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Autore: beat    14/10/2008    3 recensioni
Sei mesi di scambio all'estero.
Un'importante esperienza che farà crescere tre ragazzi.
[Riassunto penoso. Perdonatemi.
Non è banale come sembra, ve l'assicuro!]
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer:
I personaggi di BeyBlade non appartengono a me ma agli aventi diritto.
Temaku invece è mia.
Questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Dedicata a Chiara!

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Titolo:
Lei è mia
Personaggi:
Temaku (Original Character), Kei, Yuri, Sergej, Boris, Ivan
Genere:
Romantico, Commedia, Drammatico
Struttura:
Long-fiction in due parti
(Ventitré capitoli + Epilogo)
Avvertimenti:
Alternative Universe; Out Of Character (a volte)

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PARTE PRIMA: Russia

Capitolo I: Partenza



Era una tranquilla giornata a casa Kurumada.
Il piccolo appartamento che dava sulla baia di Tokyo era illuminato dal sole mattutino, che riscaldava prepotentemente l'interno della camera della ragazza che vi risiedeva.
La famiglia Kurumada era composta da soli due elementi, e nello specifico da papà Kiba e la figlia Temaku, una normale ragazza di sedici anni.

Temaku era seduta alla sua scrivania, molto concentrata sul libro che le stava davanti.
Era talmente concentrata che si stava anche dimenticando di sventolare il foglio di carta ripiegato - che usava come surrogato di un ventaglio - che teneva in mano, nonostante in quella stanza si stesse morendo dal caldo.
E di certo non aiutavano i capelli che la ragazza si ostinava a tenere lunghi.
Ormai le arrivavano più o meno in fondo alla schiena, e quasi a nulla serviva raccoglierli: erano talmente tanti che in ogni caso le sfuggivano.
Ma di certo, non poteva essere una cosa così banale a distrarre la ragazza.
Anche se in realtà, la ruga che solcava la sua fronte indicava che la ragazza non ci stava capendo un'acca.

"Non ci capisco un'acca!!!" fu infatti la pronta reazione della ragazza, non appena il suo livello di sopportazione ebbe superato la soglia di guardia.

Richiamato dallo schiamazzo della figlia, Kiba entrò nella sua camera, per vedere che fosse successo questa volta.

"Tesoro...penso che ai vicini non interessi che tu non stai capendo niente di quel libro!"

"Papà!"

"Scusa ma è vero!.. E' davvero così difficile?"

La ragazza annuì sconsolata.
Il padre le si avvicinò e la strinse forte, per incoraggiarla.

"Sono sicuro che te la caverai benissimo, tesoro! Te la sei sempre cavata alla grande!"

"Lo so...è che stavolta è tutto...così diverso!"

"Nemmeno tanto...ci sarà sempre Kei, no?!"

"Figurati che me ne faccio! Tanto lui non parla mai! Anzi, non MI parla!!"

"Beh...!"

"A proposito! Sono in ritardo! Dovevo vedermi con lui cinque minuti fa!"

"Allora è meglio se ti sbrighi!"

La ragazza raccolse dal suo letto il cellulare, che si mise in tasca, dopo di che diede un frettoloso bacio sulla guancia al padre e uscì di casa.



***


Intanto, seduto sul bordo della fontana del parco vicino casa sua, Kei stava impazientemente guardando l'orologio in attesa della sua ritardataria compagna di classe.
Una piccola vena sulla sua tempia stava già pulsando pericolosamente e lui stava per mandare al diavolo tutto quanto.
Perché, oltre al fatto che stava aspettando da ormai quasi dieci minuti, il fatto di essere in un parco non lo stava per niente mettendo a suo agio.
Era una bellissima giornata, e il parchetto era pieno di persone che si stavano concedendo una passeggiata in una bella giornata come quella, una belle ultime della stagione, purtroppo.
E, prevedibile come un gatto che insegue un topo, era anche pieno di ragazzine; che puntualmente gli stavano sbavando dietro.
Non che a Kei non facesse piacere, ma le attenzioni di ragazzine che avevano probabilmente appena smesso di giocare con le bambole non gli interessava per niente.
Sapeva bene quale era la sua fama, e non gli dispiaceva per nulla: era il donnaiolo più ambito di tutti i licei di Tokyo.
E il fatto che una ragazza lo stesse facendo aspettare era un'altra cosa che lo innervosiva da matti!
Stava davvero per mandare tutto quanto al diavolo quando finalmente la persona che stava aspettando si decise a comparire.
Trafelata per la corsa, Temaku si fermò giuso a mezzo metro dal ragazzo.

"Scusa...per...il...ritardo!"

"Tsk!"

"Allora la prossima volta evito anche di scusarmi!"

"..."

"Beh...fa un pò come ti pare...!"

"Possiamo andare, ora?!? Siamo già in ritardo!"

"Scusa!"

"Smettila di scusarti e muoviti!"

La ragazza mise il broncio ma lo stesso seguì il ragazzo che la stava precedendo lungo la strada che portava al loro liceo.
I due camminarono abbastanza velocemente, ma non si scambiarono nemmeno una parola.
Non erano amici e Temaku non sembrava minimamente interessata a volerci provare con Kei.
In meno di cinque minuti erano davanti al preside.

"Buongiorno ragazzi!"

"Buongiorno..."

"Allora, siete pronti a partire?!"

I due ragazzi annuirono.

"Molto bene. Qui ci sono i biglietti dell'aereo e le ultime raccomandazioni" e passò un foglio ciascuno ai due ragazzi "Mi raccomando! questo è un privilegio che viene concesso solo ai migliori, e non voglio che il preside del liceo con cui farete lo scambio mi dicesse che non ho fatto la scelta giusta a mandare voi due!"

I due ragazzi si scambiarono un veloce sguardo.

"So che non siete particolarmente amici nonostante siate da tre anni nella stessa classe, ma per favore cercate di andare d'accordo...o almeno di non fare brutte figure!"

"Non si preoccupi signor preside!"

"Al massimo ci ignoreremo!"

"...Preferirei se andaste d'accordo...comunque io non devo costringervi a fare nulla. penso che non ci siano null'altro da aggiungere. vi ricordo solo che il vostro volo è domani mattina alle dieci. Vedete di essere puntuali!"

"D'accordo!"

"Bene, ragazzi. allora non mi resta che augurarvi buona fortuna!"

"Grazie mille!"

"Grazie..."



***


E fu così che la mattina dopo Kei Hiwatari, diciassette anni tra pochi mesi, secondo classificato nelle graduatorie di tutti i licei della città per il concorso per uno scambio di studenti tra Giappone e Russia - primo in graduatoria per quanto riguarda la conoscenza della lingua - e Temaku Kurumada, sedici anni compiuti, prima classificata al concorso - parecchie difficoltà con la lingua - si erano imbarcati sull'aereo che li avrebbe portati a Mosca.
Il viaggio non fu né pesante né movimentato, il che fu di buon auspicio per i sei mesi a venire.

Era infatti un privilegio essere stati selezionati per quello scambio, ma nessuno dei due ragazzi sembrava particolarmente emozionato a riguardo.
Per quanto riguardava Temaku, lei avrebbe preferito passare sei mesi in un paese di cui conosceva già almeno un pò la lingua...invece era finita proprio in Russia, quando di russo non sapeva niente e anche se aveva passato tutta l'estate a studiare, non sembrava aver fatto molti progressi.
Invece Kei...lui non aveva minimamente voglia di farsi quello sbattimento, ma la sua famiglia aveva insistito tanto che lui aveva dovuto piegarsi.
L'unica cosa positiva era che lui il russo - come anche molte altre lingue - lo parlava quasi perfettamente.



***


Qualche ora dopo, i due ragazzi erano arrivati a destinazione.
Il professore che aveva seguito tutti i preliminare dello scambio - e che per fortuna di Temaku parlava il giapponese - era ad attenderli all'uscita dell'aeroporto.
Quell'uomo, nonostante fosse molto esagitato come comportamento, era sempre sorridente e metteva allegria a chi gli stava attorno e, almeno Temaku, si sentì subito a suo agio.

Presero la macchina fino al liceo che sarebbe stata la loro casa per i prossimi mesi.
Durante il viaggio spiegò loro tutto quello che dovevano sapere riguardo il regolamento del campus - i due infatti avrebbero alloggiato negli appartamenti interni al liceo, messi a disposizioni per gli studenti stranieri e di quelli che non avevano una casa - per poi dilungarsi sui pregi della scuola dove insegnava.

Dopo quasi un'ora di chiacchiere praticamente non stop, finalmente i due ragazzi poterono scendere dalla macchina e respirare liberamente.
Non appena Temaku mise fuori il naso dalla vettura, fu subito investita da una folata di vento gelido che la fece rabbrividire da capo a piedi.
Specie se si considerava il fatto che meno di due giorni prima, se ne stava in casa a morire di caldo, con indosso meno vestiti possibili!
Scossa da violenti tremiti la ragazza scatenò subito la preoccupazione dell'insegnante.

"Signorina! Ma lei sta congelando!"

"No, no! Non si preoccupi! E' che...non mi aspettavo che facesse così freddo da queste parti!"

"Oh, mi dispiace, avrei dovutosi avvisarvi che qui fa molto più freddo che a Tokyo, che sbadato che sono!!!"

"Ma so! Si figuri! La colpa è mia! Avrei dovuto pensarci prima!"

A porre fine a quell'imbarazzante scena che vedeva una Temaku sull'orlo del congelamento che cercava di rassicurare un disperato insegnante, fu Kei, che porse velocemente la sua sciarpa alla compagna.

"...?"

"Tieni, almeno un pò ti copri"



***


Temaku uscì soddisfatta dal bagno.
Si era appena fatta una doccia bollente a livelli quasi da ustione, ma almeno adesso aveva smesso di tremare.
Si passò velocemente l'asciugamano tra i capelli umidi, quando sentì che qualcuno stava bussando alla sua porta.
Visto che non avrebbe fatto in tempo a vestirsi, si strinse meglio l'accappatoio in vita e socchiuse la porta, in modo che da fuori si vedesse solo la sua testa.

"Sì?" chiese un pò esitante nel suo russo non troppo perfetto.

Davanti alla sua porta stava un ragazzo della sua età, dagli spettinatissimi capelli rossi fiammanti...che non appena vide che la ragazza era appena uscita dalla doccia e quindi non aveva i vestiti addosso, prese il colore dei suoi capelli!
Balbettando confusamente qualcosa cercò di scusarsi.
Temaku - che dal canto suo non stava capendo praticamente nulla dei pezzi di frase che il ragazzo stava blaterando - si sporse un pochino verso il ragazzo, per cercare di sentire meglio che stava dicendo.
In questo modo la porta si aprì un pò di più e il rossore del ragazzo stava raggiungendo livelli preoccupanti.

"Scusa" disse lei con quello che riteneva un pessimo accento "ma...non sono molto brava con la tua lingua...che c'è?!"

"Ah...mi...mi dispiace...non volevo disturbarti..."

"Figurati! Avevi bisogno di qualcosa?"

"Sì...no! Cioè...sono il tuo vicino di stanza e volevo presentarmi....passo un'altra volta!" e detto questo si lanciò in una corsa folle verso la stanza 104, in fondo al corridoio dove si trovavano anche le stanze 105 di Kei e la 106 di Temaku.

Che dal canto suo era rimasta parecchio perplessa di fronte a quella scena.

Ricordandosi che era in accappatoio, con i capelli bagnati che stavano gocciolando sulla moquette del corridoio, decise che era meglio rientrare in camera.
Chiuse la porta a chiave, quando notò una cosa.

"Però...non si è mica presentato!"



***


La mattina dopo Temaku si era presentata in segreteria dieci minuti prima dell'appuntamento.
A parte il ritardo con Kei di due giorni prima, solitamente lei era una che arrivava a tutti i costi in orario, se non prima.
Quindi non si stupì più di tanto a trovare la segreteria ancora chiusa e Kei non ancora presente.

Kei.

Quella mattina, nella foga di fare la cartella senza dimenticarsi nulla di fondamentale, stava per dimenticarsi di tirar su la sciarpa che Kei le aveva prestato il giorno prima.
All'ultimo l'aveva afferrata dalla sedia su cui l'aveva riposta - in ordine e piega, ci teneva alle cose non sue - e messa in cartella.
Ridacchiò pensando a tutte le sue amiche, che per avere anche solo un attimo tra le mani qualcosa che era stato indosso al mitico Kei avrebbero fatto carte false.
Perché Kei Hiwatari era il più figo della scuola...o almeno quella era l'opinione comune di tutte quelle svampitelle che gli ronzavano attorno, dal primo all'ultimo anno.
Non si salvava praticamente nessuna!
E Temaku spesso si era chiesta come mai invece a lei non faceva quello strano effetto.
Era innegabile che Kei avesse un particolare fascino, oltre ad essere bello, e l'atteggiamento da bel tenebroso aiutava molto.
Solo che mentre mezza scuola gli moriva dietro, lei si era spesso sorpresa a fissarlo, spesso durante le lezioni più noiose, quando l'attenzione scema anche tra i secchioni, nel tentativo di capire il mistero che avvolgeva il suo cupo compagno.
Ma non era riuscita a trovare una soluzione soddisfacente.
Bah...forse è perché lo considero un gran bastardo, no?!
Anche se in realtà, non appena si era stretta la sciarpa intorno il collo, non aveva potuto fare a meno di pensare

"Che buon profumo che ha!..."



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Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti!
Seconda long-fiction che pubblico su BeyBlade.
^__^

Questione un pò strana, tra le altre cose.
Questa storia è una AU, con ampie dosi di OOC, e che ha come protagonista una OC.
E questi tre elementi sono ciò che più odio in una ficiton!!!
Solo che io sono anche per i non pregiudizi.
Per cui pubblico questa storia
- a cui sono particolarmente legata - anche se è l'apoteosi di ciò che non sopporto.


Spero che chi capiterà a leggerla, la possa apprezzare!


Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
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