Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: arangirl    18/10/2014    3 recensioni
*ATTENZIONE SPOILER per chi non ha letto "La Danza dei Draghi"*
Un AU/What if? in cui Arya Stark ha passato la sua adolescenza allenandosi nelle arti dell'assassinio nella Casa del Bianco e del Nero, diventando una delle migliori assassine in tutta Essos. Ormai la ragazza è diventata una spietata macchina da guerra, senza sentimenti e con pochi ricordi del doloroso passato e della sua famiglia. Ma all'improvviso un nuovo e inaspettato incarico sconvolge il suo mondo, catapultandola di nuovo in un universo che aveva a lungo dimenticato, facendo nascere nel suo cuore di nuovo dei sentimenti, facendole desiderare di tornare indietro.
Premetto che questo è il mio primo tentativo di ff, perciò non so cosa ne uscirà. La storia mi ronza in testa da un po', e prevedo che ci saranno parecchi capitoli! Consigli e commenti sono assolutamente bene accetti!
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Arya Stark, Brienne di Tarth, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il vento gelido le gettava in volto secchiate di acqua ghiacciata che le riempivano il corpo di brividi che la scuotevano dentro fin dalle ossa. Il grosso purosangue nero che cavalcava dall'alba sbuffava spazientito, desideroso anche più di lei di un riparo sicuro. Arya sapeva, quando aveva lasciato il caldo abbraccio di Daenerys quella mattina, che sarebbe stata una lunga ed estenuante giornata, ma non si era aspettata che passare in rassegna le truppe potesse essere un lavoro così lungo. Da quando avevano vinto la battaglia alle Torri Gemelle i soldati erano diventati euforici, sembrava che avessero già vinto la guerra e fossero pronti a tornare a casa, e quando la vedevano passare erano tutti pronti ad offrirle da bere, a farsi raccontare della sue impresa solitaria sulle mura delle Torri ancora e ancora. Arya era a stento riuscita scappare via da un alquanto alticcio Lord Manderly che aveva cercato di invitarla alla quarta cena della serata. 
Era contenta che gli uomini avessero finalmente l'occasione di festeggiare la rinnovata libertà dai Bolton e dai Frey, anche perché in cuor suo sapeva che avevano appena iniziato. I Lannister erano i loro veri nemici, e il loro scontro si avvicinava inesorabile. 



Finalmente vide stagliarsi davanti a lei il profilo delle tenda della madre dei draghi e sbuffò contenta di poter finalmente scendere da cavallo. Entrò nella tenda gocciolando copiosamente sui tappeti raffinati che Daenerys aveva portato da Essos, e lei era lì, ad aspettarla con un sorriso lievemente imbronciato sul viso "Non mi avevi detto che piove sempre in questo posto. E' tutto così... così umido." Sbuffò leggermente e Arya riuscì a stento a trattenersi dal ridere; non aveva ancora visto niente. Dany si alzò e andò verso di lei con un telo in mano, avvolgendoglielo delicatamente sui capelli bagnati, strofinandoli quel tanto che bastava per renderli meno umidi "Sembri un pulcino bagnato.." sussurrò con un sorriso e Arya sbuffò leggermente "Non dirlo troppo ad alta voce, rovinerai la mia reputazione..." "Ah già, l'indomabile lupa del Nord.." Arya arrossì leggermente; quello era l'epiteto con cui avevano cominciato a chiamarla amici e soprattutto nemici, ma in quel momento si sentiva tutt'altro che indomabile, anzi docile come un agnellino in mano all'affascinante donna davanti a lei. Le mani dell'altra si fermarono tra le sue ciocche e quando incontrò i suoi occhi sentì un brivido lungo la schiena, presa dalla consapevolezza che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, incapace di comprendere come si potesse amare così tanto qualcuno da desiderare di annullarsi completamente solo per renderlo felice. Daenerys le rivolse un sorriso dolce, come se avesse intuito i suoi pensieri e le sue mani scesero ad accarezzarle il volto, le labbra ad un soffio dalle sue "Mi sei mancata oggi..." Arya fece per colmare la piccola distanza che le divideva, troppo felice per riuscire ad esprimere con semplici parole come si sentiva in quel momento "Oh prego, fate pure come se non ci fossi." 



Arya si staccò velocemente ds Dany, girando su se stessa per coprire Dany con il suo corpo, la mano sul pugnale, per ritrovarsi faccia a faccia con Asha. Rimise il pugnale nella guaina con un sospiro esasperato "Non dovresti entrare senza permesso, lady Asha." "Ma come? Quando eravamo solo noi due mi lasciavi entrare quando volevo, mia regina..." Arya sentì Daenerys trattenere il respiro dietro di lei e fulminò Asha con lo sguardo, ma questa continuò imperterrita "Anche se ora capisco la tua insistenza nel volerti alleare con me invece che con il mio ziuccio... Cosa non si farebbe per un bel faccino.." "Asha, se hai finito di farneticare gradirei sapere il motivo della tua visita." Asha la guardò con espressione maliziosa, ma senza riuscire a nascondere una scintilla di preoccupazione nello sguardo e improvvisamente Arya capì che si trattava di qualcosa di serio. "Mi sono giunte delle voci dalle Isole di Ferro, Euron vuole fuggire a Essos. Se lo lasciamo andare ora non lo prenderemo mai più, e ritornerà quando meno te lo aspetti. Per mesi ho saccheggiato le coste distruggendo gli avamposti dei tuoi nemici... E' venuto il momento di pagare il tuo debito se vuoi che il Nord sia completamente tuo. Aiutami a distruggere mio zio una volta per tutte." 



C'era una nota disperata nel suo tono che non sfuggì ad Arya, ma Daenerys sembrava tutt'altro che convinta "Non abbiamo tempo per questo. Dobbiamo scendere a sud adesso che l'esercito dei Lannister è ancora sparso nei loro territori." Arya la guardò negli occhi, chiedendole silenziosamente di fidarsi di lei, della decisione che stava per prendere. Per un momento sembrò che Dany volesse ignorarla, ma poi abbassò lo sguardo e si allontanò da loro "Sei stata fedele alla tua parola Asha, e io sarò fedele alla mia. Domani prenderò parte dei miei uomini e verremo con te alle Isole di Ferro; concluderemo questa storia una volta per tutte." Asha la guardò e per un momento, prima che la maschera sarcastica le ricoprisse il viso, Arya lesse nei suoi occhi sincera gratitudine "Ti ringrazio, mia regina" fece per andarsene ma si fermò all'ultimo momento, sorridendole in modo lascivo, ma sussurrando perchè solo lei potesse sentirla "Spero di non aver risvegliato il drago." Arya si girò guardando la bianca schiena di Dany che risplendeva nella luce tenue delle fiaccole e sperò esattamente la stessa cosa.




"Dany..." "Non so davvero perchè ti sto ancora a sentire, hai dato ragione a lei piuttosto che a me." "Non si tratta di questo, ho fatto una promessa." "Ma qui si tratta di una guerra! La mia guerra, il trono... Avevi detto che l'avremmo affrontata insieme." Arya la guardò con espressione sofferente, decidendosi a dirle quello che sperava di tenerle nascosto "Ed è anche per questo che devo farlo. Euron Greyjoy è un uomo pericoloso, immischiato nella magia nera. Dicono che abbia un corno, un corno magico capace di.. di controllare i draghi." Varie emozioni si fecero largo nel volto di Dany, stupore e incredulità tra tutti e Arya le strinse il braccio "Se questo è vero, se lo è Daenerys allora devo distruggere questa cosa prima che possa farti del male." Lei rimase in silenzio per un attimo, chiudendo le palpebre con un moto di rassegnazione "Ma potremmo farlo dopo. Se quello che dice Asha è vero ed Euron vuole andarsene forse, forse..." "Non posso rischiare di lasciare il Nord indifeso contro una tale minaccia... e non posso rischiare di lasciarti in pericolo. Lascia che mantenga la mia promessa, e poi prenderemo Approdo del Re insieme." C'era ancora incertezza nello sguardo della madre dei draghi e Arya le si avvicinò tanto che ormai erano fronte contro fronte, le mani strette intorno al suo volto segnato di preoccupazione. 



"Non chiedermi di scegliere fra te e la mia gente Dany" Arya sussurrava, la voce piena di emozione "Perché potranno maledire il mio nome, sputare sulla mia ombra, ricordarmi come la donna che distrusse il Nord per sempre ma... sceglierei te. Sceglierei te sopra qualsiasi altra cosa, a qualsiasi costo. Quindi se mi chiedi di restare, e di rinnegare la mia promessa ad Asha Greyjoy io lo farò, lo farò per te. Se mi chiedi di rinunciare la mia corona sono pronta a gettarla nel fango, è solo un pezzo di metallo. Ma io ti chiedo di fidarti di me. Lasciami andare con lei e tornerò da te prima che tu te ne accorga." Daenerys rimase silenziosa per un lungo minuto, e per un attimo Arya pensò che avesse davvero intenzione di chiederle di rinunciare a tutto. "Mi fido di te" disse alla fine con un sospiro "Per quanto folle sia farlo." Arya le sorrise e la strinse forte a se, sentendosi finalmente invadere dal calore che l'aveva abbandonata in quella lunga giornata. "Lasciami venire con te. Non sopporto l'idea di starti lontana." "E' troppo pericoloso. Lui sa che viaggi con me, terrà il corno a portata di mano in caso ti facessi vedere con i draghi. Resta qui, lascerò Brienne a proteggerti. Morirebbe prima di lasciare che ti accada qualcosa." "Se tu glielo ordini." "Se glielo chiedo. Sa che per me vali più di qualsiasi altra cosa." Daenerys rimase a contemplarla per qualche secondo, come per imprimersi quell'attimo nella memoria, poi la baciò dolcemente. "Vieni allora, portami a letto. Dammi qualcosa a cui pensare per quando mi lascerai sola." 




Arya si ritrovò di nuovo il volto fradicio di acqua ghiacciata, questa volta dal'acre sapore salato del mare. Le onde si infrangevano sulla navi facendo scricchiolare il legno in modo che alla ragazza ricordava molto il lamento di un animale morente. Asha era al suo fianco e fissava con sguardo infuocato le alte torri di Pyke che svettavano all'orizzonte. Le grosse navi di Euron formavano una barriera davanti al porto, minacciose e scure come la grossa bandiera del kraken dorato che sventolava da entrambi gli schieramenti.
"Te l'avevo detto piccola lupa, questa è la battaglia finale. O si vince o si muore." "Valar Morghulis" sussurò al vento, e per un momento le sembrò di essere tornata indietro, come se semplicemente chiudendo gli occhi avresse potuto cancellare tutto ciò che aveva fatto, tutto ciò che era diventata. Poi qualcuno urlò e i tamburi di guerra seguirono incessanti: la battaglia era iniziata.




Daenerys guardava piena di apprensione Brienne che imperterrita camminava avanti e indietro nella tenda, piena di angoscia. "Dovevo andare con lei." Disse all'improvviso, facendo sobbalzare Dany dalla sorpresa; non c'era bisogno di ulteriori spiegazioni, sapevano entrambe a cosa si riferiva. "Sai com'è fatta Brienne, quando si mette in testa una cosa..." "Ma ho giurato! Ho promesso a sua madre che l'avrei protetta... Se dovesse succederle qualcosa..." Daenerys aveva voglia di urlare. Lo sapeva anche lei, lo sapeva benissimo che in quello stesso istante la battaglia poteva essere iniziata, finita, persa o vinta, e che la donna che amava poteva essere già persa nell'aldilà. Allontanò il pensiero, troppo doloroso per essere anche solo considerato. Non può succedere, continuava a ripetersi. Semplicemente non può.




Arya calò la lama nella gola dell'ennesimo soldato spuntato fuori dal nulla e lo uccise con un colpo deciso. Si guardò intorno, confusa. Era la prima battaglia navale della sua vita e ora poteva dire con assoluta certezza che non facevano per lei. La confusione regnava sovrana, le onde si erano fatte più alte e minacciose, tanto da spingere le navi addosso le une alle altre, la pioggia scendeva fitta rendendo tutto instabile e precario. Avevano dalla loro parte il numero di uomini, decisamente maggiore rispetto a quello di Euron, ma nessuno dei suoi aveva un briciolo di esperienza in battaglie navali e anche se cercavano di attenersi agli ordini di Asha meglio che potevano l'inesperienza cominciava a farsi sentire. Arya chiuse gli occhi e lanciò una silenziosa preghiera all'unico dio che ancora e sempre avrebbe considerato come suo, la morte.




Melisandre entrò nella tenda come una furia, il volto pallido che brillava in contrasto con i fiammeggianti capelli e gli occhi iniettati di sangue. Daenerys capì subito che qualcosa non andava, e sentì il cuore sprofondarle in petto. "Cosa succede?" Melisandre guardò prima lei poi Brienne, come a chiedersi se fosse sicuro parlare in presenza della guerriera bionda, poi sembrò decidere che la cosa non aveva importanza, non in quel momento. "Ho avuto una visione mia signora... una visione di morte." Brienne strinse spasmodicamente la mano sulla spada, come se questo potesse in qualche modo risolvere la situazione. Daenerys cercò di fermare il tremolio che le serpeggiava in tutto il corpo "Cosa hai visto Melisandre? Dimmelo." Melisandre la guardò negli occhi e per la prima volta da quando si conoscevano Daenerys vi scorse dentro un'ombra di paura "Ho visto... ho visto cadaveri. Cadaveri di lupi in mare, annegati, con occhi vitrei rivolti verso il cielo nuvoloso. E il lupo più grande di tutti fatto a pezzi da un kraken nero... Non capita spesso che le visioni nelle fiamme siano così chiare mia signora... ma questa volta è stato inequivocabile."



Daenerys si sentì le ginocchia tremare e dovette appoggiarsi al tavolo per mantenere l'equilibrio. "Non dovevo lasciarla andare. Era un suicidio... lei e il suo stupido onore." 
Brienne era pallida e i suoi occhi brillavano di lacrime "Dev'esserci qualcosa che possiamo fare. Qualsiasi cosa. Tu sei una strega, fai qualche magia!" Melisandre sembrò riacquistare un po' del suo spirito combattivo a quelle parole "Non funziona così. La mia magia ha bisogno di tempo, e richiede sacrifici che non voglio imporre alla mia regina. Sarebbe comunque inutile, Euron Greyjoy è immerso fino al collo nella magia nera, avrà attuato sicuramente misure di sicurezza. Non posso fare nulla." "Tu no, ma io si." Daenerys guardò entrambe le donne con sguardo infuocato "Chiamate gli Immacolati, che mi portino Drogon."




Arya cominciava a sentire il braccio formicolare leggermente mentre cercava di mantenere salda la presa sull'impugnatura delle lame. Era sempre riuscita a combattere con entrambe le mani senza problemi, ma era mancina e in quel momento riusciva a colpire energicamente solo con quella mano, lasciando alla destra tagli superficiali e il compito di sviare il nemico. Pesanti gocce di pioggia le cadevano sul viso, impigliandosi nelle lunghe ciglia, impedendole di vedere bene, di calcolare le mosse del nemico ancora prima che lui capisse cosa fare; sapeva di essere ancora viva solo grazie alla grande abilità conferitale dall'allenamento di assassina, ma non osò pensare ai suoi uomini. Si trovava nel bel mezzo della mischia, una lama nell'occhio di un uomo e l'altra che parava un colpo di una spada quando lo vide. 



La nave più grande della flotta nemica era esattamente accanto a quella in cui si trovava in quel momento, anche se non riusciva a ricordare se appartenesse ad Asha o a Euron. Nel ponte nero della minacciosa nave si stagliava l'oggetto delle tanto incerte leggende carico di Occhio di Corvo, il corno magico che poteva dominare i draghi. Arya riuscì a lanciarli solo qualche sguardo, ma le bastò per capire che non si trattava di un oggetto ordinario, e che doveva distruggerlo, a tutti i costi. Non avrebbe permesso a quell'uomo di allontanare i draghi dalla propria madre, avrebbe protetto Daenerys anche da questo, a qualsiasi costo. Riuscì a liberarsi dagli uomini intorno a lei, cercando freneticamente con lo sguardo tracce di Asha, ma non vedendola decise da sola cosa fare. Le navi erano abbastanza vicine da permetterle di saltare senza problemi tra le due, e con un balzo di ritrovò nel ponte della nave nemica, faccia a faccia con Euron Occhio di Corvo.




"Non posso lasciarvelo fare." Il tono di Brienne non sembrava convinto come era solito sentirlo Daenerys, non che in quel momento le importasse. Missandei le stava aggiustando sulla veste la leggera armatura di cuoio che era solita portare quando volava con Drogon e la sua attenzione era tutta ai preparativi per la sua partenza. "Voi dovete rimanere qui, al sicuro. E' quello che lei vorrebbe." La voce di Brienne si era fatta quasi supplichevole e Daenerys si fermò per un secondo, sospirando profondamente "E tu cosa vuoi Brienne? Vuoi che la tua regina muoia?" "No, e gli dei solo sanno cosa darei per essere al suo fianco in questo momento, per proteggerla. Ma lei mi ha incaricato di proteggere voi e manterrò fede al mio compito." Gli occhi viola della madre dei draghi si specchiarono in quelli azzurri splendenti della vergine di Tarth e Dany capì che provavano entrambe lo stesso senso di inquietudine, di disperazione. "E allora resta al mio fianco Brienne, vieni con me." L'avrebbe rallentata, questo era certo, ma Dany sapeva che era l'unico modo per riuscire ad andare. Brienne la fissò per un attimo, mentre sembrava che dentro di lei avesse luogo uno scontro fra la volontà di rispettare gli ordini della sua regina e quella di salvarle la vita. Alla fine si limitò ad annuire e Dany sospirò di sollievo. 



Melisandre d'altro canto sembrava tutt'altro che sollevata "Non potete andare là. Se quello che dicono è vero.." Daenerys la zittì con un cenno "Perché dirmelo allora? Perché non lasciare che accadesse e basta?" Melisandre abbassò lo sguardo "Volevo preparvi, avvisarvi... Arya Stark è una pedina importante del gioco, ma non è fondamentale." A quelle parole Daenerys si liberò dalle mani di Missandei per fronteggiare Melisandre, lo sguardo pieno d'ira "Non osare mai più dire una cosa del genere. Mai più. Lei è fondamentale, è fondamentale per me." Melisandre rimase impassibile "Se voi andrete là oggi, perderete i vostri draghi." Qualcosa vacillò nell'animo di Dany "Non è detto, non è vero..." "Sapete quanto me che questa è una bugia. Le probabilità di successo di questa folle impresa sono ridicole. Non buttate tutto all'aria, non adesso che siete così vicina al trono, alla salvezza dei Sette Regni. Se voi morite, l'oscurità calerà su di noi per sempre." Daenerys abbassò lo sguardo per un attimo, ma quando lo rialzò era pieno di una determinazione che scosse Melisandre nel profondo "Ha detto che qualsiasi sia la scelta, lei sceglierà sempre me. Perché non dovrei fare lo stesso? L'ho persa una volta, non succederà ancora." Con quelle parole uscì dalla tenda, seguita da Brienne, lasciando la donna rossa sola ad invocare il Dio Rosso affinché proteggesse la sua stolta prescelta.




L'uomo incuteva timore, questo era certo. I capelli più neri della notte, la benda che portava sull'occhio, le labbra di un blu accesso che davano vita al volto pallido come un cadavere. Il sorriso che le rivolse, tranquillo e misurato in contrato con il caos intorno a loro le fece capire che tipo di uomo aveva davanti. Asha poteva anche definirlo pazzo, ma era pericoloso, non aveva dubbi. Si alzò e si mise in posizione d'attacco, cosa che sembrò divertire immensamente l'uomo "Tu devi essere Arya Stark. Sai, devo dire di essere un po' deluso, mi aspettava una temibile guerriera e invece... una ragazzina. Mia nipote dev'essere davvero disperata per affidarsi a te." Arya rimase in silenzio, impassibile alle affermazioni dell'uomo; era stanca, questo era vero, ma gli avrebbe fatto vedere contro chi si stava mettendo. L'uomo la sguadrò per una manciata di secondi prima di decidersi a fare la sua mossa, attaccandola con un affondo prevedibile che lei scansò senza difficoltà. "Ma guarda, forse sei più interessante di quanto pensassi.." Cominciarono un duello serrato, tra i più difficoltosi che Arya avesse mai affrontato; non essendo la forza fisica la cosa a cui solitamente si affidava, cercava di stancare l'avversario per riuscire a colpirlo sempre più in profondità. Ma Euron, al contrario di lei, sembrava non stancarsi mai. Troppo tardi le venne in mente che forse non era stata un'idea brillante affrontare da sola un uomo che padroneggiava la magia nera, ma era troppo tardi, ormai stavano danzando. 



Arya lanciò un grido che esprimeva poco dolore ma molta rabbia quando la spada dell'uomo le lasciò un taglio slabrato vicino allo sterno, rendendola sempre più debole con ogni goccia di sangue che le colava sull'armatura. Attaccò Euron con più forza che poteva, colpendolo sotto il mento con l'elsa del pugnale, facendogli perdere l'equilibrio e gettandolo a terra. Cercò di buttarsi sopra di lui, mirando spasmodicamente alla gola. L'uomo la gettò nell'angolo con una calcio nell'addome che la lasciò senza fiato; cercò di rialzarsi ma si sentiva debole come mai in vita sua, le grida dei feriti le riecheggiavano nella mente confondendo la realtà, lasciandola confusa e dolorante. Sapeva che Euron stava andando verso di lei, con tutta l'intenzione di ucciderla. Con un ultimo, disperato gesto cercò di riprendere il pugnale, che le era sfuggito di mano per l'urto, ma l'uomo lo calciò con un sorriso folle impresso in volto. Aveva un grosso taglio sul volto dove il suo coltello l'aveva raggiunto, eppure non sanguinava tanto quanto avrebbe dovuto e Arya capì che non c'era nulla da fare. Sarebbe morta lì, in quel modo inutile, infrangendo la promessa fatta a Daenerys e alle anime dei suoi cari. L'uomo le puntò la spada alla gola, gli occhi brillanti di delirio "Dov'è la tua amichetta, piccola lupa? Dov'è la madre dei draghi? Non mi dirai che ti ha lasciato qui a morire... e io che speravo così tanto che partecipasse alla nostra piccola festicciola." Arya cercò di sputargli in volto, ma nemmeno quel colpo andò a segno, riuscendo solo a prenderlo sull'armatura. L'uomo rise "Non importa, le invierò personalmente i tuoi saluti, non temere." Alzò la lama per colpirla e Arya non potè fare altro che sforzarsi di non chiudere gli occhi.




Daenerys spronava Drogon come mai aveva fatto prima, cercando di comunicargli tutta la fretta che aveva. Non sapeva da quanto tempo stessero volando, le sembra un'eternità, e ancora non si vedeva la meta. Poteva essere troppo tardi, lo sapeva, ma doveva provare, provarci con tutte le sue forze. La pioggia cadeva incessante su di loro e poteva sentire chiaramente Brienne tremare dietro di lei. Lei non sentiva niente, non ci riusciva; in quel momento contava solo arrivare, vedere con i suoi occhi cos'era successo, distruggere tutto nel caso fosse stato troppo tardi. Avrebbe soffocato il suo dolore nel fuoco, così come aveva sempre fatto, se avevano toccato Arya, la sua Arya, sarebbero morti urlando. "Pyke! Ci siamo quasi." sentì Brienne gridare sopra la tempesta. Daenerys fissò la costruzione di roccia davanti a loro e il mare nero che sembrava estendersi in qualunque direzione, costringendo Drogon a perdere quota. Il drago emise un ruggito infuocato e si lanciò nella battaglia.




La lama di Euron vibrava a pochi centimetri dalla sua gola quando il ruggito del drago squarciò l'aria, e il suo sguardo e quello del suo aggressore saettarono al cielo. Il grosso drago nero sorvolava le acque gelide e si dirigeva implacabile verso di loro. Invece di provare gioia Arya riuscì solo a sentire il panico crescere dentro di lei mentre vedeva l'espressione gioiosa di Occhio di Corvo. Allontanò la spada da lei e si girò verso il corno, urlando frasi che Arya non capì in mezzo al frastuono della battaglia. Lei cercò di alzarsi, il desiderio di urlare a Daenerys di andarsene che combatteva con il suo corpo che rifiutava di muoversi. Il dolore era lancinante, ogni suo arto intorpidito e pesante come pietra. Si guardò la ferita al petto e capì il motivo di tanta difficoltà, i riflessi violacei intorno al taglio le confermarono che la spada di Euron aveva la lama ricoperta di veleno. 



Maledisse cento volte se stessa e la sua stoltezza mentre tentava disperatamente di rimettersi in piedi, guardando il drago nero che dava fuoco alle navi nemiche. Per un momento, un singolo momento pieno di speranza pensò che forse era tutto una bugia, che il corno non aveva alcun potere sui draghi e che tutto si sarebbe risolto per il meglio; poi il corno suonò e le sue speranze morirono velocemente com'erano nate. Era Euron in persona che aveva iniziato a suonare il corno e nonostante il dolore evidente nei suoi occhi, non dava cenni di voler mollare la presa. Il ruggito feroce del drago si trasormò in gemiti di dolore mentre la testa del grosso animale saettava da una parte all'altra, come se stesse cercando di liberarsi di un grosso insetto fastidioso. Le ali smisero di battere in sincrono e l'animale perse quota, avvicinandosi alle navi. 




Daenerys cercava disperatamente di rimanere in groppa a Drogon nonostante i suoi movimenti convulsi. Il suono del corno le riempiva la mente oscurando qualsiasi altra cosa che non fosse il dolore che lei e l'animale si trasmettevano. Ad un certo punto non sentì più il peso di Brienne sulle spalle, ma non riuscì a farci niente, non poteva salvare lei, non poteva salvare Arya, non sarebbe riuscita a salvare nemmeno se stessa. Il rumore del corno si fece più intenso e questa volta non riuscì a resistere; le mani persero la presa sul dorso del drago e lei precipitò in mare.




Arya emise un gemito di dolore nel vedere la figura di Daenerys cadere dal drago e sprofondare in acqua. Cercò di avanzare verso il parapetto per potersi gettare anche lei, per cercare di salvarla pur sapendo che nelle sue condizioni sarebbe annegata subito. Venne fermata da una stretta solida e forte e girando lo sguardo si ritrovò faccia a faccia con Asha, il volto deturpato dal sangue che le colava dalla fronte. "Ci penso io a lei, tu uccidi Euron, le tue lame sono le uniche che riescono a toccarlo! Se finisce la canzone il drago sarà suo per sempre." Arya riuscì ad annuire e Asha si gettò in mare senza esitare. Cominciò a strisciare verso la lama del pugnale, arrivandoci solo grazie alla forza di volontà che non l'aveva ancora abbandonata. L'unica cosa che le impediva di fermarsi e cadere addormentata, forse per sempre, era la lieve speranza di riuscire a sistemare tutto. Se Euron moriva, tutto si sarebbe sistemato. Zittì le voci nella sua testa che le gridavano che Daenerys era già morta, che a nulla sarebbero serviti i suoi sforzi e cominciò a trascinare la gambe ormai inerti verso il corno. 



Il rumore si faceva sempre più forte e sembrava distruggerle il cervello, annullando qualsiasi pensiero coerente. Di una cosa era certa, doveva uccidere Euron il più velocemente possibile, con un colpo solo. L'uomo aveva il volto stravolto dal dolore, le labbra blu confie e piene di vesciche, come se fossero rimaste a lungo a contatto con il fuoco e il pallore del viso era stato sostituito da un rosso così acceso da fare paura. Non c'era nulla a cui potesse appoggiarsi per alzarsi se non il corno stesso, e quando Arya lo toccò sentì il dolore esploderle in testa come mai prima di quel momento; era come toccare fuoco vivo. Si mise in piedi senza mollare la presa mentre le sue mani si spellavano sempre di più, si appoggiò con la spalla e impugnò la lama con entrambe le mani sanguinanti, formulando un unica preghiera nella sua mente, che si ritrovò a sussurrare nel vento "Padre sostieni il mio braccio, Madre dammi la forza, Robb fà che non manchi il bersaglio." Con un ultimo disperato grido piantò la lama nel cuore di Euron; il volto dell'uomo si contorse come cartapesta mentre il suo stesso corpo si riduceva in cenere. 



Il corno smise di suonare e divenne nuovamente freddo come il ghiaccio. Arya cadde sulle ginocchia e si girò verso il ponte, cercando segni di Asha e Daenerys. Sorprendentemente la prima a vedersi fu Brienne, seguita da Asha, che trascinarono a bordo una pallida e svenuta Daenerys. Arya cercò di andare verso di loro e Brienne la raggiunse per sostenerla. Il volto di Daenerys era freddo e le labbra blu come lo erano state quelle di Euron, eppure Arya poteva vedere il suo petto alzarsi e abbassarsi a ritmo del suo respiro. "E' viva." fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di svenire tra le braccia di Brienne. In cielo, Drogon aveva ripreso a volare.


Note: Scusate la lentezza, spero che la lunghezza del capitolo rimedi in parte per l'attesa! Ci sono cose che alla fine del capitolo rimangono un po' oscure, ma non temete nel prossimo ci saranno chiarimenti per quanto possibile da parte mia, alla fine l'effetto del corno sui draghi Martin non l'ha ancora svelato! Alla prossima, un bacione!
  
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