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Autore: TheDevil    17/10/2014    1 recensioni
Cosa successe ai tempi della Prima guerra sacra? Chi erano i cavalieri del mito? Lo scontro tra Atena e Poseidone
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buonanotte a tutti, benvenuti a questo nuovo Capitolo della Guerra Sacra, ma non mi va di disturbarvi, perciò buona lettura...

Rotta verso Creta


Le coste frastagliate del Sud del Peloponneso erano un rifugio ideale per le navi pirata: Circondate dalle roccie, le baie si aprivano come un abbraccio naturale che accoglieva volentieri le navi in cerca di rifugio.
Sargas conosceva benissimo quella zona e guidò Ganimede a piedi sulla costa, raccontandogli aneddoti della sua vita piratesca, aneddoti a volte divertenti, altre volte tristi, a volte spaventosi.
-Hai avuto certo una vita avventurosa in mare... Io certo non posso dire lo stesso, la mia vera vita è cominciata al servizio di Atena.
Sargas gli sorrise e lo invitò a scendere in una delle tante insenature.
Ferma nell'insenatura, una nave dallo scafo nero e dalle vele azzurre faceva bella mostra di se, sul lato in lettere dorate campeggiava una scritta: Antares.
Sargas emise un lungo fischio e dalla nave che pochi attimi prima pareva assolutamente deserta spuntarono diverse teste e molte, riconosciuto il loro Capitano si affrettarono a scendere dalla nave per rendere omaggio.
-Non stupirti- disse Sargas interpretando correttamente lo sguardo spaesato di Ganimede -in un certo senso a bordo della nave io sono una sorta di divinità per i miei uomini.
-Non essere blasfemo- gli disse Ganimede- ricorda che ho conosciuto due divinità e ti assicuro che nessuna delle due avrebbe perso il suo scontro con il Cavaliere di Acquario-
Sargas scosse le spalle come chi non credesse poi più di tanto e si affrettò a presentargli gli uomini più importanti dell'equipaggio: il timoniere, il suo secondo.
-Allora la nave è pronta a partire?
-Si capitano- gli disse un uomo barbuto e anche abbastanza maturo.
-Bene rotta verso Creta.
Sargas fece strada a Ganimede e lo portò sulla nave, i due si sedettero a poppa, dove le onde si infrangevano sulla polena dell'imbarcazione mentre un ragazzo versava il vino da un cratere dorato dritto nei bicchieri dei due che cominciarono a sorseggiarlo mentre gli uomini della nave si indaffaravano ai remi e alla vela.
-Quanto ci metteremo per raggiungere Creta?
-Qualche ora con il favore del vento, ma non è il vento a preoccuparmi, i mari sono diventati pericolosi, dovremo combattere per arrivare a destinazione, ma visto che il fantastico Cavaliere è qui a bordo, sicuramente non avremo problemi.
Ganimede lo guardò severo; per Sargas pareva essere tutto un gioco, tra i due il più maturo sembrava essere Ganimede: -I nostri cosmi potrebbero attirare più guai di quanti vorremmo, sta in guardia.
Dopo alcune ore, la terraferma era lasciata alle spalle e davanti a loro si estendeva solo l'azzurro del mare mentre l'unico rumore era quello dei rematori che infrangevano la superficie del mare e che creavano un ritmo ipnotico e Sargas più volte si era appisolato, mentre Ganimede sentiva la tensione di trovarsi all'interno del territorio nemico e si sentiva teso.
La minaccia si presentò come un'increspatura che era affiorata alla sinistra della nave, che poteva facilmente essere scambiata per un banco di pesci, ma Ganimede avvertiva che un solo essere stava salendo a galla e anche Sargas si svegliò e vigile come non lo aveva visto fino ad allora, lo affiancò.
-E' bello grosso, speriamo che non attacchi, forse riusciremo a passare inosservati.
Speranza vana: un tentacolo grosso come un uomo ma infinitamente più lungo si avviluppò ad un reme e lo tirò in mare, portando con sé anche uno degli uomini che lo stavano utilizzando che scomparve nei flutti.
il secondo tentacolo si avviluppò su un altro remo, ma stavolta Sargas, veloce come uno Scorpione scattò e punse il tentacolo che si ritrasse istantaneamente, scomparendo negli abissi.
Fu solo un attimo di calma prima che un Calamaro gigante, più grande della nave giungesse in superficie e urlasse tutta la sua rabbia contro la nave e decine di tentacoli cominciarono a strisciare con uomini che adoperavano delle lance per colpirli e respingerli in qualche modo, ma solo le Cuspidi Scarlatte di Sargas riuscivano a fermare il kraken che cercava di portare con se la nave.
Ma le sorprese non erano di certo finite, prima che Sargas e Ganimede potessero accorgersi sulla nave si era presentato uno sconosciuto in armatura dorata.
-Io sono Miogar del Kraken, generale degli Abissi del Dio Poseidone, non potete navigare in questo mare servi di Atena- disse l'uomo protetto dall'armatura d'oro che lasciava scoperto solo parte del viso e gli occhi di colore azzurro e la carnagione pallida, insieme agli occhi azzurri lo facevano apparire come un barbaro venuto dal Nord.
-Io servo di Atena sono- disse Ganimede -e del Dio Poseidone sono nemico e attraverserò questo mare che tu lo voglia o no, affari importanti mi chiamano a Creta.
-Io non servo Atena, ma non sono servo di Poseidone eppure hai attaccato questa nave e già due dei miei uomini sono morti e io non posso lasciare questo affronto impunito, preparati a combattere Miogar del Kraken.
Sargas partì all'attacco, colpendo sull'armatura con il dito che però non riuscì a forare la protezione, anche perché la mano di Miogar era andato ad afferrare quella di Sargas.
-Ben poca cosa sono i protettori di Atena mi pare, se non sai fare molto di più, è meglio che ti fai da parte- disse spingendolo indietro.
-Non posso lasciar perdere, io combatterò per i miei uomini.
-Lascia perdere Sargas- si intromise ganimede - non avendo l'armatura potrai fare ben poco contro di lui, pensa ad aiutare i tuoi uomini, a lui ci penso io.
Sargas aveva voglia di protestare ma qualcosa nello sguardo di Ganimede lo convinse a voltare le spalle e a raggiungere i suoi uomini.
Ganimede invece dal canto suo chiamò a sè l'armatura di Acquario che obbediente si dispose sul corpo del suo proprietario che prese la posa da combattimento.
-Io sono ganimede Cavaliere di Acquario e servo di Atena- disse richiamando il freddo cosmo.
-Cristalli di ghiaccio- urlò Miogar lanciando il primo colpo che Ganimede fermò con i palmi delle mani aperte.
-Tutto qui quello che sai fare servo di Poseidone? Forse l'acqua del tuo mare non può competere con il ghiaccio del mio Cosmo eccoti un vero colpo ghiacciato: Polvere di diamanti- il colpo di Ganimede colpì in pieno Miogar spingendolo all'indietro fino a colpire il parapetto della nave, eppure protetto dall'armatura egli non cedette e guardò di nuovo Ganimede.
-Il tuo cosmo è freddo cavaliere ma ancora grezzo, ben più bassa temperatura dovrà raggiungere il tuo colpo prima di poter danneggiare la mia Scale, bagnata nel sangue di un Kraken dei mari del Nord, ma la tua armatura sarà forse in grado di respingere invece il freddo polare degli abissi del Nord?
Miogar assunse una diversa posizione, unendo in cielo le braccia e poi dirigendole verso Ganimede: questa volta l'aria che lo investì era molto più fredda e ganimede fu costretto a incrociare le braccia davanti al corpo per proteggersi.
-Allora Cavaliere che ne dici? Il mio colpo è abbastanza freddo per te?
-No, non lo è- rispose Ganimede mostrando il sorriso sornione al suo nemico -In verità il tuo colpo è freddo e potente, ma non abbstanza a danneggiare la mia armatura- Ganimede assunse a sua volta la posizione con le braccia unite sopra di sé e le gambe aperte; in quel momento si ricordò che il suo totem dell'acquario formava una brocca utilizzando i bracciali dell'armatura e senza pensarci unì le mani come se formasse una brocca e sentì il suo cosmo innalzarsi, finché fu pronto e lanciò il suo colpo più potente: -Esecuzione dell'Aurora-
Anche Miorgar cercò di difendersi dal colpo che lo investì in pieno e pose le braccia protette dell'armatura in modo che assorbissero il colpo.
-Pare che il tuo colpo non abbia sortito molti più effetti del mio- constatò Miogar sollevato.
-Sei forse cieco generale? Guarda bene i tuoi bracciali- I bracciali dell'armatura di Miorgar in effetti erano ancora integri, ma ad uno sguardo attento si notava come delle piccole crepe si erano create e queste crepe erano piene di ghiaccio.
-Come è possibile si chiese Miorgar, nello stesso istante in cui i bracciali si sbriciolarono, lasciando le braccia dell'uomo nude, esposte all'attacco di Ganimede -Non importa Cavaliere di Atena, questa non è l'ultima volta che ci scontreremo e veloce come un fulmine, prima che Ganimede potesse fare qualcosa scavalcò il parapetto e si lanciò nel mare, dal quale fu inghiottito.
La vittoria di Ganimede però aveva avuto un prezzo catastrofico: dieci uomini sulla nave erano morti o divorati dal Kraken o finiti in mare.
Anche l'orgoglio di Sargas era stato sminuito dalla lotta che aveva sostenuto con Miorgar e da cui era uscito sconfitto su tutta la linea.
Fu lo stesso Sargas a raggiungerlo e con le lacrime agli occhi lo guardò e incerto sul come affrontare l'argomento che gli stava a cuore, lo guardò in silenzio, sperando che ganimede capisse.
-La mia Cuspide Scarlatta è stata inutile: sono davvero così debole se paragonato agli altri Cavalieri?-
Il senso di impotenza poteva essere una grossa spinta ad accettare la causa di Atena, ma Ganimede aveva promesso di essere sincero, quindi con sincerità rispose :-Non esiste una grande differenza tra cavalieri: Esiste però una differenza tra cavaliere con armatura e Cavaliere senza: le armature non sono solo corazze difensive che ci permettono di sopportare colpi che altrimenti sarebbero fatali:, esse sono il tramite tra il nostro Cosmo interiore e la forza della Costellazione che ci guida, quando le indossiamo siamo più potenti, è anche questo il motivo per cui ci è vietato indossare l'armatura contro avversari che ne sono sprovvisti.
-Tu dici che anche io sono destinato ad indossarne una?- chiese Sargas e dal tono della sua voce capì di come questi fosse disposto finalmente ad abbracciare la fedeltà ad Atena.
-Il tuo Cosmo è molto potente: una delle armature sarà tua-
-Allora verrò ad Atene con te, ma adesso andiamo, ci sono compagni da ricordare.
Ganimede assentì in silenzio e bevve alla salute dei dieci uomini che quel giorno avevano trovato la morte.
Era passato tempo e Sargas era completamente ubriaco, quando se ne uscì con la richiesta che Ganimede si aspettava:
-Miorgar- disse Sargas - Non devi toccarlo, per i miei compagni sarò io stesso ad ucciderlo.



Angolo dell'Autore
Allora? Vi è piaciuto lo scontro? Ho cercato di rimarcare lo stile di Saint Seiya, con i lunghi dialoghi durante gli scontri, non mi piace particolarmente, ma va bene XD... Abbiamo fatto conoscenda di Miorgar del Kraken, secondo Generale degli abissi che compare e che se ne scappa con la coda tra le gambe :P ma non importa...
   
 
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