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Autore: Kim NaNa    18/10/2014    6 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Lee_Min-ho]
Isabel e Katrina sono due amiche e hanno un sogno: visitare la città di Seoul.
Dopo averlo a lungo sognato, dopo aver fantasticato per lunghissime ed interminabili ore, il destino ha giocato loro uno strano scherzo.
Inizia così la loro avventura, inizia così la storia che le porterà ad incontrare proprio Lui: LEE MIN HO.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ammettetelo! Non vi aspettavate un mio aggiornamento così repentino! (Non fateci l'abitudine!) XD Merito dell'ispirazione che è tornata a trovarmi e che spero non mi abbandoni più, così da potervi regalare il prossimo capitolo per la settimana che verrà. ;)
A questo link:
https://www.youtube.com/watch?v=WexX1YDvffE troverete la canzone che ha fatto da colonna sonora a questo capitolo, canzone che mi ha davvero emozionata quando l'ho ascoltata la prima volta, non solo per il drama che stavo guardando, ma per la melodia e per il significato... *-*
Che altro dirvi?
Grazie... per tutto e buona lettura.

Nana-sshì



Incertezze del cuore - Parte seconda -


Bogoshipoyo.
Bogoshipoyo. (*)
 
Quella frase la tormentava mentre correva giù per le scale.
«Unnie… avvisa Victor e digli… digli… la verità… Lo raggiungerò io, più tardi, al ristorante. Ma devo vedere Lee Min Ho… un’ultima volta…»
Katrina la guardava dal corridoio. Isabel era sconvolta e temeva che incontrare Lee Min Ho avrebbe reso ancor più confusi i suoi sentimenti.
«Non correre, per favore… e sta’ attenta! Avviso Victor e scendo anch’io… solo per essere presente nel caso tu avessi bisogno di me.»
«Kumawo, Unnie!» Esclamò Isabel dal piano di sotto.
Era arrivata all’ingresso del palazzo in cui abitava col fiato corto, accaldata ed agitata. Per la fretta si era infilata il vestitino che le aveva regalato Katrina e aveva sistemato i capelli appena lavati con una molletta gialla, non curandosi di poter apparire sciatta e disordinata.
Un minuto, due, tre.
Si guardava intorno con circospezione, sperando di vederlo entrare.
Per rassicurarsi, domandò al portiere se qualcuno era andato a cercarla e chiese di poter utilizzare i salottini disposti elegantemente all’ingresso di quel loro lussuoso palazzo.
Sedette sul divano di pelle nera, stringendo nervosamente le mani tra loro, quasi in preghiera, battendo ripetutamente i piedi sulla moquette.
Voleva pensare a cosa dirgli non appena l’avrebbe visto, voleva riuscire a mettere in ordine i mille pensieri che aveva in testa, ma niente, Isabel si rese improvvisamente conto di riuscire a pensare sistematicamente al sorriso di lui.
Chiuse gli occhi per cacciare quel pensiero e sentì una voce familiare dire: «Agasshì!»
Alzò gli occhi piano e scattò in piedi.
Pantaloni scuri, maglietta bianca con un grande scollo a barca, strani occhiali con lenti chiare calcati sugli occhi e quel sorriso, che la stava tormentando, sulle labbra.
Lee Min Ho tolse gli occhiali dal viso, continuando a sorridere e prese a camminare verso di lei.
Il cuore di Isabel sembrava impazzito. Non vedeva Min Ho da più di due settimane e non era mai riuscita a parlargli nemmeno al telefono.
Quando lui le fu davanti, lei alzò la testa e continuò a guardarlo senza proferir parola.
Lui rise, portandosi una mano sulla bocca che sfiorò appena.
«Yah! Sei uscita di corsa dal tuo appartamento?» proseguì facendo cenno alla molletta gialla che aveva sui capelli.
Isabel, pietrificata, non si scompose, mentre lui le sfilò la pinza che teneva la sua folta capigliatura, lasciando che i capelli le si sparpagliassero sulle spalle. Sorrise di nuovo, Lee Min Ho, sistemando le ciocche ribelli che spuntavano dalla nuca.
«Eottohke Jinae?»(*’) chiese lui, guardandola negli occhi.
«Jaljineyo.» rispose lei in un soffio.
«Mi sei mancata.»
Lee Min Ho sorrise nel modo più dolce e disarmante che potesse fare e la resistenza di Isabel cominciò a scricchiolare.
Un nodo le salì in gola e il cuore le martellava in petto.
Non c’è posto per me nel suo mondo, non c’è posto per me nella sua vita.
Si diceva, trattenendo le lacrime.
Lui le diede un buffetto sulla testa, sospirando.
«Questo tuo silenzio mi fa pensare che io non ti sia mancato per niente…»
«Amado…» (*’’) mormorò lei.
Min Ho abbassò un po’ il capo per poterle scrutare il volto, era la prima volta che la vedeva così tesa.
«Gwenchanà?»(*’’’)
Lei assentì.
«Davvero? Non si direbbe o forse mi aspettavo un’accoglienza diversa visto che mi sono precipitato da te, non appena messo piede a Seoul.»
Isabel deglutì e fece alcuni passi fiancheggiando il ragazzo.
«Spero sia andato tutto come progettato. Auguri per il prossimo movie, spero possa essere un successo come tutti i tuoi lavori…»
Lee Min Ho sembrò disorientato e si voltò a guardarla.
«Ho fatto qualcosa di male? Sei arrabbiata perché non sono mai riuscito a richiamarti? Ho cercato di mandarti messaggi ogni volta che potevo…» cominciò lui.
«Anyò! Perché dovrei essere arrabbiata… tu sei Lee Min Ho e so bene quanto tu sia impegnato e ricercato nel mondo dello spettacolo…» fece lei, trovando il coraggio di guardarlo in faccia.
«Mianatà… hai tutte le ragioni per avercela con me, ma ti assicuro che ti ho pensato tanto…» disse lui, fronteggiandola.
Isabel rise.
«Mi hai pensato tanto? Non sforzarti troppo, Min Ho-sshì… va bene così… soprattutto adesso…»
Lee Min Ho si passò una mano tra i capelli.
«Davvero non capisco… Cosa ti ho fatto per ricevere da te un tale comportamento?»
«Tu non hai fatto nulla, Min Ho-sshì… è tutta colpa mia.» Rispose Isabel, distogliendo lo sguardo da quegli occhi che aveva sognato ripetutamente.
«Colpa tua? Ma di che parli?» continuò a chiedere lui, facendosi più vicino.
«Apparteniamo a due mondi diversi; è complicato esserti amica… D’ora in poi non venire più qui e non cercarci… non sarebbe giusto nemmeno nei confronti di Victor…»
Gli occhi di Lee Min Ho divennero una sottile fessura.
«E cosa diavolo centra quel damerino da strapazzo con noi?» esclamò, alzando la voce.
Isabel fronteggiò nuovamente il suo sguardo, sollevando la testo.
«Esco con Victor da 3 settimane. E non mi sembra corretto uscire con qualcun altro…»
Udite quelle parole Lee Min Ho le afferrò le spalle con forza.
«Che hai detto?»
«Lasciami, mi fai male.» Disse lei, divincolandosi, ma Min Ho strinse la presa.
«Esci davvero con quel Victor?» continuò, fissandola.
«Sì e non capisco perché la cosa ti scaldi tanto? Devo forse chiederti il permesso?»
Isabel si morse la lingua. Non voleva essere così brusca, desiderava tanto abbracciarlo, sentire il calore di un corpo che aveva sognato, desiderava rivelargli i suoi sentimenti per poi proseguire i loro distinti cammini, ma non ne aveva il coraggio.
«Waé? No-nun chuwayeo?»(**) Le mani strette sulle spalle, scesero lungo le braccia, allentando la preso.
«Amadò...»
«Jinjjayò?» (**’) insistè lui.
«Devo raggiungerlo al suo ristorante e…»
Lee Min Ho mollò la presa, stizzito.
«È per questo che hai indossato questo vestito? Per piacere a lui?» sbottò.
«Non credo sia una buona idea continuare a vederci. È stato bello fare la tua conoscenza, ma noi apparteniamo al mondo reale, mentre tu… Buona fortuna, Min Ho-sshì…»
Isabel decise di andar via. Non avrebbe mai avuto il coraggio di rivelargli i suoi sentimenti e cominciava a credere che fosse meglio lasciare le cose così come si erano messe, ma improvvisamente si ritrovò con le spalle contro la vetrata dell’ingresso, gli occhi di Lee Min Ho puntate nei suoi.
«Ma quale mondo reale?! Io sono qui con te adesso perché apparteniamo allo stesso mondo…» disse, con voce roca.
«Mi dispiace, ma io non riesco a…» cominciò Isabel, abbassando gli occhi.
«Non ricordi al Moonlight Rainbow Fountain? E ricordi quando ti ho pregato di restare qui a Seoul? E tutte le volte che sono venuto qui da voi appena finito di lavorare? Perché credi l’abbia fatto?» Min Ho era furioso ed Isabel taceva.
«Non fingere che io non ti piaccia…» urlò.
«Ne!» Isabel non riuscì più a trattenersi e si lasciò andare alle lacrime.
«Ne… Nal chuhaeyo! (**’’)…ma non voglio essere trattata da te come una delle tue mille fan che ti corrono dietro ad urlarti il loro amore… Io so che…»
Le mani di Lee Min Ho le accarezzarono piano le braccia, salendo sulle spalle, per poi fermarsi sulla nuca di lei, incastrate tra i morbidi capelli.
«Chuhae…» mormorò.
Il respiro di lui le solleticava il naso. Isabel cercò di scostarsi dal corpo di Lee Min Ho che cercava di farsi sempre più vicino a lei e temette che lui potesse sentire quanto freneticamente stesse battendo il suo cuore.
«Ho davvero pensato tanto a te, in questi giorni…» continuò lui, mentre le mani le accarezzavano piano la nuca.
Isabel trattenne il respiro. Le labbra di Lee Min Ho sembrava stessero pian piano avvicinandosi alle sue. L’istinto le diceva di chiudere gli occhi, ma non lo fece. Voleva godersi ogni istante di quanto stava accadendo perché non sarebbe stato più possibile essere così vicina a lui… Avrebbe rinunciato a lui comunque, specie dopo aver visto le news che lo vedevano in qualche relazione con Bom delle 2Ne1.
«Joengmahl Chuhaeyo…» (**’’’) sussurrò lui ormai contro la bocca di Isabel.
«Cosa cavolo pensi di fare?»
La voce di Victor sfatò il momento e Isabel tornò a respirare, sollevata e delusa al tempo stesso.
L’americano piombò sull’attore, allontanandolo bruscamente dalla ragazza e solo allora si avvicinò Katrina che era rimasta in disparte e lontana dai due giovani amici.
«Cosa credevi di fare, eh?» urlò Victor, afferrandolo per la maglia.
Lee Min Ho lo guardò con fare sprezzante prima di liberarsi dalla presa con uno strattone.
«Kojò!» (**’’’’) Gli disse, cercando di tornare da Isabel.
«Lei sta con me adesso… Lasciala in pace.» Sentenziò Victor, facendo da scudo ad Isabel.
«Picchiò.» (***) Intimò il coreano, guardandolo con aria di sfida. «Sei tu che dovresti lasciarla in pace…»
Victor spintonò Lee Min Ho che reagì al gesto.
«Basta!»
Katrina aveva tirato Isabel dalla sua parte e guardava i due ragazzi furibonda.
«Qui non si tratta di voi… qui si tratta di Isabel, dei suoi sentimenti e dei vostri… semmai ne aveste. Se volete continuare a giocare ai due contendenti, fate pure. Noi andiamo via… è davvero un pessimo spettacolo quello che state dando.»
Victor e Lee Min Ho cercarono di ricomporsi, lanciandosi occhiatacce poco rassicuranti.
«’Bel… ero venuto per chiederti se fosse successo qualcosa. Katrina mi ha chiamato dicendomi che mi avresti raggiunto tu e che avresti tardato, così…» cercò di giustificarsi Victor.
Isabel guardò i due ragazzi e si sentì in colpa per entrambi e a stento riuscì a trattenere le lacrime. Katrina, che la osservava, capì che l’apparente freddezza dell’amica non sarebbe durata a lungo.
«Credo proprio che la cena di stasera sia saltata… Noi andiamo…»
Prese Isabel per mano e si avviarono verso gli ascensori.
«Aspettate, vengo con voi…» Disse Victor, ma Lee Min Ho lo trattenne.
«Dove credi di andare? Per oggi ne hanno avuto abbastanza.»
«E lo dici tu che sei la causa di tutto questo? Che vuoi da Isabel? Divertirti, giocare un po’? Beh, io non te lo permetterò. Quindi non farti vedere mai più da lei e fa’ la tua vita con quella Bom o con chi sia e sia…»
L’ultima affermazione di Victor spiazzò Lee Min Ho.
Aish! Dannati pettegolezzi… Mai che riportino il vero… Pensò.
Il coreano cercò di ritrovare un po’ di autocontrollo, sistemò la maglietta e fronteggiò Victor, con aria minacciosa.
«Sta’ lontano da Isabel.»
Victor rise.
«Questo non è più un avvertimento…»
Superò l’americano, urtandogli con forza una spalla, lasciando il palazzo e sparendo nella notte di Seoul.

 
 
Note: 
        
  • Bogoshipoyo: Mi manchi.
  • Eottoke-Jinae?: Come stai?
  • Jaljineyo: Sto bene.
  • Amadò: Forse.
  • Gwenchanà?: Stai bene?/ Ti senti bene?
  • Anyò: No
  • Mianatà: mi dispiace.
  • Waè? No-nun Chuhayeo?: Perché? Ti piace?
  • Jinjjayò?: Davvero?
  • Ne: sì.
  • Nal Chuhaeyo: Tu mi piaci.
  • Chuhae: Mi piaci.
  • Joengmahl Chuhaeyo: tu mi piaci tanto.
  • Kojò: sparisci.
  • Picchiò: spostati.
   
 
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