HO FALLITO
Ho
fallito.
È
stato tutto inutile.
Tutti
gli sforzi fatti non sono serviti a salvare lei.
I
preparativi, i travestimenti, i documenti falsi par passare la frontiera.
Ho
supplicato il cielo di aiutarmi nel mio intento, ma neppure Dio ha voluto
ascoltarmi.
Perché
Dio?
Perché
non mi hai ascoltato?
Vuoi
punirci per quest’amore colpevole?
Un
amore clandestino che non siamo mai riusciti a vivere pienamente, che ci ha
dato più sofferenza che gioia.
La
sorte ci aveva già punito facendoci innamorare.
Perché
accanirsi su due infelici?
Ricorderò
quel giorno finché avrò vita e sarà un tormento, una colpa che non potrò mai
riscattare.
La
fuga fallì miseramente.
A
Varenne è morta ogni speranza.
La
mia, la sua.
Avrei
dovuto accompagnarli fino al confine.
Dovevo
stare con lei e non assecondare la volontà del Re, che mi invitava ad
allontanarmi velocemente dalla Francia.
La
Francia, terra nemica che ha imparato l’odio per la sua regina, padrona del mio
cuore e che amo più di me stesso.
Che
stronca le vite di persone innocenti, come Oscar, morta per un ideale che è
stato tradito.
Dolce
amica mia, la sorte è stata benevola solo con voi; vi ha risparmiato le
tragedie della storia.
O forse
si era già accanita tanto da indurvi a desiderare la morte?
Quella
morte cui anelo anch’io ora?
Perché
non viene a prendermi?
Voi,
così coraggiosa, molto più di me.
Solo
pensando a voi trovai il coraggio e la forza di osare l’impensabile; voi al
posto mio non avreste fallito, non ricordo lo abbiate fatto una volta.
Sareste
arrivata dritta al vostro obbiettivo, guidata solo dalla vostra determinazione.
Voi l’avreste
salvata.
Io l’ho
perduta.
E
adesso sono qui nel mio paese; la Svezia è una terra fredda e mi si addice.
Una
muta disperazione avvolge i miei giorni pieni di dolore.
Versailles
e il suo splendore; i profumi e i colori di allora sono come fantasmi lontani.
Il
giovane Colonnello delle Guardie Reali e la sua devozione a lei che mi
commuoveva; la melodia della sua voce, il gioco degli sguardi che si rincorrono
furtivi, dolci ricordi inchiodati al mio cuore tartassato e stanco.
Cosa
darei adesso, per avere il dolore di allora che mi faceva sentire vivo e non
l’inverno dell’anima che mi porto dentro.
Perché
ora non sento più niente di ciò che sentivo allora.
Nessuna
emozione, nessun turbamento.
Nessuna
pietà fuori o dentro di me.
Tutto
mi è indifferente.
Tutto
è freddo quanto lo sono io.
La
ghigliottina si è abbattuta anche su di me e ha separato il mio corpo
dall’anima.
Non
amo più niente e nessuno.
Aspetto
solo che si compia il mio destino…
Aspetto
il carretto che mi porterà via, come portò via lei…
In
realtà, sono morto quel giorno.
Fine