Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: RemusTonks98    16/10/2014    4 recensioni
Sam Grey è una ragazza sfortunata, che vive da sola in un appartamento di Londra. Ci racconta di lei e della sua vita, ma soprattutto di come questa sia cambiata nel giro di pochi giorni.
Una storia particolare, che evidenzia il carattere dei personaggi scelti come protagonisti.
Non è facile iniziare una relazione con uno sconosciuto, soprattutto se questo è un famoso ragazzo tutto tatuato e pieno di piercing con una passione per il rock, ma qualcuno che ci riesce magari in questo mondo c'è.
Via auguro una buona lettura :)
RemusTonks98
Genere: Comico, Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“HARRODS” Parte 1

Harrods è un posto magnifico, come sempre.
Anche in primavera, quando le vetrine non sono allestite per una qualche occasione in particolare, a entrare in quel negozio si rimane a bocca aperta.
Se poi ad accompagnarti è un ragazzo come Jamie, la scena diventa ancora più interessante.
Arriviamo in Brompton Road in una ventina di minuti, a bordo della Jaguar nera luccicante con cui Jamie mi aveva riaccompagnata a casa la sera prima.
Mi sento a disagio.
La notte precedente non mi ero accorta degli sguardi dei passanti che si fissavano sull’automobile e poi su di noi.
Adesso, però, girando per Londra su quel costoso veicolo, mi sentivo importante ma allo stesso tempo impotente. In fin dei conti la macchina non è mia, bensì di Jamie.
E chi è quel ragazzo per me?
Il fatto è che non lo so più nemmeno io.
Non è un parente, ma non è neanche il mio ragazzo. E non posso definirlo un amico perché, in fondo, non lo conosco.
È un perfetto sconosciuto.
Cosa ci faceva allora a casa mia questa mattina? E cosa ci faccio io seduta su quest’auto accanto a lui in questo momento?
No, ok. Non è nemmeno uno sconosciuto.
Davvero, non lo so.
 << Sam? Tutto bene? >> mi chiede Jamie, un po’ preoccupato, ridestandomi dai miei pensieri.
Quando mi volto per rispondergli mi accorgo di avere la gola secca.
Devo essere rimata dieci minuti con la bocca spalancata a meditare sui miei problemi esistenziali.
Che vergogna!
Gli faccio cenno di si con la testa scendendo dall’auto, che ormai Jamie aveva parcheggiato in divieto di sosta, sballottandomi non poco.
Nel giro di un minuto siamo dentro al negozio. Un signore robusto che indossa un elegante vestito da lavoro ci apre la porta e mi viene da ridere a pensare che Jamie è ancora vestito come la sera precedente.
Ovviamente non è passato da casa.
La sala d’ingresso è luminosa, bianca e dorata, e tutta quella luce mi fa quasi lacrimare gli occhi.
Penso che in questo posto non si entri mai abbastanza spesso. Anche per una persona che è nata, vive e morirà a Londra è quasi impossibile fare il giro completo di Harrods più di un paio di volte.
Guardo Jamie chiedendomi quante volte lui sia stato lì, quanto bene conosca quel luogo, ma dall’espressione stupita che si trova stampata sul suo viso direi che non ha messo piede in quel posto più volte di me.
Ci avviamo verso le scale mobili che, di consueto mi colpiscono per la loro imponenza.
Anch’esse sono quasi interamente dorate, ma l’altro colore dominante è il blu. Un blu intenso, che abbaglia al primo sguardo.
Sollevo il capo al soffitto e rimango affascinata dalla fantasia con cui è decorata la volta. Tanti dei egizi interamente dorati fanno capolino su un cielo blu notte puntellato di stelle, mentre tre soli dividono la volta in tanti spicchi. Un motivo di luci azzurre e viola fa da cornice all’opera, sotto la quale, all’ultimo piano, si può notare una sfinge ricoperta d’oro che domina la situazione.
Riesco a fatica a tornare alla realtà e a sentire la mano di Jamie sulla mia spalla.
Quest’ultimo si sta guardando intorno, ma non è più colpito dall’atmosfera come lo sono stata io, bensì osserva un piccolo signore baffuto con una grande Canon tra le mani.
 << Stai al gioco. >> mi sussurra con le labbra strette, voltandosi rapidamente verso il mio viso.
Mi aggancia le mani dietro alla nuca e mi bacia.
Non voglio essere baciata. Non voglio essere toccata in pubblico. E per di più non voglio che tutto ciò venga fatto da uno sconosciuto.
Jamie ci prova, mette la lingua, ma io sono abbastanza decisa a non aprire la mia bocca.
Stai al gioco…
La sua voce rimbomba nella mia testa. Che voleva dire?
Dischiudo le labbra e appoggio le mie mani sui fianchi spigolosi del ragazzo.
Non so per quanto tempo rimaniamo in quella situazione. Percepisco solo il suo sapore, il suo odore e la sua passione.
Non ho avuto molti ragazzi nella mia vita, eppure so che nessuno mi ha mai baciata in quel modo, nessuno mi ha mai mandato amore in un bacio.
Sento la scala che ci trascina fino al secondo piano, ma mi sembra di stare per toccare il Paradiso.
 
Stai al gioco…
Improvvisamente quelle parole diventano amare e di conseguenza anche il sapore del bacio di Jamie.
Mi stacco da lui violentemente, leccandomi le labbra.
So che Bower non capisce il perché del mio gesto, e infatti sento che cerca la mia mano con il suo mignolo sinistro. Rispondo involontariamente al gesto e sento che il mio anello si scontra contro uno dei suoi emettendo un tintinnio.
Non oso guardarlo. Non oso vedere la sua espressione soddisfatta, dubbiosa, contrariata.
Ma ancora di più non posso vedere i suoi occhi che mi fissano, riflettendo l’amore che prova per me.
Certe cose non si dimenticano, e io volevo ricordarmi quel bacio per come era stato, magnifico e doloroso allo stesso tempo, senza sapere se lui fosse felice e soddisfatto o se si sentisse in colpa.
Non posso sopportare di ricordare quel gesto come un obbligo che lui aveva avuto verso di me.
Ma di che cosa sto parlando? Quale obbligo?
Ero stata io quella obbligata, non lui.
E con questo non voglio dire che io mi sia mai pentita di quel bacio, però…
 << Siamo al piano dell’abbigliamento da donna. Vuoi dare un’occhiata? >> mi chiede inaspettatamente.
Sempre senza guardarlo annuisco e inizio a studiare qualche capo che si trova appeso sulle grucce attorno a me.
Il mio sguardo cade su un vestito giallo a qualche metro da me.
Mollo la mano di Jamie e mi fiondo in quella direzione, afferrando l’appendiabiti.
È un abito di un colore giallo tenue, con la gonna formata da tre sottili strati di tessuto che termina appena sopra al ginocchio in un movimento ondulato. Una pezzo di raso di un giallo più intenso e lucido è situato sulla parte superiore, fasciando in maniera elegante il seno, mentre le spalline sono fatte dello stesso tessuto leggero della gonna e formano sulla schiena uno scollo quadrato.
 << È magnifico… >> sussurro.
 << Confermo. >> approva Jamie, facendomi fare un balzo all’indietro.
Non mi ero resa conto che fosse arrivato alle mie spalle. Guardo il cartellino e, come immaginavo, rimango delusa. Non posso permettermelo, costa troppo.
 << Vai a provarlo. >> mi suggerisce il biondo, ma io scuoto la testa e mi accingo a riappendere l’abito al suo posto.
 << Jamie, costa troppo. È firmato Dolce & Gabbana! >> gli dico, poi capisco le sue intenzioni.
 << No, no, no e poi no! Non permetterò che tu lo faccia! Non voglio che… >>
 << Sam, chiuditi quella cazzo di bocca una volta tanto e fila al camerino! >> mi ordina, rimettendomi l’abito tra le braccia.
E io mi volto, infuriata.


SPAZIO AUTRICE:

Scusatemi davvero per il ritardo! Con sta scuola è un casino aggiornare. 
Comunque anche questo capitolo è arrivato... Finalmente!
Questo è il link della foto da cui ho preso spunto per il vestito: 
http://abitivestitidasera.altervista.org/abiti-sera/dolce-e-gabbana-vestiti-da-sera-collezione-2014-abiti-da-sposa-vestiti-donna-cerimonia

Fatemi sapere che ne pensate e RECENSITE!

RemusTonks98

 
  
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