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Autore: Marlowe    18/10/2014    5 recensioni
Dopo la battaglia ad Idris, Clary si risveglia in una cella buia e fredda. Non sa chi l'ha portata lì, né il perché. L'unica cosa che sa è che Jace è morto. Più tardi scoprirà che il suo carceriere è Jonathan, suo fratello. Il ragazzo è deciso a farsi amare da lei a costo di utilizzare trucchi e inganni.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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CAPITOLO 15


 

JOCELYN

 

L’Istituto di New York era il posto più inospitale che avessi mai visto. Tutte quelle statue mi mettevano soggezione, sembravano che fossero lì apposta per giudicarti. I soffitti erano troppo alti, il colore predominante era il grigio, l’ambiente era troppo freddo per i miei gusti. L’unica cosa decente erano i dipinti di angeli che adornavano qua e la le pareti. Davvero non riuscivo a capire perché gli Shadowhunters dovessero vivere in edifici del genere. Quando avevo lasciato Valentine avevo giurato che non avrei più messo piede in posti simili. Mi ero lasciata la mia vecchia vita alle spalle, anche se alcune abitudini erano dure a morire.
Avevo sacrificato la mia giovinezza e molti dei miei sogni per il bene di mia figlia e di Idris, e ora tutto quello che avevo progettato stava andando a monte. Avevo lasciato mio marito, un uomo bellissimo, con fascino e carisma a causa dei suoi esperimenti. Avevo messo il bene degli altri davanti al mio, avevo rinunciato alla mia posizione sociale per il bene di mia figlia e ora venivo tradita in questo modo ignobile!
Aveva ragione mia madre quando da ragazza mi ripeteva spesso che i figli portavano solo dolori. Su Clary avevo tante aspettative, aveva talento, era sveglia e molto bella, poteva avere chiunque lei volesse. Me l’ero immaginata sposata con un ragazzo di buona famiglia, totalmente mondano e all’oscuro delle nostre origini. Volevo che crescesse nella tranquillità e con dei sani valori. Avevo speso fior di quattrini per farle cancellare periodicamente la memoria e invece lei cosa faceva? Vanificava i miei sforzi decidendo di diventare una cacciatrice di demoni! Aveva detto che l’aveva fatto per me, per salvarmi dal sonno che avevo io stessa provocato. Bene, mi fa piacere che a mia figlia interessi così tanto la mia incolumità, ma c’era davvero bisogno di lasciarsi coinvolgere così tanto in quella vita? Non poteva salvarmi e tornare a fare la mondana?
Ovvio che no, doveva innamorarsi di uno di loro, di uno che non era minimamente adatto a lei. Troppo impulsivo e sfacciato era quel Jace Wayland o Lightwood o Herondale o come accidenti si chiamava. Fortunatamente il ragazzo era morto e pensavo sarebbe andato tutto per il meglio, che saremmo tornate alla vita di sempre, invece no. Jonathan, il figlio mezzo demone che Valentine mi aveva costretto a partorire, l’aveva rapita.
Nessuno riusciva a trovarli e il Conclave non si sforzava più di tanto visto che li considerava due minacce. Avevo costretto Luke e il suo branco a cercarli, avevo stressato il mio fidanzato pur di trovare mia figlia. Sapevo che qualcosa non andava, lo percepivo, era il mio istinto di madre che lo diceva. Poi Clarissa era tornata di sua spontanea iniziativa. Trasandata, sporca e sudata ma con addosso un vestito che seppur rovinato costava un patrimonio. Quando tua figlia viene rapita una si immagina sia deperita, ferita o magari con qualche arto rotto e un trauma psichico non indifferente, non che ricompaia perfettamente in salute.
Avevo passato giornate intere ad osservarla. Non aveva raccontato tutta la verità, di questo ne ero più che sicura. Jonathan non poteva essere una sorta di cavaliere con l’armatura lucente, lei lo descriveva così ma ometteva sicuramente qualcosa.
No, non mi vergognavo a spiare mia figlia, controllavo quello che mangiava e consumava e fu proprio così che scoprii che era incinta. Desideravo che fosse un incubo, che razza di figlia degenere avevo cresciuto? Come accidenti si era permessa di rimanere incinta? Di suo fratello poi?
Nella mia mente si erano affollati molte immagine di quei due mentre consumavano quell’atto abominevole. Ero più che sicura che l’avessero fatto apposta per darmi fastidio. Come Jonathan avesse convinto Clary rimaneva un mistero, ma immagino usasse gli stessi trucchetti che Valentine aveva usato con me da giovane. Erano uomini con molto fascino i Morgensten, ottenevano sempre quello che volevano. Mio marito ai suoi tempi vantava un folto numero di spasimanti ma poi aveva scelto me.
Avevo chiesto a un fratello Silente di visitare Clary, volevo essere sicura e volevo sperare che fosse un incubo. Invece era tutto vero e lei non aveva nemmeno negato le mie accuse. Non le avrei permesso di partorire quel coso, già mi immaginavo la creatura disgustosa che sarebbe venuta fuori. Se voleva avere figli le avrei scelto io un fidanzato adatto ma di sicuro non avrei avuto un nipote ora, nato da un incesto e figlio del demonio. L’avevo rinchiusa nella sua stanza, sorda alle sue proteste e alle sue urla. Non mi importava di darle un dolore, avrei potuto risolvere facilmente la cosa chiedendo a Magnus di toglierle quest’ultimo ricordo. Avevo preso appuntamento con un clinica dove si sarebbero sbarazzati del problema, non facevano domande ed erano veloci ed efficienti.
La mattina dopo però lei non c’era più. Era scappata e non avevo idea di dove fosse. Avevo chiamato Magnus per farla localizzare ma lo stregone si era rifiutato di aiutarmi, mi aveva insultato nel peggiore dei modi quando gli avevo spiegato le mie ragioni. Stessa cosa per Simon, avevo giudicato male quel ragazzo, inaffidabile e inadeguato come amico per mia figlia.
Era per questo che ora mi ritrovavo qui, in questo Istituto che rappresentava al tempo stesso una speranza e una condanna. Dovevo trovare mia figlia e avrei usato ogni mezzo disponibile per farlo.
Attesi con pazienza che Maryse Lightwood mi venisse a ricevere nel suo studio, un tempo era stata mia amica anche se sapevo che nonostante fosse sposata con Robert provava un certo interesse per mio marito.
Quando entrò dalla porta la trovai ancora più trasandata dell’ultima volta. Aveva perso due figli e ora il marito piangeva per la perdita della sua amante, quasi mi risollevò il morale che qualcuno fosse più in difficoltà di me. Povera Maryse, nemmeno suo marito la desiderava più.
- Jocelyn, che sorpresa, a cosa devo questa visita?
- Clary è scappata e ho bisogno di trovarla al più presto.
Mi guardò sorpresa.
- Come sarebbe a dire scappata? Perché?
- E’ incinta.
Si sedette di colpo sulla sedia.
- Di chi? Di Jace?
Risi sarcastica.
- Certo che no, il tua ragazzo non ha avuto il tempo per farlo immagino. Il padre del bambino è Jonathan.
- Jonathan? Ma è suo fratello!
- A quanto pare a quei due questo non interessa minimamente. E’ di due mesi, l’ho fatta visitare da un fratello Silente e lui me lo ha confermato.
- Clary non l’ha presa bene?
- Al contrario, lo vuole tenere. Sono io che non voglio. Oggi dovevamo andare in una clinica per farla abortire ma lei è fuggita.
Mi guardò come se fossi pazza, volevo vedere se fosse la sua di figlia a rimanere incinta di un mostro. Anche se da quello che avevo sentito Isabelle aveva una reputazione tutt’altro che positiva in fatto di ragazzi.
- Jocelyn, volevi obbligarla ad uccidere il suo bambino, ci credo che è fuggita!
Perché nessuno dava ragione a me? Perché non capivano?
- Luke cosa ne pensa?
Curioso che provasse così tanta stima per un lupo mannaro.
- Lui non sa ancora niente e non deve saperlo. Forse non ti è chiaro che il bambino avrà sangue di demone Maryse. Nascerà un mostro. Un altro Morgensten pericoloso che mio figlio sguinzaglierà contro il Conclave. E’ questo che volete? Che la progenie del demonio si riproduca?
Rimase in silenzio a riflettere, forse la stavo convincendo.
- Ma rimane comunque un bambino.
- Non mi interessa, quell’essere non verrà mai al mondo, non finchè ci sarò ancora io. Voglio che avvisi il Conclave e che li avverta. Devono trovare Clary e uccidere quel coso che cresce dentro di lei.
- Ma non pensi a tua figlia? Al dolore che le darai?
- A lei ci penso io, tu fai quello che ti ho chiesto.
- Non mi piace quello che mi stai chiedendo Jocelyn, nemmeno un po’.
Si allontanò da me per chiamare il Conclave, se conoscevo bene i miei polli avrebbero dato ragione a me. Tornò dopo quindici minuti e se possibile sembrava ancora più stanca di prima.
- Il Conclave è d’accordo con te.
Sorrisi soddisfatta, finalmente ora si ragionava.
- Però devi anche capire che in tutti questi mesi non siamo mai riusciti a trovare Jonathan, potremmo arrivare troppo tardi e non sarà più possibile farla abortire, ci hai pensato?
- In quel caso uccideremo il bambino, lo farò io stessa se sarà necessario.
Maryse mi guardò con orrore.
- Tu sei pazza.
- Può darsi, ma non permetto a nessuno di umiliarmi in questa maniera.
Ero sicura di me stessa, avrei impedito che quell’abominio circolasse libero per il mondo. Avrei evitato a mia figlia l’orrore di crescerlo, doveva fare come volevo io.
Mi accorsi troppo tardi della porta socchiusa ma in quel momento non me ne preoccupai, nessuno poteva rovinare i miei progetti.


 


ALEC

 

Camminavo velocemente per le strade di New York diretto verso l’unico poso che per me rappresentava un porto sicuro. Non riuscivo ancora a credere alle mie orecchie. Clary era incinta di suo fratello. Avevo origliato l’intera conversazione fra mia madre e Jocelyn e avevo fatto bene. Pensavo si trattasse di qualche aggiornamento da Idris e all’inizio non volevo ascoltare ma qualcosa mi spingeva a farlo. Jace diceva sempre di seguire il proprio istinto e per una volta, fortunatamente, ascoltai il mio.
Ringrazio l’Angelo per averlo fatto, non pensavo che la madre di Clary fosse pazza ma quello che diceva non aveva alcun senso! Come poteva obbligare sua figlia a rinunciare al proprio bambino? Sembrava parlasse di un sacchetto di rifiuti e non di un essere umano. Non avevo idea di dove fosse ora la mia amica ma dovevo fare il possibile per avvisarla. Non era giusto il modo in cui era stata trattata, né dalla mia famiglia, né da Idris. Tutti noi dovevamo la vita a lei e alle sue capacità, eppure era stata trattata come la peggiore dei criminali.
Lo dovevo a lei e a Jace.
Raggiunsi la meta piuttosto velocemente e suonai il campanello per farmi aprire. Lo avevo già avvisato che stavo arrivando. Entrai nell’appartamento di Magnus e iniziai a camminare su e giù per la tensione.
- Abbiamo un problema!
- Si fiorellino, anche io sono contento di rivederti. Certo che sto bene, grazie per l’interessamento, anche io ti trovo in ottima forma.
- Si si va bene! Ho capito l’antifona ma abbiamo comunque un problema.
Sbuffò e si sedette sul divano, osservai ogni suo movimento, mi piaceva la grazia che metteva in ogni suo gesto.
- Sentiamo, hai litigato ancora con tuo padre a causa della nostra relazione?
- Peggio!
- Addirittura?
- Ho origliato una conversazione fra mia madre e quella di Clary.
Magnus divenne subito attento e perse il sorriso.
- Cosa hai sentito?
- Clary è incinta.
- Lo so.
Come lo sa? E non mi aveva detto niente?
- Come sarebbe a dire che lo sai?
- Lo so perché Clary ha fatto il test di gravidanza nel mio bagno, e perché ha avuto una mezza crisi di panico e io e il suo amico Sheldon l’abbiamo fatta calmare.
- E non mi hai detto niente?
- Le ho promesso di mantenere il segreto e tu sai che mantengo sempre la mia parola fiorellino. Soprattutto se è qualcuno a cui tengo a chiedermelo, e sai benissimo che Clary per me è come se fosse una figlia.
Si, me lo aveva detto più volte, nel corso degli anni l’aveva vista crescere e si era affezionato molto a lei.
- Stamattina Jocelyn mi ha chiamato per farmela localizzare ma mi sono rifiutato. Pretende che biscottino abortisca!

- Lo so, dopo il tuo rifiuto ha chiesto aiuto al Conclave.
- Figuriamoci se quelli si scomodano per una cosa del genere.
- Invece lo faranno. Daranno la caccia a Clary e la obbligheranno ad abortire. Nel caso venga trovato troppo tardi la faranno partorire e il bambino verrà immediatamente eliminato.
Avevo visto poche volte ( per fortuna) Magnus arrabbiato e indubbiamente ora lo era. I suoi occhi divennero più scuri e emanava ondate di magia a stento trattenute.
- Quella donna è completamente pazza! Ha fatto bene Clary ad andarsene. Non le permetterò di alzare un dito su quel bambino, a nessuno di loro. Devo mandarle un messaggio per avvertirla del pericolo. Ringrazio che abbia avuto il tempismo di andare via con suo fratello, perché immagino possa essere andata solamente che lì.
- Ma come ha fatto ad andarci?
- Jonathan si intrufolava ogni notte nella sua camera per portarle dei regali. Immagino che l’abbia convinto a portarla via con sé. Bisogna anche avvisare il diurno. Non posso credere che Luke permetta una cosa del genere. Pensavo avesse più buon senso quell’uomo.
- Luke non lo sa.
- Non vorrei rischiare nel dirglielo io, non so da che parte potrebbe schierarsi e in tale proposito. .. Tu da che parte stai Alexander? Da quella di Clary o da quella del Conclave?
Con i miei amici o con la mia famiglia e la mia gente? O per meglio dire, con il mio fidanzato e gli amici che mi accettano per quello che sono o con la mia famiglia e la mia gente che mi disprezza parlandomi alle spalle?
- Dalla parte di Clary.
- Ottimo e ora mandiamo un messaggio a Clary!



 

JONATHAN



 

Lo uccido, giuro che lo uccido. Lo riduco in tanti pezzettini minuscoli e poi lo do in pasto ai demoni. Oppure do fuoco a tutti i suoi vestiti e gli riempio la bottiglia dello shampoo con una lozione depilatoria così, quando si guarda allo specchio muore di infarto. Mi mancava pochissimo con Clary, stavo finalmente per fare l’amore con lei e vengo interrotto proprio sul più bello. Dovevo appendere un cartello alla porta per non farmi disturbare? Qualcosa del tipo “ attenzione sto copulando con mia sorella siete pregati di tornare più tardi”, magari sortiva qualche effetto.
Invece, siccome non mi potevano lasciare stare nemmeno per un istante avevo mollato la mia povera sorellina eccitata in camera e io mi ero fatto un’altra doccia fredda. Mi ero vestito velocemente cercando di non guardare Clary che entrava a sua volta in bagno ( altrimenti la tentazione di raggiungerla sarebbe stata troppo grande) e stavo marciando per i corridoi indeciso se porre fine alla vita del mio migliore amico.
Ovviamente il disgraziato era comodamente seduto su una poltrona nello studio di mio padre e si guardava le unghie.
- Era ora! Ma quanto ci metti per prepararti?
- Zitto! Ti conviene che sia importante perché altrimenti ti uccido sul serio.
- Quante storie! Ti ho svegliato durante il riposino di bellezza?
- No Sebastian, mi hai interrotto mentre finalmente facevo l’amore con mia sorella.
- Sicuro tu non stessi sognando?
Adesso l’ammazzo sul serio, osa anche scherzare? Possibile che non ci tenga minimente alla sua vita?
- Ti assicuro che ero perfettamente sveglio.
- Magari hai frainteso la situazione.
- Difficile fraintendere quando si è nudi con un’erezione da guinness dei primati, fra le gambe di Clary, anche lei senza vestiti e biancheria ed eccitata da morire non trovi?
- Ops! Mi dispiace amico. Ti giuro che se l’avessi saputo … no, non avrei aspettato neanche in quel caso, la notizia è troppo urgente per attendere.
Addirittura? Cosa accidenti era successo per farlo agitare così?
- Sentiamo il messaggio, quale delle nostre spie ce l’ha mandato?
- Nessuno di loro. Il messaggio viene da Magnus Bane.
Cosa? Questo si che era strano.
- E cosa accidenti vuole da me? Sapere come sta Clary? So che sono amici ma non capisco perché debba mandarmi un messaggio con tutta questa urgenza.
- Leggilo.
Feci come mi consigliava. Prestai attenzione a tutto il contenuto. In preda alla furia rovesciai la scrivania con tutto quello che c’era sopra.
Da un giorno sapevo che stavo per diventare padre e già osavano orchestrare piani per uccidere mio figlio? Ma scherzavano? Magnus diceva che era stata mia madre ad avvisare il Conclave, Clary aveva ragione a dire che era completamente pazza! Come poteva fare una cosa del genere?
Avevo voglia di spaccare qualcosa, volevo andare ad Idris e dare fuoco a quella loro stupida città di vetro. Non avrei permesso a nessuno di mettere le mani su Clary e mio figlio.
- Amico calmati.
- Calmarmi? Ma hai letto cosa c’è scritto?
- Certo che sì. Ma non è reagendo così che otterrai qualcosa.
- Chiamano me mostro ma sono loro i veri mostri nel voler uccidere un bambino! Mio figlio deve ancora nascere e già progettano la sua morte.
Sebastian mi afferrò per le spalle obbligandomi a stare fermo, rischiava nel farlo, potevo colpirlo e fargli molto male.
- Ora ascoltami. La casa è praticamente introvabile. Questo ci da tempo per organizzarci meglio e proteggere la nostra famiglia. L’importante ora è che tu riacquisti lucidità. Mi servi freddo e calcolatore Jonathan, non una macchina assassina pronta ad uccidere chiunque gli si pari davanti.
Aveva ragione, la rabbia era cattiva consigliera, dovevo restare concentrato.
- Jonathan?
- Ci sono, puoi lasciarmi ora.
Mollò la presa e insieme raddrizzammo la scrivania.
- Non possiamo dirlo a Clary. La farebbe agitare e non voglio che si preoccupi di questo ora. Voglio che sia serena.
- Hai ragione, nessuno dei due dirà niente. Se ti chiede perché sei dovuto scappare tu dille che uno dei nostri alleati voleva avere tue notizie e nuovi ordini.
Si, poteva andare bene come scusa.
- Non dobbiamo farla preoccupare Sebastian. Quindi cerca di tenerti questa cosa per te.
- Ehi! Per chi mi prendi?
- Per uno a cui piace spettegolare. Andiamo a cena ora, ci starà già aspettando per mangiare.
Uscimmo entrambi dallo studio diretti verso la sala da pranzo. Si sentiva già un odore favoloso e come immaginato Clary era seduta a tavola che ci aspettava. Indossava dei jeans e una camicetta a maniche lunghe. I capelli erano stati raccolti in una treccia disordinata.
E pensare che in questo momento potevamo essere sopra nella nostra camera a darci da fare in altre attività.
Mi chinai per darle un bacio sulle labbra e mi sedetti al suo fianco.
Lei mi guardò preoccupata.
- Tutto bene? Brutte notizie?
- No, uno dei miei alleati non aveva altro da fare che annoiarmi e Sebastian non sapeva che io e te stavamo facendo ben altro.
La guardai eloquentemente e lei arrossì imbarazzata.
- Sono davvero dispiaciuto Clary. Se avessi saputo che vi stavate divertendo così tanto non mi sarei mai permesso di bussare. La prossima volta attaccate un calzino alla porta così mi so regolare.
- Possiamo mangiare per favore? Non mi fa sentire molto a mio agio parlare di queste cose a tavola.
Sebastian scrollò le spalle, tanto conoscendolo, le avrebbe dato il tormento più tardi.
La cena venne consumata in silenzio, ogni tanto il mio amico cercava di coinvolgerci in qualche assurda conversazione e Clary era l’unica a dargli un po’ di corda. Io ero troppo perso nei miei pensieri per partecipare. Osservavo la ragazza al mio fianco, studiandola attentamente. Fissai il suo ventre, ancora piatto ma dove fra poco sarebbe stato ben visibile mio figlio. L’avevo messa incinta al primo colpo e ammettiamolo, gongolavo da morire per questo, avevo anche scoperto che la pozione calmante che le avevo dato ogni giorno aumentava di molto la fertilità e io avevo abbondato con i dosaggi, quindi forse era proprio stata colpa mia, anche se questo a Clary non l’avrei mai detto.
Sembrava così tranquilla e rilassata al mio fianco. Mesi fa desiderava solamente staccarmi la testa dal collo e invece ora mi permetteva di baciarla, di toccarla, mi sentivo un ragazzo fortunato.
Ero talmente concentrato sul pensiero di Clary che non mi accorsi che aveva iniziato a parlarmi e voleva una risposta da me. Fui risvegliato dal mio fantasticare da un calcio sotto il tavolo dato da Sebastian.
- Ehi!
- Amico, Clary ti ha fatto una domanda.
- Scusa Clary ero distratto, dicevi?
Lei mi guardò esasperata.
- Ti ho chiesto se possiamo andare ancora alla radura uno di questi giorni.
Uscire dalla casa? Mentre la cercavano per uccidere nostro figlio? Ma anche no!
- Non credo sia il caso nelle tue condizioni.
Mi guardò inarcando il sopracciglio e incrociò le braccia sotto il seno.
- Non sono moribonda sai? Posso camminare, sono solo incinta o davvero pensi di potermi tenere chiusa in casa fino al parto?
E anche dopo se fosse stato per me.
- Ma cavalcare potrebbe nuocere al bambino o potresti prendere freddo.
- Dici che cavalcare gli farebbe male?
Ma quanto mi piaceva vederla preoccupata per nostro figlio? Però aveva ragione, non potevo tenerla segregata in casa per sempre, dovevo pur farla uscire e sinceramente volevo che la sua gravidanza fosse monitorata da qualcuno che ne capisse qualcosa, io e Sebastian non eravamo esperti in materia. Tra l’altro l’avrei sempre accompagnata io e l’avrei protetta. Dubitavo che qualcuno trovasse la casa oppure la radura, non ci erano riusciti in tutti questi anni, quando mio padre si nascondeva, figuriamoci ora.
- Va bene. Devo solo studiarmi il modo per portarti lì senza farti sballottare troppo.
Guadagnai un bel sorriso per questo gesto e Sebastian mi fece il segno di ok con le dita, evidentemente avevo fatto la cosa giusta.
La cena finì troppo in fretta e Sebastian si ritirò nella sua camera per lasciarci soli, cercava forse di farsi perdonare l’interruzione di poco fa?
Apprezzavo il suo gesto ma in questo momento non mi sentivo proprio in vena di fare sesso, anche se avevo promesso a Clary che la discussione era rimandata subito dopo cena. La brutta notizia aveva smorzato il mio entusiasmo e nella mia mente continuavo a progettare nuovi sistemi di difesa, di riunire i miei alleati e non mi accorsi nemmeno di essere nella camera padronale con Clary che mi fissava in attesa di qualcosa.
- Jonathan?
- Eh?
- Ecco … tu … non vuoi niente?
Al momento volevo molte cose ma non sapevo come realizzarle.
- No.
Fece una faccia mortificata e non capivo il perché, si tormentava le mani e abbassò lo sguardo.
Poi prese coraggio e mi fissò dritto negli occhi e iniziò a sfilarsi la camicetta sbottonando i bottoni velocemente, lasciandomi intravedere il reggiseno. Subito dopo i jeans fecero la stessa fine e ora era solo in intimo davanti a me. Mi si avvicinò prendendomi il viso fra le mani per baciarmi. In un primo momento risposi ma poi tornò prepotentemente a farsi vivo il pensiero dell’imminente pericolo e mi staccai bruscamente.
- No Clary.
Mi guardò come se le avessi appena dato uno schiaffo.
- Non mi vuoi più? So di non avere esperienza, magari qualcosa prima ti ha dato fastidio e ora non ti piaccio più?
Ma aveva battuto la testa? Sentiva le idiozie che diceva? Come potevo non desiderarla quando il mio unico pensiero fisso era di inchiodarla al letto e non farla più scendere?
- Certo che ti voglio Clary e sono più che felice che tu non abbia esperienza in merito.
- Davvero? Magari sei abituato ad altri tipi di ragazze. Quelle più disinibite e disponibili, con un seno enorme e con la capacità di contorsioniste estreme.
Contorsioniste? Mi aveva preso per uno amante del circo?
La presi per le spalle e le alzai il viso in modo che potesse leggere la sincerità delle mie parole.
- Io ti desidero Clary. Non pensare minimamente al fatto che tu possa non piacermi. Amo tutto di te e non desidero nessun’altra al mio fianco.
- Ma allora perché mi respingi?
Dai Jonathan digli perché la respingi se ci riesci.
- Non voglio stancarti troppo – per la miseria come sono patetico – non so molto di gravidanze e non vorrei che per causa mia vi succedesse qualcosa.
Ci crede? Ditemi di sì? Al momento non mi viene in mente nulla e sinceramente averla nuda fra le mie braccia stava facendo emigrare il sangue diretto verso il cervello ad un’altra destinazione.
Dal modo in cui mi sorrise penso se la sia bevuta.
- Non ti devi preoccupare. Non sono fatta di cristallo.
Mi baciò di nuovo e questa volta evitai di opporre qualsiasi stupida resistenza. Non potevo farmi rovinare la vita da quella psicopatica di mia madre. Dovevo sfruttare al meglio ogni singolo istante e recuperare il tempo perso.
Le sue mani mi stavano slacciando la camicia bianca che portavo. Mi accarezzava il petto con movimenti lenti ed eccitanti, per fortuna che la ragazza non aveva esperienza altrimenti che altro faceva?
La mia mano destra ( che ovviamente non poteva stare ferma a farsi i fatti suoi) sì insinuò sotto il reggiseno e strinsi delicatamente un seno saggiandone per l’ennesima volta la morbidezza. Clary mi slacciò i pantaloni facendomeli cadere per le gambe e io li scalciai via con i piedi. Eravamo entrambi in intimo e mia sorella si allontanò da me per toglierselo da sola lasciandomi piacevolmente sorpreso. Nuda, con la luce soffusa che entrava dalle finestre era meravigliosa. Mi tolsi i boxer e ora eravamo nella stessa situazione. L’abbracciai di slancio calando famelico sulla sua bocca. Le mie mani che passavano sulla sua pelle.
Con fatica mi staccai dalle sue labbra.
- Sei sicura? Non si torna più indietro Clary. Se ora mi dici di sì, se mi permetti di fare l’amore con te non potrai più fermarmi. Mi stai lasciando il via libera lo sai vero? Potrei passare le giornate a prenderti in ogni angolo di questa maledettissima casa e non potresti negarti a me. Lo sai?
- Sì.
- Sei davvero sicura?
- Dio Jonathan si!
Perfetto, la presi di peso buttandola sul letto e mi misi sopra di lei.
- Bene sorellina … ora sei mia!




ANGOLINO DI MARLOWE

 

Salve gente! La prima parte del capitolo è stata una fatica immensa. Scrivere dal punto di vista di Jocelyn, che odio con tutto il cuore e che non sopporto minimamente, è stato tremendamente difficile. Giuro che ho riso come una cretina quando ho scritto “ era il mio istinto di madre che lo diceva” … seriamente … ma che idiozia le ho fatto dire? Quella l’istinto materno non l’ha mai avuto e nemmeno mai visto secondo me. In compenso ho fatto guadagnare un alleato a Clary e Jonathan, il caro Alec è passato al lato oscuro! Che a quanto pare sta diventando piuttosto bianco no? Sebastian è sopravvissuto all’ira omicida di Jonathan per due volte consecutive, che fortunato sto ragazzo. La brutta notizia l’aveva sconvolto a tal punto che non voleva nemmeno più andare a letto con la povera sorella incinta. Per fortuna Clary è una ragazza determinata ed è riuscito a sbloccarlo. Nel prossimo capitolo ( sarà mia premura chiudere a chiave Sebastian nella sua stanza) finalmente quei due staranno insieme e possiamo dire addio alle docce fredde! Contenti?? Giudizi?
Recensiteeeeeeeeeee
Kiss
Mar

 

  
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