Cara era
dritta in piedi sul suo ascensore che risaliva lentamente verso
l'esterno,
mostrando una landa rocciosa con una leggera coltre di fumo nero. Non
si
scompose minimamente osservando il paesaggio, si voltò per
vedere il suo
compagno, ma appena vide che al posto di Richard vi era un'altro uomo
alzò gli
occhi al cielo nel notare che appena la vide sorrise inebetito.
"Mi fa piacere vedere che sei tu la mia compagna, io sono Simbad, tu
dolcezza?" disse lui avvicinandosi a lei squadrandola dal basso verso
l'alto in modo più che compiaciuto.
"Io sono Cara e l'arena sarà l'ultimo dei tuoi problemi se
ti avvicinerai
solo di un altro passo a me!" replicò lei con tono freddo,
accennando un
sorriso sicuro e sprezzante. In risposta lui alzò un
sopracciglio.
"Donna difficile eh? Le mie preferite! Ma so che nel giro di poche ore
non
potrai resistermi!" disse lui accennando un sorriso spavaldo e sicuro
di
sé.
"L'unica cosa a cui non sono sicura di poter resistere, se continui a
parlare, sarà lo sgozzarti con le mie mani!"
"Ma non puoi farlo mia Cara!"
"Cosa me lo impedirà il tuo...oh credi sia fascino giusto?
Uomini...tutti
uguali! Ne ho sottomessi a centinaia come te ed è
così facile che a volte
smette pure di essere divertente!"
"Credo saranno le regole ad impedirtelo tesoro, a meno che non ti
piaccia
esplodere!" replicò indicando il bracciale al suo polso.
"Posso
sempre tranciarti la lingua però!" esclamò lei,
con sguardo allettato da
quell'idea di non sentirlo più parlare.
"Peccato
che tu non abbia nemmeno un coltello allora!" disse lui con sguardo di
sfida, avvicinandosi ancora a lei. Cara lo afferrò quindi
per la maglia e lo
strattonò vicino a un soffio da lei e con uno sguardo tanto
sensuale quanto
omicida gli sussurrò: "Posso sempre staccartela a morsi...e
ti assicuro
che non sarà affatto piacevole come pensi!" detto
ciò lo spintonò lontano
da lei. "Ora andiamo e sarà meglio per te se lo faremo in
silenzio!"
Katniss si guardò intorno, era nuovamente in quel maledetto
ascensore che
portava all'arena, tirò un profondo sospiro per calmarsi.
Era l'unica oltre
Finnick ad aver partecipato a due edizioni e per una volta quindi si
trovava in
una situazione di vantaggio rispetto agli altri partecipanti. Allora
perché non
riusciva ad essere totalmente tranquilla?
Prima che potesse rifletterci si ritrovò in quella che
sembrava una foresta
oscura e fitta, con alberi scuri e dall'aria inquietante e una densa
nebbiolina
che oscurava la vista, facendo vedere ben poco. Di solito amava le
foreste, ma
quella le metteva i brividi.
Una voce
ad un tratto la distrasse: era il suo compagno, o almeno quello che le
era
stato assegnato.
"Ehy, salve tu sei Katniss giusto? Io sono Ade, a quanto pare siamo
compagni!"
La ragazza
lo fissò stranita: non era sua consuetudine fare amicizia,
ma nemmeno nei suoi
peggiori incubi avrebbe fatto amicizia o un'alleanza con un tizio del
genere.
"Forse hai frainteso...io gioco da sola!"
Quindi si voltò ed iniziò a camminare da sola per
la foresta. Ade spalancò gli
occhi, non aspettandosi una tale risposta, sapeva che lei aveva
già partecipato
ai giochi e di sicuro non si voleva far scappare la
possibilità di averla come
alleata, le corse quindi dietro, cingendole le spalle con il braccio.
"Ehy, ehy, ehy tipa focosa eh? Possiamo metterci d'accordo sai? Io sono
quasi imbattibile e tu hai già vinto i giochi..." le si
avvicinò
all'orecchio e le sussurrò "insieme possiamo ucciderli
tutti!"
Katniss roteò gli occhi, fino a fissarlo con disprezzo, per
poi prendere la
mano di lui e toglierla con gesto seccato dalla sua spalla.
"Focosa è dir poco...mi chiamavano ragazza di fuoco per
l'esattezza! E se
sei quasi imbattibile come dici non avrai di certo bisogno del mio
aiuto
giusto? E' stato un piacere!"
Disse con tono fermo, per poi continuare ad avanzare per la sua strada.
Ade era
allibito, ma sentì anche la rabbia iniziare a ribollirgli
dentro, i suoi
capelli passarono dal solito color blu ad uno più rosso e
acceso.
"TU, ragazzina! Nessuno dice di no ad Ade, te ne pentirai amaramente,
è
una promessa!"
Urlò quelle parole, che arrivarono a Katniss mentre avanzava
tra gli alberi, in
quel momento pensò ad Haymitch che probabilmente la stava
guardando, ed ancora
più probabilmente la stava maledicendo per aver rifiutato
l'accordo.
"Ciao
io sono Richard, tu come ti chiami?"
La ragazza
si mise i capelli dietro le orecchie con le mani, leggermente
imbarazzata.
"Ehm salve...io sono Rapunzel"
"Bene Rapunzel, sappi che non ti devi preoccupare, a parte che non
posso
ucciderti, non ho comunque nessuna intenzione di farlo!"
"Davvero?" chiese lei stupita "Nemmeno quando non saremo più
alleati?"
"Te lo prometto! Nel mio distretto io sono il cercatore e non farei mai
del male ad un innocente! Troveremo un modo per uscire vivi da questo
assurdo
gioco vedrai, inoltre non permetterò che ti facciano del
male è una promessa!"
Rapunzel lo fissò, quel ragazzo aveva un'aria
così sicura di sé, che la
tranquillizzò. Sembrava quasi che si fosse trovato in
situazioni peggiori di
questa.
"Perdonami,
io ecco...non sono uscita molto di casa...diciamo che mia madre era
molto
protettiva, non voleva che mi ritrovassi in situazioni come questa! E
ora non
ho la minima idea di come si combatta"
"Non ti preoccupare io ho esperienza che può valere per
entrambi! Dobbiamo
solo trovare un'arma...ma dato che non abbiamo idea di dove siamo
finiti, direi
di salire in cima: ci faremo un'idea dell'arena e della situazione!"
Raunzel osservò interdetta la cima della montagna.
"Intendi salire fino a lassù? Con quel fumo nero altamente
preoccupante?"
"E'
l'unica soluzione credimi: da lassù vedremo tutto e forse
possiamo scorgere
anche gli altri tributi, aggirarci alla cieca senza armi sarebbe una
follia!"
"Ok...facciamo
come dici tu!" rispose lei, anche se ancora preoccupata.
I due
iniziarono quindi a salire verso la cima, dove il fumo di faceva sempre
più
fitto e per Rapunzel sempre più preoccupante.
Draco si
ritrovò in una foresta oscura e fitta, dall'aria sinistra e
non rassicurante,
ma la cosa che lo preoccupava più di tutte era una sola: non
aveva la sua
bacchetta!
Per la prima volta si sentì impotente e indifeso, sensazione
che non gli
piaceva affatto: sperò di riuscire a trovarla il prima
possibile, sempre che
fosse lì.
Il suo compagno notò il suo stato di crisi e la sua paura,
quindi un sorriso
beffardo comparve sul suo volto, Draco fece caso l'uomo solo quando gli
rivolse
la parola.
"Salve
mio caro, a quanto pare siamo in squadra insieme...non ricordo il tuo
nome..."
"Draco!" mugugnò lui, osservando l'esile figura dell'uomo
che gli
girava intorno, aggrottò quindi la fronte "tu chi sei
invece?"
"Oh
io?" chiese lui portando una mano al petto per indicarsi "mi chiamano
in molti modi, ma tu puoi chiamarmi Pitch amico mio!"
Draco lo fissò: non sembrava molo forte e nemmeno un
possibile abile spadaccino,
si chiese se fosse stato così sfortunato da avere come
compagno qualcuno che
non gli sarebbe stato per niente utile, lo squadrò quindi
con leggero disprezzo,
prima di rivolgergli la parola:
"Tu sai usare qualche arma per caso?"
Pitch si
lasciò sfuggire una risatina.
"Quale arma migliore dell'astuzia e della paura? Noi insieme faremo
grandi
cose credimi Draco!" rispose lui, accennando il sorriso più
convincente
che riuscisse a fare.
Draco lo fissò, ancora molto dubbioso, ma d'altronde senza
magia qualsiasi
aiuto sarebbe stato utile.
"Va bene andiamo!" si limitò a dire "dobbiamo trovare al
più
presto un'arma!"
I due continuarono ad addentrarsi nella foresta, che si faceva sempre
più buia
e fitta, il che iniziò a preoccupare Draco, anche se non
voleva darlo a vedere.
"Non avrai paura vero?" gracchiò alle sue spalle la voce
gelida di
Pitch, che gli trasmise un brivido freddo lungo la schiena, non si
voltò e col
tono più acido e sicuro di sè che riuscisse a
fare, disse: "Paura io? Vuoi
scherzare spero!"
Pitch
sorrise e disse:
"Bene,
vuol dire che non avrai problemi a prendere quello!" indicò
uno zaino
situato tra i rami di un albero. Non ci sarebbero stati problemi se
tale albero
non fosse stato tempestato da lucenti occhi rossi che li fissavano da
lassù.
Draco deglutì, poi si voltò furioso verso l'uomo
e con tono di disprezzo disse:
"Perchè mai dovrei andarci io, vacci tu se ci tieni tanto!"
Pitch
sospirò, per poi sfoggiare un ghigno divertito.
"Perchè
se non lo farai di tua spontanea volontà, temo che lo farai
lo stesso mio caro
AMICO!"
"Voglio proprio vedere come mi convincerai"
"Te lo mostro subito!"
Pitch agitò le braccia e dalle tenebre uscirono fuori due
incubi sottoforma di
cavalli neri, Pitch sentì un certo dolore al polso ma non ci
fece caso, vedere
la paura negli occhi di Draco lo rendeva sempre più forte e
sicuro di sé.
"Ti presento i miei amici, sono incubi purosangue e possono dare vita
alle
tue paure più intense e nascoste, perché le
fiutano"
Draco sgranò gli occhi indietreggiando di qualche passo.
"N-no
non può essere, tu non puoi uccidermi!"
"Oh ma non ti uccideranno...sarà infinitamente
più doloroso però"
ridacchiò con una folle espressione compiaciuta che
terrorizzò Draco. Pitch
fece un gesto con la mano e i due cavalli si avvicinarono a Draco, il
quale
iniziò a correre nella direzione opposta.
"Non avvicinatevi!" urlò, ma i due continuarono a farlo e
sempre più
velocemente, costringendolo a scappare nell'unica direzione possibile:
sotto l'albero.
Una volta
lì gli occhi rossi che lo sovrastavano si staccarono da esso
scendendo in picchiata
su Draco sovrastandolo. In quel momento riuscì a
distinguerli finalmente: erano
corvi! Ma dovevano essere corvi modificati o qualcosa del genere
perché iniziarono
ad attaccarlo e a provocargli diverse ferite e lesioni. Il dolore e il
fastidio
erano insopportabili, cercò di cacciarli via con le braccia
ma non vi riuscì,
quindi iniziò a correre disperatamente verso la foresta
urlando.
Pitch osservò la scena, ritirando i suoi incubi,
osservò trionfante lo zaino
sull'albero ormai esente da creature minacciose.
Poteva
prenderlo adesso senza problemi.
Hermione si ritrovò tra i fitti alberi della foresta oscura,
non aveva la sua
bacchetta ne armi, anche se non avrebbe fatto molta differenza
probabilmente.
"Ehy!"
La chiamò
la voce accanto a lei, si voltò notando solo ora la ragazza
cinese con i
capelli a caschetto.
"Mi chiamo Mulan Fa, a quanto pare siamo in squadra insieme! Tu sei?"
Era felice nel constatare che la sua alleata era una ragazza, non
sapeva il
perché, ma le dava l'idea di una che sapesse il fatto suo.
"Hermione Granger! Lieta di conoscerti!"
"Bene Hermione...posso chiamarti per nome?"
La fissò titubante, in una situazione normale non avrebbe
esitato a dire di sì,
ma in quei giochi dovevano uccidersi era saggio chiamarsi per nome? Le
parve
comunque scortese rifiutare.
"Ma certo Mulan!"
"Bene! La prima cosa che dobbiamo fare è trovare dell'acqua
e delle armi o
qualcosa di utile, penso che le nostre siano nascoste qui da qualche
parte e
poi..."
"Ehy aspetta!" la interruppe Hermione "Come fai a sapere queste
cose?"
"Bè diciamo che ho fatto il soldato per un certo periodo!
Per quanto
riguarda le nostre armi, credo siano qui perché non avrebbe
avuto senso mostrare
agli sponsor di cosa siamo capaci, per poi non darci la
possibilità di usare le
nostre stesse capacità nell'arena non credi?"
Hermione annuì, adesso sollevata dall'idea che le
probabilità che la sua
bacchetta fosse da qualche parte fossero aumentate e molto contenta di
aver
trovato un'alleata che sapesse usare la testa.
"Bene, non perdiamo tempo allora!" rispose lei e entrambe si
incamminarono nella foresta.
Ad un tratto Mulan indicò un grosso albero al di sotto del
quale era situato
uno zaino.
"Siamo fortunate prendiamolo!"
Ma Hermione la bloccò per un braccio.
"Quello non è un semplice albero, è un Platano
Picchiatore, se solo ci
avviciniamo ci stenderà, fidati non ne vale la pena! Si
può immobilizzare
toccando uno specifico nodulo ma non sapendo quale abbiamo le mani
legate!"
Mulan la fissò sorpresa e attonita.
"Meno male che ero io quella che sapeva troppe cose!"
Entrambe si allontanarono dall'albero, tenendo le dovute distanze,
Mulan si
guardò intorno attenta ad ogni mino dettaglio,
finché non scorse qualcos'altro.
"Guarda lì!"
Le indicò un albero con un grosso incavo nel tronco.
"Credo che li dentro potrebbe esserci nascosto qualcosa"
"Hai ragione, andiamo!"
"Aspetta guarda bene!"
Hermione socchiuse gli occhi per guardare meglio e mise a fuoco un
esserino
all'interno dell'incavo.
"Un pipistrello!" affermò, con tono abbastanza schifato.
"Già, ma possiamo farcela non credi?"
Hermione la fissò rivolgendole un timido sorriso.
"Insieme?"
"Ok!" rispose lei con aria complice, così le due si
avvicinarono
all'albero e si fissarono interdette.
"Credi sia vero che ti si attaccano ai capelli?" chiese Hermione.
"Se succedesse ad una delle due dobbiamo promettere di aiutarci ok?"
Hermione annuì ed entrambe misero il braccio all'interno
dell'incavo nello
stesso istante, la bestiolina emise un rumore stridulo per poi uscire
di fretta
dall'albero svolazzando per qualche istante sulle loro teste.
"AHHHHHHHHHH" urlarono entrambe all'unisono, senza però
muoversi
dalla loro posizione, il pipistrello volò quindi via.
Entrambe tenevano ben
saldo qualcosa e lo tirarono fuori insieme: era uno zaino.
Le due lo guardarono, per poi scambiarsi uno sguardo allibito, che le
fece
scoppiare in una profonda risata, dovuta anche all'assurdità
della situazione
che le aveva messe nel panico per nulla.
"Ce l'abbiamo fatta alla fine!" disse Mulan
"Già, siamo un'ottima squadra!"
Hermione aprì lo zaino ma al suo interno c'era solo quella
che sembrava una banalissima
pietra e un piccolo pezzo di acciaio, li fissò con un'aria
un po' delusa.
"Non fare quella faccia, può sempre rilevarsi utile, in caso
estremo
potremmo lanciare la pietra addosso al prossimo pipistrello!"
La battuta fece ridere Hermione, che legò la pietra alla sua
cintura, anche se
non era un'impresa facile.
Era contenta di essere capitata con Mulan, non rimpiangeva affatto
Draco.
Draco.
Stranamente un po' le dispiaceva ad immaginarselo senza bacchetta
nell'arena,
ma d'altronde era sicuramente felice di non aver una mezzosangue tra i
piedi!
Immediatamente si pentì di essersi preoccupata per lui, di
certo non se lo
meritava.
Proprio in quel momento le parve di sentire la sua voce, prima che
potesse
pensare che era impossibile, se lo ritrovò sfrecciargli
davanti, sembrava avere
uno stormo di corvi che lo circondava e lo beccava graffiandolo con le
unghie
delle zampe, appena vide Hermione si bloccò rivolto verso di
lei.
"Aiutami ti prego!" urlò a squarciagola.
Hermione rimase immobile per qualche secondo, ancora incredula al
vedere quella
scena, ma poi fece per andare da lui, ma Mulan la fermò.
"Aspetta se ti avvicini non otterrai altro che il fatto che
attaccheranno
pure te! Dobbiamo pensare a qualcosa"
Hermione sapeva che lei aveva ragione, quindi cercò di
concentrarsi e
riflettere, nonostante l'orribile spettacolo che aveva davanti agli
occhi, per
quanto non sopportasse Draco, una scena simile non poteva che
stringerle il
cuore.
"Ci vorrebbe qualcosa per spaventarli...se solo avessimo del fuoco"
ragionò ad alta voce.
Ma quelle parole fecero venire un'idea a Mulan.
"Fuoco...ma certo! Come ho fatto a non riconoscerla prima? Prendi in
mano
la pietra e il piccolo pezzo di acciaio che abbiamo trovato prima!"
Mentre Hermione faceva, seppur perplessa, ciò che le aveva
detto, Mulan corse a
raccogliere un ramo caduto da terra, poi prese dalle mani di Hermione i
due
oggetti che stringeva. Aveva capito di cosa si trattava: erano una
pietra
focaia e un acciarino, le sfregò l'una contro l'altro vicino
al ramo, fino a
che delle scintille non crearono finalmente del fuoco, accendendo un
estremità
del ramo.
"Sei un genio!"
Disse Hermione, afferrò quindi il ramo e corse da Draco,
agitandolo vicino ai
corvi, i quali alla vista e calore del fuoco iniziarono a gracchiare,
fuggendo
spaventati.
Draco ansimando fissò i corvi volare via, alleviando
finalmente le sue pene, ne
fu talmente felice che il gesto gli venne spontaneo: strinse Hermione
in un
abbraccio come per ringraziarla, ma appena si accorse di averlo fatto,
la
spintonò via. Hermione lo fissò incredula, il suo
cuore si fermò per qualche
istante non credendo a ciò che vedeva, ma quello che la
allibì di più fu il
gesto successivo, che la fece cadere a terra.
"Ehi, che diavolo fai? Quei corvi ti hanno mangiato il poco cervello
che
ti era rimasto?"
Draco non rispose, si limitò a guardare dalla parte opposta,
non sapeva nemmeno
lui perché lo avesse fatto e sentiva ancora il cuore in gola
che batteva
all'impazzata, probabilmente per i corvi pensò. Ne
approfittò per rivolgere lo
sguardo a Mulan.
"Grazie" biascicò rivolto a lei, ma non rivolse
più lo sguardo ad
Hermione.
La presidentessa, insieme agli strateghi stavano osservando i giochi,
Ice
commentò la scena appena vista.
"Sono riusciti a salvarlo, bello ma credo che ci siano poche morti
finora
non trovate? Perchè non rendiamo il gioco più
interessante?"
"Sta
proponendo di introdurre qualcosa nell'arena che li uccida?" chiese
Terry.
Ice rispose con un sorriso glaciale, inclinando leggermente il capo.
"Non che li uccida, ma che li possa uccidere! Una minima
probabilità di
salvarsi dobbiamo lasciargliela sennò non sarebbe
interessante non trovi?"
"Palle di fuoco?" propose Joanne.
Ice la fissò, si stupiva di quanto gli strateghi amassero i
propri distretti e
volessero che fossero i loro tributi a vincere, ma quanto allo stesso
tempo
adorassero vederli in pericolo, rischiare la vita, soffrire. Doveva
essere una
delle loro deformazioni professionali.
"Nemmeno
abbiamo iniziato e già vuoi incendiarmi mezza foresta
oscura? Cerchiamo
qualcosa di meno catastrofico!"
Suzanne sorrise, aveva avuto un'idea! Corse sulla mappa dell'arena
mostrando la
figura di ciò che vi voleva introdurre.
"Ma quelli non li avevi introdotti solo a fine giochi la prima
volta?" chiese Walt.
"Ne metteremo uno solo e poi la presidentessa ha detto di rendere i
giochi
interessanti!"
Ice la fissò annuendo e Suzanne soddisfatta introdusse
ciò che aveva proposto
nell'arena.
Hermione si era rialzata, infuriata contro Draco, davvero non riusciva
a capire
quel gesto, gli si avvicinò per chiedergli ulteriori
spiegazioni, ma uno strano
rumore li interruppe. I tre si voltarono tutti verso il punto in cui
avevano
sentito le foglie muoversi, fissarono le frasche, cercando di scorgere
qualcosa, quando ad un tratto qualcosa schizzò fuori dai
cespugli, arrivando
con un solo balzo proprio davanti a loro.
Era una strana creatura, nessuno di loro ne aveva mai vista una simile,
non
sapevano di cosa si trattasse, ma da come ringhiava e sbavava una cosa
era
certa: era affamata e voleva ucciderli, e loro non avevano armi!
Non lo sapevano ma era un ibrido.
Quattro corse nella direzione indicata da Tris, o almeno da quella che
lui
credeva essere Tris, fino ad arrivare ad un dirupo, a primo impatto non
gli
parve di vedere nessuno, ma facendo più attenzione
poté scorgere Filottete
accovacciato sul bordo che parlava con Percy che stava per concludere
la sua
scalata.
"Forza ragazzino mettici un'altro po' e passeranno 3 giorni e saremo
ancora qui! Meno male che eri un semidio" disse ironico.
"Facile parlare per te che sei mezza capra e non hai le vertigini
così in
alto da terra!" replicò seccato Percy, mentre continuava la
sua scalata.
Quattro lo fissò: era sicuramente la squadra di cui parlava
Tris, coloro che
avevano tentato di ucciderla.
"TU!"
Filottete udì il tono gelido e pieno d'odio alle sue spalle,
sentì un brivido
attraversargli la schiena, si girò appena in tempo per
vedere il volto omicida
di Quattro, ma non riuscì a fare altro perche gli si
scaraventò letteralmente
addosso, gettandolo a terra minaccioso.
"Ehy aspetta, parliamone ti prego, sono indifeso non ho nemmeno
un'arma,
sarebbe disumano...io-io..." tentò di balbettare Filottete
il più
velocemente possibile, prima che potesse disintegrarlo con lo sguardo,
o peggio
con quegli enormi muscoli.
"Curioso sentirlo dire da uno che ha attaccato la ragazza del mio
distretto che era disarmata, ferendola e giurando di ucciderla!"
replicò
Quattro con tono di disprezzo.
"Di cosa diavolo stai parlando noi siamo appena arrivati da quella
rup-"
Non riuscì a finire la frase perché Quattro gli
mollò un pugno in pieno volto,
così forte da farlo rotolare lateralmente.
"Cosa succede Fil?" Urlò Percy dalla rupe, pur avendo ben
intuito di
cosa si trattasse, tentò quindi di scalare più
veloce per raggiungere il
satiro.
"Ma guarda, il tuo amico ha fretta di raggiungerti, non ti preoccupare
ragazzino appena finito con lui passerò a te!"
Filottete si massaggiò la guancia, ancora intorpidita dal
dolore, si mise in
piedi il più velocemente possibile, nonostante le poche
forze che si sentiva in
quel momento, ma appena alzò lo sguardo si
ritrovò il suo avversario davanti e
dietro solo il dirupo: era in trappola.
"Senti te lo giuro, non abbiamo fatto nulla, non abbiamo ne visto ne
ferito nessuna ragazza!"
"Risparmiati le scuse, sei solo un vigliacco, comunque da questo gioco
ne
usciremo vivi io e Tris, quindi mi saresti comunque di intralcio!"
Filottete deglutì ormai consapevole del suo destino,
tentò un ultimo gesto
disperato, si gettò con tutte le corna addosso al suo
avversario, Quattro non
si aspettava un gesto simile, ma i suoi riflessi pronti lo fecero
deviare
leggermente col busto all'indietro, allungò le braccia verso
il basso fino a
bloccare il satiro per le spalle, esercitando pressione verso terra. Le
corna
lo avevano leggermente ferito all'addome, ma per il resto l'aveva
scampata,
fece scivolare un braccio fino al busto del satiro, fino ad afferrarlo
saldamente per la maglia e iniziò quindi a spingerlo
esercitando forza su di
lui con tutto il braccio e il busto.
La differenza di potenza fisica era abissale e nonostante la resistenza
di
Filottete, Quattro riuscì a spintonarlo giù dal
dirupo senza troppa difficoltà.
Percy lo osservò cadere, allungò il braccio
tentando di afferrarlo, ma non ci
riuscì, lo vide aggrapparsi con una mano ad una roccia poco
sotto di lui, ma
non sembrava per niente stabile.
"Non riesci ad aggrapparti a qualcos'altro?" gli chiese
"No!
Non ci sono appigli nelle vicinanze e non resisterò a lungo
sto
scivolando!" inoltre risentiva ancora dei colpi subiti poco fa.
"Fermo lì cerco di raggiungerti!"
Percy guardò giù: scalare una montagna poteva
essere difficile ma scenderla
senza scivolare con un unica fermata fino a terra, era decisamente
ancora più
impegnativo. Deglutì e si fece coraggio,
individuò un appiglio sotto di lui e
tentò di farsi scivolare lentamente lungo la roccia, con le
mani tentava di
attutire la discesa, cosa che le fece leggermente sanguinare, finche
non
raggiunse finalmente l'appiglio, aggrappandocisi il più
saldamente possibile.
Filottete notò lo sforzo e il rischio che il ragazzo stava
correndo proprio per
salvarlo nonostante fosse un perfetto sconosciuto e rappresentasse solo
un
ostacolo per lui e la sua compagna di distretto. Vide Percy sporgersi
nuovamente verso di lui tendendogli la mano, visibilmente provato dallo
sforzo
di rimanere saldamente ancorato alla roccia. Filottete
allungò il braccio
libero il più possibile ma non riuscì ad
afferrare la mano di Percy anche se
per pochissimo. Sentì la mano aggrappata alla roccia perdere
presa a poco a
poco, cosa che anche Percy notò.
"Aspetta, forse se scendessi ancora..." tentò di dire Percy,
guardandosi intorno per cercare un appiglio vicino, ma senza risultati:
fu
Filottete ad interromperlo:
"Lascia stare ragazzo, orami è finita. Oggi mi hai
dimostrato che mi ero
sbagliato, sei un vero eroe! Solo un'ultima cosa mi piacerebbe sapere a
questo
punto, avevi detto di essere anche un semidio, di chi sei figlio?"
"Poseidone!" rispose distratto, cercando ancora un appiglio.
Filottete sgranò gli occhi.
"Per gli dei, sei serio? O prendi in giro un uomo sul punto di morte?"
per un attimo ripensò ad Ercole, tempo fa anche lui non gli
aveva mentito sui
suoi genitori divini e lui non gli aveva creduto. "Ok, voglio
crederti...ma
se è vero voglio che tu vinca i giochi capito? Non ammetto
che il figlio di uno
dei tre pezzi grossi si faccia annientare in un gioco simile intesi?"
"Ma Fil io..."
"Promettilo!"
"Ok..."
"Bene io..." ma non riuscì a finire la frase
perché sentì la mano
scivolargli completamente dalla roccia. Fu un attimo: Percy lo vide
cadere giù,
per un attimo l'unico rumore che si sentì fu l'urlo di
entrambi, poi nulla.
Percy passò qualche istante con lo sguardo perso verso il
vuoto, non sapeva a
cosa stesse pensando, ma ritornò in sé solo al
sentire un rumore sordo.
Il rombo di un cannone.
Il rumore riecheggiò per tutta l'arena, fu strano, non ci fu
bisogno di una
spiegazione, tutti capirono a cosa si riferisse: il primo tributo dei
giochi
era morto.
Quattro stava osservando la scena dall'alto, fissò Percy e
disse:
"Ora è il tuo turno, vengo a prenderti!"
Detto questo si sporse verso il dirupo, Percy non se lo fece ripetere
due
volte, si spostò lateralmente lungo la roccia il
più velocemente possibile,
nonostante il dolore alle mani per le ferite, non sapeva esattamente
dove fosse
diretto, ma l'allontanarsi dal ragazzo pronto a fargli la pelle era
sufficiente
per il momento.
Ad un tratto notò qualcosa: una stretta fenditura nella
roccia: era buia, ma
sembrava molto profonda. Quasi sicuramente era un vicolo cieco, ma
dubitava
fortemente di poter restare attaccato alla roccia ancora a lungo,
quindi la
reputò un'allettante alternativa: si aggrappò
alla fessura e si appiattì il più
possibile ad essa per cercare di entrarvi.
Quattro notò i suoi strani movimenti e si
affrettò ad iniziare la sua discesa
ma qualcosa lo bloccò per un attimo: prima non ci aveva
fatto caso, forse era
per l'accecante desiderio di vendetta che lo aveva colpito, ma ora non
poté
fare a meno di notare quanto fosse alto quel dirupo, immediatamente
sentì uno
strano senso di vertigini e il riaffiorargli una delle sue quattro
paure più
grandi: le altezze.
Ma quella stessa paura gli ricordò la persona che lo aveva
preso in giro a
riguardo, ovvero Tris. Ripensò al rumore di cannone di poco
fa e rabbrividì
all'idea di poterne sentire un'altro prima di ritrovarla,
così rinunciò, almeno
momentaneamente, al rincorrere il ragazzo per tornare indietro al punto
dove
aveva lasciato Tris.
Corse tra gli alberi rientrando nella zona boscosa, fino ad arrivare al
punto
esatto dove aveva trovato Tris ferita.
Ma non c'era nessuno.
Iniziò a farsi assalire dal panico, tentò di
calmarsi cercando intorno.
Dove diavolo era?
Le aveva detto di
restare lì!
E se qualcuno l'avesse trovata?
Non aveva sentito un'altro colpo di cannone quindi era viva, ma per
quanto?
Ad un tratto non
resistette più alla tentazione ed iniziò ad
urlare il suo nome, doveva trovarla
a tutti i costi, anche se era molto pericoloso. Avrebbe vinto con lei,
non
avrebbe accettato un'altra soluzione.
Da allora aveva iniziato a marciare velocemente nella foresta senza
dire altro,
era vissuta tra gli intrepidi: di certo non la gente più
socievole
dell'universo, ma quello era un po' esagerato anche per i suoi standard.
Ad un tratto Astrid si bloccò, evento straordinario!
"E' successo qualcosa?" chiese dubbiosa.
"Guarda lì"
Indicò un punto in lontananza oltre ad una discesa tra gli
alberi, infondo tra le
fronde.
"Se guardi bene si intravede un colore anomalo in mezzo al verde,
potrebbe
essere uno zaino, andiamo a controllare!"
Non sapeva il perché ma suonava più come un
ordine che come una richiesta,
comunque annuì, non le andava di litigare di certo.
Ma proprio in quel momento sentì quella che sembrava la voce
di Quattro urlare
il suo nome, suonava disperata, sentì un colpo al cuore e
immediatamente si
rivolse ad Astrid.
"E' il mio compagno di distretto dobbiamo andare da lui, magari
è in
pericolo!"
La ragazza la fissò perplessa.
"E' dalla parte opposta, prima recuperiamo lo zaino: potrebbe esserci
un'arma e ci sarà utile, non hai pensato che potrebbe essere
una
trappola?"
Tris sgranò gli occhi allibita.
"No, andiamo prima da lui, so combattere corpo a corpo e poi sono
sicura
che avrebbe preferito morire che urlare il mio nome se era in pericolo,
pur di
non rischiare di far morire anche me!"
Astrid alzò gli occhi al cielo.
"Oh certo perché urlare nel bel mezzo della foresta non
attirerebbe
comunque altri tributi incalliti! Potrai essere brava quanto vuoi ma
pure loro
lo sono e se accorreranno in molti e con armi potremmo essere in seri
guai!"
Tris la fissò disperata.
"Cosa faresti se fosse il tuo compagno di distretto?"
Astrid pensò ad Hiccup solo e a quel rumore di cannone che
aveva sentito poco
fa che le aveva stretto il cuore, sperava con tutta se stessa che fosse
ancora
vivo, doveva assolutamente trovarlo e aiutarlo. Non aveva tempo da
perdere.
"Mi spiace temo che le nostre strade si dividano qui!"
Tris annuì ancora una volta, per poi voltarsi e correre
più veloce che poteva
in direzione della voce sentita.
Astrid proseguì per la sua strada, scendendo lungo la
discesa che portava al
luogo che aveva indicato poco fa a Tris, cercò di correre,
ma allo stesso tempo
di far meno rumore possibile: non voleva attirare l'attenzione, non
prima di
aver trovato un'arma almeno.
Dopo un po' di tempo si ritrovò davanti a ciò che
aveva visto da lontano: non
era uno zaino bensì sembrava una specie di vecchia casetta
abbandonata arroccata
su un albero.
Ma la cosa che le tolse il fiato fu ciò che trovò
davanti ad essa: era un uomo
enorme o forse era meglio dire mostro? Aveva due teste e passava un
mazzo di
chiavi da una mano all'altra.
Stava per
scappare via quando l'uomo parlò, prima una testa e poi
l'altra.
"Io sono il tuo migliore amico!"
"Io sono il tuo peggior nemico!"
Poi insieme dissero:
"Io sono Giano! Non avere paura non ti farò del male sono
qui per
avvisarti!"
La ragazza lo fissò stranita, era ancora tesa e pronta a
scappare se
necessario.
"Di cosa precisamente?"
"Hai una scelta da fare..." disse una delle due teste.
"Dille del ragazzo dille del ragazzo" disse l'altra.
"Zitto tu! Ora ci arrivo...dicevo, qui in questa casa troverai
ciò che
cerchi, ma avrai poi una scelta da fare: puoi continuare per la tua
strada,
oppure andare verso la foresta oscura. Lì troverai chi stai
cercando, ma anche
un grande pericolo che ti metterebbe davanti a una scelta ancora
più difficile,
una scelta che metterà a rischio la tua stessa vita o peggio"
La ragazza lo fissò sbigottita.
"Chi sto cercando? Intendi Hiccup?"
"Scegli ragazza, scegli, ma scegli bene!"
"Ehi aspetta!"
Ma una nube di fumo tempestosa si alzò vorticosamente
intorno a lui,
costringendo Astrid a chiudere gli occhi, quando li riaprì
Giano era scomparso.
La ragazza non perse tempo, si arrampicò sull'albero, fino
ad entrare nella
piccola casa, al suo interno vi era uno zaino, lo raccolse, ma la sua
mente era
altrove, fissò fuori dalla finestra della casa fatiscente e
da quell'altezza
poté notare in lontananza quella che doveva essere la
foresta oscura, dato che
gli alberi sembravano quasi morenti, circondati da una fitta nebbia
spettrale.
Hiccup era davvero lì?
Non sembrava un bel posto e probabilmente se era lì avrebbe
avuto bisogno di
aiuto.
Ma era vero ciò che le aveva detto quel Giano? Andandoci
avrebbe messo in
pericolo la sua vita o peggio...cosa intendeva con peggio?
Qual'era la scelta che avrebbe dovuto compiere una volta lì?
Cosa avrebbe scelto adesso?
"Cosa succede?" chiese lui, ma Rapunzel portò un dito alla
bocca
intimandolo a fare silenzio, per poi indicare qualcos'altro che si
poteva
scorgere tra il fumo, guardando attentamente Richard riuscì
a notarlo: un
enorme drago dormiva appollaiato intorno alla roccia sulla quale era
posto lo
zaino, Richard tentò di mantenere la calma, si rivolse a
Rapunzel e annuì, poi
si avvicinò molto lentamente allo zaino, scavalcò
il drago, facendo attenzione
ad essere molto delicato e a non calpestargli la coda o le zampe,
finché
finalmente non ce la fece, allungò un braccio e
afferrò lo zaino, lo prese e lo
aprì delicatamente, a sua sorpresa al suo interno ci
trovò una spada.
Perfetto!
Ma proprio mentre lo pensava sentì la terra sotto di lui
tremare, quasi come se
il rimuovere lo zaino avesse attivato qualcosa, osservò la
lava iniziare a
fuoriuscire dal vulcano e quando pensava di essere nei guai peggiori
possibili,
vide che anche il drago si stava svegliando.
"Corri" urlò rivolto alla ragazza.
La donna provò ad attaccarlo, ma lui si scansò,
raccolse un'enorme masso e con
tutta la forza che aveva glielo scagliò contro.
Campe, questo era il nome della creatura, urlò per il dolore
e accecata
dall'ira iniziò a fendere fendenti contro di lui, Shan Yu ne
bloccò alcuni,
cercando di evitare gli altri, fino a rotolare fuori dalla zona
melmosa. Era
stato ferito al torace, ma ora che poteva correre sarebbe potuto
fuggire senza
problemi, infondo quella creatura sembrava più lenta di un
essere umano,
soprattutto in quella melma. Shan Yu ghignò soddisfatto.
"Ci vuole ben altro che una ferita del genere per sconfiggermi!"
Fece quindi qualche passo in direzione della radura, correndo verso la
sua via
di fuga, ma ad un tratto, un dolore lancinante lo blocco: la ferita gli
pulsava
più che mai e sentì un dolore pervadergli piano
piano tutto il corpo, osservò
nuovamente la ferita ed era violacea, fu allora che lo capì,
le lame erano
avvelenate.
Il fiato gli si fece sempre più corto e il dolore
più insopportabile, finché
non sentì più niente.
Il secondo colpo di cannone riecheggiò nell'arena.
"Ehi ragazzina dove diavolo vai, non vorrai farmi morire qui VERO?"
chiese spaventata e irritata la donna, ma la vide tornare con una
specie di
liana, probabilmente l'aveva trovata lì vicino, dato che se
ne erano viste
molte nelle vicinanze. L'espressione di Gothel subito cambiò
cercando di
addolcirsi il più possibile.
"Oh cara cara ragazza, sapevo che mi avresti aiutata!"
"Sei fortunata che ne ho trovata una caduta, senza un coltello sarebbe
stato impossibile tagliarla!"
Anna le diede un capo della liana, legando l'altro ad uno stretto
albero
vicino, quindi la issò con tutte le sue forze
finché non fu fuori.
"Mi hai salvata, sei davvero un'eroina grazie!"
"Figurati non ti avrei di certo lasciato morire così e poi
devi trovare
tua figlia no?"
"Già! A proposito cosa hai trovato nello zaino?"
Senza
aspettare risposta si fiondò sullo zaino e tirò
fuori cosa vi era al suo
interno, ma rimase molto delusa.
"Una padella" disse, con una delusione che le ribolliva il sangue.
Anna sorrise.
"Oh si, non è fantastico? Cucinare non sarà un
problema!"
Gothel alzò gli occhi al cielo.
"Meraviglioso" disse con una punta di ironia.
Sempre se non ci uccidono prima!
Percy
scoprì che il passaggio al di là della fenditura
era tutt'altro che un vicolo
cieco, bensì una profonda galleria sebbene molto buia, la
attraversò il più
velocemente possibile, sperando che portasse da qualche parte e che
Quattro non
lo stesse ancora inseguendo.
Ad un
tratto trovò un bivio e proseguì nella direzione
che gli ispirava di più,
finché non vide una luce, quasi accecante per il buio a cui
era abituato, uscì
all'esterno e piano piano la sua vista si abituò, ma
qualcosa lo scontrò, o
meglio qualcuno.
L'uomo cadde a terra, Percy lo fissò e lo riconobbe.
"Tu sei quel tizio che si chiama come il dio dei morti!"
Ade alzò gli occhi al cielo sconvolto da una tale
affermazione.
"Oh
certo perché tutti gli esseri umani che conosci hanno le
fiamme al posto dei
capelli immagino!"
"Ma tu
non puoi essere Ade, non assomigli a mio zio!"
Ade lo fissò offeso, aggrottando la fronte con aria
indignata.
"E vorrei ben vedere microbo! Ora togliti, sei fortunato che ho da fare
o
ti avrei già incenerito!"
Detto ciò si rialzò e continuò a
correre nella direzione in cui stava andando,
Percy lo fissò perplesso e fece spallucce, era di certo un
tipo strano.
Vide
davanti a sé qualcosa che attirò subito la sua
attenzione: un albero di mele.
Aveva un certo languorino e portarsi dietro qualche mela non gli
avrebbe fatto
male, si arrampicò per prenderne una, si sedette su un ramo
e le diede un
morso, in quel momento gli venne in mente una cosa strana, riprese il
biglietto
che aveva legato alla cintura e lo lesse ad alta voce.
"La verità nasce dal frutto della conoscenza...ma certo!"
Si ricordò
che Annabeth una volta gli aveva parlato di un mito greco e del frutto
della
conoscenza, ovvero una mela!
Ringraziò mentalmente Annabeth per averlo aiutato
involontariamente.
Ma che diavolo voleva dire quella frase?
Scese dal ramo toccando terra, meditando mentre addentava
nuovamente la
mela, in quel momento più che mai avrebbe voluto che lei
fosse lì, di sicuro già
ci sarebbe arrivata senza problemi, inoltre avrebbe saputo che era al
sicuro...il secondo colpo di cannone gli aveva gelato il sangue e il
solo
pensiero lo terrorizzava.
Ma non era il momento di pensare a questo, Annabeth era in gamba,
più di lui,
sicuramente se la stava cavando, ora doveva risolvere
quell'indovinello.
Come faceva la
verità a nascere da un
frutto? Doveva essere una metafora ma che diavolo intendeva?
Ad un certo punto
il
suo sguardo si fissò su un oggetto rosso che stava per
terra: era una mela,
probabilmente caduta da molto tempo. Buttò quello che era
ormai solo il torsolo
della sua mela e si chinò verso quella caduta, la prese in
mano e la osservò
attentamente, non aveva nulla di strano, sbuffò pensando di
aver avuto un'idea
stupida, poi notò che il terreno sotto la mela era
più morbido, come se fosse
stata ricoperta una buca.
Seguì quel folle istinto e iniziò a scavare con
le mani, iniziò a pensare di
stare impazzendo o che semplicemente si sarebbe dovuto arrendere
all'idea di
non essere capace a risolvere un indovinello, ma proprio in quel
momento toccò
qualcosa di metallico.
Scavò con cura e tirò fuori dal terreno quella
che individuò essere una spada,
su di essa vi era incisa la parola "verità". Un sorriso
soddisfatto e
emozionato comparì sul suo volto, davvero non credeva di
esserci riuscito e
senza l'aiuto di Annabeth pergiunta!
La impugnò per provarla, ma proprio in quel momento fu
pervaso da una strana
sensazione: sentì una folle rabbia crescere dentro di lui,
come se d'un tratto
volesse distruggere tutto o fare a botte col primo bulletto che avresse
incontrato. Aveva già provato una sensazione simile tempo
fa, quando aveva
incontrato Ares, ma questavolta era diverso, era come se la spada
stessa lo
stesse mettendo alla prova. Sentì l'odio crescere e
passò quello che fu un
tempo per lui indefinito, voleva affettare qualcosa, qualsiasi cosa, si
sentiva
quasi impazzire e forse sarebbe impazzito se non fosse stato per un
qualcosa
che gli venne in mente in quel momento.
Annabeth.
Doveva trovarla, dovevano vincere insieme quello stupido gioco a
qualsiasi
costo, non perché volesse uccidere gli altri, ma
perché voleva salvare lei.
Osservò la
spada stavolta coscienzioso, anche se con sforzo la legò
alla cintura,
liberandosi dalla sua presa.
Per il momento era meglio che restasse lì.
Vide davanti a sé una grande area di melma verdastra, una
specie di stagno al
cui centro, su un piccolo promontorio era situato uno zaino.
La melma non aveva affatto un'aria rassicurante, oltre a sembrare anche
abbastanza profonda, ma su di essa notò delle grosse rocce,
saltando su di esse
avrebbe potuto forse raggiungere lo zaino senza toccare quello strano
liquido.
Così prese la rincorsa e saltò sulla prima roccia
senza problemi, la seconda
era però più distante, tirò un
sospiro, indietreggiò il più che gli permetteva
la roccia e si diede un forte slancio, arrivò sull'altra
roccia, ma perse
l'equilibrio cadendo su di essa, allungò prontamente le
braccia per afferrasi
alla roccia in modo da non finire nella melma: si riuscì a
bloccare e si trovò
a poco dal toccare il liquido, fece forza sulle braccia e le gambe e si
issò su,
fino a trovarsi in piedi sopra al masso, tirò un sospiro di
sollievo.
"Visto Katniss era facile! Ora un ultimo salto e..."
Ma prima che potesse finire la frase il masso su cui stava si mosse
verticosamente facendola cadere su di esso, si aggrappò con
tutte le sue forze
per non cadere, ma proprio in quel momento notò che non si
trattava di un
masso, bensì di un grosso coccodrillo o di un ibrido con un
coccodrillo, non si
soffermò a scoprirlo, si strinse a quello che doveva essere
il suo collo, in
modo che non la potesse mordere, ma la bestia si dimenò
inabissandosi e la
strattonò strusciandosi contro il fondale, costringendola a
mollare la presa.
Buona notizia? La melma non era corrosiva.
Cattiva notizia? Un famelico coccodrillo stava per papparsela e la
melma oltre
a limitare la visuale le rallentava i movimenti subacquei.
Vide la bestia rigirarsi e puntare famelica verso di lei,
appoggiò le mani sul
fondo, affondandole nello scuro terriccio che lo ricopriva, in quel
momento le
venne una disperata idea, aspettò che l'animale arrivasse
col muso a pochi
centimetri da lei, spalancando le sue fauci, fu allora che raccolse con
le mani
una grande quantità di terriccio, gettandoglielo sul muso.
Una gran parte finì
nella bocca, il restante negli occhi, comunque la bestia
iniziò ad agitarsi e
dimenarsi, probabilmente infastidita e momentaneamente accecata.
Katniss non
perse un istante, nuotò il più veloce possibile
lontano da lui.
Ci mise qualche minuto ma a lei sembravano ore e ad ogni bracciata
sentiva il
cuore battergli più forte in petto, finche finalmente non
arrivò al bordo dello
stagno, tirò fuori la testa dalla melma felice di poter
finalmente respirare.
Il bordo era alto, tentò quindi di scalarlo, ma era fatto di
terriccio fangoso
ed era terribilmente scivoloso, provò a risalirlo
più volte, ma continuava a
scivolare. Provò altri punti mentre la disperazione cresceva
dentro di lei: non
sapeva per quanto tempo il coccodrillo sarebbe rimasto fuori gioco. In
quel
momento vide sopra la sua testa comparire un ramo, a reggerlo in quella
posizione vi era un volto noto.
Ade.
"Sembrerebbe che la melma abbia spento la tua fiamma, ragazza di fuoco!
Per fortuna che un compagno è sempre pronto ad aiutarti"
ironizzò
dall'alto del bordo.
Katniss lo fissò stupita, non avrebbe mai pensato che fosse
il tipo da fare una
cosa simile, soprattutto dopo che lo aveva mollato da solo e dopo che
lui gli
aveva giurato vendetta, forse si doveva ricredere su quello strano tipo.
"Grazie" mugugno, quindi allungò il braccio fino al ramo, ma
proprio
quando stava per afferrarlo Ade lo alzò, togliendolo dalla
sua portata,
un'inquietante sorriso maligno si dipinse sul suo volto.
"Peccato
che tu non ne abbia uno...ricordi? Tu giochi da sola!"
La sua risata diabolica e compiaciuta riecheggiò nella
palude e nella testa di
lei, che lo fissò a bocca aperta col fiato mozzato.
"Salutami Cerbero ragazza di fuoco, digli che quando avrò
vinto questo
gioco gli porterò un premio!"
Ridacchiò nuovamente prima di voltare le spalle alla ragazza
sparendo nel
bosco.
Fu allora che Katniss sentì alle sue spalle il rumore della
melma che si
muoveva, un brivido di paura le attraversò il corpo.
Angolo autrice: Eccoci
finalmente, inizio col porgervi le mie più immense scuse,
perché questo
capitolo è arrivato in tremendo e vergognoso ritardo,
purtroppo sono stata un
mese e mezzo al mare, dove non avevo il pc, poi tornata ho avuto da
studiare,
poi ho avuto una settimana l'influenza e infine per coronare il tutto
il mio pc
ha preso un virus che non mi faceva più andare su internet
(che ancora devo
debellare del tutto!)
Ma alla fine ce l'ho fatta! Per farmi perdonare l'ho fatto
più lungo, spero
abbiate gradito!
Sono state ora svelate tutte le coppie che ne pensate? I vostri
suggerimenti
erano tutti fantastici ma alla fine ho scelto quelli che più
mi convincevano
siete soddisfatti?
Gestire tutti questi personaggi non risulta molto facile ecco
perché dei tre in
pericolo di vita ne ho fatti morire due e questa volta in pericolo di
vita sono
parecchi, decidete voi se aiutarli o meno.
Nel capitolo
compaiono due creature di Percy Jackson ovvero Campe e Giano, mentre il
drago è
un ungaro spinato, oltre alla presenza del platano picchiatore.
Abbiamo un intervento degli strateghi, in quell'occasione Ice fa
un'osservazione relativa a come gli autori trattano i loro personaggi,
ed è un
po' la deformazione professionale che io penso abbiano tutti gli autori
e che
mi capita pure a me di avere XD
Ditemi le
vostre impressioni sul capitolo e sui risvolti dei personaggi, sono
curiosa di
avere i vostri pareri!
Cosa
potete fare adesso: Per il prossimo capitolo
potete:
-salvare uno dei tributi che si trova a fine
capitolo in una
situazione mortale. ATTENZIONE potrete salvare un
tributo da una
situazione mortale una sola volta durante tutta la fic
quindi scegliete
bene per chi e quando intervenire.
Puntualizzo
inoltre che io scriverò chi a fine capitolo si trova in una
situazione mortale,
non chi effettivamente morirà se non intervenite. Sta a voi
analizzare la
situazione e capire se effettivamente quel personaggio secondo voi
morirà e se
conviene aiutarlo.
Se volete salvare qualcuno dovrete scrivere per messaggio
privato su
efp o su Fb chi volete salvare, NON dovete
scrivere in recensione chi salvate. Il vostro aiuto avverrà
sottoforma solitamente
di paracadute al quale potrete allegare volendo un messaggio rivolto al
vostro
tributo (come quelli di Haymitch a Katniss) scrivendoci ciò
che preferite.
Detto
questo ecco l'elenco delle persone che a fine di questo capitolo
rischiano la
vita: Mulan, Katniss, Rapunzel, Richard,
Astrid, Hermione.
- Astrid è davanti ad una scelta: proseguire
per la sua strada per un cammino più sicuro o andare alla
foresta oscura dove
troverà Hiccup dove però Giano le ha detto pure
che incontrerà un grande
pericolo e una scelta. Voi cosa scegliereste? La risposta
più votata sarà la
scelta effettiva di Astrid quindi pensateci bene.
- suggerire il contenuto degli zaini.
- suggerire qualcosa che vorreste decidere durante il gioco, se sarà considerata interessante sarà proposta come scelta nel gioco.
- suggerire agli strateghi delle trappole o
ostacoli che vorreste
che venissero posizionati nell'arena durante i giochi (potete inventare
ostacoli, veleni, ibridi, trappole, ecc) oppure anche suggerire
creature o
ostacoli di vario genere presi dai mondi dei tributi scelti ( es:
potete
proporre creature o pozioni dal mondo Harry potter o altre cose dai
mondi degli
altri distretti estratti) insomma fate lavorare la vostra fantasia e
perché no,
anche il vostro lato diabolico! (potrete farlo anche in seguito)
Inoltre vi
ricordo il nostro gruppo ufficiale facebook,
https://www.facebook.com/groups/301034680059219/
dove in questi giorni posterò ulteriori informazioni sui
tributi estratti!
Potrebbe essere un ottima occasione per voi per conoscerli meglio,
soprattutto
quelli di cui sapete poco. Inoltre nel gruppo verranno postate anche
scelte in
anteprima e nuove info, se potete iscrivetevi!
Per
qualsiasi domanda o dubbio chiedete pure!