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Autore: HZLNL_1D    17/10/2014    9 recensioni
Dopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persona, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore.
Ti abitui alla solitudine, oltre a quella esteriore, anche a quella interiore, che è peggio.
Impari a fare affidamento solo tu stesso.
È così la vita: ti toglie e ti da.
Sta a te trovare un modo per sopravvivere.
Qualcuno, per cui sopravvivere.
_______________________________
Dicono che gli opposti si attraggono.
Ma se per una volta, fossero due persone apparentemente diversi ma così profondamente uguali ad attrarsi?
Dalla storia:
"Allora, vado così ti lascio sola."
"Tanto ci sono abituata."
"Ok, vado."
"Ho detto che ci sono abituata, non che mi piace."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Starry Sky


“Smettila, Haley! Ti ho vista con Irwin fuori!” 
Haley rimase sconcertata dall’inattesa rabbia di Josh. L’aveva visto sempre con il sorriso sulle labbra e con un tono pacato. Ma la vena che pulsava sul suo collo, le mani strette in due pugni e la mascella serrata le fecero capire che questo era un Josh con cui non aveva mai avuto nulla a che fare. 
“Josh, non c’è motivo di fare così. Se mi ascolti ti spiego tutto..” la voce di Haley uscì sommessa. 
“Haley non c’è nulla da spiegare. Devi solo dirmi cosa ci faceva quel ragazzo fuori casa nostra, con te!” Josh si passò nervosamente una mano tra i capelli, scompigliando il ciuffo castano. 
“Sono davvero andata a fare da baby-sitter a una bambina, Josh. Solo che è sua sorella. Capisco che Ashton non abbia una buona nomina, ma  a me non ha fatto niente. Penso che il tuo comportamento sia… eccessivo.” Haley alzò lo sguardo, posandolo timidamente su Josh che adesso sembrava essersi calmato. 
“Haley siediti, devo spiegarti una cosa.” Josh cercò di ricomporsi, raccolse la sedia precedentemente caduta a terra e si sedette. 
Haley, ancora confusa e agitata, lo imitò. 
“il primo giorno in cui sei venuta qui, ti ho detto di stare alla larga da quel ragazzo, ricordi?” Josh si fermò e Haley si limitò ad annuire, così Il ragazzo riprese il discorso “Quindi te lo ricordi. E non capisco perché tu non mi dia ascolto. Devi stare lontana da quel ragazzo Haley, lui è..” 
Haley vide Josh arrestarsi di colpo, come se stesse per dire qualcosa di troppo. Fu in quel momento che capì che qualcosa non andasse, che ci fosse di più oltre al ‘è un ragazzo che non fa per te’. 
“Lui è cosa?” lo intimò Haley.
“Lui… Devi stargli lontano. Non so quando, come o perché tu abbia cominciato a fare da baby-sitter in casa Irwin, ma sono sicuro del fatto che non ci metterai più piede.” Il tono rigido di Josh fu una novità per Haley, ma ciò che la fece restare fu l’imposizione di Josh.
Non poteva privarla di fare ciò che voleva, almeno non senza un motivo valido.
“Non puoi.” rispose semplicemente, stringendo le mani sulle sue gambe in due pugni.
“Posso, Haley. Lo faccio per il tuo bene.” 
“Okay, allora facciamo così.” Haley si fermò un momento, insicura se continuare o meno. Voleva a tutti i costi delle risposte, ma sapeva anche di aver paura della verità. Sapeva che c’era qualcosa che avrebbe potuto scoprire di Ashton che non le sarebbe piaciuto. Non riusciva a capire il motivo, ma c’era quel qualcosa che l’attirava in lui. Voleva scoprirlo: il suo passato, il suo vero carattere, lui. “Io smetterò di avere a che fare con Ashton e la sua famiglia, solo se tu mi dirai il vero motivo, Josh.” 
Quest’ultimo sbarrò gli occhi, notevolmente sorpreso dall’astuzia della ragazza. Non poteva rivelarle nulla, non ora. Forse mai. 
“Lui..” Le parole gli morirono in gola e il suo sguardo vagava per la stanza nella speranza di guadagnare tempo, di trovare le parole giuste. “Lui è un ragazzo strano, Haley. So che tu questo lo sai bene. Lui.. È pericoloso. Ti faresti del male, Haley.” 
Haley sospirò e sentì gli occhi velarsi di lacrime. Aveva di fronte l’unica persona a cui aveva dimostrato il suo affetto dopo due anni di apatia e adesso quella stessa persona le stava mentendo. Perché lei lo sentiva, c’era qualcosa che lui le stava omettendo. Qualcosa di importante, probabilmente. 
“Per me abbiamo finito, Josh. Spero tu ti sia calmato.” Haley si alzò, con lo sguardo sulle sue Vans e le mani intrecciate. Il nodo che le si era formato alla gola le faceva male e gli occhi erano ormai al punto di un lungo pianto. Voleva salire in camera sua al più presto, non voleva crollare sotto il suo sguardo. 
“Haley, aspetta.. Io..” Josh cercò di fermarla, ma Haley lo ignorò aumentando il passo e salendo rapidamente in camera sua. 
Si lasciò cadere sul letto e le lacrime cominciarono a rigarle fastidiosamente il viso, bagnando anche le coperte che coprivano il letto. 
Sapere che Josh le stesse mentendo, nascondendole informazioni, le faceva male. Era questo ciò di cui aveva paura, affezionarsi alle persone. Perché la realtà è che le persone a cui vogliamo bene sono quelle a procurarci maggior dolore. 


“Davvero, sei simpatico. Hai già bevuto a quest’ora?” lo derise Calum, mentre continuava a giocare alla console. 
“Calum, continua e ti prendo a pugni. Seriamente.” Ashton si sdraiò completamente nel letto dell’amico. “Molla quel cazzo di joystick e dammi quel cazzo di numero!” 
“Quindi non stai scherzando?” chiese il moro, mettendo la partita in pausa e rivolgendo completamente l’attenzione al moro.
“Credi che se stessi scherzando sarei rimasto a chiederti il numero da tipo.. Uhm, un’ora!? Calum, seriamente. Adesso dammi quel numero.” Ashton alzò impazientemente gli occhi al cielo. Già il solo fatto di dover chiedere il numero di una ragazza al suo migliore amico lo irritava, ancora di più il fatto che Calum la tirasse così tanto per le lunghe. 
“Non potevi chiederlo a lei?” Calum si alzò, sedendosi poi di fronte all’amico.
“Non sei mai stato così irritante in tutta la tua vita, questo lo sai Calum?” proferì velenosamente il biondo, facendo sghignazzare l’amico che però tornò subito serio.
“Ashton non posso darti il suo numero.” Calum adesso era serio, lo pensava davvero. Non sapeva come Haley l’avrebbe presa e sicuramente non voleva litigare ancora con lei. Una volta gli era già bastato, probabilmente per sempre. 
“Calum, forse non hai capito. Tu devi darmelo. Devi.” Ashton calcò sull’ultima parola, tirandosi a sedere. Il suo sguardo penetrante si posò sul volto del moro, che però non fece una piega. Ormai questi metodi con lui non funzionavano, probabilmente non avevano mai funzionato, perché lui conosceva il vero Ashton. Ma adesso Ashton si stava davvero irritando. Voleva quel numero, voleva portarla fuori, voleva stare da solo con lei. 
“E sei lei venisse a sapere che sono stato io a dartelo? E poi francamente Ashton, chi se non io? Sono l’unico amico che avete in comune.” disse ovvio, incrociando le braccia al petto. “Non voglio litigare con Haley, Ash.”
“Non litigherai con la tua cazzo di amichetta, okay? Non lo scoprirà. Sarà una mia responsabilità, promesso. Ma adesso, potresti darmi quel numero?” Ashton provò ad ammorbidire i toni, perché era davvero sul punto cruciale. 
Dopo qualche sospiro di troppo, Calum diede il numero di Haley al suo amico, sperando di non star facendo la cosa sbagliata. 
“Dove la porterai?” gli chiese Calum, lasciandosi scivolare sullo schienale della comoda sedia.
“Non lo so.” Ashton rispose senza alzare lo sguardo dallo schermo dal cellulare.
“Perché vuoi portarla fuori?” 
“Non lo so.”
“Perché l’hai baciata?”
“Non lo so.”
“Perché non ammetti di essere uno stupido?” ghignò Calum.
“Non lo s-.” Ashton si fermò di colpo, capendo il gioco del moro. Gli rivolse uno sguardo truce, cercando di trattenere un sorriso. “Calum stai davvero rischiando grosso. Non credo che Janelle ti vorrebbe ancora con la faccia gonfia e viola.” 
Calum scosse la testa e rise, facendo ridere anche Ashton. Si stupì del fatto che Ashton si lasciò andare in una risata tranquilla, liberatoria. Per un attimo pensò di avere davanti l’Ashton di due anni fa. 
Forse, sarebbe potuto tornare. Forse, non tutte le speranze erano perse. 


Spense la luce dell’abat-jour, rifugiandosi poi sotto le coperte dalla fresca aria che accompagnava la sera. 
Haley sapeva per certo di avere gli occhi rossi, li sentiva ancora bruciare a causa del lungo pianto. Josh aveva tentato più volte di entrare, ma lei lo aveva ignorato. Voleva bene a Josh, ma voleva che lui fosse sincero con lei. Certo, non pretendeva di sapere tutto su qualsiasi argomento, ma pretendeva di sapere tutto su Ashton. Non perché ci fosse un motivo apparentemente valido alla fine, ma sentiva qualcosa di diverso nei confronti di quel ragazzo.
Era così strano e imprevedibile, così confusionario. Ma lei voleva conoscerlo, e si promise di trovare un modo. 
Un ronzio proveniente dalla superficie del legno del suo comodino, la distolse dai suoi confusi pensieri. Prese il cellulare e sblocco fiaccamente lo schermo del cellulare.
1 messaggio.

Da: Sconosciuto. 

Domani uscirai con me. 
Buonanotte, Bennet.


Non le volle molto per capire chi fosse il mittente. Il messaggio era ben chiaro. Inconsapevole che le sue guance assunsero un colore roseo, rimase a fissare allibita lo schermo dell’iPhone. Incerta su cosa scrivere, decise di non rispondere. Quel messaggio le aveva fatto accattonare la discussione con Josh, riportando a galla gli episodi della serata. E si addormentò ancora una volta con quei occhi verdi ancora impressi nella mente e il ricordo di quelle labbra morbide sulle sue.

La sveglia suonò al solito orario e Haley si alzò, pronta per la solita routine mattutina. Quella mattina il suo stomaco era particolarmente sottosopra, probabilmente a causa della situazione con Josh e anche di ciò che sarebbe successo durante la giornata.
Ashton le aveva detto che sarebbero usciti e lei non riusciva a capire come fosse possibile. Le era impossibile anche solo immaginare un’uscita tra loro due, non erano amici e forse a malapena conoscenti se così poteva definire il loro “rapporto”, ma qualsiasi cosa fosse non metteva da parte il fatto che ogni loro incontro si concludeva con un litigio. 
Erano solo le 7 del mattino e la sua testa martellava già incessantemente. Sbuffò, passando nervosamente il pettine tra i capelli bagnati. Li asciugò in fretta e senza curarsi di come sarebbero venuti, quello sarebbe certamente stato il suo ultimo problema in quel momento. Tornò in camera in accappatoio e prese il cellulare. Era palesemente nervosa e aveva bisogno della sua migliore amica. Le scrisse velocemente un messaggio in cui le augurava una buona giornata e le chiedeva di parlare dopo scuola. 
Indossò velocemente un paio di skinny jeans blu strappati al ginocchio e una maglietta a maniche lunghe con una stampa davanti. Mise le Vans nere e dopo essersi assicurata di aver preso tutto l’occorrente, scese titubante al piano di sotto.

Entrò in cucina, trovando un Josh pensieroso seduto al tavolo da pranzo con le mani incrociate poggiate sul legno. 
“Ciao. Io uhm, se sei pronto possiamo andare.” Haley non fece incrociare i loro occhi, incerta su come comportarsi. 
“Haley, prima preferirei parlare di ieri sera..” Josh si alzò, ma Haley scosse velocemente la testa alzando lo sguardo dalle sue mani. 
“No, Josh. Davvero, va bene così. È tutto ok.” mentì. 
“Haley, sappiamo entrambi che non è tutto ok. Io non voglio che tu stia con quel ragazzo.” 
“Josh, ho capito. Ma non ho intenzione di parlare ancora di questo.” Haley si fece forza e posò le sue iridi azzurre su quelle del ragazzo, tanto simili ai suoi. Passarono dei secondi a fissarsi, poi Josh sospirò e prese le chiavi. 
Haley tornò a respirare, contenta di non dover affrontare nuovamente l’argomento. 

Il viaggio in macchina fu angosciosamente silenzioso. La Range Rover accostò di fronte al grande cancello della Richmond e Haley biascicò un flebile “Ciao”, affrettandosi poi a scendere dalla macchina. 
“Haley, aspetta.” La voce di Josh fece risuonare la frase quasi come una supplica, facendo automaticamente inchiodare al suolo i piedi di Haley. Deglutì, sperando che Josh non tornasse all’argomento. 
“Vengo a prenderti io all’uscita, okay?”
“Veramente.. Oggi Calum vorrebbe accompagnarmi, non preoccuparti.” Haley fece un leggero cenno della testa, per poi voltarsi e procedere a passo spedito verso il cortile dell’Istituto.

Calum svoltò l’angolo del corridoio, subito dopo aver concluso la chiamata con la sua ragazza. Dire che gli mancava era poco, e questo lo sorprendeva. 
“Tu e la tua ragazza siete da diabete, fattelo dire.” borbottò Ashton, che camminava taciturno al suo fianco.
“Non fare lo stronzo, Irwin.” rise Calum, dandogli una scherzosa pacca sulla spalla. “Piuttosto.. Adesso vado a cercare Haley, ci vediamo dopo in classe?”
“Vengo con te.” asserì Ashton, lo sguardo fisso davanti a lui e la mascella contratta. 

Haley chiuse l’armadietto con una botta secca. Si girò con lo sguardo fisso sul cellulare e andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. 
Non seppe se fu il colletto strappato della maglietta grigia o il profumo inconfondibile a farle capire che aveva appena sbattuto contro il petto di Ashton. 
Alzò lo sguardo, con il viso in fiamme, facendo incontrare le sue iridi azzurre con quelle verdi del ragazzo. Si concesse del tempo per osservare il suo viso, le labbra serrate e la mascella contratta. E mentre si perdeva ad osservarlo, si chiedeva cosa potesse nascondere di così oscuro un ragazzo così bello. 
“Haley, piccola.” Una voce fin troppo conosciuta, la fece distogliere dai suoi pensieri. Distolse lo sguardo dal biondo, notando solo in quel momento il suo migliore amico. 
“Cal.” Gli sorrise e si buttò tra le braccia del moro, sentendo quella sicurezza, di cui aveva bisogno, avvolgerla. 
Dopo che sciolsero l’abbraccio, Haley gli rivolse un timido sorriso. Poi guardò Ashton, indecisa sul da fare. Il comportamento del ragazzo era freddo come sempre, e per l’ennesima volta Haley si chiese se si trattasse della stessa persona che le avesse detto che sarebbero usciti insieme quella stessa sera. 
Ashton ricambiò lo sguardo, però più freddamente. La sua espressione non lasciava trapelare nessuna emozione mentre esaminava dalla testa ai piedi la ragazza soffermandosi poi più del dovuto sul viso di lei, facendola sentire a disagio. 
Haley odiava essere  fissata più del dovuto, ma quello sguardo penetrante la stava intimidendo per altro. Si sentiva scoperta, troppo esposta, sotto quegli occhi verdi.
Lasciò andare un sospiro di sollievo quando Ashton distolse lo sguardo da lei, non capendo però cosa stesse facendo adesso. Lo vide chinarsi leggermente verso Calum e sussurrargli qualcosa all’orecchio.
Haley non riuscì a sentire nemmeno una parola del ragazzo, quindi si limitò ad osservare attentamente il viso del moro magari per poter capire qualcosa dalla sua espressione.
Calum aggrottò la fronte e puntò i suoi occhi scuri in quelli azzurri di Haley, che lo osservava confusa.
Quando Ashton si allontanò da Calum, quest’ultimo strinse la mano destra in un pugno fino a fare diventare bianche le nocche.
“Hai pianto.” Asserì il moro.
“N-no.. Io..” Haley fu sorpresa. E in quel momento si maledì per non aver cercato di sistemare il suo viso con del trucco, per nascondere gli occhi rossi causati dal lungo pianto.
“Haley non è una domanda. So che è così, puoi dirmi cosa è successo? Sai che odio le bugie.” 
Haley guardò prima Calum, poi Ashton e poi di nuovo Calum.
“Me ne vado. Ciao Calum.” Ashton parlò prima ancora che Haley potesse dire qualcosa e la ragazza gliene fu grata. “A stasera, Bennet.” Ashton le rivolse il solito sguardo inespressivo, dando poi le spalle ai due per addentrarsi tra la folla di studenti che occupava i corridoi.
“Credo proprio che il professore Scott dovrà fare a meno della nostra presenza.” asserì il moro, prendendo per la mano Haley per poi dirigersi a passo svelto fuori dall’edificio. 

“Quindi l’agente Bennet vi ha visti insieme?” le  chiese Calum dopo qualche minuto di riflessione. Haley gli aveva raccontato tutto, con gli occhi lucidi e la voce tremante. 
Haley annuì ancora una volta e poté giurare di aver visto un lampo di preoccupazione negli occhi del moro.
“E.. insomma ti ha detto perché?”
“No Calum.” Haley scandì bene ogni parola, stanca di tutto questo. Se Calum sapeva qualcosa lei voleva venirne a conoscenza. Ma si riguardò due volte prima di chiedere esplicitamente tutto al moro, in fin dei conti non avrebbe saputo come giustificare questo suo interesse nei confronti di Ashton. Avrebbe semplicemente potuto chiudere con lui, non che ci fosse qualcosa, ma avrebbe anche potuto smettere di far incrociare i loro sguardi e far contento Josh. Ma a lei di ignorare quegli occhi verdi non andava, non più. “Mi ha solo detto che non è un ragazzo affidabile, tutto qui.”
“Capisco.” Calum aveva lo sguardo perso nel vuoto e la ragazza lo aveva notato.
“E tu?” 
“Io cosa?” 
“Non hai nulla da dire?” Haley tirò le ginocchia al petto, poggiandoci sopra il mento.
“Haley te l’ho sempre detto e continuerà a dirtelo. Non farmi domande riguardanti Ashton, non voglio mentirti e su di lui non posso dirti niente.” Lo sguardo del moro era serio, ma il tono molto più dolce e meno preoccupato di prima. “Questa sera uscirete no?” 
“A quanto pare.” sbuffò Haley.
“Bene, chiedi a lui. Ma non far uscire la giornalista che c’è in te, Ashton è facilmente irritabile.” ghignò Calum, facendo sorridere anche Haley, che però smise di colpo. Solo in quel momento realizzò davvero che avrebbe dovuto passare un’intera serata con quel ragazzo. L’agitazione prese il sopravvento, e le sue guancie divennero improvvisamente rosse. 
“Haley?” Chiese Calum preoccupato, smettendo subito di ridere.
“Non posso.” Haley puntò le sue iridi azzurre in quelle castane del ragazzo, sgranando impercettibilmente gli occhi per il nervoso.
“Cosa Haley? Cosa non puoi?” 
“Non posso uscire con Ashton.”


“Cazzo, Haley! Ma cosa..!? Haley non puoi semplicemente segregarti in casa e dargli buca!” urlò esasperata Janelle, dall’altra parte del telefono.
“Ma non posso nemmeno stare con lui!” urlò Haley di rimando, gettandosi a peso morto sul letto.
“Perché no? Haley io credo che..”
“No.” La interruppe Haley, prima ancora che potesse finire la frase.
“Haley! Io credo che-..”
“No.”
“Haley dannazione! Interrompimi di nuovo e giuro che ti faccio diventare bionda!” urlò esasperata Janelle, facendo alzare gli occhi al cielo ad Haley. “Ascoltami. Io credo che tu e Ashton possiate passare del tempo da soli senza uccidervi.”
“Al massimo sarà lui ad uccidere me.” disse sarcasticamente, ma evidentemente l’unica a trovare, più o meno, divertente quest’affermazione era stata lei.
“Ma piantala, mosca! Sai benissimo che Ashton non ti farebbe mai del male.” tagliò corto la bionda.
“Lo so, Janelle.” Rispose sbuffando Haley e lo pensava davvero.
“Ok, bene. Adesso vai a prepararti.” le ordinò dolcemente.
“Jane..”
“Haley, vai. Sono sicura che muori dalla voglia di sapere perché ti ha invitato ad uscire.” 
“Se proprio dobbiamo dire come stanno realmente le cose, Ashton non mi ha invitato ma mi ha praticamente ordinato.” Puntualizzò Haley, scocciata.
“Haley!” La riprese ancora una volta Janelle, però questa volta Haley la sentì ghignare e così sorrise anche lei di rimando. 
“Okay, vado a prepararmi. Ti aggiornerò.” 
“Brava, sta attenta Haley. Ti voglio bene.” Il tono dolce della bionda la fece sorridere d’istinto. Non erano quel tipo di ragazze che si scambiano frasi sdolcinato ogni secondo, perché non ne valeva la pena. Sapeva già quanto una fosse di vitale importanza per l’altra. Senza Janelle, Haley era niente e Janelle senza Haley era niente. Era così ormai, niente avrebbe potuto separarle. Avevano costantemente bisogno una dell’altra.
“Ti voglio bene, Jane.” 
La chiamata si concluse lì, così Haley decise di farsi una doccia e cominciare a prepararsi.

Finì la doccia, che sarebbe dovuta essere rigenerante, ma era servita solo a dare più spazio ai pensieri di Haley peggiorando così il suo stato d’animo. Aveva avuto più e più idee di come sai sarebbe potuta svolgere la serata, ma non sapeva se anche una sola di queste si addicesse ad Ashton. Perché era così, loro non si conoscevano. Lei sapeva a malapena qualcosa su di lui, ma non sapeva se poteva dire lo stesso di lui. Probabilmente non si era mai interessato a lei, o alla sua vita prima di Hornsby. E ne era contenta, da una parte.
Aprì l’armadio e decise di indossare un top aderente in jersey grigio e con la scollatura sagomata, dei jeans neri stretti e scelse i stivaletti neri col tacco 12 da abbinare. Non sapeva dove sarebbero andati, quindi pensò che quel abbigliamento fosse più sicuro. 
Si spostò dal grande armadio allo specchio all’angolo della camera, vicino il letto, e si truccò leggermente. Non avrebbe voluto passare la serata a preoccuparsi della matita sbavata o del rossetto, quindi decise di fare solo una sottile linea di eye-liner, mettere un po’ di mascara e del lucido sulle labbra.
Non appena finì di sistemare la camera, sentì il suo telefono vibrare sulla scrivania.

Da:Sconosciuto
Scendi, ti sto aspettando.



Non era un numero che aveva salvato, e non c’era nemmeno alcuna firma, ma sapeva bene chi fosse. Solo quando bloccò nuovamente lo schermo del telefono si rese conto di star trattenendo il respiro e che i suoi battiti erano notevolmente aumentati.
Sentì l’ansia tornare e dovette sedersi un momento per riprendersi. Non sapeva davvero cosa aspettarsi da un tipo imprevedibile come Ashton.
Dopo essersi assicurata di aver riacquisito un po’ di calma, si alzò e aprì per l’ultima volta le ante del suo armadio estraendone dall’interno la sua giacca di pelle nera, per poi sfrecciare giù.

“Dove vai?” Josh la colse di sorpresa, facendola leggermente sussultare. Pensava avesse avuto il turno di pomeriggio, quindi non si era preparata nessuna scusa per giustificare la sua uscita.
“Uhm, esco.”
“Con?”
“Esco.” Ripeté freddamente Haley e uscì di fretta, cercando di ignorare i sensi di colpa che avevano deciso di assalirla subito dopo lo sguardo dispiaciuto di Josh.

Il vento le soffiava piano tra i capelli, spostandole qualche ciocca sul viso. Haley rimase ferma alla fine del vialetto della casa, cercando Ashton con lo sguardo, ma non lo vide. Il tempo di chiedersi dove fosse, che sentì il telefono vibrarle nella tasca anteriore dei jeans.
1 nuovo messaggio. 

Da: Sconosciuto.
Ti sto aspettando nella traversa dopo casa tua.
 

Lesse più volte il messaggio, sperando che Calum non gli avesse riferito nulla di quello che gli aveva raccontato. Si ritrovò ancora una volta a dubitare di Calum, ma l’ansia per la reazione di Ashton era troppa per scartare ogni idea.
Ripose l’iPhone in tasca, e stringendosi nella sua giacca di pelle, raggiunse a grandi falcate la traversa dopo casa sua, e lo trovo lì.
Si avvicinò, diminuendo la velocità, per prendersi tutto il tempo che le serviva per osservarlo. 

Haley vide  gli occhi del ragazzo puntati su di lei. La solita espressione impassibile, gli occhi freddi e tra le labbra una fastidiosa sigaretta. 
I skinny jeans neri fasciavano perfettamente le sue lunghe gambe. Indossava una maglia grigia con lo scollo a V e a maniche lunghe. I suoi ricci biondo scuro gli cadevano sulla fronte e una volta che furono uno di fronte all’altro, Haley si ritrovò a combattere con la voglia di passare una mano tra quei capelli.
Il ragazzo continuava a fissarla, senza lasciar trapelare nessuna emozione. E in quel momento Haley si pentì di non aver opposto anche un minimo di resistenza, pur di non ritrovarsi li. 
“Ciao.” La voce di Haley fu appena udibile, tanto che Ashton pensò di averla immaginata. Non rispose, però. Guardò un’ultima volta le iridi azzurre della ragazza e ci vide preoccupazione e ansia. 
Per un attimo, Ashton pensò a come sarebbe stato vedere quei occhi felici. Come sarebbe stato vederli accompagnare dei sorrisi. Si chiese se un giorno sarebbe mai riuscito a vedere la ragazza felice che aveva visto nelle foto sul telefono di Calum.
Ma pensò che non sarebbe stata una cosa possibile. Perché quando era con lui, quei pozzi azzurri, erano sempre velati da paura.
Distolse lo sguardo da quei occhi che gli ricordavano l’oceano. Lui non era pronto a nuotare. Si sarebbe affogato, lì dentro.
Prese l’unico casco che possedeva e lo passò alla ragazza, senza però guardarla.
Haley lo prese titubante, girandoselo più e più volte tra le mani.
“Mettilo, così possiamo andare.” la voce di Ashton la sorprese, ma fu felice di sentirla. Odiava quel silenzio che aveva creato tra di loro, la faceva sentire come se fosse nel posto sbagliato.
E forse lo sei. Cacciò via quel pensiero e si concentrò nuovamente sul ragazzo di fronte a lei, che si guardava intorno aspettando che lei indossasse il casco.
“E tu?” Chiese lei, dando voce ai suoi pensieri.
Ashton sbuffò, alzò gli occhi al cielo mentre borbottava qualcosa, puntando poi le sue iridi verdi sul viso della ragazza. “Mettilo.” Ringhiò duramente, incrociando le braccia al petto. 
Haley sentì le guance tingersi di rosso e la rabbia prendere il sopravvento, ma lo sguardo intimidatorio del biondo bastò per farle mordere la lingua e non iniziare quella che sarebbe diventata una vera e propria discussione.
Tirò indietro i lunghi capelli, mettendo poi il casco. Lo chiuse accuratamente, con qualche difficoltà.
“Va bene così?” Chiese acidamente e giurò di aver visto il biondo trattenere un sorriso mentre saliva sulla moto. Haley scosse la testa, salendo poi con qualche movimento goffo. Quando furono entrambi in sella, Ashton mise in moto la Harley, e il motore ruggì quando lo accese.
“Tieniti” le disse Ashton con un ghigno sul volto e uno strano luccichio negli occhi che bastò per far capire ad Haley che non si sarebbe preoccupato dei limiti di velocità. Cercò qualcosa a cui aggrapparsi, ma le dita le scivolarono dalla pelle del sedile al fanale di plastica. Con una mano Ashton, prese prima la mano destra di Haley e poi la sinistra, e se le mise attorno alla vita. Haley s’irrigidì e cerco di tirare indietro le mani, ma Ashton rafforzò la presa sui polsi.
“Non ci pensare nemmeno. Tieniti a me e non mollare la presa. Non ho intenzione di fermarmi e raccoglierti dall’asfalto.” disse spingendo la moto all’indietro con i piedi. Uscì in strada e con uno scatto del polso partì a una velocità esagerata. Haley inizialmente sussultò, stringendo la presa intorno alla vita di Ashton e prendendo il tessuto della sua maglia grigia tra le dita.
Ashton si accorse della reazione della ragazza, così le poggiò una mano sul ginocchio mentre cercava di ignorare le gambe di Haley che si stringevano intorno a lui. 
Haley inizialmente si dimenticò di trovarsi in sella a una moto, la sua attenzione ora era completamente focalizzata sulla mano di Ashton che le stringeva il ginocchio. Sentì la pelle bruciare sotto il tocco confortante del biondo, nonostante la presenza del tessuto che sembrava fare da scudo in quel momento.
“Non avere paura. Alza lo sguardo.” La incoraggiò Ashton. Voleva che lei vedesse ciò che lui amava fare. Voleva che si sentisse come si sentiva lui ogni volta che montava in sella alla sua amata Harley. 
Haley alzò lo sguardo al di sopra della sua spalla, e alcune ciocche ribelli le sferzavano il viso. La velocità con cui si muovevano non le permetteva di vedere le vere condizioni in cui erano le case, le strade e tutte le altre cose che li circondavano, ma questo non la disturbava. La faceva sentire tranquilla, spensierata.
Qualche minuto più tardi, imboccarono a tutta velocità il vialetto d’accesso di una pizzeria. 
Non appena la moto si fermò, Ashton mise la moto sul cavalletto e saltò giù porgendo poi una mano ad Haley, che scese con qualche movimento un po’ goffo che fece divertire il ragazzo.
Haley si sentì in imbarazzo, e la situazione andò peggiorando quando non riuscì a sganciare il casco. 
Vide Ashton scuotere la testa mentre si avvicinava, fermandosi poi a pochissimi centimetri di distanza da lei. Si ritrovarono, così, vicini ancora una volta. Le sfiorò delicatamente il collo, mentre le sganciava il casco, levandoglielo successivamente. Haley deglutì, incapace di staccare i suoi occhi dalle iridi verdi che brillavano nel buio della strada, illuminata da qualche lampione e dall’insegna al neon della pizzeria. 
Ashton avvicinò il suo viso ancora di più, se possibile, facendo sfiorare i loro nasi. Haley pensò che la stesse per baciare, ancora. Ma non si spostò, rimase immobile ad aspettare quel bacio che però non arrivò. Ashton poggiò il palmo della mano destra sul volto di Haley, passandole poi il pollice sulle labbra.
“Non coprirle più con questa roba.” le soffiò a un centimetro del suo viso, allontanandosi poi di scatto.

Haley inizialmente rimase immobile, ad osservare il vuoto. Sentiva ancora il tocco lento sulle labbra e un formicolio sulla guancia. 
Scosse la testa e si lasciò andare in un sospiro, accorgendosi solo in quel momento di aver trattenuto il fiato. 
Alzò gli occhi al cielo, rivolgendo poi lo sguardo verso il biondo che era ormai parecchi passi avanti. 

Ashton entrò nella pizzeria poco affollata, seguito dalla ragazza che camminava con lo sguardo basso nel tentativo di non far notare il rossore sulle sue guance. 
“Va bene lì?” le chiese Ashton, indicando un tavolo che Haley non si degnò nemmeno di guardare mentre annuiva.
Presero posto, uno di fronte all’altro. E solo allora Haley decise di alzare lo sguardo e di guardarsi intorno.
Il posto era carino e accogliente. Le pareti in legno e la moquette rossa rendevano il posto semplice, ma bello. Alcune cornici raffiguranti personaggi famosi addobbavano le pareti. Il loro tavolo si trovava in un angolo del locale, però non molto isolato. Dalla loro posizione avevano l’intera vista dei tavoli occupati per lo più da famiglie o gruppetti di amici.
Sentì il biondo schiarirsi la voce, così puntò lo sguardo su di lui.
“Ti va bene il posto? Il caso..”
“No” lo interruppe “Mi piace.” Fece un sorriso tirato, con il quale sapeva non fosse riusciva a mascherare l’agitazione del momento. Ashton fece un debole cenno con la testa, rivolgendo poi lo sguardo alla sua destra, dove la grande vetrata lasciava intravedere la strada illuminata dai lampioni, il cielo stellato e le fioche luci del porto poco distante da lì.
“Come sta… Lottie?” Azzardò Haley, cercando di dar vita a una conversazione. Odiava quel silenzio e non aveva la minima intenzione di passare la serata con i suoi pensieri. 
“Bene. Le manchi, suppongo.” Rispose semplicemente Ashton facendo troncare così la discussione e mandando in frantumi i tentativi di Haley, che lasciò andare un sospiro abbandonandosi contro il comodo schienale della sedia. 
“Perché hai costruito queste mura, tu?” Haley se ne uscì dal nulla con quella domanda. Ma era decisa a conoscerla, quella risposta. Voleva conoscerlo, quel ragazzo.
Ashton la guardò, gli occhi sgranati e le labbra schiuse. Il respiro accelerato e la mente alla ricerca  di una risposta. 
Haley colse al volo la situazione, sedendosi meglio sulla sedia con i gomiti poggiati sul tavolo e la sua attenzione completamente rivolta al biondo. Fissava quelle labbra come sa da un momento all’altro da li sarebbe uscita la formula magica per la felicità. 
“Ragazzi, volete ordinare?” Un giovane cameriere si avvicinò al loro tavolo, con un sorriso stampato sul volto che però svanì quando vide di non riuscire ad attirare l’attenzione dei due. “Torno dopo, allora.” Il giovane stava per togliere il disturbo, ma Ashton si decise a parlare e approfittare dell’interruzione.
“No, ordiniamo adesso. Grazie.” 
Il cameriere tornò al tavolo e il sorriso raggiante sul volto. Rivolse lo sguardo verso la ragazza, aspettando che gli dicesse la sua ordinazione. Ma non era focalizzata sul cameriere, l’attenzione di Haley. Stava ancora fissando Ashton, non contenta dell’interruzione. Le era passata la fame, a lei. L’unica cosa che desiderava era conoscere quel ragazzo. Il suo passato, il suo presente, lui. 
“Bene, ordinerò io per entrambi allora.” Intervenne ancora Ashton, cercando di non mostrarsi irritato. Lo sguardo della ragazza, quello sguardo indagatore, quegli occhi pieni di desiderio di conoscere, lo stavano irritando. Lo facevano sentire a disagio. I muri che lo circondavano non li aveva di certo creati per vederli crollare, lui.

“Non hai intenzione di toccare il tuo piatto?” Ashton parlò dopo quelli che furono lunghissimi minuti di silenzio. Haley era troppo occupata dai suoi pensieri, per accorgersi che questa fosse senza dubbio l’appuntamento più imbarazzante della sua vita. Non che ne avesse avuti tanti, oltre Andrew. 
“Se non ti piacciono puoi ordinare altro.” Aggiunse il biondo, bevendo un sorso di birra.
“No, no.” Rispose distrattamente Haley, addentando una patatina. “Sono apposto così.” 
“Senti.. La serata non sta andando come avevo previsto.” Sbuffò Ashton, allontanando il suo piatto. 
“E cosa avevi previsto, tu?” 
“Io.. Non lo so.” sbuffò ancora. “Tu.. È colpa tua.” Borbottò, passandosi una mano tra i capelli ricci.
“Colpa mia? Non sono stata io ad obbligarti ad uscire con me.” replicò offesa. 
“Non intendevo questo.. Senti.. Ok. Ricominciamo. Non ho intenzione di far finire la serata qui. A casa non ci voglio proprio tornare, in quella merda. Ti porto in un posto.” Haley trovò insolito sentire uscire tutte quelle frasi così velocemente dalla bocca di Ashton. Era quello sempre calmo e sicuro, lui. Non impacciato e nervoso. 
“Andiamo allora.” Sorrise Haley. 
“Non hai finito la tua..”
“Non ho fame, davvero.” Ed era vero. Era da quando era salita su quella moto che il suo stomaco non faceva altro che ribellarsi. E di mangiare, con quegli occhi verdi davanti, proprio non ne voleva sapere.
“Ok, allora andiamo.” Si alzarono contemporaneamente, e dopo che Ashton pagò il conto si precipitarono di corsa fuori il locale. 
Haley, eccitata di scoprire dove la volesse portare, si diresse in fretta al parcheggio diretta alla Harley del ragazzo. 
“Vieni, andiamo a piedi.” La voce di Ashton la richiamò, facendola tornare indietro. “Non è molto lontano, camminiamo un po’.” aggiunse calmo. Ad Haley piaceva quel tono, quell’Ashton.
Si incamminarono, uno accanto all’altro. Di tanto in tanto le loro spalle si toccavano, ma non importava. Era tutto così diverso. Così tranquillo, ed era bello.
“Dove andiamo?” 
“A vedere le stelle.” Rispose il biondo, dopo aver buttato fuori il fumo. 
Camminarono per quelli che ad Haley sembrarono venti minuti, circa. 
Ma questa volta il silenzio che si era creato tra loro non era imbarazzante. Era un momento colmo di attesa, eccitazione, tranquillità e felicità. Perché si, era felice Haley. Felice di andare a guardare le stelle, dopo tanto tempo. Felice di sapere di avere qualche possibilità a parlare con Ashton. Perché lo aveva visto nei suoi occhi verdi, in pizzeria. Prima che il cameriere li interrompesse, in quei occhi verdi aveva visto un Ashton gridarle ‘Aggiustami’.
Lo avrebbe fatto, lei. Ci avrebbe provato.

Ashton le prese una mano, trascinandola verso una scalinata ripida. Le fece di corsa quelle venti scale, e con il cuore in gola. L’aria fresca che ti entrava dentro e il rumore di onde che si infrangevano contro qualcosa aumentavano il suo improvviso buon umore. 
La piattaforma su cui stavano camminando adesso era leggermente larga, ma sembrava non finire mai. Tantissime barche erano ormeggiate ai bordi del porticciolo sul quale Ashton l’aveva trascinata.
Si fermò di colpo, Ashton. Facendo scontrare Haley contro la sua spalla.
“Questo è il punto perfetto.” Affermò, con lo sguardo rivolto al cielo. 
Haley era troppo presa dal guardare il cielo pieno di stelle, per rispondere. Ashton la guardò e si meravigliò di quanto la trovasse bella sotto la fioca luce che il cielo stellato emanava. 
Si sedette su un blocco di cemento, trascinandola con lui.
“Perché mi hai portata qui?” parlò finalmente Haley.
“Mi piace guardare le stesse.” 
“Anche a me.” Sorrise Haley, voltandosi a guardare il profilo del ragazzo, rivolgendo poi di nuovo lo sguardo al cielo. “Lo facevo sempre, con mio padre.” 
“Adesso non più?” Le chiese Ashton, mentre estraeva un’altra sigaretta dal pacchetto ormai vuoto. 
“No.” Fece spallucce. “Non credi di fumare troppo?” Indicò con un cenno della testa la sigaretta che adesso stava portando alle labbra.
“No.” Disse imitando le sue precedenti azioni.
“Non mi hai risposto.” Fece ad un tratto Haley.
“Vuoi davvero sentire la risposta?” Le chiese Ashton, con un sorriso amaro sul volto.
“Non te l’avrei chiesto, altrimenti.” 
“Non è vero. Secondo me fai anche domande delle quali non vuoi sentire risposta.” Questa volta la piccola risata che uscì dalle labbra del ragazzo era di puro divertimento. Lo pensava davvero, quello che aveva detto. Almeno questo lo aveva capito, di lei.
Guardò la ragazza, che lo guardava imbronciata. Si impose di non sorridere al tenero tentativo della ragazza, aspirando un’altra boccata di fumo dal filtro bianco.
“Facciamo così” buttò fuori il fumo, per poi continuare “Faremo una domanda ciascuno.”
“Allor-…” 
“Comincio io.” La interruppe con un ghigno sul volto che fece perdere ad Haley la voglia di ribattere. Era contenta perché sarebbe riuscita ad avere delle risposte così e questo lato giocoso di Ashton le piaceva. Sentiva che si stava lasciando andare, ma lui ancora non se n’era accorto. 
“Bene, inizia.” Affermò Haley, sopprimendo un sorriso e poggiando la testa sul muro dietro di lei, così da avere lo sguardo rivolto al cielo stellato. 
Ashton la imitò, mentre pensava ad una domanda da porle. La verità era che aveva così tante domande da farle, voleva sapere della sua vita prima di Hornsby, di Josh, della sua famiglia, del suo ragazzo, di lei. Del perché dei suoi occhi lucidi di chi resiste e il sorriso spento di chi finge di essere felice, ma non lo è. 
“Andrew è il tuo ragazzo?” le chiese, e si maledì perché tra tutte le domande che gli giravano per la testa le porse proprio quella più inutile.
“Lo era. Mi sembra di avertelo già detto.” 
“Si, era per essere sicuro. E perché era?” le chiese buttando a terra ciò che era rimasto della sigaretta.
“Una domanda ciascuno. Tocca a me.” puntualizzò Haley facendogli alzare gli occhi al cielo. Decise di iniziare con le cose più leggere, per non farlo innervosire. “Da quanto tempo tu e Calum siete migliori amici?” 
“Da sempre. Ci siamo conosciuti all’asilo, quando eravamo ancora due bambini innocenti.” disse  sorridendo malinconicamente. “Ora tocca a me. Lo amavi?” 
“Io..” Haley si voltò verso di lui, non capendo perché si stesse interessando così tanto ad Andrew. “Credo di si. Credevo di amarlo, perché il sorriso che avevo quando eravamo insieme era il più vero che avessi mai fatto.” 
Ashton sentì la voce della ragazza tremare leggermente, così si voltò a guardarla. Ma non piangeva, lei. Aveva un sorriso triste sul volto e gli occhi lucidi che guardavano le stelle.
“E tu? Hai mai amato?” Gli chiese, sorprendendolo.
“Forse. Ma non farò più lo stesso errore.” Disse lui, irrigidendosi. 
E fu in quel momento che si dimenticarono entrambi del gioco, delle domande, dei turni, e di tutto ciò che li circondava. C’erano solo loro due e il loro passato.
“Sei forte.” Disse ad un tratto Ashton, lasciandola confusa. 
“In che senso?” 
“Sei forte. So che non sei felice, l’ho visto nei tuoi occhi. Quando sei con me hai sempre quell’aria di chi ha perso tante battaglia ma continua a lottare. Hai gli occhi lucidi di chi resiste. E quei sorrisi spenti di chi è stanco di fingere. L’ho visto. Però ho visto che quando eri con Janelle, eri felice. Intendo davvero, felice. Non so cosa ti sia successo, ma sei forte. Riesci a proteggerti, senza però ferire nessuno.” Era come se Ashton stesse parlando con se stesso, solo ad alta voce. Ed Haley rimase meravigliata dalle sue parole. Lui l’aveva capito, era stato in grado di leggere i suoi occhi. E non si conoscevano, ma lui l’aveva capita. 
“E tu? Perché ti sei costruito queste mura?” Questa volta fu il turno di Haley. Il ragazzo rimase un attimo in silenzio, riflettendo poi sulla risposta. 
“Perché ho perso tutto. E no, io non le ho create per poi guardarle cadere.” 




 
_____________Spazio autrice___________________
 
Sono in ritardo di 26 giorni, lo so. E mi dispiace tantissimo, quindi mi scuso. E' stato un periodo un pò difficile, tra  scuola e vari problemi. Riuscivo a scrivere a malapena 2 pagine ogni settimana, mi dispiace davvero tanto e spero voi non vi siate stancate di aspettare e quindi abbandonato la storia. Spero proprio di no. 
In questi giorni sono stata a casa, dal momento che sono stata poco bene, e ho approfittato per scrivere. E' venuto fuori questo capitolo e sinceramente, non so come sia. A me non fa schifo, sia chiaro. Ma non so se piacerà a voi, spero di si. Spero che l'uscita tra Haley e Ashton non sia stata banale. Ci tenevo davvero tanto a quelle scene e spero sia riuscito a scriverle e farvele piacere. 
In caso avete dubbi su qualcosa o su qualche comportamento, ad esempio di Josh, chiedete pure e vi spiegherò. 
Ci tengo a precisare che l'uscita tra Haley e Ashton non è finita e che nel prossimo capitolo ci saranno altri avvenimenti importanti.
Bene, adesso tolgo il disturbo e mi scuso davvero tanto per il ritardo, spero non capiti più. 
Vi ringrazio tantissimo per le 14 recensioni al capitolo precedente, non sono ancora riuscita a rispodere a tutte ma lo farò. Perchè amo rispondere alle vostre recensioni, siete tutte così dolci. Ho visto anche che ci sono nuove lettrici, benvenute. 
Mi scuso per eventuali errori nel testo, ma ho dato una veloce occhiata. Correggerò prossimamente, in caso. 
Vi adoro. 
Baci,
Giada 


  
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