Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: sangallo    16/10/2014    7 recensioni
Il diciottesimo compleanno della signorina Anna Frozen attira le più importanti personalità della città di Arendelle, e la giovane festeggiata spera che tra gli invitati possa nascondersi il suo grande amore e che preferibilmente sia un ufficiale. Ma sua sorella maggiore Elsa sembra celare un pericoloso segreto... Quale misterioso legame unisce la famiglia Bjorgman a quella delle due sorelle? E quali sono le vere intenzioni dell’affascinante ammiraglio Westergaard?
Una reinterpretazione di Frozen, in cui la gelida magia si nasconde nei romantici salotti di metà Ottocento.
[Kristanna] [Helsa]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Elsa si rifugiò nella sua stanza e andò a sedersi sul davanzale interno della grande finestra triangolare che occupava quasi tutto il muro. La pioggia era leggera ma non accennava a smettere, l’ammiraglio Westergaard se ne era andato da un pezzo. Elsa si strinse ne suoi vestiti come se avvertisse un senso di freddo che in realtà non aveva mai provato. Cercò di ripercorrere mentalmente tutto ciò che aveva vissuto quel pomeriggio, cercò di darsi delle spiegazioni, ma ebbe il mero risultato di allineare delle contraddizioni. 

Hans non le era mai piaciuto, le metteva soggezione, era come se con quello sguardo volesse indagare i suoi segreti più nascosti, era come se ogni volta vi fosse una sfida, una provocazione dietro alle sue parole ed ai suoi gesti. Avrebbe dovuto emarginarlo, trattarlo con freddezza ma poi concluse che nemmeno il disprezzo avrebbe sedato la caparbia di quell’uomo. 

Lei. Perchè proprio lei? Perchè proprio a lei?

Si era sempre sentita estranea alle vite degli altri, convinta che per la sua condizione fosse in un certo senso condannata a non aver diritto a provare certi sentimenti. Celare e trattenersi sembravano i principi a cui avrebbe dedicato la sua esistenza, gli unici grazie ai quali gli altri avrebbero potuto accettarla. Se qualcuno si avvicinava troppo allora bisognava mettersi in difesa. Inutile illudere, inutile illudersi. Sarebbe stato troppo difficile da spiegare, troppo pericoloso, sarebbe stato peggio se gli altri avessero saputo.

Hans ora sapeva e fin troppo, ma non gli importava, a lui interessava lei, non il suo potere. Non aveva fatto domande sulla sua magia, nessun riferimento e tutto ciò rendeva Elsa molto apprensiva. Fino a che punto ignorare il problema avrebbe influito sul loro rapporto? Ma poi... che rapporto era il loro?

Elsa ripensò a quegli occhi verdi mesmerizzanti, al profumo di Vetiver del suo dopobarba e al calore del respiro di lui che aveva sentito così vicino al suo. Sentì il battito del suo cuore accelerare e le guance arrossarsi. Se non lo avesse respinto quello sarebbe stato il suo primo bacio: aveva fatto bene a dissuaderlo o avrebbe dovuto lasciarsi andare? Era troppo tardi per saperlo. Oh, come le sarebbe piaciuto essere Anna in quel momento! Le passeggiate sotto la pioggia, i balli con gli ufficiali, i baci rubati... quelli erano sogni che appartenevano a sua sorella, per lei erano soltanto miraggi proibiti.

Elsa fissò le sue mani nude e si ricordò che Hans si era tenuto uno dei suoi guanti: chissà se sarebbe tornato per restituirglielo. Provò a materializzare le forme che le venivano in mente: pensò ai fiocchi di neve e creò delle trame perfettamente geometriche, simili a ricami all’uncinetto; pensò alle renne che trainavano le slitte e proiettò gli animali dalle corna maestose; pensò a quell’idea che le rimbalzava in testa e che rimbombava nel suo cuore e apparve il volto di Hans: i capelli fatti di soffice brina, i lineamenti del viso di ghiaccio affilato. E poi scomparve al tocco gentile delle sue dita. Da quando aveva imparato a padroneggiare la sua magia? Fino a quel momento era riuscita a creare solo forme indistinte, massicce ed acuminate, ma ora sembrava modellare i suoi pensieri come creta sotto le sue dita.

“Bentornata Elsa!” era stata Anna ad aver parlato con voce squillante “mi ha detto Gerda che sei stata fuori per pranzo. Dove sei stata?”

“Ho pranzato...assieme all’ammiraglio Westergaard” rispose Elsa. Per un attimo considerò di confidarsi con sua sorella: lei avrebbe capito i sentimenti di Hans e senz’altro avrebbe saputo diagnosticarle cosa stava provando in quel momento.

“Sul serio? Ma Elsa! Non indossi i guanti?”

“Ah! Quelli... Li ho consegnati ad Hans... Mi ha chiesto se potevo toglierli...”Ma poi riconsiderò l’idea di raccontare ad Anna l’incidente di quella mattina e decise di non accennare alla vicenda.

“E non è successo nulla?”

“N-no...”

Anna sorrise e prese le mani di sua sorella tra le sue: “Hai visto? Hai trovato qualcuno che ha saputo infonderti fiducia ed è andato tutto bene. Non trovi che Hans sia una persona fantastica?”

Elsa rifletté sul commento di sua sorella. Non aveva mai concepito Hans come una persona fantastica, anzi tutt’altro. Ma se quel giorno non era accaduto l’irreparabile, forse poteva concedergli quel merito.

Con una dose di coraggio e timore in parti uguali, Elsa si presentò a cena senza guanti. Guardò i volti di tutti con circospezione, ma nessuno sembrò esserne scandalizzato, anzi tutti sembravano molto soddisfatti di quella scelta. Elsa toccò le posate, la stoffa della tovaglia, il pane come se stesse accarezzando petali delicati. Si aspettava che tutto si sarebbe rotto, rovinato sotto le sue dita, ma nessun materiale perse la sua forma. Si rese allora conto che mentre il mondo esterno rimaneva fedele a se stesso, il suo cuore la tradiva con inquietudini inedite.

 

“Allora, mi spieghi la tua teoria?” domandò Anna a Kristoff intanto che questi era intento a sparecchiare la tavola.

“Caspita, ma allora insisti.” constatò Kristoff.

“Prima però che tu comincia a sputare sentenze su Hans, volevo informarti che oggi lui ed Elsa hanno pranzato insieme e lui l’ha convinta a togliersi i guanti!” premise Anna.

“Ce l’ha fatta. Capitan Basetta è riuscito ad avere il suo appuntamento con Elsa, come mai non sono sorpreso?”

Anna, al contrario era molto stupita dall’affermazione di Kristoff. “In che senso? Non capisco!”

“Ah, furia scatenata, da te non mi aspettavo una simile ingenuità” la canzonò il giovane “è da quando è arrivato a villa Frozen che l’ammiraglio ha puntato gli occhi su tua sorella, oggi ha fatto un passo avanti, a quanto pare.”

Anna era rimasta ammutolita e si era fatta molto seria. “Tutti guardano Elsa... anche tu l’hai notata...”

“Sì, ma non con gli stessi occhi. Quello si vede benissimo che è invaghito di lei: durante il ballo del tuo compleanno non l’ha lasciata stare un momento, la sera che è venuto Weselton le ha assestato un paio di frecciatine e oggi l’ha portata fuori. Mi sembra la prova definitiva che la sta corteggiando.”

Anna si sentì come colpita violentemente in pieno petto. Non aveva notato i segnali che Hans mandava ad Elsa, anzi, per dirla tutta, li aveva proprio fraintesi!

Kristoff guardò Anna come a cercare una scintilla di comprensione, aspettandosi da un momento all’altro che lei si mettesse a ridere perché aveva sospettato tutto fin dall’inizio, ma non trovò nulla di tutto ciò nella sua espressione.

“Dunque... non voleva ballare con me, non ha portato i fiori per me, n-non... pensava a me?” Anna si era portata una mano alla bocca come per ricacciare indietro le lacrime.

Kristoff non aveva previsto una simile reazione: “Hai mai sentito parare di buona educazione? Di gratitudine verso l’ospitalità? Se lui è un gentiluomo l’avrà fatto per cortesia nei tuoi confronti, ma si vedeva lontano un miglio che... Anna, che succede?”

“è sempre stato così. Come quelli con cui ho ballato al mio compleanno. Loro provano a stare con me, provano a fare amicizia con me, ma alla fine non scelgono mai me! Perché non sono sufficientemente bella, aggraziata, istruita... perché non sono come Elsa!” strillò Anna in preda ai singhiozzi.

Kristoff la fissò a bocca aperta, sconvolto e del tutto impotente: “ma cosa stai dicendo? Non ti sarai mica innamorata di quell’Hans?”

Ma Anna non trovò parole per rispondere: si portò le mani sul volto e cominciò a piangere.

Kristoff non riuscì a consolarla. La guardò come se avesse ridotto in frantumi un vaso di porcellana. Si sentì mortificato, incredulo, arrabbiato, mentre il suo cuore, che ora batteva all’impazzata, si stava spezzando irrimediabilmente.

 

Note dell’autrice: un solo uomo e due sorelle che si struggono per lui. E adesso come reagiranno? I prossimi capitoli saranno assolutamente sconvolgenti, non anticipo nulla. ;-D

Come sempre grazie mille per le vostre recensioni e a presto!!!

Vostra 

Sangallo

 
   
 
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