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Autore: Siranne    17/10/2014    2 recensioni
Si diresse in cucina, aprì il frigo e prese un piatto coperto da una pellicola. Sopra, troneggiava un post-it giallo con su scritto “riscaldare in microonde per cinque minuti”.
Sospirò lievemente, cercando di ignorare il leggero aumento del battito del suo cuore.
Da quando era stato male, il suo capo aveva colto l’occasione per introdursi sempre più nella vita del giovane editore. Lo costringeva a mangiare con lui almeno un pasto al giorno- la cena preferibilmente, così magari poteva restare anche per la colazione. E quando Takano non poteva mangiare con lui, gli preparava il cibo, scrivendogli delle brevi istruzioni sulla cottura.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Masamune Takano, Nuovo personaggio, Ritsu Onodera | Coppie: Takano/Onodera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tuo peggior rivale viene dal passato...

Perché farsi tante domande non serve a niente in amore!


‘Oh no’
 
Ritsu non sapeva cosa rispondere.
Non capiva nemmeno il senso di quella domanda.
 
«Ehm… questa d-domanda… cosa vorresti dire?»
 
«Da allora sono cambiato molto, anche se dici di ricordare poco di quello che è successo dieci anni fa, sono sicuro che l’hai notato. Come ti ho già detto, non mi sono avvicinato a te perché sei il ragazzino di cui mi ero innamorato, ma perché amo ciò che sei adesso. Quello che voglio sapere, è se accetti le mie attenzioni solo perché ero il ragazzo che stava sempre in biblioteca fino a tardi o perché sei innamorato di come sono ora»
 
Ritsu abbassò lo sguardo. Che razza di domanda è? Che gli è preso tutto ad un tratto?
 
«Pensaci» gli disse, appena si accorse della sua confusione, andandosene e lasciandolo lì.
 
Onodera rimase a guardare la sua schiena allontanarsi.
Rientrò nel bar e chiese un bicchiere d’acqua.
 
‘Troppe cose’
 
Erano successe troppe cose,  non erano nemmeno passate tre ore da quando era uscito di casa che un uomo gli si era confessato e Takano si era messo a parlare di non capiva bene cosa.
 
Sì, se ne era accorto che l’adolescente apatico che sedeva sempre nello stesso angolo della biblioteca era scomparso.
Quando gli capitava di pensarci, sentiva una fitta al centro dello stomaco.
 
‘Forse… se Takano-san somigliasse di più al senpai allora… lo amerei più facilmente?’
 
Il discorso di Takano poteva avere senso.
 
‘Adesso è un testardo, dittatore, rompiscatole, pervertito, stalker che mi fa incazzare a bestia ogni volta che mi tratta come un pivellino… cioè quasi sempre’
 
Non poteva negare di provare qualcosa per il suo capo, eppure non poteva ignorare la malinconia che provava quando ripensava ai tempi del liceo.
 
Anche lui era molto cambiato, forse era meglio dire peggiorato.
Il ragazzo adorabile, gentile e sincero aveva lasciato il posto ad un testardo, ribelle che non è più in grado di esprimere i propri sentimenti.
Aveva un carattere orribile, lo sapeva. Spesso glielo diceva anche Takano.
Eppure… perché diceva di amarlo così tanto?
 
Gli scappò un sorriso.
Prima era Saga-senpai a chiedergli perché lo amasse, adesso sembrava che i ruoli si fossero invertiti.
Non era più lui ad inseguire e a dire “ti amo” ogni volta che apriva bocca, ma Takano.
Sembrava quasi volesse riparare gli errori del passato, quando non si sforzava di far capire a Ritsu che lo ricambiava.
 
Finì di bere il suo bicchiere d’acqua e pagò. Uscì dal bar indeciso sul da farsi. Poteva tornare a casa, ma aveva paura di incontrarlo dal momento che non aveva idea di cosa dirgli.
 
‘Ammesso che gli dicessi che non mi sono avvicinato a lui a causa del passato… be’ innanzitutto sarebbe una bugia… lo amavo così tanto ai tempi della scuola e ho continuato ad amarlo… fino ad ora… però… non ne sono sicuro… se Takano-san ritornasse come ai tempi della scuola, a me andrebbe bene?’
 
Prese a camminare, decise di tornare a casa, ma non andò in metropolitana, decise di tornare a piedi altrimenti avrebbe corso il rischio d’incontrarlo sul treno.
 
«No!» disse scuotendo vigorosamente la testa.
 
Un passante si voltò verso la sua direzione.
«Ehm s-sta bene?» gli chiese un po’ timoroso.
 
«Oh, no mi scusi. Ero sovrappensiero» Onodera si mise a ridere nervosamente.
Il passante si allontanò velocemente, pentito di avergli rivolto la parola.
 
‘Se ritornasse com’era un tempo vorrebbe dire che ritornerebbe il ragazzo solo e infelice che soffriva per la separazione dei genitori… e io non voglio… non ho mai voluto che soffrisse. Quindi mi va bene che ora sia cambiato?... Sì, ora è molto più sereno di come fosse un tempo’
 
Continuò a camminare verso casa. Il sole picchiava bello forte, dal momento che era luglio.* Si ritrovò a sospirare, a causa del suo ragionamento complicato. Non sapeva di preciso nemmeno lui per quale motivo si stesse perdendo in tutte quelle domande. È aveva decisamente paura di scoprire la conclusione a cui l’avrebbero portato.
 
‘Sto dicendo che lo amo, nonostante il tempo, i cambiamenti, le delusioni… lo amo?’
 
Era la prima volta che pensava a Saga e a Takano in quella maniera. Sospirò per l’ennesima volta. Sentiva tutte quelle stupide sensazioni amorose che provava al liceo ritornare prepotentemente nel suo cuore.
 
‘Anche se lo amassi, cosa succederebbe? Siamo due uomini, maledizione. Se si venisse a sapere in giro potremmo avere seri problemi, forse potremmo addirittura restare disoccupati. Ma a cosa pensavo quando mi ero innamorato di lui? Quando abbiamo iniziato a frequentarci, ho mai pensato alle conseguenze?’
 

 
Ritsu si stese sul letto, aveva appena finito di mangiare, ma non riusciva a prendere sonno. Il suo vicino non si era fatto sentire in alcun modo. Da un lato si sentiva sollevato, dall’altro no. Evidentemente stava aspettando che fosse lui a prendere l’iniziativa per una volta.
 
Forse gli poteva esprimere i suoi dubbi, ma lui non avrebbe fatto altro che spingerlo a scegliere lui. Doveva decidere da solo e guardare lucidamente alla faccenda.
Poteva mandare al diavolo la sua vita per una persona?
Si portò una mano ai capelli.
 
E se fosse finita? Cosa avrebbe fatto? La sua vita sarebbe finita a pezzi.
Si ricordò di come già allora il suo mondo finì con quella risata. Aveva passato dieci anni penosi senza di lui e certamente non voleva rivivere quell’esperienza.
 
‘La cosa migliore è che lui non entri nella mia vita… ma lui ormai non fa già parte della mia vita?’
 

 
Takano si asciugò le mani. Aveva appena finito di lavare le stoviglie che aveva lasciato sporche l’altra sera.
Forse aveva sbagliato a fargli quella domanda, era stato troppo precipitoso? Aspettare un anno perché lui capisse di amarlo era precipitoso? Se gli dicesse di non voler stare con lui, cosa farebbe?
Non può nemmeno sopportare di immaginarlo. Eppure non poteva di certo costringerlo ad amarlo.
L’ultima cosa che voleva era che l’odiasse.
 
Mise a posto i piatti e notò di avere la dispensa vuota.
 
«Questa sera dovrò fare la spesa» disse a se stesso.
 

 
Note dell’autrice:
Eccomi qui, alla fine ho deciso di occuparmi di questa storia e di portarla al termine prima di andare a spolverare e a togliere le ragnatele alle altre fic XD
Be’ che dire di questo capitolo? E’ un capitolo che potrei definire introspettivo, pieno di domande e povero d’azione quindi non so quanto vi possa piacere.
Però io mi sono divertita a scriverlo, mi sono messa nei panni dei personaggi e ho immaginato quello che avrei pensato al loro posto XD
Il prossimo credo proprio che sarà l’ultimo capitolo :)
Ringrazio chi recensisce/preferisce/segue/ricorda/legge :D
Ricordate di lasciarmi una recensioncina,
a presto :3
*Luglio: mi sono fatta quattro calcoli, il compleanno di Ritsu è a fine marzo e mancavano 130 giorni al completo innamoramento, quindi ho ipotizzato che il giorno in cui dirà ‘ti amo’ sarà più o meno a luglio^^
   
 
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