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Autore: La Figlia Della Luna    17/10/2014    1 recensioni
Bill Kaulitz, leader dei Tokio hotel, insoddisfatto della sua vita monotona da star, decide dopo un tour concluso da poco, di partire in giro per l’Europa. Il suo intento è quello di sfuggire al problema da cui l’essere umano è spesso tormentato: l’amore. Ma per il giovane uomo, l’impresa non sarà facile, a causa della sua notorietà e del suo conflitto interiore. Sino ad imbattersi nella conoscenza di una ragazza londinese, e in una amicizia ritrovata, per le quali Bill inizierà a riflettere sulla sua posizione sentimentale e psicologica.
Genere: Angst, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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11) Maybe In love

Dopo una settimana, mia madre fu dimessa dall'ospedale. In quei giorni io e mio fratello prenotammo il viaggio per Roma per il mese successivo. Decidemmo tutti insieme l'itinerario dei luoghi che avremmo potuto visitare, e mia madre era talmente entusiasta che non riuscivo a non essere felice anch’io. Nonostante questo, però, mi sentivo malinconico: il suo sorriso mi ricordava l’innocenza delle espressioni di Loren.
Senza volerlo, mi incupii. 
Pensavo a lei continuamente e anche se mi aveva fatto passare le pene dell'inferno con la sua indifferenza, quando eravamo riusciti a capirci mi ero sentito tremendamente leggero. Sarebbe bastato un suo semplice gesto, strano o buffo che fosse, per farmi capire che, in fondo, era l'unica persona a conoscermi davvero.

«Scusate» dissi a mia madre e Tom mentre cercavano di decidere quale sarebbe stata la destinazione migliore da visitare per prima tra il Colosseo e Villa Adriana. 
«Dove vai?» chiese lei tenendo un depliant in mano, mentre mi alzavo dal tavolo del soggiorno.
«Esco, vado a cercare Gordon» risposi varcando l'uscita.
«Lo trovi giù in garage, Bill» mi informò Tom, cercando di scorgere il mio sguardo sfuggente. 
Lo evitai «Grazie. Torno tra un po'»

Camminando per il vialetto, vidi aperta la rimessa; Gordon stava sistemando la sua motocicletta comprata pochi mesi prima da un suo caro amico. Era ricoperto dalla testa ai piedi di grasso e grondava di sudore.
«Ehi, Bill!» disse asciugandosi le mani con uno strofinaccio pieno d'olio.
«Ehi» risposi senza molta enfasi avvicinandomi e trovando un posto dove potei osservare meglio cosa stesse facendo.
«Sei venuto a vedere il tuo vecchio dannarsi con una marmitta?» 
Gli sorrisi divertito, poi continuò dicendo «Mi trovi sexy? Sai, l'uniforme da meccanico fa impazzire le donne»

Lo guardai e pensai: dovresti aggiornarti. Ora sono le borchie a farle impazzire.

«Ricorda, Bill» esordì lui «Le donne sono come le moto: belle, affidabili, sicure, ma allo stesso tempo imprevedibili come quando ti si rompe il radiatore dell'acqua all'improvviso. Per capirle devi entrare nella loro testa, solo così saprai come la pensano»

Bel paragone, non poteva pensare ad uno più profondo di così. Ma cavolo, ha ragione! Cosa aveva pensato realmente Loren quando mi aveva baciato? Davvero poteva essere innamorata di me?

«Chi è lei?»  mi chiese di punto in bianco.
«Come?» 
Cavolo, come ha fatto a capirlo?
«Hai capito bene la domanda, Bill. Allora com’è?» insisté.
«Io direi “era”» iniziai. 
«Perché?»
«Non credo che la rivedrò più. Non faceva per me» confessai.
«Però la pensi, e credimi, caro mio, quando è così sei cotto come una lasagna al forno» scoppiò a ridere.
Decisi, allora, di buttare fuori tutti i miei pensieri.
«La verità è che ho paura, Gordon. Paura di innamorarmi… e poi lei è scorbutica»
«Ma è carina»
«Diffidente e...»
«…attraente» continuò lui.
«Insomma, non mi sento bene con me stesso, come potrei avere la forza di amare qualcun altro?» chiesi infine.
«Tua madre» iniziò «E' una delle persone che tu ami di più al mondo, daresti la tua vita per lei, non è così?»
«Sì, assolutamente» ribattei deciso.
«Faresti una cosa del genere anche per questa ragazza? Come si chiama?»  mi domandò malizioso, assetato di sapere.
«Loren, l'ho conosciuta in Inghilterra» abbassai lo sguardo per la vergogna.
«Su, ragazzo! Che effetto ti faceva quando la vedevi?»
«E' strano, non saprei spiegarlo... è come se mi prendesse un vuoto nello stomaco, come se avessi i crampi dappertutto»
«Ti senti pervaso dall’euforia? Come quando hai un piede premuto sull’acceleratore?» 

Odio le sue metafore sui motori e le donne! Ma non ne sbaglia una!

«Sì, è così» per la prima volta ammisi di essere realmente innamorato. 
Provavo un sentimento vero dopo tanto tempo.
«Allora cosa aspetti, figlio mio? Non lasciartela scappare . Non lasciarti travolgere dalle preoccupazioni. Nella vita bisogna rischiare»
«Mi sento così vulnerabile, Gordon» gli dissi quasi con le lacrime agli occhi.
«Ti capisco. E’ difficile aprire il proprio cuore a qualcuno, soprattutto se sei stato deluso o hai attraversato momenti di follia tali da ritrovarti tre metri sotto terra, o peggio, da diventare un’altra persona, qualcuno troppo diverso da quello che eri»
Con quelle parole, riuscii a comprendere come Gordon potesse entrare nell'animo umano; era una persona straordinaria, ammiravo la sua sensibilità, nonostante i suoi modi, per alcuni aspetti, si mostrassero rozzi.
Lo abbracciai e lo ringraziai, e ne fu felice.

La partenza per Roma era imminente. Decisi che una volta tornati in Germania avrei rintracciato Loren e mi sarei dichiarato, ma non sarebbe stato facile.

Quando fummo nel nostro albergo in pieno centro, ebbi la voglia irrefrenabile di chiamarla a Heampstead, per poterle parlare subito, ma non rispondeva mai nessuno. 
Cercai di darmi una spiegazione logica, dopo tre giorni di telefonate perse: una vacanza estiva, probabilmente. 
Decisi di non pensarci più - cosa alquanto difficile - e di godermi la vacanza con Tom e mia madre, che in quel momento mi stavano aspettando impazienti nella Hall.
   
 
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