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Autore: SniperShy    17/10/2014    1 recensioni
Sono tempi difficili per la magica terra di Equestria, da quando una devastante frana ha distrutto il monte Canterlot, portando con sé il centro nevralgico della politica Equestre. Ma una misteriosa corporazione, venuta da un altro mondo, si è offerta per dare una mano a ricostruire, portando però con sé altri problemi. Gli eroici elementi dell' Armonia vengono semplicemente inglobati da questo flusso di eventi, e a me, Fluttershy, si può dire che sia toccata la mansione più improba all' interno della corporazione: mi sono posta negli zoccoli di un discutibile medico parascientifico per assolvere al mio compito nella maniera più efficiente, cambiando irreversibilmente il mio modo di pensare, di agire, di atteggiarmi. Adesso sono determinata, calma e totalmente immersa nel mio nuovo lavoro: ora sono una cacciatrice, un mercenario della Mann Brothers Corporation.
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Fluttershy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Violenza
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Prologo pt. 2: La Frana

Il paesaggio davanti a me era a dir poco apocalittico: Le piogge torrenziali che tutto il giorno e la notte precedenti avevano infuriato sulla valle di Ponyville l' avevano allagata, trasformando gli ampi viali della cittadina in fiumi di fango, che lambivano le grondaie delle case. L' immensa formazione rocciosa del monte Canterlot era quasi scomparsa, lasciando quella che rispetto all' altissima montagna di appena un giorno prima era appena una collinetta e riversando migliaia di tonnellate di macerie negli ex viali di Ponyville. Quasi sicuramente la slavina aveva portato con sé la millenaria cittadella di canterlot, l' antica fortezza sede della politica Equestre, ma per me non era quello il problema: non ero mai stata così preoccupata per le mie amiche. Al galoppo mi diressi verso la porta della capanna; mi rivolsi ad Angel, trafelata. "Oh Angel ti supplico, non muoverti dalla capanna. Io... Io devo andare ad aiutare quei poveri pony!" e quasi alla velocità del suono sfrecciai fuori dalla porta d' ingresso, diretta verso il luogo della festa: la casa di Twilight Sparkle.
Zoccolo a zoccolo che mi avvicinavo al paese si facevano più evidenti particolari che dal mio cottage non ero riuscita a notare al primo sguardo: intere colonne di pegasi facevano la spola oltre la spessa cortina di nuvole scure che coprivano ancora il cielo. Ma alla cappa grigia si aggiungeva un particolare strano: dalle pendici di Canterlot esalava un denso fumo color muschio, attraversato da una grande quantità di lampi ramati che mi ricordava la manifestazione terrena di re Sombra. Un brivido percorse le mie ali, mentre attraversavo in volo la periferia sud di Ponyville; gli abitanti che non erano in grado di volare o levitare erano ammassati sui tetti di paglia del quartiere del comune, e facevano pendere sull' acqua delle fiammagemme accese per farla evaporare. Ogni singolo unicorno abbastanza potente levitava lontano dalla città grandi bolle di liquido fangoso o blocchi di macerie mentre i pegasi si adoperavano per pulire il cielo.
Facendo slalom attraverso quel trambusto raggiunsi i dintorni della grande quercia dove abitava Twilight, e tra i rami dell' albero riconobbi alcuni volti tra gli invitati alla festa del giorno prima. Avvicinandomi non potei non notare la ricciuta criniera rosa di Pinkie Pie, che doveva essere impegnata in una conversazione piuttosto accesa con un paio di Wonderbolts in uniforme.
Non ebbi nemmeno il tempo di atterrare, di posare un solo zoccolo sulla umida corteccia della quercia, che la mia amica scattò verso di me, furibonda.
"Oh, Fluttershy, finalmente sei qui! Ma quanto accidenti ci hai messo? Vuoi perfavore convincere tu questi tizi? RainbowDash e Twilight sono volate verso le pendici di Canterlot, dovevano trovare le principesse, o qualcosa del genere. Volevo andare anche io con loro, ero anche dietro di loro, ma questi soldatini del cazzo si sono messi in mezzo!" si fece avanti una giumenta nella caratteristica uniforme blu, dal cui elmetto traspariva la sua espressione chiaramente seccata.
"Glielo ripeto PER L' ULTIMA VOLTA, signora: per ordine diretto della Principessa Luna, ai civili e SOPRATTUTTO ai pony non volanti in generale è severamente vietato l' accesso al settore nord della città, a causa dell' alta pericolosità delle macerie pregne di energia magica della fortezza di Canterlot; ergo, se non volete venire irradiati, state alla larga" fece lei, minacciosa.
"Oooh, andiamo, cosa ci potesse essere di così pericoloso nel volare sopra alle macerie che stanno sotto? Niente, giusto? Oppure gli Wonderbolts nascondono qualcosa? Non è così, signora non-puoi-passare-perché-nascondo-qualcosa-sotto-al-mio-zoccolo-destro?" blaterò l' elemento della Risata, in tono accusatorio.
"Le sue speculazioni non mi interessano. Lei non è un militare? Allora non può passare; non ho scritto io le leggi"
"Uuuh, ma Fluttershy sì: è una dei vostri bei soldatini; Fluttershy, falle vedere quel 'quello' che ti hanno inciso sotto lo zoccolo quando RainbowDash è entrata all' accademia!" In effetti, essendo lo 'scudiero' dell' elemento della Lealtà, mi avevano pirografato quasi a forza il simbolo ufficiale degli Wonderbolts (che per mia fortuna non era modificabile) sul palmo dello zoccolo destro, che mi conferiva il grado di gregario dell' elitè reale dei pegasi. Lentamente sollevai il mio zoccolo tremante, andando ad esibire il tuono alato del gruppo militare. Tuttavia la pegaso roteò gli occhi, e le sue ali sbatterono impazienti.
"Non fa niente; gregario Fluttershy, come tua superiore ti IMPONGO il divieto di sorvolo del settore nord. E' un ordine!" disse allora la pegaso, ponendo particolare enfasi sulla parola IMPONGO. Mi trovavo di fronte ad un bivio: un mio diretto superiore mi aveva appena imposto un ordine, che tuttavia andava contro la prima direttiva di un elemento dell' Armonia, ovvero preservare l' incolumità di un altro portatore dell' elemento. Non mi sono mai piaciuti i dilemmi di responsabilità, pensavo erroneamente che ormai si fosse capito.
"I-io ecco, voglio dire, credo che..." Oh eccheccazzo, ce la posso fare!
"...Sì, ecco, come elemento dell' Armonia, le mie responsabilità superino i suoi ordini, Signora. Non intenderei mai offenderla, ma, io devo andare, Signora!" "Se le cose stanno così, lei, e SOLO LEI" scandì la pegaso, lanciando occhiataccie a Pinkie Pie "può passare. Si diverta tra le macerie, SIGNORA" e semplicemente si allontanò borbottando qualcosa sull' irradiamento da magia pura; l' elemento della Risata si avvicinò a me.
"Come rovinare la festa migliore del secolo" fece lei, come se gli Wonderbolts fossero stati il problema maggiore. "Beh, che aspetti ancora, muoviti no? Vai a cercare Twilight e RainbowDash!"
"Ma, Appeljack e Rarity? Dove..."
"Oh, non ti preoccupare di quelle due: sono andate agli Apple Acres ore prima di questo casino. A parlare di 'affari' se capisci che intendo' fece lei, ondeggiando il capo avanti e indietro. "MA TI VUOI DARE UNA CAZZO DI MOSSA?" scattò lei all' improvviso, e quello strillo improvviso mi fece quasi cadere dai grossi rami della quercia. Spiccai il volo, e mi allontanai dalla confusione di Ponyville, verso nord, verso le pendici devastate del monte Canterlot.
In quella zona i detriti formavano un vero e proprio strato solido sopra all' acqua, rendendo il 'terreno' instabile e pericoloso, e costringendomi a restare in volteggio un paio di metri sopra a tutta quella devastazione. Dalle rocce galleggianti usciva quello strano fumo magico, che aveva un odore acre che pungeva agli occhi. Per la prima volta mi trovavo a fronteggiare la mia paura senza le mie amiche, e non avrei ma pensato che sarebbe stata così dura. All' improvviso la mia attenzione venne attirata da un gran trambusto dritto innanzi a me; dei grossi blocchi di cemento armato stavano venendo scagliati magicamente in ogni direzione. Mi feci più vicina e riuscii a scorgere una forte luce violetta, che apparteneva al corno della principessa Twilight Sparkle. Nella nebbia artificiale scorsi anche la coda arcobaleno di RainbowDash che volava intorno alla alicorno lavanda, qualche metro sopra di lei; come si accorse del mio arrivo, la pegaso mi si avvicinò, con aria preoccupata.
"Eccoti qua, Fluttershy. Quando Twilight ha percepito che Celestia era qui sotto ha tipo perso il controllo e si è messa ha tirare via massi a casaccio" intanto Twilight urlava isterica tra i singhiozzi, chiamando la sua vecchia mentore disperatamente, a gran voce mentre spostava detriti da un grosso ammasso di fronte a noi.
"Dammi una mano a farla ragionare, ho controllato le macerie: qui sotto ci sono i resti delle armerie reali! Dobbiamo fermarla prima che alla principessa crolli addosso una tonnellata di acciaio affilato ed incanta-" i suoi avvertimenti vennero interrotti dalla voce di Twilight "L' ho trovata! Presto, venite a darmi uno zoccolo!" e ci precipitammo a vedere. Povera Celestia. Durante la caduta era stata impalata da un' alabarda incantata, che le era entrata poco sopra il suo CutieMark sinistro ed era uscita dal lato destro del ventre. Il sangue zampillava da entrambi i buchi, e il suo muso paralizzato esprimeva tutto il suo dolore e la sua paura. A quel punto l’ elemento della Magia non riuscì più a trattenersi e scoppiò in lacrime vicino al corpo dell' Alicorno bianco.
"gliel' avevo detto. Adesso vado a chiamare la pattuglia medica; tu resta qui, Fluttershy, e controlla che la cervellona non faccia niente di stupido… tipo tentare di estrarre quella lancia" mi sussurrò RainbowDash, e si alzò in volo dirigendosi verso sud, verso Ponyville.
"Non mi sposterò di uno zoccolo..." mormorai più a me stessa che alla mia amica. Basita mi accovacciai su di un lastrone di ceramica poco distante e rimasi immobile, ad osservare la legittima discendente delle principesse di Canterlot e la sua ex maestra, colpite da un raggio della luce di mezzogiorno che trapelava dalle nuvole, che piano piano andavano a diradarsi.
Qualche ora dopo eravamo tutte e sei nella sala d' aspetto della grande clinica di Ponyville, in attesa della diagnosi della principessa Celestia. Il grande edificio aveva resistito fieramente all' inondazione, ed aveva accolto i feriti portati dai pegasi fin dalle prime ore di risacca delle acque. Ci si avvicinò una giumenta in un lungo camice bianco arrossato di sangue, che sul cartellino di identificazione aveva scritto 'Bandaid'; Applejack si fece avanti.
"Ce ddica dottò: cum' està à principessa?"
Bandaid si schiarì la voce "Allora, come pensavamo la lancia ha trapassato la colonna vertebrale, sprecando del prezioso midollo nervoso di Alicorno; almeno due metri di colon sono stati totalmente lacerati, e gli acidi dello stomaco che intanto si era aperto in due hanno danneggiato irrimediabilmente entrambi i reni. Adesso, siamo riusciti ad arrestare l' emorragia prima che la perdita potesse risultare irreparabile e abbiamo rattoppato ciò che rimaneva dell' apparato digerente, ma resta ancora il problema dei reni, che senza un trapianto quasi immediato porterà la paziente ad un decesso rapido. Una soluzione temporanea sarebbe un prototipo di riciclatore del sangue artificiale ad acquagemma, che è ancora una tecnologia alquanto pericolosa e costosa, ed anche nel lontano caso che dovessimo riuscire nell' operazione la principessa rimarrà paralizzata a vita" Applejack, che non doveva aver capito molto dal monologo dell' infermiera, fece una faccia che esprimeva tutta la sua perplessità.
"Vaabbene, fors' l' è mejio che spiega tutto all' amica mì, Twilight" L' alicorno lavanda si fece avanti "Ho sentito tutto, Applejack. Comprendo i rischi di questa operazione, e mi faccio carico di tutte le spese, economiche e morali che essa comporta" sentenziò lei, con tono austero.
La dottoressa si tirò indietro la sua corta criniera rosa, e mormorò con aria stanca: "Capisco, principessa. Vado a prepararle le carte, ma prima voglia scusarmi, ho bisogno di un tè alle erbe' E si allontanò dondolando, come se stesse per cadere addormentata; dovevano essere ore che operava i pony, senza sosta. All' improvviso, le porte della sala si spalancarono, e Spyke irruppe all' interno, trafelato.
"Twilight, ma dove Sombra sei stata? Ti ho cercata dappertutto! Eravamo a Canterlot quando ci è crollato tutto addosso! La principessa Luna ha avuto la prontezza di teleportare lontano alcuni di noi, ma quando il teletrasporto si è chiuso tuo fratello non c' era. Ho paura che sia rimasto intrappolato tra le macerie!
"Accidenti, Shining! Me n' ero completamente dimenticata! Amiche, io devo andare; io... io devo trovarlo, capite?" disse Twilight, attanagliata dalla paura e dalla preoccupazione.
"Ma certo, cara. Vai e trova tuo fratello, qui ci pensiamo noi" la rassicurò Rarity, in tono dolce.
"Grazie amiche. Vi chiamerò io, quando queste acque dannate da Sombra si saranno calmate. Letteralmente!" E l' elemento della Magia si congedò, lasciandoci sole nell' ampio salone dell' accettazione della clinica di Ponnyville.
Una dopo l' altra, tutte le mie amiche si allontanarono, per ritornare ai loro rispettivi doveri e responsabilità: Rarity si teleportò portando con sè Applejack agli Apple Acres, dove la unicorno e la giumenta avevano lasciato le loro sorelle; RainbowDash ritornò ai suoi doveri militari tra gli Wonderbolts impegnati nella sicurezza pubblica di Ponyville, scarrozzando anche Pinkie Pie al sito della festa dove i signori Cake erano rimasti con Cheese. Senza nulla da fare, rimasi seduta su una panca della clinica, a ruminare sui fatti accaduti quel giorno con lo sguardo perso nel vuoto. Ma in un paio di minuti mi accorsi che, nella penombra della sala d' aspetto dell' ospedale, non ero sola: in un angolo, accovacciata su di una seggiola di plastica scura, piangeva in silenzio una puledra di pegaso dal manto di un azzurro chiarissimo, e dalla criniera somigliante ad un turbine solido di neve. Con cautela mi avvicinai alla piccola.
"E- Hei, piccola. Come... voglio dire, va tutto bene? Dove sono i tuoi genitori?" Non credevo che mi sarebbe davvero piaciuta la risposta.
"Ecco, io... eravamo a palazzo quando ha iniziato a tremare tutto; la principessa Luna ci ha portati lontani, ma quando siamo arrivati non li... io..." la puledra non riuscì a continuare, che riprese a singhiozzare in silenzio. Lacrime di ghiaccio caddero sul pavimento, infrangendosi in decine di pezzettini trasparenti. Le cinsi le spalle con il mio zoccolo, stringendola a me per calmarla. Percepivo il suo manto stranamente freddo, doveva stare molto male.
"Shhh, shhh, calma piccola, va tutto bene. Adesso ci penso io a te. Vuoi dirmi il tuo nome?"
"S-Snowdrop, signora" la puledra alzò il muso verso di me, mostrando un paio di grandi occhi vitrei.
"Oh, povera piccola, ma tu sei... cieca?" domanda stupida: il suo sguardo era perso nel vuoto, come se osservasse un punto lontano, dietro di me; era ovvio che non riusciva a vedermi.
"Adesso ti porto alla mia capanna; se andiamo in volo riusciresti a seguirmi?" altra domanda stupida: era palese che non sarebbe riuscita- "Certo, ce la posso fare!" esclamò lei. Rimasi un po' stupita, ma in fondo, se era sicura di farcela...
"Ah... allora andiamo? A proposito, io... io mi chiamo Fluttershy, piccola" detto ciò, le offrii il mio zoccolo per aiutarla ad alzarsi, e lei sbattè le ali, impaziente. Fianco a fianco uscimmo dall' ospedale di Ponyville; dovevamo sbrigarci se volevamo arrivare alla capanna prima di sera.
   
 
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