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Autore: girl_in_the_sun    18/10/2014    7 recensioni
A questo punto, o lui è ubriaco fradicio e si sta sognando tutto – uno di quegli stupidi sogni che fa che fa sul cuoco, quelli che terminano sempre troppo presto e lo lasciano con il corpo insoddisfatto e i pantaloni troppo stretti – o lo è Kuroashi.
[Secondo capitolo scritto per i #32DaysofSanji, iniziativa del fandom inglese]
[ おめでとうたんじょうび、Rouge-sensei!] 
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mugiwara, Roronoa Zoro, Sanji, Z | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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100 % { I'm (not) in love }

 

«... Ma agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli,
allo stesso modo che non sono coscienti di ciò che fanno dormendo.»
- Eraclito, Sulla Natura.

 

 

É una notte fredda quella, dove il vento soffia feroce sul mare, spazzando via le nubi e lasciando spazio ad un cielo terso e trapuntato di stelle.
Lo spadaccino sta con il naso all'insù, guardando la volta celeste avvolto in una coperta non molto pulita ed una bottiglia di sakè in mano, rannicchiato nella torre di vedetta sull'albero maestro della Merry.
È da poco passata la mezzanotte – secondo i suoi calcoli – e il suono delle onde che s'infrange sulla polena della nave è così rilassante che potrebbe cullarlo fino a fargli chiudere gli occhi, se non fosse per la brezza gelida che s'intrufola in ogni buco che il tessuto non copre, pungendolo come migliaia di aghi.
La ciurma ha da poco lasciato l'isola di Drum, portandosi dietro una strana renna dalle caratteristiche umane – tra cui quella di parlare e il difetto di non saper ricevere i complimenti –, una navigatrice più in forma che mai e – come da tempo – i sentimenti repressi di Zoro.
Il verde non è pratico di queste cose – con le emozioni in genere – e tutte le sensazioni annidate dentro di lui sembra che lo vogliano far scoppiare da un momento all'altro. Forse è proprio la notte la cosa che teme di più, poiché nel regno delle tenebre fioriscono i germogli del suo animo, quelli che tanto ansiosamente ha cercato di sradicare fin dall'inizio; ma ahimè, il seme del destino è così profondamente sepolto che egli stesso sospetta che forse nel suo cuore c'è sempre stato. Roronoa Zoro odia le piante, ma non per davvero, non quando è la voce del suo nemico più amato a toccare l'argomento per stuzzicarlo. Ed è sempre lui lo stupido che dà retta a quel cretino del suo compagno, che non sa nemmeno che contro di lui non ci sarà mai nessuna sfida: Sanji ha già vinto tutto, il suo desiderio, il suo cuore e la sua anima.
E lui sarà pure il demone dell'East Blue con una taglia da 60 milioni di berry ma non può combattere contro la corsa sfrenata del suo cuore, le farfalle nello stomaco e la gola secca.
Si è già arreso.

 

È proprio in quel momento che vede una figura arrampicarsi sulle funi per raggiungerlo, sfidando le intemperie dell'aria indossando solo un pigiama azzurrino di flanella.
Lo spadaccino gela alla sola vista della zazzera bionda: come può il cuoco andarsene in giro tranquillo nel cuore della notte vestito in quel modo?
Oh, ma che gli importa se quel cuocastro si prende un malanno!
Sanji è arrivato in cima e si arrampica dentro insieme al compagno, inginocchiandoglisi di fronte: «Zoro» sussurra dolcemente.
A Roronoa basta quel nome, il suo, per sciogliersi: dannazione! Perché proprio ora quel damerino deve chiamarlo per nome?!
«Che diavolo vuoi, cuoco di merda?».
In un secondo torna quello di sempre, il burbero cavernicolo dai capelli verdi, un gorilla tutto muscoli e niente cervello.

Il biondo, invece, è etereo e bellissimo quella notte, la pelle candida assume un colore quasi perlaceo sotto la luce della luna ed i suoi occhi sono socchiusi e sognanti, quasi stesse dormendo in piedi; è rilassato e pacifico, tutto quello che Zoro vorrebbe ma non oserebbe mai ammettere, con quel suo corpo armonioso e magnifico davanti a lui.
È un attimo veloce quello in cui la bocca rosea del cuoco si posa sulla sua: uno stampo labbra su labbra, niente più, ma è abbastanza per lasciare il compagno di sasso. Il verde è senza fiato, sembra quasi non sia accaduto nulla da quanto impalpabile è stato quel contatto, ma dentro di sé arde intensamente, il sangue che si dirige tutto verso il basso.

«Fa freddo... » mormora ancora Sanji.
L'altro non risponde: a questo punto, o lui è ubriaco fradicio e si sta sognando tutto – uno di quegli stupidi sogni che fa sul cuoco, quelli che terminano sempre troppo presto e lo lasciano con il corpo insoddisfatto e i pantaloni troppo stretti – o lo è Kuroashi.
Zoro non parla, quindi l'altro decide di passare all'azione: gli si appiccica addosso sotto la coperta, circondandogli la vita con le braccia e godendo del tepore che s'irradia da tutto il corpo del nakama.

Lo spadaccino sente caldo, un calore tremendo in ogni fibra del suo essere, tanto quasi da voler gettar via i vestiti ed essere investito dalla frizzante aria notturna tanto odiata prima; tuttavia – per qualche strana ragione – fa tutto il contrario: tira Sanji di più contro il suo petto, avvolgendolo con la coperta.

Perché si comporta così, Roronoa proprio non lo sa, davvero non ne ha la minima idea; solitamente una rispostaccia e il solito sguardo truce funzionano; senza contare che la sera prima se le sono date di santa ragione, almeno finchè Nami non li ha fermati con un pugno ciascuno. Strega.

Il verde sente il fiato del compagno sul collo, proprio sotto l'orecchio e – per quanto la cosa sia paralizzante – gli piace anche troppo: spera con tutto il cuore che il biondo non si accorga della sua eccitazione, sarebbe imbarazzante.
Ma come può Zoro fare il turno di vedetta in quelle condizioni?! Maledizione a quello stupido cuocastro!
Sbuffa, un lieve rossore che gli tinge le guance: sta pensando, cercando una vana risposta che lo aiuti ad uscire da quella tremenda situazione, che faccia sparire quei sentimenti, dannazione!
È più forte di lui: fin dalla prima volta in cui i suoi occhi hanno incontrato quella figura, il suo cuore ha ceduto e si sa, più la vicinanza si fa abitudine, più il danno si aggrava.
L'organo palpitante dello spadaccino si trova nell'abisso ora, quello di "oh, per piacere. Io non sono innamorato, nossignore!".
Roronoa Zoro è fottuto.
Completamente ed irrimediabilmente fottuto.

 

I suoi orecchini tintinnano quando sprofonda il viso in una mano con un sospiro rassegnato, mentre si passa le dita fra le ciocche spettinate e opta – come di routine – per affogare tutto questo nodo indistricabile di pensieri nell'alcol e chiudersi nel suo mondo statico e congelato nella normalità.
A fferra il collo della bottiglia e trangugia quel poco ch'è rimasto del suo contenuto, trovandosi a sperare che ne fosse stato di più.
È un male, perché adesso che non ha niente da fare – si fa per dire, dato che dovrebbe sorvegliare che nessuna nave della marina li attacchi – la sua attenzione si concentra sul profumo speziato di Kuroashi che gli arriva alle narici, seguito dal pizzicorio al naso che gli provoca l'odore della nicotina.
È invitante, oh se lo è; la tentazione di accarezzare quella testa ossigenata è molta, ma lo spadaccino sa che se iniziasse a cedere ai deboli impulsi non si fermerebbe più: i baci lo consumerebbero inevitabilmente, marchierebbe ogni centimetro di quella pelle immacolata e lo farebbe suo nel modo più irruento e piacevole... se solo potesse.
Se solo Sanji non fosse uno stronzo più etero di qualsiasi altra creatura in tutta la Grand Line.
Se dal primo momento non avesse iniziato a dargli sui nervi con quella voce baritonale sputa sentenze e i suoi gesti sprezzanti che lo imbestialiscono al solo pensiero.
Se solo Zoro avesse ancora il suo cuore...
Nemmeno lo sa, Kuroashi, quello che si ritrova tra le mani: un cuore così orgoglioso, forte e ambizioso. Fragile ma al sicuro in quelle mani sacre devote alla perfezione del gusto.
Sta a Sanji, ora, decidere se sminuzzarlo come uno dei tanti ingredienti per le sue grandiose pietanze o farlo cuocere lentamente, a fuoco lento, finchè non gli si scioglierà tra le dita, segno della definitiva appartenenza dello spadaccino al cuoco.
Quale strana proporzionalità inversa si attua nella forza magnetica che attira i due corpi mentre allo stesso tempo le loro parole crude e sferzanti li separano nettamente.

Quanto tempo passerà, si chiede Roronoa, prima che si arrivi ad un punto di svolta? E lui ci vuole davvero arrivare al quel punto?
Sempre meglio che soffrire in silenzio di distrazioni inutili, di certo non porterebbe la calma di cui ha bisogno.
Sarà una lunga notte, pensa nell'esatto momento in cui si accorge che sole sta spuntando all'orizzonte.

 

***


It was a cold night
We laid with each other just to stay warm
Up all hours, not for the last time.
As it's a cold life, stay with each other one last time.
We could always run away some other night.

I knew the moment I met you, I could never lose you.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:
AUGURI SPANKOSA <3
Spero che il regalino ti piaccia, anche se boh, a me pare ancora troppo OOC (anche se in realtà una piiiiccola giustificazione c'è e si scoprirà nel prossimo capitolo).
Ecco, questa sarà una mini-long, diciamo 3-4 capitoli, a meno che non mi venga un'ispirazione fulminante e taaaaaanta voglia di scrivere.
Era da tempo che volevo scrivere una storia così, influenzata dalle fanfiction inglesi che mi stanno rovinando la vita, argh. Questa storia è piena zeppa dei miei headcanon, tra cui il pigiama di Sanji (LOL) e la situazione iniziale da cui questa storia si genera che non dirò, perché sarebbe troppo spoiler XD E poi il mix tra ZoSan, notte e canzoni fighe mi sta uccidendo. Tutto mi uccide D:
Sarà meglio che io me ne vada, prima che spari qualche altra cavolata, alla prossima!
(E passate a fare gli auguri a questa donnaH magari lasciandole una recensione alle sue storie favolose <3 _Rouge)

  
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