta di troppo -"Fate baldoria uomini! Divertitevi con le donne! Perchè fra tre mesi si ritorna a casa!!"- disse il capitano bevendo un lungo sorso di buon vino, dopodichè si ritirò nella sua cabina.
"Hola, sono tornato."
La bambina era legata alla sedia con uno sguardo triste che si tramutò in paura quando sentì solo la sua voce. Il giovane uomo si avvicinò, la esaminò ancora scoprendo particolari che stranamente non aveva ancora notato in lei: i suoi indumenti da selvaggia, il suo brutto odore, terriccio sparso un pò per tutto il corpo..e quella era percaso una dea venerata? Poteva solo essere uno scherzo dell'immaginazione di quel povero uomo. "Dea.."- alzò il viso della bimba per guardarla meglio -"..¿eres en serio una dea?"
"La clave..es la confianza..ustedes eran de mi parte por que se-" "Si fidano di te.."
Nulla era possibile. Non più. Era su una flotta spagnola, legata, senza via di fuga. Non poteva ribellarsi. Era sola ed era una bambina innocente. Non aveva augurato a nessuno questo tipo di fine, neanche alla terranativa stessa. "¿Habes un nombre?"- domandò di sua spontanea volontà. "No. Pero mi gente me llamaba ..Argentina.." "mm..està bien..tu sarai Argentina d'ora in poi..come la terra che ho conquistato." -ghignò quasi malignamente e divertito. Qualsiasi cosa la piccola Argentina avesse capito..non si aspettava da quel momento vita facile. 




"Ti voglio bene..ma tanto."- sorrise accentuando le ultime due parole.
L'iberico le accarezzò una guancia dolcemente. "Hai un cuore d'oro hermanita..non dimenticarlo mai..".




"Non è abbastanza calda sta brodaglia! Sbrigati!?"
"Muoviti piccola!"
Ogni giorno le stesse frasi. Ormai le rimbombavano nel cervello. Si sentiva così umiliata e usata. Le prime volte aveva provato a dire di no, ma le costarono solo tagli in più sulla schiena..bruciavano ancora.
"Argentina!"- il capitano fece segno di venire. Che avrà voluto ancora pensò tra sè e sè. "Debes hacer un trabajo..por mi."
Non ci mise molto a capire che i suoi simili c'entravano. Nelle stive infatti c'era abbastanza caos e i marinai non riuscivano a calmarli. "STATE ZITTI O VI AMMAZZO!?"
"Silenzio. C'è qui Argentina ora..ci penserà lei.."- la guardò.
Ci fu una quiete tombale. Tutti a fissare lei. Improvvisamente, i nativi si inchinarono con grande sopresa dei marinai e forse anche del capitano. Era davvero una dea. Era davvero rispettata.
Non ci fu nessun discorso..solo un piccolo gesto. L'indice alla bocca e un silenzioso 'shh'. I nativi capirono e si tranquillizzarono.
Mentre tutti i marinai si godevano la calma di quell'atmosfera, il capitano non spostò mai gli occhi da Argentina. Mai. Quella piccola indigena l'aveva rapito. Una cosa davvero sconcertante per il più valoroso condottiero della flotta spagnola! Nessuna donna o uomo con cui era stato (si perchè lui può) era mai riuscito a catturare così tanto la sua attenzione. Il marrone ambrato e il verde smeraldo in quel momento si scontrarono. "Sai non ti ho detto ancora il mio nome..me llamo Antonio Fernandez Carriedo."
La bambina non sembrò tanto stupita. "A..Anton..io.". Avendo poco più di 3/4 anni ed essendo vissuta in una terra lontana dalla cultura più avanzata non era molto brava nel parlare. Il capitano Antonio annuì. "..pero no me llamarè asì..ma 'padrone'..¿entendies?"- assumendo un'espressione piuttosto rude e seria. Argentina dovette accettare. 
Lui per lei non ci sarebbe stato. Troppo impegnato per il suo compito e per le notti insonni con donne native.
Si sarebbe subito abituata a quell'ambiente. Ma non doveva avere paura. 
Quei tre mesi in mezzo al mare, sia mosso che calmo, furono abbastanza ardui per tutti. Ma alla fine c'era la Spagna. Il luogo più bello del mondo. Argentina? Non seppe dove guardare. Ogni cosa era nuova. Si risvegliò in lei una curiosità incontrollabile. "¿Te gusta Argentina?" "Si..mucho..".
Ma, ecco, nonostante tutto era triste.
Le mancava l'aria pura di quella terra. Le mancava la pace. 
Vedeva la gente ridere..sorridere.. 
"Ma che brutta bestiaccia! Dove l'avete trovata!"- la donna si mise una mano alla bocca per non gridare. "Oh dios.."- già, la ritenevano una creatura aliena. 

Con gli anni che passavano, lo vedeva sempre partire.
La lasciava sola con alcuni dei suoi uomini che restavano sulla terraferma. 
Lui viaggiava, esplorava, conquistava..era questa l'immaginazione di Argentina. Non voleva ammetterlo a se stessa, ma lui era costantemente nei suoi pensieri. L'idea di essere al suo fianco e riuscirgli a strappare anche un mezzo sorriso era così fiabesca.
"No, Argentina.."
"T-Ti prego..non voglio stare sola ancora.."- con la sua manina afferrò la sua camicia semiaperta e lo guardò molto triste.
"Tzs, ringraziami che ti ho insegnato a parlare meglio..ti ho dato anche fin troppo per i miei gusti."
Sta volta non le avrebbe permesso di incantarlo con quegli occhi supplicanti.
Tolse abbastanza rudemente la sua mano e si allontanò di poco. 
Restò a fissare il mare pensando a quella strana sensazione che gli logorava lo stomaco: impossibile che sia uno sciocco senso di colpa. Sarebbe stato una cosa imperdonabile da parte sua provare tale debolezza. Doveva ammettere però al suo dannatissimo orgoglio che provava una sottospecie di pena per Argentina..
Era diventata come una di loro, come in una famiglia. Se prima i marinai potevano usarla a loro piacimento. ora se lo potevano scordare. Il capitano se la teneva tutta per sè e non permetteva a nessuno di toccarla. "Per una volta..vai oltre al tuo estupido orgoglio.."
Si sentì come .. un oggetto di troppo. 
"Non osare parlarmi così." 
Argentina riusciva ancora a trattenere tutta la tristezza che provava in quel momento. 
Le importava solo una cosa.."Ehi ehi! Dove vai?!"
Voleva correre.
Voleva viaggare con loro.
Voleva qualcuno che le stesse vicino.
Era sulla prua della nave a guardare le onde del mare Mediterraneo. "Argent-...." 
Fermò con un braccio l'avanzata di alcuni suoi marinai e la guardò a lungo. 
Lei si girò verso di loro.
"Resto aquì!"



Sei l'artefice delle mie sofferenze, della perdita della mia famiglia nativa..sei l'uragano che mi ha distrutto l'intera esistenza..ti odio.

"Ahw, mi pequeña.."



..ma, come per magia, ho capito che mi volevi proteggere..
...non sei più quell'intrapendente capitano..

 

.."Eres especial por mi.."..




   
 
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