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Autore: Tinkerbell92    17/10/2014    1 recensioni
Il mio racconto narrerà le vicende di Annie e Darcy Storm, due sorelle nate nella fazione degli Eruditi.
La Cerimonia della Scelta non è che il primo passo verso i più grandi cambiamenti della loro vita.
L'Iniziazione non servirà soltanto a confermare l'appartenenza delle due alla fazione prescelta, ma anche a farle crescere, maturare, forse anche a prepararsi ai terribili eventi che colpiranno la città a distanza di poco tempo.
La guerra metterà a rischio ogni cosa e le ragazze dovranno lottare e stringere i denti il più possibile per non venir spazzate via insieme a ciò che più amano.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Tutto bene?
Sbatto le palpebre più volte, mettendo a fuoco il volto sorridente ma preoccupato di Jonathan.
- Sì… credo… la luce è un po’ forte ma mi ci sto già abituando – rispondo biascicando, mentre lui mi stacca gli elettrodi dalla fronte.
- Vuoi qualcosa da bere?- domanda, porgendomi un bicchiere di carta pieno d’acqua.
Annuisco senza pensarci due volte e butto giù due lunghi sorsi. Comincio già a sentirmi meglio.
- Come sono andata? – domando, anche se ho già un’idea riguardo l’esito del test. Le labbra di Jonathan si allargano in un sorriso.
- Senza alcun dubbio Intrepida – annuncia, riempiendomi nuovamente il bicchiere – Ma non credo che tu sia molto sorpresa di ciò. Mi è bastato guardarti appena sei entrata nella stanza: il modo in cui sei truccata, l’aria ribelle e il piercing alla lingua sono indizi abbastanza forti. E non hai per nulla l’aspetto di un’Erudita.
So che mi sta facendo un complimento: le nostre fazioni si odiano ferocemente e non è raro che Jeanine faccia sfornare qualche articolo contro i dirigenti del governo, per la maggior parte Abneganti, o contro la fazione in generale. A detta sua, i Rigidi non sono altro che un manipolo di falsi approfittatori, il cui passatempo preferito sarebbe quello di mantenere gli Esclusi – ossia gli emarginati che non appartengono ad alcuna fazione – a spese degli altri.
Mio padre credo sia uno dei pochi Eruditi a non darle corda, ma questo solo perché è Professore di Sociologia e trova interessanti – a livello quasi ossessivo - tutte le fazioni.
Per quanto riguarda me, in tutta onestà, non ho mai interagito chissà quanto con i Rigidi: mi sembrano persone tristi e un po’ noiose, quindi solitamente me ne tengo alla larga.
Scendo dalla poltroncina e getto il bicchiere vuoto in un cestino: - In realtà anche mia madre mi ripete spesso che sono nata nella fazione sbagliata. Sono sedici anni che aspetto questo momento.
-Immagino – risponde lui, accompagnandomi alla porta – Anche mio figlio Richard si sottoporrà al test oggi, anche se non so se abbia già le idee chiare o meno. Beh, buona fortuna, Darcy Storm, può darsi che domani ci rivedremo alla Cerimonia.
- Grazie – sorrido – Allora a domani.
Non appena la porta della Stanza Tre si chiude, mi sfugge un gridolino di gioia. Sì, avevo sempre saputo di essere tagliata per gli Intrepidi, ma sentirmelo confermare ufficialmente è stato davvero emozionante. Non vedo l’ora che arrivi domani mattina.
Quasi in contemporanea con me, Annie esce dalla Stanza Quattro. Sembra piuttosto tesa ed è pallida come un cencio, cosa che mi blocca dal saltarle addosso esultando.
- Ehi, tutto a posto? – domando preoccupata, poggiandole una mano sulla spalla. Lei si scuote all’improvviso, come si fosse appena risvegliata da un lungo sonno.
- Darcy… sì, sto bene – mormora, tenendo lo sguardo incollato al pavimento – Meglio andare, non voglio far tardi a lezione.
- Annie, sai di essere una pessima bugiarda, vero? – replico severamente – Che ti hanno detto?
- Non possiamo parlare dei risultati, lo sai – risponde lei spiccia – Almeno non qui. Per favore, vorrei… vorrei non dover pensare alla simulazione… al massimo ne riparleremo a casa.
- Se proprio insisti – sbuffo, venendo colta all’improvviso da un’illuminazione – Oh… il cane, giusto? Hai dovuto…
- Scusami, non adesso, Darcy.

Torno a casa da sola, visto che ho dovuto scontare mezz’ora di punizione per aver fatto a botte con un Candido troppo strafottente poco prima della lezione di Storia. Quale modo migliore  per concludere in bellezza la mia carriera scolastica?
Mamma sta preparando la cena, canticchiando distrattamente, i lunghi capelli oscillano armoniosi ad ogni movimento. Sembra piuttosto allegra, cosa abbastanza inusuale per lei, così evito di innervosirla raccontandole della rissa e scivolo velocemente in salotto, dove papà sta leggendo una rivista seduto in poltrona.
Non appena si accorge di me, si sfila gli occhiali sorridendo: - Ehi, Terremoto, pensavo non arrivassi più! Annie mi ha raccontato della rissa…
Lo abbraccio, posando un bacio sulla sua guancia ruvida.
E’ incredibile quanto io e lui ci somigliamo fisicamente: stessi capelli mossi color castano scuro, stesso sorriso, stessa carnagione chiara, stessi occhi celesti perennemente spalancati, stesso fisico slanciato… da mia madre credo di aver preso soltanto il naso appuntito e i lineamenti aguzzi.
- Di che fazione era il tipo con cui ti sei azzuffata? – mi domanda curioso, le dita già serrate attorno alla penna che spunta dal taschino del gilet.
- Candidi – rispondo con una smorfia – Mi ha urtata e ha preteso che mi scusassi. Così gli sono saltata addosso…
- E… come combatteva? – insiste papà, gli occhi accesi da una luce quasi folle – Attaccava senza pensare o…
- Era parecchio scarso e tirava pugni a caso – sorrido, ripensando ai momenti salienti del pestaggio – Comunque il Test è andato bene. Cioè… come avevo previsto…
Papà risponde al sorriso annuendo, poi, mentre mi accingo a salire di sopra, noto con la coda dell’occhio che sta appuntando qualcosa sulla rivista, probabilmente lo stile di combattimento utilizzato dal Candido. So già che a cena chiederà a me e Annie di descrivergli le persone che ci hanno sottoposte al Test Attitudinale.
Percorro rapidamente il corridoio, quando sento dei singhiozzi provenire dalla camera di Elsa.
La camera è socchiusa, così do una leggera spinta ed entro senza bussare. Solitamente mia sorella dà di matto quando faccio così, ma stavolta è troppo impegnata a consolare Annie, che sta piangendo contro la sua spalla.
Resto impalata a fissarle, incerta se dire qualcosa o stare zitta. Che diamine le è successo durante la simulazione?
- Annie… - mormoro incerta, facendo un passo in avanti – Cosa…
Lei si stacca dall’abbraccio di Elsa, cerca di asciugarsi le lacrime e mi rivolge un sorriso tirato: - Scusami, Darcy… non… non è niente, davvero… è solo che…
- Và in bagno a lavarti il viso, Annie – le intima dolcemente Elsa – Ti sentirai meglio.
Annie annuisce, mi sfiora il braccio con una carezza ed esce dalla stanza singhiozzando.
- Si può sapere cosa le prende? – domando con tono leggermente aggressivo – E’ da quando è uscita dalla stanza del test che si comporta in modo strano! Cosa le hanno fatto?
Elsa mi studia per qualche secondo, senza dire una parola.
Alta - molto più della media - spigolosa e pallida, potrebbe passare benissimo per un’affascinante scultura. I suoi occhi color ghiaccio sono di una bellezza quasi insostenibile.
- E’ spaventata per quello che succederà domani – risponde infine con un sospiro – Il test ha suggerito per lei la fazione degli Abneganti.
- Annie una Rigida? – esclamo sorpresa, incurante del fatto che certe cose non si dovrebbero nemmeno sapere – Cioè… d’accordo, caratterialmente ci potrebbe anche stare… ma quelli sono tristi, trasandati e insignificanti! Dovrebbe continuare a nascondere il proprio corpo come ha fatto in questi ultimi anni!
- Ed è per questo che non sceglierà quella fazione – mi interrompe Elsa seriamente – A dir la verità, comunque, il problema non è solo quello. Vedi… sai bene che Annie non sceglierà di restare qui. Però non se la sente nemmeno di perdere completamente un’intera famiglia e ritrovarsi sola. E’ per questo che… beh, lei vorrebbe seguirti.
Per un attimo resto immobile con la bocca spalancata. D’accordo, posso capire l’attaccamento nei nostri confronti – i miei l’hanno adottata quando aveva pochi mesi, quindi è cresciuta con noi – ma decidere di seguire una persona come me in una fazione come quella degli Intrepidi… beh, mi sembra una decisione piuttosto suicida.
- Elsa, io non so se…
- Tu hai scelto gli Intrepidi, vero? – domanda mia sorella, senza lasciarmi finire – Figuriamoci se non sei risultata Intrepida! Certo, a meno che …
- Cosa?
Elsa si blocca un secondo, mordendosi la lingua. I suoi occhi si spostano a destra, come per evitare il mio sguardo: - Nulla. Comunque, credo che ad Annie farà bene passare del tempo con quegli scalmanati. Chissà che non riesca a tirarsi un po’ fuori e rafforzare il carattere…
- Elsa – la interrompo con uno squittio decisamente non da me – Non si tratta semplicemente di cambiare fazione… di sicuro là ci sottoporranno a delle prove e, se falliremo, diventeremo degli Esclusi! Vuoi davvero che Annie corra un rischio simile?
Il volto austero di Elsa si indurisce. Quasi faccio fatica a sostenere il suo sguardo.
- Ad ogni modo – conclude seccamente – La scelta spetta a lei.

Jeanine sta blaterando da almeno mezz’ora. Di questo passo ci addormenteremo tutti prima dell’inizio ufficiale della Cerimonia della Scelta.
Quest’anno è toccato agli Eruditi presiedere l’evento, quindi la maggior parte di noi si è preparata psicologicamente a sorbirsi un discorso eterno.
Mi getto attorno un’occhiata annoiata: la stanza composta da cerchi concentrici crea un effetto un po’ ipnotizzante, decisamente poco d’aiuto a chi intende restare sveglio.
Io ed Annie, insieme agli altri sedicenni, occupiamo il cerchio più esterno, disposti in ordine alfabetico. Alle spalle di Jeanine, nella zona centrale, cinque gigantesche coppe si ergono in tutto il loro luccicante splendore e, al loro interno, sono racchiusi gli elementi che rappresentano le cinque fazioni: l’acqua per noi Eruditi, la terra per i Pacifici, i carboni ardenti per gli Intrepidi, il vetro per i Candidi e le pietre grigie per gli Abneganti.
La cerimonia è semplicissima: in pratica, ogni iniziato deve tagliuzzarsi la mano col coltello gentilmente offerto da Jeanine e far cadere qualche goccia del proprio sangue all’interno della coppa rappresentante la fazione prediletta.  
Con una leggera gomitata, attiro l’attenzione di Annie e le indico il Candido che le è quasi inciampato addosso entrando in sala. Non fa parte degli iniziati, deve avere circa un anno meno di noi, ma dalle dimensioni si potrebbe benissimo paragonare ad un armadio. Siede tra il pubblico qualche livello più in basso ed è appena piombato in un sonno profondo.
Mia sorella si lascia sfuggire una risatina.
Parecchio distante da noi, noto Dough Lambrey, uno dei miei compagni di fazione, raggiungere silenziosamente la fidanzata Sera, appostata una decina di persone più in là, per scambiare con lei un rapidissimo bacio. Questo può significare soltanto una cosa: almeno uno dei due ha intenzione di cambiare fazione. Fortunatamente per loro, Jeanine è troppo immersa nel proprio discorso per accorgersi di qualcosa.   
Rivolgo infine lo sguardo verso le schiere degli Eruditi.
I miei genitori stanno parlottando tra loro, entrambi con aria tranquilla. Elsa, invece, siede vicino all’ultima persona con cui vorrei vederla: Cara, la sua cosiddetta “collega anziana”, meglio nota nel mio dizionario come "Cara La Stronza". Entrambe fanno parte della direzione della Biblioteca Cittadina, ma io ho sempre avuto l’impressione che Cara si sentisse superiore per via dei suoi ventisei anni, contro i ventuno di Elsa, e si divertisse a spadroneggiare approfittando della gigantesca cotta che mia sorella ha per lei ormai da qualche anno. Così gigantesca che Elsa diventa improvvisamente timida e cretina quando le parla, si lascia sfruttare senza problemi e dà di matto quando cerco di farle notare i difettucci della sua amata.
Se non ho mai sbottato in faccia a Cara La Stronza è stato soltanto per rispetto nei confronti di suo fratello Will, che ha un anno meno di me e mi è sempre stato simpatico.  
Finalmente Jeanine termina il suo sermone e dà inizio alla cerimonia, chiamando il primo iniziato.
Di solito la lista degli iniziati viene stilata in ordine alfabetico inverso, perciò io sceglierò prima di Annie. La cosa mi fa sentire inquieta, perché è quasi certo che deciderà di seguirmi.
Non sono del tutto sicura che il problema sia il suo attaccamento alla famiglia: ho come il sospetto che Elsa voglia mandarmela dietro per controllarmi.
Quest’anno ci sono diversi trasfazione, cosa che mi fa sentire un po’ meno in colpa per trovarmi sul punto di abbandonare la mia famiglia.
So che rispetteranno la mia scelta, però non credo che siano tranquilli come vogliono mostrare. Dopotutto, si tratta pur sempre di perdere un figlio.
Non appena Jeanine chiama il mio nome, mi avvicino a lei con passo deciso, afferro il pugnale che mi sta porgendo e, dopo un attimo di esitazione, incido il mio palmo sinistro con la lama, aprendo una sottile linea rossa.
Faccio un paio di passi verso le coppe e, con un sospiro, stendo la mano sopra quella che rappresenta gli Intrepidi. Alcune gocce del mio sangue caldo cadono sui carboni ardenti, producendo un lieve sfrigolio.
E’ fatta. Sto per lasciarmi tutto alle spalle e cominciare una nuova vita.
Lancio un ultimo sguardo ai miei genitori, che sorridono, poi vado a prendere posto tra gli iniziati Intrepidi, trattenendo il respiro non appena Annie si avvicina alle coppe.
“Non farlo” penso “Ti prego, Annie, non fare stronzate… scegli una fazione adatta a te!”
Se non vuole far parte dei Rigidi può sempre scegliere i Candidi o addirittura i Pacifici, che mi sembrano abbastanza in sintonia col suo carattere mite.
I suoi occhi azzurri si spostano da una coppa all’altra, poi, serrando forte le palpebre, apre il pugno di scatto. I carboni sfrigolano di nuovo.
Mi mordo la lingua per non imprecare, mentre la osservo avanzare verso di me con aria colpevole e sguardo fisso a terra.
Pare che non mi lascerò proprio tutto alle spalle. Perlomeno, non ora…

Il caos degli Intrepidi è un qualcosa di meraviglioso. Erano anni che sognavo di fiondarmi insieme a loro fuori dall’accademia, correndo a rotta di collo.
Sono così presa dall’euforia che per poco non finisco col lasciare indietro Annie.
Non appena giungiamo ai binari della ferrovia, una scarica di adrenalina mi provoca i brividi quando sento il fischio del treno in avvicinamento. So cosa stiamo per fare: salteremo dentro i vagoni senza fermare la corsa del mezzo.
Alcuni iniziati trasfazione si guardano confusi tra loro, io invece non perdo tempo e, afferrando la mano di mia sorella, mi fiondo verso l’entrata del vagone più vicino.
- Forza, Annie, dentro! – grido, cercando di sovrastare il rumore del mezzo. Lei sospira, poi, chiudendo gli occhi, compie un balzo laterale, rotolando all’interno della carrozza. Con un grido di euforia la imito, rischiando di spaccarmi il naso sul pavimento dello scompartimento.
Che emozione fantastica!
Uno ad uno, anche gli altri trasfazione prendono coraggio e provano a copiare i movimenti degli iniziati interni. Alcuni si limitano a saltare a bordo, altri provano addirittura ad aiutare i compagni in difficoltà.
Una gigantesca Candida dai capelli rossi afferra proprio all’ultimo un ragazzino dei Pacifici – così minuto da dimostrare tredici anni invece che sedici – e lo trascina dentro tenendolo stretto per il collo della camicia come fosse un gattino. Il figlio di Jonathan – mi pare si chiami Richard -  riesce ad agguantare il Candido dai capelli neri rimasto pericolosamente appeso alla maniglia del vagone.
Anche io ed Annie ci sporgiamo un po’ dallo scompartimento per aiutare una Pacifica, visibilmente intralciata nei movimenti dalla lunga gonna gialla che indossa.
- Grazie! – squittisce con una vocina acuta e affettata, una volta salita a bordo.
E’ piccola, magra e pallida, con i capelli biondi arruffati per la corsa e gli occhi color verdemare sbarrati.
- Sarà meglio sedersi contro le pareti! – suggerisce Annie a voce alta, tentando di sovrastare il rumore del treno e il sibilo assordante del vento – Ho come l’impressione che non intendano chiudere le entrate dei vagoni!
La Pacifica sembra piuttosto elettrizzata, pare trovarsi a metà strada tra il terrore e l’eccitazione.  
- Mi chiamo Irina – strilla porgendomi la mano con un sorriso, non appena ci sistemiamo a terra a gambe incrociate.
- Piacere, Darcy – rispondo, cercando di non stritolarle le dita sottili – E lei è mia sorella, Annie.
Irina stringe la mano anche a lei, buttando poi l’occhio sulla sua camicetta azzurra: - Perché hai chiuso tutti i bottoni? Non ti dà fastidio? Io mi sentirei soffocare!
Annie resta un attimo in silenzio, poi, con mezzo sorriso, si sfila quattro bottoncini, ottenendo una scollatura che mai si sarebbe potuta permettere nella nostra vecchia fazione.
Fuori dai vagoni, il paesaggio scorre veloce. Il luogo in cui sono cresciuta ormai è solo un ricordo.

***
Angolo dell’Autrice: Ebbene, ecco il secondo capitolo.
Comincia il viaggio delle due sorelline verso una nuova vita. Chissà come sarà l’accoglienza alla base degli Intrepidi?
Visto che faccio passare una vita da un capitolo all’altro, voglio fare un regaluccio ai lettori: vi autorizzo a chiedermi uno spoiler, anche solo per messaggio privato, se vi preme avere qualche indizio su ciò che accadrà più avanti.
Per concludere: non affrettatevi a giudicare i personaggi perché molti di loro subiranno dei cambiamenti durante il corso della storia, cresceranno, miglioreranno o peggioreranno. Insomma, non date niente per scontato.
Alla prossima!  
  
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